La Corda d'Oro
Il venticinquesimo episodio dell'anime "La Corda d'Oro" mi aveva lasciato letteralmente a bocca asciutta, sensazione familiare nel genere reverse, dove l'incertezza domina e non porta quasi mai ad una scelta. Così, mossa dalla curiosità nel scovare una dignitosa conclusione (dimenticate gli inguardabili finali multipli) sono approdata a questo manga ad opera di Yukie Kure, felice nel riscoprire e nel riscontrare alcune conferme.
Kahoko Hino rimane la protagonista forte e determinata della versione animata. Anzi, la sua audacia si moltiplica, sbocciando in una magnifica ragazza, capace di affrontare le sfide che la vita le offre, siano esse di natura musicale o sentimentale. Materia ampiamente analizzata, con momenti da battito cardiaco accelerato, che portano ad un ambitissimo happy-ending.
Sì. Avete capito bene.
C'è un prescelto, un belloccio destinato a rientrare nella categoria "fidanzato". Ovviamente, la lotta per la vittoria si annuncia dura, e ciò è dovuto a personaggi maschili legati indubbiamente alla formula magica tsundere/yandere/dandere, ma lontani mille miglia dall'esistenza di un soprammobile, esibito per decorare la scena. In poche parole, le pance rimangono coperte (mi dispiace per le fanatiche della tartaruga) e si mettono in mostra i cervelli.
Sorprendente, in ugual modo, è il tratto della mangaka, caratterizzato da uno stile limpido e curato, soprattutto nella resa delle figure umane, dolci e impalpabili quanto una sinfonia, in netto contrasto con le linee, a mio avviso, piatte dell'anime. Ho adorato poi, nello spazio dedicato all'autrice e negli intervalli tra i capitoli, i ritratti dei ragazzi in diverse situazioni, inoltre, i volumetti sono pieni di spin-off (tra cui Corda d'Oro Blue Sky), storie inedite e vicende one-shot, veramente gustose, che valgono il prezzo (per nulla economico) dell'edizione J-pop.
E la musica?
A differenza di Nodame Cantabile, la mancanza di audio non danneggia la trasposizione cartacea. La musica è indiscutibilmente il cardine della narrazione (il sole del cosmo degli studenti dell'accademia Seiso), ma resta staccata da accurate dissertazioni tecniche, prevalentemente presenti nel manga di Tomoko Ninomiya.
Kahoko Hino rimane la protagonista forte e determinata della versione animata. Anzi, la sua audacia si moltiplica, sbocciando in una magnifica ragazza, capace di affrontare le sfide che la vita le offre, siano esse di natura musicale o sentimentale. Materia ampiamente analizzata, con momenti da battito cardiaco accelerato, che portano ad un ambitissimo happy-ending.
Sì. Avete capito bene.
C'è un prescelto, un belloccio destinato a rientrare nella categoria "fidanzato". Ovviamente, la lotta per la vittoria si annuncia dura, e ciò è dovuto a personaggi maschili legati indubbiamente alla formula magica tsundere/yandere/dandere, ma lontani mille miglia dall'esistenza di un soprammobile, esibito per decorare la scena. In poche parole, le pance rimangono coperte (mi dispiace per le fanatiche della tartaruga) e si mettono in mostra i cervelli.
Sorprendente, in ugual modo, è il tratto della mangaka, caratterizzato da uno stile limpido e curato, soprattutto nella resa delle figure umane, dolci e impalpabili quanto una sinfonia, in netto contrasto con le linee, a mio avviso, piatte dell'anime. Ho adorato poi, nello spazio dedicato all'autrice e negli intervalli tra i capitoli, i ritratti dei ragazzi in diverse situazioni, inoltre, i volumetti sono pieni di spin-off (tra cui Corda d'Oro Blue Sky), storie inedite e vicende one-shot, veramente gustose, che valgono il prezzo (per nulla economico) dell'edizione J-pop.
E la musica?
A differenza di Nodame Cantabile, la mancanza di audio non danneggia la trasposizione cartacea. La musica è indiscutibilmente il cardine della narrazione (il sole del cosmo degli studenti dell'accademia Seiso), ma resta staccata da accurate dissertazioni tecniche, prevalentemente presenti nel manga di Tomoko Ninomiya.
La Corda d'Oro è una pietra miliare del reverse harem, un esempio a cui molte storie dovrebbero ispirarsi per non andare contro l'opinione dei fruitori del genere, i quali in molte occasioni lamentano la stupidità dei personaggi e la pochezza dei valori degli stessi. Pubblicato inizialmente come videogame dalla Koei, viene adattato in manga da Yuki Kure nel 2004 sulla rivista Lala, in un'idea che vedeva camminare pari passo la mangaka con gli autori del gioco. L'umiltà che la Kure mette nel far suo questo progetto riesce a dare al manga una marcia in più rispetto agli altri elementi multimediali che arricchiscono il mondo di Corda, ma è soprattutto con l'uscita dell'anime nel 2006 che diviene un vero e proprio fenomeno a tutto tondo.
