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Horizont

Volumi letti: 6/6 --- Voto 6
"Akira", il famoso manga di Katsuhiro Otomo, è senza dubbio un manga di culto con la sua trama avvincente e il suo incredibile stile di disegno, un manga geniale per alcuni aspetti.

Tuttavia, come ogni opera esistente, "Akira" non è esente da difetti, dopo un'accurata lettura posso dire che: la trama del manga è complessa, ma a tratti confusionaria. La complessità della trama, unita a frequenti salti temporali e a un ritmo narrativo a volte frenetico, può disorientare. Il manga presenta scene di violenza cruda e realistica, che potrebbero risultare disturbanti per alcuni lettori.

Aggiungo anche che non tutti i personaggi di "Akira" sono sviluppati in modo omogeneo. Alcune figure secondarie, pur essendo interessanti, rimangono poco approfondite. Infine il finale del manga, pur essendo suggestivo e aperto a diverse interpretazioni, può lasciare il lettore con un senso di smarrimento e di incompletezza. Alcune cose del manga soffrono di una mancanza di risoluzione definitiva e poca chiarezza, che lascia spazio ad alcuni dubbi.

Per concludere: consiglio questo manga agli appassionati di manga cyberpunk e agli amanti di storie complesse e avvincenti.
Sconsiglio questo manga ai lettori che cercano storie semplici, a chi è sensibile alla violenza, e a chi preferisce personaggi ben definiti.

In definitiva, "Akira" è un manga geniale ma imperfetto. Io per mio gusto personale gli do come voto 6.


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Log4n

Volumi letti: 6/6 --- Voto 9
Mi sono avvicinato da poco al mondo dei manga in sé, anche se sono appassionato di fumetti fin dalla tenera età. Ho scoperto questo manga e completato la New Edition grazie al negozio in cui faccio i miei acquisti e devo dire che l'opera mi ha piacevolmente sorpreso.

La storia per me è molto coinvolgente: dal primo volume fino all'ultimo, ricca di colpi di scena, scene tragiche e anche un po' crude. I protagonisti (non parlo solo di Kaneda e Tetsuo) sono caratterizzati molto bene, ma i personaggi secondari vengono disegnati un po' alla buona, secondo me, per esempio a un certo punto, in una scena anche un po' "importante", ho fatto fatica a riconoscere un personaggio e sono dovuto tornare all'inizio per capire chi fosse.
Nulla da dire invece sugli ambienti e le grandi tavole panoramiche, semplicemente meravigliose e molto dettagliate, sembra quasi di guardare un film. La trama è ben strutturata e ti tiene incollato al manga fino alla fine. A me ha fatto molto riflettere sulle dipendenze da droga, sulla vera amicizia e a quello che potrebbe diventare il mondo. Per quanto sia stato pubblicato quasi 40 anni fa i temi trattati sono molto attuali e profondi.

Nel complesso concordo con molti altri recensori: quest'opera va letta dagli appassionati e non.

Michael Mellow

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Michael Mellow

Volumi letti: 2/6 --- Voto 10
L'espressione delle emozioni.
La fisicità dei corpi.

Questo aspetto è sempre stato poco presente in tutta l'animazione giapponese dai primordi agli anni ottanta e solo nel decennio novanta, in seguito al successo di Akira per i tipi Glénat,si è cominciato a rivalutare sempre più.
"Akira" non è "carino",i personaggi non hanno niente di "bello" ed è qui,in mezzo alle dettagliatissime tavole di Otomo, negli scenari della superstrada o degli stabili sgretolati in cui i protagonisti-visti da lontano-sembrano smarriti come formichine, che ri-comincia la storia del manga.

Non più shojo o shonen, bensì seinen, destinato principalmente agli adulti.
Coincide con la fine dell'animazione standard, per comodità fatta di personaggi coi piedi posti sulla stessa linea, come tanti soldatini. Dopo Akira, anche nelle serie TV si pensa di arrivare all'animazione "piena".

Akira è caos, movimento, imprevedibilità, è l'imperscrutabile, sono le facce dei teppisti di tutte le fazioni, non belle in senso proprio, ma eccezionali per la capacità di "imitare" la vita.
Akira, film e manga, fu un sasso nello stagno: influenzò gradatamente tutto ciò che gli stava intorno. Non avremmo avuto "Tekkonkinkreet" né "Silent Voice", nemmeno "Paranoia Agent", se il manga "Akira" non fosse venuto alla luce...
Ma questo è positivo in ogni caso?

Più la società diventa conformista, più le espressioni censurabili si trasferiscono dalla vita ai manga.
Diceva un famoso intellettuale degli anni settanta: l'espressione delle emozioni, la fisicità dei corpi, sono un tributo al benessere. In un malinteso concetto di democrazia,se vogliamo apparire tutti uguali la prima cosa che dobbiamo sacrificare è l'espressività dei volti. La seconda, il movimento del corpo. Le classi sociali non esistono più, a patto di assumere tutti lo stesso atteggiamento. In un modo che negli anni settanta non si poteva immaginare,ci siamo lasciati alle spalle l'animazione standard per tuffarci nei characters "realistici",ma sembra che siano loro a vivere quegli aspetti che a noi (a scuola o sul lavoro) sono negati.


Nota:possedevo tutti gli albi a sottiletta, ho comprato l'edizione successiva,sto recuperando l'ultima, pregevole edizione a partire dai primi due.
È un manga che consiglio a chi vuole capire cosa sono i manga.


