Golden Boy
Golden Boy è uscito in Giappone nel 1995 ed in pratica è stata la prima opera "celebre" di Tatsuya Egawa, che poi nel tempo si concentrerà anche in altre opere conosciute facendolo entrare di diritto tra i Mangaka simbolo del genere a cui appartiene appunto anche Golden Boy ossia quello dell'ecchi.
Kintaro Oe è un ragazzo non più nemmeno giovanissimo, ha 25 anni e gira il Giappone in bicicletta. Il suo scopo è quello di imparare il più possibile dalla vita.
La trama base, l'input iniziale, è piuttosto interessante e dato l'ampio margine che questo ne conseguirebbe potrebbe svilupparsi in svariate situazioni originali, e si potrebbero anche avere diverse situazioni molto divertenti. L'opera di Egawa però ha un grandissimo difetto di catapultarsi immediatamente in uno sviluppo invece banale ma a suo favore ed a suo modo sicuramente simpatico. Per tutto l'arco narrativo infatti le risate non mancano ed il protagonista è ben costruito. Kintaro Oe in pratica è un valido personaggio ma purtroppo come già affermato la trama non ne segue l'iter, sfociando e generando mini trame verticali senza quasi mai collegamento fra loro e spesso a conseguenza di pretesti imbarazzanti. A livello di scrittura non si può pertanto promuovere. Resta buona l'idea. Parlando dei disegni i tratti sono solo sufficienti, così come tutto l'aspetto grafico, con un tratto caratteristico dell'autore che certamente può venir apprezzato ma che, come non mai, è a discapito dei gusti personali. Forse avendo il manga svariate situazioni spinte, erotiche ecc... cioè da bollino rosso, un tratto più aggraziato e meno spigoloso si sarebbe adattato meglio alla trama.
Il manga culmina al decimo numero, bloccato dalla stessa casa editrice in madrepatria. Questo stop forzato ha generato un manga "in sospeso" che termina con la scritta "continua". Solo qualche anno più tardi Egawa potrà ultimare la sua opera con altri due volumi "Golden Boy 2".
Kintaro Oe è un ragazzo non più nemmeno giovanissimo, ha 25 anni e gira il Giappone in bicicletta. Il suo scopo è quello di imparare il più possibile dalla vita.
La trama base, l'input iniziale, è piuttosto interessante e dato l'ampio margine che questo ne conseguirebbe potrebbe svilupparsi in svariate situazioni originali, e si potrebbero anche avere diverse situazioni molto divertenti. L'opera di Egawa però ha un grandissimo difetto di catapultarsi immediatamente in uno sviluppo invece banale ma a suo favore ed a suo modo sicuramente simpatico. Per tutto l'arco narrativo infatti le risate non mancano ed il protagonista è ben costruito. Kintaro Oe in pratica è un valido personaggio ma purtroppo come già affermato la trama non ne segue l'iter, sfociando e generando mini trame verticali senza quasi mai collegamento fra loro e spesso a conseguenza di pretesti imbarazzanti. A livello di scrittura non si può pertanto promuovere. Resta buona l'idea. Parlando dei disegni i tratti sono solo sufficienti, così come tutto l'aspetto grafico, con un tratto caratteristico dell'autore che certamente può venir apprezzato ma che, come non mai, è a discapito dei gusti personali. Forse avendo il manga svariate situazioni spinte, erotiche ecc... cioè da bollino rosso, un tratto più aggraziato e meno spigoloso si sarebbe adattato meglio alla trama.
Il manga culmina al decimo numero, bloccato dalla stessa casa editrice in madrepatria. Questo stop forzato ha generato un manga "in sospeso" che termina con la scritta "continua". Solo qualche anno più tardi Egawa potrà ultimare la sua opera con altri due volumi "Golden Boy 2".
Premessa obbligatoria: questa analisi non è stata creata per invogliare a leggere l'opera, il mio intento è evidenziare i punti di forza e gli aspetti meno immediati, condividere conoscenze e riflessioni partorite a fine lettura.
Golden Boy è un manga di Tatsuya Egawa, edito da Shueisha nel 1995, che possiede contenuti per pochi individui, ma è stato recentemente proposto come "mainstream" e "capolavoro dell'erotico" per ampliare le vendite.
Cos'è Golden Boy? Non è un hentai, non è un ecchi, non è nulla di tutto ciò.
È un seinen di nicchia, che la gente ha confuso con l'anime, il quale al contrario è assolutamente riduttivo nei contenuti globali.
Kintaro Oe è un ragazzo di 25 anni, un freeter spensierato, che dopo aver imparato tutto quello che secondo lui c'era da imparare all'università di Tokyo, la abbandona per imparare a vivere veramente facendo esperienza nei più disparati campi.
Notiamo subito un'aspra critica da parte di Tatsuya Egawa alle istituzioni, che secondo lui al posto di incrementare la conoscenza, rendono semplicemente più torpidi i sensi dei giovani.
Se non gradite la perversione, non comprate Golden Boy.
Egawa è una persona bisognosa di uno psichiatra, ma si rivela a suo modo geniale.
In questi 10 volumi va a reinterpretare la struttura organizzativa giapponese e i rapporti umani che si sviluppano, non solo a livello carnale, ma anche cognitivo.
I personaggi di Egawa sono tra i più psicologicamente caratterizzati nei i seinen moderni e vengono accuratamente inseriti in una società, che se in apparenza risulta normale e tranquilla, è perversa e corrotta.
Tentiamo di spiegare quello che ho recepito a livello filosofico riguardo i contenuti.
La società giapponese si erge come modello, ma la sua funzione formatrice è distorta, e sfruttando tale pretesto l'autore da sfogo a numerose critiche sviluppate in maniera ricca e con dei concetti che si rifanno in molti punti a opere filosofiche anticapitaliste e saggi di carattere politico, economico e ambientale,
Per andare a spiegare come mai in quest'opera sgorghi un livello inimmaginabile di perversione, dobbiamo analizzare gli aspetti peculiari della vita giapponese, i suoi ritmi e i suoi bisogni completamente differenti da quella europea.
