La figlia dell'otaku
"La figlia dell'otaku" è una serie dell'autore Stahiro (a quanto ho capito la sua opera prima), inizialmente pubblicata come web-manga, ma in seguito passata su cartaceo.
Mi aspettavo che potesse piacermi poiché ne avevo sentito parlare piuttosto bene, ma non mi aspettavo che arrivasse a dilettarmi così tanto.
In pratica, "Otaku no musume-san" è la storia di un otaku giapponese di 26 anni, Kota, aspirante mangaka un po' fallito, che vive in una pensione abitata da otaku come lui e che senza preavviso scopre di essere padre di una bambina di 9 anni; da quel momento i due inizieranno una a tratti difficile convivenza, ma che cementerà sempre più il loro legame.
Scriverò solo questo accenno di trama perché un maggiore approfondimento si può trovare piuttosto facilmente su Animeclick o su Wikipedia (o comprando direttamente il fumetto, scelta direi consigliata), ma posso senz'altro dire che l'autore in corso d'opera saprà miscelare, oltre a una commedia davvero divertente, anche giuste dosi di dramma non forzato (o non troppo), personaggi interessanti e tutt'altro che banali o monodimensionali, e vicende ben sviluppate in cui si passerà dal più semplice slice of life ai dilemmi sentimentali, agli intrighi famigliari.
La critica sociale è presente ed è uno dei fulcri della serie, ma non assume mai aspetti moralistici e si pone piuttosto obiettivamente a presentare i lati negativi degli otaku ma anche soffermandosi sul essere, a loro modo, persone come tutte che però si appassionano a qualcosa (tipicamente anime, manga, figure e videogiochi) e mettono tutto sé stessi in questa passione. Senza che meritino di essere definiti "il male della società", anche se non per questo possano essere considerati un vanto, e quando la passione diventa ossessione in effetti la critica negativa c'è.
Tornando al fumetto, è stata una lettura appassionante e intrigante, divertente, a tratti toccante, che ho apprezzato moltissimo.
"La figlia dell'otaku" è davvero un ottimo manga, che merita di stare nelle vostre collezioni, complice anche un'edizione italiana direi davvero ben fatta, con le sue sovracoperte e le pagine a colori (anche se a volte il lettering, soprattutto nei primi volumi, è un po' troppo a bordo pagina, quasi trasborda, ma direi che è praticamente l'unico difetto).
Un 10 come voto io glielo appiopperei senza problemi, e mi stupisce di come la valutazione generale qui su Animeclick sia così bassa.
Mi aspettavo che potesse piacermi poiché ne avevo sentito parlare piuttosto bene, ma non mi aspettavo che arrivasse a dilettarmi così tanto.
In pratica, "Otaku no musume-san" è la storia di un otaku giapponese di 26 anni, Kota, aspirante mangaka un po' fallito, che vive in una pensione abitata da otaku come lui e che senza preavviso scopre di essere padre di una bambina di 9 anni; da quel momento i due inizieranno una a tratti difficile convivenza, ma che cementerà sempre più il loro legame.
Scriverò solo questo accenno di trama perché un maggiore approfondimento si può trovare piuttosto facilmente su Animeclick o su Wikipedia (o comprando direttamente il fumetto, scelta direi consigliata), ma posso senz'altro dire che l'autore in corso d'opera saprà miscelare, oltre a una commedia davvero divertente, anche giuste dosi di dramma non forzato (o non troppo), personaggi interessanti e tutt'altro che banali o monodimensionali, e vicende ben sviluppate in cui si passerà dal più semplice slice of life ai dilemmi sentimentali, agli intrighi famigliari.
La critica sociale è presente ed è uno dei fulcri della serie, ma non assume mai aspetti moralistici e si pone piuttosto obiettivamente a presentare i lati negativi degli otaku ma anche soffermandosi sul essere, a loro modo, persone come tutte che però si appassionano a qualcosa (tipicamente anime, manga, figure e videogiochi) e mettono tutto sé stessi in questa passione. Senza che meritino di essere definiti "il male della società", anche se non per questo possano essere considerati un vanto, e quando la passione diventa ossessione in effetti la critica negativa c'è.
Tornando al fumetto, è stata una lettura appassionante e intrigante, divertente, a tratti toccante, che ho apprezzato moltissimo.
"La figlia dell'otaku" è davvero un ottimo manga, che merita di stare nelle vostre collezioni, complice anche un'edizione italiana direi davvero ben fatta, con le sue sovracoperte e le pagine a colori (anche se a volte il lettering, soprattutto nei primi volumi, è un po' troppo a bordo pagina, quasi trasborda, ma direi che è praticamente l'unico difetto).
Un 10 come voto io glielo appiopperei senza problemi, e mi stupisce di come la valutazione generale qui su Animeclick sia così bassa.
"La figlia dell'otaku" è un titolo molto particolare, forse unico nel suo genere.
Il protagonista è Kota, un otaku incallito che scopre all'improvviso di avere una figlia, la dolce e buona Kanau, che si presenta da lui con un biglietto scritto da sua madre (la ragazza con cui il protagonista è stato per caso, anzi quasi per costrizione, solo una volta) che gli rivela di essere inseguita dai creditori e che per qualche tempo dovrà prendersi cura della figlia che non sapeva di avere.
Kota rimane sconvolto e affronta la questione con pressappochismo, ma ben presto dovrà rendersi conto che con l'arrivo di sua figlia è arrivato il momento di rivedere le sue priorità...
