Il fiume Shinano
Kazuo Kamimura è un'artista unico, lessi molti suoi lavori come "Lady snowblood" , "Storia di una Geisha", "I Fiori del male", "Il parco dei Cervi"....
La lista dei manga a cui ha lavorato è davvero impressionante, fu un autore molto prolifero, il suo stile grafico sempre elegante, sensuale e poetico non può che incantare chi legge.
Le tematiche nei suoi lavori sono numerose perciò è facile trovare una lettura che ti rapirà il cuore, nel mio caso "L'età della convivenza" e "Tredici notti di rancore" .
Il "Fiume Shinano" fu pubblicato in Giappone negli anni 70 ma arrivò a noi solo nel 2018 grazie alla Coconino press che ne ha fatto un'edizione curata in 3 volumi di ottima qualità, copertina rigida, pagine a colori e ottima traduzione di Paolo La Marca, curatore di tantissime altre opere di Kamimura, il quale afferma “Non sarebbe per nulla esagerato definire Kamimura e Okazaki come la coppia d’oro del fumetto giapponese. Non tanto per il buon numero di successi riscossi, quanto piuttosto per l’alchimia che era nata tra i due, una sinergia talmente forte da infondere qualcosa di speciale alle loro creazioni. Erano due autori che si completavano a vicenda e che si rispecchiavano l’uno nella visione artistica dell’altro”.
Creato a 4 mani dunque, "Il Fiume Shinano" narra le vicende di Takano Yukie, una giovane molto sensuale (tipica protagonista di numerose opere di Kamimura) vissuta nel periodo Shôwa.
Cresciuta in una famiglia benestante ma che cova torbidi segreti, Yukie vive il suo primo amore adolescenziale molto dolcemente, timidamente, purtroppo destinato a infrangersi presto a causa del suo trasferimento in un prestigioso e rigido collegio; qui provocherà uno scandalo frequentando il suo professore e fuggendo infine con lui, alla ricerca dell'amore in tutte le sue forme. Da qui seguiranno vari legami affettivi ed erotici che formeranno la nostra eroina ribelle e anticonformista desiderosa di prendere coscienza del proprio io e del proprio essere donna attraverso l'amore e gli uomini, le tematiche saranno numerose: l'amore irrazionale, la più profonda disperazione, il rifiuto e il tradimento, l'adulterio, l'amore brutale, il conflitto con la figura materna, li disinnamoramento, la più profonda solitudine, la consapevolezza del proprio fascino e della propria libido irrefrenabile, che ha radici profonde nelle sue origini, nei suoi avi.
Ciò che ne consegue, è uno spregiudicato, tormentato, melodrammatico e malinconico ritratto di donna che vive sfacciatamente i suoi istinti erotici liberamente ferendo continuamente e facendosi ferire in un susseguirsi di amori impetuosi come le correnti del fiume Shinano, luogo misero dove è nata, perennemente divisa tra l’aspirazione a un amore puro e l’abisso del desiderio carnale; il simbolo della femminilità seduttrice pericolosa e peccaminosa viene spesso simboleggiata come una volpe o un serpente.
** ATTENZIONE SPOILER **
Kamimura spesso nei suoi lavori tende ad esasperare gli avvenimenti rendendoli melodrammatici, tragici, questo in parte rappresenta il suo fascino e mi piace anche per questo.
Da un lato capisco il finale di quest'opera e se lo si giudica obbiettivamente, è in linea col personaggio.
Ma dal punto di vista soggettivo ho trovato a volte alcuni avvenimenti quasi forzati, come la tendenza costante di Yukie a voler ferire e danneggiare l'armonia amorosa quando sembra essersi finalmente stabilita;
Pur comprendendo l'essenza spregiudicata e carnale del personaggio, in cuor mio dopo tanta sofferenza da lei patita, nel volume 2 arrivò addirittura al suicidio corrosa dalla profonda solitudine che la pervadeva gettandosi da una scogliera nel mare oscuro, speravo al volume 3 in un finale positivo per lei, un'accasarsi trovando la pace che per me meritava.
** FINE SPOILER **
Per chi volesse conoscere meglio l'autore, nel volume 1 c'è una interessante postfazione della figlia di Kamimura che testimonia il suo rapporto col padre con un ritratto fattole quando era bimba, e inoltre nel volume 3 c'è un’intervista fatta a Jiro Taniguchi dove parla della sua esperienza di suo ex assistente.
