Il vampiro che ride
"Il Vampiro che ride" è un manga che viene citato spesso come lettura meritevole, perciò ho seguito il mio istinto, e ho comprato la serie completa di due volumi della Coconino press, che attualmente detiene i diritti di tutti i volumi di questo splendido autore pubblicati in Italia.
Suehiro Maruo ha uno stile unico, inconfondibile. E mi ha stregato.
La cosa che più mi piace di lui è che non ha censure, raffigura meticolosamente le scene macabre e sessuali.
Questa storia si incentra, come da titolo, sulla vita dei vampiri. Il sangue e la crudeltà abbondano e non vi sono limiti. Una signora che da più di un secolo vaga per il Giappone, cerca il compagno che la possa aiutare a sopravvivere. E sceglie un adolescente.
Entriamo nel suo punto di vista, delle percezioni profonde che ha un vampiro, l'incredibile sete di sangue e l'indifferenza alla vita umana e la spietatezza degli omicidi.
L'attenzione è anche puntata sulla società giapponese, raffigurata come assai spenta, annoiata, perversa, aggressiva, violenta, la gioventù alla deriva. Un ragazzino insospettabile si aggira di notte ad appiccare incendi per puro divertimento.
Un giorno, il giovane vampiro incontra una sua compagna di classe, ridotta anche lei a una vita monotona e vittima di stupro e decide di donarle l'immortalità, da allora i due diventano inseparabili, osservatori di una società macabra, piena di perversione sessuale, nonché alienazione e indifferenza.
Lo stile narrativo è tipicamente cinematografico, non ci sono mai tempi morti, nulla è lasciato al caso. Francamente ho amato lo stile unico di questo splendido autore.
Il tratto è caratteristico e unico, dettagliato e accurato.
L'edizione della Coconino è molto bella, formato grande e pagine spesse.
Ho letto di questo autore già "Il Bruco" e sicuramente leggerò altre sue opere.
Ne consiglio vivamente la lettura.
Suehiro Maruo ha uno stile unico, inconfondibile. E mi ha stregato.
La cosa che più mi piace di lui è che non ha censure, raffigura meticolosamente le scene macabre e sessuali.
Questa storia si incentra, come da titolo, sulla vita dei vampiri. Il sangue e la crudeltà abbondano e non vi sono limiti. Una signora che da più di un secolo vaga per il Giappone, cerca il compagno che la possa aiutare a sopravvivere. E sceglie un adolescente.
Entriamo nel suo punto di vista, delle percezioni profonde che ha un vampiro, l'incredibile sete di sangue e l'indifferenza alla vita umana e la spietatezza degli omicidi.
L'attenzione è anche puntata sulla società giapponese, raffigurata come assai spenta, annoiata, perversa, aggressiva, violenta, la gioventù alla deriva. Un ragazzino insospettabile si aggira di notte ad appiccare incendi per puro divertimento.
Un giorno, il giovane vampiro incontra una sua compagna di classe, ridotta anche lei a una vita monotona e vittima di stupro e decide di donarle l'immortalità, da allora i due diventano inseparabili, osservatori di una società macabra, piena di perversione sessuale, nonché alienazione e indifferenza.
Lo stile narrativo è tipicamente cinematografico, non ci sono mai tempi morti, nulla è lasciato al caso. Francamente ho amato lo stile unico di questo splendido autore.
Il tratto è caratteristico e unico, dettagliato e accurato.
L'edizione della Coconino è molto bella, formato grande e pagine spesse.
Ho letto di questo autore già "Il Bruco" e sicuramente leggerò altre sue opere.
Ne consiglio vivamente la lettura.
La narrazione inizia con un rimando alle desolate rovine cosparse di cadaveri e di sciami di mosche di Hiroshima e Nagasaki; dopodiché si sposta nell'attuale Giappone, dove i vizi e i mali prodotti dall'umanità - ed in particolare da una gioventù ridotta allo sbando - non si sono ancora estinti dopo una catastrofe apocalittica, inimmaginabile ed annichilente. Poco importa che un'anziana donna vampiro sia sopravvissuta all'inferno post atomico e sia giunta sino ai giorni nostri per mietere qualche vittima innocente succhiandole il sangue, talvolta facendola rinascere come vampiro. Lei è il male minore, allo stesso modo dei suoi "figli"; il vero male è la razza umana, così abnorme, ottusa, viziata, corrotta, perversa, animalizzata: mostruosa più di ogni vero mostro partorito dalla sua stessa immaginazione.
