Hojo World 3 - L'estate della adolescenza
Leggete questa perla!
Hojo con questa storia ha voluto trattare la guerra, parlandone in maniera trasversale, di come la società sia oppressa dal conflitto.
Sogni infranti, razzismo, ingiustizie, campi di concentramento tutti i temi che vediamo in opere del genere, ma con gli occhi di un giapponese. Questo manga è la prova che tutti devono aprirsi mentalmente e leggere storie da tutto il mondo, sento spesso, sminuire i manga, semplicemente perché hanno un modo di comunicare diverso, ma è proprio quella diversità a renderli unici e "l'estate della mia adolescenza" è un esempio. Trattare la guerra con gli occhi di ha perso la guerra permette alle storie di avere pieghe uniche che altri autori non possono toccare, non perché non siano bravi, ma perché semplicemente non hanno lo stesso vissuto.
A mio paarere, serve assolutamente una ristampa di tutti e sei i volumi di "Hojo world". Tutti hanno bisogno di conoscere lo splendore di queste perle.
Concentrandoci sul volume in questione, è una raccolta di tre storie brevi, tutte e tre girano intorno al tema della guerra, mostrando di come il popolo sia solo vittima dei costrutti dei poteri.
"Le guerre sono fatte da persone che uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono" questa frase di Neruda racchiude perfettamente ciò che Hojo voleva comunicare con questa raccolta di storie brevi, e soprattutto in questo periodo di conflitti storie del genere non possono che fare bene, leggetelo e parlatene con più persone possibili, serve una ristampa, bisogna mandare avanti opere di questo calibro che mostrano lo schifo della guerra.
Hojo con questa storia ha voluto trattare la guerra, parlandone in maniera trasversale, di come la società sia oppressa dal conflitto.
Sogni infranti, razzismo, ingiustizie, campi di concentramento tutti i temi che vediamo in opere del genere, ma con gli occhi di un giapponese. Questo manga è la prova che tutti devono aprirsi mentalmente e leggere storie da tutto il mondo, sento spesso, sminuire i manga, semplicemente perché hanno un modo di comunicare diverso, ma è proprio quella diversità a renderli unici e "l'estate della mia adolescenza" è un esempio. Trattare la guerra con gli occhi di ha perso la guerra permette alle storie di avere pieghe uniche che altri autori non possono toccare, non perché non siano bravi, ma perché semplicemente non hanno lo stesso vissuto.
A mio paarere, serve assolutamente una ristampa di tutti e sei i volumi di "Hojo world". Tutti hanno bisogno di conoscere lo splendore di queste perle.
Concentrandoci sul volume in questione, è una raccolta di tre storie brevi, tutte e tre girano intorno al tema della guerra, mostrando di come il popolo sia solo vittima dei costrutti dei poteri.
"Le guerre sono fatte da persone che uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono" questa frase di Neruda racchiude perfettamente ciò che Hojo voleva comunicare con questa raccolta di storie brevi, e soprattutto in questo periodo di conflitti storie del genere non possono che fare bene, leggetelo e parlatene con più persone possibili, serve una ristampa, bisogna mandare avanti opere di questo calibro che mostrano lo schifo della guerra.
“Hojo World 3 - L'estate dell'adolescenza" è un manga del 1995 edito in Italia da Star Comics. È la raccolta di tre one shot e chiude nel migliore dei modi la trilogia dei racconti brevi targati Tsukasa Hojo, iniziata con “Hojo world 1 - Il dono dell’angelo” nel 1988, e proseguita poi con “Hojo World 2 - Ciliegi in fiore” nel 1993.
In questo volume abbiamo finalmente un comune denominatore a legare le tre storie, nello specifico la seconda guerra mondiale, poi, il fatto che Hojo nel primo racconto si sia limitato a curare la parte grafica, lasciando la sceneggiatura alla tragica penna di Shingo Nihashi, ha indubbiamente giovato a questo intensissimo capitolo. Sia chiaro, adoro lo stile di Hojo, famosissimo per "City Hunter" ed "Occhi di gatto", ma in questo contesto storico la sua tipologia di scrittura avrebbe probabilmente limato la drammaticità della guerra, ed ha quindi sapientemente scelto di farsi da parte.
"Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi".
È proprio il primo racconto il fiore all’occhiello dell’intera raccolta. La storia di un kamikaze giapponese condannato a un destino nefasto dal suo stesso sogno: volare nell’alto dei cieli. Una narrazione toccante, che ci sbatte in faccia l'orrore della guerra in un modo sì esplicito, ma poetico, mai violento. L'elemento su cui fa leva l'intera vicenda è il patriottismo. Vale la pena rinunciare ai propri sogni nel nome di un ideale?
Fino a che punto è giusto sacrificarsi per amore della propria terra? Una drammaticità d'autore, un finale intenso e personaggi caratterizzati magistralmente (il protagonista su tutti) animati dal sublime tratto di Hojo rendono questo primo capitolo un piccolo capolavoro.
"L'estate dell'adolescenza: Melody of Jenny".
L’avventura di quattro bambini sfollati da Tokyo e la loro inizialmente difficoltosa ma poi sorprendente amicizia con un fuggitivo americano. Questo capitolo risulta davvero ben riuscito, ed anche se la storia ha una carica emotiva inferiore rispetto al primo racconto, riesce da subito a coinvolgere il lettore. Stavolta il fulcro narrativo verte sulle conseguenze derivanti dalla guerra: il razzismo, la paura del diverso. Ma anche l'amicizia, il sacrificio. L'autore evidenzia il fatto che in un contesto bellico ogni uomo di un'altra etnia sia etichettato a priori come un nemico, a causa di false ideologie che ci vengono inculcate sin da bambini con disinformazione e brainwashing. Tema tra l’altro molto attuale.
Un racconto in equilibrio tra la barbarie della guerra e le dolci note di un flauto.
"American Dream".
