Kirakira 100%
"Kira Kira 100%" è stato realizzato da Megumi Mizusawa, la stessa autrice di "Hime-chan No Ribon". La Planet lo ha raccolto in 9 volumi con una bella edizione con sovraccoperta esteticamente allineata con la precedente serie proposta della stessa autrice.
La ragion d'essere di "Kira Kira 100%" è spiegata bene dalla stessa autrice nei talks da lei dedicati ai lettori. Da studentessa liceale lei non ha mai avuto la fortuna di vivere la quotidianità con un suo fidanzato perché ha sempre avuto relazioni a distanza. La protagonista di questa serie rappresenta quindi una sua forma di riscatto e l'intento è raccontare la storia di una liceale che sboccia come un fiore e vive giorno dopo giorno il suo primo amore. L'autrice racconta la storia della liceale Miku con la delicatezza di una carezza: la scoperta dei suoi punti forti, i miglioramenti estetici, il suo primo amore.. tutto scorre senza fare soffrire il lettore, me, meravigliata soprattutto dalla rapidità nel cambio di mindset di questa ragazzina già nel volume 1.
Mi sento di suggerire questa serie a dei lettori molto giovani, potrebbe essere un romanzo scolastico di apprendimento come può essere "Temi d'Amore". Ad un pubblico maturo può annoiare facilmente a causa della modalità troppo didattica di descrivere i sentimenti dei protagonisti: liceali insicuri alle prese con i primi tormenti ai quali non sanno dare il nome.
Raramente ho interrotto la lettura di un fumetto e ancora più raramente mi è accaduto di assopirmi durante la lettura. Per questo motivo l'ho messo da parte attendendo dei tempi migliori.
La ragion d'essere di "Kira Kira 100%" è spiegata bene dalla stessa autrice nei talks da lei dedicati ai lettori. Da studentessa liceale lei non ha mai avuto la fortuna di vivere la quotidianità con un suo fidanzato perché ha sempre avuto relazioni a distanza. La protagonista di questa serie rappresenta quindi una sua forma di riscatto e l'intento è raccontare la storia di una liceale che sboccia come un fiore e vive giorno dopo giorno il suo primo amore. L'autrice racconta la storia della liceale Miku con la delicatezza di una carezza: la scoperta dei suoi punti forti, i miglioramenti estetici, il suo primo amore.. tutto scorre senza fare soffrire il lettore, me, meravigliata soprattutto dalla rapidità nel cambio di mindset di questa ragazzina già nel volume 1.
Mi sento di suggerire questa serie a dei lettori molto giovani, potrebbe essere un romanzo scolastico di apprendimento come può essere "Temi d'Amore". Ad un pubblico maturo può annoiare facilmente a causa della modalità troppo didattica di descrivere i sentimenti dei protagonisti: liceali insicuri alle prese con i primi tormenti ai quali non sanno dare il nome.
Raramente ho interrotto la lettura di un fumetto e ancora più raramente mi è accaduto di assopirmi durante la lettura. Per questo motivo l'ho messo da parte attendendo dei tempi migliori.
Miku è una ragazza cupa e sciatta che vive la sua vita trascinandosi faticosamente avanti. Un giorno, grazie all'aiuto di un suo compagno di classe fissato col make up, MIku si rende conto di poter cambiare a cominciare dal suo aspetto fisico: da questo momento in poi inizierà a curare di più sé stessa, e sarà proprio questo a darle la spinta per dichiararsi al suo compagno di scuola Shibutani.
"Kira Kira 100%" parla dello sviluppo della relazione tra Miku e Shibutani (sì, il cliché della coppia appena formatasi e che non sa bene come comportarsi, stesse tematiche di "Love Button" della Usami e di "Hatsukare - Primo Amore", trattate più o meno con la stessa banalità, anche se "Primo Amore" in realtà nasconde qualche sorpresa, ed è decisamente il più interessante dei tre) e soprattutto della "crescita" di Miku e delle sue insicurezze.
