Mantenere l'identità dei propri prodotti è uno dei punti chiave delle compagnie videoludiche, perché in questo modo è possibile comprendere facilmente a quale tipologia di cliente si vuole parlare; in tal senso non sarà dunque strano vedere Sony sfornare avventure di stampo cinematografico con una punta di gdr oppure Nintendo sperimentare di continuo per proporre idee fresche per ogni età.
 
From Software prova a reinventarsi con questo spin-off particolare ma senz'altro divertente

Seguendo questo fil rouge è lecito aspettarsi che quando di mezzo c'é From Software si parli sempre di titoli dall'alta curva di difficoltà con una storia che va scoperta analizzando ogni componente del gioco, motivo per il quale tutti i fan della compagnia sono rimasti a bocca aperta quando durante i The Game Awards di dicembre è stato annunciato Nightreign, uno spin-off del tanto amato Elden Ring che mischia completamente le carte in tavola per proporre un'esperienza tanto familiare quanto nuova per il team di Miyazaki. Nel weekend appena trascorso abbiamo avuto modo di provare il test su invito che si è tenuto unicamente su Playstation 5 ed Xbox Series X/S ed oggi vogliamo raccontarvi le nostre impressioni di questo strano nuovo passo per il franchise.
 
Partiamo da una tanto doverosa seppur infausta premessa: scordatevi quasi completamente il fattore lore, narrazione e quant'altro: per quanto dai trailer possa emergere una pur minima attenzione ad una storia da raccontare, il focus di questo spin off è quasi unicamente sul gameplay, perciò da questo punto di vista conviene che tutti i fan di lore e speculazioni si mettano l'anima in pace.

Tolto il doloroso dente del giudizio possiamo arrivare a parlare del succo: Che cos'é di preciso Nightreign?
Si tratta di un gdr cooperativo per tre giocatori con diverse componenti roguelike, dove saremo catapultati in una mappa (che riprende a piene mani l'Interregno del gioco originale) con lo scopo di salire di livello ed armarci il più possibile per affrontare i boss che ci attenderanno alla fine di ogni giornata; ma vediamo nel dettaglio come si svolge il tutto.

Prima di partire per la nostra crociata di morte dovremo infatti selezionare uno degli 8 eroi a nostra disposizione, ognuno con una dedicata abilità a basso cooldown (cioè il tempo che intercorre tra un uso e l'altro) ed un'ultimate a ricarica; non c'è creazione del personaggio ed i volti sono già definiti, come si diceva è tutto in funzione del gameplay. Nel test era possibile provare 4 di essi:
  • Il Selvaggio, un classico guerriero che poteva contare dalla sua un rampino per tirare a sé i nemici o proiettarsi verso di loro, oltre ad una potente esplosione come ultimate,
  • Il Guardiano, un falco antropomorfo in grado di usare il suo battito d'ali per lanciare in aria gli avversari più piccoli, oppure librarsi in volo per poi piombare a terra ed effettuare un colpo ad area,
  • La Duchessa, un'agile assassina che sembra uscita direttamente da Bloodborne, in grado di effettuare doppi scatti e rendere tutto il party invisibile,
  • ed infine la Reclusa, una maga capace di assorbire gli elementi per creare devastanti combinazioni di magie.
Dopo aver selezionato il nostro paladino non è necessaria ulteriore preparazione, si avvia il matchmaking (che dopo un primo slot di test disastroso è filato liscio come il burro e senza il minimo di lag) e ci si prepara a buttarsi nella mischia.
 
La scelta della classe varierà nettamente il nostro playstyle

Dopo una discretamente epica cutscene che vede il nostro trio chiedere il passaggio di falchi spirituali, si raggiunge finalmente la terra di Plagaride, location dei nostri assalti e terra in continuo mutamento; il nostro amico volante ci lascerà in una zona casuale della mappa e da lì in poi le parole d'ordine saranno due: potenziamento e velocità (non a caso per l'occasione è stata aggiunta una seconda tipologia di corsa che va a colmare l'assenza di Torrente, nonché la capacità di fare walljump ed aggrapparsi alle sporgenze per tirarsi su), per quanto la mappa infatti sia aperta ogni circa 5 minuti inizierà a restringersi in pieno stile battle royale, per un totale di tre volte dove infine convergeremo verso il boss della giornata.