Il terzo e ultimo capitolo risulta il meno emozionante. Stavolta la guerra si limita a far da cornice a un racconto sportivo. Un giapponese espatria in America per dimostrare al mondo il suo talento come giocatore di baseball, tuttavia la rivalità bellica tra i due paesi romperà l’incanto. Un racconto di rivalsa, che ci insegna quanto sia importante aggrapparsi ad un sogno, e non importa se lo vedremo sbriciolarsi dinnanzi a noi se mentre sognavamo afferrare quell'illusione ci ha reso felici.
Personalmente avrei optato per una cronologia diversa, inserendo "American Dream" tra "Fino alla fine del cielo" e "L'estate dell'adolescenza". Dato l'impatto dei primi due, il minor pathos dell’ultimo viene messo ancora di più in rilievo con questa timeline.
Ad ogni modo "Hojo World 3- L'estate dell'adolescenza" è un volume prezioso, che ogni amante di manga e fumetti in generale dovrebbe darsi l’opportunità di leggere. Ottimo anche per i neofiti per avvicinarsi a uno degli autori più influenti degli anni '80 e non solo.
Voto: 8
In questo volume abbiamo finalmente un comune denominatore a legare le tre storie, nello specifico la seconda guerra mondiale, poi, il fatto che Hojo nel primo racconto si sia limitato a curare la parte grafica, lasciando la sceneggiatura alla tragica penna di Shingo Nihashi, ha indubbiamente giovato a questo intensissimo capitolo. Sia chiaro, adoro lo stile di Hojo, famosissimo per "City Hunter" ed "Occhi di gatto", ma in questo contesto storico la sua tipologia di scrittura avrebbe probabilmente limato la drammaticità della guerra, ed ha quindi sapientemente scelto di farsi da parte.
"Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi".
È proprio il primo racconto il fiore all’occhiello dell’intera raccolta. La storia di un kamikaze giapponese condannato a un destino nefasto dal suo stesso sogno: volare nell’alto dei cieli. Una narrazione toccante, che ci sbatte in faccia l'orrore della guerra in un modo sì esplicito, ma poetico, mai violento. L'elemento su cui fa leva l'intera vicenda è il patriottismo. Vale la pena rinunciare ai propri sogni nel nome di un ideale?
Fino a che punto è giusto sacrificarsi per amore della propria terra? Una drammaticità d'autore, un finale intenso e personaggi caratterizzati magistralmente (il protagonista su tutti) animati dal sublime tratto di Hojo rendono questo primo capitolo un piccolo capolavoro.
"L'estate dell'adolescenza: Melody of Jenny".
L’avventura di quattro bambini sfollati da Tokyo e la loro inizialmente difficoltosa ma poi sorprendente amicizia con un fuggitivo americano. Questo capitolo risulta davvero ben riuscito, ed anche se la storia ha una carica emotiva inferiore rispetto al primo racconto, riesce da subito a coinvolgere il lettore. Stavolta il fulcro narrativo verte sulle conseguenze derivanti dalla guerra: il razzismo, la paura del diverso. Ma anche l'amicizia, il sacrificio. L'autore evidenzia il fatto che in un contesto bellico ogni uomo di un'altra etnia sia etichettato a priori come un nemico, a causa di false ideologie che ci vengono inculcate sin da bambini con disinformazione e brainwashing. Tema tra l’altro molto attuale.
Un racconto in equilibrio tra la barbarie della guerra e le dolci note di un flauto.
"American Dream".
Il terzo e ultimo capitolo risulta il meno emozionante. Stavolta la guerra si limita a far da cornice a un racconto sportivo. Un giapponese espatria in America per dimostrare al mondo il suo talento come giocatore di baseball, tuttavia la rivalità bellica tra i due paesi romperà l’incanto. Un racconto di rivalsa, che ci insegna quanto sia importante aggrapparsi ad un sogno, e non importa se lo vedremo sbriciolarsi dinnanzi a noi se mentre sognavamo afferrare quell'illusione ci ha reso felici.
Personalmente avrei optato per una cronologia diversa, inserendo "American Dream" tra "Fino alla fine del cielo" e "L'estate dell'adolescenza". Dato l'impatto dei primi due, il minor pathos dell’ultimo viene messo ancora di più in rilievo con questa timeline.
Ad ogni modo "Hojo World 3- L'estate dell'adolescenza" è un volume prezioso, che ogni amante di manga e fumetti in generale dovrebbe darsi l’opportunità di leggere. Ottimo anche per i neofiti per avvicinarsi a uno degli autori più influenti degli anni '80 e non solo.
Voto: 8
"Hojo World 3 - L'estate della adolescenza" è il terzo ed ultimo volume della trilogia che si occupa di raccogliere le opere brevi ideate e disegnate dal grande Tsukasa Hojo. Pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1995, viene portato in Italia da Star Comics nel Maggio del 2000.
In questo albo conclusivo sono raccolte solamente tre storie, aventi come punto in comune la loro ambientazione, ovvero il contesto bellico. Le opere si intitolano rispettivamente "Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi", "L'estate dell'adolescenza: Melody of Jenny", e "American Dream".
"Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi" è la storia di un giovane ragazzo, ancora minorenne, che sin da piccolo sogna di poter volare alto nel cielo. Una volta reclutato dall'esercito la sua abilità non viene meno, e in men che non si dica ottiene il brevetto di volo. La storia prende una svolta nel momento in cui il protagonista viene assegnato ad una squadra suicida, incaricata di lanciarsi a capofitto contro le navi portaerei americane.
Probabilmente il più intenso dei racconti contenuti nel volume; un'opera che riesce a trasmettere delle sensazioni forti, che mostra, almeno in parte, la brutalità e l'abominio portate dal conflitto armato. Un'opera che, grazie alla superba caratterizzazione del proprio protagonista, fornisce degli importanti spunti di riflessione: l'ideologia di un tempo era ben differente da quella attuale; essere felici di sacrificare la propria vita per la patria e per il successo del paese, follia o grande senso dell'onore?