È largamente risaputo che uno delle più grandi diversità in questo ambito è l'inversione delle priorità, infatti in Giappone i bisogni collettivi dominano su quelli individuali.
Il non-dare sfogo a pulsioni interne genera costantemente traumi e nevrosi, che si ripercuotono sia nel comportamento di facciata che nel vero Io.
L'oppressione nei confronti della struttura e del sistema innesca dei sistemi psicologici che portano l'individuo all'evasione, il quale è un meccanismo umano intuitivo, che ognuno di noi nel corso della sua esistenza ha avuto modo di sperimentare.
Una delle massime rappresentazioni di questa oppressione si può riscontrare nella sessualità dei personaggi, i quali manifestano devianze di vario genere. Non rientrano nei canoni di normalità, tranne quando fingono un atteggiamento improbabile, ma una volta infranta quella barriera di pudicizia, tradizione e onore, essi rivelano la loro natura umana, e vivono sessualità e vita comune in maniera pura.
Kintaro Oe costituisce l'essenza dell'uomo perfetto, colui che riesce a disilludere, a rompere le barriere e i freni imposti dalla collettività estraendo l'istinto naturale, tanto è vero che chi riesce a cambiare non si limita più ad esser una semplice presenza, ma tramite l'esperienza è in grado di rifiutare gli schemi e i modelli imposti.
Come punto utopico nel contesto distopico, egli si dimostra l'anticonformista per definizione, vivendo come emarginato e trattato generalmente come essere inferiore dalla maggior parte delle figure femminili, ma, dimostrando la sua nobiltà d'animo riuscirà a portare alla cessazione di ogni alienazione e questo spiega perché alla fine quasi ogni altro personaggio si ritrovi a provare affetto per il protagonista. Egli si sacrifica pur di aiutare il prossimo, e la sua generale condotta è improntata al bene individuale e collettivo, da qui il significato del titolo Golden Boy:
Un ragazzo dalle incredibili capacità, che dopo aver constatato quanto sia sbagliato il sistema scolastico, riesce, tramite significativi gesti a trasformare parte di quel marcio indelebile presente nella società. Se in apparenza la sua personalità non faccia presagire questo, anzi si può dire che appaia spesso come uno sprovveduto agli occhi degli altri, è capace, in realtà di gesti estremi. Nel corso dell'opera lo si vedrà reinterpretare se stesso fino addirittura ad annullare la propria identità per sperimentare cosa vuol dire vivere
in un corpo di una liceale femminile.
Ma che funzione attribuisce Tetsuya alle sue ninfe?
Egawa raramente disegna brutte ragazze, e quando lo fa queste o mutano appropriandosi di innaturale bellezza o non vengono considerate. Le ragazze non sono umane, sono dee stupende vistosamente accattivanti, hanno dei fisici perfetti che ne esaltano la femminilità, espressioni seducenti e quasi sempre un forte carattere che le eleva in una posizione di apparente dominio totale sull'uomo.
Perché apparente?
Pagina dopo pagina questo dominio e questa sicurezza crolla sempre di più grazie all'azione di Kintaro.
Se analizziamo il manga, ma volendo strafare, anche il mondo reale, tutto ciò che ci circonda è dettato da rapporti di disuguaglianza tra le classi sociali. Questa disarmonia delle parti si rivela in realtà necessaria per alimentare un sistema capitalistico quale il nostro.
Il potere è la capacità di ottenere obbedienza sugli altri, e questo si applica nella teoria del controllo mentale riproposta dall'autore.
Tramite questo processo, i più deboli sono allontanati dal mondo reale ergendo a modello gli oppressori - non sono rare, infatti, scene di adorazione smisurata verso donne o uomini, sempre appartenenti ad alte classi.
Il mondo virtuale si presenta come unica alternativa al reale, e l'oppresso ripiega su questo per trovare sollievo.
Egawa in questo modo lancia la sua denuncia: La realtà appare solo come una grande illusione, e purtroppo sembra non esser possibile cambiare questa situazione.
Qualcuno ha il coraggio di gridare a gran voce e piangere per le tristi sorti dell'umanità, assumendosi il carico totale di colpe e peccati, di grande forza di volontà. Elevandosi a Dio per gli umani li vuole condurre verso la pace universale, ma così facendo non fa altro che alimentare un sistema di dominio costituito da tante piccole libertà illusorie, pertanto non rappresenta la vera soluzione, perché se chi non possiede forza di volontà deve necessariamente esser dominato da chi riesce ad affermare la sua supremazia sugli altri, non potrà mai imparare come pensare autonomamente, ricadendo nel circolo di controllo mentale attuato dai precedenti oppressori.
Il fine vitale per elevarsi da ogni schema risiede nell'autoapprendimento, unico metodo certo di catarsi.
La più alta forma di autoapprendimento è, per Egawa, il sesso.
Il godimento, l'estremo piacere, l'atto dell'unione tra due esseri non solo a livello materiale ma come pura esperienza spirituale e più intensa espressione dell'Io.
Solo tramite esso l'individuo si innalza di fronte al sistema e riesce a cogliere la vera essenza della vita.
Riuscendo a distruggere questi schemi , in realtà inefficaci o comunque sbagliati, si infrange la menzogna e si inizia a vivere realmente.
Non è occultando la nudità che il mondo diverrà un posto migliore, non è con la schifosa censura che verranno messe a tacere le forti idee e pulsioni dell'anima, ma con la conoscenza universale, che implica la conoscenza di sé e degli altri nella loro totalità.
Attraverso la conoscenza universale l'uomo è capace di plasmare soluzioni ai conflitti per rigenerare un sistema pubblico più a misura umana, e meno artificiale.
Il disegno di Egawa non ha mezze misure e non lascia molto all'immaginazione, un tratto affilato e particolare dal piacere totalmente soggettivo.
E come piacere soggettivo, lo adoro.
