Mars
“Beh...se dovesse arrivare la fine del mondo...mi faresti un favore? Baciami un attimo prima della fine!”
I love manga sono da sempre un invitante ferro caldo su cui battere per gli editori, specie quando si tratta di vendite internazionali, per bypassare quella “barriera sessuale” che possono ergere alcuni best-seller battle pensati principalmente per i maschietti, offrendo una valida alternativa ai palati più mielosi e sdoganando la nona arte nipponica anche al gentil sesso.
Eppure Il target shōjo è probabilmente quello che fatica di più ad evolversi, vuoi per la ridondanza di archetipi che presentano sempre gli stessi tòpoi narrativi, vuoi per la mancanza di coraggio di trame che spesso si accomodano alla via facile della retorica, generando un ristagno di opere estremamente simili tra loro che allontana i lettori più smaliziati e pretenziosi in cerca di prodotti dalla sceneggiatura laboriosa.
Ecco che talvolta, basta un pizzico di coraggio nel fuoriuscire dagli standard per fare un grande rumore, e generare qualcosa di destinato a lasciare il segno. D’altronde sono proprio le voci fuori dal coro quelle che spesso riecheggiano più a lungo.
Sembra proprio il caso di “Mars”, che nonostante la sua controversa natura, (ai tempi alcuni lo etichettarono come manga scandalo) è tutt’oggi l’opera più amata della sensei Fuyumi Sōryō, sopratutto dalla sua ampia fetta d’utenza femminile, che ricorda con affetto e nostalgia una delle love story a tinte thriller più iconiche del decennio ‘90-2000.
Kira Aso è una ragazza di 16 anni timida e schiva che passa le sue giornate chiusa in casa a dipingere; la sua vita cambia grazie all’incontro del tenebroso Rei Kashino, belloccio non troppo raccomandabile con la testa calda e la passione per le moto.
Quando Rei accetta di farsi ritrarre da Kira, tra i due inizia a cementarsi un legame intimista e morboso, che li catapulterà in una sconvolgente tormenta emozionale.
“In te percepisco tanti colori, sono colori brillanti… colori roventi… e belli… e poi tristi… Sono i colori del tramonto che ardono fino all’ultimo… sfidando il buio che si avvicina”.
Fuyumi Sōryō inscena dei personaggi credibili e curati nella loro complessa caratterizzazione psicologica, in grado di evolvere e mutare contestualmente al proseguo del racconto.
Anche se all’inizio potrebbe sembrare la classica imbastita ad ambientazione scolastica tra fatina e bad boy, capiremo presto che quella tra Rei e Kira è una storia d’amore tutt’altro che ordinaria, e si sviluppa contorcendosi nei traumi di un passato estremamente triste e doloroso che riaffronteranno insieme, scoprendosi molto più simili di quanto apparentemente possa sembrare. Piuttosto che le solite infatuazioni adolescenziali e gli innamoramenti puerili ed embrionali a cui eravamo stati abituati, l’autrice ci propone una relazione dalle mille sfumature, utili a mostrarci le varie fasi dell’amore, soffermandosi sovente sui punti più oscuri, spaccati macabri che permeano l’opera di un fascinoso e al contempo inquietante alone dark.
I personaggi che orbitano attorno ai protagonisti sono costruiti funzionalmente e risultano ben orchestrati, svolgendo ognuno il suo preciso compito, anche se a volte fin troppo sacrificati allo scopo e vittime di evitabili “Out of character”. Spesso si ha l’impressione che la Mangaka calchi un po’ la mano, estremizzando la tragicità di alcune vicende con lo scopo unico di scuotere emotivamente il lettore.
Il trittico che si crea con l’antagonista, ricorda la triade de “Il clan dei Poe” Edgar - Mary Bell - Edward in diverse situazioni, grazie anche alla lieve grattata di boy’s love spruzzata dall’autrice, d’altronde è Proprio Moto Hagio una delle principali ispiratrici della Sōryō.
Il leitmotiv è il trauma.
Fuyumi Sōryō non teme argomenti come il suicidio, lo stupro, la depressione ( temi ripresi poi da Hinako Hashinara in “La clessidra - ricordi d’amore”) sbattendoci in faccia con estrema crudezza una realtà tragica e disillusa, in cui l’amore è l’unica luce in fondo al più buio dei tunnel.
“Quando qualcuno soffre per uno shock tremendo... tutti gli augurano solo di dimenticare presto. Pero' non e' cosi' facile dimenticare. Certo, puoi fingere di averlo fatto, ma stai solo mentendo a te stesso”.
“Mars” è un terremoto emotivo che strattona bruscamente l’animo del lettore, mostrando però il fianco nei suoi momenti di stabilità, in cui non sempre il coinvolgimento resterà alle stelle.
Il manga ha anche un interessante lato Spokon. Il talentuoso Rei Kashino che si cimenta in spettacolari corse contro il tempo per cercare di farsi una carriera da motociclista in tutto il suo indomito fascino ribelle, con annesse citazioni alla motoGP (e a Max Biaggi) e tanto di marchi originali delle moto ad alimentare l’immersività delle gare, è un vero e proprio spettacolo per gli occhi.
Peccato l’autrice (complice anche il disinteresse verso le corse della maggior parte del publico femminile) abbandoni pian piano questa strada, incentrandosi esclusivamente sulla storia d’amore.
Il tratto di Fuyumi Sōryō è estremamente elegante e sinuoso, e richiama nello stile Ai Yazawa, ispirazione che si vede dalla passione dell’autrice per la moda (nel manga sono presenti marchi come Chanel, Dior, Versace, Armani) e nella rappresentazione dei personaggi maschili, efebici e dai tratti morbidi, quasi femminei.
Particolarmente espressivi i volti, gli sguardi taglienti e penetranti sono lanciati da occhioni realizzati in classico stile shōjō, con ciglia voluminose e pupille umide, che ricordano Riyoko Ikeda “Le rose di Versailles”(Lady Oscar), anche se il tratto della Sōryō è decisamente più morbido, meno spigoloso.
Purtroppo non risultano altrettanto curati gli sfondi delegati agli assistenti, vuoti e in generale poco ispirati, anche se non manca qualche eccezione, in cui probabilmente si è cimentata l’autrice in prima persona.
Incalzante la regia delle vignette, una consecutio autoriale e studiata che si fa apprezzare dall’inizio alla fine. I balloon, disposti in modo originale e stravagante aumentano l’impatto visivo, rendendo però talvolta confusionario l’ordine di lettura.
I capelli al vento di Rei Kashino hanno fatto innamorare migliaia di lettrici, generando una lunghissima schiera di fan girl che ha prepotentemente contribuito a rendere questo fumetto il mito che è oggi.
“Mars” è un cult, un pugno allo stomaco che sa essere anche una boccata d’aria fresca dopo una lunga apnea.
“Mars” è perversione, è amore e odio al tempo stesso.
“Mars” è l’innocenza di una bambina che si appresta a ricevere il suo primo amore, ma anche la viltà di un uomo che si riflette nell’acqua, vergognandosi del suo mostruoso riflesso.
Un gioiellino del target, incastonato tra significato e significante.
“Abbiamo camminato insieme… abbiamo pianto insieme… anche se un domani dovessimo separarci e scegliere strade diverse… non dimenticherò mai questo momento”.
I love manga sono da sempre un invitante ferro caldo su cui battere per gli editori, specie quando si tratta di vendite internazionali, per bypassare quella “barriera sessuale” che possono ergere alcuni best-seller battle pensati principalmente per i maschietti, offrendo una valida alternativa ai palati più mielosi e sdoganando la nona arte nipponica anche al gentil sesso.
Eppure Il target shōjo è probabilmente quello che fatica di più ad evolversi, vuoi per la ridondanza di archetipi che presentano sempre gli stessi tòpoi narrativi, vuoi per la mancanza di coraggio di trame che spesso si accomodano alla via facile della retorica, generando un ristagno di opere estremamente simili tra loro che allontana i lettori più smaliziati e pretenziosi in cerca di prodotti dalla sceneggiatura laboriosa.
Ecco che talvolta, basta un pizzico di coraggio nel fuoriuscire dagli standard per fare un grande rumore, e generare qualcosa di destinato a lasciare il segno. D’altronde sono proprio le voci fuori dal coro quelle che spesso riecheggiano più a lungo.
Sembra proprio il caso di “Mars”, che nonostante la sua controversa natura, (ai tempi alcuni lo etichettarono come manga scandalo) è tutt’oggi l’opera più amata della sensei Fuyumi Sōryō, sopratutto dalla sua ampia fetta d’utenza femminile, che ricorda con affetto e nostalgia una delle love story a tinte thriller più iconiche del decennio ‘90-2000.
Kira Aso è una ragazza di 16 anni timida e schiva che passa le sue giornate chiusa in casa a dipingere; la sua vita cambia grazie all’incontro del tenebroso Rei Kashino, belloccio non troppo raccomandabile con la testa calda e la passione per le moto.
Quando Rei accetta di farsi ritrarre da Kira, tra i due inizia a cementarsi un legame intimista e morboso, che li catapulterà in una sconvolgente tormenta emozionale.
“In te percepisco tanti colori, sono colori brillanti… colori roventi… e belli… e poi tristi… Sono i colori del tramonto che ardono fino all’ultimo… sfidando il buio che si avvicina”.
Fuyumi Sōryō inscena dei personaggi credibili e curati nella loro complessa caratterizzazione psicologica, in grado di evolvere e mutare contestualmente al proseguo del racconto.
Anche se all’inizio potrebbe sembrare la classica imbastita ad ambientazione scolastica tra fatina e bad boy, capiremo presto che quella tra Rei e Kira è una storia d’amore tutt’altro che ordinaria, e si sviluppa contorcendosi nei traumi di un passato estremamente triste e doloroso che riaffronteranno insieme, scoprendosi molto più simili di quanto apparentemente possa sembrare. Piuttosto che le solite infatuazioni adolescenziali e gli innamoramenti puerili ed embrionali a cui eravamo stati abituati, l’autrice ci propone una relazione dalle mille sfumature, utili a mostrarci le varie fasi dell’amore, soffermandosi sovente sui punti più oscuri, spaccati macabri che permeano l’opera di un fascinoso e al contempo inquietante alone dark.
I personaggi che orbitano attorno ai protagonisti sono costruiti funzionalmente e risultano ben orchestrati, svolgendo ognuno il suo preciso compito, anche se a volte fin troppo sacrificati allo scopo e vittime di evitabili “Out of character”. Spesso si ha l’impressione che la Mangaka calchi un po’ la mano, estremizzando la tragicità di alcune vicende con lo scopo unico di scuotere emotivamente il lettore.
Il trittico che si crea con l’antagonista, ricorda la triade de “Il clan dei Poe” Edgar - Mary Bell - Edward in diverse situazioni, grazie anche alla lieve grattata di boy’s love spruzzata dall’autrice, d’altronde è Proprio Moto Hagio una delle principali ispiratrici della Sōryō.
Il leitmotiv è il trauma.
Fuyumi Sōryō non teme argomenti come il suicidio, lo stupro, la depressione ( temi ripresi poi da Hinako Hashinara in “La clessidra - ricordi d’amore”) sbattendoci in faccia con estrema crudezza una realtà tragica e disillusa, in cui l’amore è l’unica luce in fondo al più buio dei tunnel.
“Quando qualcuno soffre per uno shock tremendo... tutti gli augurano solo di dimenticare presto. Pero' non e' cosi' facile dimenticare. Certo, puoi fingere di averlo fatto, ma stai solo mentendo a te stesso”.
“Mars” è un terremoto emotivo che strattona bruscamente l’animo del lettore, mostrando però il fianco nei suoi momenti di stabilità, in cui non sempre il coinvolgimento resterà alle stelle.
Il manga ha anche un interessante lato Spokon. Il talentuoso Rei Kashino che si cimenta in spettacolari corse contro il tempo per cercare di farsi una carriera da motociclista in tutto il suo indomito fascino ribelle, con annesse citazioni alla motoGP (e a Max Biaggi) e tanto di marchi originali delle moto ad alimentare l’immersività delle gare, è un vero e proprio spettacolo per gli occhi.
Peccato l’autrice (complice anche il disinteresse verso le corse della maggior parte del publico femminile) abbandoni pian piano questa strada, incentrandosi esclusivamente sulla storia d’amore.
Il tratto di Fuyumi Sōryō è estremamente elegante e sinuoso, e richiama nello stile Ai Yazawa, ispirazione che si vede dalla passione dell’autrice per la moda (nel manga sono presenti marchi come Chanel, Dior, Versace, Armani) e nella rappresentazione dei personaggi maschili, efebici e dai tratti morbidi, quasi femminei.
Particolarmente espressivi i volti, gli sguardi taglienti e penetranti sono lanciati da occhioni realizzati in classico stile shōjō, con ciglia voluminose e pupille umide, che ricordano Riyoko Ikeda “Le rose di Versailles”(Lady Oscar), anche se il tratto della Sōryō è decisamente più morbido, meno spigoloso.
Purtroppo non risultano altrettanto curati gli sfondi delegati agli assistenti, vuoti e in generale poco ispirati, anche se non manca qualche eccezione, in cui probabilmente si è cimentata l’autrice in prima persona.
Incalzante la regia delle vignette, una consecutio autoriale e studiata che si fa apprezzare dall’inizio alla fine. I balloon, disposti in modo originale e stravagante aumentano l’impatto visivo, rendendo però talvolta confusionario l’ordine di lettura.
I capelli al vento di Rei Kashino hanno fatto innamorare migliaia di lettrici, generando una lunghissima schiera di fan girl che ha prepotentemente contribuito a rendere questo fumetto il mito che è oggi.
“Mars” è un cult, un pugno allo stomaco che sa essere anche una boccata d’aria fresca dopo una lunga apnea.
“Mars” è perversione, è amore e odio al tempo stesso.
“Mars” è l’innocenza di una bambina che si appresta a ricevere il suo primo amore, ma anche la viltà di un uomo che si riflette nell’acqua, vergognandosi del suo mostruoso riflesso.
Un gioiellino del target, incastonato tra significato e significante.
“Abbiamo camminato insieme… abbiamo pianto insieme… anche se un domani dovessimo separarci e scegliere strade diverse… non dimenticherò mai questo momento”.
Sicuramente tra i miei preferiti. Personaggi ben caratterizzati, disegni di buon livello e una trama appassionata. Può sembrare che riporti degli stereotipi, in realtà alla fine non è così. Propone temi al tempo avanti nel tempo come il bullismo ( e più attuali adesso), una psicologia femminile oggi molto più chiara (la protagonista che non sa difendersi dalle molestie di uomini adulti) e un bisogno d'amore che fa da elemento scatenante sia nel passato che nella risoluzione del presente. Gli adulti infatti sono quasi tutti limitati sia nel comprendere i problemi dei ragazzi, che a risolvere i propri perché finiscono con adeguarsi o soccombere a quello che la vita presenta loro. Il tema psicologico è punto forte, molto credibile e presente in tutto il manga.
Premesso che è la prima opera letta della famosa Fuyumi Souryo. Ho acquistato tutta la serie spinta dalle molteplici recensioni positive. Devo dire che però, ahimè, mi ha deluso. E l'ho rivenduta.
Sia ben chiaro, i disegni sono deliziosi, i corpi delineati con cura e proporzione, un tratto pulito e lineare. Gradevolissimo.
Devo dire che anche la trama è ben strutturata: in ben 15 volumi (di cui 1 con storie extra) non ho mai notato scene scritte così, tanto per riempire pagine e allungare la trama (vista magari la fama che stava per avere, "Mars" infatti è un manga molto famoso). Ogni dialogo o tema trattato, ha una sua importanza e ogni tassello completa il puzzle del finale e nulla viene lasciato in sospeso.
Devo dire che non mi è piaciuta la trama in sé, l'ho trovata un po' scontata, e nemmeno durante i fascicoli successivi la mia idea è cambiata nonostante la speranza di una svolta interessante.
La trama ruota intorno a Kira Aso, l'emblema della classica ragazza fragile, timida, e con la lacrima mooolto facile, cui nessuno bada, e che si innamora del ragazzo più bello, conteso e ovviamente tormentato ( salsa già sentita) della scuola: Rei Kashino.
I due insieme sono come il sole e la notte, lui solare, socievole e spiritoso, lei timida, impacciata, per nulla vanitosa; lui trasgressivo, lei diligente e ubbidiente. I due, nonostante sembri improbabile, si innamorano (e certo, come altrimenti). Presto scopriamo che il passato di lei nasconde molti segreti oscuri, che Rei stesso ha un passato tormentato (altra salsa già letta). Rei aveva un fratello gemello, morto tragicamente suicidandosi e con motivazioni non proprio chiare, anche Kira, si scoprirà poi, ha subito brutti traumi; personaggi misteriosi incomberanno sulla coppia portando alla luce il vero io dei protagonisti.
E' una storia d'amore molto dolce, la coppia si evolve lentamente e affronta le avversità rinforzandosi, a volte però, mostrando un vero lato oscuro, fragile, violento che risiede dentro entrambi.
E' una storia di morte e sofferenza, di perdite, di violenza, un bel mix di emozioni forti. Su come è strutturata la trama, non ho nulla da dire. Il mio parere è personalissimo e il 6 l'ho messo infatti per la trama, per me poco originale e per i disegni stupendi.
Sia ben chiaro, i disegni sono deliziosi, i corpi delineati con cura e proporzione, un tratto pulito e lineare. Gradevolissimo.
Devo dire che anche la trama è ben strutturata: in ben 15 volumi (di cui 1 con storie extra) non ho mai notato scene scritte così, tanto per riempire pagine e allungare la trama (vista magari la fama che stava per avere, "Mars" infatti è un manga molto famoso). Ogni dialogo o tema trattato, ha una sua importanza e ogni tassello completa il puzzle del finale e nulla viene lasciato in sospeso.