Cosa fare in quei circa 15 minuti è tutto a nostra discrezione, ci basterà aprire la mappa per vedere la posizione di boss, dungeon e quant'altro e scegliere quale sia per noi il percorso più ottimale, ogni scontro o cassa infatti ci ricompenserà con oggetti consumabili ed armi che costituiranno il nostro arsenale e già da qui si vedono le principali differenze dal titolo base: le armi infatti non sono solo strumenti di morte ma hanno anche legate a sé delle abilità passive che saranno sempre attive, anche quando non le staremo impugnando, cosa che può incentivare l'uso di un'arma più debole in favore di una skill più forte; per quanto riguarda invece gli oggetti consumabili per questi avremo solo 4 slot a dispozione e non ci sarà possibile in alcun modo stackare (cioè accorpare) la stessa tipologia di oggetto, ognuno ne occuperà uno sempre e comunque, tra questi potremo anche trovare materiali per potenziare le nostre armi aumentando la loro rarità oppure le chiavi della spada di pietra, atte a sbloccare le galere per combattere determinati boss.

Vero fiore all'occhiello dei drop saranno però le sfere rilasciate dai miniboss, che ci permetteranno di selezionare una ricompensa tra due armi ed un tratto passivo; è stata inoltre introdotta una meccanica presa di peso dai due Nioh: capiterà infatti di trovare uno spettro rosso di un giocatore deceduto e, interagendo con esso, potremo ottenere tutto l'equipaggiamento che aveva al momento della sua morte.

Ovviamente ogni vittima mietuta ci ricompenserà con rune proprio come ci si poteva aspettare e potremo decidere di spendere queste ultime presso uno dei tanti mercanti sparsi in giro per la mappa oppure, banalmente, per salire di livello. Anche in questo caso il processo è stato snellito e diventa più simile a quello di Sekiro: nessuna allocazione di statistiche, si clicca semplicemente "level up" e si fanno salire tutte in maniera predefinita, partendo dal primo livello ed arrivando massimo al 15 (in linea di massima però nelle nostre partite siamo sempre arrivati alla fine intorno al 12).
 
Coordinarsi per attaccare in gruppo un boss rimane un'esperienza estremamente soddisfacente

In tutto ciò però come viene enfatizzato l'aspetto cooperativo (considerata soprattutto l'assenza di una chat vocale)? Ebbene spesso e volentieri i boss risulteranno troppo ostici da abbattere da soli, mentre in tre sarà un'impresa decisamente più fattibile, senza contare poi che non ci sarà possibile ottenere il drop se non saremo fisicamente presenti; dove la cooperazione risulta però fondamentale è nel momento in cui saremo abbattuti: proprio come nei battle royale infatti finiremo a terra potendo solo strisciare e l'unico modo per resuscitarci sarà quello... di farci prendere a mazzate! Più le suddette saranno potenti più ci resusciteranno velocemente, sicuramente un cambiamento interessante rispetto alla media del genere (considerato soprattutto il fatto che la morte ci sottrarrà un livello).

Una volta sconfitto il boss della giornata il cerchio si aprirà nuovamente, permettendoci di continuare ad esplorare la mappa, mentre dopo la fine del secondo giorno ci troveremo dinanzi ad un gigantesco portale che ci condurrà al combattimento contro uno degli otto nuovi boss creati appositamente per il gioco (nel test ne era presente solo uno, una sorta di Cerbero che portava con sé una spada con catena ed a metà scontro era in grado di dividersi in tre entità separate).

Che la nostra run abbia successo o meno otterremo sempre come ricompensa delle reliquie, minerali che ci daranno tratti passivi permanenti fintanto che equipaggiati, queste saranno di tre colori ed ogni eroe avrà una diversa combinazione di essi; ci verrà inoltre data una valuta chiamata ombra, che nel test non era utilizzabile ma dalla descrizione supponiamo servirà per una sorta di vendor alla Tavola Rotonda.

 
Le circa tre ore passate in compagnia di Elden Ring Nightreign sono state tanto strane quanto appaganti: c'é stato infatti un senso di spaesamento iniziale che dopo appena un paio di partite ha lasciato spazio a divertimento ed euforia cooperativa (i veterani potrebbero dire jolly cooperation). Al momento aleggia lo spettro della poca varietà di seed del mondo e dei buff ottenibili, non abbiamo infatti visto nessuna combinazione in grado di "rompere" il gioco, cosa che risulta un must del genere roguelike; ciononostante mentiremmo se dicessimo che non ci siamo divertiti a fare raid in cooperativa e non vediamo decisamente l'ora di mettere le mani sul prodotto finale, che ricordiamo arriverà in tutto il mondo il prossimo 30 maggio.