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kirk

Volumi letti: 6/6 --- Voto 9
Ho la videocassetta di Akira nella mia collezione, ma sono anni che non la vedo perché non mi funziona più il videoregistratore: non mi aveva appassionato un granché da quel che ricordo, ma mi è venuta voglia di rivederla ora che ho letto il manga nei 36 volumi Glenat più i due finali della Marvel/Planet/Panini del 1997.
Mi ero già imbattuto negli anni ‘90 in alcuni numeri di questo manga, ma non mi aveva conquistato, forse perché mi ero appassionato ai manga in bianco e nero pubblicati da Granata Press e Star Comics e il fatto che "Akira" fosse a colori lo trovavo un cedimento al mercato occidentale… cosa che in effetti era e che ora posso perdonare, ma che allora da appassionato dei manga “più realista del re” no.
Ho trovato interessante l’angolo della posta, curato in alcuni albi dallo staff della Yamato, e mi sono ricordato di come fosse forse più forte allora la voglia di conoscere qualcosa in più dell’animazione e dei manga giapponesi e mi sono accorto che la mia memoria non coincide perfettamente con quello che è stato allora il movimento pionieristico dei fan di allora.
"Akira", sia pur a colori, è stato il primo manga a essere pubblicato negli anni ‘90 ed è una storia interessante, considerata parte del cyberpunk e ambientata in un mondo post guerra nucleare, guerra che ha sconvolto il mondo e che all’inizio del manga tutti cercano di dimenticare, i politici corrotti come i loro oppositori assetati di potere.
Il centro delle loro trame è un bambino dai poteri straordinari di nome Akira, il numero 28, su cui gli scienziati giapponesi hanno condotto anni prima esperimenti. Molti bambini prima e dopo il ragazzino hanno subito sperimentazioni ma Akira è sopravvissuto, a differenza della maggior parte degli altri, e ha manifestato un potere fuori scala, ora siamo al numero 41 il quale… no non voglio rovinare il vostro appetito rilevando qualcosa in più…
Voglio solo ricordare che scienziati, esercito e politici si comporteranno in modo disumano. Che i ragazzi che dovrebbero essere il motore del cambiamento si drogano o si comportano peggio dei bambini de “Il signore delle Mosche”.

Attenzione: questa parte contiene spoiler
Il mio voto sarebbe potuto essere più alto se non fosse per l’incontro tra Tetsuo e Lady Miyako e anche per il finale, dove non si capisce perché i ragazzi - facendo spoiler - debbano continuare con l’impero di Akira piuttosto che impegnarsi nella ricostruzione del Giappone. Le bande di teppisti che sul finale si uniscono verso il sole mi è sembrato troppo banale come “the end”.


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Caneparo

Volumi letti: 6/6 --- Voto 6
Akira è stata l'opera che ha sdoganato i manga in America e più in generale nel mondo occidentale. E ciò non è un caso perché è evidente che l'autore Katsuhiro Otomo ha voluto dare alla sua opera un appeal più internazionale.
Il tema degli esperimenti delle mutazioni genetiche sugli umani ricorda un po' i fumetti tipo X-Men. Ma è anche la scelta di narrare gli eventi con continui salti della scena tra ciò che si svolge contemporaneamente in diversi luoghi a ricordare molto i film americani.
L'impatto fu notevole, tant'è che fu prodotta a fine anni 80 la versione animata per il grande schermo, diretta dallo stesso Otomo mentre era ancora impegnato nella scrittura dell'opera a fumetti.

Il manga narra le vicende di una banda di teppisti che vengono a contatto con strani bambini dotati di superpoteri; in seguito uno di loro scoprirà di possedere i suddetti poteri e deciderà di risvegliare il piu potente di questi individui, il bambino Akira, che scatenerà un'esplosione che distruggerà la città. L'ambientazione diventerà poi quella di un postatomico in cui questi esseri soprannaturali si contenderanno il predominio territoriale scatenando un'altra serie di cataclismi. Ai protagonisti si affiancheranno una moltitudine di personaggi comprimari che andranno via via ad aggiungersi all'azione. Tuttavia la storia, pur essendo innovativa per il mondo dei manga, è avvincente solo a tratti perche la trama è allungata all'inverosimile e gli eventi sembrano ripetersi in maniera ciclica, con il solo cambio di ambientazione da futuristica a postatomica. Inoltre bisogna sottolineare che Otomo è un pessimo sceneggiatore e non riesce a trasmettere lo scorrere degli eventi in maniera fluida, necessitando di un numero spropositato di tavole per descrivere ciò che dovrebbe accadere in pochi minuti. La narrazione è appesantita anche dalla scelta di mostrare a salti ciò che accade contemporaneamente in luoghi diversi, dal punto di vista di personaggi diversi. Questo espediente viene utilizzato troppe volte e alla lunga stanca perché sposta l'attenzione dalle emozioni vissute dai personaggi principali, che risultano pertanto mal caratterizzati dal punto di vista psicologico, come invece un'opera talmente ambiziosa richiederebbe.

Allora perché Akira viene ricordato con tanto entusiasmo? Il motivo è che Otomo è un illustratore eccezionale e della sua opera rimangono impressi i mastodontici e curatissimi fondali, le città e i veicoli, curati nei minimi dettagli, e le bellissime inquadrature in prospettiva con cui ci porta a scoprire Neo-Tokyo. C'è da aggiungere che la colorazione al computer con cui fu presentata a suo tempo l'opera in Occidente aggiunse profondità ai disegni. Però anche dal punto di vista grafico Akira non convince appieno. La cura che Otomo ripone nei fondali purtroppo non si riscontra anche nella caratterizzazione dei personaggi, che hanno quasi sempre un'espressione basita o esterefatta, lasciando trapelare ben poco delle loro emozioni. Inoltre in ambientazioni cosi dettagliate il lettore non riesce a cogliere il senso dell'azione che, anche nei momenti di maggior frenesia, viene percepita quasi con un senso di staticità. Il meglio di sé Otomo riesce a darlo dipingendo i cataclismi apocalittici che portano piu volte la distruzione a Tokyo, ma a mio parere questo è troppo poco per acclamare quest'opera come un capolavoro.
Il manga di Akira pur essendo disegnato con cura maniacale, soprattutto nella rappresentazione delle "cose" più che delle persone, è estremamente prolisso e ripetitivo e si farà apprezzare più dai fan dei fumetti americani che da quelli di cultura giapponese. Quando Akira usci in Italia venticinque anni fa non esistevano manga in commercio e il suo tratto cosi diverso dai fumetti in circolazione colpì tutti gli appassionati. Tuttavia, ad una rilettura odierna, senza quella sete di Giappone di quei tempi, pur bilanciando tutti gli elementi, non si può dare a questo manga un giudizio superiore alla sufficienza. Al confronto la sua trasposizione cinematografica è decisamente meglio riuscita, piu spettacolare, alla cui maggior sintesi nulla può essere aggiunto, almeno nella sostanza, dagli eventi narrati esclusivamente nel manga.


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Metal_Movie90

Volumi letti: 6/6 --- Voto 9
Parto subito in quarta così ci leviamo il pensiero: Akira è uno dei manga più belli che siano mai stati scritti e disegnati, non ci si può definire appassionati del genere senza averlo letto!

