"Dovevi prendere quell'aereo"

Sono le parole che erano state dette quasi come un ordine dal Front Man a Gi-hun nel finale della prima stagione di Squid Game, e che suonano come una scritta su una lapide nella seconda. E direi che lo abbiamo pensato anche noi, perché rischiare tutto dopo essere uscito vivo da un gioco assurdamente mortale e aver intascato una vincita capace di farti ricostruire una vita e poter aiutare chi ti è vicino? 
Seong Gi-hun però non ci sta, aver visto il reclutatore all'aeroporto, mentre stava per mettersi tutto alle spalle, lo ha disgustato. In lui è scattato un desiderio di giustizia che, a dispetto di quanto gli dirà il suo rivale mascherato, non sarà il desiderio di diventare un eroe, ma bensì quello di una rivalsa sociale contro chi approfitta della disperazione dei reietti della società per impiantarci sopra uno spettacolare show per ultra benestanti. Tutto questo deve finire! 

Dal 26 dicembre è tornata, con la sua seconda stagione, Squid Game, la serie coreana survival di Netflix che nel 2021 registrò oltre 1,65 miliardi di ore di visualizzazione in 28 giorni e raggiunse 111 milioni di account, diventando la prima serie di Netflix a superare i 100 milioni di abbonati al momento del lancio.
Un successo che ha imposto la serialità televisiva coreana all'attenzione del mondo intero, ma che a questo punto ha caricato di attesa e interesse l'arrivo della seconda stagione.
Sarebbe stata all'altezza della straordinaria popolarità raggiunta? Scopriamolo insieme!


 
ATTENZIONE: la seguente recensione contiene spoiler
 
Corea del Sud: 456 persone in difficoltà economiche accettano di partecipare ad un gioco mortale, per intrattenere dei potenti uomini d'affari. Gareggiando in una serie di sei tradizionali giochi per bambini ma con colpi di scena mortali, e mettendo a rischio la propria vita per vincere un grande premio in denaro.


Tre anni dopo essere sopravvissuto e aver vinto al gioco,  Gi-hun ha ormai dichiarato guerra a tutta l'organizzazione dello Squid Game; utilizza buona parte dei soldi vinti per ingaggiare persone e cercare ovunque il reclutatore. Alla fine i due si incontrano e giocano una partita di roulette russa, in cui il reclutatore muore e Gi-hun trova una carta nella sua giacca.
La carta lo conduce a una festa dove, con l'aiuto anche del poliziotto Hwang Jun-ho, cerca di incastrare Front Man, ma le cose vanno male e si ritrova da solo in una una limousine dove riesce a parlare (non vedendolo) con il suo temibile nemico.


Dal discorso tra i due si capisce che tutto l'impianto su cui è costruita questa seconda stagione è incentrato sul loro confronto.  
Sono entrambi ex vincitori, sopravvissuti a un gioco al massacro capace di frantumare la sanità mentale di chiunque, ma ne hanno tratto una lezione completamente opposta.
Front Man, alias Hwang In-ho (fratello del poliziotto che aveva scoperto il gioco nella prima stagione e che ora aiuta il protagonista), è convinto che lo Squid Game sia l'ultima opportunità data a chi ha già perso ed è sull'orlo del baratro finanziario e psicologico. Nessuno è costretto a partecipare e anzi, tutta la sua esperienza lo porta a credere fermamente che il gioco metta in luce quello che è la vera indole dell'essere umano, ovvero la sua avidità e il suo desiderio di prevaricare l'altro.
Di contro l'ex numero 456 non ci sta: reputa moralmente inaccettabile quanto viene fatto, per non parlare della sua legalità.
 

"Ascoltate attentamente. Non sono un cavallo. Sono una persona. Ecco perché voglio sapere chi siete voi... e come potete commettere simili atrocità contro le persone. Ecco perché... non posso perdonarvi per tutto quello che state facendo."

squid personaggi


Lo scontro ideologico è troppo polarizzato per non avere conseguenzeSeong Gi-hun chiederà infatti di tornare nel gioco per dimostrare con i fatti che quello che lui da tre anni sta provando a combattere è una gigantesca farsa.
Il guanto di sfida a Front Man è lanciato, e lui non si tirerà indietro, come chi ha visto tutta la serie sa bene, non esitando a entrare anch'egli nel mortale campo dello Squid Game.

Qui si concludono le prime due intense puntate, che giocano molto sul thriller per prepararci al ritorno alle atmosfere che ben abbiamo conosciuto nella prima stagione. Si ritorna infatti nella grande stanza dormitorio, con i partecipanti al gioco che non sanno in cosa realmente sono finiti e con l'ormai iconico Un, Due, Tre, Stella! come sanguinosa presa di coscienza collettiva.