Ispirato dal grande amore per la musica, il fondatore del liceo Seiso divide l'istituto scolastico in due macro sezioni, fra le quali nel corso del tempo inizia a scorrere cattivo sangue: la sezione tradizionale guarda diffidente quella musicale, che di rimando tratta con sufficienza gli esponenti della sorella. In un'operazione volta a smuovere la disillusa gioventù di oggi, che preferisce il risultato bell'e pronto all'impegno e al sacrificio, il folletto Lili consegna nelle mani di una confusa alunna, Kahoko Hino, un violino magico, premendo affinché la ragazza partecipi al concorso interno della sezione musicale, sebbene faccia parte della fazione opposta e di musica se ne intenda meno che zero. Spinta dall'ingenuità di aiutare la piccola fata, Hino si lancia nella titanica impresa di sfidare i valenti musicisti della Seiso, dai quali riceverà filo da torcere sotto molti punti di vista. Ammirando gli altri partecipanti al concorso, comincia a maturare il desiderio di dedicare tutta la sua vita alla musica, ma sentendosi fuori luogo e manchevole di tecnica e capacità, la raggiante Kahoko tenderà ad affidarsi al violino magico donatole, lasciando che lo strumento esprima l'amore nascente per quell'universo. In una storia d'ambientazione scolastica condita da pentagrammi, note, musicisti di fama mondiale, violini, trombe, flauti e clarinetti, si consuma l'amore per la musica in un contratto di matrimonio fra il suonatore e il suo strumento.
Hino è senz'altro una protagonista valida; a differenza di molte sue colleghe dei reverse harem, la dolce fanciulla dell'indirizzo tradizionale ha una forza di volontà e una passione tale da rigare dritta per la sua strada, senza fermarsi a sperperare tempo in lambiccamenti inutili. Mentre infatti solitamente le protagoniste di questo genere sono in balia di emozioni contrastanti verso i vari bellissimi che ronzano loro intorno e perdono di vista cos'è che erano chiamate a fare, Hino segue un sentimento provato sulle note dell'Ave Maria di Schubert dall'inizio fino alla fine del manga, lasciando quasi di stucco quando nell'ultimo volume comprende di aver percorso una via che portava a lui e a lui soltanto, lui che con la sua musica è sempre stato presente per lei, dal primo istante in cui ha sfiorato le corde di quel violino. Una protagonista femminile così forte ha bisogno di maschi dalla personalità altrettanto decisa: i ragazzi di Corda hanno tutti un carattere ben definito, che li contraddistingue l'uno dall'altro e li identifica in un prototipo di personaggio che però non viene vissuto fino in fondo, lasciando ampi margini di originalità; sebbene liceali in piena fase adolescenziale, non si lasciano influenzare in modo completo dall'amata, snaturandosi o votandosi a lei anima e corpo, ma mantengono la propria unica dignità fino alla fine. Il ragazzo più forte di Corda è Tsukimori, perché anche quando arriva a comprendere che quello che prova per Hino è amore, non si distrae dall'obiettivo prefisso nemmeno per un secondo, continua a seguire seriamente la sua strada, avendo piena fiducia nella ragazza, promuovendone le intenzioni e incoraggiandone la forza d'animo, senza però perdere di vista chi è lui e cosa vuole fare nella vita. Non si contraddice mai nelle scelte che fa e in linea col suo modo d'essere mantiene un atteggiamento deciso, ergendosi a modello per la ragazza e i suoi coetanei, conscio del fatto che la protezione più alta che può offrire a Hino è proprio quella di esprimere se stesso fino all'ultimo.
E' anche vero che tutti i personaggi di Corda sono dinamici e cambiano molto nel corso della storia, tant'è che lo stesso Tsukimori si riscopre fare cose che prima non sapeva nemmeno gli appartenessero e accusa dolcemente Hino di "mandarlo sempre fuori di testa". Altro esempio è il lunatico e bipolare Yunoki, che con la sua doppia personalità mette spesso in crisi Hino: negli ultimi volumi il suo personaggio così pieno di sé e convinto della posizione che occupa, subisce una maturazione profonda, dovuta in risposta all'istinto più recondito che gli albergava dentro da molto prima di conoscere l'onesta Kahoko, sfruttando la stessa come stimolo per venir fuori ed ergersi vittorioso sul suo casato. Quell'istinto legato all'amore viscerale per la musica e per il proprio strumento, che può essere conflittuale, come per Tsuchiura e il pianoforte; simbiotico, tipo quello di Shimizu col violoncello che lo tiene sveglio di notte a suonare fino all'alba; necessario, come è per la timida Fuyuumi che solo grazie al suo clarinetto riesce a comunicare con le persone; o divertente e piacevole, come quando Hihara impugna la sua tromba e si lancia in un allegro dalle tinte accese. Anche Hino prova un sentimento d'amore nei confronti del violino magico: pur se all'inizio è combattuta fra la consapevolezza di non essere meritevole di quei complimenti che andavano piuttosto fatti allo strumento, e la nascente passione per lo stesso, col tempo si affeziona a tal punto a quell'unico violino che alla sua scomparsa si sente smarrita, quasi avesse subito un lutto effettivo.
