Kamunabi: Kana Imibe - Miti Femminili
Questo volume unico prodotto nel 2004 e successivamente portato nella nostra patria da JPOP è una delle poche opere di Yukinobu Hoshino non incentrata sull'universo fantascientifico che lo ha reso famoso negli anni (ricordo essere il padre di 2001 Nights, capolavoro fantascientifico del fumetto). Il volume infatti parla di Kana Imibe e delle sue indagini sulla cultura giapponese di altri tempi affrontata in cinque racconti correlati ad altrettante vicende collegate immancabilmente ai miti.
I racconti vengono ambientati in epoca moderna, passando tra santuari e location prettamente correlate a miti e leggende interessate dalle vicende lungo tutta l'isola giapponese.
Il tratto pulito e dettagliato di Hoshino è sempre una manna per gli occhi, curato in ogni particolare e sempre volto al realismo di forme, lineamenti e luoghi. Tenta, come in ogni sua opera, di trasportare su carta in maniera oggettiva i tratti fisici delle cose, persone ed ambienti.
L'edizione JPOP è in formato grande, con sovraccoperta e carta bianca al prezzo forse eccessivo di 12,90 € (ma riconducibile al target di nicchia oltre che all'importante nome del mangaka).
Lettura che risulterà quasi certamente ostica per la ricchezza di contenuti culturali tra cui anche molti termini e nomi di luoghi importanti all'epoca come tuttora. Hoshino cerca e probabilmente riesce a mantenere il tutto il più fedele alla realtà, mescolando racconti scaturiti dalla sua mente con elementi di mitologia giapponese tutt'ora studiati e facenti parte della cultura di questo popolo, ma per un occidentale risulta essere di difficile comprensione, soprattutto se si affronta il volume senza un minimo di conoscenza di tali miti e storia del Giappone per questo motivo trovo che in occidente, salvo appunto per pochi appassionati, si possa reputare una lettura di nicchia per una grandissima fetta di lettori, esclusi i fan dell'autore che per completismo lo vorranno acquistare senza remore (come ho fatto io), ben consci della qualità indiscussa di questo maestro.
I racconti vengono ambientati in epoca moderna, passando tra santuari e location prettamente correlate a miti e leggende interessate dalle vicende lungo tutta l'isola giapponese.
Il tratto pulito e dettagliato di Hoshino è sempre una manna per gli occhi, curato in ogni particolare e sempre volto al realismo di forme, lineamenti e luoghi. Tenta, come in ogni sua opera, di trasportare su carta in maniera oggettiva i tratti fisici delle cose, persone ed ambienti.
L'edizione JPOP è in formato grande, con sovraccoperta e carta bianca al prezzo forse eccessivo di 12,90 € (ma riconducibile al target di nicchia oltre che all'importante nome del mangaka).
Lettura che risulterà quasi certamente ostica per la ricchezza di contenuti culturali tra cui anche molti termini e nomi di luoghi importanti all'epoca come tuttora. Hoshino cerca e probabilmente riesce a mantenere il tutto il più fedele alla realtà, mescolando racconti scaturiti dalla sua mente con elementi di mitologia giapponese tutt'ora studiati e facenti parte della cultura di questo popolo, ma per un occidentale risulta essere di difficile comprensione, soprattutto se si affronta il volume senza un minimo di conoscenza di tali miti e storia del Giappone per questo motivo trovo che in occidente, salvo appunto per pochi appassionati, si possa reputare una lettura di nicchia per una grandissima fetta di lettori, esclusi i fan dell'autore che per completismo lo vorranno acquistare senza remore (come ho fatto io), ben consci della qualità indiscussa di questo maestro.
Non so se sia stata una scelta saggia quella di affrontare, come prima lettura del grande mangaka di fantascienza Yukinobu Hoshino, i racconti di genere totalmente diverso dal fantascientifico racchiusi in Kamunabi. Kana Imibe - Miti femminili, volume unico uscito nel 2004 ed edito in Italia dalla J-Pop. Infatti il tema principale è quello della mitologia giapponese: Hoshino ci illustra, attraverso l'indagine di una studiosa di miti e storia femminile, la Kana Imibe del sottotitolo, una serie di circostanze che portano la protagonista a collegare fatti reali a leggende del suo paese. Ad ogni modo ne sono rimasto comunque soddisfatto.
Che si tratti del celebre mito di Amaterasu e Susanō, o di Sarutahiko dal grande naso e di Ame-no-Uzume e della sua danza sensuale, o ancora quello del Cavallo del Sole o infine della presenza persiana in Giappone, l'autore ci immerge totalmente in una serie di divinità e racconti mitologici davvero affascinanti, facendolo però a piccole dosi e staccandosi comunque ben poco dalla realtà concreta. Dovendo glissare per ovvie ragioni sui dettagli relativi ai cinque racconti presenti nella raccolta, il primo dei quali dà il titolo al volume ed è diviso in due parti, trovo che la narrazione scorra velocemente in determinati punti, mentre in altri si prende tutto il tempo necessario per illustrare e descrivere una serie di informazioni forniteci proprio da Imibe durante i suoi viaggi e le sue esperienze.