A livello grafico è sublime. Al di là dell'ambientazione cyberpunk/post-apocalittica (una delle mie preferite), le tavole di Katsuhiro Otomo sono una gioia per gli occhi: pulite, precise, incredibilmente dettagliate, danno il meglio di sé nelle (numerose) scene di esplosione e distruzione dei paesaggi. L'unico limite (a mio parere) è dato dalle espressioni facciali dei personaggi, che non hanno una grande varietà e tendono ad assomigliarsi un po' tutte, ma si tratta veramente del pelo nell'uovo. Nulla che arrivi ai tragici livelli de L'Attacco dei Giganti per fortuna! (i fan dell'opera mi perdonino per questo paragone ma avevo bisogno di dirlo)
L'ultima edizione della Planet Manga, in grande formato e con l'ordine di lettura invertito rispetto all'originale (francamente non capisco perché), permette di apprezzare l'opera di Otomo come si deve, e non può mancare nella vostra collezione di fumetti.
Concludendo questa parte, vi dico solo che adesso posso capire come mai non è stata tratta una serie animata che restasse fedele al manga (a differenza del film del 1988): sarebbe stato necessario un budget gigantesco, a causa degli effetti speciali!

Passiamo all'altro aspetto vincente: la storia ed i personaggi. Per quanto riguarda la prima, il ritmo non cala mai, è impossibile annoiarsi durante la lettura perché non ci sono tempi morti; non fai in tempo a respirare che inizia subito un nuovo inseguimento/sparatoria/esplosione/combattimento e chi più ne ha più ne metta; certo, a lungo andare uno potrebbe pensare che si tratti di stratagemmi per allungare il brodo (ed in effetti per alcune sequenze purtroppo penso che sia così), ma per fortuna Katsuhiro Otomo non è un Michael Bay nipponico e non ho mai avvertito noia o forzature nel susseguirsi degli eventi.
Il tutto è sorretto dagli ottimi personaggi, tutti ben caratterizzati: Kaneda, Kay, Tetsuo, i tre esper più Akira, il Colonnello... è impossibile che vi lascino indifferenti. Anche quelli che potremmo definire secondari (Lady Miyako su tutti) sono importanti ai fini della storia e hanno un loro momento di gloria.

Akira però non è solamente azione, uno dei suoi più grandi pregi è l'enorme critica al potere, in tutte le sue forme, che permea l'intera opera; senza fare spoiler, essa viene personificata dai personaggi del Colonnello (nella prima parte della storia) e di Tetsuo (nella seconda), a voi scoprire chi di loro riuscirà a sopravvivere e chi invece verrà schiacciato da questa brama.

Finisce qui la mia recensione del manga di Akira, che dire in conclusione se non che consiglio caldamente a tutti di leggerlo e goderselo, è tempo ben speso ve lo assicuro! A maggiore ragione se avete visto il film (recensirò anche quello), che rappresenta solo la punta di un gigantesco iceberg e non rende giustizia al lavoro di Otomo. Akira non è perfetto, per via di tutti quei piccoli difetti che ho elencato prima, ma rimane comunque un capolavoro senza se e senza ma.


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Atom

Volumi letti: 6/6 --- Voto 10
Epico. E' la prima parola che mi è venuta in mente una volta terminata la lettura di "Akira".
A distanza di più di trent'anni, l'energia che emana questo manga è rimasta inalterata, a dimostrazione del fatto che una sceneggiatura scritta come si deve non corre mai il rischio di invecchiare.
Le vicende si sviluppano attorno ad un ragazzo e una ragazza, Kaneda e Kai, accomunati dal medesimo destino e sulle cui spalle graveranno le sorti del pianeta. Oltre ai due protagonisti, i personaggi chiave di quest'opera sono davvero tantissimi e tutti hanno una notevole importanza ed un grande carisma. Primo fra tutti Tetsuo, amico d'infanzia di Kaneda con il quale ha da sempre un rapporto conflittuale, che diverrà mano a mano il fulcro delle vicende.
Per rendere la narrazione più avvincente tutto ciò viene costantemente condito dall'utilizzo di poteri extrasensoriali da parte di alcuni personaggi. Del resto proprio la sperimentazione su queste capacità rappresenta l'incipit ed il filo conduttore della storia stessa.
Non sono un appassionato di fantascienza, né tanto meno di ambientazioni post-apocalittiche, ma non ho potuto fare a meno di restare rapito dal mondo ideato da Katsuhiro Otomo e dal perfetto ritmo narrativo, a dir poco forsennato, che non concede un attimo di requie. Ad essere precisi è proprio l'astuto alternarsi di calma ed azione frenetica, distribuite con le giuste dosi, che riesce a donare tanto pathos a quest'opera.
Elemento altrettanto fondamentale è l'ottima caratterizzazione di tutti i personaggi e la loro crescita psicologica, in particolar modo di quelli principali. La maturazione di ognuno di essi è gestita in modo assolutamente realistico e, nel corso della narrazione, capita che alcuni si fronteggino aspramente per poi ritrovarsi a combattere fianco a fianco, ricordandoci che noi tutti, pur seguendo percorsi diversi, ci troviamo spesso a perseguire il medesimo obiettivo.
Chi è rimasto folgorato dal lungometraggio animato non può esimersi dal leggere questo fumetto, così come chi non è stato del tutto convinto dal suo epilogo. La versione proiettata nelle sale, infatti, conserva il medesimo impatto scenico, ma non regge il confronto con quella cartacea. Difatti il film termina praticamente a metà del manga, con un finale abbastanza lacunoso, mozzando oltretutto l'evoluzione psicologica dei personaggi.
Tra l'altro la cosa che colpisce subito della versione stampata è la sua "cinematograficità"; non mi era mai capitato di imbattermi in un'opera simile. Sarà anche l'effetto della meravigliosa colorazione, ma sembra davvero di "leggere un film", neanche tanto animato.

"Akira" racconta di adolescenze difficili, spezzate da una società incapace di instillare valori, e di un paese allo sbando governato da una classe dirigente del tutto priva di spessore e capacità. D'altro canto mostra come la speranza possa nascere solo dai ragazzi, dalla nuova generazione che, pur con i propri difetti e incappando anche in errori, possiede le forze per attuare e gestire un cambiamento reale e senza doppi fini.
Otomo sensei affronta inoltre tematiche assai tristi come i soprusi perpetrati dagli adulti ai danni dei bambini. L'uomo infatti, in nome del progresso e guidato dal proprio egocentrismo, si è da sempre macchiato di peccati indicibili, calpestando i diritti dei più deboli e trincerandosi dietro la scusa del "bene collettivo".