E' questo il pensiero filosofico, estremamente nichilista, oltremodo pessimista, di Suehiro Maruo, vero e proprio maestro dell'horror lucido, grottesco, impegnato ed estremo. Suo è il capolavoro "Midori Shoujo Tsubaki", il quale riprende le suddette tematiche pur rimanendo di base un racconto folkloristico di natura prettamente buddhista; suo è anche il qui presente "Warau Kyuuketsuki", alias "Il Vampiro che Ride" per noi italiani: quest'ultimo titolo, contrariamente a "Midori Shoujo", è molto più improntato sull'azione pura, la quale tuttavia è ben dosata e non toglie eccessivo spazio al sapore filosofico tipico delle opere più strettamente di nicchia dell'autore.
Ritornando a parlare della narrazione, essa, dopo il suo tetro esordio, si sofferma sulla decadenza della società giapponese, mostrando una totale assenza di consapevolezza, una marcata perversione sessuale, nonché alienazione e indifferenza. I due vampiri adolescenti protagonisti del racconto sono gli unici che riescono a maturare dei valori, contrariamente agli esseri umani che li circondano, i quali si dilettano in orge in cui si vestono da nazisti, violentano minorenni, indossano maschere per non farsi riconoscere dai loro vergognosi simili. In particolare, le perversioni sessuali rappresentate da Suehiro Maruo di solito sono incentrate su persone giovanissime, e sono raffigurate in modo talmente grottesco che paiono caricature del viscerale complesso lolicon di cui sembra soffrire a malo modo la società giapponese. Particolarmente impressionante è una scena in cui una donna vampiro strappa il cuore ad una persona e si masturba con esso, emanando acute grida di piacere.
A livello artistico Suehiro Maruo è un vero portento, ed il suo stile di disegno è inconfondibile, dettagliato, accurato, affascinante. La regia delle tavole è cinematografica, ed è ben evidente che il suddetto autore abbia un bagaglio culturale notevole per quanto riguarda il cinema degli anni quaranta e cinquanta, nonché l'arte espressionista in senso stretto. Molto affascinanti sono gli inquietanti voli di corvi caratteristici di questo genere di manga, le conturbanti sequenze da incubo, gli sguardi freddi e taglienti dei personaggi. I fondali sono estremamente curati nei dettagli, cupi e spaventosi come tutto il resto. Suehiro Maruo ha indubbiamente fatto scuola, ed artisti del calibro di Usamaru Furuya ("Litchi De Hikari Club") si sono palesemente ispirati al suo modo di concepire l'horror ed il grottesco.
L'unico difetto che mi sento di imputare al manga in generale è la bruttezza del suo finale, il quale a parer mio poteva essere reso più incisivo e sanguinoso, come ad esempio quello di "Litchi De Hikari Club", ovvero un catartico bagno di sangue nettamente più angoscioso e significativo di un epilogo vampiresco che mi è parso sin troppo aperto e vago.
In conclusione, devo ammettere che la nuova edizione della Coconino Press in due volumi è ottima, e presenta pagine spesse e copertine fedeli alle originali giapponesi.
E' questo il pensiero filosofico, estremamente nichilista, oltremodo pessimista, di Suehiro Maruo, vero e proprio maestro dell'horror lucido, grottesco, impegnato ed estremo. Suo è il capolavoro "Midori Shoujo Tsubaki", il quale riprende le suddette tematiche pur rimanendo di base un racconto folkloristico di natura prettamente buddhista; suo è anche il qui presente "Warau Kyuuketsuki", alias "Il Vampiro che Ride" per noi italiani: quest'ultimo titolo, contrariamente a "Midori Shoujo", è molto più improntato sull'azione pura, la quale tuttavia è ben dosata e non toglie eccessivo spazio al sapore filosofico tipico delle opere più strettamente di nicchia dell'autore.