Il tratto di Hoshino è davvero peculiare: la tendenza è quella di creare personaggi dai lineamenti marcatamente occidentali, ma lo stile complessivo, la disposizione delle tavole e le ellissi temporali, quasi senza riferimenti di sorta, è tutto giapponese. Personalmente ho molto apprezzato l'uso del nero (profondissimo e vibrante; mai visto niente del genere, forse soltanto ne L'eternauta degli argentini Oesterheld e López) e del pennino: quasi scorgiamo i movimenti della mano di Hoshino e a volte ciò dà vita a tratti leggermente abbozzati, ma ciò nondimeno efficacissimi (le grondaie con l'acqua piovana sono perfette nella loro semplicità). Per il resto Hoshino è un maestro del dettaglio: retini in gran quantità e oggetti archeologici raffigurati in ogni piccolo particolare. Le figure umane sono proporzionate e realistiche, ineccepibili nella loro ricercata rappresentazione. Non siamo di fronte a un capolavoro, ma Kamunabi si fa leggere con piacere; tuttavia necessita da parte del lettore una concentrazione non indifferente, e soprattutto un grande interesse per la storia e la mitologia giapponesi.
Che si tratti del celebre mito di Amaterasu e Susanō, o di Sarutahiko dal grande naso e di Ame-no-Uzume e della sua danza sensuale, o ancora quello del Cavallo del Sole o infine della presenza persiana in Giappone, l'autore ci immerge totalmente in una serie di divinità e racconti mitologici davvero affascinanti, facendolo però a piccole dosi e staccandosi comunque ben poco dalla realtà concreta. Dovendo glissare per ovvie ragioni sui dettagli relativi ai cinque racconti presenti nella raccolta, il primo dei quali dà il titolo al volume ed è diviso in due parti, trovo che la narrazione scorra velocemente in determinati punti, mentre in altri si prende tutto il tempo necessario per illustrare e descrivere una serie di informazioni forniteci proprio da Imibe durante i suoi viaggi e le sue esperienze.
Il tratto di Hoshino è davvero peculiare: la tendenza è quella di creare personaggi dai lineamenti marcatamente occidentali, ma lo stile complessivo, la disposizione delle tavole e le ellissi temporali, quasi senza riferimenti di sorta, è tutto giapponese. Personalmente ho molto apprezzato l'uso del nero (profondissimo e vibrante; mai visto niente del genere, forse soltanto ne L'eternauta degli argentini Oesterheld e López) e del pennino: quasi scorgiamo i movimenti della mano di Hoshino e a volte ciò dà vita a tratti leggermente abbozzati, ma ciò nondimeno efficacissimi (le grondaie con l'acqua piovana sono perfette nella loro semplicità). Per il resto Hoshino è un maestro del dettaglio: retini in gran quantità e oggetti archeologici raffigurati in ogni piccolo particolare. Le figure umane sono proporzionate e realistiche, ineccepibili nella loro ricercata rappresentazione. Non siamo di fronte a un capolavoro, ma Kamunabi si fa leggere con piacere; tuttavia necessita da parte del lettore una concentrazione non indifferente, e soprattutto un grande interesse per la storia e la mitologia giapponesi.
Il voto reale sarebbe 6,5, devo ammettere di preferire di gran lunga l'Hoshino che si addentra nei misteri dello spazio profondo, piuttosto che quello che indaga e affonda nelle leggende giapponesi.
Da un lato ho trovato la lettura stimolante ai fini della conoscenza personale di luoghi, tradizioni, leggende e scorci di cultura nipponica. Dall'altro lato purtroppo mi sono reso conto che era tutto qua, Hoshino ci illustra attraverso le vicende di Kana il lato mitologico del Giappone, per carità, con la solita maestria e mai in modo banale, ma con ritmi per i miei gusti troppo blandi e senza riuscire a dare quel tocco di magia che in fondo permea tutti i suoi lavori. Ad ogni modo non mancheranno tavole molto pittoriche e profonde e ampie vedute su scorci di natura e paesaggi fiabeschi del più inoltrato Giappone, che donano una atmosfera quasi fiabesca ai racconti.
Una lettura che comunque non può mancare a qualunque appassionato del maestro, che ci mostra un lato diverso del suo stile narrativo.
A chiunque decidesse di avvicinarsi ad Hoshino per la prima volta consiglio assolutamente di partire con qualcos'altro.
Da un lato ho trovato la lettura stimolante ai fini della conoscenza personale di luoghi, tradizioni, leggende e scorci di cultura nipponica. Dall'altro lato purtroppo mi sono reso conto che era tutto qua, Hoshino ci illustra attraverso le vicende di Kana il lato mitologico del Giappone, per carità, con la solita maestria e mai in modo banale, ma con ritmi per i miei gusti troppo blandi e senza riuscire a dare quel tocco di magia che in fondo permea tutti i suoi lavori. Ad ogni modo non mancheranno tavole molto pittoriche e profonde e ampie vedute su scorci di natura e paesaggi fiabeschi del più inoltrato Giappone, che donano una atmosfera quasi fiabesca ai racconti.
Una lettura che comunque non può mancare a qualunque appassionato del maestro, che ci mostra un lato diverso del suo stile narrativo.
A chiunque decidesse di avvicinarsi ad Hoshino per la prima volta consiglio assolutamente di partire con qualcos'altro.