"L'estate dell'adolescenza: Melody of Jenny" vede come protagonisti quattro bambini in fuga da dei dormitori situati in campagna, con lo scopo di tornare a Tokyo dalle proprie famiglie. Il viaggio è lungo circa 100km, ed è proprio quando uno di loro si ammala che il gruppo ha la fortuna di incontrare un giovane uomo dai tratti americani, il quale dopo aver conquistato la fiducia dei ragazzi li condurrà sani e salvi fino alla città. Purtroppo al loro arrivo, non sarà tutto rose e fiori.
Anche questo secondo racconto si dimostra forte di una sensibilità incedibile, e si incarica di lanciare un messaggio di estrema importanza. Il razzismo e i pregiudizi sono temi che vengono soventemente toccati ed approfonditi, ma rare sono le opere che riescono a proporli in maniera originale e così emozionante.
"American Dream" è indubbiamente la meno riuscita delle tre opere racchiuse nella raccolta. Anche in questo caso la principale tematica trattata è quella della fratellanza, ma questa volta la storia è ambientata nel 1932 sul territorio americano, e vede come protagonista un giovane giapponese alle prese con il baseball. Quella che sarebbe potuta diventare una nuova stella a livello mondiale, è costretta a rinunciare alla propria carriera per via dei rapporti conflittuali fra i due paesi. Il finale racconta ancora di quanto la guerra sia spaventosa, e di come le vittime siano sempre maggiori dei carnefici.
Una raccolta indubbiamente interessante e meritevole. Tre opere che si occupano di trattare tematiche importanti, e lo fanno con sentimento ed originalità. Una lettura estremamente consigliata, ma tutt'altro che leggera.
In questo albo conclusivo sono raccolte solamente tre storie, aventi come punto in comune la loro ambientazione, ovvero il contesto bellico. Le opere si intitolano rispettivamente "Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi", "L'estate dell'adolescenza: Melody of Jenny", e "American Dream".
"Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi" è la storia di un giovane ragazzo, ancora minorenne, che sin da piccolo sogna di poter volare alto nel cielo. Una volta reclutato dall'esercito la sua abilità non viene meno, e in men che non si dica ottiene il brevetto di volo. La storia prende una svolta nel momento in cui il protagonista viene assegnato ad una squadra suicida, incaricata di lanciarsi a capofitto contro le navi portaerei americane.
Probabilmente il più intenso dei racconti contenuti nel volume; un'opera che riesce a trasmettere delle sensazioni forti, che mostra, almeno in parte, la brutalità e l'abominio portate dal conflitto armato. Un'opera che, grazie alla superba caratterizzazione del proprio protagonista, fornisce degli importanti spunti di riflessione: l'ideologia di un tempo era ben differente da quella attuale; essere felici di sacrificare la propria vita per la patria e per il successo del paese, follia o grande senso dell'onore?
"L'estate dell'adolescenza: Melody of Jenny" vede come protagonisti quattro bambini in fuga da dei dormitori situati in campagna, con lo scopo di tornare a Tokyo dalle proprie famiglie. Il viaggio è lungo circa 100km, ed è proprio quando uno di loro si ammala che il gruppo ha la fortuna di incontrare un giovane uomo dai tratti americani, il quale dopo aver conquistato la fiducia dei ragazzi li condurrà sani e salvi fino alla città. Purtroppo al loro arrivo, non sarà tutto rose e fiori.
Anche questo secondo racconto si dimostra forte di una sensibilità incedibile, e si incarica di lanciare un messaggio di estrema importanza. Il razzismo e i pregiudizi sono temi che vengono soventemente toccati ed approfonditi, ma rare sono le opere che riescono a proporli in maniera originale e così emozionante.
"American Dream" è indubbiamente la meno riuscita delle tre opere racchiuse nella raccolta. Anche in questo caso la principale tematica trattata è quella della fratellanza, ma questa volta la storia è ambientata nel 1932 sul territorio americano, e vede come protagonista un giovane giapponese alle prese con il baseball. Quella che sarebbe potuta diventare una nuova stella a livello mondiale, è costretta a rinunciare alla propria carriera per via dei rapporti conflittuali fra i due paesi. Il finale racconta ancora di quanto la guerra sia spaventosa, e di come le vittime siano sempre maggiori dei carnefici.
Una raccolta indubbiamente interessante e meritevole. Tre opere che si occupano di trattare tematiche importanti, e lo fanno con sentimento ed originalità. Una lettura estremamente consigliata, ma tutt'altro che leggera.
Opera veramente affascinante, matura e ben costruita. Tre microstorie compongono questo volume (anche quest'ultimo terzo di una serie di tre), due delle quali ambientate negli anni duri della seconda guerra mondiale e una invece negli anni che la precedono.
Vengono narrati tre scenari di vita comune, di come le rinunce e le sofferenze fossero cose normali e obbligate. Ci si trova in un ambiente dove ciò che è IL diverso viene visto come IL male; un mondo dove IL senso del dovere per la propria famiglia e per la propria patria è più forte del senso delLA vita stessa.
È realmente tangibile sfogliando le pagine di questo manga il dolore, la titubanza e il malessere di quei giorni, dove è impensabile fare una scelta per se stessi che non implichi conseguenze per gli altri.
Volume promosso a pieni voti. Sicuramente recupererò anche gli altri due. Non mi sarei mai aspettata da questo autore una storia così toccante.
Vengono narrati tre scenari di vita comune, di come le rinunce e le sofferenze fossero cose normali e obbligate. Ci si trova in un ambiente dove ciò che è IL diverso viene visto come IL male; un mondo dove IL senso del dovere per la propria famiglia e per la propria patria è più forte del senso delLA vita stessa.
È realmente tangibile sfogliando le pagine di questo manga il dolore, la titubanza e il malessere di quei giorni, dove è impensabile fare una scelta per se stessi che non implichi conseguenze per gli altri.
Volume promosso a pieni voti. Sicuramente recupererò anche gli altri due. Non mi sarei mai aspettata da questo autore una storia così toccante.
