BatMan: Il BatManga di Jiro Kuwata
“Batmanga” o “Batman Manga” è un manga di Jiro Kuwata, che ha per protagonista il supereroe mascherato dei comics made in U.S.A., in un’inedita versione originale creata apposta per il mercato giapponese.
Il fumetto, lungo cinquantatré capitoli, è stato pubblicato su rivista negli anni 1966 e 1967, ma solo molti anni dopo, è stato raccolto in tre maxi volumi. Il manga è stato pubblicato anche in inglese, prima in un enorme volume da collezione, ma incompleto, e successivamente nella sua interezza in formato digitale e in tre volumi identici a quelli giapponesi, dalla DC Comics, la stessa casa editrice che detiene i diritti del personaggio e che ancora oggi pubblica le sue avventure. Il titolo originale giapponese è solo “Batman”, ma nella versione inglese è stata aggiunta la parola “manga” per dare enfasi alla sua origine e per non fare confusione con la versione americana dal medesimo nome.
La genesi dell’opera, è abbastanza classica. In Giappone era scoppiata la Batmania a causa della trasmissione in tv dello storico telefilm che vedeva protagonista Adam West nei panni dell’eroe. Per questo la Shonen Gahosha, una casa editrice giapponese, voleva pubblicare i fumetti di Batman anche in Giappone. I capoccia riuscirono a comprare i diritti di sfruttamento del personaggio e fu deciso di realizzare un nuovo fumetto da zero. Il compito venne affidato al mangaka Jiro Kuwata, autore noto all’epoca per il fumetto “8 Man”. A Kuwata venne chiesto di realizzare una sorta di remake di alcune storie già pubblicate in America, gli vennero forniti gli albi originali e le traduzioni degli script. Con questo materiale, il disegnatore ha creato la sua versione di Batman, modificando alcune parti, ampliando o eliminandone altre, ma soprattutto, ha reso graficamente Batman e Robin più dinamici, grazie ad una costruzione delle tavole molto diversa da quella fin troppo statica dei fumetti americani degli anni ’60, pieni di pagine con molti balloon e didascalie che spiegavano passo per passo cosa stava succedendo. Nel manga di Kuwata sono le azioni a parlare, il suo Batman si lancia in attacchi volanti, fa capriole, piroette, e lo stesso fanno Robin e i loro nemici.
Penso sia inutile parlare della trama alla base della storia, che dovrebbe essere nota a tutti. Vale la pena soffermarsi però su alcune cose importanti. La prima è sicuramente il fatto che nel manga di Kuwata non viene mai mostrata l’origine di Batman, con l’assassinio dei genitori di Bruce Wayne. La storia inizia da un punto indefinito, con Batman e Robin che entrano subito in azione. La seconda cosa degna di nota, è che nel manga di Kuwata non è presente nessuno dei nemici storici e importanti di Batman. Non c’è il Joker, non c’è il Pinguino, non c’è l’Enigmista, non c’è Catwoman. Nessuno dei cattivi che la maggior parte della gente associa a Batman. Alcuni probabilmente non esistevano ancora nel 1966, ma di sicuro il Joker era già in giro da parecchio e perciò è davvero strano leggere un fumetto di Batman senza di lui. Tutti si aspettano che prima o poi compaia, e invece non succede. Al contrario, i nemici affrontati da Batman e Robin sono molto più semplici, sia nel design, che nei poteri e nelle motivazioni. Molto spesso sono ladri, galeotti evasi di prigione, scienziati che per un motivo o per un altro si sono votati al male, qualche alieno…
Tutti i nemici però si basano su quelli già visti nei comics americani, così come le storie che li vedono per protagonisti.
Il Batman di questo manga è figlio del suo tempo. Così come nella versione originale americana dell’epoca, anche queste storie sono molto più semplici, sia nelle trame, che nel loro svolgimento. I colpi di scena ad esempio, come la vera identità di un cattivo, sono molto elementari, facilmente intuibili per chiunque abbia letto fumetti da un po’ di tempo a questa parte. Altre volte alcuni nemici sono talmente bizzarri da essere ridicoli, ma anche questo, è dovuto al materiale originale, perché il Batman a fumetti degli anni ’60 sembrava scritto sotto acidi, per non parlare della versione quasi comica del telefilm prodotto in quegli anni. Chiaramente, questo Batman non è quello incattivito degli ultimi tempi, che i fan del Cavaliere Oscuro amano e apprezzano, così come non è tecnologico quanto quello visto nei videogame della serie “Arkham Asylum”. Batman e Robin in questa versione, si limitano a qualche pugno e calcio ben assestato e all’ausilio di pochi ma efficaci gadget, come il sempre utile batarang o bombe soporifere. Non mancano invece la Batmobile, il maggiordomo Alfred e il commissario Gordon, anche se hanno pochissima importanza nella storia.
Lo stile di disegno di Kuwata è molto azzeccato per il tipo di storia raccontato. Come ha rivelato lui stesso nelle interviste pubblicate nei volumi, ci ha messo un po’ per trovare il giusto equilibrio, ma il risultato finale è soddisfacente. Il suo Batman, muscoloso e dinamico, con tante scene d’azione ben coreografate, la costruzione delle tavole, semplice ma pulita e ordinata, non sfigura affatto se paragonato all’originale.
Questa chiaramente è stata la prima incursione di Batman nel mondo dei manga, (ma non l’ultima), e anche se qualcosa al giorno di oggi può sembrare un po’ ingenua, tipo le trame di alcuni capitoli o i poteri di qualche cattivo, è ancora adesso una lettura validissima, appassionante e divertente. Se siete fan del Cavaliere Oscuro è davvero imperdibile, ma è anche un valido manga preso come opera a sé.
