Akame - The Red Eyes
Primo approccio ad un'opera del maestro Sanpei Shirato, Akame - The red eyes non ha tradito le ambiziose aspettative. Procediamo con ordine.
La trama si basa sulle violenze perpetrate dal signorotto feudale Nobuhira ai danni degli agricoltori. Tale Nobuhira viene descritto come un violento, arrogante e folle tiranno dedito ad ogni sorta di angheria in maniera da, secondo la sua distorta logica, seminare panico, terrore e obbedienza tra i contadini del suo feudo.
I tentativi di rivolta vengono però sempre sedati sul nascere e la poverissima popolazione agricola si vede sottrarre le proprie derrate alimentari a favore di Nobuhira. La speranza nel domani nascerà proprio dove la speranza è stata più duramente calpestata, e soprattutto grazie alla leggenda degli Akame, circostanza molto inusuale per una rivolta...
La scelta di sviluppare una trama sì tradizionale ma al tempo stesso non convenzionale è indubbiamente il punto forte dell'opera di Shirato. La forte caratterizzazione dei personaggi (Nobuhira e il vecchio Akame su tutti) rende bene il crescendo di speranza e disperazione, così come le prediche sugli Akame e i discorsi serrati che lasciano trapelare verosimilmente i sentimenti dei protagonisti.
Se nella prima parte dell'opera i colori attraverso cui vengono descritti i sentimenti dei personaggi sono tinte molto fosche (con scene molto forti) si può dire che nella seconda parte si sviluppi un crescendo di speranza e fiducia nel futuro. E tale cambiamento di registro viene descritto magistralmente dall'autore.
Nota particolare per l'aspetto grafico: nonostante l'opera sia stata scritta nel 1961 i disegni risultano ancora attualissimi e perfettamente godibili. La tecnica della "pennellata secca" di Shirato è inoltre un vero è proprio must..
Opera dedicata ai nostalgici, a coloro che bramano contenuti intensi e sono attirati da veri e propri pezzi di storia del Giappone feudale.
La trama si basa sulle violenze perpetrate dal signorotto feudale Nobuhira ai danni degli agricoltori. Tale Nobuhira viene descritto come un violento, arrogante e folle tiranno dedito ad ogni sorta di angheria in maniera da, secondo la sua distorta logica, seminare panico, terrore e obbedienza tra i contadini del suo feudo.
I tentativi di rivolta vengono però sempre sedati sul nascere e la poverissima popolazione agricola si vede sottrarre le proprie derrate alimentari a favore di Nobuhira. La speranza nel domani nascerà proprio dove la speranza è stata più duramente calpestata, e soprattutto grazie alla leggenda degli Akame, circostanza molto inusuale per una rivolta...
La scelta di sviluppare una trama sì tradizionale ma al tempo stesso non convenzionale è indubbiamente il punto forte dell'opera di Shirato. La forte caratterizzazione dei personaggi (Nobuhira e il vecchio Akame su tutti) rende bene il crescendo di speranza e disperazione, così come le prediche sugli Akame e i discorsi serrati che lasciano trapelare verosimilmente i sentimenti dei protagonisti.
Se nella prima parte dell'opera i colori attraverso cui vengono descritti i sentimenti dei personaggi sono tinte molto fosche (con scene molto forti) si può dire che nella seconda parte si sviluppi un crescendo di speranza e fiducia nel futuro. E tale cambiamento di registro viene descritto magistralmente dall'autore.
Nota particolare per l'aspetto grafico: nonostante l'opera sia stata scritta nel 1961 i disegni risultano ancora attualissimi e perfettamente godibili. La tecnica della "pennellata secca" di Shirato è inoltre un vero è proprio must..
Opera dedicata ai nostalgici, a coloro che bramano contenuti intensi e sono attirati da veri e propri pezzi di storia del Giappone feudale.
