Il cane che guarda le stelle
Una storia che ti tocca nel profondo, vedere il mondo dagli ingenui, ma genuini, occhi di un cane, che ama in modo incondizionato coloro che lo hanno accolto. Non comprende le dinamiche familiari che lo portano a vivere con solo "suo padre" in condizioni a dir poco precarie, ma le accetta, accetta tutto in modo spensierato.
Dal canto suo il "padre" fa tutto ciò che può per rendere felice l'unico che riesce a fargli avere il sorriso sulle labbra. L'amore verso quel cane abbatte ogni cosa, la povertà e la ricchezza non sono cose che contano, conta solo far stare bene quel cane... forse anche in maniera egoista e per un "tornaconto personale", ovvero l'amore che riceve dal suo fido compagno, ma, come dice Schopeneur, anche l'amore è egoismo, e noi lo accettiamo e lo perdoniamo.
Il cane non perde mai il suo padrone, ma contemporaneamente lo ritrova solo quando potrà guardare per sempre le stelle con lui.
Dal canto suo il "padre" fa tutto ciò che può per rendere felice l'unico che riesce a fargli avere il sorriso sulle labbra. L'amore verso quel cane abbatte ogni cosa, la povertà e la ricchezza non sono cose che contano, conta solo far stare bene quel cane... forse anche in maniera egoista e per un "tornaconto personale", ovvero l'amore che riceve dal suo fido compagno, ma, come dice Schopeneur, anche l'amore è egoismo, e noi lo accettiamo e lo perdoniamo.
Il cane non perde mai il suo padrone, ma contemporaneamente lo ritrova solo quando potrà guardare per sempre le stelle con lui.
Ci sono tante storie che parlano di cani, ma è difficile raccontarne una che alla fine non risulti patetica e stereotipata nel suo voler far commuovere per forza. Il cane che guarda le stelle vuole solo raccontare una storia che parla di amore e lo fa utilizzando il punto di vista del cane stesso, che risulta estremamente puro e innocente in contrasto alle tristi vicende del suo “papà”. Una nota particolare va all’ultimo capitolo del primo volume e alla storia di Okutsu, che racconta di un rapporto diverso tra cane e padrone, che si sviluppa in poche pagine tra dolore e senso di colpa.
Ma se il primo volume inizia e finisce con una nota tragica, il secondo racconta delle storie più felici di personaggi che abbiamo solo intravisto precedentemente e, questa volta, dà loro un lieto fine. Permettendo a quei cani che “guardano le stelle” di raggiungere i loro sogni semplici di avere una famiglia e qualcuno che li ama.
Lo stile di Murakami è semplice, caratterizzato da linee sottili che sembrano incerte, non spicca particolarmente in mezzo ad altri manga dalle illustrazioni più “pulite”, ma riesce a trasmettere con pochi tratti le emozioni di ogni personaggio, umano o animale. Nelle pagine non c’è un ampio stravolgimento della griglia delle tavole e le splash page sono praticamente assenti, sono invece molto presenti primi piani dei personaggi e una particolare cura nei dettagli. Ma l’attenzione principale viene data comunque alla trama.
Si potrebbe parlare di una storia che insegna a vivere e altri paroloni del caso, ma non riesco a vederla in questo modo, Murakami ha solo voluto raccontare dell’amore che i cani sentono per i loro padroni, della loro lealtà e di come loro possano essere un’ancora di salvezza nella vita di chi li incontra.
https://chiamateminihil.wordpress.com/2023/02/14/il-cane-che-guarda-le-stelle/
Ma se il primo volume inizia e finisce con una nota tragica, il secondo racconta delle storie più felici di personaggi che abbiamo solo intravisto precedentemente e, questa volta, dà loro un lieto fine. Permettendo a quei cani che “guardano le stelle” di raggiungere i loro sogni semplici di avere una famiglia e qualcuno che li ama.
Lo stile di Murakami è semplice, caratterizzato da linee sottili che sembrano incerte, non spicca particolarmente in mezzo ad altri manga dalle illustrazioni più “pulite”, ma riesce a trasmettere con pochi tratti le emozioni di ogni personaggio, umano o animale. Nelle pagine non c’è un ampio stravolgimento della griglia delle tavole e le splash page sono praticamente assenti, sono invece molto presenti primi piani dei personaggi e una particolare cura nei dettagli. Ma l’attenzione principale viene data comunque alla trama.
Si potrebbe parlare di una storia che insegna a vivere e altri paroloni del caso, ma non riesco a vederla in questo modo, Murakami ha solo voluto raccontare dell’amore che i cani sentono per i loro padroni, della loro lealtà e di come loro possano essere un’ancora di salvezza nella vita di chi li incontra.
https://chiamateminihil.wordpress.com/2023/02/14/il-cane-che-guarda-le-stelle/
"Il cane che guarda le stelle" è un'insieme di racconti, raccolti in due volumi, che si intrecciano fra loro grazie a un minimo comune denominatore, cioè il rapporto fra l'essere umano e il cane, entrambi i volumi sono opera di Takashi Murakami, editi da Jpop per l'Italia.
Parlando della storia, sorprende come con un inizio abbastanza semplice, si riuscirà a creare un'insieme di linee narrative che andranno a intrecciarsi fra loro, magari grazie al lavoro, alla semplice prossimità geografica o ancora più banalmente per il puro caso.
Se il centro di questi racconti è il rapporto tra il cane e la persona, il contorno saranno le vite dei loro padroni, che per quanto improbabile possa sembrare questa affermazione, man mano che proseguiranno i racconti, si capirà quanto il condividere il nostro percorso di vita con un cane, possa influenzare la nostra storia, fino a farla diventare un semplice sfondo, facendoci dimenticare preoccupazioni e sofferenze, rallegrandoci e spesso salvandoci da gran parte dei mali e dei problemi che la vita ci può parare davanti.
Credo che il grande punto di forza di questa storia, non sia solo l'emozionare, presentando situazioni di grande impatto emotivo, ma il riuscire a far rappresentare cosi bene cosa vuol dire avere un cane, cioè nel trasporre le azioni e le reazioni delle persone difronte a un'essere diverso da noi, non solo nella forma ma specialmente nella psiche; che spesso permettono di ribaltare il punto di vista dei nostri protagonisti, che comprendono quanto siano inermi, difronte alla vita e cambiando il loro approccio ad essa grazie al supporto, spesso non richiesto, magari goffo, ma per lo più incondizionato e proprio per questo cosi puro e limpido, che un cane da al proprio padrone e che personalmente mi ci sono ritrovato e mi ha permesso di emozionarmi tantissimo.
Cercando di distaccarmi dalla storia, capisco che tutto questo carico emotivo, sia in gran parte dovuto alla mia vita e al trascorso che ho avuto con tutti i miei animali domestici, quindi credo che al di fuori di questo, ci sia comunque un messaggio che può trasmettere "Il cane che guarda le stelle", ma che non riuscirebbe comunque ad avere il medesimo impatto, rispetto a chi abbia avuto la fortuna di condividere un pezzo della propria vita con un'animale e chi ancora non ha potuto provare questa esperienza.
Altro punto da sottolineare è la sua rappresentazione grafica, cioè un tratto molto semplice, poco dettagliato e non preciso, che per quanto possa essere abbastanza soggettivo il suo apprezzamento estetico, personalmente e principalmente posso denotare un lato positivo e uno negativo di ciò.
Come nota positività, ho apprezzato questo stile cosi "poco curato" di minuzie, cosi che mi potessi concentrare sulla storia in sé, le tavole scorrevano veloci, talmente ero preso dalla narrativa, non c'erano virtuosismi grafici da denotare o spettacolari pagine da ammirare, il primo e principale pensiero era riferito alla storia dei nostri protagonisti.