Lo hanno detto in molti, in questa seconda stagione si perde molto dell'effetto sorpresa che aveva caratterizzato la prima serie; effetto che sarà stato sicuramente persino maggiore in chi non aveva mai letto prima un manga del filone survival horror. in Squid Game 2 rimane però tutto il resto che aveva caratterizzato il successo di questo titolo, e non è affatto cosa scontata: la caratterizzazione dei tanti personaggi, la critica sociale, la suspense che viene a crearsi e che ci fa rimanere con il desiderio di vedere subito la puntata successiva. Tutto ciò è ancora parte di questo spettacolo, nonostante sapessimo che la storia non sarebbe finita qui, e che ci sarà una nuova stagione nel 2025.


I nuovi personaggi, grazie agli attori di livello che li interpretano, sono assolutamente all'altezza, in particolare Hyun-ju, ex soldato delle forze speciali e ora donna transgender che si unisce al gioco per pagarsi gli interventi chirurgici costosissimi. Interpretata da un attore sulla cresta dell'onda come Park Hae-soo (The Glory), porta con estrema naturalezza queste tematiche in una realtà come la serialità coreana.

Serialità che non dimentica anche le star dello show business made in Seul, portando sullo schermo Choi Seung-hyun, alias T.O.P., ex membro della grandissima e storica band K-pop dei Big Bang, che qui interpreta il personaggio macchiettistico di Thanos, rapper tossico e ovviamente pieno di sé e di debiti.
Peccato per alcuni personaggi che non hanno il tempo di farsi conoscere e apprezzare dallo spettatore, rimanendo piuttosto bidimensionali, come il papà interpretato da un attore in ascesa come Jin-wook Lee, lanciato dalle serie horror Sweet Home.
In pochi episodi comunque finiamo per seguire e appassionarci alle vicende e alle mini storie dei diversi player in campo. Come quella dell'influencer finanziario fallito che si ritrova nel gioco la sua ex fidanzata che porta in grembo suo figlio, o quella che vede il figlio e la sua anziana madre lottare per estinguere i debiti di gioco di lui, fino a quella che vede addirittura una esponente dello staff di Squid Game alle prese tra la necessità di avere soldi per trovare sua figlia e la sua coscienza.


I soldi, tanti, che finiscono nel grande maialino salvadanaio che alla fine di ogni gioco mortale appare sulle teste dei partecipanti, ingolosendoli: sono anch'essi i grandi protagonisti dello show. Senza di loro mancherebbero i partecipanti e a questo punto anche uno staff. Un meccanismo perverso che il nostro protagonista, sempre con l'iconica tuta verde 456, vuole smantellare. L'aria di rivolta è nell'aria, ma ci si può fidare davvero di chi si professa tuo amico nello Squid Game?

La puntata finale vede i nostri eroi sconfitti, con poche possibilità di ribaltare la situazione sia dentro che fuori il gioco. Sarà quindi interessante vedere come la trama verrà sviluppata nella stagione finale, per non correre il rischio di scadere in quella banalità in cui fino a ora, pur con qualche ripetitività, la serie è riuscita a non cadere. 

P.S. 1: occhio alla scena post credit alla fine dell' ultima puntata. 

P.S.2: mai fidarsi del giocatore 001

La seconda stagione di Squid Game è in realtà una prima parte di una stagione finale che si concluderà nel 2025; le due sono state girate insieme e come tale vanno viste, a mio avviso.
Pur perdendo la componente sorpresa che aveva tenuto vivo il "sense of wonder" degli spettatori, a guadagnarci in compenso è la componente thriller, che diventa preponderante nella serie, forse più dei giochi stessi che, al contrario, assumono la funzione di essere propedeutici alla storia stessa e non più il principale aspetto dello spettacolo.
Ora l'obiettivo è distruggere il gioco stesso, non sopravviverci. Alcuni nuovi personaggi sono davvero efficaci, altri meritavano forse più minutaggio e passano piuttosto sotto traccia. Ci si riesce comunque ad appassionare a diverse delle mini storie inserite nella trama. Divertente trovare anche le citazioni sparse qui e là, dove questa volta l'omaggio a LOST ad esempio è piuttosto evidente.
Il giudizio finale a questo punto però resta sospeso fino alla fine della prossima e ultima stagione, per poter giudicare se quella che è stata una serie da record, sia stata effettivamente anche una bella serie nella sua globalità.