Devo dire che non mi è piaciuta la trama in sé, l'ho trovata un po' scontata, e nemmeno durante i fascicoli successivi la mia idea è cambiata nonostante la speranza di una svolta interessante.
La trama ruota intorno a Kira Aso, l'emblema della classica ragazza fragile, timida, e con la lacrima mooolto facile, cui nessuno bada, e che si innamora del ragazzo più bello, conteso e ovviamente tormentato ( salsa già sentita) della scuola: Rei Kashino.
I due insieme sono come il sole e la notte, lui solare, socievole e spiritoso, lei timida, impacciata, per nulla vanitosa; lui trasgressivo, lei diligente e ubbidiente. I due, nonostante sembri improbabile, si innamorano (e certo, come altrimenti). Presto scopriamo che il passato di lei nasconde molti segreti oscuri, che Rei stesso ha un passato tormentato (altra salsa già letta). Rei aveva un fratello gemello, morto tragicamente suicidandosi e con motivazioni non proprio chiare, anche Kira, si scoprirà poi, ha subito brutti traumi; personaggi misteriosi incomberanno sulla coppia portando alla luce il vero io dei protagonisti.
E' una storia d'amore molto dolce, la coppia si evolve lentamente e affronta le avversità rinforzandosi, a volte però, mostrando un vero lato oscuro, fragile, violento che risiede dentro entrambi.
E' una storia di morte e sofferenza, di perdite, di violenza, un bel mix di emozioni forti. Su come è strutturata la trama, non ho nulla da dire. Il mio parere è personalissimo e il 6 l'ho messo infatti per la trama, per me poco originale e per i disegni stupendi.
Con "Mars", Fuyumi Soryo sembra volerci dire che c'è un lato oscuro in tutti noi. C'è chi riesce a gestirlo, chi invece si lascia sopraffare dal suo impeto.
Il manga narra la storia di Rei e Kira, due liceali che frequentano la stessa classe, che finiscono per attrarsi vicendevolmente. Entrambi hanno vissuto esperienze terribili, che cercano di dimenticare, e nel corso della storia troveranno supporto e conforto nell'altro.
L'aspetto più riuscito di Mars credo sia proprio il processo di maturazione dei due personaggi e del loro rapporto. La Soryo è molto attenta nel descriverci cosa cambia nella testa e nelle azioni dei due, durante i vari passaggi della loro relazione; dalle prime fasi di innamoramento, fino alla presa di coscienza del valore che ha "l'altro" per se stessi.
Un processo di avvicinamento che passa inevitabilmente attraverso due fasi distinte, ma sovrapposte: il tentativo di compiacimento dell'amato, lavorando sui punti più spigolosi del proprio carattere, e l'accettazione dei difetti dell'altro, dovuti proprio a quegli spigoli troppo vivi. Si lavora su se stessi per migliorare e, allo stesso tempo, per cercare di accettare chi si ha accanto. Ciò può accadere solo quando incontriamo la persona giusta.
La crescita del singolo è anche quella della coppia; le dure esperienze, che mettono costantemente alla prova i due, non fanno altro che incrementarne il legame e la forza interiore.
Non è un caso che conosciamo Kira e Rei come due ragazzini e, alla fine della storia, li ritroviamo come due persone adulte. Il tempo trascorso non è certo molto, ma la loro maturazione è andata ben oltre quella che ci si aspetterebbe dalla loro età.
Altro aspetto da non sottovalutare è che Il carattere dei due è diametralmente opposto: schivo e taciturno quello di Kira, estroverso e scherzoso quello di Rei. Per essere più precisi, il ragazzo è una persona a cui non importa minimamente l'altrui pensiero e sembra far di tutto per mettersi nei guai.
Al contrario, Kira è completamente incapace di intrattenere relazioni sociali, in particolar modo con l'altro sesso. Due posizioni abbastanza difficili da far convergere e che aggiungono ulteriore valore al loro rapporto.
Fuyumi Soryo probabilmente esagera un pochino nel presentarci un panorama psicologico degli adolescenti davvero devastante. C'è da dire che, effettivamente, lo stress psicologico a cui vengono sottoposti i ragazzi giapponesi non è lontanamente paragonabile a quello presente in una qualsiasi società occidentale ed inoltre, così facendo, l'autrice si pone nella condizione di poter indagare profondamente nella giovane psiche dei personaggi.
Il più grande pregio di Mars rappresenta probabilmente anche il suo maggior difetto. Le emozioni che si susseguono, così forti ed intense, rendono la narrazione decisamente altalenante. La Soryo fa di tutto per inserire colpi di scena a non finire e si passa continuamente da momenti di euforia ad altri di depressione totale. Sembra che l'autrice sia incapace di narrare una storia senza la necessità di creare qualcosa di discontinuo ed eccezionale.
Come dicevo, questo è anche il punto di forza del manga, visto che di emozioni ce ne sono davvero parecchie e la narrazione procede sempre a passi decisi.
E' stato pubblicato il prequel di "Mars", che narra alcuni aneddoti avvenuti durante il primo anno di liceo, tra i quali anche l'incontro tra Kira e Rei. Il titolo in questione è "Mars Gaiden", ma chi non avesse la possibilità di leggerlo non deve preoccuparsi in quanto la qualità del lavoro non è paragonabile a quella dell'opera principale.
I disegni della Soryo sono molto curati, anche se, personalmente, non apprezzo granché gli occhi da "lemure" di Kira. Per fortuna, con il trascorrere del tempo, questa caratteristica va via via riducendosi. A parte questo, lo sguardo è certamente l'elemento distintivo dei personaggi creati dall'autrice. Le emozioni vengono completamente esteriorizzate, grazie ad una gestione minuziosa dei lineamenti del volto ed in particolare proprio degli occhi.
Mi è sembrata molto originale tra l'altro la gestione delle vignette, che quasi sempre non seguono il classico ordine, ma vengono gestite attraverso un gioco di incastri e sovrapposizioni. Anche se, purtroppo, mi sono spesso trovato in difficoltà nel seguire il giusto ordine di lettura.
L'edizione Star Comics è semplicemente orribile, oltretutto è colma di refusi. Inutile aggiungere altro.
Il mio voto è 8.5
Il manga narra la storia di Rei e Kira, due liceali che frequentano la stessa classe, che finiscono per attrarsi vicendevolmente. Entrambi hanno vissuto esperienze terribili, che cercano di dimenticare, e nel corso della storia troveranno supporto e conforto nell'altro.
L'aspetto più riuscito di Mars credo sia proprio il processo di maturazione dei due personaggi e del loro rapporto. La Soryo è molto attenta nel descriverci cosa cambia nella testa e nelle azioni dei due, durante i vari passaggi della loro relazione; dalle prime fasi di innamoramento, fino alla presa di coscienza del valore che ha "l'altro" per se stessi.
Un processo di avvicinamento che passa inevitabilmente attraverso due fasi distinte, ma sovrapposte: il tentativo di compiacimento dell'amato, lavorando sui punti più spigolosi del proprio carattere, e l'accettazione dei difetti dell'altro, dovuti proprio a quegli spigoli troppo vivi. Si lavora su se stessi per migliorare e, allo stesso tempo, per cercare di accettare chi si ha accanto. Ciò può accadere solo quando incontriamo la persona giusta.
La crescita del singolo è anche quella della coppia; le dure esperienze, che mettono costantemente alla prova i due, non fanno altro che incrementarne il legame e la forza interiore.
Non è un caso che conosciamo Kira e Rei come due ragazzini e, alla fine della storia, li ritroviamo come due persone adulte. Il tempo trascorso non è certo molto, ma la loro maturazione è andata ben oltre quella che ci si aspetterebbe dalla loro età.
Altro aspetto da non sottovalutare è che Il carattere dei due è diametralmente opposto: schivo e taciturno quello di Kira, estroverso e scherzoso quello di Rei. Per essere più precisi, il ragazzo è una persona a cui non importa minimamente l'altrui pensiero e sembra far di tutto per mettersi nei guai.
Al contrario, Kira è completamente incapace di intrattenere relazioni sociali, in particolar modo con l'altro sesso. Due posizioni abbastanza difficili da far convergere e che aggiungono ulteriore valore al loro rapporto.
Fuyumi Soryo probabilmente esagera un pochino nel presentarci un panorama psicologico degli adolescenti davvero devastante. C'è da dire che, effettivamente, lo stress psicologico a cui vengono sottoposti i ragazzi giapponesi non è lontanamente paragonabile a quello presente in una qualsiasi società occidentale ed inoltre, così facendo, l'autrice si pone nella condizione di poter indagare profondamente nella giovane psiche dei personaggi.
Il più grande pregio di Mars rappresenta probabilmente anche il suo maggior difetto. Le emozioni che si susseguono, così forti ed intense, rendono la narrazione decisamente altalenante. La Soryo fa di tutto per inserire colpi di scena a non finire e si passa continuamente da momenti di euforia ad altri di depressione totale. Sembra che l'autrice sia incapace di narrare una storia senza la necessità di creare qualcosa di discontinuo ed eccezionale.
Come dicevo, questo è anche il punto di forza del manga, visto che di emozioni ce ne sono davvero parecchie e la narrazione procede sempre a passi decisi.
E' stato pubblicato il prequel di "Mars", che narra alcuni aneddoti avvenuti durante il primo anno di liceo, tra i quali anche l'incontro tra Kira e Rei. Il titolo in questione è "Mars Gaiden", ma chi non avesse la possibilità di leggerlo non deve preoccuparsi in quanto la qualità del lavoro non è paragonabile a quella dell'opera principale.
I disegni della Soryo sono molto curati, anche se, personalmente, non apprezzo granché gli occhi da "lemure" di Kira. Per fortuna, con il trascorrere del tempo, questa caratteristica va via via riducendosi. A parte questo, lo sguardo è certamente l'elemento distintivo dei personaggi creati dall'autrice. Le emozioni vengono completamente esteriorizzate, grazie ad una gestione minuziosa dei lineamenti del volto ed in particolare proprio degli occhi.
Mi è sembrata molto originale tra l'altro la gestione delle vignette, che quasi sempre non seguono il classico ordine, ma vengono gestite attraverso un gioco di incastri e sovrapposizioni. Anche se, purtroppo, mi sono spesso trovato in difficoltà nel seguire il giusto ordine di lettura.
L'edizione Star Comics è semplicemente orribile, oltretutto è colma di refusi. Inutile aggiungere altro.
Il mio voto è 8.5
Mars è un rarissimo esempio di come, dai soliti stereotipi, possa venir fuori un manga di buona qualità.
La trama è molto complessa e articolata: non ci troviamo di fronte ai classici problemi adolescenziali " cosa mi metto per il primo appuntamento!?", ma vengono trattati temi molto seri come il suicidio e la violenza sessuale.
Protagonista è Kira, una ragazza molto timida che esprime se stessa attraverso la pittura, a causa della sua introversione è presa di mira dalle compagne subendone le angherie. Kira non è così timida perché si è svegliata la mattina a cavolo, ma perché ha avuto un passato difficile che l'ha segnata.
Il protagonista maschile, Rei è tutto il contrario di lei solare ed estroverso (anche troppo), passa da una relazione all'altra senza provare alcun trasporto. Anche lui nasconde un passato difficile, è infatti rimasto sotto shock dopo il suicidio del fratello.
Dopo il reciproco incontro cambieranno molto: Kira non diventerà, come nel più classico degli shojo manga, una super figa ammirata da tutti, ma imparerà, molto più semplicemente, a essere se stessa e ad aprirsi con gli altri. Rei, dal canto suo, abbandonate le storie da una botta e via, troverà la sua strada risolvendo anche i problemi legati al suo passato.
Trattandosi di un manga con tematiche serie troviamo veramente poche gag e secondo me la storia un po' ne risente perché, dopo i primi volumi, comincia a diventare un po' pesantuccia da seguire e a perdere di scorrevolezza. L'autrice ha un po' troppo allungato il brodo, forse a causa del successo riscosso, tanto che cominciano a succedere troppe disgrazie, punta troppo sul tragico e i protagonisti si fanno troppe turbe psicologiche che diventano pesanti da seguire, soprattutto se uno si avvicina ai manga per distrarsi piacevolmente. Il finale lo penalizza molto, a mio avviso, i volumi sono troppo ripetitivi e pesanti, se no avrei dato 10.
Un lato positivo del manga è, infine, il tratto dell'autrice che non è bellissimo, ma molto particolare, semplice e raffinato.
La trama è molto complessa e articolata: non ci troviamo di fronte ai classici problemi adolescenziali " cosa mi metto per il primo appuntamento!?", ma vengono trattati temi molto seri come il suicidio e la violenza sessuale.
Protagonista è Kira, una ragazza molto timida che esprime se stessa attraverso la pittura, a causa della sua introversione è presa di mira dalle compagne subendone le angherie. Kira non è così timida perché si è svegliata la mattina a cavolo, ma perché ha avuto un passato difficile che l'ha segnata.
Il protagonista maschile, Rei è tutto il contrario di lei solare ed estroverso (anche troppo), passa da una relazione all'altra senza provare alcun trasporto. Anche lui nasconde un passato difficile, è infatti rimasto sotto shock dopo il suicidio del fratello.
Dopo il reciproco incontro cambieranno molto: Kira non diventerà, come nel più classico degli shojo manga, una super figa ammirata da tutti, ma imparerà, molto più semplicemente, a essere se stessa e ad aprirsi con gli altri. Rei, dal canto suo, abbandonate le storie da una botta e via, troverà la sua strada risolvendo anche i problemi legati al suo passato.
Trattandosi di un manga con tematiche serie troviamo veramente poche gag e secondo me la storia un po' ne risente perché, dopo i primi volumi, comincia a diventare un po' pesantuccia da seguire e a perdere di scorrevolezza. L'autrice ha un po' troppo allungato il brodo, forse a causa del successo riscosso, tanto che cominciano a succedere troppe disgrazie, punta troppo sul tragico e i protagonisti si fanno troppe turbe psicologiche che diventano pesanti da seguire, soprattutto se uno si avvicina ai manga per distrarsi piacevolmente. Il finale lo penalizza molto, a mio avviso, i volumi sono troppo ripetitivi e pesanti, se no avrei dato 10.
Un lato positivo del manga è, infine, il tratto dell'autrice che non è bellissimo, ma molto particolare, semplice e raffinato.
Uno degli ultimi manga letti in questo periodo.
L'ho comprato spinta dalle numerose recensioni eccezionali e positive. Persino la mia amica che non ama leggere i manga me l'ha consigliato perché una delle opere che non può mancare nella libreria di un collezionista come me.
Cominciamo dalla storia.
Senz'altro è una storia d'amore tragica, piena di problemi che circondano i personaggi principali, difficoltà, vicissitudini violente e drammatiche, anche troppo per degli adolescenti come loro.
Attenzione spoiler!
Kira ha un passato nascosto e difficile, è stata violentata dal patrigno e per questo odia gli uomini, ma l'unico che riesce ad avvicinare e per giunta se ne innamora è proprio il protagonista Rei, battezzato come Mars, il dio della guerra, perché appunto le ricorda un guerriero che lotta incessantemente nella vita.
Rei, il ragazzo di Kira, ha molti più problemi di lei... viene da un passato difficile, figlio di una madre isterica con problemi mentali e del fratello del marito di sua madre, cioè di suo zio. Ha un gemello che ai tempi delle medie si era suicidato facendogli credere che la colpa fosse sua (perché lui era sempre la vittima degli altri ragazzi e il fratello Rei, più forte, lo difendeva sempre anche in modo molto violento e questo gli procurava non pochi guai). Questo evento ha portato il protagonista a essere ricoverato in un centro psichiatrico dove veniva curata anche sua madre.
Alla fine si svela la verità, non tanto dolce e al quanto inaspettata per certi versi.
Durante il corso della storia vediamo molti personaggi, amici dei protagonisti, i quali non vengono minimamente approfonditi ma servono solo da sfondo alla storia; vediamo un ragazzo che sembra una ragazza: all'inizio si presenta come un omosessuale innamorato di Rei, ma poi si scopre che il suo scopo è ben altro (!); ci sono gli amici intimi dei personaggi che li aiutano e li consigliano quando ne hanno bisogno, ma non sono molto presenti nei capitoli; vediamo il patrigno di Kira che non è cambiato affatto; infine, lo zio di Rei che doveva essere suo padre ma come ho detto la moglie gli aveva messo le corna col fratello.
Fine spoiler
Ciò che è stato pesante è vedere tutti i personaggi come degli psicopatici. Certo, la storia rispecchia la vita reale e non lascia spazio alla fantasia, ma io trovo che questa sia una lettura impegnativa, non affatto piacevole, che ti mette davanti la cruda realtà e ti fa capire che il mondo fa schifo, è pieno di violenza e di persone di cui non ci si può fidare.
Per tanto il mio voto è 6 perché non sopporto determinati personaggi che sono presenti nel manga. Poi, in tutti i volumi tutto è tragico, ma vi è un lieto fine (per carità gradito ma non sempre vi è il finale allegro e per questa storia avrei preferito che non ci fosse stato, proprio per marcare ancora di più la consapevolezza che nella vita non sempre tutto finisce bene).
Per quanto riguarda i disegni, la Soryo ha un tratto particolare: si distingue dagli altri; i ragazzi sono in un certo verso mascolini se si guarda il loro mento, le proporzioni delle spalle con il corpo... ma pecca un po' nel disegnare le mani! A me piacciono molto ma queste non appaiono "sensuali" come invece dovrebbe essere almeno per il protagonista, tanto amato dalle donne. Se dovessi dare un voto solo ai disegni, per me meriterebbero 7, dato che non sono proprio il mio genere, ma non mi sento di dire che sono brutti, perché hanno un loro fascino.