Come altro lato della medaglia di ciò però, personalmente apprezzo un disegno al limite dell'iperrealismo, che sono cosi precisi da sembrare delle fotografie, quindi questo disegno cosi "grezzo" soggettivamente non rientra nei miei gusti. Specialmente delle tavole, che rappresentavano situazioni dinamiche, mi sono risultate ben poco realistiche, cosa che ha in parte inficiato il mio coinvolgimento e non mi hanno permesso di concentrarmi a dovere su quanto stavo leggendo, pensando più al lato estetico "poco curato" piuttosto che a quello che stava cercando di trasmettere.
I due volumi editi da Jpop, sono veramente molto ben fatti, solidi, facili da sfogliare, leggeri, una carta bianca e non trasparente, le due copertina poi le ho trovate particolarmente ispirate, con i due colori predominati quali il giallo e il rosa, che mi portano a pensare ad un possibile rimando ad un'alba e un tramonto, l'inizio di una storia e la sua conclusione, con un'introduzione che ci porta una tragica fine e una conclusione che ci trasmette un radioso inizio.
Unica pecca, che però ci terrei a segnalare, è lo spiacevole gran numero di refusi e typo che ho ritrovato dentro al primo volume, che specialmente in storie come queste, cariche di emozioni, può fare un po storcere il naso continuare a leggere errori del genere, magari proprio durante il culmine del racconto.
In conclusione, nonostante sia in gran parte un'insieme di racconti, mirato per lo più a delle persone che abbiano avuto un cane, e che per forza di cose alcune sfumature potrebbero andare a perdersi nella sua lettura, per chi non ha mai avuto un'animale domestico, mentre altre siano state magari enfatizzare giustappunto per chi ha avuto un cane; non posso che promuovere questi due singoli volumi, perché con la loro semplicità e immediatezza riescono a portare tanti spaccati di vita ed in ognuno di essi, ci si può ritrovare sempre della speranza, verso una vita felice, anche nelle peggiori delle situazioni e delle condizioni, anche se in quel momento anche un briciolo di felicità può sembrare come il "poter afferrare le stelle", ma se si vive con un genuino sentimento di speranza, quel briciolo di felicità non diventerà più cosi impossibile da afferrare.
Parlando della storia, sorprende come con un inizio abbastanza semplice, si riuscirà a creare un'insieme di linee narrative che andranno a intrecciarsi fra loro, magari grazie al lavoro, alla semplice prossimità geografica o ancora più banalmente per il puro caso.
Se il centro di questi racconti è il rapporto tra il cane e la persona, il contorno saranno le vite dei loro padroni, che per quanto improbabile possa sembrare questa affermazione, man mano che proseguiranno i racconti, si capirà quanto il condividere il nostro percorso di vita con un cane, possa influenzare la nostra storia, fino a farla diventare un semplice sfondo, facendoci dimenticare preoccupazioni e sofferenze, rallegrandoci e spesso salvandoci da gran parte dei mali e dei problemi che la vita ci può parare davanti.
Credo che il grande punto di forza di questa storia, non sia solo l'emozionare, presentando situazioni di grande impatto emotivo, ma il riuscire a far rappresentare cosi bene cosa vuol dire avere un cane, cioè nel trasporre le azioni e le reazioni delle persone difronte a un'essere diverso da noi, non solo nella forma ma specialmente nella psiche; che spesso permettono di ribaltare il punto di vista dei nostri protagonisti, che comprendono quanto siano inermi, difronte alla vita e cambiando il loro approccio ad essa grazie al supporto, spesso non richiesto, magari goffo, ma per lo più incondizionato e proprio per questo cosi puro e limpido, che un cane da al proprio padrone e che personalmente mi ci sono ritrovato e mi ha permesso di emozionarmi tantissimo.
Cercando di distaccarmi dalla storia, capisco che tutto questo carico emotivo, sia in gran parte dovuto alla mia vita e al trascorso che ho avuto con tutti i miei animali domestici, quindi credo che al di fuori di questo, ci sia comunque un messaggio che può trasmettere "Il cane che guarda le stelle", ma che non riuscirebbe comunque ad avere il medesimo impatto, rispetto a chi abbia avuto la fortuna di condividere un pezzo della propria vita con un'animale e chi ancora non ha potuto provare questa esperienza.
Altro punto da sottolineare è la sua rappresentazione grafica, cioè un tratto molto semplice, poco dettagliato e non preciso, che per quanto possa essere abbastanza soggettivo il suo apprezzamento estetico, personalmente e principalmente posso denotare un lato positivo e uno negativo di ciò.
Come nota positività, ho apprezzato questo stile cosi "poco curato" di minuzie, cosi che mi potessi concentrare sulla storia in sé, le tavole scorrevano veloci, talmente ero preso dalla narrativa, non c'erano virtuosismi grafici da denotare o spettacolari pagine da ammirare, il primo e principale pensiero era riferito alla storia dei nostri protagonisti.
Come altro lato della medaglia di ciò però, personalmente apprezzo un disegno al limite dell'iperrealismo, che sono cosi precisi da sembrare delle fotografie, quindi questo disegno cosi "grezzo" soggettivamente non rientra nei miei gusti. Specialmente delle tavole, che rappresentavano situazioni dinamiche, mi sono risultate ben poco realistiche, cosa che ha in parte inficiato il mio coinvolgimento e non mi hanno permesso di concentrarmi a dovere su quanto stavo leggendo, pensando più al lato estetico "poco curato" piuttosto che a quello che stava cercando di trasmettere.
I due volumi editi da Jpop, sono veramente molto ben fatti, solidi, facili da sfogliare, leggeri, una carta bianca e non trasparente, le due copertina poi le ho trovate particolarmente ispirate, con i due colori predominati quali il giallo e il rosa, che mi portano a pensare ad un possibile rimando ad un'alba e un tramonto, l'inizio di una storia e la sua conclusione, con un'introduzione che ci porta una tragica fine e una conclusione che ci trasmette un radioso inizio.
Unica pecca, che però ci terrei a segnalare, è lo spiacevole gran numero di refusi e typo che ho ritrovato dentro al primo volume, che specialmente in storie come queste, cariche di emozioni, può fare un po storcere il naso continuare a leggere errori del genere, magari proprio durante il culmine del racconto.
In conclusione, nonostante sia in gran parte un'insieme di racconti, mirato per lo più a delle persone che abbiano avuto un cane, e che per forza di cose alcune sfumature potrebbero andare a perdersi nella sua lettura, per chi non ha mai avuto un'animale domestico, mentre altre siano state magari enfatizzare giustappunto per chi ha avuto un cane; non posso che promuovere questi due singoli volumi, perché con la loro semplicità e immediatezza riescono a portare tanti spaccati di vita ed in ognuno di essi, ci si può ritrovare sempre della speranza, verso una vita felice, anche nelle peggiori delle situazioni e delle condizioni, anche se in quel momento anche un briciolo di felicità può sembrare come il "poter afferrare le stelle", ma se si vive con un genuino sentimento di speranza, quel briciolo di felicità non diventerà più cosi impossibile da afferrare.
Quando l’uomo tributa il cane, contraccambiando la fedeltà dell’animale con un vero e proprio atto di lode trasmutato in manga, nasce “Il cane che guarda le stelle”.
Takashi Murakami decide di raccontarci questa triste storia dal punto di vista di Happy, un tenero cagnolino appena adottato da una classica famiglia composta da padre, madre e figlia. Ciò che Happy ama più di ogni altra cosa sono le passeggiate con “papà”. E quando “papà” sarà abbandonato da moglie e figlia non patirà la solitudine, perché accanto avrà Happy, per sempre.
Narrare la storia dal punto di vista del cane funziona come espediente narrativo, peccato l’animale risulti spesso fin troppo umanizzato, sembrando talvolta più un bimbo che un cucciolo. Nonostante il triste epilogo ci venga palesato sin dalle prime pagine, l’opera riesce a farsi leggere tutta d’un fiato, instillando nel lettore un buon grado di coinvolgimento dall’inizio alla fine, salvo un calo nell’ultima parte.