L'elemento sovrannaturale che impregna il titolo di questo manga di Yuki Kure, la famosa corda d'oro di quel violino magico ricevuto in regalo da un folletto che voleva instillare l'amore vero per la musica nei giovani d'oggi, si esaurisce alla fine dell'ultima selezione del concorso interno di musica del liceo Seiso, e lascia il posto ad una magia più grande intrinseca alla natura umana: la capacità di rimettersi in piedi, ricominciare a lottare per il proprio sogno, non arrendendosi dinanzi alle difficoltà e facendo sacrifici immani, continui sforzi, prove, tensioni, per avere dalla vita un coronamento e piena realizzazione di sé.
La forza de La Corda d'Oro, infatti, si concentra nell'amore per la musica, che come sottofondo alla storia, in attimi si fa più incalzante, come quando Tsukimori deciso afferma che l'unica cosa che ha nella vita è la musica e nient'altro, in cert'altri momenti mantiene un ritmo adagio e con delicatezza accompagna la quotidianità dei protagonisti. Forse il momento più alto lo si raggiunge proprio con Tsukimori bambino, che in uno dei tanti capitoli extra che costellano l'opera arricchendola di episodi inediti sull'infanzia dei personaggi e sulla loro visione delle cose, trema al solo pensiero che un suo coetaneo possa ferirlo al braccio, negandogli la possibilità di continuare a suonare il violino. La stessa Hino più e più volte nel corso della serie abbraccia lo strumento quasi fosse il suo unico amore, stesso abbraccio che riserverà al prescelto nell'ultimo volume, scegliendo definitivamente la melodia a cui il suo cuore vuole votarsi.
I suoni che si sentono echeggiare nelle aule della sezione musicale sono note di brani famosi di musica classica, che da Beethoven, Chopin, Bach, Kreisler, si concludono nel soave inno di Schubert alla Vergine, che rappresenta il legame più arcano fra i due violinisti protagonisti della serie. A volte riferendosi ai manga musicali si dice che essi perdono rispetto al corrispettivo animato, che ammalia anche l'orecchio con la colonna sonora. In parte ciò è vero anche per Corda, pur se alcuni spartiti di classica sono così famosi che non c'è nemmeno necessità di andarseli a cercare che già troneggiano nella testa con le loro note. Inoltre quando la Kure disegna un musicista riesce a dargli quell'aura di magnificenza che questi assumono insieme allo strumento sul palcoscenico, dipingedogli sul volto un'espressione di beatitudine e su quello dell'ascoltatore la meraviglia. Il tratto dell'autrice è molto pulito, bello e convincente, soprattutto nelle linee degli strumenti musicali. Altrettanto belli sono i bishonen di Corda, che in puro stile reverse harem esalta la bellezza maschile, toccando vari stereotipi, come lo shota Shimizu o lo yandere dal capello lungo Yunoki, il simpatico e sbizzarrito Hihara, il composto Tsukimori e lo sportivo Tsuchiura, per terminare nel principesco Kaji. Dall'altro lato abbiamo una Hino tratteggiata nella sua normalità di ragazza qualunque, che con il solo grande carattere riesce a smuovere il cuore di tanta beltà e ad assumere splendore etereo agli occhi dei ragazzi che la guardano.
L'edizione della J-POP è ottima, con sovraccoperta, carta lucida e buon adattamento, ma la tempistica col quale il manga è stato distribuito in Italia, soprattutto per gli ultimi tre volumetti coinvolti nel periodo della fusione tra la casa editrice milanese e la GP-Publishing, ha logorato i lettori. Per un momento mi è balenato il timore che non l'avrebbero mai concluso, perché sono passati infiniti mesi senza vedere la luce di un nuovo volume. Il prezzo di 5.90€ è alto per uno shoujo manga di 17 numeri, ma data l'edizione e gli standard della J-POP non me ne lamento più di tanto.