Ovviamente, come ho già avuto modo di scriver sopra, il maestro da il meglio di se nelle figure femminili, ed è solo contemplando le Donne disegnate da che si riescono a capire le sue vere potenzialità grafiche.
Con una trama così complessa ed elaborata è necessario, per l'artista spiegare dettagliatamente lo sviluppo della sceneggiatura, e spesso ci si trova di fronte a veri e propri muri di dialoghi.
È divertente sottolineare l'ironia con la quale Egawa giochi sulle censure imposte dalla casa editrice, inserendo vere e proprie note direttamente sui disegni, che implorano di non censurare i genitali, quando in realtà, all'interno, nella dinamica sceneggiatura i dialoghi insultano pesantemente chi va ad oscurare la nudità. (mi chiedo come abbiano fatto ad accettargli il composto.)
Il manga ha una struttura ascendente sia per complessità di contenuti che per perversione, e pur mantenendo uno stile presso che costituito da episodi auto-conclusivi riesce ad imbastire una trama dal curato filo logico.
Golden Boy è stato tristemente interrotto, poiché le critiche di Egawa stavano diventando sempre meno occulte e più dirette, inoltre buona parte dei fan dell'autore non riusciva a cogliere il reale messaggio dietro il fumetto. La poco tollerante casa editrice ha quindi optato per tale soluzione.
Un gesto che testimonia il fatto che le verità scomode e difficili non ottengono mai grandi consensi.
Nella sua non-conclusione si rivela un forte inno alla libertà e all'amore per la conoscenza, al vivere la propria vita senza condizionamenti esterni.
Se vi piacciono i temi impegnati e volete una brillante analisi del senso unico autodistruttivo della società moderna, Golden Boy fa per voi.
Se volete hentai senza trama e vi lamentate di averne ricevuta un briciolo, ci sono tonnellate di materiale pronto per sfogare le vostre umane pulsioni.
Ma alla fine Golden Boy perché mi è piaciuto?
Ma è ovvio, perché è ancora sinistramente attuale. Perché mi ha enormemente coinvolto e mi sono spesso ritrovato nelle profonde riflessioni dell'autore. Mi son rispecchiato nel suo disgusto verso l'imposizione e l'oppressione della collettività, e ho imparato, imparato e imparato.
Questo non è uno di quei titoli dallo scarso e scarno contenuto, dove l'analisi tenta di estrapolare significati nascosti. Qui il contenuto è manifesto, ma viene spesso mal interpretato e distorto a causa dell'errata percezione che abbiamo della nudità e del sesso in generale. Vi è infatti una bieca convinzione che con questi elementi non vi possa essere una chissà quale trama di fondo, ignorando che il sesso non è il fulcro dell'opera ma un mezzo di interazione di cui si servono i personaggi.
Vorrei che invece queste mie parole aiutassero la gente ad interpretarlo con la giusta chiave di lettura.
"Ho imparato, e continuerò ad imparare".
Golden Boy è un manga di Tatsuya Egawa, edito da Shueisha nel 1995, che possiede contenuti per pochi individui, ma è stato recentemente proposto come "mainstream" e "capolavoro dell'erotico" per ampliare le vendite.
Cos'è Golden Boy? Non è un hentai, non è un ecchi, non è nulla di tutto ciò.
È un seinen di nicchia, che la gente ha confuso con l'anime, il quale al contrario è assolutamente riduttivo nei contenuti globali.
Kintaro Oe è un ragazzo di 25 anni, un freeter spensierato, che dopo aver imparato tutto quello che secondo lui c'era da imparare all'università di Tokyo, la abbandona per imparare a vivere veramente facendo esperienza nei più disparati campi.
Notiamo subito un'aspra critica da parte di Tatsuya Egawa alle istituzioni, che secondo lui al posto di incrementare la conoscenza, rendono semplicemente più torpidi i sensi dei giovani.
Se non gradite la perversione, non comprate Golden Boy.
Egawa è una persona bisognosa di uno psichiatra, ma si rivela a suo modo geniale.
In questi 10 volumi va a reinterpretare la struttura organizzativa giapponese e i rapporti umani che si sviluppano, non solo a livello carnale, ma anche cognitivo.
I personaggi di Egawa sono tra i più psicologicamente caratterizzati nei i seinen moderni e vengono accuratamente inseriti in una società, che se in apparenza risulta normale e tranquilla, è perversa e corrotta.
Tentiamo di spiegare quello che ho recepito a livello filosofico riguardo i contenuti.
La società giapponese si erge come modello, ma la sua funzione formatrice è distorta, e sfruttando tale pretesto l'autore da sfogo a numerose critiche sviluppate in maniera ricca e con dei concetti che si rifanno in molti punti a opere filosofiche anticapitaliste e saggi di carattere politico, economico e ambientale,
Per andare a spiegare come mai in quest'opera sgorghi un livello inimmaginabile di perversione, dobbiamo analizzare gli aspetti peculiari della vita giapponese, i suoi ritmi e i suoi bisogni completamente differenti da quella europea.
È largamente risaputo che uno delle più grandi diversità in questo ambito è l'inversione delle priorità, infatti in Giappone i bisogni collettivi dominano su quelli individuali.
Il non-dare sfogo a pulsioni interne genera costantemente traumi e nevrosi, che si ripercuotono sia nel comportamento di facciata che nel vero Io.
L'oppressione nei confronti della struttura e del sistema innesca dei sistemi psicologici che portano l'individuo all'evasione, il quale è un meccanismo umano intuitivo, che ognuno di noi nel corso della sua esistenza ha avuto modo di sperimentare.
Una delle massime rappresentazioni di questa oppressione si può riscontrare nella sessualità dei personaggi, i quali manifestano devianze di vario genere. Non rientrano nei canoni di normalità, tranne quando fingono un atteggiamento improbabile, ma una volta infranta quella barriera di pudicizia, tradizione e onore, essi rivelano la loro natura umana, e vivono sessualità e vita comune in maniera pura.