Aggiorno la mia recensione (così almeno compare tra i manga da me recensiti), per ribadire che questo è uno tra i manga intensi che io abbia mai letto. A pari merito con altri, ma trovare di meglio è onestamente difficile.
Sia la prima storia che la seconda parlano di guerra ma, mentre la 'La guerra dei ragazzi' pone l'accento sulle vite perdute per la guerra, 'Melody of Jenny' si concentra sugli effetti che la guerra e la paura che ne deriva hanno sulla gente: l'odio per il diverso, la visione distorta di un Nemico onnipresente, il sacrificio di persone innocenti.
La terza storia è più convenzionale, ma molto carina in quanto gira intorno al baseball, questa passione che accomuna stranamente due sponde opposte dell'oceano pacifico. 'The American Dream' ha alcuni argomenti in comune con la seconda metà di 'Tetsuwan Girl', opera successiva di Tsutomu Takahashi. Quindi potrebbe essere che ci sia un qualche collegamento, per quanto limitato.
Ad ogni modo, se detestate la guerra e la sua inutilità, con questo fumetto piangerete dalla commozione, è garantito. Delicato e intelligente come tutta la produzione dell'autore, devo segnalare la bellezza dei disegni e del primo racconto, che è da mozzare il fiato: arrivati alla fine, dove la nota informa che gli sfondi sono vere fotografie di sessant'anni fa, capirete di non esservene resi conto per via del realismo forsennato del tratto del sensei Hojo. E vi inchinerete.
A mio parere questo non è solo un manga bellissimo per tematiche, contenuti, realizzazione: è un volumetto che qualsiasi appassionato serio dei fumetti giapponesi DEVE avere nella propria biblioteca.
L'edizione Starcomics è la solita in volumetti, di quelle sul finire del millennio, senza infamia né gloria. Diciamo che quest'opera meriterebbe un'edizione rilegata, per dare veramente il senso di che valore abbia, edizione che gli appassionati di Hojo come me credo attendono con ansia. Probabilmente è una pia illusione.
<b>[Recensione precedente]</b>
Il manga più intenso che io abbia mai letto. Se detestate la guerra e la sua inutilità, con questo fumetto piangerete dalla commozione, è garantito. Delicato e intelligente come tutta la produzione dell'autore, la bellezza dei disegni e del primo racconto è da mozzare il fiato: arrivati alla fine, dove la nota informa che gli sfondi sono vere fotografie di sessant'anni fa, capirete di non esservene resi conto per via del realismo forsennato del tratto del sensei Hojo. E vi inchinerete.
A mio parere questo non è solo un manga bellissimo per tematiche, contenuti, realizzazione: è un volumetto che qualsiasi appassionato serio dei fumetti giapponesi DEVE avere nella propria biblioteca. Meriterebbe un'edizione rilegata con fili d'oro e d'argento, per dare veramente il senso di che valore abbia quest'opera.
Sia la prima storia che la seconda parlano di guerra ma, mentre la 'La guerra dei ragazzi' pone l'accento sulle vite perdute per la guerra, 'Melody of Jenny' si concentra sugli effetti che la guerra e la paura che ne deriva hanno sulla gente: l'odio per il diverso, la visione distorta di un Nemico onnipresente, il sacrificio di persone innocenti.
La terza storia è più convenzionale, ma molto carina in quanto gira intorno al baseball, questa passione che accomuna stranamente due sponde opposte dell'oceano pacifico. 'The American Dream' ha alcuni argomenti in comune con la seconda metà di 'Tetsuwan Girl', opera successiva di Tsutomu Takahashi. Quindi potrebbe essere che ci sia un qualche collegamento, per quanto limitato.
Ad ogni modo, se detestate la guerra e la sua inutilità, con questo fumetto piangerete dalla commozione, è garantito. Delicato e intelligente come tutta la produzione dell'autore, devo segnalare la bellezza dei disegni e del primo racconto, che è da mozzare il fiato: arrivati alla fine, dove la nota informa che gli sfondi sono vere fotografie di sessant'anni fa, capirete di non esservene resi conto per via del realismo forsennato del tratto del sensei Hojo. E vi inchinerete.
A mio parere questo non è solo un manga bellissimo per tematiche, contenuti, realizzazione: è un volumetto che qualsiasi appassionato serio dei fumetti giapponesi DEVE avere nella propria biblioteca.
L'edizione Starcomics è la solita in volumetti, di quelle sul finire del millennio, senza infamia né gloria. Diciamo che quest'opera meriterebbe un'edizione rilegata, per dare veramente il senso di che valore abbia, edizione che gli appassionati di Hojo come me credo attendono con ansia. Probabilmente è una pia illusione.
<b>[Recensione precedente]</b>
Il manga più intenso che io abbia mai letto. Se detestate la guerra e la sua inutilità, con questo fumetto piangerete dalla commozione, è garantito. Delicato e intelligente come tutta la produzione dell'autore, la bellezza dei disegni e del primo racconto è da mozzare il fiato: arrivati alla fine, dove la nota informa che gli sfondi sono vere fotografie di sessant'anni fa, capirete di non esservene resi conto per via del realismo forsennato del tratto del sensei Hojo. E vi inchinerete.
A mio parere questo non è solo un manga bellissimo per tematiche, contenuti, realizzazione: è un volumetto che qualsiasi appassionato serio dei fumetti giapponesi DEVE avere nella propria biblioteca. Meriterebbe un'edizione rilegata con fili d'oro e d'argento, per dare veramente il senso di che valore abbia quest'opera.
Questo volumetto raccoglie tre storie: "Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi", "L'estate dell'adolescenza: Melody of Jenny" e "American Dream".
Dei tre volumi di Hojo world questo è il più toccante, le prime due storie trattano dal punto di vista Giapponese, la seconda guerra mondiale, le ho lette con piacere perché sui banchi di scuola spesso ci si dimentica di vedere le cose sotto altri punti di vista. Entrambe le storie sono delicate e commuoventi, davvero consiglio a tutti di leggerle.
