Danguard A
Finché non sono usciti i dvd, Danguard era solo un bel ricordo. Perciò ho comperato volentieri i volumi, anche se erano solo due e la cover un tantino dimessa.
Devo proprio ricordarmi che spesso i manga di Matsumoto (e Nagai) non sono che prove generali. Delle infarinature di quello che rappresenta l'anime.
In questo caso è peggio e sembra proprio una presa in giro. Il Danguard robot, in posizione statica, non si vede che nell'ultima vignetta. Che colorata è diventata la cover del primo volume. Si vabbé la versione jet del robot, ma noi vorremmo vedere pure quello agire come un robot. E anche in jet si vede praticamente niente. Un paio di vignette e una da "tutti i pezzi smontati".
Tolto quello, la storia del decimo pianeta magari è anche accettabile (in realtà anche qui...). Ma se uno compra "Danguard A" è perché vuole vederlo in azione. Questa è la vendetta di Matsumoto per averlo costretto a fare una serie robotica che lui non voleva. Ok bello, ma così te la rifai su di noi! Se non ti andava lo passavi a un assistente.
Da evitare se volete leggere un fumetto su Danguard col Danguard!
Devo proprio ricordarmi che spesso i manga di Matsumoto (e Nagai) non sono che prove generali. Delle infarinature di quello che rappresenta l'anime.
In questo caso è peggio e sembra proprio una presa in giro. Il Danguard robot, in posizione statica, non si vede che nell'ultima vignetta. Che colorata è diventata la cover del primo volume. Si vabbé la versione jet del robot, ma noi vorremmo vedere pure quello agire come un robot. E anche in jet si vede praticamente niente. Un paio di vignette e una da "tutti i pezzi smontati".
Tolto quello, la storia del decimo pianeta magari è anche accettabile (in realtà anche qui...). Ma se uno compra "Danguard A" è perché vuole vederlo in azione. Questa è la vendetta di Matsumoto per averlo costretto a fare una serie robotica che lui non voleva. Ok bello, ma così te la rifai su di noi! Se non ti andava lo passavi a un assistente.
Da evitare se volete leggere un fumetto su Danguard col Danguard!
Premetto che non ho mai visto il relativo anime, ma essendo un estimatore di Leiji Matsumoto e delle famose serie robot del maestro Go Nagai ero molto curioso di leggere l’esordio di Matsumoto in questo genere che non è propriamente il suo.
Effettivamente la storia è veramente ben congegnata ed anche molto originale rispetto alle più rinomate serie dedicate alle saghe robot, dove la struttura principale è sempre la solita: il pianeta Terra è minacciato da terribili mostri alieni, l’unica speranza è il robot costruito e pilotato dagli umani, che combatte contro i temibili mostri alieni e così via. Niente di tutto ciò, Danguard A è completamente un’altra storia; può piacere o non piacere senza vie di mezzo. Nei due soli volumi di cui è composto il manga ritroviamo azione, combattimenti, mistero, fantascienza, amore paterno e molto altro. Sicuramente si merita un 8 per l’originalità, mentre si merita solo un 6 per aver disegnato solo due miseri volumi a fronte del buon potenziale che prometteva il manga, per questo do un 7. I personaggi sono sempre i soliti attori che ritroviamo in tutte le opere di Leiji Matsumoto, il tratto è inconfondibile e tipico, in linea con le altre opere del mangaka.
L’edizione della Goen è di pregevole fattura, stampata in grande formato, con sovracopertina a colori e carta di media grammatura. Il prezzo è adeguato all’edizione.
In conclusione consiglio la lettura di quest’opera solo ai fan di Matsumoto e agli amanti del genere robot.
Effettivamente la storia è veramente ben congegnata ed anche molto originale rispetto alle più rinomate serie dedicate alle saghe robot, dove la struttura principale è sempre la solita: il pianeta Terra è minacciato da terribili mostri alieni, l’unica speranza è il robot costruito e pilotato dagli umani, che combatte contro i temibili mostri alieni e così via. Niente di tutto ciò, Danguard A è completamente un’altra storia; può piacere o non piacere senza vie di mezzo. Nei due soli volumi di cui è composto il manga ritroviamo azione, combattimenti, mistero, fantascienza, amore paterno e molto altro. Sicuramente si merita un 8 per l’originalità, mentre si merita solo un 6 per aver disegnato solo due miseri volumi a fronte del buon potenziale che prometteva il manga, per questo do un 7. I personaggi sono sempre i soliti attori che ritroviamo in tutte le opere di Leiji Matsumoto, il tratto è inconfondibile e tipico, in linea con le altre opere del mangaka.
