Mermaid Saga
Mermaid Saga è il mio primo approccio all'autrice Rumiko Takahashi, autrice forse più nota in Italia per altre opere, come Inuyasha, Maison Ikkoku, Lamù.
Per fortuna, sono riuscita a recuperare la vecchia edizione ad un prezzo onesto, ma ho avuto modo di visionare l'edizione recente, molto ben curata da Star Comics.
Raccolta di storie a tema fantasy, con sfumature horror, se vogliamo un po' naif, mi ha affascinato la tematica dell'immortalità, chimera che da sempre attrae gli uomini, mezzo per sfuggire alla morte e alla vecchiaia che porta con sè solitudine e tristezza.
L'elemento horror, più che essere oggettivo e tangibile, direi che è piuttosto concettuale e si esprime nei sentimenti umani che di volta in volta, affiorano attraverso i vari racconti che vedono protagonisti due giovani immortali, Yuta e Mana, un ragazzo e una ragazza che in tempi e circostanze differenti, si sono trovati a mangiare carne di sirena, che secondo la leggenda, dona l'eterna giovinezza e l'immortalità, quando non uccide o trasforma in orrendi mostri fuori controllo.
Il mito dell'immortalità che l'uomo va cercando da sempre, è davvero un dono, o piuttosto, è una maledizione? Questa è la domanda principale che permea tutta la serie, e la risposta abbastanza palese parrebbe una sola, quella che il protagonista Yuta ci dà fin dall'inizio, nella sua disperata ricerca di trovare il modo di tornare ad una vita normale, dove la morte ponga fine a tutto, dolori e solitudine.
Non c'è un solo racconto di questa raccolta su cui non aleggi la tragedia e l'angoscia; la solitudine sembra condannare tutti i personaggi, alla perenne ricerca di qualcosa che sembra impossibile da raggiungere, che sia l'immortalità, o la normalità di una vita vissuta da uomo mortale.
L'egoismo umano espresso in diverse forme, è elemento centrale di tutti i racconti; dominato da esso, l'uomo è pronto a qualsiasi cosa, anche al sacrificio degli affetti più cari.
Yuta e Mana, lungo la loro odissea, nel tempo e nello spazio, incontrano tanti e diversi personaggi; che si tratti di inquietanti bambini, uomini o donne, tutti a loro modo sono ossessionati dall'immortalità e da ciò che deriva, manifestando sentimenti di ogni sorta, tra cui avidità, amore, ambizione e paure.
I racconti, apparentemente slegati fra loro, hanno in realtà un nesso logico che segue l'evoluzione e la crescita dei due immortali, che lentamente rinsaldano un legame partito da lontano, che li vede uniti nelle difficoltà che si trovano costretti ad affrontare; unica speranza per due solitudini è camminare insieme, lungo lo stesso percorso.
Benchè l'opera resti incompiuta, forse questa è l'unica chiave di lettura possibile, o almeno quella che mi pare più coerente.
Alla fine, questo senso di incompiutezza non l'ho avvertito; l'eternità rimane un percorso obbligato che Yuta e Mana possono e devono percorrere insieme, per renderlo forse meno doloroso e più sopportabile.
Tenendo conto che parliamo di un' opera datata, i disegni sono belli, gradevoli, efficaci e semplici, ma lo stile 'vecchia scuola' si avverte, e il tratto dell'autrice, caratteristico e riconoscibile, è lontano dallo stile attuale.
Opera consigliata a tutti, anche a chi come me, di solito non apprezza l'horror, ma qui è sostenibile, funziona e veicola bene i concetti centrali della storia.
Per fortuna, sono riuscita a recuperare la vecchia edizione ad un prezzo onesto, ma ho avuto modo di visionare l'edizione recente, molto ben curata da Star Comics.
Raccolta di storie a tema fantasy, con sfumature horror, se vogliamo un po' naif, mi ha affascinato la tematica dell'immortalità, chimera che da sempre attrae gli uomini, mezzo per sfuggire alla morte e alla vecchiaia che porta con sè solitudine e tristezza.
L'elemento horror, più che essere oggettivo e tangibile, direi che è piuttosto concettuale e si esprime nei sentimenti umani che di volta in volta, affiorano attraverso i vari racconti che vedono protagonisti due giovani immortali, Yuta e Mana, un ragazzo e una ragazza che in tempi e circostanze differenti, si sono trovati a mangiare carne di sirena, che secondo la leggenda, dona l'eterna giovinezza e l'immortalità, quando non uccide o trasforma in orrendi mostri fuori controllo.
Il mito dell'immortalità che l'uomo va cercando da sempre, è davvero un dono, o piuttosto, è una maledizione? Questa è la domanda principale che permea tutta la serie, e la risposta abbastanza palese parrebbe una sola, quella che il protagonista Yuta ci dà fin dall'inizio, nella sua disperata ricerca di trovare il modo di tornare ad una vita normale, dove la morte ponga fine a tutto, dolori e solitudine.
Non c'è un solo racconto di questa raccolta su cui non aleggi la tragedia e l'angoscia; la solitudine sembra condannare tutti i personaggi, alla perenne ricerca di qualcosa che sembra impossibile da raggiungere, che sia l'immortalità, o la normalità di una vita vissuta da uomo mortale.
L'egoismo umano espresso in diverse forme, è elemento centrale di tutti i racconti; dominato da esso, l'uomo è pronto a qualsiasi cosa, anche al sacrificio degli affetti più cari.
Yuta e Mana, lungo la loro odissea, nel tempo e nello spazio, incontrano tanti e diversi personaggi; che si tratti di inquietanti bambini, uomini o donne, tutti a loro modo sono ossessionati dall'immortalità e da ciò che deriva, manifestando sentimenti di ogni sorta, tra cui avidità, amore, ambizione e paure.
I racconti, apparentemente slegati fra loro, hanno in realtà un nesso logico che segue l'evoluzione e la crescita dei due immortali, che lentamente rinsaldano un legame partito da lontano, che li vede uniti nelle difficoltà che si trovano costretti ad affrontare; unica speranza per due solitudini è camminare insieme, lungo lo stesso percorso.
Benchè l'opera resti incompiuta, forse questa è l'unica chiave di lettura possibile, o almeno quella che mi pare più coerente.
Alla fine, questo senso di incompiutezza non l'ho avvertito; l'eternità rimane un percorso obbligato che Yuta e Mana possono e devono percorrere insieme, per renderlo forse meno doloroso e più sopportabile.
Tenendo conto che parliamo di un' opera datata, i disegni sono belli, gradevoli, efficaci e semplici, ma lo stile 'vecchia scuola' si avverte, e il tratto dell'autrice, caratteristico e riconoscibile, è lontano dallo stile attuale.
Opera consigliata a tutti, anche a chi come me, di solito non apprezza l'horror, ma qui è sostenibile, funziona e veicola bene i concetti centrali della storia.
Sarò breve. Rieditato dopo più di 20 anni "La Saga della Sirena" è uno dei manga "brevi" più riusciti e belli della queen Takahashi!
È riuscita a trattare in modo affascinante e non banale la figura mitologica della sirena e ha reso anche questo concetto di mangiarne la carne, cosa che garantirebbe l'immortalità (o peggio), molto interessante e intrattenente.
Non è la solita commedia della Takahashi, finalmente ci spostiamo verso un altro genere meno toccato dalla queen, l'horror, con tavole più violente ed inquietanti rispetto quello a cui siamo abituati con lei e una storia che risalta le sue doti narrative, che funziona bene ed è coerente durante tutto il racconto.
A livello grafico c'è poco da dire, il disegno è bello come al solito.
È riuscita a trattare in modo affascinante e non banale la figura mitologica della sirena e ha reso anche questo concetto di mangiarne la carne, cosa che garantirebbe l'immortalità (o peggio), molto interessante e intrattenente.
Non è la solita commedia della Takahashi, finalmente ci spostiamo verso un altro genere meno toccato dalla queen, l'horror, con tavole più violente ed inquietanti rispetto quello a cui siamo abituati con lei e una storia che risalta le sue doti narrative, che funziona bene ed è coerente durante tutto il racconto.
A livello grafico c'è poco da dire, il disegno è bello come al solito.
Come forse avrete indovinato leggendo le mie recensioni la mia mangaka preferita è Rumiko Takahashi bravissima autrice per quanto riguarda le commedie, i battle shonen, i manga romantici… ed anche un’autrice bravissima per quanto riguardo l’horror e le storie drammatiche.
E dicendo questo entriamo nel mondo della sagra della sirena… circa 700 pagine in cui c’è horror e introspezione psicologica tutto in un numero limitato di pagine, in un minimo spazio compaiono molti personaggi nella cui mente la sensei ci fa entrare… uomini, donne, bambini tutti con un elemento comune cosa succede se uno riesce a diventare immortale? La lunga vita e l’eterna giovinezza… un dono o una maledizione? Il protagonista, Yuta, la considera una maledizione e nei vari episodi troveremo personaggi che sono d’accordo con lui: la carne di sirena alla fine saremo tutti d’accordo non porta bene…
Il tratto è quello storico della grande maestra, l’edizione completa è quella della Star: il primo volume era uscito anche per la Granata, mentre per il terzo volume quella Star era la prima edizione mondiale. Il formato è un po’ più grande dei soliti volumetti e c’erano anche pagine a colori.