Ritornando a parlare della narrazione, essa, dopo il suo tetro esordio, si sofferma sulla decadenza della società giapponese, mostrando una totale assenza di consapevolezza, una marcata perversione sessuale, nonché alienazione e indifferenza. I due vampiri adolescenti protagonisti del racconto sono gli unici che riescono a maturare dei valori, contrariamente agli esseri umani che li circondano, i quali si dilettano in orge in cui si vestono da nazisti, violentano minorenni, indossano maschere per non farsi riconoscere dai loro vergognosi simili. In particolare, le perversioni sessuali rappresentate da Suehiro Maruo di solito sono incentrate su persone giovanissime, e sono raffigurate in modo talmente grottesco che paiono caricature del viscerale complesso lolicon di cui sembra soffrire a malo modo la società giapponese. Particolarmente impressionante è una scena in cui una donna vampiro strappa il cuore ad una persona e si masturba con esso, emanando acute grida di piacere.
A livello artistico Suehiro Maruo è un vero portento, ed il suo stile di disegno è inconfondibile, dettagliato, accurato, affascinante. La regia delle tavole è cinematografica, ed è ben evidente che il suddetto autore abbia un bagaglio culturale notevole per quanto riguarda il cinema degli anni quaranta e cinquanta, nonché l'arte espressionista in senso stretto. Molto affascinanti sono gli inquietanti voli di corvi caratteristici di questo genere di manga, le conturbanti sequenze da incubo, gli sguardi freddi e taglienti dei personaggi. I fondali sono estremamente curati nei dettagli, cupi e spaventosi come tutto il resto. Suehiro Maruo ha indubbiamente fatto scuola, ed artisti del calibro di Usamaru Furuya ("Litchi De Hikari Club") si sono palesemente ispirati al suo modo di concepire l'horror ed il grottesco.
L'unico difetto che mi sento di imputare al manga in generale è la bruttezza del suo finale, il quale a parer mio poteva essere reso più incisivo e sanguinoso, come ad esempio quello di "Litchi De Hikari Club", ovvero un catartico bagno di sangue nettamente più angoscioso e significativo di un epilogo vampiresco che mi è parso sin troppo aperto e vago.
In conclusione, devo ammettere che la nuova edizione della Coconino Press in due volumi è ottima, e presenta pagine spesse e copertine fedeli alle originali giapponesi.
In quest'opera, il maestro dell'ero guro Suehiro Maruo, ci mostra in tutta il loro orrore e crudeltà i peggiori vizi umani, appoggiandosi al mito del Vampiro.
Ovviamente, dimenticativi belle fanciulle innocenti e innocui morsi sul collo! I vampiri di Maruo sono lontani anni luce da quelli proposti negli attuali film tanto amati dal giovane pubblico femminile!
In un Giappone quantomai spoglio e triste, faremo la conoscenza di Rakuda Onna, vampiro secolare che quando era ancora una donna umana, si è trovata a subire le più cruente angherie a causa del suo sgradevole aspetto esteriore. Sola e insoddisfatta, più volte tradita, cerca tra gli umani qualcuno da rendere mostro come lei, per avere un compagno. I suoi sogni sembrano realizzarsi quando la sua strada si unisce a quella del giovane Konosuke Mori, studente delle superiori e in seguito alla fragile Luna, ragazza vittima di violenze carnali che non riesce più a trovare un senso nella sua vita. Attorno a loro, seguiremo brevi percorsi di vita dei vari personaggi che fanno da sfondo alla storia, tutti con i loro drammi, vizi e perversioni.
Nelle storie di Maruo, nessuno è risparmiato. Ogni sorriso può celare il più agghiacciante dei segreti, mentre può esserci una spiegazione dietro ogni gesto all'apparenza crudele. I temi maggiormente affrontati sono la gioventù giapponese e il problema dell'enjokosai, la solitudine e la ribellione, il mancato dialogo tra adolescenti e genitori, la violenza che si consuma per le strade e il mondo ripugnante e senza regole dei party sessuali più depravati, nascosti alla gente comune, dove persone di ogni livello perdono contegno e dignità, celando se stessi dietro ad un costume e fuggendo al primo segnale di allarme.
La violenza e la sessualità promiscua sembrano quasi parte della vita quotidiana, e nessuno vi bada più di tanto, salvo per usarla come argomento di gossip quando un omicidio è sulla bocca di tutti, per poi finire nel dimenticatoio.