L'ultimo racconto è ambientato negli USA ed è, dei tre racconti, il meno drammatico, nonostante che alla fine l'autore ci dia tragiche anticipazioni sul futuro dei protagonisti. Anche questo racconto mi è piaciuto molto, si vedono gli Stati Uniti sotto la prospettiva di un ragazzo giapponese con un talento per il baseball e si capiscono le difficoltà di integrazione fra due culture così distanti. Davvero un bel manga.
La nota negativa è che è difficile trovarlo, io sono ricorsa all'usato.
Dei tre volumi di Hojo world questo è il più toccante, le prime due storie trattano dal punto di vista Giapponese, la seconda guerra mondiale, le ho lette con piacere perché sui banchi di scuola spesso ci si dimentica di vedere le cose sotto altri punti di vista. Entrambe le storie sono delicate e commuoventi, davvero consiglio a tutti di leggerle.
L'ultimo racconto è ambientato negli USA ed è, dei tre racconti, il meno drammatico, nonostante che alla fine l'autore ci dia tragiche anticipazioni sul futuro dei protagonisti. Anche questo racconto mi è piaciuto molto, si vedono gli Stati Uniti sotto la prospettiva di un ragazzo giapponese con un talento per il baseball e si capiscono le difficoltà di integrazione fra due culture così distanti. Davvero un bel manga.
La nota negativa è che è difficile trovarlo, io sono ricorsa all'usato.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler.]</b>
Hojo World 3, come lo stesso titolo vi avrà già suggerito, è il terzo e ultimo volumetto contenente tutte le opere brevi di Tsukasa Hojo, pubblicate in Giappone in varie riviste e poi accorpate all’interno di questa collana. Anche questi tre albi sono stati importati qui in Italia grazie alla Star Comics che li ha pubblicati all’interno della collana Point Break nei primi mesi del 2000, stessa collana su cui sono state poi pubblicate le altre storie brevi di Hojo, Tra i Raggi del Sole composta da tre albi e Rash, serializzata in soli 2 volumetti. L’edizione è quella classica dell’editore perugino, edizione economica che comunque si attesta su un ottimo livello qualità-prezzo. Buona la carta così come la copertina, inchiostro che non lascia tracce sulla punta delle dita, pagine che non lasciano trasparire cosa c’è oltre. Mancano editoriali di spessore e tavole illustrate a colori che avrebbero impreziosito un’opera di spessore come questa. Il prezzo di copertina puntava sulle 6000 lire, che dovrebbero attestarsi sui 3 euro circa attuali. Mettendoci l’inflazione della moneta direi che come edizione si attesta sulla classica edizione attuale Star Comics da 4,20 euro.
L’intera collana rappresenta a mio giudizio una piccola perla che non può assolutamente mancare nella collezione personale di qualsiasi appassionato di manga, ma che consiglierei anche a qualsiasi fruitore abituale di letteratura in genere. Le opere scritte e ideate da Tsukasa Hojo puntano in alto, riescono a trasmettere molto al lettore con tematiche che variano di volta in volta, da storia a storia, ma che mantengono sempre una linea di drammaticità sentita fortemente.
È sicuramente questo terzo e ultimo volume a rappresentare il livello più alto raggiunto dall’autore del Kyushu. Hojo all’interno di questo albo racchiude tre storie legate da un filo comune, l’ambientazione nella prima metà del ventesimo secolo. Ma non sarà la sola ambientazione cronologica a legare questi tre racconti, ma anche la drammaticità da cui queste tre storie sono pervase. Bisogna anche dire che queste tre storie, che concludono la collana “Hojo World”, sono state scritte da un altro autore, e Hojo si è occupato unicamente del disegno. La differenza si vede, ma non eccessivamente, in quanto penso, viste le opere a cui Hojo ci ha abituati, che avrebbe potuto partorire anche da solo queste tre piccole perle.
“Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi” è probabilmente la più bella opera presente in questo volume. Una storia che parla della guerra, del sacrificio, della lotta per un ideale in cui si crede, che forse è la patria ma che più celatamente è la famiglia. È la storia di un giovane ragazzo, oberato dall’epoca in cui è nato, un’epoca caratterizzata da ideologie folli in cui a farne le spese sono sempre i migliori. Il giovane protagonista della storia ha un sogno, un sogno che più o meno hanno in tanti, quello di volare. Ovvio che se però ti trovi a vivere in un Giappone degli anni quaranta in pieno conflitto mondiale questo sogno possa realizzarsi per un'unica via. Con questa storia dal finale apertamente drammatico possiamo capire molte cose, capiamo come prima cosa che in una guerra non ci sono i buoni o i cattivi, ci sono persone costrette a combattere. Costrette a combattere a volte da un mentalità chiusa che non accetta il disonore, altre da ordini che vengono dall’alto, altre ancora per la famiglia e volte, come quella rappresentata in questo racconto, in cui queste tre motivazioni si sommano in un’unica strada. Ma da questa lettura capiamo anche che i Giapponesi non sono malvagi omuncoli dagli occhi a mandorla come una sessantennale produzione cinematografica ci ha costretto a pensare. Ma si sa, la storia la fanno i vincitori. Il nostro giovane protagonista, che difficilmente non potrete amare, sceglierà consapevolmente di sacrificare se stesso, forse per la patria, ma con un’ottica più ampia direi per la sua famiglia e per quella mentalità che oggi le nuove generazioni del Sol Levante sembrano aver perso - per sfortuna o forse per fortuna - dell’onore. Insomma un ragazzo schiacciato dalla società e dall’epoca in cui si è trovato a vivere.