Ispirato dal grande amore per la musica, il fondatore del liceo Seiso divide l'istituto scolastico in due macro sezioni, fra le quali nel corso del tempo inizia a scorrere cattivo sangue: la sezione tradizionale guarda diffidente quella musicale, che di rimando tratta con sufficienza gli esponenti della sorella. In un'operazione volta a smuovere la disillusa gioventù di oggi, che preferisce il risultato bell'e pronto all'impegno e al sacrificio, il folletto Lili consegna nelle mani di una confusa alunna, Kahoko Hino, un violino magico, premendo affinché la ragazza partecipi al concorso interno della sezione musicale, sebbene faccia parte della fazione opposta e di musica se ne intenda meno che zero. Spinta dall'ingenuità di aiutare la piccola fata, Hino si lancia nella titanica impresa di sfidare i valenti musicisti della Seiso, dai quali riceverà filo da torcere sotto molti punti di vista. Ammirando gli altri partecipanti al concorso, comincia a maturare il desiderio di dedicare tutta la sua vita alla musica, ma sentendosi fuori luogo e manchevole di tecnica e capacità, la raggiante Kahoko tenderà ad affidarsi al violino magico donatole, lasciando che lo strumento esprima l'amore nascente per quell'universo. In una storia d'ambientazione scolastica condita da pentagrammi, note, musicisti di fama mondiale, violini, trombe, flauti e clarinetti, si consuma l'amore per la musica in un contratto di matrimonio fra il suonatore e il suo strumento.
Hino è senz'altro una protagonista valida; a differenza di molte sue colleghe dei reverse harem, la dolce fanciulla dell'indirizzo tradizionale ha una forza di volontà e una passione tale da rigare dritta per la sua strada, senza fermarsi a sperperare tempo in lambiccamenti inutili. Mentre infatti solitamente le protagoniste di questo genere sono in balia di emozioni contrastanti verso i vari bellissimi che ronzano loro intorno e perdono di vista cos'è che erano chiamate a fare, Hino segue un sentimento provato sulle note dell'Ave Maria di Schubert dall'inizio fino alla fine del manga, lasciando quasi di stucco quando nell'ultimo volume comprende di aver percorso una via che portava a lui e a lui soltanto, lui che con la sua musica è sempre stato presente per lei, dal primo istante in cui ha sfiorato le corde di quel violino. Una protagonista femminile così forte ha bisogno di maschi dalla personalità altrettanto decisa: i ragazzi di Corda hanno tutti un carattere ben definito, che li contraddistingue l'uno dall'altro e li identifica in un prototipo di personaggio che però non viene vissuto fino in fondo, lasciando ampi margini di originalità; sebbene liceali in piena fase adolescenziale, non si lasciano influenzare in modo completo dall'amata, snaturandosi o votandosi a lei anima e corpo, ma mantengono la propria unica dignità fino alla fine. Il ragazzo più forte di Corda è Tsukimori, perché anche quando arriva a comprendere che quello che prova per Hino è amore, non si distrae dall'obiettivo prefisso nemmeno per un secondo, continua a seguire seriamente la sua strada, avendo piena fiducia nella ragazza, promuovendone le intenzioni e incoraggiandone la forza d'animo, senza però perdere di vista chi è lui e cosa vuole fare nella vita. Non si contraddice mai nelle scelte che fa e in linea col suo modo d'essere mantiene un atteggiamento deciso, ergendosi a modello per la ragazza e i suoi coetanei, conscio del fatto che la protezione più alta che può offrire a Hino è proprio quella di esprimere se stesso fino all'ultimo.
E' anche vero che tutti i personaggi di Corda sono dinamici e cambiano molto nel corso della storia, tant'è che lo stesso Tsukimori si riscopre fare cose che prima non sapeva nemmeno gli appartenessero e accusa dolcemente Hino di "mandarlo sempre fuori di testa". Altro esempio è il lunatico e bipolare Yunoki, che con la sua doppia personalità mette spesso in crisi Hino: negli ultimi volumi il suo personaggio così pieno di sé e convinto della posizione che occupa, subisce una maturazione profonda, dovuta in risposta all'istinto più recondito che gli albergava dentro da molto prima di conoscere l'onesta Kahoko, sfruttando la stessa come stimolo per venir fuori ed ergersi vittorioso sul suo casato. Quell'istinto legato all'amore viscerale per la musica e per il proprio strumento, che può essere conflittuale, come per Tsuchiura e il pianoforte; simbiotico, tipo quello di Shimizu col violoncello che lo tiene sveglio di notte a suonare fino all'alba; necessario, come è per la timida Fuyuumi che solo grazie al suo clarinetto riesce a comunicare con le persone; o divertente e piacevole, come quando Hihara impugna la sua tromba e si lancia in un allegro dalle tinte accese. Anche Hino prova un sentimento d'amore nei confronti del violino magico: pur se all'inizio è combattuta fra la consapevolezza di non essere meritevole di quei complimenti che andavano piuttosto fatti allo strumento, e la nascente passione per lo stesso, col tempo si affeziona a tal punto a quell'unico violino che alla sua scomparsa si sente smarrita, quasi avesse subito un lutto effettivo.