Ringrazio le biblioteche che al momento investono molto sui manga e mi hanno permesso di leggere questi 3 volumi gratuitamente prendendoli in prestito (con loro ho preso in prestito anche "L'età della convivenza" "Lady Snowblood" "Il parco dei cervi" "Storia di una Geisha" e "Tredici notti di rancore"....) il mio portafoglio ringrazia tantissimo !!
Consiglio a tutti di chiedere alla vostra biblioteca comunale titoli manga a catalogo, ciò vi permetterà di risparmiare spazio e denaro. Poi, se vorrete averlo in libreria, lo si può sempre acquistare.
Consiglio questo titolo ovviamente ai fan di Kamimura, ma anche a chi vorrebbe approcciarsi a lui per la prima volta.
Il suo stile poetico, elegante, sensuale, vi catturerà!
La lista dei manga a cui ha lavorato è davvero impressionante, fu un autore molto prolifero, il suo stile grafico sempre elegante, sensuale e poetico non può che incantare chi legge.
Le tematiche nei suoi lavori sono numerose perciò è facile trovare una lettura che ti rapirà il cuore, nel mio caso "L'età della convivenza" e "Tredici notti di rancore" .
Il "Fiume Shinano" fu pubblicato in Giappone negli anni 70 ma arrivò a noi solo nel 2018 grazie alla Coconino press che ne ha fatto un'edizione curata in 3 volumi di ottima qualità, copertina rigida, pagine a colori e ottima traduzione di Paolo La Marca, curatore di tantissime altre opere di Kamimura, il quale afferma “Non sarebbe per nulla esagerato definire Kamimura e Okazaki come la coppia d’oro del fumetto giapponese. Non tanto per il buon numero di successi riscossi, quanto piuttosto per l’alchimia che era nata tra i due, una sinergia talmente forte da infondere qualcosa di speciale alle loro creazioni. Erano due autori che si completavano a vicenda e che si rispecchiavano l’uno nella visione artistica dell’altro”.
Creato a 4 mani dunque, "Il Fiume Shinano" narra le vicende di Takano Yukie, una giovane molto sensuale (tipica protagonista di numerose opere di Kamimura) vissuta nel periodo Shôwa.
Cresciuta in una famiglia benestante ma che cova torbidi segreti, Yukie vive il suo primo amore adolescenziale molto dolcemente, timidamente, purtroppo destinato a infrangersi presto a causa del suo trasferimento in un prestigioso e rigido collegio; qui provocherà uno scandalo frequentando il suo professore e fuggendo infine con lui, alla ricerca dell'amore in tutte le sue forme. Da qui seguiranno vari legami affettivi ed erotici che formeranno la nostra eroina ribelle e anticonformista desiderosa di prendere coscienza del proprio io e del proprio essere donna attraverso l'amore e gli uomini, le tematiche saranno numerose: l'amore irrazionale, la più profonda disperazione, il rifiuto e il tradimento, l'adulterio, l'amore brutale, il conflitto con la figura materna, li disinnamoramento, la più profonda solitudine, la consapevolezza del proprio fascino e della propria libido irrefrenabile, che ha radici profonde nelle sue origini, nei suoi avi.
Ciò che ne consegue, è uno spregiudicato, tormentato, melodrammatico e malinconico ritratto di donna che vive sfacciatamente i suoi istinti erotici liberamente ferendo continuamente e facendosi ferire in un susseguirsi di amori impetuosi come le correnti del fiume Shinano, luogo misero dove è nata, perennemente divisa tra l’aspirazione a un amore puro e l’abisso del desiderio carnale; il simbolo della femminilità seduttrice pericolosa e peccaminosa viene spesso simboleggiata come una volpe o un serpente.
** ATTENZIONE SPOILER **
Kamimura spesso nei suoi lavori tende ad esasperare gli avvenimenti rendendoli melodrammatici, tragici, questo in parte rappresenta il suo fascino e mi piace anche per questo.
Da un lato capisco il finale di quest'opera e se lo si giudica obbiettivamente, è in linea col personaggio.
Ma dal punto di vista soggettivo ho trovato a volte alcuni avvenimenti quasi forzati, come la tendenza costante di Yukie a voler ferire e danneggiare l'armonia amorosa quando sembra essersi finalmente stabilita;
Pur comprendendo l'essenza spregiudicata e carnale del personaggio, in cuor mio dopo tanta sofferenza da lei patita, nel volume 2 arrivò addirittura al suicidio corrosa dalla profonda solitudine che la pervadeva gettandosi da una scogliera nel mare oscuro, speravo al volume 3 in un finale positivo per lei, un'accasarsi trovando la pace che per me meritava.