La seconda storia presente, intitolata “L’estate dell’adolescenza: Melody of Jenny”, è anch’essa un racconto che viene ambientato nel Giappone degli anni '40, per l’esattezza nel marzo del 1945, quindi a pochi mesi dalla conclusione della Guerra nel Pacifico. Differentemente dalla prima storia che aveva un lasso temporale che partiva dal 1943 per concludersi negli ultimi mesi di guerra nel '45, “L’estate dell’adolescenza” si sviluppa su un arco temporale di pochi giorni. Protagonisti della vicenda sono quattro ragazzini costretti a vivere in dormitori nelle campagne, lontani quindi dai loro genitori, per sfuggire agli incessanti bombardamenti dell’aviazione americana sulle città. Ben presto però le condizioni disumane a cui sono costretti li portano a fuggire per far ritorno alla loro casa e dai loro genitori. Da qui partirà un sofferto viaggio fra le montagne in direzione di Tokyo. Ed è durante il tragitto che si unirà, piuttosto rocambolescamente, un giovane uomo americano sfuggito alla morte in uno dei campi di prigionia sparsi nell’entroterra giapponese. Da una momentanea diffidenza e odio ideologico che soprattutto uno dei quattro ragazzini proverà per il “nemico straniero” comincerà una vera amicizia che non verrà dimenticata col passare degli anni ma che troverà una tragica, odiosa e prematura fine proprio in quel tragico 1945.
“American Dream” è l’ultima storia che chiude il volumetto monografico. Ambientata non nel periodo bellico ma bensì all’inizio del decennio precedente, esattamente nel 1932, trova un’ambientazione spaziale differente dalle due precedenti opere. Se infatti le prime due storie erano ambientate in Giappone, quest’ultima, pur avendo in parte protagonisti del Sol Levante è ambientata, come il titolo vi avrà suggerito, negli USA. E il titolo dell’opera è molto esemplificativo dell’opera stessa: American Dream, ovvero il Sogno Americano, che è proprio quello che il giovane protagonista vuole scoprire e in un certo modo raggiungere, ma che, frenato da sciocchi ideologismi razzistici che preannunciano l’evolversi del conflitto fra Giappone e Stati Uniti scoppiato nel dicembre del 1941, sarà costretto a rinunciare e far ritorno nel Sol Levante. Il protagonista infatti è un brillante lanciatore della Lega Nipponica di Baseball, giunto insieme alla Nazionale Nipponica in America per una tournee di lunga durata. Viste le eccezionali doti del giovane lanciatore ben presto sarà notato dal procuratore dei San Francisco Giants (sempre che siano loro i Giants) che come lui crede in un sogno che però non può più raggiungere. A questa coppia si unirà un’ulteriore coppia formata da un rude ma bonario giornalista assistito in questa tournee da una giovane ragazza giapponese, ma ormai americanizzata, che gli fa da traduttrice. Il finale pur non essendo tragico è soffuso da una componente nettamente drammatica e lo stesso Hojo, nell’ultima pagina del racconto, ci svela il destino a cui i quattro protagonisti sono destinati negli anni futuri. Finale quest’ultimo, purtroppo tragico, e che si lega alla Seconda Guerra Mondiale. Hojo con quest’opera ci fa conoscere un epoca ancora lontana dalla Guerra ma che ne preannuncia già la nascita. Un'America in piena crisi economica che, pur nella sua proclamata democraticità, guarda con cattivo occhio i “diversi”. In questo caso tali individui sono la comunità filo-giapponese, ampiamente diffusa soprattutto sulla costa Occidentale degli States, su cui cominciarono a emigrare già dal diciannovesimo secolo. Odio che si manifesta e ci è messo davanti agli occhi soprattutto attraverso l’unico personaggio femminile della vicenda che lo vive in prima persona. Odio che poi dovrà provare anche il protagonista, che non potrà – ma attenzione, perché sarà lui stesso a compiere questa scelta di maturità e di attaccamento a un ideale che non può tradire – realizzare il suo sogno per il colore della sua pelle.
Inutile dire che si tratta di tre capolavori, di una caratura tale che se esistesse un Oscar o un Nobel per i Manga li avrebbero vinti entrambi. Bisogna anche dire che purché ne consigli la lettura a tutti, senza distinzione alcuna, servirebbe, per meglio comprendere la situazione in cui sono narrate le vicende avere una buona conoscenza storica e sociale dell’epoca in cui sono ambientate le tre vicende. Cosa che forse ai più giovani dei lettori, per ovvi motivi anagrafici, può mancare. Ciò comunque non attenua la bellezza di queste tre storie che rimarranno sempre fra le migliori che abbia mai letto.
In definitiva un dieci secondo me meritato sia per la bellezza dei disegni, di cui forse ho tralasciato il commento ma trattandosi di Hojo non penso ci sia bisogno di analisi di sorta, e per la poesia che le storie riescono a trasmettere. Tre storie “adulte” in cui si può parlare a tutti gli effetti del fumetto come nona arte.
Problematica attuale è reperire l’opera che è fuori catalogo e non è più acquistabile dal servizio arretrati Star Comics. Unica possibilità di acquisto è riferirsi ad una fumetteria che magari ancora tiene qualche copia dimenticata in magazzino o sugli scaffali o puntare, un po’ tristemente a mio dire, sul mercato dell’usato. Situazione che vorrei veder ben presto sbloccata perché sicuramente una collana del genere merita di essere sempre reperibile e meriterebbe anche un’edizione degna delle storie che contiene. Non nego quindi il mio desiderio che presto qualche editore italiano decida di riproporre quest’opera, magari pubblicata all’interno di soli 2 volumetti come mi sembra sia stato fatto in Giappone, in una bella edizione di qualità con sovracopertina, così come tutte le altre opere, minori o meno, di Hojo.
Hojo World 3, come lo stesso titolo vi avrà già suggerito, è il terzo e ultimo volumetto contenente tutte le opere brevi di Tsukasa Hojo, pubblicate in Giappone in varie riviste e poi accorpate all’interno di questa collana. Anche questi tre albi sono stati importati qui in Italia grazie alla Star Comics che li ha pubblicati all’interno della collana Point Break nei primi mesi del 2000, stessa collana su cui sono state poi pubblicate le altre storie brevi di Hojo, Tra i Raggi del Sole composta da tre albi e Rash, serializzata in soli 2 volumetti. L’edizione è quella classica dell’editore perugino, edizione economica che comunque si attesta su un ottimo livello qualità-prezzo. Buona la carta così come la copertina, inchiostro che non lascia tracce sulla punta delle dita, pagine che non lasciano trasparire cosa c’è oltre. Mancano editoriali di spessore e tavole illustrate a colori che avrebbero impreziosito un’opera di spessore come questa. Il prezzo di copertina puntava sulle 6000 lire, che dovrebbero attestarsi sui 3 euro circa attuali. Mettendoci l’inflazione della moneta direi che come edizione si attesta sulla classica edizione attuale Star Comics da 4,20 euro.