I volumetti della collana Amici sono sottili e costano il giusto (anche se qualche anno fa potevano risultare costosi; magari se avessero avuto come prezzo 2-2,50 euro forse erano il top). La Star Comics però non delude mai: le rilegature, i fogli, le copertine, seppur semplici albi, sono davvero ben maneggevoli ed elastici, le pagine si aprono bene senza dover forzare troppo la mano rischiando eventuali scollature.
Lo speciale Gaiden, inoltre, per me è inutile. Senza questo la storia valeva 7 ma, ahimè, rovina un po' le cose. Avrei gradito che ci fosse spiegata bene l'infanzia dei due gemelli e delle loro problematiche e come si è arrivati alla storia principale.
Pertanto, non lo consiglio a chi ama shoujo romantici e frizzanti; la lettura si fa sempre più impegnativa fino ad arrivare alla conclusione con un happy ending.
L'ho comprato spinta dalle numerose recensioni eccezionali e positive. Persino la mia amica che non ama leggere i manga me l'ha consigliato perché una delle opere che non può mancare nella libreria di un collezionista come me.
Cominciamo dalla storia.
Senz'altro è una storia d'amore tragica, piena di problemi che circondano i personaggi principali, difficoltà, vicissitudini violente e drammatiche, anche troppo per degli adolescenti come loro.
Attenzione spoiler!
Kira ha un passato nascosto e difficile, è stata violentata dal patrigno e per questo odia gli uomini, ma l'unico che riesce ad avvicinare e per giunta se ne innamora è proprio il protagonista Rei, battezzato come Mars, il dio della guerra, perché appunto le ricorda un guerriero che lotta incessantemente nella vita.
Rei, il ragazzo di Kira, ha molti più problemi di lei... viene da un passato difficile, figlio di una madre isterica con problemi mentali e del fratello del marito di sua madre, cioè di suo zio. Ha un gemello che ai tempi delle medie si era suicidato facendogli credere che la colpa fosse sua (perché lui era sempre la vittima degli altri ragazzi e il fratello Rei, più forte, lo difendeva sempre anche in modo molto violento e questo gli procurava non pochi guai). Questo evento ha portato il protagonista a essere ricoverato in un centro psichiatrico dove veniva curata anche sua madre.
Alla fine si svela la verità, non tanto dolce e al quanto inaspettata per certi versi.
Durante il corso della storia vediamo molti personaggi, amici dei protagonisti, i quali non vengono minimamente approfonditi ma servono solo da sfondo alla storia; vediamo un ragazzo che sembra una ragazza: all'inizio si presenta come un omosessuale innamorato di Rei, ma poi si scopre che il suo scopo è ben altro (!); ci sono gli amici intimi dei personaggi che li aiutano e li consigliano quando ne hanno bisogno, ma non sono molto presenti nei capitoli; vediamo il patrigno di Kira che non è cambiato affatto; infine, lo zio di Rei che doveva essere suo padre ma come ho detto la moglie gli aveva messo le corna col fratello.
Fine spoiler
Ciò che è stato pesante è vedere tutti i personaggi come degli psicopatici. Certo, la storia rispecchia la vita reale e non lascia spazio alla fantasia, ma io trovo che questa sia una lettura impegnativa, non affatto piacevole, che ti mette davanti la cruda realtà e ti fa capire che il mondo fa schifo, è pieno di violenza e di persone di cui non ci si può fidare.
Per tanto il mio voto è 6 perché non sopporto determinati personaggi che sono presenti nel manga. Poi, in tutti i volumi tutto è tragico, ma vi è un lieto fine (per carità gradito ma non sempre vi è il finale allegro e per questa storia avrei preferito che non ci fosse stato, proprio per marcare ancora di più la consapevolezza che nella vita non sempre tutto finisce bene).
Per quanto riguarda i disegni, la Soryo ha un tratto particolare: si distingue dagli altri; i ragazzi sono in un certo verso mascolini se si guarda il loro mento, le proporzioni delle spalle con il corpo... ma pecca un po' nel disegnare le mani! A me piacciono molto ma queste non appaiono "sensuali" come invece dovrebbe essere almeno per il protagonista, tanto amato dalle donne. Se dovessi dare un voto solo ai disegni, per me meriterebbero 7, dato che non sono proprio il mio genere, ma non mi sento di dire che sono brutti, perché hanno un loro fascino.
I volumetti della collana Amici sono sottili e costano il giusto (anche se qualche anno fa potevano risultare costosi; magari se avessero avuto come prezzo 2-2,50 euro forse erano il top). La Star Comics però non delude mai: le rilegature, i fogli, le copertine, seppur semplici albi, sono davvero ben maneggevoli ed elastici, le pagine si aprono bene senza dover forzare troppo la mano rischiando eventuali scollature.
Lo speciale Gaiden, inoltre, per me è inutile. Senza questo la storia valeva 7 ma, ahimè, rovina un po' le cose. Avrei gradito che ci fosse spiegata bene l'infanzia dei due gemelli e delle loro problematiche e come si è arrivati alla storia principale.
Pertanto, non lo consiglio a chi ama shoujo romantici e frizzanti; la lettura si fa sempre più impegnativa fino ad arrivare alla conclusione con un happy ending.
Premetto che NON sono un'appassionata di Manga Shoujo, quelli dei due classici piccioncini timidi timidi che non riescono a parlarsi. Sono casi persi. Ho iniziato a leggere questo Manga perché vedevo che lo consigliavano in molti. Ed ero pronta a pensare che fossero una di quelle classiche storie sdolcinate, ma, evidentemente mi sbagliavo. In questo momento posso dire che è una storia affascinate e coinvolgente, ma forse, più in là cambierò il mio parere, i pensieri cambiano.
Non sono molto brava a scrivere recensioni ma proverò a dire quello che penso. Quasi tutti i personaggi hanno problemi psicologici e, tranne Masao Kirishima, un passato di cui non vanno molto fieri. Kira Aso e Rei Kashino sono i protagonisti, e si potrebbe dire che sono come il cielo e la terra: lei, introversa e timida, traduce le sue emozioni attraverso la pittura; lui, il classico belloccio perfetto che attrae tutti: simpatico, socievole, intelligente. Riesce a esternare le sue emozioni attraverso la sua passione per le moto da corsa. Entrambi hanno avuto esperienze poco gradevoli. A Kira le è morto il padre in un incidente stradale e, successivamente, violentata dal patrigno. Rei, invece, si sente colpevole per il suicido di suo fratello gemello Sei. E' impazzito e poi è stato mandato in un centro psichiatrico.
Proseguendo nella lettura faremo la conoscenza di Masao Kirishima, un personaggio a dir poco inquietante. Cercherà di uccidere Kira e, successivamente, anche Rei.
Nonostante le gelosie e la disperazione arriveremo al gran atteso lieto fine.
Secondo me, la Souryo ha accentuato un po' troppo la sfortuna dei personaggi, ma devo dire che va bene così. I disegni non sono molto brutti. I tratti sono delicati e semplici.
La lettura è stata piacevole e scorrevole. Detto questo, concludo la mia breve recensione.
Non sono molto brava a scrivere recensioni ma proverò a dire quello che penso. Quasi tutti i personaggi hanno problemi psicologici e, tranne Masao Kirishima, un passato di cui non vanno molto fieri. Kira Aso e Rei Kashino sono i protagonisti, e si potrebbe dire che sono come il cielo e la terra: lei, introversa e timida, traduce le sue emozioni attraverso la pittura; lui, il classico belloccio perfetto che attrae tutti: simpatico, socievole, intelligente. Riesce a esternare le sue emozioni attraverso la sua passione per le moto da corsa. Entrambi hanno avuto esperienze poco gradevoli. A Kira le è morto il padre in un incidente stradale e, successivamente, violentata dal patrigno. Rei, invece, si sente colpevole per il suicido di suo fratello gemello Sei. E' impazzito e poi è stato mandato in un centro psichiatrico.
Proseguendo nella lettura faremo la conoscenza di Masao Kirishima, un personaggio a dir poco inquietante. Cercherà di uccidere Kira e, successivamente, anche Rei.
Nonostante le gelosie e la disperazione arriveremo al gran atteso lieto fine.
Secondo me, la Souryo ha accentuato un po' troppo la sfortuna dei personaggi, ma devo dire che va bene così. I disegni non sono molto brutti. I tratti sono delicati e semplici.
La lettura è stata piacevole e scorrevole. Detto questo, concludo la mia breve recensione.
Una storia molto bella e intrigante che ha come protagonisti due adolescenti, Kira Aso e Rei Kashino, e la loro tormentata storia d'amore. Nonostante il manga ruoti intorno alla storia d'amore dei due protagonisti, Fuyumi Souryo riesce ad affrontare anche temi importanti come i problemi mentali, la violenza fisica e il lutto. "Mars" è quindi uno shojo diverso dai soliti, molto appassionante e a tratti anche inquietante.
"It's nice to have something to protect. I used to believe people are stronger when they don't have anything. I really believed that. But isn't better to be a person with at least one thing to protect?"
Kira, riservata, schiva e appassionata di pittura, e Rei, amante delle corse in moto e apparentemente violento, si incontrano perché compagni di classe. Dal giorno del primo loro incontro le loro vite si intrecceranno sempre di più e, man mano che la storia si infittirà, verranno svelate parti del loro torbido passato.
"It would be easy to paint you... All I have to do is paint everything black."
Ho apprezzato molto l'attenta caratterizzazione dei personaggi e lo stile del disegno, molto particolare e d'impatto. La storia poi, nonostante qualche scivolone, mi ha appassionata molto facendomi praticamente divorare tutti e sedici i volumi.
Consigliato agli amanti del genere shoujo, ma non solo.
Da notare che il ritratto di Rei dipinto da Kira mi ha ricordato moltissimo i quadri di Klimt.
"It's nice to have something to protect. I used to believe people are stronger when they don't have anything. I really believed that. But isn't better to be a person with at least one thing to protect?"
Kira, riservata, schiva e appassionata di pittura, e Rei, amante delle corse in moto e apparentemente violento, si incontrano perché compagni di classe. Dal giorno del primo loro incontro le loro vite si intrecceranno sempre di più e, man mano che la storia si infittirà, verranno svelate parti del loro torbido passato.
"It would be easy to paint you... All I have to do is paint everything black."
Ho apprezzato molto l'attenta caratterizzazione dei personaggi e lo stile del disegno, molto particolare e d'impatto. La storia poi, nonostante qualche scivolone, mi ha appassionata molto facendomi praticamente divorare tutti e sedici i volumi.
Consigliato agli amanti del genere shoujo, ma non solo.
Da notare che il ritratto di Rei dipinto da Kira mi ha ricordato moltissimo i quadri di Klimt.
Credo di essere una delle poche persone a non apprezzare questa serie. Ricordo ancora che quando sospesi l'abbonamento in fumetteria, il proprietario del negozio rimase sbalordito perché era un titolo che tirava tantissimo. Eh, ma intanto io, davvero, non potevo farcela, a finirlo.
Il primo numero mi piacque non poco, tanto che, leggendolo, mi ritrovai persino a piangere. Poi però le cose cambiarono. In peggio.
In soldoni, il manga racconta la storia d'amore fra un ragazzo bellissimo (de gustibus, per quel che mi riguarda), in gamba, atletico, spregiudicato, sciupafemmine e blabla, e una ragazza timida, introversa, amante dell'arte e alla sua prima esperienza sentimentale. Insomma, apparentemente la classica situazione da "gli opposti si attraggono".
Scrivo "apparentemente" perché in realtà i due protagonisti sono accomunati da tante, troppe turbe psichiche, a mio avviso; forse di caratteristiche differenti, ma comunque evidenti. La cosa più tragica, secondo me, è che da questo punto di vista nel corso della serie non si salva alcun personaggio: tutti, chi più chi meno, finiscono per mostrare segni di squilibrio o comunque note parecchio stonate in quello che potrebbe essere comunemente definita "la norma". Soprattutto, ogni comportamento fuori dai canoni, qui, viene evidenziato in negativo, e più si procede con la lettura, più si ha la sensazione che un macigno ti schiacci la bocca dello stomaco, tanto che, a lungo andare, "Mars" non ha fatto altro che comunicarmi una profondissima angoscia. E basta.
La caratterizzazione dei personaggi, quindi, la boccio in pieno. Perché se è pur vero che qualcosa sul loro comportamento e sulla loro psicologia viene spiegata qua e là, a seguito di flashback o rivelazioni o che so io, si ha la sensazione che esista solo il tripudio del dramma e della tristezza. Ogni personaggio, quando non ha uno scheletro nell'armadio, ecco che tira fuori dal suo passato una tragedia che lo ha sconvolto irrimediabilmente.
E mi viene da chiedere: «E che cavolo?! Ma uno fortunato?! Uno sano di mente?!»
È palese che l'autrice abbia forzato troppo la mano con tutte queste tragedie e questi turbamenti mentali. Sappiamo tutti che la vita non è fatta solo di rose e fiori, ma un tale concentramento di sfiga a me appare assai innaturale. Di più, com'è possibile che tutti i personaggi ne vengano fuori mentalmente instabili? Perché è questa la sensazione che avevo durante la lettura. E mi venivano i brividi.
È pur vero che non ho completato la serie, ma mi è stato detto che, successivamente, anche l'unico personaggio che reputavo sano di mente finisce per sbarellare. E allora basta, non ho neanche voluto finire la lettura per mezzo del prestito dell'amica a cui regalai i miei volumetti (i rimanenti li comprò lei). Magari rimedierò in futuro, ma ora come ora, anche a distanza di più di dieci anni, ne faccio volentieri a meno.
In ultimo, lo stile della Souryo non rientra nel mio canone estetico, ma tutto sommato avrei anche potuto sorvolare se la storia avesse avuto il potere di coinvolgermi in positivo anziché avere su di me un effetto esclusivamente depressivo.
Il primo numero mi piacque non poco, tanto che, leggendolo, mi ritrovai persino a piangere. Poi però le cose cambiarono. In peggio.
In soldoni, il manga racconta la storia d'amore fra un ragazzo bellissimo (de gustibus, per quel che mi riguarda), in gamba, atletico, spregiudicato, sciupafemmine e blabla, e una ragazza timida, introversa, amante dell'arte e alla sua prima esperienza sentimentale. Insomma, apparentemente la classica situazione da "gli opposti si attraggono".
Scrivo "apparentemente" perché in realtà i due protagonisti sono accomunati da tante, troppe turbe psichiche, a mio avviso; forse di caratteristiche differenti, ma comunque evidenti. La cosa più tragica, secondo me, è che da questo punto di vista nel corso della serie non si salva alcun personaggio: tutti, chi più chi meno, finiscono per mostrare segni di squilibrio o comunque note parecchio stonate in quello che potrebbe essere comunemente definita "la norma". Soprattutto, ogni comportamento fuori dai canoni, qui, viene evidenziato in negativo, e più si procede con la lettura, più si ha la sensazione che un macigno ti schiacci la bocca dello stomaco, tanto che, a lungo andare, "Mars" non ha fatto altro che comunicarmi una profondissima angoscia. E basta.
La caratterizzazione dei personaggi, quindi, la boccio in pieno. Perché se è pur vero che qualcosa sul loro comportamento e sulla loro psicologia viene spiegata qua e là, a seguito di flashback o rivelazioni o che so io, si ha la sensazione che esista solo il tripudio del dramma e della tristezza. Ogni personaggio, quando non ha uno scheletro nell'armadio, ecco che tira fuori dal suo passato una tragedia che lo ha sconvolto irrimediabilmente.
E mi viene da chiedere: «E che cavolo?! Ma uno fortunato?! Uno sano di mente?!»
È palese che l'autrice abbia forzato troppo la mano con tutte queste tragedie e questi turbamenti mentali. Sappiamo tutti che la vita non è fatta solo di rose e fiori, ma un tale concentramento di sfiga a me appare assai innaturale. Di più, com'è possibile che tutti i personaggi ne vengano fuori mentalmente instabili? Perché è questa la sensazione che avevo durante la lettura. E mi venivano i brividi.
È pur vero che non ho completato la serie, ma mi è stato detto che, successivamente, anche l'unico personaggio che reputavo sano di mente finisce per sbarellare. E allora basta, non ho neanche voluto finire la lettura per mezzo del prestito dell'amica a cui regalai i miei volumetti (i rimanenti li comprò lei). Magari rimedierò in futuro, ma ora come ora, anche a distanza di più di dieci anni, ne faccio volentieri a meno.
In ultimo, lo stile della Souryo non rientra nel mio canone estetico, ma tutto sommato avrei anche potuto sorvolare se la storia avesse avuto il potere di coinvolgermi in positivo anziché avere su di me un effetto esclusivamente depressivo.
Splendido. Poche sono le parole per descrivere questo manga che si discostino da tale definizione. Un must per gli amanti del Josei e per chi ama le storie intense, tormentate. Avrei così tante parole da spendere su questo fumetto che non saprei neanche da dove cominciare. Procediamo, partendo dalla storia.
Rei Kashino, teppista e delinquente (almeno, tale è la definizione dei più: personalmente, a me sembra un normalissimo ragazzo di borgata, con l'unica differenza che, decisamente, non proviene da alcuna borgata) si ritrova quasi all'improvviso a vedersi con Kira Aso, una ragazza molto piacevole d'aspetto, ma estremamente chiusa e schiva. L'influenza reciproca avrà effetti miracolosi sul carattere di entrambi: non scenderò nei dettagli per non causare spoiler, ma sta di fatto che entrambi si ritroveranno migliorati e maturati come persone, e non solo da un punto di vista comportamentale, ma anche di responsabilità. La trama è questa, in soldoni.