** FINE SPOILER **
Per chi volesse conoscere meglio l'autore, nel volume 1 c'è una interessante postfazione della figlia di Kamimura che testimonia il suo rapporto col padre con un ritratto fattole quando era bimba, e inoltre nel volume 3 c'è un’intervista fatta a Jiro Taniguchi dove parla della sua esperienza di suo ex assistente.
Ringrazio le biblioteche che al momento investono molto sui manga e mi hanno permesso di leggere questi 3 volumi gratuitamente prendendoli in prestito (con loro ho preso in prestito anche "L'età della convivenza" "Lady Snowblood" "Il parco dei cervi" "Storia di una Geisha" e "Tredici notti di rancore"....) il mio portafoglio ringrazia tantissimo !!
Consiglio a tutti di chiedere alla vostra biblioteca comunale titoli manga a catalogo, ciò vi permetterà di risparmiare spazio e denaro. Poi, se vorrete averlo in libreria, lo si può sempre acquistare.
Consiglio questo titolo ovviamente ai fan di Kamimura, ma anche a chi vorrebbe approcciarsi a lui per la prima volta.
Il suo stile poetico, elegante, sensuale, vi catturerà!
Ritratto di giovane donna tra libertà e trasgressione
«Ma una donna ha continui impedimenti. Al contempo inerte e cedevole, ha contro di sé le debolezze della carne e la sottomissione alle leggi. La sua volontà, come il velo del suo cappello tenuto da un cordoncino, palpita a tutti i venti, c'è sempre un desiderio che trascina, e una convenienza che trattiene.»
Madame Bovary
L'interesse per le opere di Kazuo Kamimura da parte degli editori italiani (e il conseguente apprezzamento da parte del pubblico), ha qualcosa di sorprendente ed era imprevedibile solo un po’ di tempo fa. Quando Quentin Tarantino sdoganò Lady Snowblood (non a caso la prima opera arrivata in Italia con J-Pop) per la sua saga cinematografica Kill Bill, il nome di Kamimura si poteva a malapena rintracciare nei cataloghi di qualche editore d'oltralpe, ma era per lo più misconosciuto al grosso dei lettori italiani. Da allora, grazie all’impegno di alcuni editor illuminati, anno dopo anno si è andato ricomponendo il ricco quadro (ancora ben lungi dal completarsi) della produzione fumettistica di questo influente sensei, unanimemente riconosciuto e apprezzato a livello internazionale.
Nell’ambito di questo revival si inserisce l’uscita nelle librerie dei tre volumi de Il fiume Shinano (Shinanogawa) per Coconino Press. Pubblicato per la prima volta a puntate in Giappone tra il 1973 e il 1974 sulle pagine di Young Comic, si tratta del primo grande successo della coppia Kazuo Kamimura/Hideo Okazaki. Il fumetto, di forte impatto drammatico e di sofisticata bellezza grafica, si aggiudica nel ‘74 il Gekiga-shô (Premio Gekiga) indetto dalla casa editrice Shônengahôsha, e ottiene un adattamento cinematografico che desterà scalpore per le scene di nudo dell’attrice protagonista Kaoru Yumi.
L'edizione italiana de Il fiume Shinano è stata tradotta e curata da Paolo La Marca il quale, a proposito di Kamimura e Okazaki, scrive nella postfazione del secondo volume: “Non sarebbe per nulla esagerato definire Kamimura e Okazaki come la gôruden konbi (la coppia d’oro) del fumetto giapponese. Non tanto per il buon numero di successi riscossi, quanto piuttosto per l’alchimia che era nata tra i due, una sinergia talmente forte da infondere qualcosa di speciale alle loro creazioni. E il motivo è piuttosto semplice: erano due autori che si completavano a vicenda e che si rispecchiavano l’uno nella visione artistica dell’altro”.
