JoJo Phantom Blood Cover 1Ultimamente, mi trovo deluso, in linea di massima, dagli shonen d’azione degli anni 2000, perciò vado costantemente alla ricerca di belle storie d’annata, comprandole quando vengono proposte oppure cercandole tra gli arretrati usciti negli anni ’90 e che mi ero perso perché all’epoca ero un lettore alle prime armi.
L’iniziativa proposta dalla fida Star Comics, che ha recentemente riproposto una ristampa in edizione lussuosa di questa serie così famosa del Jump anni ’80 a cui avevo sempre voluto approcciarmi ma non l’avevo mai fatto perché non mi andava di recuperare in arretrato cento e passa volumetti sottili, cadeva a fagiolo, per cui ecco che in quel di Lucca Comics mi ritrovai a comprare il primo numero di Phantom Blood, la prima miniserie della saga di Jojo.

La premessa è tra le più interessanti che abbiano mai introdotto un manga d’azione. Abbiamo un’ambientazione da Inghilterra del diciannovesimo secolo descritta con grande realismo e con parecchi occhi di riguardo verso la narrativa e gli stereotipi dell’epoca (si veda ad esempio la sublime rappresentazione dei vicoli di Londra, con tanto di Jack lo squartatore) e una storia quasi da shojo manga anni ‘70, con una grande e nobile famiglia, quella dei Joestar, un erede legittimo retto e bonaccione, Jonathan “Jojo” Joestar, e un figliastro adottivo che trama per rovinarla, Dio Brando.
Il ritrovamento di una misteriosa maschera di pietra, capace di donare a chi la indossa smisurati e perversi poteri, cambierà le carte in tavola e darà il “la” a Phantom Blood affinché si trasformi in una storia d’azione e combattimenti, con un Dio Brando trasformato in un vampiro potentissimo a capo di un esercito di orrendi zombie e morti viventi e un Jonathan desideroso di vendetta e pronto a sconfiggerlo.
JoJo Phantom Blood - La mascheda di pietraPhantom Blood è dunque una serie molto forte, in linea con la tendenza degli autori degli shonen anni ’80 che creavano storie di grandissimo impatto emotivo. Già nella lunga premessa che occupa gran parte del primo dei tre volumi che compongono l’opera, l’autore non ci risparmia scene fortissime e gran "sboronate", cosa che poi andrà in crescendo col proseguire della storia ma che non infastidisce affatto il lettore, anzi è capace di tenerlo incollato alle pagine in maniera incredibile.
Partito come una sorta di bizzarro shonen manga d’azione con un’ambientazione da shojo manga, Phantom Blood mostra ben presto le sue carte e rivela personaggi dannatamente carismatici. Il protagonista Jonathan è un classico personaggio principale da shonen manga anni ’80: capelli scuri, fisico prestante, grande cuore e una grande forza pronta a scatenarsi nei momenti di rabbia. E’ interessante seguire la sua crescita e il percorso che lo porterà, da rampollo viziato di una famiglia nobile, a diventare un coraggioso guerriero esperto d’arti marziali e disposto a rischiare la vita pur di abbattere la sua nemesi. Nemesi che si presenta al lettore come uno dei personaggi cattivi meglio caratterizzati della narrativa a fumetti nipponica: Dio Brando è intriso di malvagità sino al midollo e terribilmente carismatico, non guarda in faccia nessuno e compie atroci malvagità con assoluta nonchalance, riesce ad attirarsi allo stesso tempo le antipatie e l’ammirazione dei lettori.
Attorno a questi due poli, ruota un manipolo di personaggi interessantissimi, dal ladro dal cuore d’oro Speedwagon ai rispettivi genitori dei protagonisti, dalla bella e inflessibile Erina che fa battere il cuore di Jonathan a Tarkus e Bruford, antichi cavalieri resuscitati come tirapiedi di Dio Brando, fino ad arrivare a Will A. Zeppeli, eccentrico gentleman dai sornioni baffetti e dal bizzarro cappello a cilindro che, con una flemma tipicamente “English” insegnerà a Jonathan i rudimenti di una strana disciplina marziale che lo aiuterà nella sua lotta per la vendetta.
Si tratta di personaggi carismatici sia a livello caratteriale sia a livello visivo, per cui vale tutto il termine “bizzarro” che accompagna il titolo del manga, che affascinano il lettore e si muovono in un universo vittoriano splendidamente ricostruito e ricco di dettagli ma anche dalle tinte oscure, surreali, misteriose e un po’ splatter ma indubbiamente di grandissimo effetto, dove si uniscono in uno splendido insieme vampiri, zombie, antichi ordini cavallereschi medievali, serial killer, oscure pagine della storia britannica, tecniche marziali orientali, santoni indiani, farmacisti cinesi, maledizioni legate agli antichi popoli precolombiani, combattimenti mortali e sentimenti molto forti.