Passerò ora ad illustrare il motivo per cui non ho assegnato un 10 a quest'opera, motivo sul quale non tornerò più. La storia, a tratti, appare artificiosa: elementi vengono aggiunti per strada, chiaramente non programmati né previsti sin dall'inizio, amalgamati alla trama in maniera violenta. In più, si inseriscono nella storia elementi di psicologia esposti in maniera sciatta, e personaggi a dir poco bizzarri (uno in particolare, Masao). E poi, diciamocelo, in questa storia non c'è un solo personaggio mentalmente equilibrato, o che non abbia subito almeno un trauma nella vita, fatta eccezione per quel povero cristo di Tatsuya. Mi fa ridere, inoltre, il fatto che Rei le dia sempre, senza prenderle una singola volta: sì, anche quando si trova in una situazione di uno contro quattro, riesce a distribuire cazzotti a destra e a manca senza che neanche lo si riesca a sfiorare, e questo nonostante non sia né un pitbull con le spalle larghe 2 metri, né un esperto in qualche genere di arte marziale. Lo dico per voi, ragazzi: non imitatelo. Lo dico per voi, ragazze: non pensate che esista uno in grado di proteggervi così, a meno che non sia campione olimpionico di karate/judo/arte marziale orientale con nome impronunciabile.
Passiamo ora ad elencare ciò che più mi ha colpito in questo manga.
Ho apprezzato particolarmente gli elementi che donano realismo a questa storia: vengono continuamente citate marche famose (dalla Ducati alla Namco), vi sono riferimenti all'arte (si citano Salvador Dalì e Egon Schiele) e all'attualità (si parla dei record di Max Biaggi in Giappone... oddio, non più attualità ormai, ma insomma, il senso della mia affermazione lo avete capito). Nostalgia profonda quando, ad un certo punto della storia, si parla di PlayStation 1 e DreamCast. Tuffi continui nel vicino passato, e nell'ormai distante 2013, questo non fa che impreziosire la trama di Mars.
Due parole sono da spendere per la storia: ricca di pathos, quasi in linea con una soap opera (non di quelle scadenti, però), avvincente e coinvolgente fino all'ultimo. Ai generi "Drammatico" e "Sentimentale" si sarebbe potuto aggiungere anche "Sport", nella mia modesta opinione, poiché alcuni dei momenti più intensi si hanno quando Rei dà sfogo alla sua passione per il motociclismo.
Passiamo ora all'analisi dei personaggi.
Lo ammetto, ho atteso per l'intera durata di questa recensione di descrivere Rei. Come personaggio, l'ho adorato, in ogni suo aspetto. Il motivo? Sembra presuntuoso da dire... ma mi somiglia un sacco, specialmente agli inizi della storia! Pochissime le differenze fra di noi o, per meglio dire, abbiamo percorso due cammini separati che ci hanno condotto alla stessa meta. Chiariamo che alcune delle cose che ha fatto lui a me non sarebbero passate neanche per la testa (esempio, il bacio alla statua di Marte: un evento così incongruente con il carattere di Rei... d'accordo, qualcosa da dare in pasto alle yaoiste doveva pur esserci, però si tratta di una nota stonata all'interno della vicenda). Gli piace andare a donne, gli piacciono le grandi velocità, gli piace prendere in giro le altre persone, si distingue per le sua battute, gli piace menare le mani e farsi rispettare, e non gli va di fare una ceppa, nella vita, al di là dell'inseguire i suoi sogni... e poi, andiamo... perfino alla vecchia, le ha detto "me te faccio...": « mon semblable - mon frère! » (cit. Baudelaire). Ma metterà la testa a posto, grazie a Kira. Donne... nessuno si salva da loro. Neanche Rei, con tutto il suo carattere. Neanche io... temo.
Parliamo invece di lolit... ehm, volevo dire, Kira Aso. Anche lei è un personaggio abbastanza ben delineato, con un carattere sì chiuso e mite, ma, a differenza di molte protagoniste di manga, sa quello che vuole e, anche se ogni tanto attacca con la solita storia "no, io non lo merito, è meglio lasciarlo andare...", affronta le difficoltà con il cuore e con la testa. Ah, è così dura descrivere Kira senza spoilerare... lasciatemi dire questo, tuttavia: la amerete, la compatirete, la seguirete, che siate uomini o donne.
Un manga eccellente, sotto tutti i punti di vista. Una rarità che consiglio a tutti di leggere, perché sa coinvolgere, far ridere, emozionare, compatire, riflettere. Bellissimo fumetto, non c'è altro da dire. Leggetelo subito!
Rei Kashino, teppista e delinquente (almeno, tale è la definizione dei più: personalmente, a me sembra un normalissimo ragazzo di borgata, con l'unica differenza che, decisamente, non proviene da alcuna borgata) si ritrova quasi all'improvviso a vedersi con Kira Aso, una ragazza molto piacevole d'aspetto, ma estremamente chiusa e schiva. L'influenza reciproca avrà effetti miracolosi sul carattere di entrambi: non scenderò nei dettagli per non causare spoiler, ma sta di fatto che entrambi si ritroveranno migliorati e maturati come persone, e non solo da un punto di vista comportamentale, ma anche di responsabilità. La trama è questa, in soldoni.
Passerò ora ad illustrare il motivo per cui non ho assegnato un 10 a quest'opera, motivo sul quale non tornerò più. La storia, a tratti, appare artificiosa: elementi vengono aggiunti per strada, chiaramente non programmati né previsti sin dall'inizio, amalgamati alla trama in maniera violenta. In più, si inseriscono nella storia elementi di psicologia esposti in maniera sciatta, e personaggi a dir poco bizzarri (uno in particolare, Masao). E poi, diciamocelo, in questa storia non c'è un solo personaggio mentalmente equilibrato, o che non abbia subito almeno un trauma nella vita, fatta eccezione per quel povero cristo di Tatsuya. Mi fa ridere, inoltre, il fatto che Rei le dia sempre, senza prenderle una singola volta: sì, anche quando si trova in una situazione di uno contro quattro, riesce a distribuire cazzotti a destra e a manca senza che neanche lo si riesca a sfiorare, e questo nonostante non sia né un pitbull con le spalle larghe 2 metri, né un esperto in qualche genere di arte marziale. Lo dico per voi, ragazzi: non imitatelo. Lo dico per voi, ragazze: non pensate che esista uno in grado di proteggervi così, a meno che non sia campione olimpionico di karate/judo/arte marziale orientale con nome impronunciabile.
Passiamo ora ad elencare ciò che più mi ha colpito in questo manga.
Ho apprezzato particolarmente gli elementi che donano realismo a questa storia: vengono continuamente citate marche famose (dalla Ducati alla Namco), vi sono riferimenti all'arte (si citano Salvador Dalì e Egon Schiele) e all'attualità (si parla dei record di Max Biaggi in Giappone... oddio, non più attualità ormai, ma insomma, il senso della mia affermazione lo avete capito). Nostalgia profonda quando, ad un certo punto della storia, si parla di PlayStation 1 e DreamCast. Tuffi continui nel vicino passato, e nell'ormai distante 2013, questo non fa che impreziosire la trama di Mars.
Due parole sono da spendere per la storia: ricca di pathos, quasi in linea con una soap opera (non di quelle scadenti, però), avvincente e coinvolgente fino all'ultimo. Ai generi "Drammatico" e "Sentimentale" si sarebbe potuto aggiungere anche "Sport", nella mia modesta opinione, poiché alcuni dei momenti più intensi si hanno quando Rei dà sfogo alla sua passione per il motociclismo.
Passiamo ora all'analisi dei personaggi.
Lo ammetto, ho atteso per l'intera durata di questa recensione di descrivere Rei. Come personaggio, l'ho adorato, in ogni suo aspetto. Il motivo? Sembra presuntuoso da dire... ma mi somiglia un sacco, specialmente agli inizi della storia! Pochissime le differenze fra di noi o, per meglio dire, abbiamo percorso due cammini separati che ci hanno condotto alla stessa meta. Chiariamo che alcune delle cose che ha fatto lui a me non sarebbero passate neanche per la testa (esempio, il bacio alla statua di Marte: un evento così incongruente con il carattere di Rei... d'accordo, qualcosa da dare in pasto alle yaoiste doveva pur esserci, però si tratta di una nota stonata all'interno della vicenda). Gli piace andare a donne, gli piacciono le grandi velocità, gli piace prendere in giro le altre persone, si distingue per le sua battute, gli piace menare le mani e farsi rispettare, e non gli va di fare una ceppa, nella vita, al di là dell'inseguire i suoi sogni... e poi, andiamo... perfino alla vecchia, le ha detto "me te faccio...": « mon semblable - mon frère! » (cit. Baudelaire). Ma metterà la testa a posto, grazie a Kira. Donne... nessuno si salva da loro. Neanche Rei, con tutto il suo carattere. Neanche io... temo.
Parliamo invece di lolit... ehm, volevo dire, Kira Aso. Anche lei è un personaggio abbastanza ben delineato, con un carattere sì chiuso e mite, ma, a differenza di molte protagoniste di manga, sa quello che vuole e, anche se ogni tanto attacca con la solita storia "no, io non lo merito, è meglio lasciarlo andare...", affronta le difficoltà con il cuore e con la testa. Ah, è così dura descrivere Kira senza spoilerare... lasciatemi dire questo, tuttavia: la amerete, la compatirete, la seguirete, che siate uomini o donne.
Un manga eccellente, sotto tutti i punti di vista. Una rarità che consiglio a tutti di leggere, perché sa coinvolgere, far ridere, emozionare, compatire, riflettere. Bellissimo fumetto, non c'è altro da dire. Leggetelo subito!
Lo devo ammettere: io amo poco le storie lacrimevoli di adolescenti, non solo nei manga. Partendo da "Marmalade Boy" e passando anche da "Dawson's Creek", per me vedere sedicenni alle prese con i loro travagli mentali amorosi è qualcosa di veramente noioso. Alla fine ci si ritrova sempre a cicciare e a ricicciare nel solito minestrone di melodrammi/sguardi languidi/incomprensioni/colpi di scena telefonatissimi. Per questo, nella mia personale "biblioteca di manga" lo spazio riservato agli shojo scolastici è praticamente inesistente.
E poi c'è "Mars", un manga che ha proprio un posto di riguardo nella mia libreria, perché personalmente lo trovo un'opera bellissima che ha avuto lo straordinario merito di fare conoscere a me e all'Italia quel geniaccio di Fuyumi Soryo.
Il dubbio sorge spontaneo però: cos'è che rende "Mars" migliore di "Nana" o "Curiosando nei Cortili del Cuore"?
Alla fine gli elementi preconfezionati per fare di "Mars" il solito polpettone con contorno di lacrime & tragedie ci sono tutti. Abbiamo infatti nel menù:
-Una scuola e degli adolescenti inquieti
-Un bello e ribelle (Rei)
-Una sfigata (Kira)
-Un tragico passato (Rei e Kira)
Eppure "Mars" è non una spanna sopra, ma letteralmente su un altro pianeta rispetto agli altri shojo manga della sua generazione, quasi tutti tragicamente appiattiti sui medesimi intrecci e tematiche.
Il fatto è che secondo me Fuyumi Soryo rispetto alle sue sicuramente più ricche colleghe ha un dono che loro non hanno: sa scrivere. Non sapremo mai se veramente lei fa la mangaka solo per soldi, tuttavia la prima cosa che si evince da questo fumetto è che chi lo ha scritto ha preso tutti gli elementi narrativi dello shojo manga, li ha destrutturati e ha dato loro nuova linfa. E' vero, è sempre la stessa storia (pure un po' illusoria) del bellone scapestrato della classe che si innamora della ragazza timidella e senza speranze i cui rispettivi trascorsi andranno a incidere sul loro rapporto, però tutto è scritto e disegnato in maniera così veritiera ed efficace che da lettrice non ho mai avuto la sensazione di leggere un riciclato feuilleton che affastella tragedie e rivelazioni per tenere sveglio uno spettatore poco smaliziato. Ho subito sentito provenire il dramma da queste pagine, la passione, il dolore e la gioia e tutto questo grazie ad una sceneggiatura cruda, serrata e unica nel suo genere, a dialoghi plausibili e taglienti, a una regia delle vignette sapientemente orchestrata e calibrata. Non aspettatevi però i lirismi di una Ryoko Ikeda o le atmosfere rarefatte di "Bokura Ga Ita". Qui ci troviamo di fronte ad un disegno totalmente privo dei barocchismi tipici degli shojo, oltre che ad un intreccio e ad una caratterizzazione dei personaggi scevri da qualsiasi retorica idealizzante o estetizzante. Fuyumi Soryo, come si può notare in praticamente tutte le sue opere, adora rendere i suoi personaggi controversi, perennemente in bilico tra le luci delle loro migliori intenzioni e le ombre delle loro pulsioni più incontrollabili. E' proprio tramite questo equilibrio precario che nella storia viene giocata così bene la carta del "tragico passato" dei due protagonisti, i quali si trovano a fronteggiare un presente che non riesce mai ad avere i crismi della normalità perché ininterrottamente funestato da un passato che li ha devastati nel profondo. E' da questa consapevolezza reciproca che s'innesca il legame profondo tra Rei e Kira ed è grazie a questa scrittura che una storia d'amore del genere diventa finalmente materia viva, pulsante, deflagrando così in tutta la sua drammaticità perché è la giusta redenzione dopo un travaglio e un rovello interiori tanto ben descritti che anche il lettore ha potuto avvertirli in prima persona.
Un manga imprescindibile insomma: da avere, punto e basta.
E poi c'è "Mars", un manga che ha proprio un posto di riguardo nella mia libreria, perché personalmente lo trovo un'opera bellissima che ha avuto lo straordinario merito di fare conoscere a me e all'Italia quel geniaccio di Fuyumi Soryo.
Il dubbio sorge spontaneo però: cos'è che rende "Mars" migliore di "Nana" o "Curiosando nei Cortili del Cuore"?
Alla fine gli elementi preconfezionati per fare di "Mars" il solito polpettone con contorno di lacrime & tragedie ci sono tutti. Abbiamo infatti nel menù:
-Una scuola e degli adolescenti inquieti
-Un bello e ribelle (Rei)
-Una sfigata (Kira)
-Un tragico passato (Rei e Kira)
Eppure "Mars" è non una spanna sopra, ma letteralmente su un altro pianeta rispetto agli altri shojo manga della sua generazione, quasi tutti tragicamente appiattiti sui medesimi intrecci e tematiche.
Il fatto è che secondo me Fuyumi Soryo rispetto alle sue sicuramente più ricche colleghe ha un dono che loro non hanno: sa scrivere. Non sapremo mai se veramente lei fa la mangaka solo per soldi, tuttavia la prima cosa che si evince da questo fumetto è che chi lo ha scritto ha preso tutti gli elementi narrativi dello shojo manga, li ha destrutturati e ha dato loro nuova linfa. E' vero, è sempre la stessa storia (pure un po' illusoria) del bellone scapestrato della classe che si innamora della ragazza timidella e senza speranze i cui rispettivi trascorsi andranno a incidere sul loro rapporto, però tutto è scritto e disegnato in maniera così veritiera ed efficace che da lettrice non ho mai avuto la sensazione di leggere un riciclato feuilleton che affastella tragedie e rivelazioni per tenere sveglio uno spettatore poco smaliziato. Ho subito sentito provenire il dramma da queste pagine, la passione, il dolore e la gioia e tutto questo grazie ad una sceneggiatura cruda, serrata e unica nel suo genere, a dialoghi plausibili e taglienti, a una regia delle vignette sapientemente orchestrata e calibrata. Non aspettatevi però i lirismi di una Ryoko Ikeda o le atmosfere rarefatte di "Bokura Ga Ita". Qui ci troviamo di fronte ad un disegno totalmente privo dei barocchismi tipici degli shojo, oltre che ad un intreccio e ad una caratterizzazione dei personaggi scevri da qualsiasi retorica idealizzante o estetizzante. Fuyumi Soryo, come si può notare in praticamente tutte le sue opere, adora rendere i suoi personaggi controversi, perennemente in bilico tra le luci delle loro migliori intenzioni e le ombre delle loro pulsioni più incontrollabili. E' proprio tramite questo equilibrio precario che nella storia viene giocata così bene la carta del "tragico passato" dei due protagonisti, i quali si trovano a fronteggiare un presente che non riesce mai ad avere i crismi della normalità perché ininterrottamente funestato da un passato che li ha devastati nel profondo. E' da questa consapevolezza reciproca che s'innesca il legame profondo tra Rei e Kira ed è grazie a questa scrittura che una storia d'amore del genere diventa finalmente materia viva, pulsante, deflagrando così in tutta la sua drammaticità perché è la giusta redenzione dopo un travaglio e un rovello interiori tanto ben descritti che anche il lettore ha potuto avvertirli in prima persona.
Un manga imprescindibile insomma: da avere, punto e basta.
Non assegno 10 perchè mi aspettavo un finale diverso, avrei voluto vedere il matrimonio. Cmq merita un 9 pieno, un manga stupendo; vero, senza fronzoli amorosi. Le cose positive di questo manga, per me, sono:
i personaggi, sono strutturati benissimo, non c'è principe azzurro e nemmeno la principessa da salvare, ma si parla del bisogno di ognuno di noi di trovare salvezza nell'altro;
i disegni, trovo che la Soryo abbia uno stile stupendo che riesce a farti percepire lo stato d'animo dei personaggi;
la trama, se si legge la trama sparsa per il web si pensa che ci si trovi davanti alla solita storia del bellone che si innamora della ragazza asociale della classe; ma se ci si ferma alla superficie rimarrete orfani di uno dei manga più belli.
La Soryo riesce a trasformare un'idea di base debole in qualcosa di veramente ben amalgamato e strutturato senza cadere nel melodramma esasperato.