A dir la verità, non è che Miku cresca poi molto durante la storia. L'unica cosa che cambia probabilmente è il suo aspetto esteriore: dentro rimane per tutto il tempo egocentrica e lagnosa. Talmente concentrata su sé stessa da non poter essere giustificata dall'insicurezza o dalla timidezza.
Miku è un personaggio che mi ha infastidita, dall'inizio alla fine, per la poca cura che dimostra verso le sue amiche, o la scarsa attenzione ai sentimenti di Yuutenji (l'amico che le ha insegnato a truccarsi) e per come si avventa sulla povera Ebisu (un'amica e collega di Shibutani, che Miku vede sempre come una temibile rivale).
In una società basata quasi interamente sull'apparenza, il messaggio di superficialità che manda Miku non mi sembra affatto una cosa positiva.
Il senso era quello dell'importanza di stare bene con sé stessi, ma invece tutto si riduce all'essere preoccupati solo ed esclusivamente di sé stessi.
A parte questo, l'ho trovato un manga scialbo, banale, un lento ripetersi di una fissazione di Miku dopo l'altra. Dopo la fissazione per un dettaglio, si passa al complesso per un altro e così via, fino alla fine.
I disegni sono semplici e puliti, anche se a volte l'anatomia non è proprio curatissima e gli sfondi appena accennati.
Insomma, non contribuiscono affatto a rendere questo un manga indimenticabile.
"Kira Kira 100%" parla dello sviluppo della relazione tra Miku e Shibutani (sì, il cliché della coppia appena formatasi e che non sa bene come comportarsi, stesse tematiche di "Love Button" della Usami e di "Hatsukare - Primo Amore", trattate più o meno con la stessa banalità, anche se "Primo Amore" in realtà nasconde qualche sorpresa, ed è decisamente il più interessante dei tre) e soprattutto della "crescita" di Miku e delle sue insicurezze.
A dir la verità, non è che Miku cresca poi molto durante la storia. L'unica cosa che cambia probabilmente è il suo aspetto esteriore: dentro rimane per tutto il tempo egocentrica e lagnosa. Talmente concentrata su sé stessa da non poter essere giustificata dall'insicurezza o dalla timidezza.
Miku è un personaggio che mi ha infastidita, dall'inizio alla fine, per la poca cura che dimostra verso le sue amiche, o la scarsa attenzione ai sentimenti di Yuutenji (l'amico che le ha insegnato a truccarsi) e per come si avventa sulla povera Ebisu (un'amica e collega di Shibutani, che Miku vede sempre come una temibile rivale).
In una società basata quasi interamente sull'apparenza, il messaggio di superficialità che manda Miku non mi sembra affatto una cosa positiva.
Il senso era quello dell'importanza di stare bene con sé stessi, ma invece tutto si riduce all'essere preoccupati solo ed esclusivamente di sé stessi.
A parte questo, l'ho trovato un manga scialbo, banale, un lento ripetersi di una fissazione di Miku dopo l'altra. Dopo la fissazione per un dettaglio, si passa al complesso per un altro e così via, fino alla fine.
I disegni sono semplici e puliti, anche se a volte l'anatomia non è proprio curatissima e gli sfondi appena accennati.
Insomma, non contribuiscono affatto a rendere questo un manga indimenticabile.
Mi è capitato spesso di dire che un manga troppo realistico sarebbe noiosissimo, in quanto i manga sono generalmente letture d'evasione e mettere in scena la vita così com'è finirebbe solo per annoiare e renderli poco interessanti.
"Kira Kira 100%" esemplifica alla perfezione questo concetto, in quanto, più che un manga, sembra una versione a fumetti della posta di un Cioè qualsiasi.
E' un fumetto adolescenziale, che racconta le vicende quotidiane e sentimentali della giovane Miku, alle prese con tutti i problemi tipici della sua età, dalla poca fiducia in sé ai primi rapporti con l'altro sesso.