JoJo Phantom Blood - Dio Brando

Un bell’applauso, dunque, a Hirohiko Araki, che è riuscito a creare un universo intrigante e originale in cui muovere personaggi altrettanto azzeccati e convincenti. La nostra storia sarà narrata con uno stile di disegno che si inserisce nel solco già tracciato all’epoca dai colleghi Tetsuo “Ken il guerriero” Hara e Akira “Otoko Juku” Miyashita, il cui tratto viene qui spesso e volentieri ricordato, per quanto i disegni di Araki trovano quasi subito una loro personale dimensione, soprattutto nella resa dei personaggi più importanti. Corpi dalle muscolature possenti eppur flessuosi, leggiadri, capaci di contorcersi e di assumere posture davvero surreali, capelli che ondeggiano al vento, abbigliamenti stravaganti e copertine di grandissimo impatto visivo, scene d’azione estremamente dinamiche. E’ uno stile sporco, a tratti sgradevole, che sicuramente potrebbe far storcere il naso a molti lettori moderni, ma che personalmente mi ha fatto impazzire e a cui tutto si può dire tranne che non sia adatto al tipo di storia che accompagna.
Jojo Phantom Blood - JojoHirohiko Araki non delude i suoi lettori, ma li prende per mano e li trascina in un’avventura straordinaria, concisa, passionale, piena zeppa di citazioni musicali (si va dai Dire Straits a Tom Petty, passando per i Led Zeppelin), di esagerazioni e tamarrate tipiche del periodo in cui la storia è stata scritta e di personaggi strambi ma dannatamente affascinanti che, ci scommetto, saranno stati di grandissima influenza in produzioni successive. Ad esempio, è sin troppo palese la somiglianza, in alcune illustrazioni, di Jonathan e Dio con Ryu e Ken, i due personaggi principali della serie di videogiochi Street Fighter della Capcom, che esordiva nelle sale giochi nipponiche proprio nello stesso anno di questa prima serie di Jojo, e sapendo che alla Capcom amano ispirarsi a qualsiasi cosa per la creazione dei loro personaggi il dubbio rimane legittimissimo e sarebbe peraltro un gran piacere assodarlo.

Phantom Blood mi è piaciuto, insomma. E’ strano da dire, dato che si tratta di un’opera degli anni ’80, ma ha rappresentato una bella boccata d’aria fresca in un panorama di shonen d’azione attualmente pubblicati nel nostro paese troppo simili fra loro, troppo sciocchi a livello di storia e con personaggi troppo poco virili o carismatici. Un po’ di sano spirito anni ’80 con personaggi grezzi, tamarri, combattimenti appassionanti e ambientazioni tremendamente d’atmosfera ci voleva proprio, per ricordare i vecchi tempi in cui i primi manga giunti nel nostro paese erano appunto opere di questo genere (se non, appunto, questa stessa opera).
Dal momento che i vecchi lettori suppongo lo abbiano già nella sua prima edizione, non posso che consigliarlo ai neofiti. Una volta metabolizzato lo stile di disegno, che potrebbe inizialmente risultargli indigesto, troveranno ad accoglierli una splendida storia fatta d’azione, passioni e scontri all’ultimo sangue che, ci scommetto, vorranno divorare in un sol boccone e difficilmente dimenticheranno.

Personalmente, mi sono ritrovato a leggere i tre volumi della riedizione con una grandissima voracità, a tifare per Jonathan, a commuovermi e appassionarmi alle sue vicissitudini, ad arrabbiarmi con Dio ma anche a rimanere impressionato dal suo carisma e ad attendere con spasmodica ansia la relativa uscita del numero successivo. Era da tempo che un manga non mi prendeva in questa maniera, e ne sono ben felice, così come sono contento che a farmi questo effetto sia una serie degli anni ’80. Significa che il mio primo amore, la mia prima esperienza coi manga, non l’ho mai dimenticata ma è ancora viva dentro di me, che i miei gusti non sono poi cambiati, anche se col tempo si sono allargati, e che sono nuovamente pronto a farmi incantare.
Perciò, in quanto amante degli shonen d’azione anni ’80 che si trova a iniziare solo adesso la sua avventura nel bizzarro mondo di Jojo, non mi resta che promuovere a pieni voti questa prima miniserie, che si è già guadagnata un posto d'onore nel mio cuore e nella classifica dei manga che più ho amato in tanti anni di lettura.


Titolo Prezzo Casa editrice
JoJonium  1 € 15.90 Star Comics
JoJonium  2 € 15.90 Star Comics
JoJonium  3 € 15.90 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo  1 € 2.10 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo  2 € 2.10 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo  3 € 2.10 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo  4 € 2.10 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo  5 € 2.10 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo  6 € 2.10 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo: Phantom Blood  1 € 7.00 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo: Phantom Blood  2 € 6.50 Star Comics
Le bizzarre avventure di JoJo: Phantom Blood  3 € 6.50 Star Comics