Punto negativo, per me, è il finale. Come detto sopra mi aspettavo qualcosa di più dal finale, mi interessava poco la gara ma preferivo che il finale fosse focalizzato sul matrimonio.
i personaggi, sono strutturati benissimo, non c'è principe azzurro e nemmeno la principessa da salvare, ma si parla del bisogno di ognuno di noi di trovare salvezza nell'altro;
i disegni, trovo che la Soryo abbia uno stile stupendo che riesce a farti percepire lo stato d'animo dei personaggi;
la trama, se si legge la trama sparsa per il web si pensa che ci si trovi davanti alla solita storia del bellone che si innamora della ragazza asociale della classe; ma se ci si ferma alla superficie rimarrete orfani di uno dei manga più belli.
La Soryo riesce a trasformare un'idea di base debole in qualcosa di veramente ben amalgamato e strutturato senza cadere nel melodramma esasperato.
Punto negativo, per me, è il finale. Come detto sopra mi aspettavo qualcosa di più dal finale, mi interessava poco la gara ma preferivo che il finale fosse focalizzato sul matrimonio.
Mars, Marte... il Dio della guerra. Questo manga non a caso richiama l'arte del combattere, del sopravvivere lottando strenuamente con tutte le proprie forze. Questa è una storia di lotta contro le difficoltà della vita, la storia di Kira e Rei, giovani ma già con un passato pesante alle spalle, che riescono a farsi largo tra gli episodi traumatici e tragici che a volte il destino riserva. Rei è un giovane scapestrato, donnaiolo e amante delle corse in moto. Kira è una ragazza introversa, chiusa fino all'inverosimile, che passa inosservata.
I due frequentano la stessa scuola ma non si sono mai parlati. Un giorno Rei, casualmente, chiede indicazioni stradali proprio a Kira che gli illustra su un foglio la spiegazione. Sul retro Rei scorgerà poi un bellissimo dipinto disegnato dalla ragazza e comincerà ad avvicinarsi a lei con un certo interesse. La loro storia d'amore sarà travagliata e costellata di ostacoli... riusciranno a lottare contro i fantasmi del loro passato?
Mars è uno dei più bei manga che abbia mai letto. Ormai i tipici shoujo frivoli e leggerucci mi hanno stancata, per questo ho deciso di leggere quest'opera della Soryo. Qui c'è una trama vera, un intreccio ben costruito, una storia avvincente, dei personaggi caratterizzati psicologicamente in maniera accurata e reale. Si trattano tematiche reali, a volte crude ma vere!! Non è un manga che si legge per rilassarsi o per divertirsi a cuor leggero. Mars è un manga impegnativo che ti spinge a riflettere, a provare sentimenti sgradevoli, quasi a soffrire insieme agli stessi personaggi. Non esistono paladini, non esistono persone perfette, ognuno di noi, come i protagonisti del manga, nasconde dei lati oscuri che non vorrebbe ammettere nemmeno a se stesso; ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha avuto a che fare con esperienze spiacevoli, traumatiche, spiazzanti, ma nonostante ciò tenta di andare avanti, di trovare uno angolo di serenità.
Mars racconta storie di vita di tutti i giorni, è crudamente reale, ma allo stesso tempo riesce ad affascinare il lettore per la delicatezza con cui viene descritta la storia d'amore dei due personaggi principali. Tutto attorno a loro è violenza, soprusi, bugie ed arrivismo ... ma loro costituiscono il nucleo saldo della storia. Il loro amore è un amore senza cuoricini o merletti, un amore vero e profondo che riempe l'anima. Un amore che li rende forti e li cambia profondamente.
Complessivamente dunque mi sento di attribuire un 10 a questo manga. Non solo per le motivazioni che ho già esposto, ma anche perchè ritengo sia un'opera completa in tutto e per tutto. Il voto è determinato anche dalla bellezza dei disegni. Stupendi, meravigliosi e accurati. La sensei Soryo deve aver studiato molto bene l'anatomia e le proporzioni dei corpi. I visi sono reali, le proporzioni dei corpi eccellenti, insomma non sono i tipici disegni da shoujo, arricchiti da proporzioni spesso irreali anche se piacevoli. Consiglio questo manga a chiunque sia interessato a tematiche profonde e spigolose. Mi ha appassionato così tanto da divorarmelo in pochi giorni.
"Tutti sono alla ricerca di un posto sicuro e pacifico dove vivere. Anche se sappiamo bene che un posto così non può esistere nella realtà. Ma noi continueremo a correre qualunque cosa ci attenda. Non smetteremo mai di combattere".
I due frequentano la stessa scuola ma non si sono mai parlati. Un giorno Rei, casualmente, chiede indicazioni stradali proprio a Kira che gli illustra su un foglio la spiegazione. Sul retro Rei scorgerà poi un bellissimo dipinto disegnato dalla ragazza e comincerà ad avvicinarsi a lei con un certo interesse. La loro storia d'amore sarà travagliata e costellata di ostacoli... riusciranno a lottare contro i fantasmi del loro passato?
Mars è uno dei più bei manga che abbia mai letto. Ormai i tipici shoujo frivoli e leggerucci mi hanno stancata, per questo ho deciso di leggere quest'opera della Soryo. Qui c'è una trama vera, un intreccio ben costruito, una storia avvincente, dei personaggi caratterizzati psicologicamente in maniera accurata e reale. Si trattano tematiche reali, a volte crude ma vere!! Non è un manga che si legge per rilassarsi o per divertirsi a cuor leggero. Mars è un manga impegnativo che ti spinge a riflettere, a provare sentimenti sgradevoli, quasi a soffrire insieme agli stessi personaggi. Non esistono paladini, non esistono persone perfette, ognuno di noi, come i protagonisti del manga, nasconde dei lati oscuri che non vorrebbe ammettere nemmeno a se stesso; ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha avuto a che fare con esperienze spiacevoli, traumatiche, spiazzanti, ma nonostante ciò tenta di andare avanti, di trovare uno angolo di serenità.
Mars racconta storie di vita di tutti i giorni, è crudamente reale, ma allo stesso tempo riesce ad affascinare il lettore per la delicatezza con cui viene descritta la storia d'amore dei due personaggi principali. Tutto attorno a loro è violenza, soprusi, bugie ed arrivismo ... ma loro costituiscono il nucleo saldo della storia. Il loro amore è un amore senza cuoricini o merletti, un amore vero e profondo che riempe l'anima. Un amore che li rende forti e li cambia profondamente.
Complessivamente dunque mi sento di attribuire un 10 a questo manga. Non solo per le motivazioni che ho già esposto, ma anche perchè ritengo sia un'opera completa in tutto e per tutto. Il voto è determinato anche dalla bellezza dei disegni. Stupendi, meravigliosi e accurati. La sensei Soryo deve aver studiato molto bene l'anatomia e le proporzioni dei corpi. I visi sono reali, le proporzioni dei corpi eccellenti, insomma non sono i tipici disegni da shoujo, arricchiti da proporzioni spesso irreali anche se piacevoli. Consiglio questo manga a chiunque sia interessato a tematiche profonde e spigolose. Mi ha appassionato così tanto da divorarmelo in pochi giorni.
"Tutti sono alla ricerca di un posto sicuro e pacifico dove vivere. Anche se sappiamo bene che un posto così non può esistere nella realtà. Ma noi continueremo a correre qualunque cosa ci attenda. Non smetteremo mai di combattere".
Mars è in assoluto uno dei miei manga preferiti. Quando l'ho comprato non sapevo cosa aspettarmi, ma poi mi sono ritrovata tra le mani un manga che ho divorato in pochissimo tempo e che posso tranquillamente definire un capolavoro.
Partendo dalla storia, Mars narra le vicende di Rei Kashino, un ragazzo di 17 anni dal passato difficile e dalla condotta non esemplare, e di Kira, una ragazza che frequenta la stessa classe di Rei. Rei è un ragazzo che ha perso sia sua madre che suo fratello e che vive da solo per via del suo rapporto conflittuale con suo padre, mentre Kira è una ragazza fragile e riservata, che nasconde una situazione famigliare piuttosto drammatica.
Mars non si limita a narrare una storia d'amore. Mars è un manga in cui l'analisi psicologica dei personaggi la fa da padrone, un manga in cui i due protagonisti ci vengono sapientemente descritti in tutte le loro sfaccettature rendendoli quasi reali. Mars è una storia piuttosto drammatica, in cui non troviamo i soliti escamotage da soap opera ed in cui l'attenzione non è rivolta soltanto alle vicende amorose tra Rei e Kira, ma è una storia incentrata sulla crescita emotiva dei due personaggi che insieme cercheranno di affrontare i fantasmi del passato e sulla crescita del loro amore. Un manga che molto facilmente sarebbe potuto diventare banale e stereotipato ma non lo è! Rei Kashino è tuttora uno dei personaggi che più amo e che più mi è rimasto impresso. Consiglio caldamente la lettura di questo manga. Tagliente, profondo commovente ed estremamente emozionante.
Partendo dalla storia, Mars narra le vicende di Rei Kashino, un ragazzo di 17 anni dal passato difficile e dalla condotta non esemplare, e di Kira, una ragazza che frequenta la stessa classe di Rei. Rei è un ragazzo che ha perso sia sua madre che suo fratello e che vive da solo per via del suo rapporto conflittuale con suo padre, mentre Kira è una ragazza fragile e riservata, che nasconde una situazione famigliare piuttosto drammatica.
Mars non si limita a narrare una storia d'amore. Mars è un manga in cui l'analisi psicologica dei personaggi la fa da padrone, un manga in cui i due protagonisti ci vengono sapientemente descritti in tutte le loro sfaccettature rendendoli quasi reali. Mars è una storia piuttosto drammatica, in cui non troviamo i soliti escamotage da soap opera ed in cui l'attenzione non è rivolta soltanto alle vicende amorose tra Rei e Kira, ma è una storia incentrata sulla crescita emotiva dei due personaggi che insieme cercheranno di affrontare i fantasmi del passato e sulla crescita del loro amore. Un manga che molto facilmente sarebbe potuto diventare banale e stereotipato ma non lo è! Rei Kashino è tuttora uno dei personaggi che più amo e che più mi è rimasto impresso. Consiglio caldamente la lettura di questo manga. Tagliente, profondo commovente ed estremamente emozionante.
Mi ricordo che all'epoca in cui lessi per la prima volta questo manga, se mi avessero chiesto "qual è il tuo manga preferito?" avrei risposto "Mars" dopo aver letto tipo 7 volumi. Purtroppo però qualcosa di sgretola a partire da un certo punto della storia. Per farla breve, secondo me l'autrice ha voluto "sfruttare" le buone vendite di "Mars" e allungare il tutto, purtroppo però sono nati personaggi messi lì solo per allungare il brodo, tipici stereotipi da soap opera che invece all'inizio non c'erano, sebbene si tratti di uno shoujo (Mars è stato uno dei primi shoujo pubblicati in Italia a tematica un po' "forte").
I protagonisti sono caratterizzati benissimo, non c'è che dire. La Souryo è stata molto brava in questo. Ma ripeto, il problema c'è con l'andare avanti. Il manga poteva benissimo fermarsi prima senza andare per le lungo fino ad un numero 16.
Insomma, l'inizio è stato da 9, la fine da 3. Come media farei un 6 complessivo, ma sinceramente, a distanza di anni, è un manga che non rileggerei.
I protagonisti sono caratterizzati benissimo, non c'è che dire. La Souryo è stata molto brava in questo. Ma ripeto, il problema c'è con l'andare avanti. Il manga poteva benissimo fermarsi prima senza andare per le lungo fino ad un numero 16.
Insomma, l'inizio è stato da 9, la fine da 3. Come media farei un 6 complessivo, ma sinceramente, a distanza di anni, è un manga che non rileggerei.
"Angst" è una parola tedesca il cui significato originale, "paura", ha acquisito nel corso del tempo accezioni diverse e sempre più vaste, arrivando ad abbracciare discipline come l'arte, la psicologia e la filosofia. Si tratta di un moto interiore caratterizzato da uno stato di agitazione perenne, dall'esigenza di trovare delle risposte a domande di non facile soluzione - "Chi sono?", "Perché sono?", "Cosa mi rende quello/a che sono?", ecc. - e dalla frustrazione derivata dal fatto di non riuscire ad esternare il proprio malessere perché sovente si è i primi ad ignorarne le cause. Come si traduce tutto ciò nelle opere di finzione? È presto detto: con tonnellate di sventure assortite. In base alla sua influenza sull'esistenza del malcapitato saremo poi in grado di individuare la corrente angst a cui quest'ultimo appartiene: "Angsty Teen" se si tratta di un adolescente, "Angsty Bunny" se, non pago delle proprie sfortune, si caccia volutamente in guai ancora più grossi e "Wangsty" se abbiamo a che fare con una persona dal passato ridicolmente drammatico che non sa fare altro che commiserarsi per questo. Mars è un fulgido esempio di come sedici anni di vita e di iatture varie siano sufficienti a fare di te un vero e proprio sopravvissuto, ma se le disgrazie sono tante la noia non è certo da meno.
Rei Kashino e Kira Aso sono come il giorno e la notte: tanto il primo è spregiudicato e sopra le righe quanto la seconda fa del suo meglio per attirare l'attenzione il meno possibile. Lui affida i suoi pensieri e le sue paure alla sua moto; lei riesce ad essere se stessa soltanto quando dipinge. Eppure finiscono per instaurare un rapporto viscerale e salvifico che li aiuterà a superare i rispettivi traumi pregressi e ad affrontare le numerose difficoltà che li attendono, fino all'agognato lieto fine.
Profonde gelosie, segreti inconfessabili, pazzi furiosi, parole non dette, riappacificazioni, invidie... ce n'è davvero per tutti i gusti, motivo per cui mi vedo costretta a rimanere sul vago onde non rovinare la lettura a chi volesse cimentarvisi. Il trucco consiste nello scegliere una tematica per protagonista - i legami di sangue per Rei e l'avversione di Kira per gli uomini - e con essa spingersi il più lontano possibile, fino a trasformarla, qualora sia possibile e/o necessario, in una vera e propria sottotrama. Ciò è particolarmente evidente nel caso di Rei, alla cui storia viene dedicato molto più spazio rispetto a quella della sua metà: una scelta che mi perplime doppiamente, dal momento che non mi pare equa e che si tratta di uno shoujo. Sia come sia, dopo qualche volume di rodaggio il pattern utilizzato dall'autrice per intessere l'intreccio appare fin troppo palese, al punto che è possibile prevedere come si svilupperà la storia nell'immediato futuro. Avete presente la Legge di Murphy? Elevatela all'ennesima potenza e avrete buone possibilità di prenderci. Non credo che la Soryo fosse talmente a corto di idee da fare altrettanto, questo no, ma l'esito mi pare drammaticamente simile. Come se non bastasse le continue nuove versioni sulla vera storia di Rei, in particolare quelle che ci vengono date nei volumi conclusivi, mi fanno pensare più a delle varianti in corso d'opera che a dei colpi di scena veri e propri. Il rischio è che il lettore si assuefaccia al punto da accogliere qualsiasi novità con uno sbadiglio invece che con le palpitazioni, cosa che, lo confesso, mi è accaduta molto di frequente: troppi fronzoli per una sceneggiatura che non ne aveva il minimo bisogno.
Come dite? Sono troppo maliziosa e inacidita per riconoscere la bellezza e la potenza di questo intreccio? Il mio cuore è più inaridito del suolo cartaginese dopo le Guerre Puniche? Ognuno di noi reagisce a stimoli diversi in modi diversi, quindi a mio modo di vedere non c'è nulla di strano se Mars non ha suscitato in me le emozioni che può aver comunicato qualcun altro, né vedo perché dovrei vergognarmene. Tuttavia non considero la mia opinione più valida di quella di coloro a cui è piaciuto, e confido nell'intelligenza e nella sportività di queste persone affinché non ci siano dubbi a tale proposito.
Anche sull'introspezione psicologica ho qualcosa da ridire: se nel caso di Rei l'ho trovata piuttosto puntuale, infatti - anche se sfido qualunque lettore maschio ad identificarsi totalmente con lui: troppo bello, troppo dannato, in altre parole troppo tutto - non mi sento di affermare la stessa cosa riguardo a Kira, che ho trovato troppe volte fuori fase o, più semplicemente, scarsamente accessibile. Impossibile determinare con certezza se ci siano stati dei veri e propri momenti OOC (acronimo di "Out of Character"), ma il suo comportamento in determinate circostanze mi fa pensare che, come minimo, ci si sia andati molto vicino, più che altro perché certi suoi comportamenti vengono giustificati solo in parte o troppo tardi. Trovo che i due innamorati diano il meglio di sé soltanto in presenza l'uno dell'altra, circostanza che invito non sottovalutare dal momento che il più delle volte accade il contrario: è bello vedere come il modo in cui ognuno di loro vede il mondo - Kira attraverso i colori, Rei con la fisicità che lo caratterizza - si completino a vicenda, arrivando a combaciare in più punti a dispetto degli abissi che sembrano separarli.
La caratterizzazione di Sei, il gemello di Rei, risente molto della confusione riguardo al rapporto che li lega, ma tutto sommato la Soryo è riuscita a farne un ritratto abbastanza plausibile; promossi a pieni voti Takayuki e Shoko, i loro genitori, assieme all'inquietante, cattivo e disperato Masao Kirishima. Il fondo viene invece toccato con Harumi, che nel primo volume ci viene presentata come una ragazza pronta a tutto pur di avere Rei per sé, ma che nel giro di un capitolo o poco più si trasforma nella sua amica del cuore: cose che succedono, per carità, ma di certo non così in fretta. Ci sono infine altri personaggi, come ad esempio la mamma di Kira, che mi sarebbe piaciuto vedere di più in modo da poterli valutare su basi più consistenti di qualche vignetta sparsa, problema al quale si sarebbe potuto avviare con fin troppa facilità.