Stahiro propone un manga divertente e scorrevole, ma a tratti duro e pieno di significato.
<b> Contiene spoiler </b>
Infatti Kota non è capace di prendersi cura decentemente della figlia, nonostante sembri provarci, e ci sono dei momenti drammatici, come quando Kanau ha bisogno di vestiti nuovi e lui le compra un paio di vestiti economici e poi spende un sacco di soldi per comprare dei vestitini per una bambola da collezione; oppure quando Kanau è ammalata e ha la febbre alta, ma il padre preferisce andare a fare la fila per comprare un nuovo videogioco, mentre i suoi coinquilini lo chiamano disperatamente per farlo tornare a casa.
Insomma, tra una gag e l'altra Stahiro fa comprendere quanto davvero un individuo possa arrivare ad alienarsi dal mondo reale e dalle sue responsabilità, al punto da non riuscire neanche a capire quello che sta facendo. Una dura critica agli otaku e alla società giapponese che in certi frangenti, con la sua durezza e rigidità, non fa che favorire "alienazioni" e fughe dalla realtà come quella che vivono molti ragazzi.
Di contro, Kanau è buona, pura e intelligente, è la bambina ideale, capace di perdonare e molto matura per la sua età: l'esatto opposto di suo padre Kota. E per lei sarà dura sopportare le delusioni che Kota le provocherà e non sempre sarà in grado di rispondergli con un sorriso.
Gli altri personaggi che popolano la pensione in cui vive Kota, che fa l'assistente a un mangaka, sono tutti simpatici e ben caratterizzati (per non parlare del coinquilino tra l'appassionato di loli e il pedofilo, che tenterà più volte di saltare addosso a Kanau, ed è rappresentato come un vero e proprio mostro, con la lingua biforcuta e le orecchie a punta). <b> Fine spoiler </b>
Nonostante il titolo sembri rimandare a una commedia, "La figlia dell'otaku" è per ammissione stessa di alcuni lettori giapponesi, un manga molto più veritiero e realistico di quello che possa sembrare, un padre come Kota è plausibile, per quanto poi nel manga sia estremizzato.
Comunque Stahiro riesce a intrattenere bene a offrire spunti di riflessione molto interessanti.
I disegni sono la parte che lascia forse un pochino più a desiderare per il tratto un po' anonimo e le copertine non proprio studiatissime.
Comunque i disegni riescono a funzionare bene assieme alla storia.
Per quanto riguarda l'edizione italiana della Magic Press, all'interno è molto curata e presenta buone note, tuttavia le sovraccoperte sono un po' diverse tra loro (a volte sono troppo larghe e a volte tra un volume e l'altro cambia proprio il tipo di lavorazione, e passano da bianco lucido a opaco), elemento che potrà infastidire un po' i lettori più "precisini". Ma l'edizione nel complesso è buona, e la scelta di portare un manga così particolare in un mercato per molti versi piatto e omologato come quello italiano, che vanta solo poche voci fuori dal coro e punte di diamante, è senz'altro ammirabile.</b></b></b></b>
Il protagonista è Kota, un otaku incallito che scopre all'improvviso di avere una figlia, la dolce e buona Kanau, che si presenta da lui con un biglietto scritto da sua madre (la ragazza con cui il protagonista è stato per caso, anzi quasi per costrizione, solo una volta) che gli rivela di essere inseguita dai creditori e che per qualche tempo dovrà prendersi cura della figlia che non sapeva di avere.
Kota rimane sconvolto e affronta la questione con pressappochismo, ma ben presto dovrà rendersi conto che con l'arrivo di sua figlia è arrivato il momento di rivedere le sue priorità...
Stahiro propone un manga divertente e scorrevole, ma a tratti duro e pieno di significato.
<b> Contiene spoiler </b>
Infatti Kota non è capace di prendersi cura decentemente della figlia, nonostante sembri provarci, e ci sono dei momenti drammatici, come quando Kanau ha bisogno di vestiti nuovi e lui le compra un paio di vestiti economici e poi spende un sacco di soldi per comprare dei vestitini per una bambola da collezione; oppure quando Kanau è ammalata e ha la febbre alta, ma il padre preferisce andare a fare la fila per comprare un nuovo videogioco, mentre i suoi coinquilini lo chiamano disperatamente per farlo tornare a casa.
Insomma, tra una gag e l'altra Stahiro fa comprendere quanto davvero un individuo possa arrivare ad alienarsi dal mondo reale e dalle sue responsabilità, al punto da non riuscire neanche a capire quello che sta facendo. Una dura critica agli otaku e alla società giapponese che in certi frangenti, con la sua durezza e rigidità, non fa che favorire "alienazioni" e fughe dalla realtà come quella che vivono molti ragazzi.
Di contro, Kanau è buona, pura e intelligente, è la bambina ideale, capace di perdonare e molto matura per la sua età: l'esatto opposto di suo padre Kota. E per lei sarà dura sopportare le delusioni che Kota le provocherà e non sempre sarà in grado di rispondergli con un sorriso.
Gli altri personaggi che popolano la pensione in cui vive Kota, che fa l'assistente a un mangaka, sono tutti simpatici e ben caratterizzati (per non parlare del coinquilino tra l'appassionato di loli e il pedofilo, che tenterà più volte di saltare addosso a Kanau, ed è rappresentato come un vero e proprio mostro, con la lingua biforcuta e le orecchie a punta). <b> Fine spoiler </b>
Nonostante il titolo sembri rimandare a una commedia, "La figlia dell'otaku" è per ammissione stessa di alcuni lettori giapponesi, un manga molto più veritiero e realistico di quello che possa sembrare, un padre come Kota è plausibile, per quanto poi nel manga sia estremizzato.