Kintaro Oe costituisce l'essenza dell'uomo perfetto, colui che riesce a disilludere, a rompere le barriere e i freni imposti dalla collettività estraendo l'istinto naturale, tanto è vero che chi riesce a cambiare non si limita più ad esser una semplice presenza, ma tramite l'esperienza è in grado di rifiutare gli schemi e i modelli imposti.
Come punto utopico nel contesto distopico, egli si dimostra l'anticonformista per definizione, vivendo come emarginato e trattato generalmente come essere inferiore dalla maggior parte delle figure femminili, ma, dimostrando la sua nobiltà d'animo riuscirà a portare alla cessazione di ogni alienazione e questo spiega perché alla fine quasi ogni altro personaggio si ritrovi a provare affetto per il protagonista. Egli si sacrifica pur di aiutare il prossimo, e la sua generale condotta è improntata al bene individuale e collettivo, da qui il significato del titolo Golden Boy:
Un ragazzo dalle incredibili capacità, che dopo aver constatato quanto sia sbagliato il sistema scolastico, riesce, tramite significativi gesti a trasformare parte di quel marcio indelebile presente nella società. Se in apparenza la sua personalità non faccia presagire questo, anzi si può dire che appaia spesso come uno sprovveduto agli occhi degli altri, è capace, in realtà di gesti estremi. Nel corso dell'opera lo si vedrà reinterpretare se stesso fino addirittura ad annullare la propria identità per sperimentare cosa vuol dire vivere
in un corpo di una liceale femminile.
Ma che funzione attribuisce Tetsuya alle sue ninfe?
Egawa raramente disegna brutte ragazze, e quando lo fa queste o mutano appropriandosi di innaturale bellezza o non vengono considerate. Le ragazze non sono umane, sono dee stupende vistosamente accattivanti, hanno dei fisici perfetti che ne esaltano la femminilità, espressioni seducenti e quasi sempre un forte carattere che le eleva in una posizione di apparente dominio totale sull'uomo.
Perché apparente?
Pagina dopo pagina questo dominio e questa sicurezza crolla sempre di più grazie all'azione di Kintaro.
Se analizziamo il manga, ma volendo strafare, anche il mondo reale, tutto ciò che ci circonda è dettato da rapporti di disuguaglianza tra le classi sociali. Questa disarmonia delle parti si rivela in realtà necessaria per alimentare un sistema capitalistico quale il nostro.
Il potere è la capacità di ottenere obbedienza sugli altri, e questo si applica nella teoria del controllo mentale riproposta dall'autore.
Tramite questo processo, i più deboli sono allontanati dal mondo reale ergendo a modello gli oppressori - non sono rare, infatti, scene di adorazione smisurata verso donne o uomini, sempre appartenenti ad alte classi.
Il mondo virtuale si presenta come unica alternativa al reale, e l'oppresso ripiega su questo per trovare sollievo.
Egawa in questo modo lancia la sua denuncia: La realtà appare solo come una grande illusione, e purtroppo sembra non esser possibile cambiare questa situazione.
Qualcuno ha il coraggio di gridare a gran voce e piangere per le tristi sorti dell'umanità, assumendosi il carico totale di colpe e peccati, di grande forza di volontà. Elevandosi a Dio per gli umani li vuole condurre verso la pace universale, ma così facendo non fa altro che alimentare un sistema di dominio costituito da tante piccole libertà illusorie, pertanto non rappresenta la vera soluzione, perché se chi non possiede forza di volontà deve necessariamente esser dominato da chi riesce ad affermare la sua supremazia sugli altri, non potrà mai imparare come pensare autonomamente, ricadendo nel circolo di controllo mentale attuato dai precedenti oppressori.
Il fine vitale per elevarsi da ogni schema risiede nell'autoapprendimento, unico metodo certo di catarsi.
La più alta forma di autoapprendimento è, per Egawa, il sesso.
Il godimento, l'estremo piacere, l'atto dell'unione tra due esseri non solo a livello materiale ma come pura esperienza spirituale e più intensa espressione dell'Io.
Solo tramite esso l'individuo si innalza di fronte al sistema e riesce a cogliere la vera essenza della vita.
Riuscendo a distruggere questi schemi , in realtà inefficaci o comunque sbagliati, si infrange la menzogna e si inizia a vivere realmente.
Non è occultando la nudità che il mondo diverrà un posto migliore, non è con la schifosa censura che verranno messe a tacere le forti idee e pulsioni dell'anima, ma con la conoscenza universale, che implica la conoscenza di sé e degli altri nella loro totalità.
Attraverso la conoscenza universale l'uomo è capace di plasmare soluzioni ai conflitti per rigenerare un sistema pubblico più a misura umana, e meno artificiale.
Il disegno di Egawa non ha mezze misure e non lascia molto all'immaginazione, un tratto affilato e particolare dal piacere totalmente soggettivo.
E come piacere soggettivo, lo adoro.
Ovviamente, come ho già avuto modo di scriver sopra, il maestro da il meglio di se nelle figure femminili, ed è solo contemplando le Donne disegnate da che si riescono a capire le sue vere potenzialità grafiche.
Con una trama così complessa ed elaborata è necessario, per l'artista spiegare dettagliatamente lo sviluppo della sceneggiatura, e spesso ci si trova di fronte a veri e propri muri di dialoghi.
È divertente sottolineare l'ironia con la quale Egawa giochi sulle censure imposte dalla casa editrice, inserendo vere e proprie note direttamente sui disegni, che implorano di non censurare i genitali, quando in realtà, all'interno, nella dinamica sceneggiatura i dialoghi insultano pesantemente chi va ad oscurare la nudità. (mi chiedo come abbiano fatto ad accettargli il composto.)
Il manga ha una struttura ascendente sia per complessità di contenuti che per perversione, e pur mantenendo uno stile presso che costituito da episodi auto-conclusivi riesce ad imbastire una trama dal curato filo logico.