I disegni di Otomo sono semplicemente magnifici. Avendo letto la versione a colori non posso dare un giudizio sulle tavole in bianco e nero, ciò che posso dire è che il tratto è magistrale e l'attenzione ai dettagli al limiti del maniacale. Per rendersene immediatamente conto basta dare uno sguardo ai velivoli delle forze armate o alle moto e infine all'espressività dei personaggi; realistica eppure estremamente artistica.
Il lavoro di Otomo ha persino dato il via ad una vera e propria rivoluzione nell'arte della colorazione, allorché la Marvel si è trovata tra le mani questo capolavoro da dover presentare in patria. Il risultato è semplicemente sorprendente.

"Akira" ha rappresentato un passo fondamentale nella storia del manga. Non sono molte le opere che hanno influenzato in maniera tanto profonda il mondo del fumetto, nipponico e non, ma la cosa che lascia più stupefatti è la modernità con cui Otomo descrive il suo universo. Si ha davvero l'impressione di avere tra le mani una pubblicazione recentissima e questo è certamente una dimostrazione della grandezza di quest'opera.


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Gordy

Volumi letti: 6/6 --- Voto 9
Anno 2019, siamo in un futuro distopico, apocalittico in cui le più grandi città del mondo sono state praticamente distrutte da un massiccio bombardamento atomico avvenuto durante la Terza Guerra Mondiale. Neo-Tokyo è divisa in due: da un parte la città nuova con i suoi alti palazzi così luminosi e appariscenti, e dall'altra una città distrutta, non risparmiata dai bombardamenti e dove le persone vivono nel degrado più totale.
E' qui che si muovono i due protagonisti Kaneda e Tetsuo, che fan parte di una delle numerose bande di motociclisti della città. Un giorno durante una delle tante gare di velocità Tetsuo, per schivare un strano ragazzo azzurro con l'aspetto da bambino e il volto da vecchio, ha un incidente. Neanche il tempo di soccorrerlo che il governo lo sequestra e lo porta via. E' a causa di questo incidente che Tetsuo svilupperà poteri psicocinetici, fino a quel momento ancora inespressi. Kaneda si metterà quindi alla ricerca del ragazzo per capire cosa c'è dietro e cosa nasconda il governo.

Akira è un fumetto che si appresta a più livelli di lettura: dando uno sguardo a un livello più superficiale notiamo subito una sceneggiatura e una regia delle tavole eccellenti, un realismo grafico unico che ben riesce a rappresentare lo stato devastato in cui si ritrova la città. Tavole di forte impatto visivo, di una spettacolarità sorprendente e che ben poco lasciano all'immaginazione del lettore. Akira si riesce ad apprezzare anche solo per i suoi personaggi ben caratterizzati, per una storia ricca d'azione, dal ritmo frenetico e piena di colpi di scena, ma io credo che comunque ci sia molto di più.

In Akira vediamo un Giappone in ginocchio che però vuole apparire per quello che non è: un paese forte, che ha saputo subito rialzarsi e che non ha sofferto più di tanto questa guerra. La memoria di cosa è successo dopo la Seconda Guerra Mondiale è ancora fresca ed è in quest'ottica che Tokyo viene ricostruita coi suoi enormi e sfavillanti palazzi, così imponenti ed evidenti al mondo esterno, eppure così vuoti, perché praticamente poi l'intera popolazione vive in miseria tra le macerie della vecchia città. E intanto il governo agisce nell'ombra alla disperata ricerca della forza, di un'arma che permetta di prevalere in campo bellico sulle altre potenze mondiali, un'arma che potrebbe portarli però solo all'autodistruzione.
In Akira vediamo un'intera vecchia generazione così ancorata al passato, che vive nella paura, unicamente interessata alle apparenze e al riarmo e, in contrasto con loro , la nuova generazione di giovani ribelli, che rappresentano la voglia di cambiare, la speranza di un futuro diverso, reale.
Akira è un manga epico, monumentale e che non posso che consigliare a tutti quanti.


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Evangelion0189

Volumi letti: 6/6 --- Voto 9
Premetto fin da subito che devo il mio approccio a questo capolavoro dei manga all'omonimo film d'animazione diretto dal suo autore, il geniale Katsuhiro Ōtomo. La pellicola in questione, già di per sé un caposaldo dell'animazione di tutti i tempi, mi ha infatti spinto ad approfondire e conoscere meglio la storia originale. L'edizione italiana del manga a cura della Planet Manga consta di sei volumi dal formato spropositato provvisti di sovraccoperta. A parte le ovvie difficoltà nella lettura di volumi così grandi dovute principalmente alla rilegatura brossurata con colla (con una rilegatura a filo si sarebbe potuto ovviare al problema), muoverei delle energiche critiche all'impostazione occidentale delle tavole, che risultano quindi ribaltate rispetto all'originale, ma stando a quanto ho letto in giro per la rete probabilmente si tratta della versione più diffusa in tutto il mondo.