Sono pochi quelli che conoscono quest’opera e ne parlano male, ma ricordiamo che tutto è soggettivo, qualcuno può non sopportare lo spatter, la violenza fisica che è lontana anni luce da opere come Lamù o Maison Ikkoku, per altri può essere invece sofferenza psicologica per il forte impatto emotivo di storia e personaggi ma proprio ciò è quello che trovo di più convincente della saga. Secondo me non ha bisogno neanche di un vero finale anche perché spero di vederne nuovi episodi: il mio non può che essere un 10.
E dicendo questo entriamo nel mondo della sagra della sirena… circa 700 pagine in cui c’è horror e introspezione psicologica tutto in un numero limitato di pagine, in un minimo spazio compaiono molti personaggi nella cui mente la sensei ci fa entrare… uomini, donne, bambini tutti con un elemento comune cosa succede se uno riesce a diventare immortale? La lunga vita e l’eterna giovinezza… un dono o una maledizione? Il protagonista, Yuta, la considera una maledizione e nei vari episodi troveremo personaggi che sono d’accordo con lui: la carne di sirena alla fine saremo tutti d’accordo non porta bene…
Il tratto è quello storico della grande maestra, l’edizione completa è quella della Star: il primo volume era uscito anche per la Granata, mentre per il terzo volume quella Star era la prima edizione mondiale. Il formato è un po’ più grande dei soliti volumetti e c’erano anche pagine a colori.
Sono pochi quelli che conoscono quest’opera e ne parlano male, ma ricordiamo che tutto è soggettivo, qualcuno può non sopportare lo spatter, la violenza fisica che è lontana anni luce da opere come Lamù o Maison Ikkoku, per altri può essere invece sofferenza psicologica per il forte impatto emotivo di storia e personaggi ma proprio ciò è quello che trovo di più convincente della saga. Secondo me non ha bisogno neanche di un vero finale anche perché spero di vederne nuovi episodi: il mio non può che essere un 10.
A metà degli anni ’80, mentre deliziava il suo pubblico con il bellissimo Maison Ikkoku e contemporaneamente lo divertiva con le gag di Lamù, la prolifica Rumiko Takahashi decise di proporre qualcosa di diverso, qualcosa di oscuro e “cattivo”.
Se le tematiche horror erano state affrontate nelle varie oneshot (Oltre le fiamme, Due occhi nel buio, Il sonno della memoria, Il bersaglio che ride)che comporranno in seguito il primo dei tre volumi Rumic World, con la cosiddetta Saga delle sirene la mangaka dà vita ad un progetto più unitario e complesso che viene serializzato sporadicamente per una decina d’anni per poi chiudersi senza una vera conclusione.
Si dice che la carne di sirena porti longevità e immortalità a chiunque la mangi ma al contempo può essere un potente veleno che uccide immediatamente chi lo ingerisce, o nel peggiore dei casi, lo tramuta in un mostro. Yuta e Mana sono due immortali che per una serie di circostanze si ritrovano a viaggiare insieme alla ricerca di ciò che è causa della loro sofferenza ma che allo stesso tempo può essere cura del loro male: una sirena. Non si sa come e perché essa possa aiutarli ma l’unica cosa da fare è cercarla, per arrivare a capo della verità e mettere fine ad una vita che dura da fin troppo tempo. L’unico modo per uccidere un immortale è tagliargli la testa, per cui Yuta, che vive da più di 500 anni, avrebbe potuto porre fine così al suo dolore, ma come lui stesso afferma, vuole vivere come una persona normale e morire una volta trascorso il tempo che gli spetta come essere umano.
Seppur Yuta e Mana siano i protagonisti di questa serie in tre volumi (Il bosco della sirena, Il segno della sirena e La maschera della sirena), gli episodi autoconclusivi o comunque divisi in piccole saghe, ci permettono di conoscere una grande quantità di personaggi, ambientazioni ed epoche. Alcuni episodi si svolgono nell’antico Giappone, quando Yuta era ancora un ragazzo normale, altri si spostano ai tempi della modernizzazione e altri ancora presentano il paese ai giorni nostri.
I personaggi di questa serie, seppur diversissimi tra loro, sono uniti da alcuni elementi legati non semplicemente dalla presenza delle sirene o dalla mera questione dell’immortalità, poiché ciò che li accomuna nel profondo sono i sentimenti negativi, la brama, il desiderio, l’egoismo e spesso anche l’amore, nella sua forma più contorta o malata.
Insomma, se la componente soprannaturale è fortemente presente, come è solita fare, la Takahashi mostra una faccia dell’essere umano che trascende l’elemento soprannaturale e pone i personaggi di fronte a scelte morali dettate spesso dall’egoismo e dall’istinto di sopravvivenza, il quale si palesa in modo forte e crudele, anche a discapito delle persone care.
I disegni della Takahashi sono squisitamente in armonia con quello che era il suo stile ai tempi, laddove i primi capitoli hanno un tratto più spigoloso che si ammorbidisce lievemente nelle storie più recenti, e la cura per le ambientazioni non viene mai meno. Le linee con cui la mangaka disegna i personaggi sono sempre molto spesse e incisive e il tratto è sempre bello ma privo di orpelli, facendosi più ricercato quando l’ambientazione temporale lo richiede.
Il manga venne editato nell’ormai lontano 1997 da Star Comics, che propose 3 bei corposi volumi comprensivi di pagine a colori.
[/b]La saga delle sirene[/b] è considerata una delle opere più belle della sensei, sia per i temi trattati, che per l’atmosfera cupa e sofferente che aleggia in ogni capitolo, sia per l’ottima caratterizzazione di tutti i personaggi, difatti, anche se ad eccezione di Yuta e Mana essi appaiano solo per qualche capitolo, riescono ad esprimere perfettamente i loro sentimenti e scopi, rendendosi distinguibili gli uni dagli altri inquadrandosi ottimamente nel loro contesto narrativo.
Il più grande difetto della Saga delle sirene è, manco a dirlo, la mancanza di un finale che metta un punto al viaggio di Yuta e Mana, che si concluda esso con il raggiungimento dello scopo o meno. In realtà la Takahashi non è solita interrompere i suoi manga, per cui probabilmente ha intenzionalmente lasciato aperto il sipario sulle avventure dei due immortali. Ammetto che da lettrice e grande estimatrice dell’opera non ne sono molto contenta, avrei potuto accettare un finale aperto (dopotutto sappiamo che alla sensei non piace proprio dare delle conclusioni “totalizzanti”) solo nel momento in cui la mangaka mi avesse deliziata con qualche altro numero in cui faceva almeno intuire quale potesse essere l’epilogo.
In ogni caso, pur portandosi appresso questo difetto, si tratta di una storia bellissima, intrigante, ricca di mistero, suspance e colpi di scena. Consigliata agli amanti dell’horror ma anche a chi la Takahashi la conosce solo per le sue opere più spensierate, sarà molto interessante conoscere questo suo lato ormai, purtroppo, un po’ troppo nascosto.
Se le tematiche horror erano state affrontate nelle varie oneshot (Oltre le fiamme, Due occhi nel buio, Il sonno della memoria, Il bersaglio che ride)che comporranno in seguito il primo dei tre volumi Rumic World, con la cosiddetta Saga delle sirene la mangaka dà vita ad un progetto più unitario e complesso che viene serializzato sporadicamente per una decina d’anni per poi chiudersi senza una vera conclusione.
Si dice che la carne di sirena porti longevità e immortalità a chiunque la mangi ma al contempo può essere un potente veleno che uccide immediatamente chi lo ingerisce, o nel peggiore dei casi, lo tramuta in un mostro. Yuta e Mana sono due immortali che per una serie di circostanze si ritrovano a viaggiare insieme alla ricerca di ciò che è causa della loro sofferenza ma che allo stesso tempo può essere cura del loro male: una sirena. Non si sa come e perché essa possa aiutarli ma l’unica cosa da fare è cercarla, per arrivare a capo della verità e mettere fine ad una vita che dura da fin troppo tempo. L’unico modo per uccidere un immortale è tagliargli la testa, per cui Yuta, che vive da più di 500 anni, avrebbe potuto porre fine così al suo dolore, ma come lui stesso afferma, vuole vivere come una persona normale e morire una volta trascorso il tempo che gli spetta come essere umano.
Seppur Yuta e Mana siano i protagonisti di questa serie in tre volumi (Il bosco della sirena, Il segno della sirena e La maschera della sirena), gli episodi autoconclusivi o comunque divisi in piccole saghe, ci permettono di conoscere una grande quantità di personaggi, ambientazioni ed epoche. Alcuni episodi si svolgono nell’antico Giappone, quando Yuta era ancora un ragazzo normale, altri si spostano ai tempi della modernizzazione e altri ancora presentano il paese ai giorni nostri.
I personaggi di questa serie, seppur diversissimi tra loro, sono uniti da alcuni elementi legati non semplicemente dalla presenza delle sirene o dalla mera questione dell’immortalità, poiché ciò che li accomuna nel profondo sono i sentimenti negativi, la brama, il desiderio, l’egoismo e spesso anche l’amore, nella sua forma più contorta o malata.
Insomma, se la componente soprannaturale è fortemente presente, come è solita fare, la Takahashi mostra una faccia dell’essere umano che trascende l’elemento soprannaturale e pone i personaggi di fronte a scelte morali dettate spesso dall’egoismo e dall’istinto di sopravvivenza, il quale si palesa in modo forte e crudele, anche a discapito delle persone care.