Perché, quando tutto sembra giunto alla sua degna conclusione, l’autore decide con una specie di plot twist di introdurci una nuova storia, narrandocela questa volta dall’ottica di un assistente sociale.
Seppur è a questo episodio che si deve il titolo dell’opera “il cane che guarda le stelle” e nonostante si intrecci anche discretamente bene con le vicende di Happy, il capitolo finale risulta meno convincente della validissima prima parte.
La veste grafica accompagna costante senza alti né bassi: character design caricaturale con fondali ben realizzati discretamente dettagliati; il tratto stilizzato e minimale fa il suo compito per una consecutio di immagini apprezzabile che però non fa certo gridare al miracolo. Buona l’edizione J-Pop con sovracopertina e carta bianca, per un discreto rapporto qualità-prezzo.
“Il cane che guarda le stelle” è una lettura carezzevole, capace di farvi riflettere con un velo di moralismo implicito che a tratti sfocia in buonismo educativo. Un manga in grado di stringere il cuore a tutti coloro che hanno avuto un cane, ma anche di far sentire in colpa chi non ne ha mai avuto uno.
Un’opera incontaminata, pregna di una genuinità spesso espressa da un artista alle prime armi, o da un autore con una grande purezza d’animo, Takashi Murakami non è proprio un novizio ma è sicuramente un’anima nobile.
“I cani ci amano in modo sincero, senza calcoli o un proprio tornaconto, da farci quasi sentire in colpa”. T. Murakami
Takashi Murakami decide di raccontarci questa triste storia dal punto di vista di Happy, un tenero cagnolino appena adottato da una classica famiglia composta da padre, madre e figlia. Ciò che Happy ama più di ogni altra cosa sono le passeggiate con “papà”. E quando “papà” sarà abbandonato da moglie e figlia non patirà la solitudine, perché accanto avrà Happy, per sempre.
Narrare la storia dal punto di vista del cane funziona come espediente narrativo, peccato l’animale risulti spesso fin troppo umanizzato, sembrando talvolta più un bimbo che un cucciolo. Nonostante il triste epilogo ci venga palesato sin dalle prime pagine, l’opera riesce a farsi leggere tutta d’un fiato, instillando nel lettore un buon grado di coinvolgimento dall’inizio alla fine, salvo un calo nell’ultima parte.
Perché, quando tutto sembra giunto alla sua degna conclusione, l’autore decide con una specie di plot twist di introdurci una nuova storia, narrandocela questa volta dall’ottica di un assistente sociale.
Seppur è a questo episodio che si deve il titolo dell’opera “il cane che guarda le stelle” e nonostante si intrecci anche discretamente bene con le vicende di Happy, il capitolo finale risulta meno convincente della validissima prima parte.
La veste grafica accompagna costante senza alti né bassi: character design caricaturale con fondali ben realizzati discretamente dettagliati; il tratto stilizzato e minimale fa il suo compito per una consecutio di immagini apprezzabile che però non fa certo gridare al miracolo. Buona l’edizione J-Pop con sovracopertina e carta bianca, per un discreto rapporto qualità-prezzo.
“Il cane che guarda le stelle” è una lettura carezzevole, capace di farvi riflettere con un velo di moralismo implicito che a tratti sfocia in buonismo educativo. Un manga in grado di stringere il cuore a tutti coloro che hanno avuto un cane, ma anche di far sentire in colpa chi non ne ha mai avuto uno.
Un’opera incontaminata, pregna di una genuinità spesso espressa da un artista alle prime armi, o da un autore con una grande purezza d’animo, Takashi Murakami non è proprio un novizio ma è sicuramente un’anima nobile.
“I cani ci amano in modo sincero, senza calcoli o un proprio tornaconto, da farci quasi sentire in colpa”. T. Murakami
Per chi è amante dei cani ma anche per chi, come me, un cane non l'ha mai avuto, questo fumetto sarà una carinissima ed emozionante lettura.
La storia scorre fluida, con una voce semplice, e con poche battute riesce a catturare l'interesse del lettore.
Il protagonista è un cagnolino di nome Happy e tutto è narrato dal suo punto di vista. La storia comincia quando viene raccolto da una bimba, e prosegue per tutta la vita dell'animale, raccontando il suo rapporto con la famiglia adottiva. Happy lega sopratutto con il "papà" come lo chiama lui, il capo famiglia.
Lentamente la famiglia cambia nel corso degli anni, la bimba che lo ha adottato cresce e, da adolescente ribelle, comincia a dargli zero attenzioni e il papà comincia ad essere il solo a dargli affetto.
Pian piano le cose degenereranno fino al finale, prevedibile vista l'introduzione.
Tuttavia la storia si legge in un soffio ed è delicata, dolce, toccante, e fa anche riflettere.
Questa è la prima parte del volume. Nella seconda parte il protagonista è un assistente sociale che si trova per caso, a occuparsi del caso del padroncino e il suo cane, anch'esso raccontato con molta delicatezza e dolcezza.
La J-Pop ha realizzato uno splendido volume, i disegni sono bellissimi e dettagliati.
Un volume che si legge d'un fiato e che consiglio caldamente anche a chi vuole una lettura leggera ma emozionante per passare qualche ora.
La storia scorre fluida, con una voce semplice, e con poche battute riesce a catturare l'interesse del lettore.
Il protagonista è un cagnolino di nome Happy e tutto è narrato dal suo punto di vista. La storia comincia quando viene raccolto da una bimba, e prosegue per tutta la vita dell'animale, raccontando il suo rapporto con la famiglia adottiva. Happy lega sopratutto con il "papà" come lo chiama lui, il capo famiglia.
Lentamente la famiglia cambia nel corso degli anni, la bimba che lo ha adottato cresce e, da adolescente ribelle, comincia a dargli zero attenzioni e il papà comincia ad essere il solo a dargli affetto.
Pian piano le cose degenereranno fino al finale, prevedibile vista l'introduzione.
Tuttavia la storia si legge in un soffio ed è delicata, dolce, toccante, e fa anche riflettere.
Questa è la prima parte del volume. Nella seconda parte il protagonista è un assistente sociale che si trova per caso, a occuparsi del caso del padroncino e il suo cane, anch'esso raccontato con molta delicatezza e dolcezza.
La J-Pop ha realizzato uno splendido volume, i disegni sono bellissimi e dettagliati.
Un volume che si legge d'un fiato e che consiglio caldamente anche a chi vuole una lettura leggera ma emozionante per passare qualche ora.
Probabilmente, “Il cane che guarda le stelle” è una storia che tocca il cuore più a persone che hanno avuto un animale domestico al proprio fianco, oppure, come nel mio caso, a persone particolarmente sensibili quando si parla di queste fedeli e lunghe amicizie tra un uomo e il suo animale.
La storia di Murakami è di una semplicità incredibile, eppure in poche pagine riesce a rendere perfettamente chiare le emozioni dei pochi personaggi. Una piccola famiglia adotta un cucciolo di cane, chiamandolo Happy. Tutta la storia è filtrata dal suo punto di vista, che racconta dei suoi momenti quotidiani con i suoi padroni, e soprattutto delle lunghe passeggiate con “papà”, il capofamiglia. Anche le risposte tra l’uno e l’altro, fanno sorridere. Pian piano, Happy assiste impotente al lento degenerare delle cose: il decadimento del nucleo famigliare, che diventa sempre più chiaro dal cambio di orari delle passeggiate, dalla relazione tra il suo papà e gli altri membri della famiglia, dalla scelta dell’uomo di spogliarsi dei propri averi per rivestirsi unicamente della gioia che gli viene regalata, quotidianamente, dal fedele amico a quattro zampe.
La storia di per sé è toccante, compreso un finale prevedibile viste le premesse, e racconta il viaggio, sia nel mondo che interiore, di questi fedeli compagni.
Assolutamente consigliato!