Comunque Stahiro riesce a intrattenere bene a offrire spunti di riflessione molto interessanti.
I disegni sono la parte che lascia forse un pochino più a desiderare per il tratto un po' anonimo e le copertine non proprio studiatissime.
Comunque i disegni riescono a funzionare bene assieme alla storia.
Per quanto riguarda l'edizione italiana della Magic Press, all'interno è molto curata e presenta buone note, tuttavia le sovraccoperte sono un po' diverse tra loro (a volte sono troppo larghe e a volte tra un volume e l'altro cambia proprio il tipo di lavorazione, e passano da bianco lucido a opaco), elemento che potrà infastidire un po' i lettori più "precisini". Ma l'edizione nel complesso è buona, e la scelta di portare un manga così particolare in un mercato per molti versi piatto e omologato come quello italiano, che vanta solo poche voci fuori dal coro e punte di diamante, è senz'altro ammirabile.</b></b></b></b>
Acquistai inizialmente questo fumetto per il titolo. Ritenevo fosse qualcosa simile a "Welcome to the NHK", ma ho subito compreso che la vicenda dell'hikikomori/otaku viene più sfiorata, che toccata, e sebbene l'ironia e la commedia siano caratteristiche di ambedue le opere, "La figlia dell'otaku" risulta decisamente più leggera e meno lunatica della suddetta.
Ho, comunque, accettato la sua essenza decidendo di continuare la lettura ed ho notato, felicemente, che i primi volumi ruotano quasi costantemente attorno alla figura dell'otaku, se così la si vuol prendere, sebbene nelle sue sfaccettature più ironiche e meno riflessive. Il rapporto che inizia ad instaurarsi fra i due, così come nell'ultimo volume afferma Nozomi, era facilente deperibile, siccome vi era da una parte il padre col proprio irremovibile ruolo di otaku e dall'altra parte la figlia col proprio stabile ruolo di ragazzina desiderosa di contatto umano. Purtroppo o per fortuna i personaggi evolvono abbastanza, difatti si perde questa contrapposizione ed amor vicit omnia. Da parte mia ritengo ciò un "purtroppo", dacché ho acquistato il manga con l'unico scopo di godere della narrazione della vita di un otaku, mentre "Otaku no musume-san" diviene un coacerbo di relazioni più o meno realistiche: padre e figlia, padre ed amministratrice, padre ed Haruka, l'amministratrice ed il mangaka Morita etc. In particolare quest'ultima relazione è assolutamente improvvisa, improbabile e sintomatica della degenerazione del manga di Stahiro. Per interi volumi non si fa altro che trattare dell'amore di uno per l'altro, di lacrime, pianti, urla, grida, primi piani con baloon assordanti relativi a frasi della serie "ti voglio bene, papino", "papino mio" et similia. Una robaccia melensa da suicidio assistito che è tanto più melensa quanto più Kouta perde l'animo otaku per divenire padre pseudo-naturale (non riesco ad immaginare bambini con tanto miele in sé).
Il resto del manga, per l'appunto, ha questo andazzo che io ritengo deplorevole. D'altronde c'è anche da dire che non mancano le scene comiche ed esilaranti, ma nel complesso il voto è assolutamente negativo. Effettivamente, così come è stato fatto notare, un manga come "Usagi Drop" riesce a narrare una situazione similare in modo molto più sobrio e realistico, senza sbalzi d'umore da scolarette in preda d'ormoni, grida isteriche e pianti liberatorii. Purtroppo, a quanto pare, il fumetto moderno tende a ciò ed il mio voto tenderà a 5.
Ho, comunque, accettato la sua essenza decidendo di continuare la lettura ed ho notato, felicemente, che i primi volumi ruotano quasi costantemente attorno alla figura dell'otaku, se così la si vuol prendere, sebbene nelle sue sfaccettature più ironiche e meno riflessive. Il rapporto che inizia ad instaurarsi fra i due, così come nell'ultimo volume afferma Nozomi, era facilente deperibile, siccome vi era da una parte il padre col proprio irremovibile ruolo di otaku e dall'altra parte la figlia col proprio stabile ruolo di ragazzina desiderosa di contatto umano. Purtroppo o per fortuna i personaggi evolvono abbastanza, difatti si perde questa contrapposizione ed amor vicit omnia. Da parte mia ritengo ciò un "purtroppo", dacché ho acquistato il manga con l'unico scopo di godere della narrazione della vita di un otaku, mentre "Otaku no musume-san" diviene un coacerbo di relazioni più o meno realistiche: padre e figlia, padre ed amministratrice, padre ed Haruka, l'amministratrice ed il mangaka Morita etc. In particolare quest'ultima relazione è assolutamente improvvisa, improbabile e sintomatica della degenerazione del manga di Stahiro. Per interi volumi non si fa altro che trattare dell'amore di uno per l'altro, di lacrime, pianti, urla, grida, primi piani con baloon assordanti relativi a frasi della serie "ti voglio bene, papino", "papino mio" et similia. Una robaccia melensa da suicidio assistito che è tanto più melensa quanto più Kouta perde l'animo otaku per divenire padre pseudo-naturale (non riesco ad immaginare bambini con tanto miele in sé).