A differenza della stragrande maggioranza degli shoujo amorosi, che vedono nel fidanzamento il fine ultimo della storia, qui Miku si fidanza con l'allegro Shibutani già nel primo volume, e per i restanti otto si narra delle problematiche della vita di coppia, in quanto per Miku questa è la prima esperienza con un ragazzo e i problemi son tanti, anche troppi.
Si sa, l'adolescenza è il periodo dove ogni problema sembra insormontabile, dove si ingigantisce ogni cosa e dove ancora si è alla ricerca del proprio vero io fra mille insicurezze. Miku è, più che un personaggio, l'archetipo dell'adolescente in cui qualsiasi lettrice può rispecchiarsi. Una ragazzina continuamente in ansia, che si fa mille paranoie, che si sente sempre inadeguata per ogni situazione, che sembra attirare su di sé tutte le sfortune del mondo a mo' di nuvoletta di Fantozzi. Il manga, esattamente come la rubrica della posta di una rivista per ragazzine, offre problemi e soluzioni per una svariata gamma di situazioni che capitano alle adolescenti: i problemi di linea, la gelosia, i primi lavoretti, i problemi a scuola, le incertezze sul futuro, la prima volta, il look e il vestiario, i litigi con le amiche e molto altro.
Da questo punto di vista, è un manga abbastanza educativo, che cerca di insegnare alle sue lettrici ad avere fiducia in sé, ad essere positive e a non abbattersi, perché ogni problema ha sempre una soluzione.
Purtroppo, "Kira Kira 100%" non offre molto altro, e paga lo scotto di non avere dei personaggi ma delle macchiette. Miku è una ragazzina talmente comune e ben descritta da risultare noiosa e talvolta anche antipatica nel suo costante abbattersi, far drammi di problemi facilmente risolvibili e crearsene di nuovi su misura quando invece non ce n'è. Shibutani, il suo fidanzato, è un ragazzo altrettanto comune, che ha ben poco da dire, nonostante l'interessante esperimento compiuto dall'autrice e volto a riscrivere alcuni capitoli dal suo punto di vista, dando modo ai lettori di conoscere meglio i suoi pensieri, problemi e sentimenti.
Si tratta di due personaggi tanto, troppo realistici, in cui è facilissimo identificarsi ma è anche altrettanto facile annoiarsi coi loro pensieri, dato che sono esattamente gli stessi già presenti ogni giorno e ogni minuto nella mente dei lettori, i quali potrebbero non volerne una copia su carta.
Il resto del cast è composto da macchiette di passaggio, che a stento hanno un nome e che hanno un unico ruolo mantenuto per tutto il manga, senza mai intrattenere rapporti particolari con gli altri personaggi o crescere e modificarsi. Unica eccezione il saggio Yutenji, consigliere della protagonista, personaggio interessante che però poteva essere sfruttato molto meglio.
A "Kira Kira 100%" mancano, dunque, una storia, degli intrecci, colpi di scena, scambi di coppia, triangoli amorosi, baci e intrallazzi vari, e anche gli stessi personaggi sono delle macchiette create ad uso e consumo del lettore che può identificarvisi, ma non hanno una personalità propria che li faccia spiccare o ricordare in maniera particolare.
In questo, risulta inferiore al simile "Mizuiro Jidai" di Yuu Yabuchi ("Temi d'amore" nell'edizione italiana di Panini Comics), di circa un decennio precedente, che altresì raccontava i turbamenti dell'adolescenza e tutto il campionario di problemi annessi con gli occhi di una ragazzina, ma aveva anche una storia d'amore ben più coinvolgente, dei personaggi di maggior spessore e una coralità fatta di personaggi secondari con le loro storie (d'amore e non) che all'opera della Mizusawa manca quasi completamente, salvo il bellissimo capitolo extra in chiusura dell'ultimo volume che, azzardo, riesce a superare in bellezza tutta l'opera che lo ha preceduto.