La vicenda, ambientata a cavallo tra i periodi Taishô e Shôwa, narra delle tumultuose avventure di Takano Yukie, nata sulle rive del fiume Shinano, all’epoca una delle aree più povere del Giappone, spesso scenario di catastrofiche esondazioni. Cresciuta in una ricca famiglia dell’alta borghesia, ma in realtà frutto di una segreta passione adultera, è proprio l’adulterio a segnare la sua burrascosa parabola sin dalla scoperta dell’amore adolescenziale, quando si invaghisce di un umile servitore e la loro relazione sembra votata a un sentimento assoluto. Ma l'adolescenza non dura in eterno e Yukie viene mandata in un collegio, dove incontra un'insegnante carismatico e anticonformista con cui inizia una storia all’insegna dello scandalo. È l'inizio di una discesa agli inferi della lussuria, che la giovane donna percorrerà divisa tra l’aspirazione a un amore puro e l’abisso del desiderio carnale.
Influenzato dai classici della letteratura erotica (De Sade, Wilde, Mishima) e dal fumetto d'autore (Crepax), il sodalizio Kamimura/Okazaki ha inaugurato un vero e proprio filone dedicato alle eroine “belle e dannate”. Yukie rientra di buon grado in questa galleria di intensi ritratti femminili, che culmina con le raccolte di racconti Aku no hana (I fiori del male) e Inkaden (I fiori della lussuria), quest’ultimo basato su storie vere di famigerate donne giapponesi tra cui Abe Sada. Gli autori donano quindi un'impronta scabrosa e melodrammatica alla trama de Il fiume Shinano, collocandola in uno scenario storico pieno di contrasti (il primo ventennio del periodo Shôwa) che sfiora temi sociali come la guerra sino-giapponese, il nazionalismo, il comunismo, gli assassinii politici, la crisi economica e la disoccupazione. Lo spessore letterario è confermato dalle numerose citazioni colte disseminate lungo le pagine del libro, mentre particolarmente felice da parte di Kamimura è l'idea di situare geograficamente la storia in un luogo così fuori dal comune, la provincia rurale e le rive del fiume Shinano, un’ambientazione ideale per questa vicenda oscura e tormentata.
Il racconto si snoda su una solida struttura lineare e si concede sporadici flashback nella scansione dei capitoli, che seguono passo dopo passo le traversie della protagonista, con un finale che si presta a un’inaspettata ma emblematica circolarità. La travagliata educazione sentimentale di Yukie, le sue vicissitudini, i malesseri e le inquietudini, sono le stesse di tante donne nel Giappone degli anni ’70, imbrigliate dai legacci di una cultura fortemente tradizionalista, desiderose di affrancarsi dalla condizione di subalternità a cui la società le costringe. Questa lettura “femminista” accomuna Il fiume Shinano ad altre opere più "attuali" di Kamimura, come L'età della convivenza e Il club delle divorziate (editi da J-Pop), in cui l’autore dimostra la stessa sensibilità e intima comprensione dei problemi che affliggono le sue contemporanee.
Archetipo di tanti angeli ribelli che hanno reso celebri i manga di Kamimura, Yukie è una figura prorompente che trasuda rorida sensualità, vero motore della storia con il suo spirito indomabile e volitivo oltre la sfrontatezza. Innamorata della libertà, vuole condurre la sua esistenza come meglio crede, passando da un amante all'altro e gettando scompiglio nei loro cuori. L'avvenenza, l'intelligenza e la disinvolta sessualità sono un richiamo irresistibile per gli uomini che incrocia sulla sua strada: un servitore, un insegnante, uno scienziato, nessuno la può fermare, pretende tutta la loro attenzione e affetto, e al contempo non vuole dipendere da nessuno.
Yukie, il cui nome rimanda al candore della neve, non è la femme fatale tosta e implacabile che abbiamo ammirato in Shurayukihime (Lady Snowblood). La sua vita è vissuta di volta in volta “attraverso” gli uomini che ama. I suoi amanti hanno il potere di cambiarle la vita, nel bene e nel male, e la via dell'infedeltà diventa così un espediente per esercitare un qualche potere sul proprio destino. Mentre gli uomini hanno mezzi e proprietà, l'unico strumento che Yukie possiede per influire sugli altri è il proprio corpo, un capitale che ella può commerciare al costo della pubblica vergogna.
In alcuni passaggi Il fiume Shinano potrebbe risultare feroce e quasi crudele, dato che non risparmia scene brutali e volutamente urtanti: fra violenze e soprusi di ogni sorta, è chiaro che siamo di fronte a un manga non esattamente per educande. Così come non mancano strane suggestioni a sfondo mistico mutuate dalla simbologia cristiana, a metà strada tra il martirio e la perdizione. La donna viene anche accostata alla volpe e al serpente, quali simboli di una femminilità seduttrice, peccaminosa e vampiresca, enfatizzando il fascino ambiguo della protagonista.