Così, l'akameismo si diffuse velocemente e sempre di più di villaggio in villaggio. Probabilmente la maggior parte delle persone si burlerà del grado di ignoranza di chi può credere in qualcosa di tanto assurdo. Ma non è poi così incomprensibile. Io a tutt'oggi sono ateo, e non ho mai creduto, né tantomeno venerato, alcun dio o budda, ma capisco lo stato d'animo dei molti che si appoggiano alla religione nel momento in cui, crescendo e prendendo il loro posto tra gli adulti, sono costretti a rendersi conto dei limiti delle loro capacità sballottati dai cambiamenti di una società in continuo movimento. Ad esempio, chi sta per affogare, per salvarsi, spesso afferra anche una paglia, allo stesso modo di chi nella difficoltà si affida alla religione. Anche nella nostra epoca esistono persone che credono nel buddismo, nel cristianesimo o in una delle molteplici nuove religioni. Avendo in mente come la gente si lascia ingenuamente abbindolare da queste ultime, a maggior ragione non mi pare inspiegabile che le persone del tempo, costrette nella peggiore delle situazioni, in terribili condizioni umane, abbiano creduto nell'akameismo, chiedendogli felicità per la vita futura... Rimane però inalterato il fatto che, ora come in passato, chi crea e diffonde queste religioni abbia ben altre intenzioni rispetto a chi le segue.
Con queste parole Sanpei Shirato, uno dei grandi maestri dei manga del secondo dopoguerra insieme a Tezuka, Ishinomori, Nagai e Matsumoto, esplicita il suo pensiero nel cuore del suo Akame - The Red Eyes, volume unico datato 1961 di appena duecento pagine tradotto e pubblicato in Italia dalla Hazard Edizioni. Alla maniera di un classico gekiga, fin dalle prime tavole veniamo catapultati nel crudo Giappone di cinque secoli fa, colmo di scene macabre e disturbanti sapientemente rese in tavole semplici e squadrate e da un disegno sporco e a tratti abbozzato, eppure efficacissimo. L'intreccio narrativo di base è semplice e mi ha ricordato parecchio I sette samurai del grande Akira Kurosawa. Non a caso Shirato è autore di celebri opere di analogo genere come Kagemaru-den e La leggenda dei Kamui.
Un signorotto locale vessa un villaggio di contadini per i propri scopi (accaparrarsi il riso da loro raccolto con fatica, sfogare le sue violente perversioni...), arrivando a uccidere la consorte incinta di Matsuzō, il quale, privato di un occhio e ferito gravemente a una gamba, anela la vendetta; una vendetta che però, nelle sue condizioni disastrose, sembra davvero impossibile. Passano gli anni e le vessazioni contro il villaggio continuano senza tregua: i contadini sono allo stremo, ma ciò che manca loro è qualcuno che li guidi alla rivolta. Sarà proprio Matsuzō, ormai anziano, ad assumere tale ruolo, volgendo a suo favore una serie di circostanze naturali che porteranno alla nascita del sopraccitato akameismo, un culto di assoluta devozione verso i conigli che popolano il territorio. Riusciranno Matsuzō e i contadini a ottenere vendetta? E con quale stratagemma?
Lo stralcio del pensiero di Shirato che ho riportato all'inizio della presente recensione è la chiara espressione di una visione cupa e pessimistica di un mondo in cui gli uomini subiscono i soprusi degli altri ("e, di solito, chi picchia non comprende il dolore di chi viene picchiato") e al momento del bisogno si aggrappano a qualunque cosa possa anche solo dare una flebile speranza per una vita migliore (venerare i conigli allo scopo di scongiurare le sventure occorse agli innocenti contadini del villaggio). Akame è un manga breve ma piuttosto singolare e atipico, dalle tematiche piuttosto serie e la cui violenza grafica potrebbe essere difficile da digerire ai più. Consigliato a chi vuole sondare le radici del fumetto del Sol Levante, non se ne pentirà.
Con queste parole Sanpei Shirato, uno dei grandi maestri dei manga del secondo dopoguerra insieme a Tezuka, Ishinomori, Nagai e Matsumoto, esplicita il suo pensiero nel cuore del suo Akame - The Red Eyes, volume unico datato 1961 di appena duecento pagine tradotto e pubblicato in Italia dalla Hazard Edizioni. Alla maniera di un classico gekiga, fin dalle prime tavole veniamo catapultati nel crudo Giappone di cinque secoli fa, colmo di scene macabre e disturbanti sapientemente rese in tavole semplici e squadrate e da un disegno sporco e a tratti abbozzato, eppure efficacissimo. L'intreccio narrativo di base è semplice e mi ha ricordato parecchio I sette samurai del grande Akira Kurosawa. Non a caso Shirato è autore di celebri opere di analogo genere come Kagemaru-den e La leggenda dei Kamui.