L’edizione della Goen è di pregevole fattura, stampata in grande formato, con sovracopertina a colori e carta di media grammatura. Il prezzo è adeguato all’edizione.
In conclusione consiglio la lettura di quest’opera solo ai fan di Matsumoto e agli amanti del genere robot.
Obbiettivamente sono un fan della serie animata e se non avessi avuto un regalo da un amico non avrei acquistato questo manga, nella nuova edizione della R.W. - Goen Division - probabilmente perdendo davvero l'opportunità di apprezzare un sorprendente manga di Leiji Matsumoto: volete avventura? C'è. Volete pathos? C'è. Volete complotti, omicidi, azione. Lotta, una lotta fra uomini non tanto fra macchine, e questo mi ha fatto semmpre avvicinare Danguard a Gundam, per raggiungere obbiettivi comprensibilissimi ( pur nella loro follia). Ci sono. Volete un grandioso scenario di fantascienza? C'è. Volete vedere la follia di un gruppo di persone che si sono autoproclamati Puri, rifiutando agli altri il diritto di dirsi umani? C'è anche quello... in poche puntuali pagine nelle quali Matsumoto denuncia tutta la follia che nutre certo genere di persone attraverso il dialogo fra il protagonista ed un gruppo di donne, bellissime... E c'è persino il Danguard Ace - grandioso e imponente come lo ritroviamo nella serie animata capace con la sola forza del suo movimento di annientare i nemici.
Eppure il manga non è una mera trasposizione animata della lotta contro Doppler, ma una storia a se stante. Che riprende il racconto e lo sviluppa in modo autonomo. Una fragilissima storia come spesso sono i disegni di Leiji Matsumoto. Qualcuno potrebbe restarne perplesso, se siete fan dei faticosi percorsi iniziatici con i quali sportivi, piloti, campioni di ogni sport si impadroniscono della mossa che li metterà in grado di vincere ogni incontro, della super tecnica di guida, evitate il manga. Questo percorso, ben presente nell'anime, Matsumoto lo ha in gran parte evitato, scegliendo una strada nuova.
A completare il tutto - in questa nuova edizione - un manga che l'autore nipponico non ha mai portato avanti, il ragazzo robot.
Buona e ben curata questa nuova edizione che si rifà all'edizione de luxe dei volumi giapponesi, leggermente più grande del normale, dunque.
Eppure il manga non è una mera trasposizione animata della lotta contro Doppler, ma una storia a se stante. Che riprende il racconto e lo sviluppa in modo autonomo. Una fragilissima storia come spesso sono i disegni di Leiji Matsumoto. Qualcuno potrebbe restarne perplesso, se siete fan dei faticosi percorsi iniziatici con i quali sportivi, piloti, campioni di ogni sport si impadroniscono della mossa che li metterà in grado di vincere ogni incontro, della super tecnica di guida, evitate il manga. Questo percorso, ben presente nell'anime, Matsumoto lo ha in gran parte evitato, scegliendo una strada nuova.
A completare il tutto - in questa nuova edizione - un manga che l'autore nipponico non ha mai portato avanti, il ragazzo robot.
Buona e ben curata questa nuova edizione che si rifà all'edizione de luxe dei volumi giapponesi, leggermente più grande del normale, dunque.
Danguard A è un serie di due volumi creata da Leiji Matsumoto (pseudonimo di Akira Matsumoto) e portata in Italia da Planet Manga al prezzo di 4 euro.
Ho fatto una fatica inaudita a leggere questo manga, infatti ho deciso di fare una recensione su questa serie proprio perché non voglio che la gente faccia lo sbaglio che ho fatto io.
Ho capito che odio la fantascienza, ma questa serie è assolutamente pessima dalla A alla Z, il solo elemento che ho apprezzato è stato lo spunto iniziale, infatti per il resto non ho apprezzato niente.
Lo spunto iniziale è molto valido, infatti penso che proprio per questo la trama sia abbastanza buona e le prime pagine siano anche godibili, l'umanità decide di migrare su Prometeo dato che la Terra è messa male, Prometeo è un pianeta che si avvicina alla Terra solo ogni centosettanta milioni di anni. Ma alla fine la storia si rovina per via dei cambi di scena e delle diramazioni mal impostati, che non aiutano di certo il lettore nel leggere la storia.
Il disegno non mi piace affatto e penso che questo sia dovuto alla periodo in cui Matsumoto ha creato la serie, infatti è stata creata negli anni settanta. Forse è un disegno troppo confusionario ma oltre a questo non trovo molte altre ragioni.