Il resto del manga, per l'appunto, ha questo andazzo che io ritengo deplorevole. D'altronde c'è anche da dire che non mancano le scene comiche ed esilaranti, ma nel complesso il voto è assolutamente negativo. Effettivamente, così come è stato fatto notare, un manga come "Usagi Drop" riesce a narrare una situazione similare in modo molto più sobrio e realistico, senza sbalzi d'umore da scolarette in preda d'ormoni, grida isteriche e pianti liberatorii. Purtroppo, a quanto pare, il fumetto moderno tende a ciò ed il mio voto tenderà a 5.
"La figlia dell'otaku" o "Otaku no Musume-san", è sicuramente uno dei migliori manga attualmente in circolazione che tratti il tema degli Otaku. Ciò è dato dal fatto che oltre ad illustrarci le varie passioni dei protagonisti, e a darci molto spesso informazioni nell'ambito degli Otaku, non si sofferma mai troppo su quest'argomento, dando ampio spazio anche alla trama del manga vero e proprio, tanto semplice quanto interessante. Intervallata ovviamente da simpatici sketch o, come già detto, varie informazioni sul mondo degli anime/manga.
Ma veniamo alla trama in sè, che in breve tratta di Kouta Morisaki, 26enne Otaku a tempo pieno, che si vede piombare in casa, nella pensione dove vive, una bambina di 9 anni, la quale afferma di essere a tutti gli effetti sua figlia. Niente di complesso insomma. Eppure, da questa situazione, Kouta si vedrà costretto a fare diversi sacrifici, in modo da mantenere la nuova arrivata, che nel frattempo cercherà di convivere con l'idea di avere un padre Otaku. Cosa resa più facile dal semplice fatto che quasi ogni coinquilino è anch'esso un Otaku, ed ognuno è particolare a modo suo, dal Mangaka e maestro di vita noto come Sensei, al lolicon Nicchi, alla tsundere Haruka, fino ad alcune sue compagne di classe. Insomma, si vedrà costretta ad adattarsi a questo "nuovo mondo", scoprendo che gli Otaku non sono sempre quello che danno a vedere.
Passando al lato tecnico, devo ammettere che i disegni sono molto belli e adatti ad un opera del genere, sebbene il tratto cambi molto tra l'inizio e la fine del manga. L'unica pecca è data dalla casa editrice, ovvero la Magic Press, che oltre a cambiare sovra-copertina e il tipo di carta ogni 3 volumi circa, fa uscire i volumi a ritmo irregolare, nonostante in Giappone la serie sia bella che finita. Ma considerato che dovranno uscire solo altri 4 volumi, è una condizione sopportabile.
Che altro aggiungere? Il manga è godibile, semplice da seguire, ed anche interessante. Se vi capitasse tra le mani, dategli una chance, merita certamente un po del vostro tempo.
Ma veniamo alla trama in sè, che in breve tratta di Kouta Morisaki, 26enne Otaku a tempo pieno, che si vede piombare in casa, nella pensione dove vive, una bambina di 9 anni, la quale afferma di essere a tutti gli effetti sua figlia. Niente di complesso insomma. Eppure, da questa situazione, Kouta si vedrà costretto a fare diversi sacrifici, in modo da mantenere la nuova arrivata, che nel frattempo cercherà di convivere con l'idea di avere un padre Otaku. Cosa resa più facile dal semplice fatto che quasi ogni coinquilino è anch'esso un Otaku, ed ognuno è particolare a modo suo, dal Mangaka e maestro di vita noto come Sensei, al lolicon Nicchi, alla tsundere Haruka, fino ad alcune sue compagne di classe. Insomma, si vedrà costretta ad adattarsi a questo "nuovo mondo", scoprendo che gli Otaku non sono sempre quello che danno a vedere.
Passando al lato tecnico, devo ammettere che i disegni sono molto belli e adatti ad un opera del genere, sebbene il tratto cambi molto tra l'inizio e la fine del manga. L'unica pecca è data dalla casa editrice, ovvero la Magic Press, che oltre a cambiare sovra-copertina e il tipo di carta ogni 3 volumi circa, fa uscire i volumi a ritmo irregolare, nonostante in Giappone la serie sia bella che finita. Ma considerato che dovranno uscire solo altri 4 volumi, è una condizione sopportabile.
Che altro aggiungere? Il manga è godibile, semplice da seguire, ed anche interessante. Se vi capitasse tra le mani, dategli una chance, merita certamente un po del vostro tempo.
Titolo: La figlia dell'otaku (Otaku no masume-san).
Autore: Stahiro.
Trama: si tratta la storia di un otaku (Morisaki Kota), che si trova all'improvviso "padre", visto che sua figlia di nove anni, Kanau, di cui ignorava l'esistenza, gli piomba in casa. Inizialmente restio alla cosa - se è per questo anche sua figlia -, Kota è quasi costretto a conviverci insieme, cercando di integrare la sua passione e anche il suo mestiere - è un assistente di un mangaka.
Nella pensione dove vive Kota non mancano i personaggi secondari, che naturalmente, in un'opera incentrata sugli otaku, ne sono degni rappresentanti: c'è l'otaku vecchio autore di manga, il fanatico delle lolicon, l'assistente un po' tsundere (la mia preferita fino a questo momento), l'amministratrice, che è una liceale che però sembra avere più anni di quanti ne abbia in realtà, e il tipo misterioso - beh, è misterioso davvero visto che nessuno si accorge di lui, e nessuno lo prende in considerazione.