Un signorotto locale vessa un villaggio di contadini per i propri scopi (accaparrarsi il riso da loro raccolto con fatica, sfogare le sue violente perversioni...), arrivando a uccidere la consorte incinta di Matsuzō, il quale, privato di un occhio e ferito gravemente a una gamba, anela la vendetta; una vendetta che però, nelle sue condizioni disastrose, sembra davvero impossibile. Passano gli anni e le vessazioni contro il villaggio continuano senza tregua: i contadini sono allo stremo, ma ciò che manca loro è qualcuno che li guidi alla rivolta. Sarà proprio Matsuzō, ormai anziano, ad assumere tale ruolo, volgendo a suo favore una serie di circostanze naturali che porteranno alla nascita del sopraccitato akameismo, un culto di assoluta devozione verso i conigli che popolano il territorio. Riusciranno Matsuzō e i contadini a ottenere vendetta? E con quale stratagemma?
Lo stralcio del pensiero di Shirato che ho riportato all'inizio della presente recensione è la chiara espressione di una visione cupa e pessimistica di un mondo in cui gli uomini subiscono i soprusi degli altri ("e, di solito, chi picchia non comprende il dolore di chi viene picchiato") e al momento del bisogno si aggrappano a qualunque cosa possa anche solo dare una flebile speranza per una vita migliore (venerare i conigli allo scopo di scongiurare le sventure occorse agli innocenti contadini del villaggio). Akame è un manga breve ma piuttosto singolare e atipico, dalle tematiche piuttosto serie e la cui violenza grafica potrebbe essere difficile da digerire ai più. Consigliato a chi vuole sondare le radici del fumetto del Sol Levante, non se ne pentirà.
Nonostante "Akame-The Red Eyes" sia un manga che è stato scritto durante gli anni '60 risulta quanto mai moderno e fruibile.
L'affresco crudele e spietato che ci propone il maestro Sanpei Shirato è precursore di quello che troviamo spesso oggi, nei fumetti dei nostri tempi. Difatti nell'efferatezza di Nobuhira e in alcune scene rappresentate si possono, ad esempio, riconoscere le caratteristiche di alcuni personaggi e situazioni illustrate da Go Nagai (che si affaccerà nel panorama fumettistico giapponese solo una decina di anni dopo).
Il filo narrativo è unico e sebbene i disegni siano un po' grossolani risultano comunque efficaci.
In fin dei conti può sembrare una semplice storia di vendetta ma in realtà il piano diabolico per arrivarci, ideato dal monaco protagonista, è tutt'altro che banale e prevedibile.
Ogni collezionista dovrebbe avere questo volume nella sua biblioteca e ogni lettore che si rispetti dovrebbe assolutamente leggere queste pagine.
Speriamo che in futuro siano pubblicate nuove opere di questo straordinario autore.
L'affresco crudele e spietato che ci propone il maestro Sanpei Shirato è precursore di quello che troviamo spesso oggi, nei fumetti dei nostri tempi. Difatti nell'efferatezza di Nobuhira e in alcune scene rappresentate si possono, ad esempio, riconoscere le caratteristiche di alcuni personaggi e situazioni illustrate da Go Nagai (che si affaccerà nel panorama fumettistico giapponese solo una decina di anni dopo).
Il filo narrativo è unico e sebbene i disegni siano un po' grossolani risultano comunque efficaci.
In fin dei conti può sembrare una semplice storia di vendetta ma in realtà il piano diabolico per arrivarci, ideato dal monaco protagonista, è tutt'altro che banale e prevedibile.
Ogni collezionista dovrebbe avere questo volume nella sua biblioteca e ogni lettore che si rispetti dovrebbe assolutamente leggere queste pagine.
Speriamo che in futuro siano pubblicate nuove opere di questo straordinario autore.
Partiamo dicendo che i manga storici sono sempre fantastici e questo ne è un perfetto esempio. Akame The Red Eyes non è certo un fumetto per tutti, almeno non lo è per quella schiera di lettori troppo giovani che non riuscirebbero ad apprezzare a fondo questo volume denso di vendetta e crudeltà. È proprio la crudeltà dell'essere umano verso altri esseri viventi la base di questo manga, che ci mostra senza mezzi termini un aspetto reale dell'essere "umano". Una piccola ma grande storia che ci rende partecipi e ci fa sicuramente amare il protagonista, che non ha abilità speciali o altro, semplicemente l'odio che prova lo spinge al limite delle sue forze fisiche e psicologiche. Non consiglio la lettura di questo volume a chiunque, ma a chi cerca una storia "umana".