I disegni della Takahashi sono squisitamente in armonia con quello che era il suo stile ai tempi, laddove i primi capitoli hanno un tratto più spigoloso che si ammorbidisce lievemente nelle storie più recenti, e la cura per le ambientazioni non viene mai meno. Le linee con cui la mangaka disegna i personaggi sono sempre molto spesse e incisive e il tratto è sempre bello ma privo di orpelli, facendosi più ricercato quando l’ambientazione temporale lo richiede.
Il manga venne editato nell’ormai lontano 1997 da Star Comics, che propose 3 bei corposi volumi comprensivi di pagine a colori.
[/b]La saga delle sirene[/b] è considerata una delle opere più belle della sensei, sia per i temi trattati, che per l’atmosfera cupa e sofferente che aleggia in ogni capitolo, sia per l’ottima caratterizzazione di tutti i personaggi, difatti, anche se ad eccezione di Yuta e Mana essi appaiano solo per qualche capitolo, riescono ad esprimere perfettamente i loro sentimenti e scopi, rendendosi distinguibili gli uni dagli altri inquadrandosi ottimamente nel loro contesto narrativo.
Il più grande difetto della Saga delle sirene è, manco a dirlo, la mancanza di un finale che metta un punto al viaggio di Yuta e Mana, che si concluda esso con il raggiungimento dello scopo o meno. In realtà la Takahashi non è solita interrompere i suoi manga, per cui probabilmente ha intenzionalmente lasciato aperto il sipario sulle avventure dei due immortali. Ammetto che da lettrice e grande estimatrice dell’opera non ne sono molto contenta, avrei potuto accettare un finale aperto (dopotutto sappiamo che alla sensei non piace proprio dare delle conclusioni “totalizzanti”) solo nel momento in cui la mangaka mi avesse deliziata con qualche altro numero in cui faceva almeno intuire quale potesse essere l’epilogo.
In ogni caso, pur portandosi appresso questo difetto, si tratta di una storia bellissima, intrigante, ricca di mistero, suspance e colpi di scena. Consigliata agli amanti dell’horror ma anche a chi la Takahashi la conosce solo per le sue opere più spensierate, sarà molto interessante conoscere questo suo lato ormai, purtroppo, un po’ troppo nascosto.
Mi spiace non essere in linea col parere degli altri recensori, ma questa saga sono tre volte che la leggo nella mia vita e tre volte che penso sempre la stessa cosa: non è all'altezza delle mie aspettative. L'ho letto in periodi diversi della mia vita, a distanza di molti anni, per vedere se magari il mio punto di vista poteva essere cambiato, ma non è stato così.
Da adolescente avevo un'adorazione totale per Rumiko Takahashi.
Ma nel corso degli anni, ho poi cambiato generi che ho scoperto essere più inclini ai miei gusti.
Una "pecca" che posso trovare a questa autrice è il fatto che non approfondisca mai i rapporti sentimentali tra i protagonisti. L'amore non è un tema a lei caro, salvo in Maison Ikkoku, dove finalmente ne ha dato amplio spazio. Si limita di solito, sopratutto in Lamù e Ranma a creare qualche scenetta divertente, con gelosie, sentimenti non espressi e battibecchi continui.
Questa autrice ha creato molte serie di successo, basti pensare a Lamù, o Ranma, Maison Ikkoku, Inu Yasha e il suo stile narrativo è solitamente fantasioso, ironico e leggero.
Discorso assolutamente diverso vale per questa saga della Sirena.
Dove prevale l'horror, il drammatico, il sovrannaturale. Qui il clima si mantiene sempre riflessivo, serioso.
Le premesse erano davvero entusiasmantii:
Yuta è un ragazzo molto giudizioso, maturo, saggio. Egli vive una vita immortale e vaga da 500 anni alla ricerca di una sirena. Egli infatti ne ha mangiato la carne e ha acquisito il Dono dell'eterna giovinezza, anche le sue ferite rimarginano in pochi secondi e in caso di morte, risuscita dopo mezza giornata. In un villaggio sperduto, si vocifera la vista di una sirena e Yuta in questo posto incontra Mana, anch'ella dotata del Dono dell'immortalità, segregata dalle donne del luogo, e legata nei piedi in modo da non poter fuggire, ma quel villaggio nasconde insidie terribili e Yuta dovrà lottare per scoprire come tornare un uomo normale e salvare Mana.
La carne di sirena è molto ambita, ma purtroppo essa è anche un potente veleno. Infatti la maggior parte muore dopo poco tra atroci sofferenze, o si tramuta in un mostro folle e assassino.
I pochi che riescono ad ottenere il Dono però ne subiscono le inevitabili conseguenze: una vita di solitudine, vedendo morire i propri cari, una vita di sofferenze.
Questa reinterpretazione della leggenda della sirena era per me assolutamente accattivante.
Ma le storie narrate sono davvero molto inquietanti, parecchio sanguinarie e spesso concluse in maniera sbrigativa, i personaggi secondari trattati in maniera troppo approssimativa.
Spesso Yuta non fa in tempo a conoscere le persone che ha davanti che queste usano su di lui subito pugnali o armi affilate uccidendolo o ferendolo gravemente.
Molte storie le ho trovate poco credibili come la "maschera della sirena" o "lo sguardo della sirena" e molte altre che ritenevo davvero assurde.
Secondo me si poteva sfruttare meglio la trama, senza tutti questi spargimenti di sangue, approfondendo meglio i personaggi secondari, creare anche personalità e vicende più interessanti.
La solitudine, il senso di sofferenza legato all'immortalità pervade ogni storia e mi è piaciuto, come mi è piaciuto il tenero rapporto d'amicizia che si è creato tra Yuta e Mana, l'importanza di trovare qualcuno con cui condividere la vita, se di vita si può chiamare. I due sono sempre insieme, e si aiutano e sostengono nel momento del bisogno. Davvero toccante. Una storia che mi è piaciuta molto è senza dubbio "il segno della sirena" e "le sirene non ridono mai".
Purtroppo un punto a suo sfavore è anche il fatto che non vi è un vero finale. Io non apprezzo le storie lasciate a metà, anche se in questo caso l'opera è apprezzabile anche così, in quanto ogni episodio è autoconclusivo. Tuttavia, se avesse avuto un finale, sarebbe stata più completa per me.
Non concordo sui disegni: per me sono mediocri, ho visto di meglio sicuramente, (ho finito da poco di leggere I giorni della Sposa ed è come passare dalle stelle alle stalle), ma sono in linea col tipico tratto inconfondibile della Takahashi.
L'edizione della Star Comics è davvero notevole: il formato è più grande del solito, è senza sovracopertina (parliamo di un'edizione del 98 e all'epoca non era ancora in voga la sovracopertina) ma su ogni volume ci sono delle splendide prime pagine a colori e ottima qualità della carta e dell'inchiostro.
Il mio voto non raggiunge la sufficienza perchè la trama non mi ha convinto del tutto. Si poteva sfruttare meglio tutto questo bel potenziale, ed è stata un pò una delusione.
Finita la lettura mi rimaneva dentro un senso di disagio, di vuoto.
Non mi è piaciuto proprio.
Ne consiglio comunque la lettura perchè è una trama ben strutturata, come lo sono i personaggi.
A tutti gli amanti delle narrazioni horror splatter, dai toni drammatici, inquietanti e riflessivi.
Da adolescente avevo un'adorazione totale per Rumiko Takahashi.
Ma nel corso degli anni, ho poi cambiato generi che ho scoperto essere più inclini ai miei gusti.
Una "pecca" che posso trovare a questa autrice è il fatto che non approfondisca mai i rapporti sentimentali tra i protagonisti. L'amore non è un tema a lei caro, salvo in Maison Ikkoku, dove finalmente ne ha dato amplio spazio. Si limita di solito, sopratutto in Lamù e Ranma a creare qualche scenetta divertente, con gelosie, sentimenti non espressi e battibecchi continui.
Questa autrice ha creato molte serie di successo, basti pensare a Lamù, o Ranma, Maison Ikkoku, Inu Yasha e il suo stile narrativo è solitamente fantasioso, ironico e leggero.
Discorso assolutamente diverso vale per questa saga della Sirena.
Dove prevale l'horror, il drammatico, il sovrannaturale. Qui il clima si mantiene sempre riflessivo, serioso.
Le premesse erano davvero entusiasmantii:
Yuta è un ragazzo molto giudizioso, maturo, saggio. Egli vive una vita immortale e vaga da 500 anni alla ricerca di una sirena. Egli infatti ne ha mangiato la carne e ha acquisito il Dono dell'eterna giovinezza, anche le sue ferite rimarginano in pochi secondi e in caso di morte, risuscita dopo mezza giornata. In un villaggio sperduto, si vocifera la vista di una sirena e Yuta in questo posto incontra Mana, anch'ella dotata del Dono dell'immortalità, segregata dalle donne del luogo, e legata nei piedi in modo da non poter fuggire, ma quel villaggio nasconde insidie terribili e Yuta dovrà lottare per scoprire come tornare un uomo normale e salvare Mana.
La carne di sirena è molto ambita, ma purtroppo essa è anche un potente veleno. Infatti la maggior parte muore dopo poco tra atroci sofferenze, o si tramuta in un mostro folle e assassino.