Del tratto della Soryo apprezzo soprattutto la versatilità, sebbene dal punto di vista estetico non rientri tra gli stili che più prediligo; non che lo trovi brutto, ma è quello che io definisco "da primo della classe", fin troppo preciso e ordinato. Per contro la costruzione delle tavole mi è parsa gradevolissima e assolutamente funzionale ai ritmi della storia.
In conclusione: Mars aveva tutte le carte in regola per piacere anche ad un'incontentabile come me, ma trovo che la Soryo abbia voluto strafare inutilmente, infarcendo la sua storia con qualunque cosa le passasse per la testa in termini di iella. Se da una parte è stata brava a fare in modo che questa tattica non le si ritorcesse contro, complice la durata tutto sommato abbordabile dell'opera, dall'altra nulla le avrebbe impedito di ottenere un risultato uguale o superiore con un intreccio più snello e, di conseguenza, più tempo ed energie da dedicare ad aspetti altrettanto importanti.
Rei Kashino e Kira Aso sono come il giorno e la notte: tanto il primo è spregiudicato e sopra le righe quanto la seconda fa del suo meglio per attirare l'attenzione il meno possibile. Lui affida i suoi pensieri e le sue paure alla sua moto; lei riesce ad essere se stessa soltanto quando dipinge. Eppure finiscono per instaurare un rapporto viscerale e salvifico che li aiuterà a superare i rispettivi traumi pregressi e ad affrontare le numerose difficoltà che li attendono, fino all'agognato lieto fine.
Profonde gelosie, segreti inconfessabili, pazzi furiosi, parole non dette, riappacificazioni, invidie... ce n'è davvero per tutti i gusti, motivo per cui mi vedo costretta a rimanere sul vago onde non rovinare la lettura a chi volesse cimentarvisi. Il trucco consiste nello scegliere una tematica per protagonista - i legami di sangue per Rei e l'avversione di Kira per gli uomini - e con essa spingersi il più lontano possibile, fino a trasformarla, qualora sia possibile e/o necessario, in una vera e propria sottotrama. Ciò è particolarmente evidente nel caso di Rei, alla cui storia viene dedicato molto più spazio rispetto a quella della sua metà: una scelta che mi perplime doppiamente, dal momento che non mi pare equa e che si tratta di uno shoujo. Sia come sia, dopo qualche volume di rodaggio il pattern utilizzato dall'autrice per intessere l'intreccio appare fin troppo palese, al punto che è possibile prevedere come si svilupperà la storia nell'immediato futuro. Avete presente la Legge di Murphy? Elevatela all'ennesima potenza e avrete buone possibilità di prenderci. Non credo che la Soryo fosse talmente a corto di idee da fare altrettanto, questo no, ma l'esito mi pare drammaticamente simile. Come se non bastasse le continue nuove versioni sulla vera storia di Rei, in particolare quelle che ci vengono date nei volumi conclusivi, mi fanno pensare più a delle varianti in corso d'opera che a dei colpi di scena veri e propri. Il rischio è che il lettore si assuefaccia al punto da accogliere qualsiasi novità con uno sbadiglio invece che con le palpitazioni, cosa che, lo confesso, mi è accaduta molto di frequente: troppi fronzoli per una sceneggiatura che non ne aveva il minimo bisogno.
Come dite? Sono troppo maliziosa e inacidita per riconoscere la bellezza e la potenza di questo intreccio? Il mio cuore è più inaridito del suolo cartaginese dopo le Guerre Puniche? Ognuno di noi reagisce a stimoli diversi in modi diversi, quindi a mio modo di vedere non c'è nulla di strano se Mars non ha suscitato in me le emozioni che può aver comunicato qualcun altro, né vedo perché dovrei vergognarmene. Tuttavia non considero la mia opinione più valida di quella di coloro a cui è piaciuto, e confido nell'intelligenza e nella sportività di queste persone affinché non ci siano dubbi a tale proposito.
Anche sull'introspezione psicologica ho qualcosa da ridire: se nel caso di Rei l'ho trovata piuttosto puntuale, infatti - anche se sfido qualunque lettore maschio ad identificarsi totalmente con lui: troppo bello, troppo dannato, in altre parole troppo tutto - non mi sento di affermare la stessa cosa riguardo a Kira, che ho trovato troppe volte fuori fase o, più semplicemente, scarsamente accessibile. Impossibile determinare con certezza se ci siano stati dei veri e propri momenti OOC (acronimo di "Out of Character"), ma il suo comportamento in determinate circostanze mi fa pensare che, come minimo, ci si sia andati molto vicino, più che altro perché certi suoi comportamenti vengono giustificati solo in parte o troppo tardi. Trovo che i due innamorati diano il meglio di sé soltanto in presenza l'uno dell'altra, circostanza che invito non sottovalutare dal momento che il più delle volte accade il contrario: è bello vedere come il modo in cui ognuno di loro vede il mondo - Kira attraverso i colori, Rei con la fisicità che lo caratterizza - si completino a vicenda, arrivando a combaciare in più punti a dispetto degli abissi che sembrano separarli.
La caratterizzazione di Sei, il gemello di Rei, risente molto della confusione riguardo al rapporto che li lega, ma tutto sommato la Soryo è riuscita a farne un ritratto abbastanza plausibile; promossi a pieni voti Takayuki e Shoko, i loro genitori, assieme all'inquietante, cattivo e disperato Masao Kirishima. Il fondo viene invece toccato con Harumi, che nel primo volume ci viene presentata come una ragazza pronta a tutto pur di avere Rei per sé, ma che nel giro di un capitolo o poco più si trasforma nella sua amica del cuore: cose che succedono, per carità, ma di certo non così in fretta. Ci sono infine altri personaggi, come ad esempio la mamma di Kira, che mi sarebbe piaciuto vedere di più in modo da poterli valutare su basi più consistenti di qualche vignetta sparsa, problema al quale si sarebbe potuto avviare con fin troppa facilità.
Del tratto della Soryo apprezzo soprattutto la versatilità, sebbene dal punto di vista estetico non rientri tra gli stili che più prediligo; non che lo trovi brutto, ma è quello che io definisco "da primo della classe", fin troppo preciso e ordinato. Per contro la costruzione delle tavole mi è parsa gradevolissima e assolutamente funzionale ai ritmi della storia.
In conclusione: Mars aveva tutte le carte in regola per piacere anche ad un'incontentabile come me, ma trovo che la Soryo abbia voluto strafare inutilmente, infarcendo la sua storia con qualunque cosa le passasse per la testa in termini di iella. Se da una parte è stata brava a fare in modo che questa tattica non le si ritorcesse contro, complice la durata tutto sommato abbordabile dell'opera, dall'altra nulla le avrebbe impedito di ottenere un risultato uguale o superiore con un intreccio più snello e, di conseguenza, più tempo ed energie da dedicare ad aspetti altrettanto importanti.
Mars è la prima opera di Fuyumi Soryo che io abbia letto: è uno shojo atipico, dove alla tematica amorosa si affianca l'approfondimento psicologico, tema che caratterizza tutte le opere dell'autrice, molto abile a tratteggiare e approfondire il carattere umano. Proprio quest'ultimo aspetto è il maggior pregio, e possiamo dire anche il maggior limite, dell'opera.
Se il lambiccato e tormentato passato psicologico dei protagonisti costituisce un punto di originalità nella trama e viene ampiamente sviluppato donandole una profondità rara, dall'altra l'ossessione per temi troppo al limite lede la credibilità di un lavoro altrimenti perfetto.
La caratterizzazione dei personaggi è molto buona e sfaccettata, anche a distanza di tempo e riletture legge e ammalia, la "sete shojo" viene ampiamente soddisfatta senza cedere al melenso, il desiderio di tematiche un po' diverse e più approfondite viene appagato. Però l'opera si spinge a volte decisamente troppo e cade nel surreale.
il tratto grafico può piacere o meno, ma è adatto e molto funzionale per non appesantire un lavoro che fa del realismo e della complessità di trama i suoi punti salienti.
Quindi voto 8 perché indubbiamente ci si affeziona ai personaggi, tridimensionali, originali e ben sviluppati, indubbiamente si apprezza la trama, che ben amalgama la classicità di uno shojo all'originalità dei temi ponendo Mars ben al di sopra della maggior parte degli altri shojo, ma non voto di più perché penso che l'autrice abbia "tirato un po' la corda", gettando troppa carne al fuoco e minando la credibilità delle vicende.
Per concludere, un'opera bella e godibile, uno shojo di qualità consigliato a tutti (anche ai non perfetti amanti degli shojo, grazie alla sua atipicità), ma da leggere scusando l'autrice nei punti in cui la trama si stiracchia.
Se il lambiccato e tormentato passato psicologico dei protagonisti costituisce un punto di originalità nella trama e viene ampiamente sviluppato donandole una profondità rara, dall'altra l'ossessione per temi troppo al limite lede la credibilità di un lavoro altrimenti perfetto.
La caratterizzazione dei personaggi è molto buona e sfaccettata, anche a distanza di tempo e riletture legge e ammalia, la "sete shojo" viene ampiamente soddisfatta senza cedere al melenso, il desiderio di tematiche un po' diverse e più approfondite viene appagato. Però l'opera si spinge a volte decisamente troppo e cade nel surreale.
il tratto grafico può piacere o meno, ma è adatto e molto funzionale per non appesantire un lavoro che fa del realismo e della complessità di trama i suoi punti salienti.
Quindi voto 8 perché indubbiamente ci si affeziona ai personaggi, tridimensionali, originali e ben sviluppati, indubbiamente si apprezza la trama, che ben amalgama la classicità di uno shojo all'originalità dei temi ponendo Mars ben al di sopra della maggior parte degli altri shojo, ma non voto di più perché penso che l'autrice abbia "tirato un po' la corda", gettando troppa carne al fuoco e minando la credibilità delle vicende.
Per concludere, un'opera bella e godibile, uno shojo di qualità consigliato a tutti (anche ai non perfetti amanti degli shojo, grazie alla sua atipicità), ma da leggere scusando l'autrice nei punti in cui la trama si stiracchia.
Essendo un ragazzo molti potranno pensare che sia poco virile leggere shojo. Poco importa perché questo è stato l'unico manga che mi ha emozionato veramente. La trama a mio parere è avvincente tanto che non mi sono annoiato un attimo, anzi, ero sempre più curioso di sapere cosa sarebbe successo nel volume successivo. I personaggi sono caratterizzati in modo eccellente, soprattutto la figura di Rey, mostrato all'inizio come un tipo schivo e scontroso ma conoscendo Kira farà emergere la sua vera personalità.
I disegni non mi sono piaciuti particolarmente essendo troppo semplici, ma è solo l unica nota negativa che gli ho trovato.
Non può mancare in nessuna libreria, un capolavoro del genere sentimentale.
Voto finale 10.
I disegni non mi sono piaciuti particolarmente essendo troppo semplici, ma è solo l unica nota negativa che gli ho trovato.
Non può mancare in nessuna libreria, un capolavoro del genere sentimentale.
Voto finale 10.
Se potessi, come voto gli darei 11! È un manga a mio parere spettacolare, che riesce ad emozionarti, non un solito shojo che tratta il solito amore adolescenziale. Mars affronta argomenti importanti, scava nella psicologia dei suoi personaggi, e leggendolo si affrontano con loro le loro sofferenze.
Il personaggio maschile è Rei Kashino. Ho amato questo personaggio. Un ragazzo dalla condotta non esemplare, problematico, ma che comunque ci viene mostrato in tutta la sua vulnerabilità. Per non parlare della sua storia d'amore con Kira, dolcissima! Non una storia come le altre. Qui non si parla della fase del corteggiamento, non ci sono intrecci amorosi, triangoli, equivoci, insomma mancano i soliti elementi da soap. Qui l'elemento forte sono i due protagonisti e il loro amore che si fortifica giorno per giorno e che permette ad entrambi di affrontare i fantasmi del passato.
Dire che Mars mi è entrato nel cuore è poco. L'ho riletto più volte e lo rileggerei ancora!
Il personaggio maschile è Rei Kashino. Ho amato questo personaggio. Un ragazzo dalla condotta non esemplare, problematico, ma che comunque ci viene mostrato in tutta la sua vulnerabilità. Per non parlare della sua storia d'amore con Kira, dolcissima! Non una storia come le altre. Qui non si parla della fase del corteggiamento, non ci sono intrecci amorosi, triangoli, equivoci, insomma mancano i soliti elementi da soap. Qui l'elemento forte sono i due protagonisti e il loro amore che si fortifica giorno per giorno e che permette ad entrambi di affrontare i fantasmi del passato.
Dire che Mars mi è entrato nel cuore è poco. L'ho riletto più volte e lo rileggerei ancora!
Di Fuyumi Soryo ho letto varie opere, eppure questa, che l’ha portata alla ribalta in Italia ormai da più di dieci anni, mi mancava. Senz’ombra di dubbio è un manga che contiene tutte le caratteristiche principali dello shojo: intrighi amorosi resi ancora più difficili da ostacoli di ogni tipo, situazioni familiari complicate, storie di problemi e drammi psicologici che non risparmiano nessuno. Poi c’è sempre lui, il ragazzo bellissimo e maledetto, che diventa l’innamorato perfetto per ogni lettrice, e lei, timida, paurosa e impacciata ma poi, come al solito, eroina di turno. Gli ingredienti rischiano quindi di dar vita alla solita storia trita e ritrita, banale e intuibile. Eppure, devo ammettere, la Soryo si è comportata benissimo nell’impostare i tempi e le scene affinché il lettore non possa mai annoiarsi. Certo rispetto ad altre sue opere, di un certo spessore, questo suo manga appare un po’ acerbo, come se l’autrice con esso abbia testato le proprie possibilità e tutti quegli aspetti che con altre opere l’hanno poi consacrata a grande mangaka. Così la storia di per sé non risulta malvagia, ma in alcuni momenti i protagonisti vivono situazioni davvero troppo drammatiche, tormentate e incredibili per risultare piacevoli (del resto, è la tradizione shojo che lo richiede). Ci sono moltissimi aspetti affascinanti, quindi, in questo fumetto, tuttavia un tantinello di buon senso in più e di traumi in meno avrebbero giovato alla credibilità della trama e, dunque, all’empatia nei loro confronti.
I disegni sono decisamente di ottimo livello, con i tratti tipici di quest’autrice, ma anche le atmosfere che riesce a creare nella loro commistione con i dialoghi, nonché la regia delle inquadrature, non sono certo da meno: l’uso delle situazioni giuste al momento giusto e la costruzione in generale delle vignette e delle scene contribuisce a dare un ritmo preciso all’opera, in modo da accompagnare il lettore fino allo conclusione facendogli godere appieno ogni emozione. I personaggi sono caratterizzati molto bene in tutti i loro aspetti positivi e negativi, cosa che ovviamente dà uno slancio fondamentale alla riuscita dell’insieme.
Tirando le somme, Mars è un bel manga, che mi sento di consigliare vivamente a tutti gli amanti (e soprattutto, le amanti) del genere, ma ne sconsiglio invece la lettura a chi non gradisce i fumetti shojo. Per mio conto trovo che la trama, troppo legata a quei “canoni” così stigmatizzati del manga con target femminile/adolescenziale, abbia tolto qualcosa a questo manga, che avrebbe potuto vedere sviluppi molto più intelligenti e originali. È comunque da encomiare l’autrice per l’ottimo lavoro svolto, che piacerà di sicuro a chi adora proprio quei canoni, e anche per aver chiuso la storia quando necessario, in tempi relativamente brevi, senza sbrodolamenti né tentativi di allungarla oltre ogni limite.
I disegni sono decisamente di ottimo livello, con i tratti tipici di quest’autrice, ma anche le atmosfere che riesce a creare nella loro commistione con i dialoghi, nonché la regia delle inquadrature, non sono certo da meno: l’uso delle situazioni giuste al momento giusto e la costruzione in generale delle vignette e delle scene contribuisce a dare un ritmo preciso all’opera, in modo da accompagnare il lettore fino allo conclusione facendogli godere appieno ogni emozione. I personaggi sono caratterizzati molto bene in tutti i loro aspetti positivi e negativi, cosa che ovviamente dà uno slancio fondamentale alla riuscita dell’insieme.
Tirando le somme, Mars è un bel manga, che mi sento di consigliare vivamente a tutti gli amanti (e soprattutto, le amanti) del genere, ma ne sconsiglio invece la lettura a chi non gradisce i fumetti shojo. Per mio conto trovo che la trama, troppo legata a quei “canoni” così stigmatizzati del manga con target femminile/adolescenziale, abbia tolto qualcosa a questo manga, che avrebbe potuto vedere sviluppi molto più intelligenti e originali. È comunque da encomiare l’autrice per l’ottimo lavoro svolto, che piacerà di sicuro a chi adora proprio quei canoni, e anche per aver chiuso la storia quando necessario, in tempi relativamente brevi, senza sbrodolamenti né tentativi di allungarla oltre ogni limite.
Il manga è molto intenso, drammatico e lungo, ma presenta molto spessore. Ammetto di averlo letto solo recentemente e questo senza ombra di dubbio mi ha limitata parecchio nel giudizio. Mars è una di quelle storie che nonostante si distingua dalle altre necessita di essere letta da giovani.
Globalmente è comunque un'ottima storia, equilibrata, bilanciata e piacevole. La consiglio.