Era Eiroku (1558-1570), in un piccolo feudo il signorotto locale Nobuhira, crudele e spietato, vessa e opprime i contadini. Non avendo i mezzi per opporglisi questi sono costretti a subire ogni sorta di sopruso senza poter difendersi, senonché un giorno l'apparizione di un monaco sconvolge la vita degli abitanti di quei villaggi, che già poveri e disperati rinunciano anche all'ultima loro fonte di sostentamento, gli akame (i conigli), per liberarsi dal maleficio che secondo quell'uomo li opprimerebbe. In realtà però tutto questo non è che un inganno del monaco, il cui unico scopo è realizzare la sua vendetta...
Akame - The Red Eyes è un racconto duro, crudo, dove non c'è spazio per alcuna edulcorazione. È un racconto che mette in mostra lo spaventoso divario sociale che esiste tra la classe dominante e coloro che per una ragione o per l'altra sono costretti a sottostargli (e situazioni simili esistono purtroppo tuttora). Ci mostra anche però che la possibilità di un riscatto da una condizione del genere esiste, ma che per metterla in pratica spesso occorre un elemento esterno al sistema, o perlomeno nuovo. Che questo elemento sia positivo però è difficile a dirsi.
Il fatto che lo stesso monaco finisca con l'aiutare i contadini è in effetti solamente un effetto secondario, marginale, delle sue azioni; egli non ne ha l'intenzione, e bene si vede nel finale, <b>[Attenzione, spoiler!]</b> dove li abbandona a loro stessi. <b>[Fine spoiler.]</b>
Un altro pregio di questo manga sono sicuramente i disegni: un tratto ruvido, spigoloso, che nell'insieme risulta decisamente realistico e ben si adatta ad un'ambientazione storica. Indubbiamente questo ha una certa età, sicché per qualcuno potrebbe sfigurare in confronto ad opere più recenti, ma a mio avviso ciò non fa altro che aumentare il suo fascino. Se infatti di primo acchito potrebbero non sembrarvi poi così efficaci, o addirittura brutti, proseguendo la lettura vi accorgerete di come in realtà diventi così naturale pensare che in quella determinata scena debba essere usato quel determinato tipo di disegno, parendovi quasi una follia anche il solo pensare di cambiarli.
Nonostante tutto quello che ho scritto devo dire che all'inizio ero indeciso sul comprare questo volumetto: non avevo mai letto altro di Shirato, autore semi-sconosciuto in Italia, inoltre il prezzo di 10 euro non incoraggiava certo, però il genere storico mi aveva sempre affascinato, inoltre ne avevo sentito parlare bene. In conclusione, vorrei solo dire che quest'opera ha decisamente superato le le mie aspettative, inoltre per quanto possa sembrare caro a me l'edizione della Hazard è parsa molto buona, in particolare molto efficace l'immagine scelta per la sovracopertina.
Detto questo non vedo motivo per non consigliare a chiunque la lettura di uno dei migliori volumi autoconclusivi di sempre, dubito rimarrete delusi.
Akame - The Red Eyes è un racconto duro, crudo, dove non c'è spazio per alcuna edulcorazione. È un racconto che mette in mostra lo spaventoso divario sociale che esiste tra la classe dominante e coloro che per una ragione o per l'altra sono costretti a sottostargli (e situazioni simili esistono purtroppo tuttora). Ci mostra anche però che la possibilità di un riscatto da una condizione del genere esiste, ma che per metterla in pratica spesso occorre un elemento esterno al sistema, o perlomeno nuovo. Che questo elemento sia positivo però è difficile a dirsi.
Il fatto che lo stesso monaco finisca con l'aiutare i contadini è in effetti solamente un effetto secondario, marginale, delle sue azioni; egli non ne ha l'intenzione, e bene si vede nel finale, <b>[Attenzione, spoiler!]</b> dove li abbandona a loro stessi. <b>[Fine spoiler.]</b>
Un altro pregio di questo manga sono sicuramente i disegni: un tratto ruvido, spigoloso, che nell'insieme risulta decisamente realistico e ben si adatta ad un'ambientazione storica. Indubbiamente questo ha una certa età, sicché per qualcuno potrebbe sfigurare in confronto ad opere più recenti, ma a mio avviso ciò non fa altro che aumentare il suo fascino. Se infatti di primo acchito potrebbero non sembrarvi poi così efficaci, o addirittura brutti, proseguendo la lettura vi accorgerete di come in realtà diventi così naturale pensare che in quella determinata scena debba essere usato quel determinato tipo di disegno, parendovi quasi una follia anche il solo pensare di cambiarli.