I pochi che riescono ad ottenere il Dono però ne subiscono le inevitabili conseguenze: una vita di solitudine, vedendo morire i propri cari, una vita di sofferenze.
Questa reinterpretazione della leggenda della sirena era per me assolutamente accattivante.
Ma le storie narrate sono davvero molto inquietanti, parecchio sanguinarie e spesso concluse in maniera sbrigativa, i personaggi secondari trattati in maniera troppo approssimativa.
Spesso Yuta non fa in tempo a conoscere le persone che ha davanti che queste usano su di lui subito pugnali o armi affilate uccidendolo o ferendolo gravemente.
Molte storie le ho trovate poco credibili come la "maschera della sirena" o "lo sguardo della sirena" e molte altre che ritenevo davvero assurde.
Secondo me si poteva sfruttare meglio la trama, senza tutti questi spargimenti di sangue, approfondendo meglio i personaggi secondari, creare anche personalità e vicende più interessanti.
La solitudine, il senso di sofferenza legato all'immortalità pervade ogni storia e mi è piaciuto, come mi è piaciuto il tenero rapporto d'amicizia che si è creato tra Yuta e Mana, l'importanza di trovare qualcuno con cui condividere la vita, se di vita si può chiamare. I due sono sempre insieme, e si aiutano e sostengono nel momento del bisogno. Davvero toccante. Una storia che mi è piaciuta molto è senza dubbio "il segno della sirena" e "le sirene non ridono mai".
Purtroppo un punto a suo sfavore è anche il fatto che non vi è un vero finale. Io non apprezzo le storie lasciate a metà, anche se in questo caso l'opera è apprezzabile anche così, in quanto ogni episodio è autoconclusivo. Tuttavia, se avesse avuto un finale, sarebbe stata più completa per me.
Non concordo sui disegni: per me sono mediocri, ho visto di meglio sicuramente, (ho finito da poco di leggere I giorni della Sposa ed è come passare dalle stelle alle stalle), ma sono in linea col tipico tratto inconfondibile della Takahashi.
L'edizione della Star Comics è davvero notevole: il formato è più grande del solito, è senza sovracopertina (parliamo di un'edizione del 98 e all'epoca non era ancora in voga la sovracopertina) ma su ogni volume ci sono delle splendide prime pagine a colori e ottima qualità della carta e dell'inchiostro.
Il mio voto non raggiunge la sufficienza perchè la trama non mi ha convinto del tutto. Si poteva sfruttare meglio tutto questo bel potenziale, ed è stata un pò una delusione.
Finita la lettura mi rimaneva dentro un senso di disagio, di vuoto.
Non mi è piaciuto proprio.
Ne consiglio comunque la lettura perchè è una trama ben strutturata, come lo sono i personaggi.
A tutti gli amanti delle narrazioni horror splatter, dai toni drammatici, inquietanti e riflessivi.
Ho deciso di leggere "La saga della sirena" in quanto opera della grande Rumiko Takahashi, ma ad essere onesti non mi aveva mai attirato troppo. Al contrario, questo manga si è rivelato un'autentica sorpresa, sia per il contenuto, sia per il tipo di narrazione, che non avrei mai pensato potesse appartenere alla mangaka in questione.
"La saga della sirena" è divisa in tre volumi, ognuno dei quali contiene vari episodi fra loro concatenati, ma non sempre in ordine cronologico.
Yuta e Mana sono due ragazzi, che hanno ricevuto il "dono" dell'immortalità dopo aver mangiato carne di sirena.
I due, durante il loro peregrinare, si imbattono in molte persone che hanno avuto a che fare con quel magico alimento, ma non tutte le storie che si trovano dinnanzi hanno un lieto fine. Infatti la carne di sirena, tanto desiderata e cercata dagli uomini, non è altro che un potente veleno.
Sono pochissime, per questo, le persone in grado di sopravvivere una volta ingerita la sostanza, a causa della completa mutazione a livello cellulare che provoca. La maggior parte di esse muore tra atroci sofferenze, altre invece diventano orribili mostri privi di ragione.
Nel raccontare le vicissitudini di uno dei protagonisti, la Takahashi fa uso di balzi temporali importanti, ma lo fa con estrema moderatezza e sapienza. Anzi, tali digressioni sono indispensabili per comprenderne a fondo la psicologia.
La sensei non si lascia mai prendere la mano dal loro utilizzo. E' ovvio che siano espedienti narrativi atti a potenziare la narrazione e renderla più avvincente, ma ciò che è determinante è che l'autrice li utilizza come arricchimento, non come diversivo per nascondere un'eventuale mancanza di idee.
I personaggi ideati dalla mangaka sono incredibilmente "veri" e, nonostante la brevità degli episodi, vengono caratterizzati con notevole maestria.
Ai protagonisti viene poi dato molto spazio per poterne tracciare, in modo compito, la psicologia.
Estremamente consapevole e saggio l'uno, apparentemente superficiale e "sopra le righe" l'altra.
Come tutti gli appassionati di fumetti, adoro terribilmente i disegni. Ritengo che essi siano un importantissimo, e in alcuni casi determinante, contributo alla narrazione, ma restano pur sempre al suo servizio.
Senza una storia, i disegni finirebbero per perdere la loro funzione.
La Takahashi è la perfetta esemplificazione di tale concetto.
Personalmente le sue illustrazioni mi hanno sempre perplesso e, in alcuni casi, infastidito. Eppure è stata ribattezzata "la principessa dei manga" e anche il sottoscritto non può che venerala per quel capolavoro che è "Maison Ikkoku".
La Takahashi, a dispetto della semplicità dei suoi disegni, ha la grande capacità di far esprimere ai propri personaggi le emozioni in modo esemplare, e questo manga ne è un ulteriore esempio.
"La saga della sirena" tocca un argomento spesso dibattuto all'interno dell'universo manga: l'immortalità. Questione, tra l'altro, di non semplice gestione, vista l'estrema facilità di cadere in stereotipi e retorica.
Rumiko Takahashi affronta questa sfida partendo dal presupposto che l'immortalità sia qualcosa di orribile, alienante e disumano. In effetti, se gli uomini la cercano tanto è proprio per sfuggire alla propria condizione di esseri umani, di esseri mortali.
Il taglio horror che l'autrice dà alla sua storia, ritengo sia dovuto principalmente a questo. Dopotutto, l'affannosa ricerca dell'eterna giovinezza viene drammaticamente contrapposta alla disperata solitudine di coloro i quali sono riusciti, loro malgrado, ad ottenerla.
Persone che non possono più ricercare alcuna felicità nella vita; possono semplicemente lasciarsi vivere.
L'unico problema rilevante che si riesce a trovare in questo splendido manga è la mancanza di un finale. Giunti all'ultima pagina, si resta decisamente di stucco. La delusione è tanta, perché il lettore ha la sensazione di trovarsi di fronte all'epilogo del singolo episodio, così come ne ha già visti altri, e, proprio per questo, è del tutto impreparato ad accettare un finale vero e proprio.
Sono convinto che anche la Takahashi si aspettava di proseguire; non vedo infatti ragione più plausibile per un finale così improvviso.
Il mio voto è 8.5
"La saga della sirena" è divisa in tre volumi, ognuno dei quali contiene vari episodi fra loro concatenati, ma non sempre in ordine cronologico.
Yuta e Mana sono due ragazzi, che hanno ricevuto il "dono" dell'immortalità dopo aver mangiato carne di sirena.
I due, durante il loro peregrinare, si imbattono in molte persone che hanno avuto a che fare con quel magico alimento, ma non tutte le storie che si trovano dinnanzi hanno un lieto fine. Infatti la carne di sirena, tanto desiderata e cercata dagli uomini, non è altro che un potente veleno.
Sono pochissime, per questo, le persone in grado di sopravvivere una volta ingerita la sostanza, a causa della completa mutazione a livello cellulare che provoca. La maggior parte di esse muore tra atroci sofferenze, altre invece diventano orribili mostri privi di ragione.
Nel raccontare le vicissitudini di uno dei protagonisti, la Takahashi fa uso di balzi temporali importanti, ma lo fa con estrema moderatezza e sapienza. Anzi, tali digressioni sono indispensabili per comprenderne a fondo la psicologia.
La sensei non si lascia mai prendere la mano dal loro utilizzo. E' ovvio che siano espedienti narrativi atti a potenziare la narrazione e renderla più avvincente, ma ciò che è determinante è che l'autrice li utilizza come arricchimento, non come diversivo per nascondere un'eventuale mancanza di idee.
I personaggi ideati dalla mangaka sono incredibilmente "veri" e, nonostante la brevità degli episodi, vengono caratterizzati con notevole maestria.
Ai protagonisti viene poi dato molto spazio per poterne tracciare, in modo compito, la psicologia.
Estremamente consapevole e saggio l'uno, apparentemente superficiale e "sopra le righe" l'altra.
Come tutti gli appassionati di fumetti, adoro terribilmente i disegni. Ritengo che essi siano un importantissimo, e in alcuni casi determinante, contributo alla narrazione, ma restano pur sempre al suo servizio.
Senza una storia, i disegni finirebbero per perdere la loro funzione.
La Takahashi è la perfetta esemplificazione di tale concetto.
Personalmente le sue illustrazioni mi hanno sempre perplesso e, in alcuni casi, infastidito. Eppure è stata ribattezzata "la principessa dei manga" e anche il sottoscritto non può che venerala per quel capolavoro che è "Maison Ikkoku".