Il fumetto, lungo cinquantatré capitoli, è stato pubblicato su rivista negli anni 1966 e 1967, ma solo molti anni dopo, è stato raccolto in tre maxi volumi. Il manga è stato pubblicato anche in inglese, prima in un enorme volume da collezione, ma incompleto, e successivamente nella sua interezza in formato digitale e in tre volumi identici a quelli giapponesi, dalla DC Comics, la stessa casa editrice che detiene i diritti del personaggio e che ancora oggi pubblica le sue avventure. Il titolo originale giapponese è solo “Batman”, ma nella versione inglese è stata aggiunta la parola “manga” per dare enfasi alla sua origine e per non fare confusione con la versione americana dal medesimo nome.
La genesi dell’opera, è abbastanza classica. In Giappone era scoppiata la Batmania a causa della trasmissione in tv dello storico telefilm che vedeva protagonista Adam West nei panni dell’eroe. Per questo la Shonen Gahosha, una casa editrice giapponese, voleva pubblicare i fumetti di Batman anche in Giappone. I capoccia riuscirono a comprare i diritti di sfruttamento del personaggio e fu deciso di realizzare un nuovo fumetto da zero. Il compito venne affidato al mangaka Jiro Kuwata, autore noto all’epoca per il fumetto “8 Man”. A Kuwata venne chiesto di realizzare una sorta di remake di alcune storie già pubblicate in America, gli vennero forniti gli albi originali e le traduzioni degli script. Con questo materiale, il disegnatore ha creato la sua versione di Batman, modificando alcune parti, ampliando o eliminandone altre, ma soprattutto, ha reso graficamente Batman e Robin più dinamici, grazie ad una costruzione delle tavole molto diversa da quella fin troppo statica dei fumetti americani degli anni ’60, pieni di pagine con molti balloon e didascalie che spiegavano passo per passo cosa stava succedendo. Nel manga di Kuwata sono le azioni a parlare, il suo Batman si lancia in attacchi volanti, fa capriole, piroette, e lo stesso fanno Robin e i loro nemici.
Penso sia inutile parlare della trama alla base della storia, che dovrebbe essere nota a tutti. Vale la pena soffermarsi però su alcune cose importanti. La prima è sicuramente il fatto che nel manga di Kuwata non viene mai mostrata l’origine di Batman, con l’assassinio dei genitori di Bruce Wayne. La storia inizia da un punto indefinito, con Batman e Robin che entrano subito in azione. La seconda cosa degna di nota, è che nel manga di Kuwata non è presente nessuno dei nemici storici e importanti di Batman. Non c’è il Joker, non c’è il Pinguino, non c’è l’Enigmista, non c’è Catwoman. Nessuno dei cattivi che la maggior parte della gente associa a Batman. Alcuni probabilmente non esistevano ancora nel 1966, ma di sicuro il Joker era già in giro da parecchio e perciò è davvero strano leggere un fumetto di Batman senza di lui. Tutti si aspettano che prima o poi compaia, e invece non succede. Al contrario, i nemici affrontati da Batman e Robin sono molto più semplici, sia nel design, che nei poteri e nelle motivazioni. Molto spesso sono ladri, galeotti evasi di prigione, scienziati che per un motivo o per un altro si sono votati al male, qualche alieno…
Tutti i nemici però si basano su quelli già visti nei comics americani, così come le storie che li vedono per protagonisti.
Il Batman di questo manga è figlio del suo tempo. Così come nella versione originale americana dell’epoca, anche queste storie sono molto più semplici, sia nelle trame, che nel loro svolgimento. I colpi di scena ad esempio, come la vera identità di un cattivo, sono molto elementari, facilmente intuibili per chiunque abbia letto fumetti da un po’ di tempo a questa parte. Altre volte alcuni nemici sono talmente bizzarri da essere ridicoli, ma anche questo, è dovuto al materiale originale, perché il Batman a fumetti degli anni ’60 sembrava scritto sotto acidi, per non parlare della versione quasi comica del telefilm prodotto in quegli anni. Chiaramente, questo Batman non è quello incattivito degli ultimi tempi, che i fan del Cavaliere Oscuro amano e apprezzano, così come non è tecnologico quanto quello visto nei videogame della serie “Arkham Asylum”. Batman e Robin in questa versione, si limitano a qualche pugno e calcio ben assestato e all’ausilio di pochi ma efficaci gadget, come il sempre utile batarang o bombe soporifere. Non mancano invece la Batmobile, il maggiordomo Alfred e il commissario Gordon, anche se hanno pochissima importanza nella storia.
Lo stile di disegno di Kuwata è molto azzeccato per il tipo di storia raccontato. Come ha rivelato lui stesso nelle interviste pubblicate nei volumi, ci ha messo un po’ per trovare il giusto equilibrio, ma il risultato finale è soddisfacente. Il suo Batman, muscoloso e dinamico, con tante scene d’azione ben coreografate, la costruzione delle tavole, semplice ma pulita e ordinata, non sfigura affatto se paragonato all’originale.
Questa chiaramente è stata la prima incursione di Batman nel mondo dei manga, (ma non l’ultima), e anche se qualcosa al giorno di oggi può sembrare un po’ ingenua, tipo le trame di alcuni capitoli o i poteri di qualche cattivo, è ancora adesso una lettura validissima, appassionante e divertente. Se siete fan del Cavaliere Oscuro è davvero imperdibile, ma è anche un valido manga preso come opera a sé.