Nonostante tutto quello che ho scritto devo dire che all'inizio ero indeciso sul comprare questo volumetto: non avevo mai letto altro di Shirato, autore semi-sconosciuto in Italia, inoltre il prezzo di 10 euro non incoraggiava certo, però il genere storico mi aveva sempre affascinato, inoltre ne avevo sentito parlare bene. In conclusione, vorrei solo dire che quest'opera ha decisamente superato le le mie aspettative, inoltre per quanto possa sembrare caro a me l'edizione della Hazard è parsa molto buona, in particolare molto efficace l'immagine scelta per la sovracopertina.
Detto questo non vedo motivo per non consigliare a chiunque la lettura di uno dei migliori volumi autoconclusivi di sempre, dubito rimarrete delusi.
<i>Sanpei Shirato</i>, nato a Tokyo nel 1932, è un mangaka che in Italia non ha mai avuto molto spazio, sebbene in molti si saranno sicuramente imbattuti nelle trasposizioni animate di alcune sue popolari opere. Per quel che mi riguarda ricordo che erano tra le serie che guardavo più volentieri, sebbene già allora intuii come sia <i>Ninja Kamui</i> che <i>Sasuke il piccolo ninja</i> fossero in qualche modo legati dalla stessa mano.
Come suggeriscono i due titoli sopra citati la sua produzione è per una buona parte concentrata su racconti che riprendono il mondo di ninja e samurai. Tale orientamento può far supporre che le sue opere siano abbastanza leggere e indirizzate solamente agli amanti dell'azione, in realtà è onnipresente una evidente critica alla società moderna che traspare nelle situazioni narrate, che spesso mostrano gli abusi che le persone al potere perpetrano sulle classi più povere.
<b>Akame - The Red Eyes</b> è un'opera che racconta la storia del signore feudale Nobuhira e la vita dei suoi sventurati contadini, costretti a subire ogni tipo di sopruso. Trattati ancor peggio degli animali, vengono spesso uccisi quasi per puro divertimento, in modo che il clima di terrore creato li tenga mansueti e accondiscendenti, costringendoli ad accontentarsi di quel poco che viene lasciato loro, sebbene sia a malapena sufficiente per sopravvivere. Ciononostante, spinti dalla fame e da fatti incresciosi, come lo stupro delle donne e il rapimento e la tortura di ostaggi, anche di giovane età, i contadini proveranno a organizzare qualche rivolta, che ogni volta verrà soffocata nel sangue ancor prima di iniziare.
La loro situazione non sembra poter migliorare, tuttavia un giorno appare un monaco che, facendo leva sull'ignoranza e sulla disperazione, converte la popolazione ad un insolito credo che venera gli <i>akame</i> dagli occhi rossi, che altro non sono che semplici conigli, fino a quel momento una delle principali fonti di sostentamento dei contadini. Ma come può un fatto tanto insignificante mettere in crisi il signore feudale?
<b>Akame - The Red Eyes</b> è un manga piuttosto crudo, che mostra senza veli gli aspetti più oscuri di un'epoca spesso tratteggiata con ben altri toni. Propone una trama semplice, ben ritmata, dove non esiste un eroe, ma dove, sebbene sia presente una figura chiaramente negativa, tutti hanno finalità e motivazioni non certo nobili. Le situazioni e l'epoca non lasciano spazio ai buoni sentimenti e se si vogliono raggiungere i propri obiettivi è necessario essere spietati e non badare alle conseguenze delle proprie azioni: quelli che ci rimettono sono sempre e comunque i contadini, che a causa delle loro condizioni sono terreno fertile per chiunque abbia una minima cultura e intenda far leva sulle loro necessità.
<b>Hazard Edizioni</b> prova a far conoscere questo autore al pubblico italiano, e lo fa con un'opera autoconclusiva che mostra in modo chiaro lo stile e le capacità del mangaka. Si tratta comunque di un classico e il tratto, sebbene risulti estremamente efficace e caratteristico, non dà certo nell'occhio come quello delle opere più recenti. Tali caratteristiche, insieme ad un'edizione ben curata, fanno salire il prezzo a 10 euro. Il volume li merita, ma la cifra, vista la ricca offerta di prodotti nelle fumetterie, potrebbe scoraggiare diversi curiosi. Vi invito comunque a cercarlo perché, se è vero che il mercato italiano propone molti titoli, sono pochi gli editori che si avventurano nella pubblicazione di opere di tipo classico, soprattutto di autori poco noti, e spesso tale sforzo non viene adeguatamente ripagato: più che sperare in buoni profitti si spera almeno di arrivare alla pari!