La Takahashi, a dispetto della semplicità dei suoi disegni, ha la grande capacità di far esprimere ai propri personaggi le emozioni in modo esemplare, e questo manga ne è un ulteriore esempio.
"La saga della sirena" tocca un argomento spesso dibattuto all'interno dell'universo manga: l'immortalità. Questione, tra l'altro, di non semplice gestione, vista l'estrema facilità di cadere in stereotipi e retorica.
Rumiko Takahashi affronta questa sfida partendo dal presupposto che l'immortalità sia qualcosa di orribile, alienante e disumano. In effetti, se gli uomini la cercano tanto è proprio per sfuggire alla propria condizione di esseri umani, di esseri mortali.
Il taglio horror che l'autrice dà alla sua storia, ritengo sia dovuto principalmente a questo. Dopotutto, l'affannosa ricerca dell'eterna giovinezza viene drammaticamente contrapposta alla disperata solitudine di coloro i quali sono riusciti, loro malgrado, ad ottenerla.
Persone che non possono più ricercare alcuna felicità nella vita; possono semplicemente lasciarsi vivere.
L'unico problema rilevante che si riesce a trovare in questo splendido manga è la mancanza di un finale. Giunti all'ultima pagina, si resta decisamente di stucco. La delusione è tanta, perché il lettore ha la sensazione di trovarsi di fronte all'epilogo del singolo episodio, così come ne ha già visti altri, e, proprio per questo, è del tutto impreparato ad accettare un finale vero e proprio.
Sono convinto che anche la Takahashi si aspettava di proseguire; non vedo infatti ragione più plausibile per un finale così improvviso.
Il mio voto è 8.5
Escludendo l'eccelso "Maison Ikkoku" e il più che discreto "Rumic Theater" posso tranquillamente affermare di non essere affatto tra gli estimatori di Rumiko Takahashi. Certo, potrei tirare in ballo anche il simpatico e divertente "Lamù" che (soprattutto nell'arcinota versione animata) ha allietato la mia infanzia, ma ciò non può bastare per annoverare tale autrice tra le mie preferite, seppur di titoli di grande successo ne abbia sfornati diversi ma è il suo stile fantasioso e poco serioso che mi allontana quasi inesorabilmente da gran parte delle sue opere. Quanto appena scritto non vale affatto per l'opera che vi vado a descrivere ora!
La saga della Sirena si divide in tre volumi che andrebbero letti nel seguente ordine: "il Bosco della sirena" "Il segno della sirena" ed infine " La "Maschera della sirena" . Al loro interno vi è una storia per così dire "portante" mentre altre sono slegate, potrebbero anche essere lette con un ordine diverso ma sarebbe preferibile seguire l'ordine sopracitato per calarsi al meglio nei fatti narrati.
Come scritto in precedenza la Takahashi è nota principalmente per una caratterizzazione delle proprie opere piuttosto leggera e scanzonata ma non è il caso de "la saga della sirena" dove i fatti narrati prendono si una direzione fantastica e sovrannaturale ma vengono raccontati senza inopportune divagazioni "frivole" difatti il clima si mantiene sempre serio e riflessivo, come si addice ad un'opera horror e drammatica che si rispetti.
Come si evince facilmente dal titolo, al centro della narrazione ci sarà il particolare rapporto tra le sirene e gli esseri umani. La Takahashi reinterpreta miti e leggende visti sin d'ora su queste particolari creature dando forma ad una visione molto meno "poetica" ed ammaliante di quanto avessimo visto o letto in altre opere di questo tipo e lo fa in modo eccelso, semplicemente avvincente.
I disegni non sono sempre curatissimi, abbastanza semplici e hanno uno stile piuttosto vecchio, com'è normale che sia visto che stiamo parlando di un'opera realizzata nel lontano 89, ma la cosa non peserà affatto nel proseguo del manga, l'evolversi della trama ci tiene incollati alla narrazione a prescindere dalla bontà grafica che potrei definire perlomeno altalenante.
Sono un amante di miti e leggende e questa reinterpretazione sul mito legato alle sirene mi è piaciuta moltissimo, ne ero all'oscuro finché un'amica non me ne fece graditissimo dono.
Detto questo... difetti?
Solo uno! E lo vado a cercare tra le poche righe conclusive dell'ultimo volumetto della saga, dove trovo promesse che facevano ben sperare in un proseguo di questa affascinante storia ma, a conti fatti, promesse che sono state disilluse col passare degli anni. Correva l'anno 1998 quando "la Maschera della sirena" veniva commercializzato in monografico qui in Italia e a questo punto non credo sia più lecito sperare in un proseguo di questa fantastica raccolta.
Così facendo Rumiko Takahashi è riuscita a deludermi persino a seguito di un'opera di cotanta bellezza.
La saga della Sirena si divide in tre volumi che andrebbero letti nel seguente ordine: "il Bosco della sirena" "Il segno della sirena" ed infine " La "Maschera della sirena" . Al loro interno vi è una storia per così dire "portante" mentre altre sono slegate, potrebbero anche essere lette con un ordine diverso ma sarebbe preferibile seguire l'ordine sopracitato per calarsi al meglio nei fatti narrati.
Come scritto in precedenza la Takahashi è nota principalmente per una caratterizzazione delle proprie opere piuttosto leggera e scanzonata ma non è il caso de "la saga della sirena" dove i fatti narrati prendono si una direzione fantastica e sovrannaturale ma vengono raccontati senza inopportune divagazioni "frivole" difatti il clima si mantiene sempre serio e riflessivo, come si addice ad un'opera horror e drammatica che si rispetti.
Come si evince facilmente dal titolo, al centro della narrazione ci sarà il particolare rapporto tra le sirene e gli esseri umani. La Takahashi reinterpreta miti e leggende visti sin d'ora su queste particolari creature dando forma ad una visione molto meno "poetica" ed ammaliante di quanto avessimo visto o letto in altre opere di questo tipo e lo fa in modo eccelso, semplicemente avvincente.
I disegni non sono sempre curatissimi, abbastanza semplici e hanno uno stile piuttosto vecchio, com'è normale che sia visto che stiamo parlando di un'opera realizzata nel lontano 89, ma la cosa non peserà affatto nel proseguo del manga, l'evolversi della trama ci tiene incollati alla narrazione a prescindere dalla bontà grafica che potrei definire perlomeno altalenante.
Sono un amante di miti e leggende e questa reinterpretazione sul mito legato alle sirene mi è piaciuta moltissimo, ne ero all'oscuro finché un'amica non me ne fece graditissimo dono.
Detto questo... difetti?
Solo uno! E lo vado a cercare tra le poche righe conclusive dell'ultimo volumetto della saga, dove trovo promesse che facevano ben sperare in un proseguo di questa affascinante storia ma, a conti fatti, promesse che sono state disilluse col passare degli anni. Correva l'anno 1998 quando "la Maschera della sirena" veniva commercializzato in monografico qui in Italia e a questo punto non credo sia più lecito sperare in un proseguo di questa fantastica raccolta.
Così facendo Rumiko Takahashi è riuscita a deludermi persino a seguito di un'opera di cotanta bellezza.
Il prezzo ancora in lire e rivedere la scritta "Storie di Kappa" ancora lì, stampata sopra l'albo "Il Bosco della Sirena", mi ha fatta sorridere, malinconicamente, ricordandomi i bei tempi andati.
Ero curiosa perchè Rumiko Takahashi, la nota "Principessa dei manga", ha saputo farsi strada grazie alla sua comicità (Urusei Yatsura, Ranma 1/2, Maison Ikkoku) e non sarei mai stata capace di immaginarmela in un horror dalle sfumature drammatiche, eppure, questa è stata una delle sue migliori storie.
Quest'opera, assieme al primo albo citato, e "Il Segno della Sirena" seguito da "La Maschera della Sirena", nasce nel 1989 e viene acquistata in Italia dalla Star Comics che realizza i tre albi in un formato più grande rispetto alle misure standard di allora, e ne include alcune pagine a colori.
La storia inizia mostrandoci un ragazzo di nome Yuta che, purtroppo, è maledetto per l'eternità avendo mangiato la carne di sirena: divenuto immortale ormai da cinquecento anni, vaga alla ricerca di una sirena in grado di salvarlo da quest'agonia eterna. Le sue ferite si rimarginano subito senza lasciare cicatrici, ma la sua anima no: tutti vivono, si sposano, e muoiono tranne lui, che è costretto alla solitudine da troppo tempo.
Sarà durante un viaggio verso un paese dimenticato sulle montagne che incontrerà una ragazza, Mana, che rinchiusa da sempre in una stanza è anch'essa divenuta immortale. La carne di sirena può donare l'immortalità e l'eterna giovinezza, ma è anche un potente veleno in grado di tramutare anche l'essere più bello in un'orreda bestia senza controllo, e purtroppo, fin troppi ne hanno cercato la benedizione ma sono stati uccisi brutalmente dalle sue proprietà.
In questi tre volumi, Yuta e Mana ci accompagneranno in un viaggio ricco di misteri, segreti, miti e leggende contornate da un'atmosfera horror che inquieterà, piacevolmente, il lettore dall'inizio alla fine. Ogni racconto è riuscito ad incuriosirmi, affascinandomi sempre di più, fino a volerne sapere sempre di più, ma purtroppo, cosa sono tre volumi in confronto all'eternità?