A questo punto provo a riassumere brevemente gli eventi alla base della complessa trama di Akira: in un futuro in cui le principali città del mondo sono state rase al suolo da un massiccio bombardamento atomico, la megalopoli di Neo-Tokyo è l'emblema del degrado sociale e del caos politico che imperversa su tutto il globo. La città è squassata da rivolte popolari contro il governo militarista e nelle strade bande di teppisti in motocicletta si drogano e si scontrano in gare all'ultimo sangue. Proprio a una di queste gang di motociclisti accade un fatto decisamente anomalo: durante una corsa a folle velocità, i due teppisti Kaneda e Tetsuo si imbattono in uno strano bambino azzurro ricoperto di rughe che compare dal nulla e scompare subito dopo nello stesso modo. La moto di Tetsuo, prima di impattare con il bambino, salta in aria inspiegabilmente e il ragazzo ne esce ferito. Sul posto accorrono subito agenti loschi che recuperano Tetsuo e lo conducono d'urgenza in una località top secret. Dopo aver effettuato alcuni esami in laboratorio, l'équipe scientifica scopre con somma sorpresa che il ragazzo possiede determinate caratteristiche compatibili ai poteri esp di alcuni bambini dalla pelle azzurra e dai singolari connotati fisici. Il mistero si infittisce quando intuiamo che i piccoli sembrano avere qualche legame con i militari, con le esplosioni che hanno devastato il mondo in passato e più precisamente con Akira, un essere indefinito chiuso in un'enorme stanza sotterranea a temperature polari. Intanto Tetsuo, inconsapevole di quanto stia accadendo tutto intorno a lui, si sente "diverso", più potente, devastante, e capisce di essere in grado di controllare la materia circostante. Il ragazzino impaurito che un tempo dipendeva esclusivamente da Kaneda ha forse cessato di esistere, ma dal canto loro Kaneda e i suoi compagni non digeriscono il radicale cambiamento di Tetsuo. La situazione di lì a poco è destinata a precipitare, giungendo a risvolti catastrofici di proporzioni epiche (grazie soprattutto a grandi tavole ricche di dettagli, strabilianti fughe prospettiche e inquadrature mozzafiato). Col passare del tempo, Tetsuo riesce a controllare i suoi immensi poteri con sempre maggiore difficoltà e, quasi a voler complicare le cose, il misterioso Akira abbandona la stanza di contenimento in cui era imprigionato. Ma chi o cosa è veramente Akira? In che modo è collegato alla distruzione del mondo? Quale destino attende Tetsuo, Kaneda e la città di Neo-Tokyo? La trama magistralmente scritta e disegnata da Ōtomo è talmente intricata che per dipanarla bisognerebbe enuclearla in ogni suo aspetto, ma anche così non si giungerebbe a una visione d'insieme più che soddisfacente: le molteplici interpretazioni dei numerosi e imprevedibili risvolti di trama, unitamente a una gran quantità di dettagli che a una prima lettura potrebbero sfuggire, contribuiscono a elevare il grado di complessità dell'opera. Per farla breve, bisognerebbe leggere Akira più di una volta.

Senza dubbio ci troviamo di fronte a un classico della fantascienza apocalittica, ma in Akira non c'è solo un mondo devastato dall'atomica, c'è anche la lotta per e contro il potere, le vicissitudini di ragazzi privi di veri riferimenti familiari, citazioni più o meno evidenti a 2001: Odissea nello spazio (il mostruoso bambino cosmico), scontri epici, intrighi e sotterfugi politici, e moltissima violenza. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Ōtomo non mira a dare alcun messaggio, e affida al lettore il compito di trarre autonomamente le proprie conclusioni su quesiti del genere: chi è il vero "cattivo"? I teppisti che si drogano o la società che li emargina nei bassifondi della città? Il capo dei ribelli non è forse altrettanto corrotto e arrivista quanto gli avversari che tanto disdegna? Possiamo giustificare una scienza intrisa di delirio di onnipotenza che mira a sfruttare dei bambini dotati di grandi abilità mentali riducendoli a ombre di esseri umani? Quella di Akira è in definitiva una storia spietata priva di moralismi di sorta, in grado di regalare forti emozioni e interessanti spunti di riflessione. A mio avviso, si tratta di un'opera imprescindibile per gli appassionati del fumetto orientale e del fumetto in generale.


 2
OhCheBello

Volumi letti: 6/6 --- Voto 10
Stupendo, veramente uno dei migliori manga esistenti. Akira è un'opera magistrale. A leggerlo ci viene quasi la nostalgia degli anni ottanta (anche se non li abbiamo vissuti o eravamo troppo giovani per ricordarcene) e tutto ciò nonostante la tensione di un conflitto nucleare. Akira è un manga che denuncia il potere, infimo e corrotto, che cerca di mantenere la supremazia assoluta e nel farlo non si fa scrupolo di usare giovanissimi esseri umani come cavie per esperimenti genetici, fino a farli morire o impazzire (cosa che succede nel caso di Tetsuo). Ma come chiunque cerca di avere il controllo su ogni cosa non avrà la meglio, questo gli sfuggirà completamente rovinando tutti e tutto. Ecco un'altra cosa che si respira dal manga di Katsuhiro Otomo e che si rispecchia sia nel generale a capo del progetto militare AKIRA, che in Tetsuo, che non riuscirà più a fare a meno di raccogliere sempre più potere finché questo non gli si rivolterà contro.
La storia è magnifica e ben costruita come gli stessi personaggi. L'amicizia e la rivalità tra Testuo e Kaneda è cult ormai per chi ama veramente il mondo del fumetto giapponese. Per non parlare anche del resto dei personaggi secondari, fondamentali per tutta la durata della storia e per l'evoluzione dei personaggi.
Ma forse una delle cose che più mi ha colpito in questo fumetto è la tragedia e la paura di una nuova guerra nucleare, che viene resa in modo molto drammatico ed esemplare. Secondo me dovrebbero tutti leggere manga, o semplicemente storie come queste, ci farebbero di più apprezzare quello che abbiamo e con chi lo condividiamo e sopratutto, ci fa capire come il nostro mondo può essere completamente stravolto, in poco tempo e anche da ciò che può sembrare solo un futile avvenimento.


 9
Devil

Volumi letti: 6/6 --- Voto 9
Negli ultimi anni le maggiori case di produzioni cinematografiche americane hanno iniziato a puntare lo sguardo verso l'interminabile serbatoio dei manga e degli anime, proficuo bacino di idee rimasto finora quasi del tutto inesplorato. Si è parlato di molti titoli, alcuni dei quali anche molto famosi, come Death Note, Cowboy Bebop, Mai la ragazza psichica, con annessi dubbi e perplessità sulla validità di un ipotetica versione statunitense. Tra tutti questi spicca un titolo che, paradossalmente potrebbe venir trasposto in maniera molto fedele dal cinema americano visti i suoi contenuti. Sto parlando di Akira.