Non manca mai, inoltre, alla fine di ogni volume, un breve manga che illustra qualche termine otaku da imparare, per informarsi.
Grafica: francamente lo stile di disegno non mi piace molto, soprattutto, il character design dei personaggi, per certi versi un po' troppo bambinesco. Comunque sia, anche se la parte grafica in un manga ha molta importanza - per me è importantissima -, si può un po' soprassedere, in quanto la storia, per me, ha preso il sopravvento.
Valutazione: ammetto anche io che ho preso il primo volume per via del termine otaku; avevo visto un'immagine di preview, ma non mi aveva ispirato più di molto, poi mi sono trovato il volume in mano in fumetteria, e ho deciso di dargli una chance. Il disegno può non piacere - a me personalmente ha fatto storcere il naso più di una volta -, ma la storia se vista con un'ottica da otaku, al quale il manga fa riferimento anche come pubblico, dopo un po' può prendere il sopravvento e fare dimenticare l'aspetto grafico.
Il problemi principali del manga però per me sono due:
- il manga, a quanto ho capito, è stato prima pubblicato sul web, poi, dato il successo, si è deciso per una pubblicazione cartacea. Peccato che però l'autore (o la casa editrice?) ha deciso di allestire il tankoubon in modo perlomeno "opinabile"; in sostanza, si susseguono capitoli seri ad altri molto easy per non dire demenziali, ad episodi extra fatti dall'autore come plus. Per fare un esempio, nell'ultimo volume che ho letto (il 3°) ci sono 2 capitoli seri, 2 capitoli più easy, di cui uno slegato dalla storia, per finire con un ultimo capitolo, dove sono racchiuse delle strip; ho degli episodi extra altamente demenziali! Vabbè a noi otaku piace anche quest'aspetto, ma magari questa era roba da mettere nell'ultimo volume dell'opera. Poi alla fine c'è sempre una postfazione con cui l'autore cerca di spiegare come sono stati ideati i vari capitoli e perché, anche se a volte si fa più confusione che altro.
- La pubblicazione in Italia, è fatta dalla Magic Press, che, per carità, ha fatto un buon lavoro, ma fa uscire il manga ogni due mesi circa. Il manga in patria è già concluso all'11° tankoubon. Da noi sono usciti ad ora 3 volumi, quindi se non faccio male i conti per finire il manga ci vorranno 16 mesi - accipicchia, non c'è che dire, siamo veloci.
Pro: "La figlia dell'otaku" è una buona storia che può svilupparsi bene in futuro.
Contro: i disegni possono non piacere; a volte la trama vira sul demenziale.
Autore: Stahiro.
Trama: si tratta la storia di un otaku (Morisaki Kota), che si trova all'improvviso "padre", visto che sua figlia di nove anni, Kanau, di cui ignorava l'esistenza, gli piomba in casa. Inizialmente restio alla cosa - se è per questo anche sua figlia -, Kota è quasi costretto a conviverci insieme, cercando di integrare la sua passione e anche il suo mestiere - è un assistente di un mangaka.
Nella pensione dove vive Kota non mancano i personaggi secondari, che naturalmente, in un'opera incentrata sugli otaku, ne sono degni rappresentanti: c'è l'otaku vecchio autore di manga, il fanatico delle lolicon, l'assistente un po' tsundere (la mia preferita fino a questo momento), l'amministratrice, che è una liceale che però sembra avere più anni di quanti ne abbia in realtà, e il tipo misterioso - beh, è misterioso davvero visto che nessuno si accorge di lui, e nessuno lo prende in considerazione.
Non manca mai, inoltre, alla fine di ogni volume, un breve manga che illustra qualche termine otaku da imparare, per informarsi.
Grafica: francamente lo stile di disegno non mi piace molto, soprattutto, il character design dei personaggi, per certi versi un po' troppo bambinesco. Comunque sia, anche se la parte grafica in un manga ha molta importanza - per me è importantissima -, si può un po' soprassedere, in quanto la storia, per me, ha preso il sopravvento.
Valutazione: ammetto anche io che ho preso il primo volume per via del termine otaku; avevo visto un'immagine di preview, ma non mi aveva ispirato più di molto, poi mi sono trovato il volume in mano in fumetteria, e ho deciso di dargli una chance. Il disegno può non piacere - a me personalmente ha fatto storcere il naso più di una volta -, ma la storia se vista con un'ottica da otaku, al quale il manga fa riferimento anche come pubblico, dopo un po' può prendere il sopravvento e fare dimenticare l'aspetto grafico.
Il problemi principali del manga però per me sono due:
- il manga, a quanto ho capito, è stato prima pubblicato sul web, poi, dato il successo, si è deciso per una pubblicazione cartacea. Peccato che però l'autore (o la casa editrice?) ha deciso di allestire il tankoubon in modo perlomeno "opinabile"; in sostanza, si susseguono capitoli seri ad altri molto easy per non dire demenziali, ad episodi extra fatti dall'autore come plus. Per fare un esempio, nell'ultimo volume che ho letto (il 3°) ci sono 2 capitoli seri, 2 capitoli più easy, di cui uno slegato dalla storia, per finire con un ultimo capitolo, dove sono racchiuse delle strip; ho degli episodi extra altamente demenziali! Vabbè a noi otaku piace anche quest'aspetto, ma magari questa era roba da mettere nell'ultimo volume dell'opera. Poi alla fine c'è sempre una postfazione con cui l'autore cerca di spiegare come sono stati ideati i vari capitoli e perché, anche se a volte si fa più confusione che altro.