Come suggeriscono i due titoli sopra citati la sua produzione è per una buona parte concentrata su racconti che riprendono il mondo di ninja e samurai. Tale orientamento può far supporre che le sue opere siano abbastanza leggere e indirizzate solamente agli amanti dell'azione, in realtà è onnipresente una evidente critica alla società moderna che traspare nelle situazioni narrate, che spesso mostrano gli abusi che le persone al potere perpetrano sulle classi più povere.
<b>Akame - The Red Eyes</b> è un'opera che racconta la storia del signore feudale Nobuhira e la vita dei suoi sventurati contadini, costretti a subire ogni tipo di sopruso. Trattati ancor peggio degli animali, vengono spesso uccisi quasi per puro divertimento, in modo che il clima di terrore creato li tenga mansueti e accondiscendenti, costringendoli ad accontentarsi di quel poco che viene lasciato loro, sebbene sia a malapena sufficiente per sopravvivere. Ciononostante, spinti dalla fame e da fatti incresciosi, come lo stupro delle donne e il rapimento e la tortura di ostaggi, anche di giovane età, i contadini proveranno a organizzare qualche rivolta, che ogni volta verrà soffocata nel sangue ancor prima di iniziare.
La loro situazione non sembra poter migliorare, tuttavia un giorno appare un monaco che, facendo leva sull'ignoranza e sulla disperazione, converte la popolazione ad un insolito credo che venera gli <i>akame</i> dagli occhi rossi, che altro non sono che semplici conigli, fino a quel momento una delle principali fonti di sostentamento dei contadini. Ma come può un fatto tanto insignificante mettere in crisi il signore feudale?
<b>Akame - The Red Eyes</b> è un manga piuttosto crudo, che mostra senza veli gli aspetti più oscuri di un'epoca spesso tratteggiata con ben altri toni. Propone una trama semplice, ben ritmata, dove non esiste un eroe, ma dove, sebbene sia presente una figura chiaramente negativa, tutti hanno finalità e motivazioni non certo nobili. Le situazioni e l'epoca non lasciano spazio ai buoni sentimenti e se si vogliono raggiungere i propri obiettivi è necessario essere spietati e non badare alle conseguenze delle proprie azioni: quelli che ci rimettono sono sempre e comunque i contadini, che a causa delle loro condizioni sono terreno fertile per chiunque abbia una minima cultura e intenda far leva sulle loro necessità.
<b>Hazard Edizioni</b> prova a far conoscere questo autore al pubblico italiano, e lo fa con un'opera autoconclusiva che mostra in modo chiaro lo stile e le capacità del mangaka. Si tratta comunque di un classico e il tratto, sebbene risulti estremamente efficace e caratteristico, non dà certo nell'occhio come quello delle opere più recenti. Tali caratteristiche, insieme ad un'edizione ben curata, fanno salire il prezzo a 10 euro. Il volume li merita, ma la cifra, vista la ricca offerta di prodotti nelle fumetterie, potrebbe scoraggiare diversi curiosi. Vi invito comunque a cercarlo perché, se è vero che il mercato italiano propone molti titoli, sono pochi gli editori che si avventurano nella pubblicazione di opere di tipo classico, soprattutto di autori poco noti, e spesso tale sforzo non viene adeguatamente ripagato: più che sperare in buoni profitti si spera almeno di arrivare alla pari!
Un manga crudo, e per alcuni tratti sconvolgente.
La storia è ambientata in un feudo del Giappone medioevale tormentato dal crudele signore locale che non si risparmia in alcun modo nell'elargire sofferenze e privazioni ai suoi contadini. Tale è la sua crudeltà che arriva ad uccidere per il solo gusto di farlo, inducendo un uomo a creare un piano lungo ed incredibilmente ben studiato sfruttando dei conigli selvatici, gli AKAME. Vale sicuramente la pena di leggere questo volume, anche se il prezzo mi sembra un po' eccessivo.
La storia è ambientata in un feudo del Giappone medioevale tormentato dal crudele signore locale che non si risparmia in alcun modo nell'elargire sofferenze e privazioni ai suoi contadini. Tale è la sua crudeltà che arriva ad uccidere per il solo gusto di farlo, inducendo un uomo a creare un piano lungo ed incredibilmente ben studiato sfruttando dei conigli selvatici, gli AKAME. Vale sicuramente la pena di leggere questo volume, anche se il prezzo mi sembra un po' eccessivo.