La storia di Murakami è di una semplicità incredibile, eppure in poche pagine riesce a rendere perfettamente chiare le emozioni dei pochi personaggi. Una piccola famiglia adotta un cucciolo di cane, chiamandolo Happy. Tutta la storia è filtrata dal suo punto di vista, che racconta dei suoi momenti quotidiani con i suoi padroni, e soprattutto delle lunghe passeggiate con “papà”, il capofamiglia. Anche le risposte tra l’uno e l’altro, fanno sorridere. Pian piano, Happy assiste impotente al lento degenerare delle cose: il decadimento del nucleo famigliare, che diventa sempre più chiaro dal cambio di orari delle passeggiate, dalla relazione tra il suo papà e gli altri membri della famiglia, dalla scelta dell’uomo di spogliarsi dei propri averi per rivestirsi unicamente della gioia che gli viene regalata, quotidianamente, dal fedele amico a quattro zampe.
La storia di per sé è toccante, compreso un finale prevedibile viste le premesse, e racconta il viaggio, sia nel mondo che interiore, di questi fedeli compagni.
Assolutamente consigliato!
"I cani ci amano in modo sincero, senza calcoli o un proprio tornaconto, da farci quasi sentire in colpa. Nemmeno io riesco a capire quanto sia stato aiutato dal mio amato cane."
Le parole che Takashi Murakami usa nella postfazione de Il cane che guarda le stelle (Hoshi mamoru inu), riassumono il senso della sua opera e probabilmente toccheranno da vicino tutti coloro che un cane lo hanno o lo hanno avuto accanto nella propria vita.
Il cane che guarda le stelle racconta la storia di due uomini legati dal filo del destino in più di un senso: entrambi affrontano un viaggio ed entrambi hanno al loro fianco un cane, uno in maniera reale e concreta, l’altro nei ricordi della gioventù ormai passata.
Quando la vita di Yoshio Maeda subisce un radicale cambiamento e si vede costretto ad abbandonare la vita e gli affetti che gli erano stati accanto fino a quel momento, l’uomo intraprende un viaggio, forse l’unico della sua vita, sicuramente il più avventuroso e ricco di sorprese. Accanto a lui c’è Happy, il cagnolino entrato in casa per caso, senza sapere perché, e paradossalmente l’unico rimasto al suo fianco nella disgrazia.
Il viaggio di Happy e Maeda è fatto di imprevisti, incontri, risate, dolore, sacrificio e affetto. Il loro viaggio è la vita, quell'avventura bellissima e triste che oggi ti regala gioie e risate e che domani ti porge la sofferenza e il dolore fino al suo picco più estremo.
Il manga è narrato in gran parte con gli occhi di Happy, che chiama Maeda “papà”, che con amore incondizionato resta a fianco del padrone pur non capendone davvero la sofferenza.
Gli amanti dei cani spesso tendono a credere che gli amici pelosi comprendano tutti i nostri stati d’animo e le nostre parole, ma invero Happy, nella sua ingenuità e con la purezza del suo cuore che ama incondizionatamente, non capisce davvero la situazione di Maeda, per lui si tratta solo di una passeggiata più lunga del normale e si fida del sorriso sereno dell’uomo. Vive felicemente anche i momenti tristi, perché l’unica cosa di cui ha bisogno è avere accanto il suo papà… e magari qualche Jerky!
Nel secondo racconto de Il cane che guarda le stelle il punto di vista è tutto di un essere umano, Okutsu, un cinquantenne che per motivi di lavoro intreccia la propria esistenza con quella di Maeda e Happy.
Anche Okutsu si mette in viaggio accompagnato solo dai ricordi di quando era bambino e le memorie dei cari nonni, del campo di girasoli e del cane che gli venne portato come riempitivo di un vuoto affettivo. Il fluire dei ricordi procede di pari passo con l’incedere della vecchia auto sull’asfalto e la storia di Maeda e Happy diventa la spinta per tornare indietro con la mente e pensare a quel cane ingenuo e un po’ stupidotto che era solito guardare le stelle, come se volesse acchiapparle pur sapendo che non ci sarebbe mai riuscito.
"Avrei dovuto volergli bene senza paura"
A qualche tempo di distanza, conscio del successo della sua opera, Murakami scrive una sorta di sequel, Il cane che guarda le stelle – racconti (Zoku hoshi mamoru inu), altro volume in cui la storia di Happy e Maeda torna a congiungersi con le vite di altre persone. Stavolta il tema portante pare essere l’abbandono e la solitudine che da esso deriva. Nel primo racconto un’anziana signora che attende da un momento all’altro l’arrivo della morte, adotta per pietà un cagnolino malato. Nel secondo e più corposo capitolo una vecchia conoscenza del lettore inizia il suo viaggio per affrancarsi dalla solitudine e dall’abbandono. Anche in questo caso, accanto a lui vi è un cagnolino. Nel capitolo finale il destino intreccia i fili di tutti i personaggi e scopriamo come il cane Happy porti nel suo nome il significato della sua stessa esistenza.
Anche in questo secondo volume il connubio uomo/cane si mostra in tante sfumature diverse, nei diversi modi di intendere il rapporto con il cucciolo e nelle varie forme con cui la sua presenza può cambiare la vita delle persone.
Il cane che guarda le stelle è un’opera dolceamara che emoziona e commuove con estrema facilità; a tal proposito è semplice pensare che la carineria dei cagnolini e le situazioni di disagio dei personaggi umani siano create appositamente per commuovere il lettore, ma semplicemente, le storie di Maeda e co. sono quelle di uomini e donne comuni che tra le incombenze della loro esistenza hanno avuto la fortuna di accogliere nella loro vita un cane, che gli è stato di sostegno nei momenti difficili, e che con la sola coda scodinzolante ha fatto tornare loro il sorriso nei momenti duri. E se avete avuto un cane e lo avete amato, non potrete non comprendere quel sentimento.
Il tratto di Murakami è semplice e anche un po’ grezzo: mentre i cagnolini sono disegnati in maniera tenera e particolareggiata, gli esseri umani sono più abbozzati, alcuni risultano quasi caricaturali. Le tavole sono comunque sempre ricche e i fondali mai spogli.
Le cover dei due volumi rappresentano entrambe un cagnolino circondato dai fiori, girasoli per il primo libro e ciliegi per il secondo. In entrambi i casi si tratta di fiori che possiedono un significato all’interno delle storie.
J-pop porta in Italia il manga di Murakami con due volumi curati e ben confezionati al prezzo di 6,90 e 9,90 euro rispettivamente per primo e secondo (più corposo) volume. In entrambi i casi sono disponibili delle cover variant.
"Io penso che ogni cane abbia un padrone scelto dal destino, ancora prima di nascere."
Il cane che guarda le stelle è una storia piena di amore, calore ma anche di fragilità, quella fragilità che accompagna gli esseri umani nei momenti più duri della loro vita ma che al contempo può trasformarsi nella forza necessaria per non perdere la speranza. L’autore descrive il viaggio triste e meraviglioso di un uomo e del suo cane, che gli rimane accanto pur non comprendendone davvero i pensieri, che resta con lui per effetto di un amore puro e semplice che niente chiede in cambio se non altro amore. Con un tratto gentile, tenero e un po’ abbozzato, Murakami racconta la storia di esseri umani e di animali che vivono lo stesso sogno: guardare le stelle senza poterle afferrare, nell’attesa paziente di un momento che non arriverà mai. E nell’intrecciarsi delle vite degli uomini, donne e bambini di queste storie, Happy fa ciò che sembra scritto nel suo nome e nel suo destino: porta la felicità a chiunque lo incontri.
"Hoshi Mamoru Inu", letteralmente tradotto "Il cane che guarda le stelle" è un manga composto da un unico volume, ideato e disegnato da Takashi Murakami, e portato in Italia dalla JPOP nel novembre del 2015.