Akira nasce dalla fervida mente del mangaka Katsuhiro Otomo nel 1982 continuando per un lungo periodo di serializzazione fino al 1990, contando 6 numeri, edito da Kodansha. La visionaria opera ci porta nell'anno 2019 in una Tokyo risorta dalle ceneri della Terza Guerra Mondiale e che, a fatica cerca a stento di ritirarsi su dal disastro mondiale. In questa giungla metropolitana, costituita da degrado e criminalità come mai se ne sono visti di simili si muove la disordinata banda di teppisti capitanata dal giovane Kaneda e dal fido amico Tetsuo. I ragazzi sono un gruppo di sbandati, giovani senza una guida, senza genitori, senza nessuno che badi a loro o che gli impartisca i giusti doveri e valori morali. Un giorno, durante una corsa in moto il gruppo si imbatte in uno strano ragazzino con il volto insolitamente da vecchio e uno di loro, Tetsuo, nel tentativo di evitarlo finisce per avere un incidente. Mentre i suoi amici cercano di soccorrerlo interviene quasi immediatamente l'esercito e, cercando il misterioso ragazzino ormai scomparso preleva il povero Tetsuo e lo porta via in gran segreto. Da questo momento Kaneda e i suoi fidi amici cercheranno di scoprire cosa c'è dietro questo insolito sequestro e che cosa trama in gran segreto il governo di Neo-Tokyo.
Ciò che colpisce maggiormente il lettore, durante le prime pagine del manga è la cura maniacale riposta nei disegni e nei vari dettagli, specialmente della metropoli e nei vari lati tecnologici che man mano faranno la loro comparsa nella vicenda: la monumentale città di Neo-Tokyo appare come un gigante, un'imponente serie di grattacieli che si stagliano all'infinito verso il cielo in una sequenza claustrofobica. La visionaria città rappresenta la punta massima dell'evoluzione tecnologica ma allo stesso tempo il degrado e l'implosione sociale che ne è derivata: la società proposta in Akira è completamente allo sbando, senza più controllo, senza più ordine etico e sociale, senza più certezze e sicurezza, un inferno urbano dove a farla da padrone c'è la corruzione e la criminalità. La punta di questo iceberg nonchè simbolo della rovina umana è rappresentata dal giovane Tetsuo, amico nonchè nemesi del protagonista Kaneda. Il giovane, alienato dalla società ha represso per anni le proprie incertezze e paure, diventando uno dei tanti emarginati allontanato da tutto e da tutti e pieno di rancore e odio per ciò che lo ha reso così. Tetsuo vede nell'amico Kaneda un modello da seguire e ammirare ma al tempo stesso ne subisce un profondo senso di inferiorità che sfocia in invidia. Kaneda non si accorge di tutto questo e continua a ritenere Tetsuo un amico sincero ma la visione del suo amico cambierà definitivamente dopo lo sfortunato incidente nel quale verrà coinvolto suo malgrado.
I temi trattati in Akira sono molteplici, primo su tutti l'emarginazione sociale del quale farà un grande perno centrale per l'evoluzione della vicenda ma arriverà a trattare anche grandi problemi come la corruzione, il lato peggiore del potere politico continuando anche per il già citato sopra degrado urbano e sociologico, qui portato al limite massimo possibile. Ovviamente, in tutto questo sarà presente anche l'amicizia e l'amore, in un turbine di eventi che culminerà nella seconda parte a dir poco epica.

Akira è un manga, ma riprende molto lo stile fantascientifico americano, calcandone la mano e rendendolo più occidentale che orientale. Numerose le fonti di ispirazioni evidenti, Katsuhiro Otomo ha sempre ammesso di essere un grande fan della cinematografia americana e detto questo si potrà scorgere tranquillamente un po' di Blade Runner e di Brazil nella struttura della cosmopolita megalopoli di Neo-Tokyo, così imponente ma allo stesso tempo così fragile e decadente, così affollata ma così marcia nelle fondamenta sociali da diventare un grande cellula tumorale dell'umanità stessa. Si scorge anche un po' di 1997: Fuga da New York nella seconda parte del manga, con una Neo-Tokyo da incubo che ricorda tantissimo il mega carcere di sicurezza che era diventato l'isola di Manhatthan nel film di John Carpenter. Si passa anche ad Alien, nelle cupe e tetre mura fatte di tubi, fili, impianti e reti di circuiti che caratterizzeranno molti laboratori e celle di massima sicurezza, un'orgia di tecnologia futuristica da brivido. Esplosioni, grattacieli che crollano, strade che si aprono, enormi crateri che si creano dal nulla, spostamenti d'aria immani, Akira è caratterizzato da una continua nonché inesauribile corsa alla distruzione di tutto e di tutti, sia al livello fisico che mentale. Un grande viaggio introspettivo della persona, del mondo in cui viviamo ma anche del senso stesso della vita, di come percepiamo il potere, di come lo useremmo una volta ottenuto, di ciò che vogliamo veramente dalla vita, di ciò che conta maggiormente per noi. Nonostante i contenuti siano di rilievo e molto delicati la vicenda non pesa affatto e tranne qualche passaggio un po' più pesante nei primi numeri la trama difficilmente annoierà o peserà al lettore, trovandosi terribilmente incollato alle pagine della serie.

Akira, nonostante sia un must capace di incidere il proprio nome nella lunga storia dei fumetti giapponesi non è esente da difetti, uno su tutti i personaggi stessi: di caratterizzazione non eccelsa ma comunque buona e valida, molti verranno "inglobati" dalla catastrofica sequenza di eventi, risultando così schiacciati e soffocati senza spiccare in maniera particolare. Niente paura, perchè già dal terzo volume ognuno troverà una sua strada permettendo così al lettore di inquadrarlo in maniera ottimale e di farsi un'idea su essi.

Akira in Italia è stato riproposto di recente da parte di Planet Manga ristampando i 6 maxi volumi di Akira Collection precedentemente andati esauriti. L'edizione non è delle migliori purtroppo, avendo un prezzo non accessibile a tutti e una qualità fisica del volume mediocre. Vari disguidi e non precisate motivazioni della casa giapponese, Kodansha, hanno impedito all'editore nostrano di rilasciare una nuova edizione completamente nuova, indi si è optato per una semplice ristampa dell'ultima edizione rilasciata.

Akira fa parte della storia dei fumetti giapponesi. Un titolo che è stato capace di rivoluzionare la concezione stessa di manga, così come ha fatto per gli anime l'omonimo film uscito nel 1988, scritto e diretto sempre dallo stesso Otomo. Non una lettura per tutti ma che al tempo stesso consiglio caldamente a tutti coloro che sono appassionati e che amano il vasto mondo dei manga, che ne amano le caratteristiche, gli inaspettati risvolti, i carismatici personaggi, i bei disegni e i finali commoventi. Un capolavoro immortale pieno di messaggi e di valori, un'opera titanica che rimarrà tale per sempre.

"Il ricordo di Akira vive per sempre nei nostri cuori".

kanedatetsuo

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kanedatetsuo

Volumi letti: 38/6 --- Voto 10
Semplicemente il miglior seinen d'azione mai creato. Akira è un manga che ha tutto: misteri, fantascienza, vena ironica, splatter, horror, componente psicologica; il tutto amalgamato sapientemente da Katsuhiro Otomo,il quale ha creato una manga che, oltre ad emozionare con le scene d'azione, riesce anche a toccare le corde dell'animo attraverso momenti toccanti e commoventi.