Lontano da certi codici narrativi del gekiga (linea spessa, tratto nervoso e ruvido), lo stile di Kamimura può essere tanto ricercato ed elegante quanto audace e istintivo. Eclettico dal punto di vista compositivo, costruisce ogni tavola in base alle esigenze della scena, con un'attenzione meticolosa verso i dettagli più minimi per sottolineare uno stato d'animo, per creare un'attesa, per evidenziare un simbolo importante. Il suo tratto sinuoso esplora tutte le possibilità espressive del bianco e nero. Quando disegna questo manga l’autore spiega di lavorare per sottrazione affermando: "più l'immagine è vuota, più è bella"; e questa ricerca di essenzialità è estesa anche ai dialoghi, sempre asciutti e minimali, per una lettura che vola via vorace.
Le tavole denotano un gusto straordinariamente pittorico e si distinguono in modo riconoscibile dal resto della produzione fumettistica giapponese dell'epoca, con composizioni sublimi che danno anima e corpo alle visioni struggenti di Okazaki. I continui riferimenti alla meraviglia del mondo naturale e alla furia degli elementi come vento, pioggia, neve, si svelano ben presto come metafore dei sentimenti dei protagonisti.
C’è sempre un’artista (o un mangaka) che fa capolino fra le pagine di Kamimura, e anche in questo caso non manca di comparire un pittore (chissà forse una sorta di autoritratto dell'autore) nella lista degli amanti di Yukie, che ne diventa fatalmente musa ispiratrice.
L’edizione italiana di Coconino Press si presenta in tre volumi di pregio, per più di 700 pagine (di cui alcune a colori) rilegate a filo e con copertina in cartone rigido, al costo di 20,00€ l’uno. I tre volumi sono corredati da sostanziosi extra, tra cui tavole inedite, illustrazioni a colori e pregnanti postfazioni, di grande interesse per chi volesse approfondire la biografia di Kamimura. Nello specifico si tratta di una toccante testimonianza di Migiwa Kamimura (figlia del maestro), un saggio di Paolo La Marca dal titolo Viaggio nell’universo narrativo ed estetico di Kamimura e Okazaki, e un’intervista a Jiro Taniguchi che parla dell'arte di Kamimura in qualità di suo ex assistente.
In sintesi, possiamo definire Il fiume Shinano come un maestoso dramma a fumetti che è anche un conturbante e spregiudicato ritratto di donna, traboccante di malinconico romanticismo. Siamo di fronte ad un’opera d’arte con la A maiuscola, un’arte coraggiosa e sprezzante che brucia di passione disinibita e sfrenata voluttà. Se è vero che Kamimura e Okazaki sono considerati la coppia d’oro del fumetto giapponese, quest’opera, magnifica e inossidabile a dispetto degli anni, ne è l’esempio più fulgido e lampante.
«Ma una donna ha continui impedimenti. Al contempo inerte e cedevole, ha contro di sé le debolezze della carne e la sottomissione alle leggi. La sua volontà, come il velo del suo cappello tenuto da un cordoncino, palpita a tutti i venti, c'è sempre un desiderio che trascina, e una convenienza che trattiene.»
Madame Bovary
L'interesse per le opere di Kazuo Kamimura da parte degli editori italiani (e il conseguente apprezzamento da parte del pubblico), ha qualcosa di sorprendente ed era imprevedibile solo un po’ di tempo fa. Quando Quentin Tarantino sdoganò Lady Snowblood (non a caso la prima opera arrivata in Italia con J-Pop) per la sua saga cinematografica Kill Bill, il nome di Kamimura si poteva a malapena rintracciare nei cataloghi di qualche editore d'oltralpe, ma era per lo più misconosciuto al grosso dei lettori italiani. Da allora, grazie all’impegno di alcuni editor illuminati, anno dopo anno si è andato ricomponendo il ricco quadro (ancora ben lungi dal completarsi) della produzione fumettistica di questo influente sensei, unanimemente riconosciuto e apprezzato a livello internazionale.