L'elemento sovrannaturale che impregna il titolo di questo manga di Yuki Kure, la famosa corda d'oro di quel violino magico ricevuto in regalo da un folletto che voleva instillare l'amore vero per la musica nei giovani d'oggi, si esaurisce alla fine dell'ultima selezione del concorso interno di musica del liceo Seiso, e lascia il posto ad una magia più grande intrinseca alla natura umana: la capacità di rimettersi in piedi, ricominciare a lottare per il proprio sogno, non arrendendosi dinanzi alle difficoltà e facendo sacrifici immani, continui sforzi, prove, tensioni, per avere dalla vita un coronamento e piena realizzazione di sé.
La forza de La Corda d'Oro, infatti, si concentra nell'amore per la musica, che come sottofondo alla storia, in attimi si fa più incalzante, come quando Tsukimori deciso afferma che l'unica cosa che ha nella vita è la musica e nient'altro, in cert'altri momenti mantiene un ritmo adagio e con delicatezza accompagna la quotidianità dei protagonisti. Forse il momento più alto lo si raggiunge proprio con Tsukimori bambino, che in uno dei tanti capitoli extra che costellano l'opera arricchendola di episodi inediti sull'infanzia dei personaggi e sulla loro visione delle cose, trema al solo pensiero che un suo coetaneo possa ferirlo al braccio, negandogli la possibilità di continuare a suonare il violino. La stessa Hino più e più volte nel corso della serie abbraccia lo strumento quasi fosse il suo unico amore, stesso abbraccio che riserverà al prescelto nell'ultimo volume, scegliendo definitivamente la melodia a cui il suo cuore vuole votarsi.
I suoni che si sentono echeggiare nelle aule della sezione musicale sono note di brani famosi di musica classica, che da Beethoven, Chopin, Bach, Kreisler, si concludono nel soave inno di Schubert alla Vergine, che rappresenta il legame più arcano fra i due violinisti protagonisti della serie. A volte riferendosi ai manga musicali si dice che essi perdono rispetto al corrispettivo animato, che ammalia anche l'orecchio con la colonna sonora. In parte ciò è vero anche per Corda, pur se alcuni spartiti di classica sono così famosi che non c'è nemmeno necessità di andarseli a cercare che già troneggiano nella testa con le loro note. Inoltre quando la Kure disegna un musicista riesce a dargli quell'aura di magnificenza che questi assumono insieme allo strumento sul palcoscenico, dipingedogli sul volto un'espressione di beatitudine e su quello dell'ascoltatore la meraviglia. Il tratto dell'autrice è molto pulito, bello e convincente, soprattutto nelle linee degli strumenti musicali. Altrettanto belli sono i bishonen di Corda, che in puro stile reverse harem esalta la bellezza maschile, toccando vari stereotipi, come lo shota Shimizu o lo yandere dal capello lungo Yunoki, il simpatico e sbizzarrito Hihara, il composto Tsukimori e lo sportivo Tsuchiura, per terminare nel principesco Kaji. Dall'altro lato abbiamo una Hino tratteggiata nella sua normalità di ragazza qualunque, che con il solo grande carattere riesce a smuovere il cuore di tanta beltà e ad assumere splendore etereo agli occhi dei ragazzi che la guardano.
L'edizione della J-POP è ottima, con sovraccoperta, carta lucida e buon adattamento, ma la tempistica col quale il manga è stato distribuito in Italia, soprattutto per gli ultimi tre volumetti coinvolti nel periodo della fusione tra la casa editrice milanese e la GP-Publishing, ha logorato i lettori. Per un momento mi è balenato il timore che non l'avrebbero mai concluso, perché sono passati infiniti mesi senza vedere la luce di un nuovo volume. Il prezzo di 5.90€ è alto per uno shoujo manga di 17 numeri, ma data l'edizione e gli standard della J-POP non me ne lamento più di tanto.
Dal mio punto di vista questo manga è fatto apposta per chi ama il genere harem-musicale. La storia non è incentrata sull'amore fra la protagonista e uno dei ragazzi della scuola, ma soprattutto sul suo amore crescente per il violino. Io studio violino da ormai 6 anni e quindi ho apprezzato molto l'idea dell'autrice. Insomma è un'idea del tutto nuova! Dal punto di vista dei disegni mi sono piaciuti moltissimo, le sovraccopertine sono magnifiche e anche se il prezzo è abbastanza alto, penso che valga la pena di comprarlo. Spero di poter leggere presto il continuo e di non dovermi rimangiare tutto proprio alla fine.
<b>[Può contenere spoiler]</b>
A prima vista una qualsiasi persona può sorprendersi del fatto che io abbia dato un voto così alto a questa serie. Ebbene sì, ciò che mi spinge a dare un voto così alto a La Corda d’Oro è il fatto che, come due dei protagonisti principali, anche io suono il violino e quindi sono particolarmente legata alle vicende di questo manga. Ho scoperto questa serie per caso, mentre giravo in fumetteria, e ciò che mi ha colpito è stata la presenza di ragazzi con dei capelli assurdi in copertina. Non sono solita leggere storie aventi personaggi assurdi all’interno, però devo ammettere che l’espressione di Ren mentre sorregge il violino con aria sconsolata e seriosa mi ha colpito, al punto che ho deciso di comprare i primi volumi.