Golden Boy è stato tristemente interrotto, poiché le critiche di Egawa stavano diventando sempre meno occulte e più dirette, inoltre buona parte dei fan dell'autore non riusciva a cogliere il reale messaggio dietro il fumetto. La poco tollerante casa editrice ha quindi optato per tale soluzione.
Un gesto che testimonia il fatto che le verità scomode e difficili non ottengono mai grandi consensi.
Nella sua non-conclusione si rivela un forte inno alla libertà e all'amore per la conoscenza, al vivere la propria vita senza condizionamenti esterni.
Se vi piacciono i temi impegnati e volete una brillante analisi del senso unico autodistruttivo della società moderna, Golden Boy fa per voi.
Se volete hentai senza trama e vi lamentate di averne ricevuta un briciolo, ci sono tonnellate di materiale pronto per sfogare le vostre umane pulsioni.
Ma alla fine Golden Boy perché mi è piaciuto?
Ma è ovvio, perché è ancora sinistramente attuale. Perché mi ha enormemente coinvolto e mi sono spesso ritrovato nelle profonde riflessioni dell'autore. Mi son rispecchiato nel suo disgusto verso l'imposizione e l'oppressione della collettività, e ho imparato, imparato e imparato.
Questo non è uno di quei titoli dallo scarso e scarno contenuto, dove l'analisi tenta di estrapolare significati nascosti. Qui il contenuto è manifesto, ma viene spesso mal interpretato e distorto a causa dell'errata percezione che abbiamo della nudità e del sesso in generale. Vi è infatti una bieca convinzione che con questi elementi non vi possa essere una chissà quale trama di fondo, ignorando che il sesso non è il fulcro dell'opera ma un mezzo di interazione di cui si servono i personaggi.
Vorrei che invece queste mie parole aiutassero la gente ad interpretarlo con la giusta chiave di lettura.
"Ho imparato, e continuerò ad imparare".
Avrei tante cose da dire su "Golden Boy", tutte negative però, dunque dico la cosa più importante così mi tolgo il pensiero: questo manga è una cagata. Fatemelo dire.
Nella mia "carriera" di lettore di manga lunga oltre dieci anni, "Golden Boy" è di sicuro uno dei manga peggiori che abbia mai letto, pura spazzatura, uno schifo totale, carta straccia.
E dire che all'inizio c'erano delle buone premesse…
La storia ha per protagonista Kintaro Oe, un ragazzo di 25 anni che ha lasciato la prestigiosa università di Tokyo perché aveva già imparato tutto quello che la scuola poteva insegnargli.
Da allora Kintaro viaggia per il Giappone in sella alla sua bicicletta, vivendo alla giornata e sperimentando ogni lavoro che trova, così da imparare sempre più cose. Kintaro riesce più o meno in tutto quello che fa, dal programmatore di computer, insegnante di nuoto, cuoco in un ristorante di ramen, e altro ancora, e ogni ragazza che incontra finisce per qualche strano motivo per innamorarsi di lui. Kintaro è appunto un "ragazzo d'oro".
Questa è più o meno la trama del primo volume, guarda caso è la parte di storia da cui hanno tratto la serie anime di sei episodi. Il brutto del manga arriva dal volume due in poi. Il manga inizia una virata verso il sesso che fa diventare "Golden Boy" un mezzo hentai, anzi senza il mezzo. La trama va davvero a puttane, è il caso di dirlo, e abbiamo volumi interi dove i personaggi non fanno altro che sesso e quando non lo fanno ne parlano. Memorabili (in senso negativo) i volumi 7 e 8 incentrati interamente sulla prima volta di Kintaro. Si, proprio così: due interi volumi per una sola scopata. Davvero, nemmeno gli hentai per definizione sono così incentrati sul sesso.
Ma se il manga fosse diventato un vero hentai mi sarei lamentato anche meno in verità. Il problema è che tra una scopata e l'altra, l'autore infarcisce il manga di dialoghi astrusi e deliranti che dovrebbero fare da denuncia alla società giapponese, che secondo lui è corrotta, arrivista, distruttiva verso se stessa e verso il mondo intero, che cresce automi anziché gente capace di avere un proprio pensiero e altri discorsi di questo tipo.
Ma i personaggi fanno sempre sesso, quando lo trovano il tempo per questi discorsi complicati? Ovvio, mentre fanno sesso. Del resto è normale, tutti mentre fanno sesso fanno discorsi sull'economia, sullo stato dell'istruzione del paese, sulla democrazia… O no?
La trama come detto si perde per strada ma la cosa ancora più triste di "Golden Boy" è un'altra: il manga non ha nemmeno una fine. Al volume 10, all'ultima pagina tutto rimane in sospeso (durante una scopata se ve lo state chiedendo) e c'è un bel "continua".
Ma cosa cavolo stava pensando???
Molto più probabilmente non ci ha pensato affatto. L'autore deve essersi reso conto di aver scritto una cagata e piuttosto che concluderlo, vigliaccamente deve aver pensato di terminarlo così, senza una vera fine.
Va detto che poi a distanza di quindici anni o giù di lì, l'autore ha realizzato "Golden Boy II" ma non l'ho ancora letto, e comunque mi sembra che sia un'altra storia e non il seguito di questa porcheria.
Due parole sui disegni: se uno disegna manga, si suppone che un minimo di bravura la debba avere. Se poi realizzi manga in cui ci sono sempre ragazze nude e scene di sesso, tale bravura è essenziale.
Egawa oltre ad aver realizzato una sceneggiatura (che spreco questa parola) pessima è pessimo anche nei disegni. Se le scene di sesso fossero un minimo eccitanti qualcosa si sarebbe potuta salvare di questo manga, ma purtroppo anche qui "Golden Boy" fallisce miseramente. Definire "sexy" le ragazze disegnate da Egawa significa ammettere di avere problemi di vista o scarso senso artistico.
Forse sto liquidando il manga troppo facilmente (ma non credo) e forse ci sono davvero dei messaggi di denuncia tra le pagine (a cercarli bene, tra una tetta e l'altra) e forse l'autore voleva davvero che nei suoi lettori si risvegliasse la coscienza.