I personaggi del manga non sono fatti molto bene, ha quasi più importanza l'antagonista che il protagonista. Escludendo tre o quattro personaggi importanti gli altri sono quasi del tutto inutili alla serie e poi naturalmente sono mal disegnati.
Questo manga lo consiglio solo e ripeto solo agli appassionati sfegatati di fantascienza. Se trovate in fumetteria questa serie non lasciatevi attrarre dal nome del grande Matsumoto perché gli unici manga veramente belli di questo autore, secondo me, sono Capitan Harlock e Galaxy Express 999.
In poche parole: assolutamente da dimenticare.
Ho fatto una fatica inaudita a leggere questo manga, infatti ho deciso di fare una recensione su questa serie proprio perché non voglio che la gente faccia lo sbaglio che ho fatto io.
Ho capito che odio la fantascienza, ma questa serie è assolutamente pessima dalla A alla Z, il solo elemento che ho apprezzato è stato lo spunto iniziale, infatti per il resto non ho apprezzato niente.
Lo spunto iniziale è molto valido, infatti penso che proprio per questo la trama sia abbastanza buona e le prime pagine siano anche godibili, l'umanità decide di migrare su Prometeo dato che la Terra è messa male, Prometeo è un pianeta che si avvicina alla Terra solo ogni centosettanta milioni di anni. Ma alla fine la storia si rovina per via dei cambi di scena e delle diramazioni mal impostati, che non aiutano di certo il lettore nel leggere la storia.
Il disegno non mi piace affatto e penso che questo sia dovuto alla periodo in cui Matsumoto ha creato la serie, infatti è stata creata negli anni settanta. Forse è un disegno troppo confusionario ma oltre a questo non trovo molte altre ragioni.
I personaggi del manga non sono fatti molto bene, ha quasi più importanza l'antagonista che il protagonista. Escludendo tre o quattro personaggi importanti gli altri sono quasi del tutto inutili alla serie e poi naturalmente sono mal disegnati.
Questo manga lo consiglio solo e ripeto solo agli appassionati sfegatati di fantascienza. Se trovate in fumetteria questa serie non lasciatevi attrarre dal nome del grande Matsumoto perché gli unici manga veramente belli di questo autore, secondo me, sono Capitan Harlock e Galaxy Express 999.
In poche parole: assolutamente da dimenticare.
Un bel giorno capito in fumetteria e, din don dan-guard'un po', di lato c'è una copia di un fumetto nell'edizione economica in due volumi della Panini: Danguard a 2,99 euro. Faccio due conti e decido che, anche se costa troppo (sono i 9 centesimi che proprio non mi vanno giù), l'edizione della D/Visual non potrà che costare almeno tre volte tanto, sempre che arrivi un giorno o l'altro: meglio sincerarsi che valga la pena. E allora via.
La trama richiama alcuni elementi di altre opere di Matsumoto, che per inciso ha la brutta abitudine di riciclare i nomi di cose e persone rendendo le storie ancora più complicate di quanto non siano già: il pianeta Prometeo si avvicina alla terra, trama che richiama quella de "La Regina dei Mille Anni" (il cui nome alieno è Lah Andromeda Prometeum, che è anche il nome della madre di Maeter, regina del pianeta Andromeda, come si ricorderà da Galaxy Express, quindi un bel guazzabuglio). Il fatto che il pianeta sia accompagnato in realtà dal proprio sole, è un particolare menzionato molto tardi, quindi all'inizio sembra proprio che Prometeo sia il decimo pianeta del sistema solare come nell'altra opera di Matsumoto, ma non è così. Ad ogni modo, il pianeta suscita il desiderio del dottor Oedo e di un nazistoide chiamato Doppler. Il primo intende sfruttarlo per garantire un futuro all'umanità, il secondo ne vuole fare la patria di una razza di eletti selezionati con criteri eugenetici e "prestazionali", abbandonando la Terra al suo destino che non appare affatto roseo.
Il manga non dà soddisfazione a chi gioisce per i combattimenti tra robottoni. Infatti, è totalmente incentrato sull'interazione tra i personaggi: oltre ai deliri di Doppler, è da ricordare principalmente il desiderio di riscatto del protagonista, Takuma, che vive con profondo dolore la fama di traditore del padre. Quest'ultimo, infatti, è ricordato da tutti come il sabotatore della prima missione di colonizzazione del pianeta Prometeo ed è perciò oggetto del disprezzo del mondo intero. Disprezzo che ricade sul figlio, in certi casi.