L’intera collana rappresenta a mio giudizio una piccola perla che non può assolutamente mancare nella collezione personale di qualsiasi appassionato di manga, ma che consiglierei anche a qualsiasi fruitore abituale di letteratura in genere. Le opere scritte e ideate da Tsukasa Hojo puntano in alto, riescono a trasmettere molto al lettore con tematiche che variano di volta in volta, da storia a storia, ma che mantengono sempre una linea di drammaticità sentita fortemente.
È sicuramente questo terzo e ultimo volume a rappresentare il livello più alto raggiunto dall’autore del Kyushu. Hojo all’interno di questo albo racchiude tre storie legate da un filo comune, l’ambientazione nella prima metà del ventesimo secolo. Ma non sarà la sola ambientazione cronologica a legare questi tre racconti, ma anche la drammaticità da cui queste tre storie sono pervase. Bisogna anche dire che queste tre storie, che concludono la collana “Hojo World”, sono state scritte da un altro autore, e Hojo si è occupato unicamente del disegno. La differenza si vede, ma non eccessivamente, in quanto penso, viste le opere a cui Hojo ci ha abituati, che avrebbe potuto partorire anche da solo queste tre piccole perle.
“Fino alla fine del cielo: la guerra dei ragazzi” è probabilmente la più bella opera presente in questo volume. Una storia che parla della guerra, del sacrificio, della lotta per un ideale in cui si crede, che forse è la patria ma che più celatamente è la famiglia. È la storia di un giovane ragazzo, oberato dall’epoca in cui è nato, un’epoca caratterizzata da ideologie folli in cui a farne le spese sono sempre i migliori. Il giovane protagonista della storia ha un sogno, un sogno che più o meno hanno in tanti, quello di volare. Ovvio che se però ti trovi a vivere in un Giappone degli anni quaranta in pieno conflitto mondiale questo sogno possa realizzarsi per un'unica via. Con questa storia dal finale apertamente drammatico possiamo capire molte cose, capiamo come prima cosa che in una guerra non ci sono i buoni o i cattivi, ci sono persone costrette a combattere. Costrette a combattere a volte da un mentalità chiusa che non accetta il disonore, altre da ordini che vengono dall’alto, altre ancora per la famiglia e volte, come quella rappresentata in questo racconto, in cui queste tre motivazioni si sommano in un’unica strada. Ma da questa lettura capiamo anche che i Giapponesi non sono malvagi omuncoli dagli occhi a mandorla come una sessantennale produzione cinematografica ci ha costretto a pensare. Ma si sa, la storia la fanno i vincitori. Il nostro giovane protagonista, che difficilmente non potrete amare, sceglierà consapevolmente di sacrificare se stesso, forse per la patria, ma con un’ottica più ampia direi per la sua famiglia e per quella mentalità che oggi le nuove generazioni del Sol Levante sembrano aver perso - per sfortuna o forse per fortuna - dell’onore. Insomma un ragazzo schiacciato dalla società e dall’epoca in cui si è trovato a vivere.
La seconda storia presente, intitolata “L’estate dell’adolescenza: Melody of Jenny”, è anch’essa un racconto che viene ambientato nel Giappone degli anni '40, per l’esattezza nel marzo del 1945, quindi a pochi mesi dalla conclusione della Guerra nel Pacifico. Differentemente dalla prima storia che aveva un lasso temporale che partiva dal 1943 per concludersi negli ultimi mesi di guerra nel '45, “L’estate dell’adolescenza” si sviluppa su un arco temporale di pochi giorni. Protagonisti della vicenda sono quattro ragazzini costretti a vivere in dormitori nelle campagne, lontani quindi dai loro genitori, per sfuggire agli incessanti bombardamenti dell’aviazione americana sulle città. Ben presto però le condizioni disumane a cui sono costretti li portano a fuggire per far ritorno alla loro casa e dai loro genitori. Da qui partirà un sofferto viaggio fra le montagne in direzione di Tokyo. Ed è durante il tragitto che si unirà, piuttosto rocambolescamente, un giovane uomo americano sfuggito alla morte in uno dei campi di prigionia sparsi nell’entroterra giapponese. Da una momentanea diffidenza e odio ideologico che soprattutto uno dei quattro ragazzini proverà per il “nemico straniero” comincerà una vera amicizia che non verrà dimenticata col passare degli anni ma che troverà una tragica, odiosa e prematura fine proprio in quel tragico 1945.