Forse.
Io però ci vedo solo un manga hentai mal sceneggiato e mal disegnato.
No davvero, solo a ripensarci mi girano ancora. Fortuna che gli ultimi tre volumi li ho avuti in regalo, è una magra consolazione.
Comunque in definitiva: non leggete Golden Boy. Evitatelo a tutti i costi, se ve lo regalano, gettatelo via.
Nella mia "carriera" di lettore di manga lunga oltre dieci anni, "Golden Boy" è di sicuro uno dei manga peggiori che abbia mai letto, pura spazzatura, uno schifo totale, carta straccia.
E dire che all'inizio c'erano delle buone premesse…
La storia ha per protagonista Kintaro Oe, un ragazzo di 25 anni che ha lasciato la prestigiosa università di Tokyo perché aveva già imparato tutto quello che la scuola poteva insegnargli.
Da allora Kintaro viaggia per il Giappone in sella alla sua bicicletta, vivendo alla giornata e sperimentando ogni lavoro che trova, così da imparare sempre più cose. Kintaro riesce più o meno in tutto quello che fa, dal programmatore di computer, insegnante di nuoto, cuoco in un ristorante di ramen, e altro ancora, e ogni ragazza che incontra finisce per qualche strano motivo per innamorarsi di lui. Kintaro è appunto un "ragazzo d'oro".
Questa è più o meno la trama del primo volume, guarda caso è la parte di storia da cui hanno tratto la serie anime di sei episodi. Il brutto del manga arriva dal volume due in poi. Il manga inizia una virata verso il sesso che fa diventare "Golden Boy" un mezzo hentai, anzi senza il mezzo. La trama va davvero a puttane, è il caso di dirlo, e abbiamo volumi interi dove i personaggi non fanno altro che sesso e quando non lo fanno ne parlano. Memorabili (in senso negativo) i volumi 7 e 8 incentrati interamente sulla prima volta di Kintaro. Si, proprio così: due interi volumi per una sola scopata. Davvero, nemmeno gli hentai per definizione sono così incentrati sul sesso.
Ma se il manga fosse diventato un vero hentai mi sarei lamentato anche meno in verità. Il problema è che tra una scopata e l'altra, l'autore infarcisce il manga di dialoghi astrusi e deliranti che dovrebbero fare da denuncia alla società giapponese, che secondo lui è corrotta, arrivista, distruttiva verso se stessa e verso il mondo intero, che cresce automi anziché gente capace di avere un proprio pensiero e altri discorsi di questo tipo.
Ma i personaggi fanno sempre sesso, quando lo trovano il tempo per questi discorsi complicati? Ovvio, mentre fanno sesso. Del resto è normale, tutti mentre fanno sesso fanno discorsi sull'economia, sullo stato dell'istruzione del paese, sulla democrazia… O no?
La trama come detto si perde per strada ma la cosa ancora più triste di "Golden Boy" è un'altra: il manga non ha nemmeno una fine. Al volume 10, all'ultima pagina tutto rimane in sospeso (durante una scopata se ve lo state chiedendo) e c'è un bel "continua".
Ma cosa cavolo stava pensando???
Molto più probabilmente non ci ha pensato affatto. L'autore deve essersi reso conto di aver scritto una cagata e piuttosto che concluderlo, vigliaccamente deve aver pensato di terminarlo così, senza una vera fine.
Va detto che poi a distanza di quindici anni o giù di lì, l'autore ha realizzato "Golden Boy II" ma non l'ho ancora letto, e comunque mi sembra che sia un'altra storia e non il seguito di questa porcheria.
Due parole sui disegni: se uno disegna manga, si suppone che un minimo di bravura la debba avere. Se poi realizzi manga in cui ci sono sempre ragazze nude e scene di sesso, tale bravura è essenziale.
Egawa oltre ad aver realizzato una sceneggiatura (che spreco questa parola) pessima è pessimo anche nei disegni. Se le scene di sesso fossero un minimo eccitanti qualcosa si sarebbe potuta salvare di questo manga, ma purtroppo anche qui "Golden Boy" fallisce miseramente. Definire "sexy" le ragazze disegnate da Egawa significa ammettere di avere problemi di vista o scarso senso artistico.
Forse sto liquidando il manga troppo facilmente (ma non credo) e forse ci sono davvero dei messaggi di denuncia tra le pagine (a cercarli bene, tra una tetta e l'altra) e forse l'autore voleva davvero che nei suoi lettori si risvegliasse la coscienza.
Forse.
Io però ci vedo solo un manga hentai mal sceneggiato e mal disegnato.
No davvero, solo a ripensarci mi girano ancora. Fortuna che gli ultimi tre volumi li ho avuti in regalo, è una magra consolazione.
Comunque in definitiva: non leggete Golden Boy. Evitatelo a tutti i costi, se ve lo regalano, gettatelo via.
Il sogno segreto di ogni "falegname" è quello di poter trovare un hentai con una trama e che non sia solamente un'accozzaglia di scene v.m18. In un certo senso Golden Boy sarebbe potuto essere il migliore hentai di sempre, purtroppo è solamente un ecchi molto spinto e molto presuntuoso.
Perché presuntuoso? Perché cerca di avere un senso, una trama, di porre riflessioni che non sono altro che stupida retorica sulla scuola (la scuola così fa schifo, gli insegnanti devono invogliare gli studenti ecc.) alternandole a scene decisamente hot.
Tutto inizia con Kintaro, 25enne giapponese il cui hobby è imparare; per fare ciò viaggia per il suo paese con la sua fidata bicicletta cambiando ogni volta lavoro e conoscendo nuova gente corrotta dalla società degradata in cui ci troviamo. Lui però ha una sorta di talento, riesce a far capire gli altri che sbagliano semplicemente facendoci sesso. Veramente un pretesto quasi da hentai di bassa lega.
Inizialmente il manga è quasi interessante, le storielle sono autoconclusive e condite di un erotismo già molto elevato anche se non preponderante come nel prosieguo.
