Un bacio malizioso 2: L'amore a Tokyo
Degno seguito di "Itazura na Kiss-Love in Tokyo", questa seconda stagione conclude la narrazione mantenendo gran parte dei punti di forza della prima: la fedeltà alla trama originale, l'approfondita caratterizzazione dei personaggi, un cast di attori talentuosi che fortunatamente è rimasto invaiato.
La storia conserva tutti i punti di forza del manga da cui è tratta, a partire da trama e caratterizzazione dei personaggi non scontate da cui, ancora oggi, gran parte delle commedie sentimentali sul mercato avrebbe molto da imparare. Ma il vero punto di forza di questo drama in quanto tale continua a essere il cast, la cui recitazione è vivace e "fumettosa" al punto giusto, ma allo stesso tempo capace di cogliere la profondità dei personaggi rappresentati quando necessario. Yuuki Furukawa, in particolare, riesce a compiere una magia rendendo Naoki Irie il vero protagonista della serie. In questa seconda stagione, con il progressivo ammorbidirsi del personaggio di Naoki, sono sempre più i momenti in cui ha occasione di mostrarne le sfaccettature tramite piccoli dettagli, sguardi, lievi movimenti, sorrisi, un lavoro che già è svolto dall'autrice del manga ma che con una recitazione puntuale ed espressiva qui riesce a emergere al massimo.
E' impossibile non notare tuttavia che la regia, cambiata rispetto alla prima stagione, presenta alcuni difetti assenti nella prima che mi trattengono dall'assegnare un punteggio massimo. La scelta delle inquadrature è spesso banale e con poche variazioni stilistiche, il che tende purtroppo a rendere piatta la maggior parte delle scene romantiche, a differenza di quanto accadeva nella stagione precedente. Vi è inoltre uno stile drammatico nella colonna sonora che tende ad enfatizzare i momenti clou o i colpi di scena con stacchi eccessivamente tragici, melodrammatici o sensazionalistici; manca, da questo punto di vista, la leggerezza che permeava la narrazione della prima stagione e che permetteva di apprezzare particolarmente i momenti di rilievo. La sigla d'apertura e di chiusura è infine molto classica e apprezzabile, ma non ha nulla a che vedere purtroppo con lo spaccato di narrazione che regalava la sigla di "Itazura na Kiss-Love in Tokyo".
In definitiva un ottimo prodotto, grazie soprattutto alla fedeltà alla storia originale e agli attori. Un peccato solamente per il cambio dello stile di regia, che però si supera facilmente grazie all'amore per i personaggi.
La storia conserva tutti i punti di forza del manga da cui è tratta, a partire da trama e caratterizzazione dei personaggi non scontate da cui, ancora oggi, gran parte delle commedie sentimentali sul mercato avrebbe molto da imparare. Ma il vero punto di forza di questo drama in quanto tale continua a essere il cast, la cui recitazione è vivace e "fumettosa" al punto giusto, ma allo stesso tempo capace di cogliere la profondità dei personaggi rappresentati quando necessario. Yuuki Furukawa, in particolare, riesce a compiere una magia rendendo Naoki Irie il vero protagonista della serie. In questa seconda stagione, con il progressivo ammorbidirsi del personaggio di Naoki, sono sempre più i momenti in cui ha occasione di mostrarne le sfaccettature tramite piccoli dettagli, sguardi, lievi movimenti, sorrisi, un lavoro che già è svolto dall'autrice del manga ma che con una recitazione puntuale ed espressiva qui riesce a emergere al massimo.
E' impossibile non notare tuttavia che la regia, cambiata rispetto alla prima stagione, presenta alcuni difetti assenti nella prima che mi trattengono dall'assegnare un punteggio massimo. La scelta delle inquadrature è spesso banale e con poche variazioni stilistiche, il che tende purtroppo a rendere piatta la maggior parte delle scene romantiche, a differenza di quanto accadeva nella stagione precedente. Vi è inoltre uno stile drammatico nella colonna sonora che tende ad enfatizzare i momenti clou o i colpi di scena con stacchi eccessivamente tragici, melodrammatici o sensazionalistici; manca, da questo punto di vista, la leggerezza che permeava la narrazione della prima stagione e che permetteva di apprezzare particolarmente i momenti di rilievo. La sigla d'apertura e di chiusura è infine molto classica e apprezzabile, ma non ha nulla a che vedere purtroppo con lo spaccato di narrazione che regalava la sigla di "Itazura na Kiss-Love in Tokyo".
In definitiva un ottimo prodotto, grazie soprattutto alla fedeltà alla storia originale e agli attori. Un peccato solamente per il cambio dello stile di regia, che però si supera facilmente grazie all'amore per i personaggi.