“American Dream” è l’ultima storia che chiude il volumetto monografico. Ambientata non nel periodo bellico ma bensì all’inizio del decennio precedente, esattamente nel 1932, trova un’ambientazione spaziale differente dalle due precedenti opere. Se infatti le prime due storie erano ambientate in Giappone, quest’ultima, pur avendo in parte protagonisti del Sol Levante è ambientata, come il titolo vi avrà suggerito, negli USA. E il titolo dell’opera è molto esemplificativo dell’opera stessa: American Dream, ovvero il Sogno Americano, che è proprio quello che il giovane protagonista vuole scoprire e in un certo modo raggiungere, ma che, frenato da sciocchi ideologismi razzistici che preannunciano l’evolversi del conflitto fra Giappone e Stati Uniti scoppiato nel dicembre del 1941, sarà costretto a rinunciare e far ritorno nel Sol Levante. Il protagonista infatti è un brillante lanciatore della Lega Nipponica di Baseball, giunto insieme alla Nazionale Nipponica in America per una tournee di lunga durata. Viste le eccezionali doti del giovane lanciatore ben presto sarà notato dal procuratore dei San Francisco Giants (sempre che siano loro i Giants) che come lui crede in un sogno che però non può più raggiungere. A questa coppia si unirà un’ulteriore coppia formata da un rude ma bonario giornalista assistito in questa tournee da una giovane ragazza giapponese, ma ormai americanizzata, che gli fa da traduttrice. Il finale pur non essendo tragico è soffuso da una componente nettamente drammatica e lo stesso Hojo, nell’ultima pagina del racconto, ci svela il destino a cui i quattro protagonisti sono destinati negli anni futuri. Finale quest’ultimo, purtroppo tragico, e che si lega alla Seconda Guerra Mondiale. Hojo con quest’opera ci fa conoscere un epoca ancora lontana dalla Guerra ma che ne preannuncia già la nascita. Un'America in piena crisi economica che, pur nella sua proclamata democraticità, guarda con cattivo occhio i “diversi”. In questo caso tali individui sono la comunità filo-giapponese, ampiamente diffusa soprattutto sulla costa Occidentale degli States, su cui cominciarono a emigrare già dal diciannovesimo secolo. Odio che si manifesta e ci è messo davanti agli occhi soprattutto attraverso l’unico personaggio femminile della vicenda che lo vive in prima persona. Odio che poi dovrà provare anche il protagonista, che non potrà – ma attenzione, perché sarà lui stesso a compiere questa scelta di maturità e di attaccamento a un ideale che non può tradire – realizzare il suo sogno per il colore della sua pelle.
Inutile dire che si tratta di tre capolavori, di una caratura tale che se esistesse un Oscar o un Nobel per i Manga li avrebbero vinti entrambi. Bisogna anche dire che purché ne consigli la lettura a tutti, senza distinzione alcuna, servirebbe, per meglio comprendere la situazione in cui sono narrate le vicende avere una buona conoscenza storica e sociale dell’epoca in cui sono ambientate le tre vicende. Cosa che forse ai più giovani dei lettori, per ovvi motivi anagrafici, può mancare. Ciò comunque non attenua la bellezza di queste tre storie che rimarranno sempre fra le migliori che abbia mai letto.
In definitiva un dieci secondo me meritato sia per la bellezza dei disegni, di cui forse ho tralasciato il commento ma trattandosi di Hojo non penso ci sia bisogno di analisi di sorta, e per la poesia che le storie riescono a trasmettere. Tre storie “adulte” in cui si può parlare a tutti gli effetti del fumetto come nona arte.
Problematica attuale è reperire l’opera che è fuori catalogo e non è più acquistabile dal servizio arretrati Star Comics. Unica possibilità di acquisto è riferirsi ad una fumetteria che magari ancora tiene qualche copia dimenticata in magazzino o sugli scaffali o puntare, un po’ tristemente a mio dire, sul mercato dell’usato. Situazione che vorrei veder ben presto sbloccata perché sicuramente una collana del genere merita di essere sempre reperibile e meriterebbe anche un’edizione degna delle storie che contiene. Non nego quindi il mio desiderio che presto qualche editore italiano decida di riproporre quest’opera, magari pubblicata all’interno di soli 2 volumetti come mi sembra sia stato fatto in Giappone, in una bella edizione di qualità con sovracopertina, così come tutte le altre opere, minori o meno, di Hojo.
Fantastico, meraviglioso, commovente; un vero capolavoro. Chi conosce gli altri lavori di Tsukasa Hojo stenterebbe a riconoscere in quest'opera la sua mano. Un'opera drammatica ambientata durante la seconda guerra mondiale, nella vita di tutti i giorni e nelle sensazioni che vivono le persone che devono partire e sanno di dover morire; di chi aspetta e di chi cerca. Senza dubbio il più bello della serie Hojo World.
Terzo e ultimo volume della collana "Hojo World", il titolo "L'estate dell'adolescenza" si riferisce alla seconda storia. I racconti sono legati tra loro dal periodo storico, che va dal 1935 al 1945, e mostrano la situazione Giapponese sia all'interno del paese che all'estero.
La prima storia, "Fino alla fine del cielo", vede come protagonista Junpei, un giovane arruolato nell'esercito giapponese, nella seconda sono 4 bambini sfuggiti da una scuola per sfollati ed un americano in fuga da un campo di concentramento giapponese; nella terza, "American Dream", un lanciatore di baseball giapponese ed un'interprete si incontrano negli Stati Uniti degli anni '30.
Nessuno è eroe o sconfitto, ma tutti i personaggi diventano deboli di fronte alla guerra, i loro sogni vengono spazzati via.
I disegni sono molto curati, a mio avviso questo è il volume più curato tra i tre. I personaggi sono ben definiti sia come character che come personalità nonostante le poche pagine delle storie. Le ambientazioni sono precise, sfondi e paesaggi curati fin nei minimi dettagli.
Ovviamente da comprare, insieme agli altri 2 volumi, per poter vedere il Giappone attraverso gli occhi di questo bravissimo mangaka.
La prima storia, "Fino alla fine del cielo", vede come protagonista Junpei, un giovane arruolato nell'esercito giapponese, nella seconda sono 4 bambini sfuggiti da una scuola per sfollati ed un americano in fuga da un campo di concentramento giapponese; nella terza, "American Dream", un lanciatore di baseball giapponese ed un'interprete si incontrano negli Stati Uniti degli anni '30.
Nessuno è eroe o sconfitto, ma tutti i personaggi diventano deboli di fronte alla guerra, i loro sogni vengono spazzati via.
I disegni sono molto curati, a mio avviso questo è il volume più curato tra i tre. I personaggi sono ben definiti sia come character che come personalità nonostante le poche pagine delle storie. Le ambientazioni sono precise, sfondi e paesaggi curati fin nei minimi dettagli.
Ovviamente da comprare, insieme agli altri 2 volumi, per poter vedere il Giappone attraverso gli occhi di questo bravissimo mangaka.