I primi volumi riescono anche a strappare qualche risata con gag ovviamente da pervertito e al limite del pessimo gusto ma d'effetto (come Kintaro che si struscia su tutti i gabinetti).
Il tutto finisce ben presto quando le storie iniziano a farsi più lunghe perché ormai le gag sono scomparse e il tutto si è ridotto a un misero teatrino in cui Kintaro conosce una donna ci fa sesso, succede qualcosa, ne compare un'altra fa sesso pure con questa e poi le due litigano.
Il colmo è che le scene di sesso sono condite da dialoghi assurdamente complicati sul degrado della società, del sistema scolastico e altre cose che sembrano quasi messe a caso.
Impossibile poi non notare l'ossessione (perché è così che va definita) ecologista dell'autore che non perde occasione per fare la sua retorica anti-nucleare e anti-carbone ogni volta che se ne presenti l'occasione (si, anche a letto...)
I personaggi...altra nota dolente...
Kintaro è un "finto perfetto idiota" in quanto si presenta sempre come un deficiente che sembra quasi non sappia fare nulla ma appena gli si spiega qualcosa lo impara ed è in grado di rifarlo anche meglio di prima; oltre che un novello "Rocco Siffredi" è anche un ottimo piccolo prodigio.
Oltre a lui ci saranno solo pochi altri personaggi maschili tra cui Masahiko (completamente inutile) e il signor Kongoji, un novello dittatore già ottimo demagogo a soli 19 anni visto che riesce a far passare le sue ideologie per giuste.
Il resto dei personaggi si può definire parafrasando un celebre meme: "zoccole, zoccole ovunque". Difatti ogni gentil fanciulla incontrata dal "prodigio delle lenzuola" avrà l'aspetto di una top model e l'indole di una pornodiva. Molto spesso i discorsi sono spesso talmente tirati e indirizzati verso l'hentai che risultano quasi ridicoli (dopo cinque minuti che si sono conosciuti sono già al lavoro...).
I disegni lasciano alquanto a desiderare, i corpi femminili sono disegnati discretamente solo nelle scene di nudo, quando sono vestite sembrano giocatrici di football americano con le spalle quadrate. Il resto, a partire dagli scenari è scialbo e privo di dettagli.
Dieci volumi sembrerebbero anche troppi per non dire nulla e invece no. L'autore riesce, dopo 10 estenuanti volumi a lasciare in sospeso una storia proprio quando sembrava iniziasse ad avere un minimo (ma proprio minimo) di senso terminandola in un modo che più stupido di così era quasi impossibile.
Se cercate un hentai avete sbagliato posto (maledette censure), se cercate un manga appassionante o di protesta avete sbagliato posto, se cercate un minimo di intrattenimento ...beh...indovinate? Avete sbagliato posto...
Perché presuntuoso? Perché cerca di avere un senso, una trama, di porre riflessioni che non sono altro che stupida retorica sulla scuola (la scuola così fa schifo, gli insegnanti devono invogliare gli studenti ecc.) alternandole a scene decisamente hot.
Tutto inizia con Kintaro, 25enne giapponese il cui hobby è imparare; per fare ciò viaggia per il suo paese con la sua fidata bicicletta cambiando ogni volta lavoro e conoscendo nuova gente corrotta dalla società degradata in cui ci troviamo. Lui però ha una sorta di talento, riesce a far capire gli altri che sbagliano semplicemente facendoci sesso. Veramente un pretesto quasi da hentai di bassa lega.
Inizialmente il manga è quasi interessante, le storielle sono autoconclusive e condite di un erotismo già molto elevato anche se non preponderante come nel prosieguo.
I primi volumi riescono anche a strappare qualche risata con gag ovviamente da pervertito e al limite del pessimo gusto ma d'effetto (come Kintaro che si struscia su tutti i gabinetti).
Il tutto finisce ben presto quando le storie iniziano a farsi più lunghe perché ormai le gag sono scomparse e il tutto si è ridotto a un misero teatrino in cui Kintaro conosce una donna ci fa sesso, succede qualcosa, ne compare un'altra fa sesso pure con questa e poi le due litigano.
Il colmo è che le scene di sesso sono condite da dialoghi assurdamente complicati sul degrado della società, del sistema scolastico e altre cose che sembrano quasi messe a caso.
Impossibile poi non notare l'ossessione (perché è così che va definita) ecologista dell'autore che non perde occasione per fare la sua retorica anti-nucleare e anti-carbone ogni volta che se ne presenti l'occasione (si, anche a letto...)
I personaggi...altra nota dolente...
Kintaro è un "finto perfetto idiota" in quanto si presenta sempre come un deficiente che sembra quasi non sappia fare nulla ma appena gli si spiega qualcosa lo impara ed è in grado di rifarlo anche meglio di prima; oltre che un novello "Rocco Siffredi" è anche un ottimo piccolo prodigio.
Oltre a lui ci saranno solo pochi altri personaggi maschili tra cui Masahiko (completamente inutile) e il signor Kongoji, un novello dittatore già ottimo demagogo a soli 19 anni visto che riesce a far passare le sue ideologie per giuste.
Il resto dei personaggi si può definire parafrasando un celebre meme: "zoccole, zoccole ovunque". Difatti ogni gentil fanciulla incontrata dal "prodigio delle lenzuola" avrà l'aspetto di una top model e l'indole di una pornodiva. Molto spesso i discorsi sono spesso talmente tirati e indirizzati verso l'hentai che risultano quasi ridicoli (dopo cinque minuti che si sono conosciuti sono già al lavoro...).
I disegni lasciano alquanto a desiderare, i corpi femminili sono disegnati discretamente solo nelle scene di nudo, quando sono vestite sembrano giocatrici di football americano con le spalle quadrate. Il resto, a partire dagli scenari è scialbo e privo di dettagli.
Dieci volumi sembrerebbero anche troppi per non dire nulla e invece no. L'autore riesce, dopo 10 estenuanti volumi a lasciare in sospeso una storia proprio quando sembrava iniziasse ad avere un minimo (ma proprio minimo) di senso terminandola in un modo che più stupido di così era quasi impossibile.