Ma ho sempre osservato persone osannare questo titolo, dicendo che è uno dei migliori shoujo in Italia, migliore di sicuro di quelli della Yazawa. Pur riconoscendo il suo valore e pur consigliandolo davvero a chi ha voglia di leggere una storia romantica, matura ed appassionante personalmente non l'ho trovato cosi eccellente. A tratti le vicende che vedono i due protagonisti, Kira e Rei, gestire la propria storia d'amore, appaiono pesanti e pedanti. 15 volumi in cui a volte i dialoghi si rivelano esagerati, come le vicende, che hanno quasi un'aria da Soap. La tragicità è presentata bene senza sfociare nel patetico ma a volte sembra essere quasi un elemento "sputato fuori forzatamente" solo perché si deve dare per forza un tocco di pepe alle vicende. I dialoghi sono semplici, ben costruiti, ma quando toccano la dimensione introspettiva vengono un po' lasciati per aria, senza essere approfonditi.
Diciamo che a mio parere la storia, per rendere cosi bene, poteva pure durare meno di 15 volumi. C'è chi criticava Nana e osannava Mars ma io tutta questa enorme differenza tra questi due titoli non l'ho notata, sia nella storia che nei disegni.
Nel complesso è comunque un buon manga. Voto: 7+
Globalmente è comunque un'ottima storia, equilibrata, bilanciata e piacevole. La consiglio.
Ma ho sempre osservato persone osannare questo titolo, dicendo che è uno dei migliori shoujo in Italia, migliore di sicuro di quelli della Yazawa. Pur riconoscendo il suo valore e pur consigliandolo davvero a chi ha voglia di leggere una storia romantica, matura ed appassionante personalmente non l'ho trovato cosi eccellente. A tratti le vicende che vedono i due protagonisti, Kira e Rei, gestire la propria storia d'amore, appaiono pesanti e pedanti. 15 volumi in cui a volte i dialoghi si rivelano esagerati, come le vicende, che hanno quasi un'aria da Soap. La tragicità è presentata bene senza sfociare nel patetico ma a volte sembra essere quasi un elemento "sputato fuori forzatamente" solo perché si deve dare per forza un tocco di pepe alle vicende. I dialoghi sono semplici, ben costruiti, ma quando toccano la dimensione introspettiva vengono un po' lasciati per aria, senza essere approfonditi.
Diciamo che a mio parere la storia, per rendere cosi bene, poteva pure durare meno di 15 volumi. C'è chi criticava Nana e osannava Mars ma io tutta questa enorme differenza tra questi due titoli non l'ho notata, sia nella storia che nei disegni.
Nel complesso è comunque un buon manga. Voto: 7+
Io adoro Mars ed è stato uno dei miei primi manga. Il disegno è spettacolare, preciso e accurato. La trama, che all'inizio può sembrare scontata, si rivela essere piena di colpi di scena (non prevedibili) che ti lasciano senza fiato. Mano a mano che si avanti con la storia conosciamo sempre più profondamente i personaggi, il loro passato e le loro paure. Tutti i personaggi di questo manga non sono classificabili ad un tipo di persona perché sono imprevedibili ed enigmatici, a volte addirittura incomprensibili. Ed è questa la parte più bella, scoprire i personaggi con i loro dubbi e le loro paure, tipiche degli adolescenti e allo stesso tempo timori esistenziali, come la solitudine e l'incapacità di andare avanti di Rei, l'incapacità di tessere un legame emotivo con qualcuno di Kira dovuto al suo tragico passato, oppure dalla visione del mondo distorta e affascinante di Makio (il mio personaggio preferito dopo Kira e Rei perché non sono mai riuscita a capirlo bene fino in fondo, lo circonda un velo di mistero che non penso riuscirò mai a togliere e scorgere la sua vera essenza) <b>[Attenzione, possibili spoiler!]</b> e dalla breve ma intensa vita di Sei, ossessionata da Rei e da ciò che celava nella sua anima (di Sei), rivelato soltanto nella lettera ritrovata da Kira. Anche se dopo mille vicissitudini arriva il tanto anelato lieto fine, devo dire che è veramente un lieto fine sofferto, perché nulla si ottiene senza sacrifici.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Fuyumi Soryo ha questa capacità di riuscire ad analizzare ogni suo personaggio in tutte le sue sfaccettature, facendo emergere sia la luce che l'ombra, e senza giudicare. Tutto rinforzato con uno stile impeccabile non solo per i disegni di per sé ma anche da come sono disposte le vignette sulle tavole, dai volti o atmosfere che si percepiscono senza bisogno di parole. Un manga che ti appassiona fino all'ultima pagina, da non perdere assolutamente perché non è uno shoujo, è molto di più, non può essere ristretto e classificato ad un genere. Direi che il 10 se lo merita veramente.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Fuyumi Soryo ha questa capacità di riuscire ad analizzare ogni suo personaggio in tutte le sue sfaccettature, facendo emergere sia la luce che l'ombra, e senza giudicare. Tutto rinforzato con uno stile impeccabile non solo per i disegni di per sé ma anche da come sono disposte le vignette sulle tavole, dai volti o atmosfere che si percepiscono senza bisogno di parole. Un manga che ti appassiona fino all'ultima pagina, da non perdere assolutamente perché non è uno shoujo, è molto di più, non può essere ristretto e classificato ad un genere. Direi che il 10 se lo merita veramente.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler.]</b>
Sono rimasta molto male quando la Star Comics lo scelse come primo manga monografico da pubblicare nella collana Amici Mars, io avrei tanto voluto leggere Killa, di Waki Yamato. Tuttavia la mia curiosità era troppa, e l'ho comprato lo stesso.
La storia si rivela essere diversa da tanti altri shoujo fin dall'inizio, quando Rei, il protagonista maschile, va a trovare un amico che aveva pagato con una gamba il fatto di condividere la sua passione per le moto. Primissimo indizio, questo dettaglio, che sarebbero stati affrontati temi abbastanza pesanti, realistici, crudi... Katayama è costretto a smettere di correre, Rei correrà al suo posto, rischiando spesso la sua incolumità, se non addirittura la vita. Ma questo è niente! Alla sua prima apparizione Kira, così timida ed un po' impacciata, sembrava la classica e passiva eroina shoujo, ma chi l'avrebbe detto che nascondeva quel passato, la violenza da parte del patrigno? Due tipi così diversi come Rei e Kira, che prima si ignoravano totalmente pur essendo nella stessa classe, si ritrovano a parlare quasi per caso e da allora si avvicinano sempre più...
La loro storia è molto bella, anche se non tutta rose e fiori. I due arrivano a convivere, ma non per questo si può subito dire: "e vissero per sempre felici e contenti", anzi. I veri problemi di Kira e Rei non sono affatto i soliti terzi incomodi, l'amico innamorato di lei e la ex ancora attaccata a lui. Sì, anche questi elementi appaiono, ma per brevissimo tempo: l'irritante Shiori si toglie di torno in pochissime pagine (per fortuna, è davvero insopportabile), mentre il bravo ragazzo innamorato di Kira, Tatsuya, e la ribelle Harumi, innamorata di Rei, non solo cedono non appena si rendono conto della forza dell'amore fra i protagonisti, ma finiscono per innamorarsi l'uno dell'altra e restano per sempre loro grandi amici. Piuttosto gli ostacoli alla felicità saranno i fantasmi del passato di Kira, dato che sua madre era una donna talmente debole e vigliacca da essere rimasta con quel pervertito che aveva abusato della figlia e che è ancora ossessionato da lei, per non parlare di quelli di Rei, alle cui costole si mette pure lo psicopatico, che non è mai chiaro se lo ama (si direbbe che Makio sia omosessuale) o se vuole semplicemente ossessionarlo ed ucciderlo... Insomma, una storia originale e matura, che consiglio a tutti.
Il mio voto però non è 10, ma 8, per 2 soli motivi: primo, il disegno della Souryo non è fra i miei preferiti, ed a volte non mi piacciono le espressioni dei personaggi;
secondo, il finale, con Makio che non ricorda, nulla non mi convince per niente... di certo sta fingendo come sempre, eppure gli credono!
Sono rimasta molto male quando la Star Comics lo scelse come primo manga monografico da pubblicare nella collana Amici Mars, io avrei tanto voluto leggere Killa, di Waki Yamato. Tuttavia la mia curiosità era troppa, e l'ho comprato lo stesso.
La storia si rivela essere diversa da tanti altri shoujo fin dall'inizio, quando Rei, il protagonista maschile, va a trovare un amico che aveva pagato con una gamba il fatto di condividere la sua passione per le moto. Primissimo indizio, questo dettaglio, che sarebbero stati affrontati temi abbastanza pesanti, realistici, crudi... Katayama è costretto a smettere di correre, Rei correrà al suo posto, rischiando spesso la sua incolumità, se non addirittura la vita. Ma questo è niente! Alla sua prima apparizione Kira, così timida ed un po' impacciata, sembrava la classica e passiva eroina shoujo, ma chi l'avrebbe detto che nascondeva quel passato, la violenza da parte del patrigno? Due tipi così diversi come Rei e Kira, che prima si ignoravano totalmente pur essendo nella stessa classe, si ritrovano a parlare quasi per caso e da allora si avvicinano sempre più...
La loro storia è molto bella, anche se non tutta rose e fiori. I due arrivano a convivere, ma non per questo si può subito dire: "e vissero per sempre felici e contenti", anzi. I veri problemi di Kira e Rei non sono affatto i soliti terzi incomodi, l'amico innamorato di lei e la ex ancora attaccata a lui. Sì, anche questi elementi appaiono, ma per brevissimo tempo: l'irritante Shiori si toglie di torno in pochissime pagine (per fortuna, è davvero insopportabile), mentre il bravo ragazzo innamorato di Kira, Tatsuya, e la ribelle Harumi, innamorata di Rei, non solo cedono non appena si rendono conto della forza dell'amore fra i protagonisti, ma finiscono per innamorarsi l'uno dell'altra e restano per sempre loro grandi amici. Piuttosto gli ostacoli alla felicità saranno i fantasmi del passato di Kira, dato che sua madre era una donna talmente debole e vigliacca da essere rimasta con quel pervertito che aveva abusato della figlia e che è ancora ossessionato da lei, per non parlare di quelli di Rei, alle cui costole si mette pure lo psicopatico, che non è mai chiaro se lo ama (si direbbe che Makio sia omosessuale) o se vuole semplicemente ossessionarlo ed ucciderlo... Insomma, una storia originale e matura, che consiglio a tutti.
Il mio voto però non è 10, ma 8, per 2 soli motivi: primo, il disegno della Souryo non è fra i miei preferiti, ed a volte non mi piacciono le espressioni dei personaggi;
secondo, il finale, con Makio che non ricorda, nulla non mi convince per niente... di certo sta fingendo come sempre, eppure gli credono!
Questo non è uno shojo manga come tutti gli altri. Non è una melensa storia dove lei, nonostante non abbia particolari qualità o bellezza, fa innamorare di sé il bel figo e tenebroso della scuola. Cioé, non solo quello. Bollare così questo manga sarebbe riduttivo. Mars è anche, e sopratutto, una storia drammatica: il lettore, insieme a Kira e Rei, si ritrova coinvolto in una vicenda piena di rabbia, dolore, sofferenza, frustrazione, a volte anche troppo. Niente è scontato, niente è come sembra. L'intreccio, che in genere negli shojo manga non è proprio la priorità assoluta, qui è trattato con cura certosina: di volume in volume si scopre un pezzo nuovo del puzzle, che cambia le carte in tavola. Persino all'ultimo volume: ormai tutto sembra pronto allo stucchevole lieto fine, ma ecco l'ennesimo colpo di scena. Fuyumi Soryo, la mangaka, è bravissima nel dosare gli avvenimenti, senza mai dilungarsi o mai correre troppo. Ottimo lavoro da parte sua anche per i disegni: un tratto delicato e morbidissimo, capace di rendere alla perfezione gli stati d'animo dei personaggi così come i dettagli più fini, come ad esempio le moto o i vestiti. A supportare il tutto, poi, una costruzione della tavole e delle inquadrature mai banale.
Però ogni rosa ha la sua spina; e quella di Mars l'ho accennata qui sopra. Gli eventi drammatici, infatti, sono un po' esagerati. Che diamine: tutte le sfortune possibili ed immaginabili devono accadere ai due protagonisti? Nella vita reale nessuno ha esistenze così travagliate. E per fortuna, altrimenti ci sarebbe poco da stare allegri. È comunque indubbio che questi avvenimenti mettano sulle spine il lettore, ansioso di sapere cosa succederà come nei migliori thriller. Ma Mars non è un thriller, così come non è nemmeno uno shojo. Cioè, non solo quello. Per scoprire cos'è veramente, vi consiglio di leggerlo di persona. E non scordatevi del titolo, mi raccomando.
Però ogni rosa ha la sua spina; e quella di Mars l'ho accennata qui sopra. Gli eventi drammatici, infatti, sono un po' esagerati. Che diamine: tutte le sfortune possibili ed immaginabili devono accadere ai due protagonisti? Nella vita reale nessuno ha esistenze così travagliate. E per fortuna, altrimenti ci sarebbe poco da stare allegri. È comunque indubbio che questi avvenimenti mettano sulle spine il lettore, ansioso di sapere cosa succederà come nei migliori thriller. Ma Mars non è un thriller, così come non è nemmeno uno shojo. Cioè, non solo quello. Per scoprire cos'è veramente, vi consiglio di leggerlo di persona. E non scordatevi del titolo, mi raccomando.
Non di rado capita nei manga di leggere l'avvertenza: i personaggi presenti in questo albo sono tutti maggiorenni e comunque non si tratta di persone realmente esistenti, ma di rappresentazioni grafiche. Eppure sebbene, necessario, tale monito risulta essere, nel manga di cui parliamo, decisamente inappropriato.
Si, perché i protagonisti di Mars non sono né maggiorenni (Rei compirà 18 anni solo negli ultimi numeri), né danno la sensazione di essere mere rappresentazioni. La capacità di indagare la psicologia dei personaggi della Souryo è tale da riuscire a renderli tridimensionali, quasi palpabili. Descrivendo le loro paure e ossessioni con incredibile maestria, plasmando i caratteri degli stessi nella gioia e nel dolore, nella paura e nella debolezza, servendosi infine di un intreccio complesso ma sempre attento, la mangaka riesce a scolpire "Mars".
Rei e Kira, i protagonisti della storia, rappresentano al meglio la fragilità che si cela nei giovani di oggi, che si annidi dietro la bellezza raggiante di un ragazzo che apparentemente ha tutto (donne, successo, fascino e alla fine anche soldi) ma che dentro si sente divorato dalla solitudine e dai ricordi, o che si eclissi dietro al garbo e alla delicatezza di una ragazza incapace di uscire dalla corazza che lei stessa si è costruita per sopravvivere alla crudeltà della vita.
Meno riuscita la rappresentazione di alcuni personaggi secondari come Harumi e Hamazaki, che passano dall'essere descritti come psicopatici all'inizio per poi divenire amica del cuore la prima, amicone sempre affidabile il secondo. Non che la cosa pesi molto all'interno della storia essendo appunto personaggi secondari, oserei definire Hamazaki anche marginale.
Costante e sempre scrupolosamente sviscerato, il tema della morte. Che si tratti di suicidio o di omicidio, la Souryo riesce a non cadere mai nella banalità, ricercando le pulsioni che possono animare tali scelte e descrivendo con attenzione l'arma con cui da sempre, uomini e donne affrontano le paure e le insicurezze che da esse discendono, ossia l'amore.
Sotto il profilo grafico un buon manga, forse non il meglio della Souryo ma decisamente sopra la media degli shojo in genere. L'autrice riesce a rappresentare con il suo tratto semplice e pulito la esile e ispirante protezione figura di Kira, e l'atletico corpo del fascinoso Rei.
Un capolavoro assoluto che consiglio a chiunque, ragazzi e ragazze, e che va al di là di qualsiasi etichetta di genere.
Si, perché i protagonisti di Mars non sono né maggiorenni (Rei compirà 18 anni solo negli ultimi numeri), né danno la sensazione di essere mere rappresentazioni. La capacità di indagare la psicologia dei personaggi della Souryo è tale da riuscire a renderli tridimensionali, quasi palpabili. Descrivendo le loro paure e ossessioni con incredibile maestria, plasmando i caratteri degli stessi nella gioia e nel dolore, nella paura e nella debolezza, servendosi infine di un intreccio complesso ma sempre attento, la mangaka riesce a scolpire "Mars".
Rei e Kira, i protagonisti della storia, rappresentano al meglio la fragilità che si cela nei giovani di oggi, che si annidi dietro la bellezza raggiante di un ragazzo che apparentemente ha tutto (donne, successo, fascino e alla fine anche soldi) ma che dentro si sente divorato dalla solitudine e dai ricordi, o che si eclissi dietro al garbo e alla delicatezza di una ragazza incapace di uscire dalla corazza che lei stessa si è costruita per sopravvivere alla crudeltà della vita.
Meno riuscita la rappresentazione di alcuni personaggi secondari come Harumi e Hamazaki, che passano dall'essere descritti come psicopatici all'inizio per poi divenire amica del cuore la prima, amicone sempre affidabile il secondo. Non che la cosa pesi molto all'interno della storia essendo appunto personaggi secondari, oserei definire Hamazaki anche marginale.
Costante e sempre scrupolosamente sviscerato, il tema della morte. Che si tratti di suicidio o di omicidio, la Souryo riesce a non cadere mai nella banalità, ricercando le pulsioni che possono animare tali scelte e descrivendo con attenzione l'arma con cui da sempre, uomini e donne affrontano le paure e le insicurezze che da esse discendono, ossia l'amore.
Sotto il profilo grafico un buon manga, forse non il meglio della Souryo ma decisamente sopra la media degli shojo in genere. L'autrice riesce a rappresentare con il suo tratto semplice e pulito la esile e ispirante protezione figura di Kira, e l'atletico corpo del fascinoso Rei.
