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GianniGreed

Volumi letti: 8/8 --- Voto 6
“Tenkuu no Escaflowne” o “The Vision of Escaflowne” è una serie anime del 1996, creata e realizzata da Shoji Kawamori. L’anime ha ottenuto un grande successo internazionale, e oltre alla versione televisiva, sono state realizzate anche due serie manga, che pur basandosi sullo stesso soggetto, presentano storie diverse dalla controparte televisiva.

Il manga omonimo oggetto della recensione è stato realizzato prima dell’effettiva messa in onda della prima puntata.

Quando il progetto “Escaflowne” era ancora in fase embrionale, Kawamori e la produzione, decisero di affidare la realizzazione della versione manga a Katsu Aki, un autore di shonen manga, famoso principalmente per il manga di lungo corso “Futari H” (successivo a questo “Escaflowne”), con l’intento preciso di creare una storia dal taglio avventuroso e con scene d’azione.

All’autore è stato fornito il materiale iniziale quali alcune pagine di sceneggiatura con l’abbozzo della trama e il design dei robot della serie. Gli è stata data anche molta libertà, sia per l’aspetto grafico dei personaggi, che per alcune scelte della trama.

Il risultato è stata una storia completamente diversa e inedita rispetto a quella della serie anime, che all’epoca dell’uscita del primo capitolo di questo manga, non esisteva ancora.

La trama alla base e gli elementi e personaggi principali ci sono tutti: Hitomi che finisce su Gaea, Van, Allen, Dilandau, la guerra tra Fanelia e Zaibarch, Donkirk, l’Escaflowne.
Come detto però, l’impostazione della storia è quella tipica di uno shonen manga. Il vero protagonista della storia non è più Hitomi, ma il principe Van, che qui nel manga è una testa calda, sempre pronto a impugnare la spada. La storia diventa il racconto della sua battaglia personale contro i nemici del suo regno, che lo porterà a crescere e maturare come guerriero e come uomo. Hitomi, la protagonista dell’anime, è ovviamente presente, e ha un ruolo importantissimo, ma in qualche modo ridimensionato. Non mancano nemmeno Allen, Dilandau e gli altri personaggi principali, anche se diversi graficamente.

Grande spazio all’interno della storia è riservato alle battaglie a colpi di spada tra Van e i suoi avversari, così come per quelle combattute a bordo dei diversi robot che tutti pilotano. Non manca nemmeno un pizzico di fan service, con Hitomi che finisce spesso mezza nuda a causa di forze esterne (tipo ogni volta che si trasforma perde i vestiti).

I disegni di Katsu Aki sono molto buoni e belli a vedersi. La sua Hitomi è una bella ragazza, molto femminile e molto più sexy di quella della serie anime, e anche il design degli altri personaggi non è male, anche se molto diverso. Il design dei robot è invece l’unica cosa uguale che è stata presa dall’anime. L’Escaflowne, lo Scherazade e gli altri Guymelef sono tutti ben realizzati graficamente, anche durante le scene di combattimento, che sono sempre molto dinamiche e abbastanza facili da comprendere, tranne che in poche occasioni dove ci sono troppi personaggi in una sola pagina.

Per diversi aspetti, la versione manga di “Escaflowne” è molto valida. I disegni sono di buona qualità, e la storia è avvincente quanto basta, pur non essendo nulla di troppo speciale rispetto ai canoni dei manga shonen di avventura. La particolarità maggiore è ovviamente quella di presentare una storia completamente nuova rispetto a quella dell’anime. Questo è allo stesso tempo il suo maggior pregio e il suo peggior difetto. Se chi lo legge ha amato la storia della versione anime, si ritroverà con una storia che stravolge personaggi e situazioni, forse peggiorandoli. Chi invece non ha apprezzato l’anime, può dare una seconda occasione ad “Escaflowne”, con una storia che pur gradevole, risulta inevitabilmente più semplice e meno ispirata rispetto a quella dell’anime.