Chi segue le opere di Maruo, ritroverà ne "Il vampiro che ride" il tratto solito del mangaka, e non farà fatica ad immergersi nella storia, a volte ricca d'azione, a volte quasi muta, ma dove scenari ed espressioni valgono più di mille parole.
Non mancano le evoluzioni (o degenerazioni) psicologiche dei personaggi.
Conclusioni finali
Il mio voto per questo manga è 7.
Un voto che va oltre la sufficienza piena.
La trama è scorrevole e ricca di colpi di scena e, cosa strana poiché il tema del vampiro ci viene proposto da anni in tutte le salse, mai banale.
Un'opera che, coinvolge e fa riflettere, che a volte ci disgusta con le sue immagini e la sua schiettezza, ma sempre ottimo specchio di una parte di realtà che ci scorre quotidianamente davanti agli occhi o al telegiornale.
Come sempre, sconsiglio gli ero guro alle persone sensibili, che potrebbero interrompere la lettura a causa delle immagini, senza comprendere così il significato dell'autore, ma lo sconsiglio anche a chi, al contrario, spera di trovare in quest'opera un sostituto di un buon film horror/splatter. Le scene non sono sempre gradevoli, questo è vero, ma la violenza di quest'opera è soprattutto psicologica, pertanto la consiglio a chi, senza impegni, vuole trovare in un manga un po' particolare, uno spunto di riflessione.
Ovviamente, dimenticativi belle fanciulle innocenti e innocui morsi sul collo! I vampiri di Maruo sono lontani anni luce da quelli proposti negli attuali film tanto amati dal giovane pubblico femminile!
In un Giappone quantomai spoglio e triste, faremo la conoscenza di Rakuda Onna, vampiro secolare che quando era ancora una donna umana, si è trovata a subire le più cruente angherie a causa del suo sgradevole aspetto esteriore. Sola e insoddisfatta, più volte tradita, cerca tra gli umani qualcuno da rendere mostro come lei, per avere un compagno. I suoi sogni sembrano realizzarsi quando la sua strada si unisce a quella del giovane Konosuke Mori, studente delle superiori e in seguito alla fragile Luna, ragazza vittima di violenze carnali che non riesce più a trovare un senso nella sua vita. Attorno a loro, seguiremo brevi percorsi di vita dei vari personaggi che fanno da sfondo alla storia, tutti con i loro drammi, vizi e perversioni.
Nelle storie di Maruo, nessuno è risparmiato. Ogni sorriso può celare il più agghiacciante dei segreti, mentre può esserci una spiegazione dietro ogni gesto all'apparenza crudele. I temi maggiormente affrontati sono la gioventù giapponese e il problema dell'enjokosai, la solitudine e la ribellione, il mancato dialogo tra adolescenti e genitori, la violenza che si consuma per le strade e il mondo ripugnante e senza regole dei party sessuali più depravati, nascosti alla gente comune, dove persone di ogni livello perdono contegno e dignità, celando se stessi dietro ad un costume e fuggendo al primo segnale di allarme.
La violenza e la sessualità promiscua sembrano quasi parte della vita quotidiana, e nessuno vi bada più di tanto, salvo per usarla come argomento di gossip quando un omicidio è sulla bocca di tutti, per poi finire nel dimenticatoio.
Chi segue le opere di Maruo, ritroverà ne "Il vampiro che ride" il tratto solito del mangaka, e non farà fatica ad immergersi nella storia, a volte ricca d'azione, a volte quasi muta, ma dove scenari ed espressioni valgono più di mille parole.
Non mancano le evoluzioni (o degenerazioni) psicologiche dei personaggi.
Conclusioni finali
Il mio voto per questo manga è 7.
Un voto che va oltre la sufficienza piena.
La trama è scorrevole e ricca di colpi di scena e, cosa strana poiché il tema del vampiro ci viene proposto da anni in tutte le salse, mai banale.
Un'opera che, coinvolge e fa riflettere, che a volte ci disgusta con le sue immagini e la sua schiettezza, ma sempre ottimo specchio di una parte di realtà che ci scorre quotidianamente davanti agli occhi o al telegiornale.