Nell’ambito di questo revival si inserisce l’uscita nelle librerie dei tre volumi de Il fiume Shinano (Shinanogawa) per Coconino Press. Pubblicato per la prima volta a puntate in Giappone tra il 1973 e il 1974 sulle pagine di Young Comic, si tratta del primo grande successo della coppia Kazuo Kamimura/Hideo Okazaki. Il fumetto, di forte impatto drammatico e di sofisticata bellezza grafica, si aggiudica nel ‘74 il Gekiga-shô (Premio Gekiga) indetto dalla casa editrice Shônengahôsha, e ottiene un adattamento cinematografico che desterà scalpore per le scene di nudo dell’attrice protagonista Kaoru Yumi.
L'edizione italiana de Il fiume Shinano è stata tradotta e curata da Paolo La Marca il quale, a proposito di Kamimura e Okazaki, scrive nella postfazione del secondo volume: “Non sarebbe per nulla esagerato definire Kamimura e Okazaki come la gôruden konbi (la coppia d’oro) del fumetto giapponese. Non tanto per il buon numero di successi riscossi, quanto piuttosto per l’alchimia che era nata tra i due, una sinergia talmente forte da infondere qualcosa di speciale alle loro creazioni. E il motivo è piuttosto semplice: erano due autori che si completavano a vicenda e che si rispecchiavano l’uno nella visione artistica dell’altro”.
La vicenda, ambientata a cavallo tra i periodi Taishô e Shôwa, narra delle tumultuose avventure di Takano Yukie, nata sulle rive del fiume Shinano, all’epoca una delle aree più povere del Giappone, spesso scenario di catastrofiche esondazioni. Cresciuta in una ricca famiglia dell’alta borghesia, ma in realtà frutto di una segreta passione adultera, è proprio l’adulterio a segnare la sua burrascosa parabola sin dalla scoperta dell’amore adolescenziale, quando si invaghisce di un umile servitore e la loro relazione sembra votata a un sentimento assoluto. Ma l'adolescenza non dura in eterno e Yukie viene mandata in un collegio, dove incontra un'insegnante carismatico e anticonformista con cui inizia una storia all’insegna dello scandalo. È l'inizio di una discesa agli inferi della lussuria, che la giovane donna percorrerà divisa tra l’aspirazione a un amore puro e l’abisso del desiderio carnale.
Influenzato dai classici della letteratura erotica (De Sade, Wilde, Mishima) e dal fumetto d'autore (Crepax), il sodalizio Kamimura/Okazaki ha inaugurato un vero e proprio filone dedicato alle eroine “belle e dannate”. Yukie rientra di buon grado in questa galleria di intensi ritratti femminili, che culmina con le raccolte di racconti Aku no hana (I fiori del male) e Inkaden (I fiori della lussuria), quest’ultimo basato su storie vere di famigerate donne giapponesi tra cui Abe Sada. Gli autori donano quindi un'impronta scabrosa e melodrammatica alla trama de Il fiume Shinano, collocandola in uno scenario storico pieno di contrasti (il primo ventennio del periodo Shôwa) che sfiora temi sociali come la guerra sino-giapponese, il nazionalismo, il comunismo, gli assassinii politici, la crisi economica e la disoccupazione. Lo spessore letterario è confermato dalle numerose citazioni colte disseminate lungo le pagine del libro, mentre particolarmente felice da parte di Kamimura è l'idea di situare geograficamente la storia in un luogo così fuori dal comune, la provincia rurale e le rive del fiume Shinano, un’ambientazione ideale per questa vicenda oscura e tormentata.
Il racconto si snoda su una solida struttura lineare e si concede sporadici flashback nella scansione dei capitoli, che seguono passo dopo passo le traversie della protagonista, con un finale che si presta a un’inaspettata ma emblematica circolarità. La travagliata educazione sentimentale di Yukie, le sue vicissitudini, i malesseri e le inquietudini, sono le stesse di tante donne nel Giappone degli anni ’70, imbrigliate dai legacci di una cultura fortemente tradizionalista, desiderose di affrancarsi dalla condizione di subalternità a cui la società le costringe. Questa lettura “femminista” accomuna Il fiume Shinano ad altre opere più "attuali" di Kamimura, come L'età della convivenza e Il club delle divorziate (editi da J-Pop), in cui l’autore dimostra la stessa sensibilità e intima comprensione dei problemi che affliggono le sue contemporanee.