Il cadavere di un uomo e quello di un cane vengono ritrovati dalla polizia in una macchina nascosta in un campo. Dopo le dovute verifiche si scopre che, mentre l'uomo risulta essere deceduto più di un anno fa, la morte del cane risale solamente a qualche me se addietro. Da questo momento in avanti viene raccontata la storia di questi due protagonisti, narrata attraverso gli affettuosi occhi del cane.
"Il cane che guarda le stelle" è un'opera dalle venature fortemente drammatiche, viene raccontata con dolcezza, e che riesce a far breccia anche nel cuore del lettore più duro. I cani, si sa, sono i migliori amici dell'uomo, ed è facile commuoversi quando vengono tirati in ballo in situazioni poco piacevoli. L'opera propone una riflessione sul rapporto cane-padrone, e riesce a farlo discretamente bene, o comunque senza cadere troppo nel banale.
Nella seconda parte dell'opera invece, la narrazione si sposta completamente, e vede come protagonista un signore sulla cinquantina che venendo coinvolto nel caso della precedente storia, ricorda il proprio cane defunto, e di conseguenza gli errori commessi in gioventù.
Questo secondo capitolo è a mio avviso più incisivo del precedente, e riesce in breve tempo a lanciare dei bei messaggi, e a valorizzare maggiormente quanto già proposto precedentemente.
Dal punto di vista grafico, lo stile del disegno è particolare, svolge la sua funzione con sufficienza senza distinguersi particolarmente. Il design dei personaggi è sin troppo semplicistico, mentre quello dei cani risulta più curato e dettagliato. Fondali discreti.
L'edizione Italiana curata da JPOP rende giustizia al prodotto, anche se il rapporto qualità prezzo mi è sembrato un po' eccessivo.
In conclusione, "Il cane che guarda le stelle" è un discreto volume unico, una lettura piacevole che probabilmente sarà maggiormente apprezzata dai proprietari di un cane. Indipendentemente da quest'ultimo fattore rimane comunque un prodotto valido e per certi versi originale.
Il cadavere di un uomo e quello di un cane vengono ritrovati dalla polizia in una macchina nascosta in un campo. Dopo le dovute verifiche si scopre che, mentre l'uomo risulta essere deceduto più di un anno fa, la morte del cane risale solamente a qualche me se addietro. Da questo momento in avanti viene raccontata la storia di questi due protagonisti, narrata attraverso gli affettuosi occhi del cane.
"Il cane che guarda le stelle" è un'opera dalle venature fortemente drammatiche, viene raccontata con dolcezza, e che riesce a far breccia anche nel cuore del lettore più duro. I cani, si sa, sono i migliori amici dell'uomo, ed è facile commuoversi quando vengono tirati in ballo in situazioni poco piacevoli. L'opera propone una riflessione sul rapporto cane-padrone, e riesce a farlo discretamente bene, o comunque senza cadere troppo nel banale.
Nella seconda parte dell'opera invece, la narrazione si sposta completamente, e vede come protagonista un signore sulla cinquantina che venendo coinvolto nel caso della precedente storia, ricorda il proprio cane defunto, e di conseguenza gli errori commessi in gioventù.
Questo secondo capitolo è a mio avviso più incisivo del precedente, e riesce in breve tempo a lanciare dei bei messaggi, e a valorizzare maggiormente quanto già proposto precedentemente.
Dal punto di vista grafico, lo stile del disegno è particolare, svolge la sua funzione con sufficienza senza distinguersi particolarmente. Il design dei personaggi è sin troppo semplicistico, mentre quello dei cani risulta più curato e dettagliato. Fondali discreti.
L'edizione Italiana curata da JPOP rende giustizia al prodotto, anche se il rapporto qualità prezzo mi è sembrato un po' eccessivo.
In conclusione, "Il cane che guarda le stelle" è un discreto volume unico, una lettura piacevole che probabilmente sarà maggiormente apprezzata dai proprietari di un cane. Indipendentemente da quest'ultimo fattore rimane comunque un prodotto valido e per certi versi originale.
"Il cane che guarda le stelle" comprende due splendide storie raccolte in un unico volume. Si tratta di un'opera molto commovente rivolta ad un'ampia fascia di lettori, ma che consiglio particolarmente a chi possiede o ha posseduto un cane.
La prima storia inizia con una breve anticipazione in cui assistiamo al ritrovamento di una vettura con al suo interno i corpi senza vita di un uomo ed il suo cane. Da qui in poi ripercorreremo la vita di questi due personaggi a partire da quel fatidico giorno in cui una bambina decise di adottare un tenerissimo cucciolo abbandonato all'interno di uno scatolone. Con il passare del tempo la bambina perse progressivamente interesse nei confronti del cane, mentre il padre instaurò con lui un legame molto profondo che non venne meno neppure con l'arrivo degli eventi più drammatici.
La seconda parte del volumetto contiene una storia quasi a sé stante perché incentrata su un assistente sociale incaricato di occuparsi del caso dell'auto e dei corpi rinvenuti dalla polizia. In più occasioni l'uomo richiamerà alla memoria alcuni ricordi, facendo emergere un evidente senso di colpa per non aver ricambiato in ugual misura l'affetto che il suo cane provava nei suoi confronti.
Come si può constatare dalla trama appena descritta, gli elementi chiave di quest'opera sono principalmente l'affetto e la fiducia incondizionata che i cani dimostrano nei confronti del loro padrone. Oltre a questo, l'autore intende trasmettere anche un secondo messaggio che ha messo in evidenza nella sua riflessione posta alla fine del volume, ma che probabilmente in pochi hanno notato durante la lettura. Lo scopo di questo manga non è solamente quello di farci commuovere per i nostri amici a quattro zampe, ma anche denunciare come le persone oneste e altruiste come l'uomo del primo racconto, siano spesso vittime di terribili ingiustizie e abbandonate al loro destino.
Ho molto apprezzato la decisione dell'autore di narrare le vicende in prima persona da parte di entrambi i soggetti: uomo e cane. La prima storia, essendo raccontata dal punto di vista di un animale contiene termini molto semplici e a tratti anche ingenui che riescono a trasmettere efficacemente forti emozioni. Anche la seconda storia ha un forte impatto emotivo, tuttavia, non è stata in grado di raggiungere un livello pari alla precedente.
L'unico punto dolente di quest'opera sono i disegni. Purtroppo Takashi Murakami ha utilizzato uno stile estremamente grezzo che può essere accettabile per gli sfondi, ma non certo per i personaggi che in molti casi risultano quasi inguardabili. Un ottimo lavoro, invece, è stato fatto per la copertina del volumetto che appare meravigliosa sotto ogni punto di vista.
Nonostante la presenza di qualche piccolo difetto, ci troviamo di fronte ad un'opera di grande valore sentimentale, capace addirittura di strappare qualche lacrima e per questo motivo non posso fare a meno di consigliarne la lettura.
La prima storia inizia con una breve anticipazione in cui assistiamo al ritrovamento di una vettura con al suo interno i corpi senza vita di un uomo ed il suo cane. Da qui in poi ripercorreremo la vita di questi due personaggi a partire da quel fatidico giorno in cui una bambina decise di adottare un tenerissimo cucciolo abbandonato all'interno di uno scatolone. Con il passare del tempo la bambina perse progressivamente interesse nei confronti del cane, mentre il padre instaurò con lui un legame molto profondo che non venne meno neppure con l'arrivo degli eventi più drammatici.
La seconda parte del volumetto contiene una storia quasi a sé stante perché incentrata su un assistente sociale incaricato di occuparsi del caso dell'auto e dei corpi rinvenuti dalla polizia. In più occasioni l'uomo richiamerà alla memoria alcuni ricordi, facendo emergere un evidente senso di colpa per non aver ricambiato in ugual misura l'affetto che il suo cane provava nei suoi confronti.