Le cose van decisamente meglio sul lato grafico, in quanto, da questo punto di vista, "Kira Kira 100%" è una gioia per gli occhi. Lo stile di disegno di Megumi Mizusawa è lindo, pulito e gradevolissimo, di derivazione anni '90 ma privo di eccessi e stramberie nei colori, nelle forme e nelle dimensioni di occhi e capelli. Le figure umane della Mizusawa sono, anche a livello di disegno, ragazzi comuni, che si potrebbero tranquillamente trovare in qualsiasi scuola giapponese. Molto bella e ricca di dettagli anche la raffigurazione degli sfondi e, soprattutto, degli oggetti, degli accessori, dei capi di vestiario, al punto che certe tavole sembrano proprio un catalogo di moda più che un fumetto.
E' un manga molto semplice e leggero, "Kira Kira 100%", espressamente diretto agli adolescenti e che virtualmente sarebbe potuto essere scritto da chiunque, proprio perché non ha caratteristiche granché particolari ma si limita a mettere su carta i problemi di qualsiasi ragazzina teenager.
Stupisce, dunque, l'inspiegabile scelta di Panini Comics di renderlo un fumetto di nicchia, proponendolo sin da subito in un'edizione di lusso per le sole fumetterie (una volta tanto davvero ben fatta e curata) ad un prezzo eccessivo per le tasche di un adolescente e rapportato ai suoi leggerissimi contenuti, invece di puntare a una comune ed economica edizione da edicola accessibile a qualsiasi ragazzina.
La scelta, prevedibilmente, non ha pagato, e il manga è stato un flop, cosa che ha portato a rallentarne eccessivamente il completamento.
Come biasimare, del resto, i lettori che non l'hanno supportato?
"Kira Kira 100%" è un manga che rischia di annoiare presto, in quanto è un semplice affresco dell'adolescenza coi suoi mille (miliardi di) problemi veri o presunti, e oltre questo non offre molto altro. La grafica è ottima, ma la sceneggiatura e i personaggi languono un po', e non si possono biasimare i lettori se si scocciano di Miku che per la ventesima volta si mette a piangere e si chiude in se stessa se la sua camicetta bianca non si intona con la sua borsetta beige o se Shibutani e la compagna di classe belloccia hanno incrociato lo sguardo per un nanosecondo.
Dispiace davvero che "Kira Kira 100%" non abbia mantenuto le sue promesse, rivelandosi un manga più noioso di quanto pareva all'apparenza, sicuramente sentito e realizzato con una certa cura da parte dell'autrice nell'arco di ben sette anni, ma poco sostanzioso all'atto pratico. Peccato, perché la Mizusawa ha uno stile di disegno e narrazione fantastico, nella sua delicatezza, e sarebbe bello poterne godere ancora, magari in storie che siano realmente storie e non manuali a fumetti, e con personaggi che siano realmente personaggi e non persone comuni.
"Kira Kira 100%" è carino, ma nulla più, tende facilmente ad annoiare e può infastidire i lettori italiani che l'han pagato a un prezzo sin troppo caro.
"Kira Kira 100%" esemplifica alla perfezione questo concetto, in quanto, più che un manga, sembra una versione a fumetti della posta di un Cioè qualsiasi.
E' un fumetto adolescenziale, che racconta le vicende quotidiane e sentimentali della giovane Miku, alle prese con tutti i problemi tipici della sua età, dalla poca fiducia in sé ai primi rapporti con l'altro sesso.
A differenza della stragrande maggioranza degli shoujo amorosi, che vedono nel fidanzamento il fine ultimo della storia, qui Miku si fidanza con l'allegro Shibutani già nel primo volume, e per i restanti otto si narra delle problematiche della vita di coppia, in quanto per Miku questa è la prima esperienza con un ragazzo e i problemi son tanti, anche troppi.