I personaggi, più o meno, si sono dimostrati tutti ricchi di caratteristiche interessanti, dotati di carisma e di una forte personalità.
L'aria che ho respirato qui, metaforicamente parlando, era intrisa di tensione, angoscia, bramosia ma anche di una semplicità quasi snervante: i fatti, anche i più crudeli, ci vengono mostrati senza giri di parole così come sono, piacevoli o meno. Man mano che leggevo, mi sembrava di essere lì, assieme a Yuta e Mana, fra i vari flashback di lui e l'ingenuità di lei nel riscoprire i valori della vita, nel semplicemente conoscere qualcuno e condividere con lui tanti attimi e momenti.
Il tratto caratteristico dell'autrice, colpisce in questa saga molto più che in altre sue opere proprio grazie alle figure eteree delle sirene, ma anche ai mostri (chiamati anche "esseri imperfetti"), mentre un po' carenti sono state le figure maschili che si somigliavano un po' troppo fra di loro.
Le donne, qui, dimostrano tutte carisma e un forte attaccamento ai propri desideri, o istinti, bestiali così da renderle molto interessanti.
Un finale che, forse aperto o meno, comporta una fase di riflessione per il lettore, portato ormai in un viaggio senza ritorno fra miti e creature leggendarie, dove la curiosità sarà ciò che muoverà le fila del suo cuore per ancora tanto tempo.
Un finale che, forse sì o forse no, suggerisce un messaggio riguardante la vita, i sogni, ma anche solo all'attuale presente: vivere, quando o come, non ha importanza perchè basta vivere.
Voto: 10
Ero curiosa perchè Rumiko Takahashi, la nota "Principessa dei manga", ha saputo farsi strada grazie alla sua comicità (Urusei Yatsura, Ranma 1/2, Maison Ikkoku) e non sarei mai stata capace di immaginarmela in un horror dalle sfumature drammatiche, eppure, questa è stata una delle sue migliori storie.
Quest'opera, assieme al primo albo citato, e "Il Segno della Sirena" seguito da "La Maschera della Sirena", nasce nel 1989 e viene acquistata in Italia dalla Star Comics che realizza i tre albi in un formato più grande rispetto alle misure standard di allora, e ne include alcune pagine a colori.
La storia inizia mostrandoci un ragazzo di nome Yuta che, purtroppo, è maledetto per l'eternità avendo mangiato la carne di sirena: divenuto immortale ormai da cinquecento anni, vaga alla ricerca di una sirena in grado di salvarlo da quest'agonia eterna. Le sue ferite si rimarginano subito senza lasciare cicatrici, ma la sua anima no: tutti vivono, si sposano, e muoiono tranne lui, che è costretto alla solitudine da troppo tempo.
Sarà durante un viaggio verso un paese dimenticato sulle montagne che incontrerà una ragazza, Mana, che rinchiusa da sempre in una stanza è anch'essa divenuta immortale. La carne di sirena può donare l'immortalità e l'eterna giovinezza, ma è anche un potente veleno in grado di tramutare anche l'essere più bello in un'orreda bestia senza controllo, e purtroppo, fin troppi ne hanno cercato la benedizione ma sono stati uccisi brutalmente dalle sue proprietà.
In questi tre volumi, Yuta e Mana ci accompagneranno in un viaggio ricco di misteri, segreti, miti e leggende contornate da un'atmosfera horror che inquieterà, piacevolmente, il lettore dall'inizio alla fine. Ogni racconto è riuscito ad incuriosirmi, affascinandomi sempre di più, fino a volerne sapere sempre di più, ma purtroppo, cosa sono tre volumi in confronto all'eternità?
I personaggi, più o meno, si sono dimostrati tutti ricchi di caratteristiche interessanti, dotati di carisma e di una forte personalità.
L'aria che ho respirato qui, metaforicamente parlando, era intrisa di tensione, angoscia, bramosia ma anche di una semplicità quasi snervante: i fatti, anche i più crudeli, ci vengono mostrati senza giri di parole così come sono, piacevoli o meno. Man mano che leggevo, mi sembrava di essere lì, assieme a Yuta e Mana, fra i vari flashback di lui e l'ingenuità di lei nel riscoprire i valori della vita, nel semplicemente conoscere qualcuno e condividere con lui tanti attimi e momenti.
Il tratto caratteristico dell'autrice, colpisce in questa saga molto più che in altre sue opere proprio grazie alle figure eteree delle sirene, ma anche ai mostri (chiamati anche "esseri imperfetti"), mentre un po' carenti sono state le figure maschili che si somigliavano un po' troppo fra di loro.
Le donne, qui, dimostrano tutte carisma e un forte attaccamento ai propri desideri, o istinti, bestiali così da renderle molto interessanti.
Un finale che, forse aperto o meno, comporta una fase di riflessione per il lettore, portato ormai in un viaggio senza ritorno fra miti e creature leggendarie, dove la curiosità sarà ciò che muoverà le fila del suo cuore per ancora tanto tempo.
Un finale che, forse sì o forse no, suggerisce un messaggio riguardante la vita, i sogni, ma anche solo all'attuale presente: vivere, quando o come, non ha importanza perchè basta vivere.
Voto: 10
Il manga di cui vi vado a parlare è una delle opere più belle di Rumiko Takahashi: "La Saga della Sirena" che si compone di tre volumi con tre titoli differenti: "Il Bosco della Sirena", "Il Segno della Sirena" e "La Maschera della Sirena".
Recuperai questo manga al Romics dopo aver letto un commento su un forum che diceva "Se volete leggere qualcosa che meriti veramente della Takahashi leggete La saga della sirena". E non mi sono affatto pentita dell'acquisto.
C'è da dire che quest'opera è molto diversa dai titoli più famosi dell'autrice (quali Lamù, Ranma 1/2, Maison Ikkoku, Inuyasha ecc.): non è basata sulla comicità e l'ironia ma sulla drammaticità e l'Horror.
La storia è incentrata su una leggenda secondo cui chi mangia carne di sirena può diventare immortale e godere dell'eterna giovinezza. Quello che molti non sanno è che però frequentemente il corpo umano non è in grado di tollerare questa carne e per queste persone essa risulta un veleno che porta alla morte o alla trasformazione in "essere imperfetto" e cioè un mostro privo di anima e razionalità.
Il protagonista è Yuta, apparentemente un normale ragazzo di vent'anni ma che in realtà è un immortale che vive da più di 5 secoli, che parte per un viaggio alla ricerca di un modo per tornare ad invecchiare diretto verso un villaggio in cui si dice vivano delle sirene. Nel villaggio in questione incontra Mana, una bellissima ragazza, che per una serie di circostanze è diventata immortale. Per la prima volta Yuta incontra qualcuno come lui e Mana decide di seguirlo nel suo viaggio.
Il manga è costituito da vari episodi più o meno autoconclusivi in cui vedremo le varie vicende ed avventure dei due ragazzi in seguito al loro incontro ma anche il passato di Yuta e i suoi vecchi amori.
E' senz'altro un manga ben riuscito in cui la Takahashi riesce a dimostrare di avere talento anche in generi molto diversi dai soliti.
I personaggi sono ben caratterizzati: dal personaggi di Yuta traspare una grande solitudine e malinconia com'è ovvio che sia per chi vede morire continuamente i propri cari.
Il manga è stato pubblicato dalla Star Comics in un'edizione molto buona: pagine molto bianche appena trasparenti, buona rilegatura e tante pagine a colori veramente molto belle ma non presenta sovraccoperta.
Il tratto è il solito della Takahashi, riconoscibilissimo e noto un pò a tutti ma che a me piace.
Lo consiglio tantissimo sia ai fan della Takahashi sia a chi non piace perchè il manga in questione differisce tantissimo dalle sue opere più note sia per lunghezza che per genere.
Recuperai questo manga al Romics dopo aver letto un commento su un forum che diceva "Se volete leggere qualcosa che meriti veramente della Takahashi leggete La saga della sirena". E non mi sono affatto pentita dell'acquisto.
C'è da dire che quest'opera è molto diversa dai titoli più famosi dell'autrice (quali Lamù, Ranma 1/2, Maison Ikkoku, Inuyasha ecc.): non è basata sulla comicità e l'ironia ma sulla drammaticità e l'Horror.
La storia è incentrata su una leggenda secondo cui chi mangia carne di sirena può diventare immortale e godere dell'eterna giovinezza. Quello che molti non sanno è che però frequentemente il corpo umano non è in grado di tollerare questa carne e per queste persone essa risulta un veleno che porta alla morte o alla trasformazione in "essere imperfetto" e cioè un mostro privo di anima e razionalità.
Il protagonista è Yuta, apparentemente un normale ragazzo di vent'anni ma che in realtà è un immortale che vive da più di 5 secoli, che parte per un viaggio alla ricerca di un modo per tornare ad invecchiare diretto verso un villaggio in cui si dice vivano delle sirene. Nel villaggio in questione incontra Mana, una bellissima ragazza, che per una serie di circostanze è diventata immortale. Per la prima volta Yuta incontra qualcuno come lui e Mana decide di seguirlo nel suo viaggio.
Il manga è costituito da vari episodi più o meno autoconclusivi in cui vedremo le varie vicende ed avventure dei due ragazzi in seguito al loro incontro ma anche il passato di Yuta e i suoi vecchi amori.