- La pubblicazione in Italia, è fatta dalla Magic Press, che, per carità, ha fatto un buon lavoro, ma fa uscire il manga ogni due mesi circa. Il manga in patria è già concluso all'11° tankoubon. Da noi sono usciti ad ora 3 volumi, quindi se non faccio male i conti per finire il manga ci vorranno 16 mesi - accipicchia, non c'è che dire, siamo veloci.
Pro: "La figlia dell'otaku" è una buona storia che può svilupparsi bene in futuro.
Contro: i disegni possono non piacere; a volte la trama vira sul demenziale.
Come sempre sono stata attratta dalla copertina e sfogliando ho visto che i disegni erano davvero graziosi e particolari; leggendo la trama mi è parso un manga interessante ed è stato proprio così, perché è davvero una storia buffa e comica anche se un po' pervertita in certi punti.
La storia parla di questa ragazzina che trova il padre dopo molti anni, già dall'inizio si può notare che il padre non è una persona qualunque ma un otaku ossessionato dagli hentai che appena vede la bambina non smette di pensare a cose oscene e pervertite, ovviamente non facendolo apposta dato che era stato istigato dal suo migliore amico pervertito, infatti dopo rimane scioccato nell'apprendere la notizia di essere padre.
Le scenette comiche sono a dir poco esilaranti soprattutto vedendo un'innocente bambina che rimane impressionata dai gadget stravaganti che il padre possiede, come bambole gonfiabili a forma di ragazze anime svestite o statuette hentai, con questo pover'uomo che cerca di nasconderli rendendosi sempre più ridicolo aumentando le risate degli spettatori.
Ma il padre non è l'unico personaggio divertente ce ne sono talmente tanti e la maggior parte son tutti otaku, eh sì perché il condominio è praticamente un ritrovo per otaku, abitano tutti lì e sono uno più strambo dell'altro.
Davvero un manga che vale la pena seguire, sono davvero curiosa di leggere i prossimi volumi e vedere come si evolve questo strano rapporto padre/figlia così originale e particolare.
La storia parla di questa ragazzina che trova il padre dopo molti anni, già dall'inizio si può notare che il padre non è una persona qualunque ma un otaku ossessionato dagli hentai che appena vede la bambina non smette di pensare a cose oscene e pervertite, ovviamente non facendolo apposta dato che era stato istigato dal suo migliore amico pervertito, infatti dopo rimane scioccato nell'apprendere la notizia di essere padre.
Le scenette comiche sono a dir poco esilaranti soprattutto vedendo un'innocente bambina che rimane impressionata dai gadget stravaganti che il padre possiede, come bambole gonfiabili a forma di ragazze anime svestite o statuette hentai, con questo pover'uomo che cerca di nasconderli rendendosi sempre più ridicolo aumentando le risate degli spettatori.
Ma il padre non è l'unico personaggio divertente ce ne sono talmente tanti e la maggior parte son tutti otaku, eh sì perché il condominio è praticamente un ritrovo per otaku, abitano tutti lì e sono uno più strambo dell'altro.
Davvero un manga che vale la pena seguire, sono davvero curiosa di leggere i prossimi volumi e vedere come si evolve questo strano rapporto padre/figlia così originale e particolare.
Ho letto unicamente il primo volume, ma "La figlia dell'otaku" merita tantissimo, davvero. L'ho letto perché mi è stato prestato e, fin dalle prime battute, l'ho trovato un manga simpaticissimo, divertente, ma a tratti anche molto serio. Affronta tematiche importanti e anche il rapporto difficoltoso tra un padre otaku che disegna manga hentai e una figlia che, fino a poco tempo prima, non l'aveva mai visto questo padre (se non in fotografia, abbracciato alla madre).
A mio parere è un manga vincente, e lo si capisce fin dalle prime scene: capitolo dopo capitolo si percepisce sempre di più l'ironia, la simpatia su cui si basa "La figlia dell'otaku".
Eppure sotto quel velo di comicità si nascondono tematiche profondissime, affrontate con un disegno personale e molto particolare che io apprezzo.
Consigliatissimo.
A mio parere è un manga vincente, e lo si capisce fin dalle prime scene: capitolo dopo capitolo si percepisce sempre di più l'ironia, la simpatia su cui si basa "La figlia dell'otaku".
Eppure sotto quel velo di comicità si nascondono tematiche profondissime, affrontate con un disegno personale e molto particolare che io apprezzo.
Consigliatissimo.
Questo è un bel manga.
Ho letto 56 capitoli di fila, una volta iniziato non sono riuscito più a smettere. E dire che gli ho dato una chance senza aspettarmi niente di che, sembrava una commediuola come tante. E invece no, la storia è molto interessante, ci sono tanti colpi di scena e i personaggi sono in qualche modo "credibili".
Per fare una recensione lunga e approfondita avrei bisogno di fare taaanti spoiler, e non mi va. Dico solo una cosa: se vi piacciono manga come Welcome to the NHK! o Yotsuba&! correte a leggere anche questo, non ve ne pentirete.
Aggiungo che se uscirà in italiano me lo comprerò al volo.
