Brave Dan
Un' amara favola avventurosa, per ragazzi, di Tezuka.
Serializzata dal 15 Luglio al 23 Dicembre 1962 sulle pagine di Weekly Shonen Sunday di Shogakukan (peccato che i volumi della Osamushi manchino sempre di questi importanti dettagli e, aldilà delle buone note esplicative, di una appropriata introduzione), l'opera presenta ancora il tratto vagamente disneyano della produzione giovanile e per ragazzi di Tezuka (vedi il successivo Triton), prima della svolta più matura a partire dalla fine degli anni '60. Presenti le classiche tematiche della poetica del Maestro, dal rapporto tra uomini e animali a quello tra gli stessi uomini, dove spesso viltà, arroganza e bramosia di potere possono prevaricare i sentimenti puri dell'amicizia tra diversi, mentre tra simili regnano il sopruso e l'incomunicabilità, passando per l'antimilitarismo e la critica all'assurdità dell'intolleranza.
Il giovane Kotan, discendente della popolazione degli Ainu, storica popolazione del nord, perlopiù nella regione dello Hokkaido, di probabili origini siberiane e spesso discriminata per le proprie diverse e antiche tradizioni, parte alla ricerca dei genitori e di un magico tesoro, accompagnato dalla tigre (sic!) Dan.
A voler mettere le mani sul tesoro degli Ainu sono in molti, e non mancheranno i classici "cattivi" tezukiani, gruppo di avidi tra i quali forse potranno esserci possibilità di redenzione, e i "buoni", che nonostante la buona fede non riescono ad accettare il rapporto tra il giovane e la tigre selvaggia.
Talvolta perdendo di vista alcuni aspetti della trama iniziale, tra colpi di scena e tanta azione, non manca l'occasione di sottolineare lo straordinario, e commovente, legame tra Kotan e Dan, introducendo anche elementi fantascientifici all'epoca in voga.
Una bella opera per ragazzi che parla anche agli adulti, sicuramente cult per i fan di Tezuka, ma probabilmente non per tutti, specie per chi non è appassionato di classici un po' retrò.
Il tratto tuttavia non deve scoraggiare il neofita: non mancano le tipiche innovazioni grafiche tezukiane, come i personaggi che sfondano la vignetta e l'originalissima costruzione delle tavole, la narrazione è avvincente tra colpi di scena ed emozioni.
Il finale... non si dimentica facilmente.
Formato 15x21 come tutti i volumi della Osamushi, 256 pagine che contengono tre lunghi capitoli.
Voto: 9 perchè Tezuka non si discute, si ama
Serializzata dal 15 Luglio al 23 Dicembre 1962 sulle pagine di Weekly Shonen Sunday di Shogakukan (peccato che i volumi della Osamushi manchino sempre di questi importanti dettagli e, aldilà delle buone note esplicative, di una appropriata introduzione), l'opera presenta ancora il tratto vagamente disneyano della produzione giovanile e per ragazzi di Tezuka (vedi il successivo Triton), prima della svolta più matura a partire dalla fine degli anni '60. Presenti le classiche tematiche della poetica del Maestro, dal rapporto tra uomini e animali a quello tra gli stessi uomini, dove spesso viltà, arroganza e bramosia di potere possono prevaricare i sentimenti puri dell'amicizia tra diversi, mentre tra simili regnano il sopruso e l'incomunicabilità, passando per l'antimilitarismo e la critica all'assurdità dell'intolleranza.
Il giovane Kotan, discendente della popolazione degli Ainu, storica popolazione del nord, perlopiù nella regione dello Hokkaido, di probabili origini siberiane e spesso discriminata per le proprie diverse e antiche tradizioni, parte alla ricerca dei genitori e di un magico tesoro, accompagnato dalla tigre (sic!) Dan.
A voler mettere le mani sul tesoro degli Ainu sono in molti, e non mancheranno i classici "cattivi" tezukiani, gruppo di avidi tra i quali forse potranno esserci possibilità di redenzione, e i "buoni", che nonostante la buona fede non riescono ad accettare il rapporto tra il giovane e la tigre selvaggia.
Talvolta perdendo di vista alcuni aspetti della trama iniziale, tra colpi di scena e tanta azione, non manca l'occasione di sottolineare lo straordinario, e commovente, legame tra Kotan e Dan, introducendo anche elementi fantascientifici all'epoca in voga.
Una bella opera per ragazzi che parla anche agli adulti, sicuramente cult per i fan di Tezuka, ma probabilmente non per tutti, specie per chi non è appassionato di classici un po' retrò.
Il tratto tuttavia non deve scoraggiare il neofita: non mancano le tipiche innovazioni grafiche tezukiane, come i personaggi che sfondano la vignetta e l'originalissima costruzione delle tavole, la narrazione è avvincente tra colpi di scena ed emozioni.
Il finale... non si dimentica facilmente.
Formato 15x21 come tutti i volumi della Osamushi, 256 pagine che contengono tre lunghi capitoli.
Voto: 9 perchè Tezuka non si discute, si ama