Se cercate un hentai avete sbagliato posto (maledette censure), se cercate un manga appassionante o di protesta avete sbagliato posto, se cercate un minimo di intrattenimento ...beh...indovinate? Avete sbagliato posto...
L'incontro con questo titolo è stato travolgente. Credevo, tuttavia, essendomi dapprima avvicinato alla versione animata, che Golden Boy fosse una serie totalmente disimpegnata, quasi demenziale con l'unica pretesa di far sganasciare dal ridere. Devo ammettere, invece, di essermi trovato davanti a un prodotto tutt'altro diverso da quello che mi aspettavo.
Nel manga viene mostrata l'evoluzione di Kintaro, il ragazzo d'oro a cui tutti vi affezionerete, facendo capire le profonde motivazioni che lo hanno portato a scegliere la sua condotta di vita. Egli è descritto non come un frenetico viaggiatore alla continua ricerca di nuove cose da imparare, ma come un vero e proprio profeta, che ha l'innato dono di fare aprire al prossimo gli occhi salvandolo dall'oblio di un Giappone sempre più oligarchico e piatto. Kintaro è il personaggio anticonformista per eccellenza, che cerca, con i suoi modi semplici e gentili, sacrificando spesso se stesso e i suoi desideri, di aiutare il prossimo, generando quasi inconsapevolmente un effetto valanga che porta chi lo circonda a seguire i suoi insegnamenti di vita.
Il maestro Egawa tira con precisione le fila di questa vicenda non lasciando nulla al caso, alternando scene esilaranti ed altre serie e quasi commoventi, ottenendo un esito senza precedenti. Quel che risulta davvero centrale è l'introspezione psicologica dei personaggi, che non resta mai statica ma che evolve con il passare delle pagine. Le scene di nudo non sono mai fini a se stesse ma vengono utilizzate per contribuire, attraverso le esperienze sensoriali, alla crescita interiore dei protagonisti delle vicende. Va detto che anche io ho giudicato, alle volte, troppo esplicite le scene di nudo (causa della detrazione di un punto dal mio voto), non credendo assolutamente però che questo possa rappresentare una ragione di deprezzamento dell'opera.
Golden Boy si colloca a tutti gli effetti nel segmento di denuncia sociale, puntando il dito contro una società Giapponese troppo chiusa in se stessa e ancora troppo ancorata alle proprie radici. Come potete ammirare, i disegni sono davvero ottimi. Pulizia, sapiente uso dei retini, degli sfondi e dei chiaro-scuri rendono il lavoro di Egawa graficamente perfetto.
Nel manga viene mostrata l'evoluzione di Kintaro, il ragazzo d'oro a cui tutti vi affezionerete, facendo capire le profonde motivazioni che lo hanno portato a scegliere la sua condotta di vita. Egli è descritto non come un frenetico viaggiatore alla continua ricerca di nuove cose da imparare, ma come un vero e proprio profeta, che ha l'innato dono di fare aprire al prossimo gli occhi salvandolo dall'oblio di un Giappone sempre più oligarchico e piatto. Kintaro è il personaggio anticonformista per eccellenza, che cerca, con i suoi modi semplici e gentili, sacrificando spesso se stesso e i suoi desideri, di aiutare il prossimo, generando quasi inconsapevolmente un effetto valanga che porta chi lo circonda a seguire i suoi insegnamenti di vita.
Il maestro Egawa tira con precisione le fila di questa vicenda non lasciando nulla al caso, alternando scene esilaranti ed altre serie e quasi commoventi, ottenendo un esito senza precedenti. Quel che risulta davvero centrale è l'introspezione psicologica dei personaggi, che non resta mai statica ma che evolve con il passare delle pagine. Le scene di nudo non sono mai fini a se stesse ma vengono utilizzate per contribuire, attraverso le esperienze sensoriali, alla crescita interiore dei protagonisti delle vicende. Va detto che anche io ho giudicato, alle volte, troppo esplicite le scene di nudo (causa della detrazione di un punto dal mio voto), non credendo assolutamente però che questo possa rappresentare una ragione di deprezzamento dell'opera.
Golden Boy si colloca a tutti gli effetti nel segmento di denuncia sociale, puntando il dito contro una società Giapponese troppo chiusa in se stessa e ancora troppo ancorata alle proprie radici. Come potete ammirare, i disegni sono davvero ottimi. Pulizia, sapiente uso dei retini, degli sfondi e dei chiaro-scuri rendono il lavoro di Egawa graficamente perfetto.
Semplicemente fantastico! Ad un primo sguardo, Golden Boy potrebbe sembrare, ad un occhio poco attento, un banale ed esplicito ecchi, ma vi assicuro che non lo è, anzi, credo che sia un capolavoro. Narra della avventure di Kintaro Oe, un ex studente universitario che viaggia in lungo e in largo per il Giappone alla ricerca di nuove esperienze. A mio avviso, davvero interessanti sono le due filosofie esplicitate in Golden Boy. Una mostrata da Kintaro, il suo modo di affrontare la vita, confrontarsi con gli altri, e soprattutto "imparare", è unico nel suo genere; sull'altra sponda, vista da un'ottica inversa, c'è' la società, visione proiettata su un'ottica un po' utopistica, ma davvero geniale.
In altre parole, credo che la lettura di Golden Boy possa appassionare un po' tutti, sia chi cerca una lettura leggera, con molte scene di nudo, ma che faccia al contempo divertire; sia chi vada oltre le scene di nudo, ed è capace di rileggere il manga sotto un aspetto più filosofico.
Consigliato!
In altre parole, credo che la lettura di Golden Boy possa appassionare un po' tutti, sia chi cerca una lettura leggera, con molte scene di nudo, ma che faccia al contempo divertire; sia chi vada oltre le scene di nudo, ed è capace di rileggere il manga sotto un aspetto più filosofico.
Consigliato!