Ho letto 56 capitoli di fila, una volta iniziato non sono riuscito più a smettere. E dire che gli ho dato una chance senza aspettarmi niente di che, sembrava una commediuola come tante. E invece no, la storia è molto interessante, ci sono tanti colpi di scena e i personaggi sono in qualche modo "credibili".
Per fare una recensione lunga e approfondita avrei bisogno di fare taaanti spoiler, e non mi va. Dico solo una cosa: se vi piacciono manga come Welcome to the NHK! o Yotsuba&! correte a leggere anche questo, non ve ne pentirete.
Aggiungo che se uscirà in italiano me lo comprerò al volo.
"La figlia dell'otaku" (questa la traduzione del titolo giapponese) è un manga che si rivolge ad un pubblico di otaku di una certa età, uomini abbastanza grandi da essere interessati a tematiche parentali e possibilmente fan nostalgici delle prime opere di Rumiko Takashi. Io ho risposto all'appello e non sono rimasto deluso. Se siete degli estimatori di Cara dolce Kyoko questa serie vi farà scompisciare dalle risate viste le innumerevoli citazioni alla serie classica.
I protagonisti sono dei mangaka che vivono in un pensionato praticamente identico a Maison Ikkoku. Questa è una serie corale in cui anche i personaggi cosiddetti secondari hanno un notevole spazio loro riservato, cosa che ho molto apprezzato. Il mio personaggio preferito è il sensei, trentottenne otaku della vecchia guardia, fan sfegatato di Rumiko Takahashi e disegnatore di shojo per bambine delle elementari. È troppo simpatico, basso, con la pancia, sempre vestito con la vestaglia tradizionale giapponese e orgogliosissimo di essere ancora vergine alla sua età. Il secondo personaggio più simpatico è Taeko, fac-simile di Kyoko Otonashi, dolcissima, totalmente priva di malizia e dotata di un seno di tutto rispetto (tenete però conto che in questa serie il fan service praticamente non esiste, per cui non si vedrà molto). Andando avanti con la serie, in un lungo flashback che occupa tutto il settimo volume viene narrato il passato del Sensei e di Taeko: ne scoprirete delle belle, non anticipo nulla ma ci saranno delle sorprese incredibili.
Un altro personaggio molto simpatico è quello di Haruka, giovanissima assistente del sensei e autrice di dojinshi pornografici. Haruka ha 63 centimetri di seno (contro i 91 di Taeko!), gli occhiali, ed è incapace di parlare con gli sconosciuti senza nascondersi dietro le spalle di qualcuno che conosce. In più ha un caratteraccio, ma anche lei è capace di innamorarsi, come vedremo nel proseguo della serie.
Il protagonista è Kota, ha 26 anni, anche lui assistente del sensei ed autore di doujinshi, nonché lo stereotipo dell'otaku. A 16 anni, ai tempi della scuola, è stato praticamente violentato da una studentessa più grande di lui che è rimasta incinta. Da allora non ha più avuto alcun contatto con il genere femminile. Dopo dieci anni si trova a doversi occupare della figlia, Kanau, della cui esistenza non era neppure a conoscenza. Le situazioni comiche si sprecano: per esempio lui vuole guardare cartoni animati con la bambina per tutto il giorno, ma la piccola gli dice che lei ormai è troppo grande per guardare le serie che piacciono a lui (ma di notte lui si "redime" guardandosi le serie pornografiche mentre la bimba dorme ...).
È chiaro che questo è un manga umoristico prima che realistico ed in quanto tale si differenzia notevolmente da opere quali "My Girl" o "Usagi Drop", che trattano una situazione simile (la paternità improvvisa) in maniera più seria; questo non vuol dire che non ci siano momenti seri in "Otaku no musumi-san". Per esempio, nel secondo volume Kanau si ammala mentre il padre è in fila per comprare dei doujinshi e deve scegliere tra la salute della figlia e l'istinto del collezionista otaku. Comunque nel complesso è un'opera che fa molto più ridere che piangere. Un altro punto di forza è che col tempo sia la storia che i disegni migliorano. Il mio voto è 8.5, un po' sotto Genshiken ma sempre una buona opera sul mondo degli otaku giapponesi.
I protagonisti sono dei mangaka che vivono in un pensionato praticamente identico a Maison Ikkoku. Questa è una serie corale in cui anche i personaggi cosiddetti secondari hanno un notevole spazio loro riservato, cosa che ho molto apprezzato. Il mio personaggio preferito è il sensei, trentottenne otaku della vecchia guardia, fan sfegatato di Rumiko Takahashi e disegnatore di shojo per bambine delle elementari. È troppo simpatico, basso, con la pancia, sempre vestito con la vestaglia tradizionale giapponese e orgogliosissimo di essere ancora vergine alla sua età. Il secondo personaggio più simpatico è Taeko, fac-simile di Kyoko Otonashi, dolcissima, totalmente priva di malizia e dotata di un seno di tutto rispetto (tenete però conto che in questa serie il fan service praticamente non esiste, per cui non si vedrà molto). Andando avanti con la serie, in un lungo flashback che occupa tutto il settimo volume viene narrato il passato del Sensei e di Taeko: ne scoprirete delle belle, non anticipo nulla ma ci saranno delle sorprese incredibili.
Un altro personaggio molto simpatico è quello di Haruka, giovanissima assistente del sensei e autrice di dojinshi pornografici. Haruka ha 63 centimetri di seno (contro i 91 di Taeko!), gli occhiali, ed è incapace di parlare con gli sconosciuti senza nascondersi dietro le spalle di qualcuno che conosce. In più ha un caratteraccio, ma anche lei è capace di innamorarsi, come vedremo nel proseguo della serie.