Come si può constatare dalla trama appena descritta, gli elementi chiave di quest'opera sono principalmente l'affetto e la fiducia incondizionata che i cani dimostrano nei confronti del loro padrone. Oltre a questo, l'autore intende trasmettere anche un secondo messaggio che ha messo in evidenza nella sua riflessione posta alla fine del volume, ma che probabilmente in pochi hanno notato durante la lettura. Lo scopo di questo manga non è solamente quello di farci commuovere per i nostri amici a quattro zampe, ma anche denunciare come le persone oneste e altruiste come l'uomo del primo racconto, siano spesso vittime di terribili ingiustizie e abbandonate al loro destino.
Ho molto apprezzato la decisione dell'autore di narrare le vicende in prima persona da parte di entrambi i soggetti: uomo e cane. La prima storia, essendo raccontata dal punto di vista di un animale contiene termini molto semplici e a tratti anche ingenui che riescono a trasmettere efficacemente forti emozioni. Anche la seconda storia ha un forte impatto emotivo, tuttavia, non è stata in grado di raggiungere un livello pari alla precedente.
L'unico punto dolente di quest'opera sono i disegni. Purtroppo Takashi Murakami ha utilizzato uno stile estremamente grezzo che può essere accettabile per gli sfondi, ma non certo per i personaggi che in molti casi risultano quasi inguardabili. Un ottimo lavoro, invece, è stato fatto per la copertina del volumetto che appare meravigliosa sotto ogni punto di vista.
Nonostante la presenza di qualche piccolo difetto, ci troviamo di fronte ad un'opera di grande valore sentimentale, capace addirittura di strappare qualche lacrima e per questo motivo non posso fare a meno di consigliarne la lettura.
Il cane che guarda le stelle è una splendida storia del rapporto tra uomo e cane, un rapporto dolce-amaro che ci ricorda quanto molto spesso finiamo a dipendere da queste splendide e mirabili bestie. Un rapporto spesso strano, basato su sentimenti ambivalenti, dove da una parte c'è una completa fiducia e ricerca di attenzione nel proprio compagno essere umano e dall'altra invece la ricerca di accettazione, comprensione e affetto nel proprio compagno animale. Un rapporto semplice e robusto che ci lega indissolubilmente con il nostro animale fino alla morte di uno dei due, un rapporto da non sottovalutare fino alla fine. Ed è questo nella sua semplicità quello che ci racconta questa storia.
Se non volete inutili spoiler e vi è bastata questa introduzione per decidere di gustarvi questo splendido volume non procedete oltre ed interrompete pure qui la lettura, siete perdonati. Se invece la vostra curiosità è maggiore continuate pure a leggere: sapere qualche pezzo in più di trama non vi invaliderà la lettura, perché in storie come queste quello che conta è il viaggio e quello che viene trasmesso dalla storia, non la storia stessa. Ma torniamo a noi. Un legame da non sottovalutare dicevamo...
Il cane che guarda le stelle è un volume diviso in due parti, dove ognuna di esse racconta un modo diverso di vivere l'importante legame uomo-animale. La prima parte parla della classica vicenda di un uomo e del suo cane che lo segue fedelmente nel corso della vita, dove il padrone è un simpatico ma sfortunato padre di famiglia ed il cane un piccolo cucciolo trovato per strada dalla figlia e raccolto inizialmente quasi per gioco. I due si avvicinano a causa delle classiche routine familiari e ben presto iniziano a condividere un legame più forte, dove l'uomo trova nel cane un compagno di un silenzioso dialogo in cui può essere finalmente se stesso ed il cane un compagno affidabile che pensa a lui nonostante il passaggio del tempo ed il disinteresse crescente degli altri familiari. Un legame quindi onesto e amorevole che li lega fino alla fine della loro vicenda e che ci ricorda quanto la felicità alla fine stia nelle piccole cose e nella quotidianità di tutti i giorni passata assieme ai giusti compagni, umani o animali che siano.
La seconda parte invece parla di un ragazzo, ormai cresciuto fino ad essere un uomo, che venendo a contatto con i personaggi della precedente storia ricorda il suo cane e come esso fosse legato a doppio filo con la sua infanzia. Un legame diverso, basato inizialmente sulla scostanza del padrone e sul sempre immutabile affetto del cane, per poi diventare qualcosa di diverso.. Una visione alternativa di quello che può essere il normale rapporto tra essere umano e bestia e di come nonostante diversità strutturali alla fine i nostri amici animali mantengano fedelmente e fiduciosamente il proprio ruolo salvifico sulla nostra anima fino alla fine.
Alla luce di tutto questo diventa chiaro perché questo legame non sia da sottovalutare: scegliere di tenere un compagno animale nella nostra vita è una scelta importante che ci condizionerà per sempre e che se sapremo accettare e condividere porterà tanta gioia a noi come ai nostri partner canidi. E non solo. L'autore infatti collega a questa considerazione l'importante messaggio contenuto nel titolo dell'opera, mostrando il cane non solo come compagno di vita ma anche come omonimo dell'essere umano perennemente in cerca di qualcosa di meglio dalla vita, ma sempre attento anche a godersi le piccole gioie donate dal presente. Un piccolo esempio per dimostrare quanto l'uomo può essere simile all'animale che tanto idolatra per la propria fedeltà ed onestà e che sì, anche noi possiamo avere tali caratteristiche.
Cosa altro dire? Ah si i disegni. Dopotutto un manga nella sua natura di narrazione figurativa non si può giudicare solo dalla storia.. peccato. Nel caso de "Il cane che guarda le stelle" purtroppo i disegni non fanno la parte del leone. Non che non siano funzionali alla storia e non svolgano decentemente il proprio lavoro, semplicemente si poteva fare di meglio (come ci ha insegnato il buon Taniguchi con i suoi due volumi legati alla avventure di Blanca). Per essere precisi la pecca principale del lavoro dell'autore è che i cani son sempre disegnati benissimo, da veri protagonisti della storia quali sono, così come lo sono gli sfondi e gli altri animali, ma gli esseri umani non lo sono altrettanto: disegnati spesso in maniera oltremodo semplicistica rispetto a tutto il resto alcune volte rendono oltremodo difficile immedesimarsi in essi pur apprezzandone le vicende. Questo purtroppo è un bel difetto, soprattutto per una storia come questa che si basa espressamente sul far sentire i sentimenti di entrambe le parti in causa, ma fortunatamente l'autore ne è consapevole e viene incontro al lettore con l'ottima trovata della voce narrante che, accompagnandoci per tutta la durata del racconto, riesce a farci provare i sentimenti e sensazioni che i suoi personaggi non riescono completamente a trasmettere da soli. Comparto grafico quindi promosso, anche se con qualche riserva.
Questione a parte per l'edizione italiana. La copia arrivata in redazione era una copia a bassa risoluzione e non aveva una qualità ottima nella resa dei dettagli di molte scene probabilmente dovuta a questo per cui mi trattengo nel fare considerazioni dettagliate sulla sua qualità grafica in attesa di avere sottomano la versione cartacea. Ciò nonostante quello che si può dire con sicurezza è che la traduzione è molto buona, in linea con gli ultimi lavori jpop, e riesce a trasmettere nella sua interezza tutto il pathos emotivo utilizzato dall'autore originale per cui riguardo a questo lato dell'edizione potete stare sicuri di trovare davanti a voi un buon prodotto.
Rimane ancora qualcosa da dire? Ah sì, le conclusioni. Che smemorato.
Sinceramente, considerazioni sul disegno umano a parte, questo volume mi è piaciuto molto e ne consiglio la lettura a tutti gli amanti di sane storie realistiche strappalacrime e a chiunque voglia una lettura seria con cui staccare un po' dai soliti generi adrenalinici che vanno tanto di moda oggi. Una storia piacevole e commovente che vi rimarrà nel cuore e vi farà pensare subito dopo la sua lettura ad agguantare la prima palla di pelo che vedete e coccolarla fino al suo sfinimento, per ringraziarla di tutto quello che ha fatto e farà per voi.