Si sa, l'adolescenza è il periodo dove ogni problema sembra insormontabile, dove si ingigantisce ogni cosa e dove ancora si è alla ricerca del proprio vero io fra mille insicurezze. Miku è, più che un personaggio, l'archetipo dell'adolescente in cui qualsiasi lettrice può rispecchiarsi. Una ragazzina continuamente in ansia, che si fa mille paranoie, che si sente sempre inadeguata per ogni situazione, che sembra attirare su di sé tutte le sfortune del mondo a mo' di nuvoletta di Fantozzi. Il manga, esattamente come la rubrica della posta di una rivista per ragazzine, offre problemi e soluzioni per una svariata gamma di situazioni che capitano alle adolescenti: i problemi di linea, la gelosia, i primi lavoretti, i problemi a scuola, le incertezze sul futuro, la prima volta, il look e il vestiario, i litigi con le amiche e molto altro.
Da questo punto di vista, è un manga abbastanza educativo, che cerca di insegnare alle sue lettrici ad avere fiducia in sé, ad essere positive e a non abbattersi, perché ogni problema ha sempre una soluzione.
Purtroppo, "Kira Kira 100%" non offre molto altro, e paga lo scotto di non avere dei personaggi ma delle macchiette. Miku è una ragazzina talmente comune e ben descritta da risultare noiosa e talvolta anche antipatica nel suo costante abbattersi, far drammi di problemi facilmente risolvibili e crearsene di nuovi su misura quando invece non ce n'è. Shibutani, il suo fidanzato, è un ragazzo altrettanto comune, che ha ben poco da dire, nonostante l'interessante esperimento compiuto dall'autrice e volto a riscrivere alcuni capitoli dal suo punto di vista, dando modo ai lettori di conoscere meglio i suoi pensieri, problemi e sentimenti.
Si tratta di due personaggi tanto, troppo realistici, in cui è facilissimo identificarsi ma è anche altrettanto facile annoiarsi coi loro pensieri, dato che sono esattamente gli stessi già presenti ogni giorno e ogni minuto nella mente dei lettori, i quali potrebbero non volerne una copia su carta.
Il resto del cast è composto da macchiette di passaggio, che a stento hanno un nome e che hanno un unico ruolo mantenuto per tutto il manga, senza mai intrattenere rapporti particolari con gli altri personaggi o crescere e modificarsi. Unica eccezione il saggio Yutenji, consigliere della protagonista, personaggio interessante che però poteva essere sfruttato molto meglio.
A "Kira Kira 100%" mancano, dunque, una storia, degli intrecci, colpi di scena, scambi di coppia, triangoli amorosi, baci e intrallazzi vari, e anche gli stessi personaggi sono delle macchiette create ad uso e consumo del lettore che può identificarvisi, ma non hanno una personalità propria che li faccia spiccare o ricordare in maniera particolare.
In questo, risulta inferiore al simile "Mizuiro Jidai" di Yuu Yabuchi ("Temi d'amore" nell'edizione italiana di Panini Comics), di circa un decennio precedente, che altresì raccontava i turbamenti dell'adolescenza e tutto il campionario di problemi annessi con gli occhi di una ragazzina, ma aveva anche una storia d'amore ben più coinvolgente, dei personaggi di maggior spessore e una coralità fatta di personaggi secondari con le loro storie (d'amore e non) che all'opera della Mizusawa manca quasi completamente, salvo il bellissimo capitolo extra in chiusura dell'ultimo volume che, azzardo, riesce a superare in bellezza tutta l'opera che lo ha preceduto.
Le cose van decisamente meglio sul lato grafico, in quanto, da questo punto di vista, "Kira Kira 100%" è una gioia per gli occhi. Lo stile di disegno di Megumi Mizusawa è lindo, pulito e gradevolissimo, di derivazione anni '90 ma privo di eccessi e stramberie nei colori, nelle forme e nelle dimensioni di occhi e capelli. Le figure umane della Mizusawa sono, anche a livello di disegno, ragazzi comuni, che si potrebbero tranquillamente trovare in qualsiasi scuola giapponese. Molto bella e ricca di dettagli anche la raffigurazione degli sfondi e, soprattutto, degli oggetti, degli accessori, dei capi di vestiario, al punto che certe tavole sembrano proprio un catalogo di moda più che un fumetto.