Il protagonista è Kota, ha 26 anni, anche lui assistente del sensei ed autore di doujinshi, nonché lo stereotipo dell'otaku. A 16 anni, ai tempi della scuola, è stato praticamente violentato da una studentessa più grande di lui che è rimasta incinta. Da allora non ha più avuto alcun contatto con il genere femminile. Dopo dieci anni si trova a doversi occupare della figlia, Kanau, della cui esistenza non era neppure a conoscenza. Le situazioni comiche si sprecano: per esempio lui vuole guardare cartoni animati con la bambina per tutto il giorno, ma la piccola gli dice che lei ormai è troppo grande per guardare le serie che piacciono a lui (ma di notte lui si "redime" guardandosi le serie pornografiche mentre la bimba dorme ...).
È chiaro che questo è un manga umoristico prima che realistico ed in quanto tale si differenzia notevolmente da opere quali "My Girl" o "Usagi Drop", che trattano una situazione simile (la paternità improvvisa) in maniera più seria; questo non vuol dire che non ci siano momenti seri in "Otaku no musumi-san". Per esempio, nel secondo volume Kanau si ammala mentre il padre è in fila per comprare dei doujinshi e deve scegliere tra la salute della figlia e l'istinto del collezionista otaku. Comunque nel complesso è un'opera che fa molto più ridere che piangere. Un altro punto di forza è che col tempo sia la storia che i disegni migliorano. Il mio voto è 8.5, un po' sotto Genshiken ma sempre una buona opera sul mondo degli otaku giapponesi.
Lo ammetto, ho cominciato a leggere quest'opera attratto dal nome "otaku"...
Otaku no Musume-san (La Figlia dell'Otaku) parla di Kanau, una bambina costretta ad andare a vivere dal padre causa problemi con la madre... ha sempre sognato di incontrarlo, e finalmente ne ha la possibilità.
L'amministratrice della pensione in cui vive la tratta benissimo, e non sa proprio come rivelarle la verità: suo padre non è una persona normale... e la prima volta che lo vede gli trova sulla fronte un adesivo di un manga ecchi lolicon... bel trauma, eh?
Piano piano capisce che per fortuna non ha un padre maniaco, ma solo otaku... è che lui non aveva idea che la donna che lo ha praticamente stuprato si è ritrovata incinta... e la pensione è frequentata quasi solamente da appassionati di lolicon, se si esclude il "maestro" decisamente legato al retrò e la ragazza molto timida... soprattutto Nicchi è un pericolo, ci proverà ripetutamente con lei, creando dei siparietti decisamente comici, nella sua perversione...
Se per voi Welcome To the NHK è un manga decisamente crudo e pesante, questo allora è meglio che lo lasciate perdere, parla di un padre immaturo e irresponsabile nei confronti di una figlia a cui non è legato, i passi per diventare una famiglia ci sono, ma sono davvero duri da sopportare, e le sequenze comiche lasciano un velo di tristezza incredibile.
A risollevare il tutto ci pensa l'amicizia di Kanau con le nuove compagne di classe, tra cui una otaku e una bambina ricca, ottimo per staccare dalla routine offerta dall'abitazione.
Come disegni, lo vedete da voi che non sono certo la punta di diamante di quest'opera, ma fanno il loro mestiere, però è sceneggiato in modo scorrevole, forse non piacerà la struttura a episodi autoconclusivi, ma secondo me se non vi spaventano le tematiche affrontate non certo leggere la lettura è consigliatissima.
Otaku no Musume-san (La Figlia dell'Otaku) parla di Kanau, una bambina costretta ad andare a vivere dal padre causa problemi con la madre... ha sempre sognato di incontrarlo, e finalmente ne ha la possibilità.
L'amministratrice della pensione in cui vive la tratta benissimo, e non sa proprio come rivelarle la verità: suo padre non è una persona normale... e la prima volta che lo vede gli trova sulla fronte un adesivo di un manga ecchi lolicon... bel trauma, eh?
Piano piano capisce che per fortuna non ha un padre maniaco, ma solo otaku... è che lui non aveva idea che la donna che lo ha praticamente stuprato si è ritrovata incinta... e la pensione è frequentata quasi solamente da appassionati di lolicon, se si esclude il "maestro" decisamente legato al retrò e la ragazza molto timida... soprattutto Nicchi è un pericolo, ci proverà ripetutamente con lei, creando dei siparietti decisamente comici, nella sua perversione...
Se per voi Welcome To the NHK è un manga decisamente crudo e pesante, questo allora è meglio che lo lasciate perdere, parla di un padre immaturo e irresponsabile nei confronti di una figlia a cui non è legato, i passi per diventare una famiglia ci sono, ma sono davvero duri da sopportare, e le sequenze comiche lasciano un velo di tristezza incredibile.
A risollevare il tutto ci pensa l'amicizia di Kanau con le nuove compagne di classe, tra cui una otaku e una bambina ricca, ottimo per staccare dalla routine offerta dall'abitazione.
Come disegni, lo vedete da voi che non sono certo la punta di diamante di quest'opera, ma fanno il loro mestiere, però è sceneggiato in modo scorrevole, forse non piacerà la struttura a episodi autoconclusivi, ma secondo me se non vi spaventano le tematiche affrontate non certo leggere la lettura è consigliatissima.