Il motore della narrazione è però un altro: Takuma entra quasi subito in conflitto con colui che dovrebbe addestrarlo per pilotare il Danguard, un certo Capitano Dan, il quale nasconde il viso dietro ad una maschera... Lascio a chi avrà il piacere di leggere il compito di capire chi ha citato chi.
I disegni sono di qualità a volte inferiore ad altri manga dello stesso autore, un po' meno evocativi. In compenso si tratta di un'opera molto fruibile da un punto di vista narrativo.
Ritengo interessante ricordare che Matsumoto venne chiamato a creare una serie robotica in seguito al divorzio tra Go Nagai e la Toei, e se ne uscì con Danguard. A voler essere maliziosi, si potrebbe pensare che il finale sia un velato sfottò proprio nei confronti di Go Nagai. Non posso dire perché, sarebbe uno spoiler micidiale, ma il fatto che il padre di Takuma si chiami Dantetsu puzza abbastanza (vedi Mao Dante e, in generale, il ruolo del poeta fiorentino nella produzione di Go Nagai). Oltretutto, è probabile che a Matsumoto l'intera faccenda dei robottoni desse a noia, e che da questo derivi il taglio particolare del racconto.
In conclusione, si può dire che Danguard sia un'opera minore, per quanto unica nel suo genere. Non troverei sorprendente se, proprio a causa del finale, il lettore medio cominciasse a tirare porconi dopo l'ultima pagina. Ma che si può fare? Matsumoto è Matsumoto. Lui fa così.
La trama richiama alcuni elementi di altre opere di Matsumoto, che per inciso ha la brutta abitudine di riciclare i nomi di cose e persone rendendo le storie ancora più complicate di quanto non siano già: il pianeta Prometeo si avvicina alla terra, trama che richiama quella de "La Regina dei Mille Anni" (il cui nome alieno è Lah Andromeda Prometeum, che è anche il nome della madre di Maeter, regina del pianeta Andromeda, come si ricorderà da Galaxy Express, quindi un bel guazzabuglio). Il fatto che il pianeta sia accompagnato in realtà dal proprio sole, è un particolare menzionato molto tardi, quindi all'inizio sembra proprio che Prometeo sia il decimo pianeta del sistema solare come nell'altra opera di Matsumoto, ma non è così. Ad ogni modo, il pianeta suscita il desiderio del dottor Oedo e di un nazistoide chiamato Doppler. Il primo intende sfruttarlo per garantire un futuro all'umanità, il secondo ne vuole fare la patria di una razza di eletti selezionati con criteri eugenetici e "prestazionali", abbandonando la Terra al suo destino che non appare affatto roseo.
Il manga non dà soddisfazione a chi gioisce per i combattimenti tra robottoni. Infatti, è totalmente incentrato sull'interazione tra i personaggi: oltre ai deliri di Doppler, è da ricordare principalmente il desiderio di riscatto del protagonista, Takuma, che vive con profondo dolore la fama di traditore del padre. Quest'ultimo, infatti, è ricordato da tutti come il sabotatore della prima missione di colonizzazione del pianeta Prometeo ed è perciò oggetto del disprezzo del mondo intero. Disprezzo che ricade sul figlio, in certi casi.
Il motore della narrazione è però un altro: Takuma entra quasi subito in conflitto con colui che dovrebbe addestrarlo per pilotare il Danguard, un certo Capitano Dan, il quale nasconde il viso dietro ad una maschera... Lascio a chi avrà il piacere di leggere il compito di capire chi ha citato chi.
I disegni sono di qualità a volte inferiore ad altri manga dello stesso autore, un po' meno evocativi. In compenso si tratta di un'opera molto fruibile da un punto di vista narrativo.
Ritengo interessante ricordare che Matsumoto venne chiamato a creare una serie robotica in seguito al divorzio tra Go Nagai e la Toei, e se ne uscì con Danguard. A voler essere maliziosi, si potrebbe pensare che il finale sia un velato sfottò proprio nei confronti di Go Nagai. Non posso dire perché, sarebbe uno spoiler micidiale, ma il fatto che il padre di Takuma si chiami Dantetsu puzza abbastanza (vedi Mao Dante e, in generale, il ruolo del poeta fiorentino nella produzione di Go Nagai). Oltretutto, è probabile che a Matsumoto l'intera faccenda dei robottoni desse a noia, e che da questo derivi il taglio particolare del racconto.
In conclusione, si può dire che Danguard sia un'opera minore, per quanto unica nel suo genere. Non troverei sorprendente se, proprio a causa del finale, il lettore medio cominciasse a tirare porconi dopo l'ultima pagina. Ma che si può fare? Matsumoto è Matsumoto. Lui fa così.