E' senz'altro un manga ben riuscito in cui la Takahashi riesce a dimostrare di avere talento anche in generi molto diversi dai soliti.
I personaggi sono ben caratterizzati: dal personaggi di Yuta traspare una grande solitudine e malinconia com'è ovvio che sia per chi vede morire continuamente i propri cari.
Il manga è stato pubblicato dalla Star Comics in un'edizione molto buona: pagine molto bianche appena trasparenti, buona rilegatura e tante pagine a colori veramente molto belle ma non presenta sovraccoperta.
Il tratto è il solito della Takahashi, riconoscibilissimo e noto un pò a tutti ma che a me piace.
Lo consiglio tantissimo sia ai fan della Takahashi sia a chi non piace perchè il manga in questione differisce tantissimo dalle sue opere più note sia per lunghezza che per genere.
Yuta ha mangiato la carne di sirena che gli ha regalato l'immortalità e l'eterna giovinezza, è uno dei pochi fortunati perché per la maggior parte delle persone questa carne è un potente veleno. Condannato ad una vita di solitudine, tutti i suoi cari invecchiano e muoiono mentre lui rimane sempre lo stesso, Yuta si mette in cammino alla ricerca di una sirena che possa aiutarlo a tornare normale.
La Saga delle Sirene è il racconto di questo viaggio, il punto d'inizio per il lettore è l'incontro di Yuta con Mana, una ragazza moderna che condivide il suo destino di immortale e decide di seguirlo in questo viaggio. Successivamente la narrazione si può dire che sia suddivisa in episodi con Yuta e Mana ed episodi flashback della vita di Yuta precedenti il fatidico incontro. Gli episodi flashback sono particolarmente interessanti perché ricoprono vari momenti storici (considerando che Yuta è immortale da 500 anni).
Nonostante io prediliga il lato comico della Takahashi, questo manga malinconico e un po' horror mi ha veramente conquistata; ogni storia è coinvolgente, lo strazio di Yuta quando affronta le sofferenze che la carne di sirena porta alle persone è palpabile, si respira quasi il suo senso di colpa per essere uno dei pochi eletti ma anche la tristezza di non poter godersi una vita normale e tranquilla.
La classe di quest'opera è indiscutibile, leggetela e non ve ne pentirete.
La Saga delle Sirene è il racconto di questo viaggio, il punto d'inizio per il lettore è l'incontro di Yuta con Mana, una ragazza moderna che condivide il suo destino di immortale e decide di seguirlo in questo viaggio. Successivamente la narrazione si può dire che sia suddivisa in episodi con Yuta e Mana ed episodi flashback della vita di Yuta precedenti il fatidico incontro. Gli episodi flashback sono particolarmente interessanti perché ricoprono vari momenti storici (considerando che Yuta è immortale da 500 anni).
Nonostante io prediliga il lato comico della Takahashi, questo manga malinconico e un po' horror mi ha veramente conquistata; ogni storia è coinvolgente, lo strazio di Yuta quando affronta le sofferenze che la carne di sirena porta alle persone è palpabile, si respira quasi il suo senso di colpa per essere uno dei pochi eletti ma anche la tristezza di non poter godersi una vita normale e tranquilla.
La classe di quest'opera è indiscutibile, leggetela e non ve ne pentirete.
Ningyo Series o meglio La saga delle Sirene è una mini-serie scritta da Rumiko Takahashi tra il 1984 e il 1994 che narra le vicende di Yuta e Mana, un ragazzo e una ragazza che sono divenuti immortali dopo aver mangiato carne di sirena. Chi mangia la carne di sirena infatti è condannato a morire o a trasformarsi in un essere mostruoso, vi sono però pochi prescelti che invece ottengono l'eterna giovinezza, ma ricevere l'immortalità tanto desiderata sarà davvero un bene?
Nei 3 volumi vengono raccontate 9 vicende e dopo il terzo la serie non è mai stata ripresa. Comunque anche così questo manga resta un gioiellino, d'altronde la fine del terzo volume non lascia in sospeso quasi niente. Da quest'opera sono tratti 2 OAV tra il 1991 e il 1993, pubblicati in VHS in Italia da Yamato Video e una serie TV di 13 episodi nel 2003 inedita nel nostro paese. Un vero peccato che un must del genere sia passato abbastanza in sordina rispetto alle altre opere più famose della mangaka.
Credo che questa sia non solo una delle più belle opere di Rumiko Takahashi, ma anche uno dei più bei manga horror che io abbia mai letto. Le sensazioni che ho provato leggendo questo manga penso di averle provate soltanto con Gantz. Una storia che prende fin da subito e tiene incollato il lettore senza mai scadere nella banalità, forse solo il fatto che Yuta e Mana gira e rigira si ritrovano sempre di fronte a persone che hanno avuto a che fare con la carne di sirena possono effettivamente sembrare delle coincidenze forzate, tuttavia io in via filosofica la vedo come una condanna; chi ha avuto a che fare con la carne di sirena non riuscirà mai a liberarsi di essa e delle sventure che gli capiteranno.
Il disegno è il solito della Takahashi, si può notare un'evoluzione stilistica non indifferente dal primo volume dal tratto più tondeggiante, al terzo più spigoloso come le recenti opere della sensei. In alcuni dei racconti si possono riscontrare delle analogie con Inuyasha, vedasi il villaggio di donne del primo racconto e i briganti dell'era Sengoku del secondo. Insomma consigliato a tutti, amanti e non della Takahashi.
Nei 3 volumi vengono raccontate 9 vicende e dopo il terzo la serie non è mai stata ripresa. Comunque anche così questo manga resta un gioiellino, d'altronde la fine del terzo volume non lascia in sospeso quasi niente. Da quest'opera sono tratti 2 OAV tra il 1991 e il 1993, pubblicati in VHS in Italia da Yamato Video e una serie TV di 13 episodi nel 2003 inedita nel nostro paese. Un vero peccato che un must del genere sia passato abbastanza in sordina rispetto alle altre opere più famose della mangaka.
Credo che questa sia non solo una delle più belle opere di Rumiko Takahashi, ma anche uno dei più bei manga horror che io abbia mai letto. Le sensazioni che ho provato leggendo questo manga penso di averle provate soltanto con Gantz. Una storia che prende fin da subito e tiene incollato il lettore senza mai scadere nella banalità, forse solo il fatto che Yuta e Mana gira e rigira si ritrovano sempre di fronte a persone che hanno avuto a che fare con la carne di sirena possono effettivamente sembrare delle coincidenze forzate, tuttavia io in via filosofica la vedo come una condanna; chi ha avuto a che fare con la carne di sirena non riuscirà mai a liberarsi di essa e delle sventure che gli capiteranno.
Il disegno è il solito della Takahashi, si può notare un'evoluzione stilistica non indifferente dal primo volume dal tratto più tondeggiante, al terzo più spigoloso come le recenti opere della sensei. In alcuni dei racconti si possono riscontrare delle analogie con Inuyasha, vedasi il villaggio di donne del primo racconto e i briganti dell'era Sengoku del secondo. Insomma consigliato a tutti, amanti e non della Takahashi.
È per me il secondo manga che leggo della Takahashi, di cui ho visto molte trasposizioni animate di suoi lavori, ed è quello che reputo il migliore. Sovverte un elemento spesso presente in vari anime/manga, quello dell'immortalità, che la stessa autrice ci fa dubitare di volere. C'è chi la rincorre, un idea romantica di esistenza eterna, ma anche chi ci ritrova immortale e vorrebbe tornare indietro.
Nonostante l'elitarietà dell'immortalità descritta, vi è anche chi non è adatto a essa e viene trasformato in mostro da ciò che lo dovrebbe rendere immortale.
Purtroppo è un'opera incompleta, cosa che in genere mi porta a non leggere dei manga anche ottimi, ma invece con La saga della sirena, anche avendo saputo di questa incompletezza, ho voluto completare la lettura.
Leggerlo è come leggere di una leggenda, di una storia mitologica che non deve avere per forza una conclusione, forse i protagonisti non sono eccessivamente originali ma non è una pecca e anzi ci si concentra sulla loro vita non volendo che finisca.
Nonostante l'elitarietà dell'immortalità descritta, vi è anche chi non è adatto a essa e viene trasformato in mostro da ciò che lo dovrebbe rendere immortale.
Purtroppo è un'opera incompleta, cosa che in genere mi porta a non leggere dei manga anche ottimi, ma invece con La saga della sirena, anche avendo saputo di questa incompletezza, ho voluto completare la lettura.
Leggerlo è come leggere di una leggenda, di una storia mitologica che non deve avere per forza una conclusione, forse i protagonisti non sono eccessivamente originali ma non è una pecca e anzi ci si concentra sulla loro vita non volendo che finisca.
A mio avviso il più bel manga della Takahashi. Tratta di temi interessanti e avvincenti, i personaggi sono ben caratterizzati e la trama è originale e ben costruita. Il fatto che siano tutte piccole saghe che non durano più di 3 capitoli fa sì che non venga mai a noia e che si continui a seguire con interesse le vicende dei protagonisti. Ciò che mi ha colpito molto sono anche i disegni, estremamente precisi, che descrivono perfettamente ogni dettaglio. Mi auguro che l'autrice si decida ad andare avanti perché 3 volumi sono un po' pochini.