A prima vista, i disegni non si apprezzano. Fronti troppo basse, occhi assurdi, lineamenti dei volti strani. Poi però, verso il terzo volume (che è presto a parer mio) lo stile cambia totalmente, le linee diventano morbide e dolci, i capelli più particolareggiati e le stesure di colore nelle copertine decisamente migliori. Beh, diciamo che, almeno rispetto alla prima copertina, Kazuki ha gli occhi che non sembrano più quelli di un demonio.
La trama all’inizio può sembrare davvero infantile e banale, ma dopo che le corde del violino di Kahoko si romperanno ed esso perderà tutte le virtù magiche che aveva, Kahoko deciderà di darsi da fare seriamente anche senza l’aiutino di Lili che le facilitava un po’ troppo le cose. A quel punto ho iniziato ad apprezzare un po’ di più la protagonista Kahoko, dato che non mi è mai andata tanto a genio, perché io so personalmente ciò che si prova ad impegnarsi per suonare uno strumento.
Il tratto dell’autrice personalmente mi piace, alcune inquadrature sono un po’ strane e mal riuscite, però è pur sempre un’opera carina dal punto di vista grafico. La trama è interessante solo da un certo punto in avanti, dato che prima può sembrare infantile e banale, diciamo anche scontata. Devo anche dire però che la Kure ha messo tutti i tipi possibili di ragazzo bishonen che possono piacere a noi ragazze: uno tsundere belloccio che sembra asociale ma che in realtà ha un cuore d’oro, ossia Ren, uno yandere malizioso, Azuma, un ragazzino dolce, pigro e sonnolento di nome Keiichi, uno sportivo compagno di classe, Ryotarou, e un altro sportivo ma stavolta senpai, vivace, simpatico e solare, di nome Kazuki. Alla fin fine ci si affeziona solo a pochi di essi, nel mio caso a Ren e a Kazuki, ma alla fin fine ciò che l’autrice ha mostrato è come i protagonisti amino suonare il proprio strumento. Ma che soprattutto amano la musica.
Un’altra cosa che mi è piaciuta è la scelta dei brani per le selezioni e il tema che si basa su di essi. Ho cercato e ascoltato tutti i singoli brani, e devo ammettere che sono tutte scelte azzeccatissime per i quattro temi principali delle selezioni!
Consiglio a tutti gli appassionati del genere shojo-musicale, in particolare a chi è interessato alla musica classica.
A prima vista una qualsiasi persona può sorprendersi del fatto che io abbia dato un voto così alto a questa serie. Ebbene sì, ciò che mi spinge a dare un voto così alto a La Corda d’Oro è il fatto che, come due dei protagonisti principali, anche io suono il violino e quindi sono particolarmente legata alle vicende di questo manga. Ho scoperto questa serie per caso, mentre giravo in fumetteria, e ciò che mi ha colpito è stata la presenza di ragazzi con dei capelli assurdi in copertina. Non sono solita leggere storie aventi personaggi assurdi all’interno, però devo ammettere che l’espressione di Ren mentre sorregge il violino con aria sconsolata e seriosa mi ha colpito, al punto che ho deciso di comprare i primi volumi.
A prima vista, i disegni non si apprezzano. Fronti troppo basse, occhi assurdi, lineamenti dei volti strani. Poi però, verso il terzo volume (che è presto a parer mio) lo stile cambia totalmente, le linee diventano morbide e dolci, i capelli più particolareggiati e le stesure di colore nelle copertine decisamente migliori. Beh, diciamo che, almeno rispetto alla prima copertina, Kazuki ha gli occhi che non sembrano più quelli di un demonio.
La trama all’inizio può sembrare davvero infantile e banale, ma dopo che le corde del violino di Kahoko si romperanno ed esso perderà tutte le virtù magiche che aveva, Kahoko deciderà di darsi da fare seriamente anche senza l’aiutino di Lili che le facilitava un po’ troppo le cose. A quel punto ho iniziato ad apprezzare un po’ di più la protagonista Kahoko, dato che non mi è mai andata tanto a genio, perché io so personalmente ciò che si prova ad impegnarsi per suonare uno strumento.
Il tratto dell’autrice personalmente mi piace, alcune inquadrature sono un po’ strane e mal riuscite, però è pur sempre un’opera carina dal punto di vista grafico. La trama è interessante solo da un certo punto in avanti, dato che prima può sembrare infantile e banale, diciamo anche scontata. Devo anche dire però che la Kure ha messo tutti i tipi possibili di ragazzo bishonen che possono piacere a noi ragazze: uno tsundere belloccio che sembra asociale ma che in realtà ha un cuore d’oro, ossia Ren, uno yandere malizioso, Azuma, un ragazzino dolce, pigro e sonnolento di nome Keiichi, uno sportivo compagno di classe, Ryotarou, e un altro sportivo ma stavolta senpai, vivace, simpatico e solare, di nome Kazuki. Alla fin fine ci si affeziona solo a pochi di essi, nel mio caso a Ren e a Kazuki, ma alla fin fine ciò che l’autrice ha mostrato è come i protagonisti amino suonare il proprio strumento. Ma che soprattutto amano la musica.