Se non volete inutili spoiler e vi è bastata questa introduzione per decidere di gustarvi questo splendido volume non procedete oltre ed interrompete pure qui la lettura, siete perdonati. Se invece la vostra curiosità è maggiore continuate pure a leggere: sapere qualche pezzo in più di trama non vi invaliderà la lettura, perché in storie come queste quello che conta è il viaggio e quello che viene trasmesso dalla storia, non la storia stessa. Ma torniamo a noi. Un legame da non sottovalutare dicevamo...
Il cane che guarda le stelle è un volume diviso in due parti, dove ognuna di esse racconta un modo diverso di vivere l'importante legame uomo-animale. La prima parte parla della classica vicenda di un uomo e del suo cane che lo segue fedelmente nel corso della vita, dove il padrone è un simpatico ma sfortunato padre di famiglia ed il cane un piccolo cucciolo trovato per strada dalla figlia e raccolto inizialmente quasi per gioco. I due si avvicinano a causa delle classiche routine familiari e ben presto iniziano a condividere un legame più forte, dove l'uomo trova nel cane un compagno di un silenzioso dialogo in cui può essere finalmente se stesso ed il cane un compagno affidabile che pensa a lui nonostante il passaggio del tempo ed il disinteresse crescente degli altri familiari. Un legame quindi onesto e amorevole che li lega fino alla fine della loro vicenda e che ci ricorda quanto la felicità alla fine stia nelle piccole cose e nella quotidianità di tutti i giorni passata assieme ai giusti compagni, umani o animali che siano.
La seconda parte invece parla di un ragazzo, ormai cresciuto fino ad essere un uomo, che venendo a contatto con i personaggi della precedente storia ricorda il suo cane e come esso fosse legato a doppio filo con la sua infanzia. Un legame diverso, basato inizialmente sulla scostanza del padrone e sul sempre immutabile affetto del cane, per poi diventare qualcosa di diverso.. Una visione alternativa di quello che può essere il normale rapporto tra essere umano e bestia e di come nonostante diversità strutturali alla fine i nostri amici animali mantengano fedelmente e fiduciosamente il proprio ruolo salvifico sulla nostra anima fino alla fine.
Alla luce di tutto questo diventa chiaro perché questo legame non sia da sottovalutare: scegliere di tenere un compagno animale nella nostra vita è una scelta importante che ci condizionerà per sempre e che se sapremo accettare e condividere porterà tanta gioia a noi come ai nostri partner canidi. E non solo. L'autore infatti collega a questa considerazione l'importante messaggio contenuto nel titolo dell'opera, mostrando il cane non solo come compagno di vita ma anche come omonimo dell'essere umano perennemente in cerca di qualcosa di meglio dalla vita, ma sempre attento anche a godersi le piccole gioie donate dal presente. Un piccolo esempio per dimostrare quanto l'uomo può essere simile all'animale che tanto idolatra per la propria fedeltà ed onestà e che sì, anche noi possiamo avere tali caratteristiche.
Cosa altro dire? Ah si i disegni. Dopotutto un manga nella sua natura di narrazione figurativa non si può giudicare solo dalla storia.. peccato. Nel caso de "Il cane che guarda le stelle" purtroppo i disegni non fanno la parte del leone. Non che non siano funzionali alla storia e non svolgano decentemente il proprio lavoro, semplicemente si poteva fare di meglio (come ci ha insegnato il buon Taniguchi con i suoi due volumi legati alla avventure di Blanca). Per essere precisi la pecca principale del lavoro dell'autore è che i cani son sempre disegnati benissimo, da veri protagonisti della storia quali sono, così come lo sono gli sfondi e gli altri animali, ma gli esseri umani non lo sono altrettanto: disegnati spesso in maniera oltremodo semplicistica rispetto a tutto il resto alcune volte rendono oltremodo difficile immedesimarsi in essi pur apprezzandone le vicende. Questo purtroppo è un bel difetto, soprattutto per una storia come questa che si basa espressamente sul far sentire i sentimenti di entrambe le parti in causa, ma fortunatamente l'autore ne è consapevole e viene incontro al lettore con l'ottima trovata della voce narrante che, accompagnandoci per tutta la durata del racconto, riesce a farci provare i sentimenti e sensazioni che i suoi personaggi non riescono completamente a trasmettere da soli. Comparto grafico quindi promosso, anche se con qualche riserva.
Questione a parte per l'edizione italiana. La copia arrivata in redazione era una copia a bassa risoluzione e non aveva una qualità ottima nella resa dei dettagli di molte scene probabilmente dovuta a questo per cui mi trattengo nel fare considerazioni dettagliate sulla sua qualità grafica in attesa di avere sottomano la versione cartacea. Ciò nonostante quello che si può dire con sicurezza è che la traduzione è molto buona, in linea con gli ultimi lavori jpop, e riesce a trasmettere nella sua interezza tutto il pathos emotivo utilizzato dall'autore originale per cui riguardo a questo lato dell'edizione potete stare sicuri di trovare davanti a voi un buon prodotto.
Rimane ancora qualcosa da dire? Ah sì, le conclusioni. Che smemorato.
Sinceramente, considerazioni sul disegno umano a parte, questo volume mi è piaciuto molto e ne consiglio la lettura a tutti gli amanti di sane storie realistiche strappalacrime e a chiunque voglia una lettura seria con cui staccare un po' dai soliti generi adrenalinici che vanno tanto di moda oggi. Una storia piacevole e commovente che vi rimarrà nel cuore e vi farà pensare subito dopo la sua lettura ad agguantare la prima palla di pelo che vedete e coccolarla fino al suo sfinimento, per ringraziarla di tutto quello che ha fatto e farà per voi.
Premetto subito che questa recensione è scritta da una persona che in vita sua non ha mai avuto un cane, e perciò quello che andrò a dire sarà rivolto più che altro a chi si ritrova nelle mie stesse condizioni e ha intenzione di acquistare questo volume.
Come saprete già, la storia si basa sul rapporto tra questa persona e il suo fedele cane, i quali intraprendono un viaggio insieme, più significativo dal punto di vista spirituale che prettamente fisico in realtà. Il loro rapporto continuerà a rafforzarsi, fino a che l'uno sarà indispensabile all'altro.
E basta.
Davvero, non succede altro; si proseguirà il racconto (senza fare troppi spoiler, anche se in verità non è che ce ne siano di particolarmente succosi) fino al termine della storia, di cui tra l'altro si sa già il finale.
Mi ha colpito maggiormente il secondo racconto. Sì, perché questo volume è diviso in due storie: la prima è quella di cui si è parlato finora, la seconda invece descrive la vicenda di questo assistente sociale che deve dare un'identità a un cadavere (ovvero il nostro co-protagonista); questo fatto sarà occasione per lui di dare uno sguardo al suo passato e riflettere sulla sua stessa esistenza. L'ho trovato particolarmente interessante, il suo pensiero finale mi ha davvero colpito.
Da un punto di vista tecnico, i disegni sono grezzi e possono piacere o meno, quello che invece mi ha davvero intrigato è stata la scelta, secondo me perfetta, di raccontare la storia dal punto di vista del cane e di tutta la sua ingenuità.
In conclusione, chi non ha mai avuto un cane troverà questa storia sì interessante, ma non qualcosa che rimarrà indelebile. Se volete acquistare quest'opera fatelo pure, ma nessuno vi biasimerà in caso contrario.
Come saprete già, la storia si basa sul rapporto tra questa persona e il suo fedele cane, i quali intraprendono un viaggio insieme, più significativo dal punto di vista spirituale che prettamente fisico in realtà. Il loro rapporto continuerà a rafforzarsi, fino a che l'uno sarà indispensabile all'altro.
E basta.
Davvero, non succede altro; si proseguirà il racconto (senza fare troppi spoiler, anche se in verità non è che ce ne siano di particolarmente succosi) fino al termine della storia, di cui tra l'altro si sa già il finale.