E' un manga molto semplice e leggero, "Kira Kira 100%", espressamente diretto agli adolescenti e che virtualmente sarebbe potuto essere scritto da chiunque, proprio perché non ha caratteristiche granché particolari ma si limita a mettere su carta i problemi di qualsiasi ragazzina teenager.
Stupisce, dunque, l'inspiegabile scelta di Panini Comics di renderlo un fumetto di nicchia, proponendolo sin da subito in un'edizione di lusso per le sole fumetterie (una volta tanto davvero ben fatta e curata) ad un prezzo eccessivo per le tasche di un adolescente e rapportato ai suoi leggerissimi contenuti, invece di puntare a una comune ed economica edizione da edicola accessibile a qualsiasi ragazzina.
La scelta, prevedibilmente, non ha pagato, e il manga è stato un flop, cosa che ha portato a rallentarne eccessivamente il completamento.
Come biasimare, del resto, i lettori che non l'hanno supportato?
"Kira Kira 100%" è un manga che rischia di annoiare presto, in quanto è un semplice affresco dell'adolescenza coi suoi mille (miliardi di) problemi veri o presunti, e oltre questo non offre molto altro. La grafica è ottima, ma la sceneggiatura e i personaggi languono un po', e non si possono biasimare i lettori se si scocciano di Miku che per la ventesima volta si mette a piangere e si chiude in se stessa se la sua camicetta bianca non si intona con la sua borsetta beige o se Shibutani e la compagna di classe belloccia hanno incrociato lo sguardo per un nanosecondo.
Dispiace davvero che "Kira Kira 100%" non abbia mantenuto le sue promesse, rivelandosi un manga più noioso di quanto pareva all'apparenza, sicuramente sentito e realizzato con una certa cura da parte dell'autrice nell'arco di ben sette anni, ma poco sostanzioso all'atto pratico. Peccato, perché la Mizusawa ha uno stile di disegno e narrazione fantastico, nella sua delicatezza, e sarebbe bello poterne godere ancora, magari in storie che siano realmente storie e non manuali a fumetti, e con personaggi che siano realmente personaggi e non persone comuni.
"Kira Kira 100%" è carino, ma nulla più, tende facilmente ad annoiare e può infastidire i lettori italiani che l'han pagato a un prezzo sin troppo caro.
Questo manga è stato davvero una piacevolissima sorpresa.
Onestamente non sono una grande fan della ben più famosa opera di questa autrice, "Hime-chan no Ribbon", l'ho sempre reputato un manga disegnato in modo confusionario e con una trama spesso noiosa. Ho quindi fatto un tentativo con "Kira Kira" pensando che, essendo questo il suo ultimo lavoro, lo stile acerbo dell'autrice fosse maturato. E così è stato, ben oltre le mie aspettative.
Ho trovato tavole di più ampio respiro, con vignette grandi e pulite del tutto diverse da quelle piccole e stradorbanti di baloon con caratteri troppo piccoli di "Hime-chan".
Già questo mi ha colpita molto e mi ha reso assolutamente ben disposta verso l'opera, permettendomi di assaporare senza pregiudizi di sorta una piccola perla Shoujo.
Assegno un 7 - che sarebbe in realtà un 7 e mezzo - perché, per quanto adorabile, rimane sempre una storia ingenua e senza particolari pretese, quindi troverei ingiusto darle lo stesso 8 che magari ho assegnato già a manga più corposi. O almeno questa è l'opinione relativa al primo numero, a serie completata potrei anche rivedere il voto.
In ogni caso posso assicurare che è un manga davvero delizioso e con una precisa e toccante introspezione psicologica di tutti i personaggi.
La protagonista, Miku, è una ragazza dall'aspetto banale che adora in silenzio in suo solare e popolarissimo compagno di classe ma, lontana dal pensare di dichiararsi, si mortifica da sola ripetendosi di essere brutta e inadeguata. Tuttavia l'incoraggiamento di un altro ragazzo, brusco ma proprio per questo persuasivo, la convince che non c'è nulla di più sbagliato di dirsi "tanto sono fatta così" senza provare a migliorarsi.