Un’altra cosa che mi è piaciuta è la scelta dei brani per le selezioni e il tema che si basa su di essi. Ho cercato e ascoltato tutti i singoli brani, e devo ammettere che sono tutte scelte azzeccatissime per i quattro temi principali delle selezioni!
Consiglio a tutti gli appassionati del genere shojo-musicale, in particolare a chi è interessato alla musica classica.
Io so di aver dato 8 alle prime due serie animate della Corda d'Oro fuse assieme (primo e secondo passo), ma c'è un motivo, ed il motivo è l'Audio. Questa serie poggia la trama sulla musica, sui musicisti si sviluppano la trama, gli intrighi, gli intrecci e l'analisi delle personalità, ma il punto è che tutto è condito dalla musica e la serie animata guadagna punti perché sentire dire che stanno suonando Chopin non è come sentirte la musica in corso d'opera mentre vedi l'evolversi della trama.
Che dire del manga, è palloso, l'analisi psicologica è molto, molto, molto, aiutatemi a dire molto, lenta rispetto la serie animata, la personalità di Kahoko è anche un pochino cambiata nel manga, nella serie ha un carattere diverso, simile per carità, ma è più lagnosa nel manga, più "madonnina infilzata", una cosa davvero fastidiosa.
La storia segue il reclutamento della assolutamente normale, anzi, sotto la media Kahoko Hino per il saggio di musica, lei non sa suonare nemmeno il flauto dolce ma è stata scelta dal folletto della scuola che la fornirà di un violino che suona da solo; fino qui tutto bene, solo che la progressione con cui vengono analizzati questi giovani prodigi giovani promesse della musica si perde in favore della depressione di Kaho quando perde i poteri e da pezzente normale ed incapace deve imparare a suonare il violino ad un'età che è tardiva anche solo per sperare di competere con gli altri.
Se nella serie erano riusciti a fondere questa ambivalenza, ossia personalità dei personaggi e depressione evoluzione di Kaho, nella cartacea è tutto troppo incentrato sulla ragazza o sul soggetto di analisi del momento ignorando il resto, non c'è amalgamo del tutto. Peccato, l'anime avendo il sonoro ha fatto un mezzo miracolo su una serie che di fatto è un pochino banale se vogliamo, ma fondendo emozioni con sensazione e percezione della musica ne è uscito qualcosa di carino, nel manga questo non è accaduto e quindi siamo davanti ad un lavoro mediocre.
Il tratto non è malissimo, ma ha diciamo un'impostazione standard, sono sempre quelle le inquadrature e dopo un po' annoiano. Non mi sento di consigliarlo.
Che dire del manga, è palloso, l'analisi psicologica è molto, molto, molto, aiutatemi a dire molto, lenta rispetto la serie animata, la personalità di Kahoko è anche un pochino cambiata nel manga, nella serie ha un carattere diverso, simile per carità, ma è più lagnosa nel manga, più "madonnina infilzata", una cosa davvero fastidiosa.
La storia segue il reclutamento della assolutamente normale, anzi, sotto la media Kahoko Hino per il saggio di musica, lei non sa suonare nemmeno il flauto dolce ma è stata scelta dal folletto della scuola che la fornirà di un violino che suona da solo; fino qui tutto bene, solo che la progressione con cui vengono analizzati questi giovani prodigi giovani promesse della musica si perde in favore della depressione di Kaho quando perde i poteri e da pezzente normale ed incapace deve imparare a suonare il violino ad un'età che è tardiva anche solo per sperare di competere con gli altri.
Se nella serie erano riusciti a fondere questa ambivalenza, ossia personalità dei personaggi e depressione evoluzione di Kaho, nella cartacea è tutto troppo incentrato sulla ragazza o sul soggetto di analisi del momento ignorando il resto, non c'è amalgamo del tutto. Peccato, l'anime avendo il sonoro ha fatto un mezzo miracolo su una serie che di fatto è un pochino banale se vogliamo, ma fondendo emozioni con sensazione e percezione della musica ne è uscito qualcosa di carino, nel manga questo non è accaduto e quindi siamo davanti ad un lavoro mediocre.
Il tratto non è malissimo, ma ha diciamo un'impostazione standard, sono sempre quelle le inquadrature e dopo un po' annoiano. Non mi sento di consigliarlo.