Come sempre, sconsiglio gli ero guro alle persone sensibili, che potrebbero interrompere la lettura a causa delle immagini, senza comprendere così il significato dell'autore, ma lo sconsiglio anche a chi, al contrario, spera di trovare in quest'opera un sostituto di un buon film horror/splatter. Le scene non sono sempre gradevoli, questo è vero, ma la violenza di quest'opera è soprattutto psicologica, pertanto la consiglio a chi, senza impegni, vuole trovare in un manga un po' particolare, uno spunto di riflessione.
In attesa della pubblicazione del suo nuovo lavoro, Il mistero dell'isola Panorama, volevo spendere due parole su Il vampiro che ride, a mio parere uno dei migliori manga horror mai pubblicati in Italia.
La trama si basa su una cruda riflessione sociale incentrata sulla superficialità con cui le nuove generazioni (i protagonisti sono semplici ragazzini) trattano il proprio corpo e il sesso, dando vita a un'iperbole folle dove alla fine i vampiri si rivelano gli esseri più puri di una società allo sbando, gli unici in grado di emanare una loro propria etica.
In questo lavoro Maruo lascia da parte gli eccessi gratuiti di altre sue opere per creare un manga mainstream, dove le scene più violente e insopportabili sono tutte al servizio della storia, spingendo il lettore a riflessioni scomode e mai banali.
I disegni di Maruo, autentico maestro dell'underground giapponese, sono realistici ed estremamente raffinati, ideali per tratteggiare il mondo a tinte fosche descritto nella storia.
L'edizione è nella media dell'editore (Coconino), con un'ottima stampa e buon lavoro sui testi. Il volume è esaurito da molti anni, ma sul sito dell'editore è dato in ristampa, per cui si può sinceramente sperare in un suo ritorno nelle fumetterie. Esiste anche un seguito, mai pubblicato in Italia, ma la fruizione della storia non ne risente affatto.
Consiglio il volume a tutti gli appassionati dell'horror, ma anche a chi ama i manga di nicchia: si tratta indubbiamente dell'opera ideale per conoscere uno dei più raffinati (e scomodi) esponenti della storica rivista Garo, che ha influenzato profondamente lo stile di moltissimi autori.
La trama si basa su una cruda riflessione sociale incentrata sulla superficialità con cui le nuove generazioni (i protagonisti sono semplici ragazzini) trattano il proprio corpo e il sesso, dando vita a un'iperbole folle dove alla fine i vampiri si rivelano gli esseri più puri di una società allo sbando, gli unici in grado di emanare una loro propria etica.
In questo lavoro Maruo lascia da parte gli eccessi gratuiti di altre sue opere per creare un manga mainstream, dove le scene più violente e insopportabili sono tutte al servizio della storia, spingendo il lettore a riflessioni scomode e mai banali.
I disegni di Maruo, autentico maestro dell'underground giapponese, sono realistici ed estremamente raffinati, ideali per tratteggiare il mondo a tinte fosche descritto nella storia.
L'edizione è nella media dell'editore (Coconino), con un'ottima stampa e buon lavoro sui testi. Il volume è esaurito da molti anni, ma sul sito dell'editore è dato in ristampa, per cui si può sinceramente sperare in un suo ritorno nelle fumetterie. Esiste anche un seguito, mai pubblicato in Italia, ma la fruizione della storia non ne risente affatto.
Consiglio il volume a tutti gli appassionati dell'horror, ma anche a chi ama i manga di nicchia: si tratta indubbiamente dell'opera ideale per conoscere uno dei più raffinati (e scomodi) esponenti della storica rivista Garo, che ha influenzato profondamente lo stile di moltissimi autori.
Eccomi a recensire un'altra grande opera di quest'autore. Anche in questo caso abbiamo a che fare con un'opera esclusivamente dedicata ad un pubblico adulto.
Il vampiro che ride, rispetto a Midori, è anch'essa un'opera di denuncia sociale verso la depravazione della società giapponese, ma è molto più incentrata all'azione. Il manga in questione fa il verso al mito di Dracula; la storia inizia con una donna di 103 anni che è alla ricerca di un compagno che l'aiuti a sopravvivere.