La trama si concentra su Kaneda e Tetsuo; il primo è il capo di una banda di motociclisti, il secondo è il membro più giovane della suddetta banda, ma dopo un incidente in moto sarà curato dai medici governativi e non sarà più lo stesso, sviluppando innati poteri psichici, il che lo porterà a risvegliare colui che venti anni prima aveva quasi distrutto il mondo: un bambino di nome Akira, dotato di poteri psichici ancora più forte di quelli di Tetsuo, quale si alleerà con lui.
Kaneda combatterà quindi Tetsuo e Akira, aiutato dalla bella Key, suo fratello Ryu e la corpulenta Chiyoko. Ci saranno poi molti personaggi a fare da contorno e a riempire i tasselli decisivi che compongono la trama di quest'opera.

La trama, come ho detto, è innovativa, considerando che il manga è dell'82. I disegni sono eccelsi, anche se però devo dire che io ho letto l'edizione a colori della Glènat, ormai introvabile. Otomo, oltre a un'ottima scelta stilistica e ad una trama superba, si districherà con successo anche in argomenti più filosofici quale l'uomo e il suo rapporto con l'universo e l'evoluzione della specie umana,senza mai risultare pesante.
Insomma, come "Dragon Ball" è il perfetto esempio di battle shonen, si può dire che "Akira" sia il pilastro del seinen d'azione, che ha ispirato e continuerà ad ispirare tantissime opere future.


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ste89master

Volumi letti: 6/6 --- Voto 10
Akira è un grandissimo fumetto, il successo e tutte le recensioni positive sono la prova della grande forza di questa opera. Tutte le nuove generazioni di fumetti fantascientifici prendono come riferimento questo fumetto. Personalmente ho letto l'edizione a colori e sto cercando di recuperare i numeri che mi mancano della Collection in B/N. L'unica pecca di questo fumetto è la sua reperibilità, difatti tutte le edizioni e tutti i volumi sono esauriti da tempo, obbligando il consumatore a girare per fiere del fumetto in cerca degli albi perduti.

La storia affronta grandi temi e non risente affatto della sua "vecchiaia" (sono passati solo 21 anni dalla prima pubblicazione). I personaggi si muovono tutti molto bene nella storia, sono ben caratterizzati e li percepiamo come "vivi" e non come semplici disegni. Ottimo anche il finale, tutto quadra e tutto ha un suo senso sia estetico che morale. Consiglio quest'opera, veramente, a tutti.

Aka Shima

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Aka Shima

Volumi letti: 6/6 --- Voto 10
questo manga è assolutamente un vero capolavoro! La prima volta che l'ho letto ci sono stata male per due giorni, questa storia è tristissima è il destino di alcuni personaggi è troppo crudele! Fra tutti i manga che ho letto, questo è senza dubbio il migliore.
I disegni sono eccezionali, molto realistici e ben curati, e Tetsuo è bellissimo!
La storia è avvincente, anche se preferisco senza dubbio la seconda parte, innanzitutto perchè c'è quasi sempre Tetsuo, e poi perchè finalmente comincia a muoversi qualcosa nella storia. I primi 3 volumi infatti mi sembrano molto "guardie e ladri", è un continuo passarsi il piccolo Akira.
Il personaggio che odio è Kay, è boriosa e antipatica e, a parer mio, non è molto importante ai fini della storia.
Anche il film è eccezionale, la grafica è splendida, anche se la storia mi sembra un po' povera, comunque è un gran bel film. Il grande Tetsuo regna!


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Kouga

Volumi letti: 6/6 --- Voto 10
Capolavoro indiscusso degli Anni "80. Se non ci fosse un limite minimo di 300 caratteri per recensire un prodotto, mi limiterei ad una frase per definire l'opera prima del maestro Otomo. Non mi dilungherò sulla trama che ormai tutti sapete, ma su quello che ha rappresentato Akira per me: è il primo lungometraggio d'animazione giapponese che ho visionato in vita mia, rimasi incantato dal design, dalla splendida colonna sonora e dalla frenesia dell'azione, benché essendo piccolo non potei capire ed apprezzare a pieno il plot narrativo. Una volta cresciuto e diventato Otaku a pieno regime, non potevo esimermi dall'acquistare la mastodontica Akira Collection in 6 volumi edita da Panini (ed è ancora lì esposta sullo scaffale insieme ai gashapon di Kaneda e Tetsuo e il DVD della Collector's Edition del film, in uno scaffale "a tema". Complotti politici, fantascienza, guerra, azione, corse in moto, amicizia, amore, famiglia, solitudine, potere, crudeltà... tutto si mescola in questa meravigliosa opera che, nonostante la mole sostanziosa di pagine, si farà leggere da voi tutta d'un fiato. Akira è un prodotto impegnato che non va preso alla leggera così "tanto per", ma al contempo saprà restituire al lettore il tempo speso dando a fine opera un completo senso d'appagamento desiderando di poter leggere quanto prima altre opere del maestro. Ma ora come ora, forse in Italia è meglio dirigersi sul campo animato e a tal proposito, come non consigliarvi il recente Freedom... ?

Kei kurono

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Kei kurono

Volumi letti: 13/6 --- Voto 10
Semplicemente uno dei più bei manga della storia! E' stata una piacevolissima scoperta per me, che me lo sono divorato completamente. Rientra nella mia top 3 in assoluto. Akira è un opera fresca, perfetta praticamente su quasi tutti i punti di vista (Otomo disegna i grattacieli in una maniera perfetta) con una sceneggiatura da oscar e dei personaggi da epopea... Otomo dopo Akira non è più stato capace di ripetersi, anche se <i>Sogni di Bambini</i> (il manga più raro d'Italia) e la raccolta <i>Memories</i> sono anch'essi dei capolavori assoluti.
Questo manga è imperdibile! Un must assoluto che tutti quelli che leggono fumetti (manga e non) dovrebbero leggere!


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Hadrill

Volumi letti: 6/6 --- Voto 8
Akira è un manga visionario, in cui scenari da incubo, realizzati con incomparabile maestria, servono come sfondo a una storia incentrata sull'amicizia e il rispetto della vita umana, toccando vertici di drammaticità e poesia, rimasti ineguagliati nel panorama del fumetto mondiale.
Akira è un titolo che non può mancare nelle letture di un appassionato di manga, e in Italia è stato pubblicato in più versioni, alcune delle quali a colori: io però consiglio di cercare la versione Planet, che recupera l'originale bianco e nero, di gran lunga più affascinante.