È utopico pensare che una persona brutta possa diventare davvero bella grazie ad un nuovo taglio di capelli e un po' di trucco, ma nella sua apparente ovvietà è invece un concetto importante quello che chiunque debba sforzarsi di trarre il meglio da se stesso invece di crogiolarsi nell'autocritica. Sono troppe le ragazze sciatte che neppure ci provano a essere carine, e il cammino di Miku verso una maggiore cura di se stessa è reso in modo davvero toccante.
Ho trovato forse un po' irrealistico solo che il protagonista si innamori subito di lei senza un apparente motivo, ma non conta molto visto che in seguito i suoi sentimenti verranno trattati con molta cura al punto di dedicare un capitolo al suo punto di vista. Altra novità interessante, visto che in "Hime-chan" ho sempre trovato che la prospettiva di lui fosse fin troppo rigida e vaga.
In conclusione quindi un primo numero che mi è piaciuto davvero molto, a lettura ultimata ho chiuso il volume assolutamente soddisfatta. Aspetto con impazienza i prossimi per vedere come si evolverà la storia.
Onestamente non sono una grande fan della ben più famosa opera di questa autrice, "Hime-chan no Ribbon", l'ho sempre reputato un manga disegnato in modo confusionario e con una trama spesso noiosa. Ho quindi fatto un tentativo con "Kira Kira" pensando che, essendo questo il suo ultimo lavoro, lo stile acerbo dell'autrice fosse maturato. E così è stato, ben oltre le mie aspettative.
Ho trovato tavole di più ampio respiro, con vignette grandi e pulite del tutto diverse da quelle piccole e stradorbanti di baloon con caratteri troppo piccoli di "Hime-chan".
Già questo mi ha colpita molto e mi ha reso assolutamente ben disposta verso l'opera, permettendomi di assaporare senza pregiudizi di sorta una piccola perla Shoujo.
Assegno un 7 - che sarebbe in realtà un 7 e mezzo - perché, per quanto adorabile, rimane sempre una storia ingenua e senza particolari pretese, quindi troverei ingiusto darle lo stesso 8 che magari ho assegnato già a manga più corposi. O almeno questa è l'opinione relativa al primo numero, a serie completata potrei anche rivedere il voto.
In ogni caso posso assicurare che è un manga davvero delizioso e con una precisa e toccante introspezione psicologica di tutti i personaggi.
La protagonista, Miku, è una ragazza dall'aspetto banale che adora in silenzio in suo solare e popolarissimo compagno di classe ma, lontana dal pensare di dichiararsi, si mortifica da sola ripetendosi di essere brutta e inadeguata. Tuttavia l'incoraggiamento di un altro ragazzo, brusco ma proprio per questo persuasivo, la convince che non c'è nulla di più sbagliato di dirsi "tanto sono fatta così" senza provare a migliorarsi.
È utopico pensare che una persona brutta possa diventare davvero bella grazie ad un nuovo taglio di capelli e un po' di trucco, ma nella sua apparente ovvietà è invece un concetto importante quello che chiunque debba sforzarsi di trarre il meglio da se stesso invece di crogiolarsi nell'autocritica. Sono troppe le ragazze sciatte che neppure ci provano a essere carine, e il cammino di Miku verso una maggiore cura di se stessa è reso in modo davvero toccante.
Ho trovato forse un po' irrealistico solo che il protagonista si innamori subito di lei senza un apparente motivo, ma non conta molto visto che in seguito i suoi sentimenti verranno trattati con molta cura al punto di dedicare un capitolo al suo punto di vista. Altra novità interessante, visto che in "Hime-chan" ho sempre trovato che la prospettiva di lui fosse fin troppo rigida e vaga.
In conclusione quindi un primo numero che mi è piaciuto davvero molto, a lettura ultimata ho chiuso il volume assolutamente soddisfatta. Aspetto con impazienza i prossimi per vedere come si evolverà la storia.