Hino Kahoko è una tranquilla studentessa, senza particolari interessi, iscritta all’istituto Seiso ove sono presenti due indirizzi di studio: quello tradizionale, frequentato da Kahoko, ed uno musicale. Un giorno, la ragazza incontra un folletto della musica “Lili” che le fa dono di un violino magico. Senza alcuna precedente esperienza, Kahoko si ritrova a dover partecipare ad un concorso musicale allestito dalla scuola che vede selezionati niente di meno che i migliori studenti dell’istituto. Il racconto si fonda sulle varie sfide tra i partecipanti e le relazioni che si vengono ad instaurare tra loro. Ovviamente centrale è il ruolo della musica: la loro più grande passione.
La corda d’oro più precisamente nasce dal gioco per PlayStation 2, Kin’iro no Corda.
Solitamente tendo a non leggere le storie tratte dai games, dopo aver visto l’anime ho voluto iniziare anche il manga. I disegni sono puliti e precisi, e a volte migliori rispetto all’anime (soprattutto per quanto riguarda la protagonista), con un unico problema: i personaggi maschili sono molti ed alcune volte i tratti del viso tendenzialmente simili li rendono confondibili, a differenza dell’anime dove il colore dei capelli faceva ben distinguere gli stessi. La trama, anche se lenta, è in certo senso avvincente. Una storia semplice, incentrata sulla musica e sull’amore per le proprie passioni che vede la protagonista impacciata e goffa, riuscire ad instaurare proprio grazie al “dono” della musica diversi rapporti d’amicizia. Tutti i personaggi suonano un differente strumento che per molti aspetti li caratterizza rispecchiando quella che è la loro vera natura ed il loro modo di rapportarsi sia con la musica che con gli altri. Che dire... un titolo Shoujo in piena regola con la particolarità di essere dedicato alla musica. Consigliato agli amanti del genere.
La corda d’oro più precisamente nasce dal gioco per PlayStation 2, Kin’iro no Corda.
Solitamente tendo a non leggere le storie tratte dai games, dopo aver visto l’anime ho voluto iniziare anche il manga. I disegni sono puliti e precisi, e a volte migliori rispetto all’anime (soprattutto per quanto riguarda la protagonista), con un unico problema: i personaggi maschili sono molti ed alcune volte i tratti del viso tendenzialmente simili li rendono confondibili, a differenza dell’anime dove il colore dei capelli faceva ben distinguere gli stessi. La trama, anche se lenta, è in certo senso avvincente. Una storia semplice, incentrata sulla musica e sull’amore per le proprie passioni che vede la protagonista impacciata e goffa, riuscire ad instaurare proprio grazie al “dono” della musica diversi rapporti d’amicizia. Tutti i personaggi suonano un differente strumento che per molti aspetti li caratterizza rispecchiando quella che è la loro vera natura ed il loro modo di rapportarsi sia con la musica che con gli altri. Che dire... un titolo Shoujo in piena regola con la particolarità di essere dedicato alla musica. Consigliato agli amanti del genere.
Per iniziare, se vi aspettate grandi avvenimenti, non è il vostro manga. La storia va avanti abbastanza lentamente. Il primo numero però, a causa dello stile inizialmente pessimo, può sviare, andando avanti migliorerà drasticamente sia in espressività che, in generale, in morbidezza di linee dunque non fatevi ingannare subito.
Complessivamente, accettando lo spunto magico, la storia regge bene... Kahoko come protagonista è sempre innocente e limpida come nella maggioranza degli shojo, ma alcuni suoi comportamenti e tormenti sono condivisibili quindi non me la sento di considerarlo un personaggio piatto. I maschi sono generalmente stereotipati, ma trovo Yunoki, Tsukimori e Kaji comunque interessanti. L'unica cosa un pò inverosimile è il fatto che praticamente tutti i personaggi, alla lunga, si innamorino di lei o subiscano la sua influenza... è comunque molto piacevole, adatto per fantasticare e ridere un pò, ma a tratti anche commovente.
Lo consiglio ai fan del genere, soprattutto perchè la storia non è necessarimente incentrata sulla storia d'amore lui-lei, ma lei e il violino =)
Complessivamente, accettando lo spunto magico, la storia regge bene... Kahoko come protagonista è sempre innocente e limpida come nella maggioranza degli shojo, ma alcuni suoi comportamenti e tormenti sono condivisibili quindi non me la sento di considerarlo un personaggio piatto. I maschi sono generalmente stereotipati, ma trovo Yunoki, Tsukimori e Kaji comunque interessanti. L'unica cosa un pò inverosimile è il fatto che praticamente tutti i personaggi, alla lunga, si innamorino di lei o subiscano la sua influenza... è comunque molto piacevole, adatto per fantasticare e ridere un pò, ma a tratti anche commovente.
Lo consiglio ai fan del genere, soprattutto perchè la storia non è necessarimente incentrata sulla storia d'amore lui-lei, ma lei e il violino =)