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daniel

Volumi letti: 13/6 --- Voto 5
Iniziai a seguire quest'opera dopo aver visionato il lungometraggio e, visto che la trama del film non mi convinse più di tanto (soprattutto la seconda metà dell'anime), optai per il manga.
I disegni e meccanismi a cui ci ha abituati Otomo ci sono (e fin qui la cosa va più che bene), purtroppo ci sono anche i difetti che lo perseguitano: storia che non si regge più di tanto in piedi e una sceneggiatura che, benché in alcuni punti risulti più comprensibile della versione animata, (secondo me) non risulta sufficiente a risollevare le sorti dell'opera in sé.
Di tutto quello che Otomo ha prodotto dal punto di vista cartaceo (e di cui ho letto), quello che ho apprezzato di più è stato "Memories" ( di cui tra l'alto vi è la versione animata) della Star Comics.
In questa raccolta di storie, vi è una in particolare, intitolata "Fire Ball" (creata nel 1979), in cui troviamo tutte le idee che avrebbero portato alla creazione di Akira.
La cosa particolare è che, benché sia una storia breve, risulta dal punto di vista narrativo e di sceneggiatura più interessante.
Peccato che Otomo non abbia deciso di produrre l'anime da questa storia, penso che ne avrebbe giovato.
Concludo consigliando la lettura a coloro che hanno apprezzato appieno la versione animata; a tutti gli altri invece consiglierei di lasciar perdere.

Otomo è così: o lo ami o lo odi.


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GIGIO

Volumi letti: 13/6 --- Voto 9
Dando 9, considerando che sono stretto di maniche, faccio capire la bellezza di questo manga. Un opera entusiasmante e ricca di colpi di scena in un'ambientazione apocalittica egregiamente disegnata. La lettura è effettivamente impegnativa ed a tratti complicata ma quando ci si immerge completamente in un manga, come in questo caso, la difficoltà passo in secondo piano. Si legge tutto d'un fiato. Una storia molto originale dove Katsuhiro Otomo (era la sua prima opera che ho letto o visto) mi è subito piaciuto. Non restando punti oscuri la trama scorre via veloce, ben raccontata e alla fine ben compresa. Una trama che è ovviamente fantascientifica ma non eccessivamente quindi adatto anche per chi ama di più manga "realistici". Con Akira l'azione non manca e ne consiglio veramente la lettura a tutti coloro che amano i manga. Peccato solo che per reperirlo bisogna dar fondo a parecchi quattrini. Un classico, ottimo!

XXXLange

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XXXLange

Volumi letti: 13/6 --- Voto 10
Semplicemente il mio manga preferito! Un'avventura dai ritmi e dalla tempistica perfetti. Una trama complessa narrata nella maniera più avvincente possibile grazie ad una regia sapiente ed a dir poco straordinaria. Così straordinaria che in seguito Otomo non è più riuscito a ripetersi. Restano comunque a testimonianza innegabile del suo immenso talento almeno l'omonimo cartone e la storia breve Domu (e visto il valore del materiale in questione sono più che sufficienti).

Bread Pak

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Bread Pak

Volumi letti: 6/6 --- Voto 7
Cosa mi ha lasciato quest'opera? Ho faticato non poco a leggerla, ho dovuto penare non poco per recuperare questa storia ma al di la di ciò l'atto stesso di leggerla è stato uno sforzo. Una storia dal forte impatto che però perde nel confronto della sua controparte animata. Penso che viva di grosse forzature nella disparità tra i due amici/nemici Tetsuo, Kaneda, i protagonisti di questa storia. Di scelte registiche imprecise sullo scorrere del tempo all'interno della storia, ore che sembrano secondi e secondi che sembrano ore. Tutti gli scrittori lo fanno, ma come succedi qui risulta macchinoso e incoerente proprio nella successione delle tavole. Per il resto a parte questi appunti è un'opera maestosa e ambiziosa, una visione futurista di un mondo rassegnato se non per il finale (purtroppo). E' un fumetto che ha segnato un'epoca e che ha alzato gli standard qualitativi del fumetto (insomma lo considero il Devilman degli anni ottanta). Tutto questo accompagnato da una grafica iperrealistica. Manca qualcosa a giustificare un voto così basso? Un personaggio è svanito, così, dopo aver fatto una rivelazione dalle molteplici conseguenze senza onere ne gloria. Tetsuo il cui potere è così ballerino, capace di abbattere un satellite gigantesco e di far ricomparire intere città e non riesce a uccidere una persona: non vuole ucciderla? Gioca al gatto col topo? Forse l'aspettativa troppo alta me lo ha rovinato, eppure credo di aver letto di molto meglio. D'altra parte va letto, anche solo per il fatto che è divenuto termine di paragone, un must, un cult, o come vi piace chiamarlo.

Mitico_Jack

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Mitico_Jack

Volumi letti: 6/6 --- Voto 10
13, non 10 sarebbe il voto giusto. E' un manga unico inimitabile, i disegni sono perfetti non solo dal punto di vista dei personaggi, ma ,e sopratutto, dal punto di vista architettonico. Infatti Otomo nasce come architetto (se si nota comparato a altri fumetti si nota subito lo stile architettonico). Alle volte è intricato, difficile da comprendere, stordiscono quasi le immagini di Tesuo che cambia forma, talvolta schifano. Resta comunque un manga attuale, fantastico, e oramai troppo svalutato, troppe poche persone lo leggono ultimamente. E' inutile scrivere che lo consiglierei a tutti.

Zooropa

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Zooropa

Volumi letti: 6/6 --- Voto 10
Manga superbo, unico, leggendario. Ha avuto diverse edizioni rivisitate e corrette nel corso degli anni ed ogni volta risultava avvincente. Se siete stati tra quelli, come me d'altronde, ad aver conosciuto Akira tramite il film, stenterete a riconoscere le due storie! Tanto è smozzicata ed incomprensibile quella del film (che copre sì e no il 20% della storia del manga), tanto è epica e ben strutturata quella del fumetto! Non ho molto altro da dire su questo classico se non che se non l'avete letto... tuffatevi in fumetteria a comprarlo! non può mancare in alcuna libreria che si rispetti di un appassionato di fumetti (non necessariamente giapponesi).