Archetipo di tanti angeli ribelli che hanno reso celebri i manga di Kamimura, Yukie è una figura prorompente che trasuda rorida sensualità, vero motore della storia con il suo spirito indomabile e volitivo oltre la sfrontatezza. Innamorata della libertà, vuole condurre la sua esistenza come meglio crede, passando da un amante all'altro e gettando scompiglio nei loro cuori. L'avvenenza, l'intelligenza e la disinvolta sessualità sono un richiamo irresistibile per gli uomini che incrocia sulla sua strada: un servitore, un insegnante, uno scienziato, nessuno la può fermare, pretende tutta la loro attenzione e affetto, e al contempo non vuole dipendere da nessuno.
Yukie, il cui nome rimanda al candore della neve, non è la femme fatale tosta e implacabile che abbiamo ammirato in Shurayukihime (Lady Snowblood). La sua vita è vissuta di volta in volta “attraverso” gli uomini che ama. I suoi amanti hanno il potere di cambiarle la vita, nel bene e nel male, e la via dell'infedeltà diventa così un espediente per esercitare un qualche potere sul proprio destino. Mentre gli uomini hanno mezzi e proprietà, l'unico strumento che Yukie possiede per influire sugli altri è il proprio corpo, un capitale che ella può commerciare al costo della pubblica vergogna.
In alcuni passaggi Il fiume Shinano potrebbe risultare feroce e quasi crudele, dato che non risparmia scene brutali e volutamente urtanti: fra violenze e soprusi di ogni sorta, è chiaro che siamo di fronte a un manga non esattamente per educande. Così come non mancano strane suggestioni a sfondo mistico mutuate dalla simbologia cristiana, a metà strada tra il martirio e la perdizione. La donna viene anche accostata alla volpe e al serpente, quali simboli di una femminilità seduttrice, peccaminosa e vampiresca, enfatizzando il fascino ambiguo della protagonista.
Lontano da certi codici narrativi del gekiga (linea spessa, tratto nervoso e ruvido), lo stile di Kamimura può essere tanto ricercato ed elegante quanto audace e istintivo. Eclettico dal punto di vista compositivo, costruisce ogni tavola in base alle esigenze della scena, con un'attenzione meticolosa verso i dettagli più minimi per sottolineare uno stato d'animo, per creare un'attesa, per evidenziare un simbolo importante. Il suo tratto sinuoso esplora tutte le possibilità espressive del bianco e nero. Quando disegna questo manga l’autore spiega di lavorare per sottrazione affermando: "più l'immagine è vuota, più è bella"; e questa ricerca di essenzialità è estesa anche ai dialoghi, sempre asciutti e minimali, per una lettura che vola via vorace.
Le tavole denotano un gusto straordinariamente pittorico e si distinguono in modo riconoscibile dal resto della produzione fumettistica giapponese dell'epoca, con composizioni sublimi che danno anima e corpo alle visioni struggenti di Okazaki. I continui riferimenti alla meraviglia del mondo naturale e alla furia degli elementi come vento, pioggia, neve, si svelano ben presto come metafore dei sentimenti dei protagonisti.
C’è sempre un’artista (o un mangaka) che fa capolino fra le pagine di Kamimura, e anche in questo caso non manca di comparire un pittore (chissà forse una sorta di autoritratto dell'autore) nella lista degli amanti di Yukie, che ne diventa fatalmente musa ispiratrice.
L’edizione italiana di Coconino Press si presenta in tre volumi di pregio, per più di 700 pagine (di cui alcune a colori) rilegate a filo e con copertina in cartone rigido, al costo di 20,00€ l’uno. I tre volumi sono corredati da sostanziosi extra, tra cui tavole inedite, illustrazioni a colori e pregnanti postfazioni, di grande interesse per chi volesse approfondire la biografia di Kamimura. Nello specifico si tratta di una toccante testimonianza di Migiwa Kamimura (figlia del maestro), un saggio di Paolo La Marca dal titolo Viaggio nell’universo narrativo ed estetico di Kamimura e Okazaki, e un’intervista a Jiro Taniguchi che parla dell'arte di Kamimura in qualità di suo ex assistente.
In sintesi, possiamo definire Il fiume Shinano come un maestoso dramma a fumetti che è anche un conturbante e spregiudicato ritratto di donna, traboccante di malinconico romanticismo. Siamo di fronte ad un’opera d’arte con la A maiuscola, un’arte coraggiosa e sprezzante che brucia di passione disinibita e sfrenata voluttà. Se è vero che Kamimura e Okazaki sono considerati la coppia d’oro del fumetto giapponese, quest’opera, magnifica e inossidabile a dispetto degli anni, ne è l’esempio più fulgido e lampante.