Un capolavoro assoluto che consiglio a chiunque, ragazzi e ragazze, e che va al di là di qualsiasi etichetta di genere.
Kira Aso e Rei Kashino, due personalità completamente diverse, due mondi diametralmente opposti ma due anime che non possono fare a meno l'una dell'altra. Questo è Mars. Una crescita interiore, una prova con se stessi cercando di superare un passato difficile, una voglia di abbattere il muro della timidezza e aprirsi con chi si ama. Queste sono alcune delle tante cose che Mars porta con se nel corso di quindici volumi appassionanti e unici, dove il filo nero del dolore e della tragedia spesso compare, e dove l'amore permette di crescere. Si perché non è questo un manga incentrato sul sesso o sulla prima volta dei protagonisti, qui si parla di un amore costruttivo, di una passione cosi dolce e vellutata che può abbattere un mondo intero.
Un capolavoro tra i manga, quasi come fosse di un altro tempo. Consiglio vivamente la sua lettura perché non deluderà!
Lo stile è pulito e maturo, un must per chi ama gli shojo!
Voto: 10 e aggiungo la lode!
Un capolavoro tra i manga, quasi come fosse di un altro tempo. Consiglio vivamente la sua lettura perché non deluderà!
Lo stile è pulito e maturo, un must per chi ama gli shojo!
Voto: 10 e aggiungo la lode!
A me è piaciuto tantissimo. Meraviglioso lo stile, i disegni sono bellissimi, delicati... i personaggi.
Molto curata la storia che è molto interessante e non banale. Ben strutturato tutto il manga. Anche la caratterizzazione è ottima, i personaggi prendono vita e la lettura risulta sempre piacevole e mai noiosa.
Lo consiglio per l'innovazione che questo manga ha portato nel genere shoujo. Tratto riconoscibilissimo fra mille. LEGGETELO.
Molto curata la storia che è molto interessante e non banale. Ben strutturato tutto il manga. Anche la caratterizzazione è ottima, i personaggi prendono vita e la lettura risulta sempre piacevole e mai noiosa.
Lo consiglio per l'innovazione che questo manga ha portato nel genere shoujo. Tratto riconoscibilissimo fra mille. LEGGETELO.
Mars è il manga che ha rivoluzionato il genere shoujo agli inizi degli anni '90 in Italia, in cui il genere non era ancora molto affermato come invece lo è ora.
La trama narra di Kira Aso, una ragazza timida e introversa amante della pittura, incontra accidentalmente un ragazzo di nome Rei Kashino, che catturerà l'attenzione della protagonista fin da subito quando lo vede baciare una statua di Marte davanti ai suoi occhi. Il personaggio di Rei è un personaggio affascinante quanto pericoloso, infatti egli nasconde un passato tragico mai risolto e sarà la buona volta per affrontarlo insieme a Kira.
La storia inizialmente appare semplice e leggera ma proseguendo con la lettura diventa più complicata e intrigante, lasciando grande spazio all'introspezione dei personaggi primari e secondari e ai loro punti di riflessione. Tuttavia non assegno il massimo dei voti per il fatto che negli ultimi numeri, rileggendo la serie più volte, mi è sembrato che la storia si sia troppo concentrata sulla drammaticità però calcolando l'opera nel suo complesso un bel 8 non glielo toglie a nessuno. Mars è stato pubblicato dalla star comis nella collana di Amici in un totale di quindici numeri. Ricordo che a quei tempi attendevo entusiasta ad ogni numero che usciva, mi aveva presa tantissimo.
Il tratto dell'autrice è di grande impatto e facilmente riconoscibile soprattutto per come disegna gli occhi e maturerà tantissimo nelle sue opere successive raggiungendo ottimi livelli.
Consigliato a tutti gli amanti del genere e non.
La trama narra di Kira Aso, una ragazza timida e introversa amante della pittura, incontra accidentalmente un ragazzo di nome Rei Kashino, che catturerà l'attenzione della protagonista fin da subito quando lo vede baciare una statua di Marte davanti ai suoi occhi. Il personaggio di Rei è un personaggio affascinante quanto pericoloso, infatti egli nasconde un passato tragico mai risolto e sarà la buona volta per affrontarlo insieme a Kira.
La storia inizialmente appare semplice e leggera ma proseguendo con la lettura diventa più complicata e intrigante, lasciando grande spazio all'introspezione dei personaggi primari e secondari e ai loro punti di riflessione. Tuttavia non assegno il massimo dei voti per il fatto che negli ultimi numeri, rileggendo la serie più volte, mi è sembrato che la storia si sia troppo concentrata sulla drammaticità però calcolando l'opera nel suo complesso un bel 8 non glielo toglie a nessuno. Mars è stato pubblicato dalla star comis nella collana di Amici in un totale di quindici numeri. Ricordo che a quei tempi attendevo entusiasta ad ogni numero che usciva, mi aveva presa tantissimo.
Il tratto dell'autrice è di grande impatto e facilmente riconoscibile soprattutto per come disegna gli occhi e maturerà tantissimo nelle sue opere successive raggiungendo ottimi livelli.
Consigliato a tutti gli amanti del genere e non.
Nove solo perchè la perfezione non credo esista.
La cosa che mi ha particolarmente colpita di questo manga - sembrerà strano ma è così - è il modo in cui gesti quotidiani assumono un sapore particolare, il tratto semplice e non artefatto permea ogni pagina di una semplicità toccante, in netto contrasto con i temi a volte forti della storia.
Ripeto mille volte la parola "semplice" ma credo che sia proprio questa la migliore che possa rappresentare Mars. I personaggi sono molto veri, i sentimenti chiari e la storia - forse un po' forte, ma che senso avrebbe narrare una storia comune? - lineare e sensata.
Fortemente consigliato, sia alle amanti degli shoujo sia ai ragazzi abituati a storie meno mielense.
La cosa che mi ha particolarmente colpita di questo manga - sembrerà strano ma è così - è il modo in cui gesti quotidiani assumono un sapore particolare, il tratto semplice e non artefatto permea ogni pagina di una semplicità toccante, in netto contrasto con i temi a volte forti della storia.
Ripeto mille volte la parola "semplice" ma credo che sia proprio questa la migliore che possa rappresentare Mars. I personaggi sono molto veri, i sentimenti chiari e la storia - forse un po' forte, ma che senso avrebbe narrare una storia comune? - lineare e sensata.
Fortemente consigliato, sia alle amanti degli shoujo sia ai ragazzi abituati a storie meno mielense.
Questo manga non può essere definito con altre parole se non "capolavoro".
Ho riscoperto il valore dell'opera ad una seconda lettura, dato che la prima mi aveva preso tanto da levarmi il fiato, senza lasciarmi la possibilità di capire cosa avessi per le mani. Amo Fuyumi Soryuo in generale, il suo tratto sottile, il suo garbo di autrice, ma credo che Mars sia il suo lavoro meglio riuscito: uno shoujo che sa toccare con leggerezza le corde dell'animo umano fino a farle vibrare di profondità.
La banalità è una categoria non attraversata dalla storia, che si sofferma su questioni importanti, su riflessioni anche pericolose.
L'autrice si chiede cosa spinga una persona al suicidio, cosa porti ad uccidere, quali paure e quali ombre invadono l'animo di ognuno di noi, e risponde con maestria psicologica.
Riesce a mostrare gli esseri umani per quello che sono: miscugli di luce e fango.
Il tutto con una tecnica esemplare, che sa, attraverso una minuziosa eleganza, narrare con le immagini ciò che non viene espresso dalle seppur meravigliose parole.
Mars è soprattutto un inno all'amore, un amore che non si riduce alla semplice cotta adolescenziale, ma oltrepassa il dolore più puro fino a superarlo e abbatterlo. Mars spiega con quale armonia due cuori possono trovarsi e salvarsi.
I personaggi principali sono meravigliosi nella loro complessità, entrambi ragazzi con un passato difficile, entrambi giunti ad un punto morto della loro esistenza, ad un luogo di estrema solitudine. Rei, che considera la sua vita poco più di una pezza da gettare via, e Kira, che chiusa in un guscio di seta osserva il mondo e lo distrugge nella sua timidezza.
Si troveranno e riusciranno a comprendere il vero posto loro assegnato nella vita: l'uno accanto all'altra.
I colpi di scena si susseguono con un ritmo incalzante, fino alla scena finale, a mio avviso meravigliosa, che non può lasciare indifferenti.
A dispetto del suo nome Shoujo, Mars è un manga che non si può racchiudere in una definizione.
Va letto. Assaporato. Vissuto.
Ho riscoperto il valore dell'opera ad una seconda lettura, dato che la prima mi aveva preso tanto da levarmi il fiato, senza lasciarmi la possibilità di capire cosa avessi per le mani. Amo Fuyumi Soryuo in generale, il suo tratto sottile, il suo garbo di autrice, ma credo che Mars sia il suo lavoro meglio riuscito: uno shoujo che sa toccare con leggerezza le corde dell'animo umano fino a farle vibrare di profondità.
La banalità è una categoria non attraversata dalla storia, che si sofferma su questioni importanti, su riflessioni anche pericolose.
L'autrice si chiede cosa spinga una persona al suicidio, cosa porti ad uccidere, quali paure e quali ombre invadono l'animo di ognuno di noi, e risponde con maestria psicologica.
Riesce a mostrare gli esseri umani per quello che sono: miscugli di luce e fango.
Il tutto con una tecnica esemplare, che sa, attraverso una minuziosa eleganza, narrare con le immagini ciò che non viene espresso dalle seppur meravigliose parole.
Mars è soprattutto un inno all'amore, un amore che non si riduce alla semplice cotta adolescenziale, ma oltrepassa il dolore più puro fino a superarlo e abbatterlo. Mars spiega con quale armonia due cuori possono trovarsi e salvarsi.
I personaggi principali sono meravigliosi nella loro complessità, entrambi ragazzi con un passato difficile, entrambi giunti ad un punto morto della loro esistenza, ad un luogo di estrema solitudine. Rei, che considera la sua vita poco più di una pezza da gettare via, e Kira, che chiusa in un guscio di seta osserva il mondo e lo distrugge nella sua timidezza.
Si troveranno e riusciranno a comprendere il vero posto loro assegnato nella vita: l'uno accanto all'altra.
I colpi di scena si susseguono con un ritmo incalzante, fino alla scena finale, a mio avviso meravigliosa, che non può lasciare indifferenti.
A dispetto del suo nome Shoujo, Mars è un manga che non si può racchiudere in una definizione.
Va letto. Assaporato. Vissuto.
<b>SPOILER</b>. Bello, tenero, commovente, tragico, triste e pieno di speranza. Ho scritto qualche aggettivo che può sembrare in contraddizione, ma se mai avete letto un numero di questo manga o uno qualsiasi degli altri manga della Sensei Soryo, sapete di cosa sto parlando. Un miscuglio di sentimenti in contrasto tra loro. E' per questo che Mars è bello, perchè sa emozionare. E ti affezioni a Kira (nonostante a volte possa sembrare infantile) e a Rei, entrambi con gli occhi tristi e un passato che pesa sui loro animi (più o meno consciamente). Alla fine gli vuoi proprio bene, e quando Rei viene accoltellato, sei lì che piangi con Kira (anche se la scena del balcone con Sei mi ha dato un fastidio che non vi dico) e preghi perchè Rei non muoia. E (particolare da maniaca, hihi) adoro il ritratto di Kira, intitolato Padre e figlio. Mi ha profondamente commossa (ovviamente Mars, il ritratto che dà il nome al titolo dell'opera) è bello, ma l'ultimo è veramente toccante.
Leggetelo, non ne potete restare delusi. Che siate o meno amanti di shojo. ;)
Leggetelo, non ne potete restare delusi. Che siate o meno amanti di shojo. ;)
Penso di considerarlo il manga migliore che io abbia letto! Mi sono affezionata davvero tantissimo a Kira e Rei e ho letto l'ultimo numero con il cuore in gola! Sono veramente contenta per come sia finito anche se sono dispiaciuta ad averlo già finito... probabilmente tra non molto lo inizierò di nuovo da capo! :)
Bellissimo, davvero stupendo, da consigliare a tutti gli amanti del genere. Nonostante sia abbastanza lungo la trama non è mai scontata o ripetitiva, con colpi di scena davvero sconvolgenti introdotti in modo divino. Un bel 10 se lo merita tutto! Oltre ad avere una bella trama, i disegni sono stupendo, tecnicamente è molto avanzato. I tratti sono lipidi chiari e mai confusionari... bellissime la parti che prendono entrambe le paginette. I temi affrontati sono l'amore, l'odio, la morte, l'istinto paterno e il legame tra fratelli.
Il primo manga che ho letto e non ho problemi a dire che è nettamente il migliore temi come amore, violenza, disperazione trattati con decisione tale da emozionare a ogni lettura. Non parliamo poi dei disegni... pagherei oro per riuscire ad avere un tratto così netto e avere la capacità di far trasparire le emozioni in quel modo... niente da ridire... semplicemente fantastico
Dopo anni dall'ultima pubblicazione, ieri ho riletto tutti i volumetti d'un fiato e mi sono emozionata ancora una volta. Consiglierei a chiunque di leggerlo. Ti fa riflettere su temi importanti come l'amore, la morte, l' amicizia e ti fa sperare che, nonostante tutte le difficoltà che si possano incontrare nella vita, è possibile trovare un motivo per continuare ad andare avanti. I due protagonisti lo fanno, affidandosi totalmente l'uno all'altro, e questo mi ha fatto sognare...
Mars è la storia d'amore che tutti vorrebbero vivere, passato problematico, incontro con la persona della tua vita, che è il tuo esatto opposto, amore puro e assoluto, superamento delle difficoltà, realizzazione dei sogni di entrambi e vissero felici e contenti. Può sembrare la solita favola, ma ogni tanto fa bene crederci. Manga poetico, drammatico e commovente oltre ogni limite.
Quando cominci un manga come Mars hai una voglia irrefrenabile di sapere come finisce e sei sempre tentato di sfogliare un volume per sapere se succede qualcosa di brutto (ma non lo fare perchè ti sciupi la storia proprio come ho fatto io... è meglio leggerla per bene altrimenti se vedi già cosa c'è alla fine non avresti più voglia di leggerla)e quando però Mars finisce vorresti che continuasse per vedere ciò che succede dopo... (però l' unica cosa che ci rimane da fare è inventarci il continuo... esempio io ho... ops non ve lo posso dire altrimenti potreste capire la fine) Praticamente parla della storia d'amore di un ragazzo (il più bello della scuola e gasatone) e di una ragazza (la più silenziosa e solitaria...) strana combinazione direte... invece vi assicuro che stanno proprio bene insieme... Kira (la ragazza) all'inizio ha un po' di problemi perchè le ragazze della scuola si arrabbiano con lei e la picchiano dalla gelosia... riuscirà a risolvere questo problema ?... e Rei verrà alla scoperta del suo orrendo passato e questi brutti ricordi causano un grande cambiamento in lui.... riuscirà anche lui a risolvere questo problema? E ci saranno tanti altri personaggi che si infiltreranno nella storia cercando di dividere i due... fra i due ci saranno molte incomprensioni e infatti a volte si lasciano ma poi si rimettono poi si lasciano poi si rimettono. Rei è un grande appassionato dello moto da corsa infatti parteciperà a delle gare... e Kira invece è un' appassionata dell' arte alla quale dedica molto tempo. E' una storia che ti lascerà senza fiato dato che sicuramente l' ultimo volume lo leggerai così velocemente per sapere come finisce, che avrai veramente il fiatone... adesso smetto qui altrimenti vi scriverei un romenzo e probabilmente finirei col raccontarvi tutto... comunque LEGGETELO! Ne vale veramente la pena... ve lo assicura la sottoscritta (comunque per chi ha i genitori un po' lagnosi non vi preoccupate non ci sono tante scene erotiche se vi posso fare un paragano è come titanic (non la storia) in cui fanno l'amore una volta sola e così in Mars...). Compralo veramente perchè in questo manga si provano tutti i sentimenti inimmaginabili... basta sennò ora vi asfissio... ciao... COMPRATELO E' BELLISSIMO!
A dir poco Stupendo! questo fumetto mi ha fatto emozionare come pochi... una storia d'amore bellissima che si legge tutta di un fiato. Fortunatamente quando ho iniziato a leggerlo avevo già tutti i numeri altrimenti non so se avrei resistito che i volumi uscissero mese dopo mese. Il personaggio di Rei è fantastico, un vero ragazzo dei sogni!
Mars è un manga devvero stupendo... meritatissime lodi per Souryo Fuyumi! Parlando del reale chi si aspetterebbe mai che la compagna di scuola un po secchiona e introversa che non spiccica mai una parola possa far innamorare il bel figo e bulletto di turno? Invece accade... quando si va a scroprire una persona... quando la si vuol capire e condividere con esse le lacrime si può capire quanto l'aspetto o l'apparenza sia superficilità... quando per essa si fa di tutto per non perderla... come in questa grandissima storia la protagonista possa in un momento in cui poteva perdere le mani indispensabili per continuare il suo sogno di vivere l'arte possa pensare a sacificarsi e sacrificare i suoi sogni per aver il permesso di amare una persona che era già sua.. storia avvincente e molto realistica, bei disegni. Grande espressione dei sentimenti a volte anche crudalmente presentati... non c'è che dire... solo che è ottimo! X=D
Non ci sono parole per descrivere questo manga posso solo dire che è adatto a tutti coloro che come me si rifiutano di vivere in un mondo dove l'amore viene visto come un rappoto occasionale, materiale ed estremamente superficiale. In MARS riscoprirete la natura del vero amore in grado di superare tutti gli ostacoli,un amore che non vede il sesso come punto di partenza ma come completamento di quel sentimento che unisce 2 persone per tutta la vita.