L'immortalità. Molti la vogliono, convinti che vivere per sempre porti solo la felicità. Ma siamo davvero sicuri che sia così?
Questa è, a mio parere, la migliore opera della Takahashi. Niente risate, niente gioia: questa è una serie cupa, abbastanza adulta dati i temi trattati. Qui si fa sul serio e l'autrice dimostra di saperci fare alla grande, mettendo in scena tutti gli inconvenienti che deriva l'essere immortale. I disegni sono nel suo stile e questo, magari, può stonare leggermente, ma non toglie nulla alla trama.
Quindi, io vi chiedo: siete pronti a scoprire cosa significa essere immortali?
Questa è, a mio parere, la migliore opera della Takahashi. Niente risate, niente gioia: questa è una serie cupa, abbastanza adulta dati i temi trattati. Qui si fa sul serio e l'autrice dimostra di saperci fare alla grande, mettendo in scena tutti gli inconvenienti che deriva l'essere immortale. I disegni sono nel suo stile e questo, magari, può stonare leggermente, ma non toglie nulla alla trama.
Quindi, io vi chiedo: siete pronti a scoprire cosa significa essere immortali?
Questo manga affronta il tema dell'immortalità, il sogno di tanti protagonisti di manga, anime, nonché di romanzi, film, eccetera. Il protagonista Yuta fin dalla prima pagina l'ha già ottenuta, ma attraverso la sua triste esperienza ci mostra l'altra faccia della medaglia: è vero, si vive per secoli, si guarisce da ogni ferita e da ogni malattia, ma si affronta anche l'orrore di vedere tutti i propri cari invecchiare e morire, rimanendo irrimediabilmente soli, il che si ripete ogni volta, per tutti i nuovi affetti che ci si può essere di volta in volta trovati. Yuta, ormai sull'orlo alla disperazione, trova finalmente qualcuno nella sua stessa identica situazione, Mana, ed insieme intraprendono un lungo viaggio.
Nelle bellissime storie di questi 3 volumetti, principalmente horror ma non solo, la Takahashi ci mostra il tormento di questi 2 protagonisti (che hanno trovato almeno un certo conforto e sostegno l'uno nell'altra), ma anche quello di tanti personaggi più o meno interessanti, che affrontano le più varie esperienze: la paura della morte rende incapaci di ragionare, così vediamo chi cerca invano di mangiare la prodigiosa carne di sirena anche a costo di uccidere, chi ne rimane ucciso, chi ancora ottiene soltanto di diventare un mostro. Trovo difficile spiegare adeguatamente i contenuti di questo manga, bisogna soltanto leggerlo. Sinceramente non so se sperare che la Takahashi lo continui, perché per me il finale potrebbe essere anche quello del terzo volumetto, che mi pare del tutto coerente col resto della storia.
I disegni sono bellissimi, del periodo migliore della Takahashi; l'edizione, pur senza sovracopertina, è di tutto rispetto (a proposito, spero che la Star Comics non si regoli come per One pound gospel in caso di prosecuzione...). Voto finale: 10
Nelle bellissime storie di questi 3 volumetti, principalmente horror ma non solo, la Takahashi ci mostra il tormento di questi 2 protagonisti (che hanno trovato almeno un certo conforto e sostegno l'uno nell'altra), ma anche quello di tanti personaggi più o meno interessanti, che affrontano le più varie esperienze: la paura della morte rende incapaci di ragionare, così vediamo chi cerca invano di mangiare la prodigiosa carne di sirena anche a costo di uccidere, chi ne rimane ucciso, chi ancora ottiene soltanto di diventare un mostro. Trovo difficile spiegare adeguatamente i contenuti di questo manga, bisogna soltanto leggerlo. Sinceramente non so se sperare che la Takahashi lo continui, perché per me il finale potrebbe essere anche quello del terzo volumetto, che mi pare del tutto coerente col resto della storia.
I disegni sono bellissimi, del periodo migliore della Takahashi; l'edizione, pur senza sovracopertina, è di tutto rispetto (a proposito, spero che la Star Comics non si regoli come per One pound gospel in caso di prosecuzione...). Voto finale: 10
Sono una grande fan della Takahashi e come fan non ho potuto farmi scappare questa serie, così drammatica e molto differente da tutte le altre sue opere passate e ancora in corso. Quando ho iniziato a leggerla, mi aspettavo una storia romantica/comica e leggermente drammatica... mi sbagliavo. La Saga delle Sirene è l'opera più bella proprio perché Rumiko ha dimostrato di saper creare una storia priva di quella comicità che io adoro e scambiarla con la drammaticità pura.
I disegni sono nel solito stile Takahashi, che si riconosce in tutti i suoi lavori.
Bene e ora passiamo a una breve trama. Yuta è alla ricerca di un paesino sperduto dove si narra che vi abitano delle sirene. La Carne di Sirena dona l'immortalità e l'eterna giovinezza, ma bisogna esserne portati perché se il proprio corpo non è in grado di sopportare il cambiamento, la carne di Sirena può trasformarsi in un letale veleno, o peggio trasformare in un mostro privo di anima e di grazia. Raggiunto il villaggio, si scoprirà che il ragazzo è già immortale per aver mangiato la carne. Qui conoscerà Mana, una ragazza anche lei immortale da poco. Perché restare da soli, quando si è entrambi immortali? Cominceranno il loro viaggio, in cui vicende oscure e vite di altri del passato si intrecceranno con il loro destino.
Spero che Rumiko decida di completare quest'opera, che merita sicuramente di essere letta!
I disegni sono nel solito stile Takahashi, che si riconosce in tutti i suoi lavori.
Bene e ora passiamo a una breve trama. Yuta è alla ricerca di un paesino sperduto dove si narra che vi abitano delle sirene. La Carne di Sirena dona l'immortalità e l'eterna giovinezza, ma bisogna esserne portati perché se il proprio corpo non è in grado di sopportare il cambiamento, la carne di Sirena può trasformarsi in un letale veleno, o peggio trasformare in un mostro privo di anima e di grazia. Raggiunto il villaggio, si scoprirà che il ragazzo è già immortale per aver mangiato la carne. Qui conoscerà Mana, una ragazza anche lei immortale da poco. Perché restare da soli, quando si è entrambi immortali? Cominceranno il loro viaggio, in cui vicende oscure e vite di altri del passato si intrecceranno con il loro destino.
Spero che Rumiko decida di completare quest'opera, che merita sicuramente di essere letta!
La storia narra le vicende di Yuta e Mana, due ragazzi divenuti immortali dopo aver mangiato carne di sirena.
A mio avviso questa è una delle opere più belle della Takahashi, il dramma dell'immortalità, la sofferenza che si prova a vivere centinaia di anni completamente da soli, vengono narrati con grande maestria e colpiscono direttamente al cuore.
Il manga può essere definito di tipo horror, ma sono i sentimenti come amicizia, amore, vendetta, a farla da padrone coinvolgendo sin dall'inizio il lettore. Nei 3 volumetti che compongono la serie, vengono narrate diverse storie, alcune bellissime, tutte importanti per comprendere la personalità e il dramma dei personaggi e il legame che li unisce.
L'edizione della Star è sicuramente di buona qualità, nonostante risalga al lontano 1998 in ognuno dei 3 volumi sono presenti le tavole a colori come in originale e anche la carta è buona, peccato manchino le sovracoperte.
Unica pecca della storia è che, purtroppo, è interrotta ormai da tantissimi anni e non si sa se la Takahashi la riprenderà mai in mano per concluderla.
A mio avviso questa è una delle opere più belle della Takahashi, il dramma dell'immortalità, la sofferenza che si prova a vivere centinaia di anni completamente da soli, vengono narrati con grande maestria e colpiscono direttamente al cuore.
Il manga può essere definito di tipo horror, ma sono i sentimenti come amicizia, amore, vendetta, a farla da padrone coinvolgendo sin dall'inizio il lettore. Nei 3 volumetti che compongono la serie, vengono narrate diverse storie, alcune bellissime, tutte importanti per comprendere la personalità e il dramma dei personaggi e il legame che li unisce.
L'edizione della Star è sicuramente di buona qualità, nonostante risalga al lontano 1998 in ognuno dei 3 volumi sono presenti le tavole a colori come in originale e anche la carta è buona, peccato manchino le sovracoperte.
Unica pecca della storia è che, purtroppo, è interrotta ormai da tantissimi anni e non si sa se la Takahashi la riprenderà mai in mano per concluderla.
Siete sicuri di volere l'immortalità? Sicuri di voler mettere in gioco la vostra stessa vita se non la stessa anima? Questi sono i pericolosissimi poteri della carne della sirena.
La serie horror meglio riuscita della Takahashi, racconta le vicende di due immortali appena conosciuti alle prese di diverse vicende, riguardanti spesso chi brama o chi ha ottenuto la vita eterna.
Spesso tale dono è foriero di sventura, tanto che molti che se ne cibano diventano sì immortali ma mostri altre volte pazzi... una storia molto toccante peccato che non sia ancora finita.
La serie horror meglio riuscita della Takahashi, racconta le vicende di due immortali appena conosciuti alle prese di diverse vicende, riguardanti spesso chi brama o chi ha ottenuto la vita eterna.
Spesso tale dono è foriero di sventura, tanto che molti che se ne cibano diventano sì immortali ma mostri altre volte pazzi... una storia molto toccante peccato che non sia ancora finita.