Mi ha colpito maggiormente il secondo racconto. Sì, perché questo volume è diviso in due storie: la prima è quella di cui si è parlato finora, la seconda invece descrive la vicenda di questo assistente sociale che deve dare un'identità a un cadavere (ovvero il nostro co-protagonista); questo fatto sarà occasione per lui di dare uno sguardo al suo passato e riflettere sulla sua stessa esistenza. L'ho trovato particolarmente interessante, il suo pensiero finale mi ha davvero colpito.
Da un punto di vista tecnico, i disegni sono grezzi e possono piacere o meno, quello che invece mi ha davvero intrigato è stata la scelta, secondo me perfetta, di raccontare la storia dal punto di vista del cane e di tutta la sua ingenuità.
In conclusione, chi non ha mai avuto un cane troverà questa storia sì interessante, ma non qualcosa che rimarrà indelebile. Se volete acquistare quest'opera fatelo pure, ma nessuno vi biasimerà in caso contrario.
Di manga che narrano storie incentrate sui nostri amici a quattro zampe ce ne sono molti, alcuni assai meritevoli; sui cani in special modo il primo che mi viene in mente è "Allevare un cane" di Taniguchi ad esempio.
"Il cane che guarda le stelle" entra a pieno diritto in questo filone narrativo, ritagliandosi un suo degno spazietto.
Due storie che narrano da due punti di vista diametralmente differenti, il rapporto che noi abbiamo con i cani. Nel primo racconto intanto la narrazione avviene dal punto di vista dell'animale (in questo ricorda molto "Chi casa dolce casa"), ed in pratica è tutto un lungo flashback che prende il via dal ritrovamento di un auto con all'interno il cadavere di un uomo morto un anno prima, e di un cane che invece è passato a miglior vita da pochi mesi.
La seconda storia si ricollega alla prima ma è forse più nostalgica, basata principalmente sui sensi di colpa e la nostra incapacità di ricambiare spesso l'affetto incondizionato dei nostri cani.
La cosa più bella di questo volume, con le sue tavole semplici e pulite, è forse lo stimolo che fornisce a riflettere su questo particolare rapporto simbiotico che credo abbia pochi eguali nel regno animale; di come ad esempio le passeggiate per i bisognini diventino spazi quotidiani che ci ritagliamo obbligatoriamente per riflettere e prenderci una pausa da tutto il resto. O anche quanto siano dolci i cani che, non potendo in più delle volte comprendere la portata degli eventi che colpiscono "i "familiari", continuano imperterriti a cogliere solo l'aspetto positivo delle cose, grazie alla loro semplicità. O ancora quanto siano in grado di donarci incondizionatamente in termini di affetto, di come siano in grado di riempire certi "vuoti" in una famiglia, o quel che ne resta.
Forse non è un volume per tutti, ma se siete stati così fortunati da avere un cane affianco in qualche momento poco roseo della vostra vita, penso potrete capire ed apprezzare appieno lo spirito di questo manga.
"Il cane che guarda le stelle" entra a pieno diritto in questo filone narrativo, ritagliandosi un suo degno spazietto.
Due storie che narrano da due punti di vista diametralmente differenti, il rapporto che noi abbiamo con i cani. Nel primo racconto intanto la narrazione avviene dal punto di vista dell'animale (in questo ricorda molto "Chi casa dolce casa"), ed in pratica è tutto un lungo flashback che prende il via dal ritrovamento di un auto con all'interno il cadavere di un uomo morto un anno prima, e di un cane che invece è passato a miglior vita da pochi mesi.
La seconda storia si ricollega alla prima ma è forse più nostalgica, basata principalmente sui sensi di colpa e la nostra incapacità di ricambiare spesso l'affetto incondizionato dei nostri cani.
La cosa più bella di questo volume, con le sue tavole semplici e pulite, è forse lo stimolo che fornisce a riflettere su questo particolare rapporto simbiotico che credo abbia pochi eguali nel regno animale; di come ad esempio le passeggiate per i bisognini diventino spazi quotidiani che ci ritagliamo obbligatoriamente per riflettere e prenderci una pausa da tutto il resto. O anche quanto siano dolci i cani che, non potendo in più delle volte comprendere la portata degli eventi che colpiscono "i "familiari", continuano imperterriti a cogliere solo l'aspetto positivo delle cose, grazie alla loro semplicità. O ancora quanto siano in grado di donarci incondizionatamente in termini di affetto, di come siano in grado di riempire certi "vuoti" in una famiglia, o quel che ne resta.
Forse non è un volume per tutti, ma se siete stati così fortunati da avere un cane affianco in qualche momento poco roseo della vostra vita, penso potrete capire ed apprezzare appieno lo spirito di questo manga.
Che i cani, ancor più le storie che dimostrano la loro incrollabile fedeltà al padrone, siano una buona calamita per il cinema non è certo una novità, ma nei manga? "Il cane che guarda le stelle" è scritto e disegnato da Takashi Murakami - autore che non conoscevo e che pertanto affronto per la prima volta - e guarda caso è stato trasposto, in patria, in un film.
La trama parte dal ritrovamento di un'auto con al suo interno un cadavere, anzi, ve ne sono due, perché c'è anche un cane, morto solo da qualche mese. Che sia rimasto vicino per quasi un anno al proprio padrone anche dopo la sua morte?
Lo scopriremo vivendolo proprio dagli occhi del cane, ripercorrendo la strada che lui e il suo padrone hanno affrontato per giungere a quel triste epilogo. Se le premesse vi faranno sospettare che difficilmente vi farà divertire, non ho proprio alcun dubbio che strapperà qualche lacrima ai più sensibili. Il crescendo di precarietà e disagio che viene raccontato ha un esito già conosciuto dall'inizio, tuttavia l'innocenza con cui è visto dal cane lo rende toccante ed emozionante. Per questo motivo la seconda parte, perché di due storie è composto il volumetto, risulta decisamente meno significante e d'impatto, mancando l'artificio narrativo di cui sopra.
Il disegno è onesto, con alcune tavole ben realizzate, ma complessivamente si dimostra solo funzionale allo scopo che l'autore si prefigge, riuscendo ad essere nel complesso gradevole visivamente. Se tra i pregi vi è una grande espressività del protagonista canino e dei fondali mai spogli, tra i difetti vi è una fisicità non sempre resa in modo ottimo, sia per qualche riguarda gli umani, che il cane.
Una lettura che non passerà alla storia, ma che saprà emozionarvi e assolutamente da non perdere se amate gli animali, i cani in particolare.
La trama parte dal ritrovamento di un'auto con al suo interno un cadavere, anzi, ve ne sono due, perché c'è anche un cane, morto solo da qualche mese. Che sia rimasto vicino per quasi un anno al proprio padrone anche dopo la sua morte?
Lo scopriremo vivendolo proprio dagli occhi del cane, ripercorrendo la strada che lui e il suo padrone hanno affrontato per giungere a quel triste epilogo. Se le premesse vi faranno sospettare che difficilmente vi farà divertire, non ho proprio alcun dubbio che strapperà qualche lacrima ai più sensibili. Il crescendo di precarietà e disagio che viene raccontato ha un esito già conosciuto dall'inizio, tuttavia l'innocenza con cui è visto dal cane lo rende toccante ed emozionante. Per questo motivo la seconda parte, perché di due storie è composto il volumetto, risulta decisamente meno significante e d'impatto, mancando l'artificio narrativo di cui sopra.
Il disegno è onesto, con alcune tavole ben realizzate, ma complessivamente si dimostra solo funzionale allo scopo che l'autore si prefigge, riuscendo ad essere nel complesso gradevole visivamente. Se tra i pregi vi è una grande espressività del protagonista canino e dei fondali mai spogli, tra i difetti vi è una fisicità non sempre resa in modo ottimo, sia per qualche riguarda gli umani, che il cane.
Una lettura che non passerà alla storia, ma che saprà emozionarvi e assolutamente da non perdere se amate gli animali, i cani in particolare.