Trovato un compagno ideale (il protagonista del manga) lo istruirà sulla sua nuova condizione; nel frattempo però, l'autore ci mostra la perversione che regna sovrana tra i giovani locali, ed in particolare si sofferma su alcuni ragazzi in particolare.
C'è da premettere che la storia è divisa in due parti, la prima buttata sul filosofico (come piace a Maruo), l'altra sull'azione (ed infatti risulta alquanto debole e realizzata solo per dare un finale all'opera), ed è sulla prima parte che mi soffermerò. Gli altri personaggi che si affiancano al neo-vampiro sono due giovani studenti. La prima è una studentessa che si sente abbandonata dalla propria famiglia e che in seguito ad uno stupro perde la voglia di vivere, e ciò la spingerà ad accettare la proposta che gli farà in seguito il protagonista (non vi sto a spoilerare perchè è davvero un colpo di scene che ha stupito anche me).
L'altro "protagonista" è un ragazzo del tutto normale che non riesce però a distinguere il bene dal male, e che ben presto si troverà nel bel mezzo di un circolo vizioso basato su un susseguirsi di omicidi e che non si renderà conto di essere impazzito.
Al termine della prima parte del manga avremo quindi uno scenario in cui i vampiri sono i buoni e le persone normali sono i cattivi.
La seconda parte del manga non merita molta attenzione, si tratta solo di una storia che tappa i buchi della prima parte. L'unica nota da segnalare è che i temi del sadomasochismo, la violenza sessuale, l'ambiguità sessuale sono molto ricorrenti e molto sentiti. Il tutto verte su una storia di rapimento e di scontri tra gruppi di vampiri.
Rispetto a Midori reputo quest'opera un pochino inferiore, ma di sicuro adatta ad un pubblico più ampio. Mi sento di consigliarne l'acquisto, ma la totale impossibilità di reperirlo (è ancora più raro di Midori) mi porta a consigliare, nel peggiore dei casi, la lettura tramite scans straniere. Un'altra ottima prova per Maruo.
Il vampiro che ride, rispetto a Midori, è anch'essa un'opera di denuncia sociale verso la depravazione della società giapponese, ma è molto più incentrata all'azione. Il manga in questione fa il verso al mito di Dracula; la storia inizia con una donna di 103 anni che è alla ricerca di un compagno che l'aiuti a sopravvivere.
Trovato un compagno ideale (il protagonista del manga) lo istruirà sulla sua nuova condizione; nel frattempo però, l'autore ci mostra la perversione che regna sovrana tra i giovani locali, ed in particolare si sofferma su alcuni ragazzi in particolare.
C'è da premettere che la storia è divisa in due parti, la prima buttata sul filosofico (come piace a Maruo), l'altra sull'azione (ed infatti risulta alquanto debole e realizzata solo per dare un finale all'opera), ed è sulla prima parte che mi soffermerò. Gli altri personaggi che si affiancano al neo-vampiro sono due giovani studenti. La prima è una studentessa che si sente abbandonata dalla propria famiglia e che in seguito ad uno stupro perde la voglia di vivere, e ciò la spingerà ad accettare la proposta che gli farà in seguito il protagonista (non vi sto a spoilerare perchè è davvero un colpo di scene che ha stupito anche me).
L'altro "protagonista" è un ragazzo del tutto normale che non riesce però a distinguere il bene dal male, e che ben presto si troverà nel bel mezzo di un circolo vizioso basato su un susseguirsi di omicidi e che non si renderà conto di essere impazzito.
Al termine della prima parte del manga avremo quindi uno scenario in cui i vampiri sono i buoni e le persone normali sono i cattivi.
La seconda parte del manga non merita molta attenzione, si tratta solo di una storia che tappa i buchi della prima parte. L'unica nota da segnalare è che i temi del sadomasochismo, la violenza sessuale, l'ambiguità sessuale sono molto ricorrenti e molto sentiti. Il tutto verte su una storia di rapimento e di scontri tra gruppi di vampiri.
Rispetto a Midori reputo quest'opera un pochino inferiore, ma di sicuro adatta ad un pubblico più ampio. Mi sento di consigliarne l'acquisto, ma la totale impossibilità di reperirlo (è ancora più raro di Midori) mi porta a consigliare, nel peggiore dei casi, la lettura tramite scans straniere. Un'altra ottima prova per Maruo.