Majokko, Anni 2000 parte seconda, anno 2004 per la precisione. Da un lato la grande compagnia Toei Animation faceva esordire le sue Pretty Cure inaugurando così un nuovo fortunato filone nel majokko sentai (variante del genere che prevede un uso più o meno largo dei combattimenti), un po' stantio dall'epoca di Sailor Moon, destinato poi a varie successive incarnazioni.
Da un altro lato invece lo studio Seven Arcs, riprendendo l'universo di un eroge-game per adulti, poi andato anche in OAV, intitolato Triangle Heart (precisamente era il terzo capitolo di questa serie di giochi), ripropone il tutto facendo di Nanoha Takamachi, un personaggio molto secondario del vecchio game, la protagonista di una storia del tutto nuova.
Nanoha è una ragazzina gentile e tranquilla che passa le sue giornate fra le scuole elementari, che frequenta con le sue amiche Arisa e Suzuka, e la sua numerosa famiglia che gestisce una pasticceria. Un giorno, dopo aver fatto uno strano sogno la notte precedente, scorge tornando a casa un animale ferito del tutto simile a un furetto.
Questi però non è un animaletto come tanti bensì un abitante di un altro mondo, ridotto per le ferite in sembianze animali, mossosi sulle tracce di misteriosi artefatti chiamati Jewel Seed. Nel precipitare degli eventi a causa dell'attacco di una informe creatura, Nanoha si trova a dover acquisire strumenti e poteri magici per scendere in campo e risolvere la situazione.
Un inizio che ricorda parecchio quello di alcuni majokko più classici della vecchia scuola con una contaminazione presa direttamente dal molto famoso incipit di Sailor Moon. Ma già da qui si intravedono degli elementi di novità: lo strumento, o se vogliamo anche dire l’arma, usato da Nanoha è in pratica l'evoluzione tecnologica della classica bacchetta (o scettro), può cambiare di forma e possiede in se una intelligenza artificiale che gli permette di interagire con la sua padrona; i combattimenti, che sono in questo inizio molto dinamici con colpi d'energia e attacchi che nell'aspetto paiono molto meno magici di quanto ci si poteva aspettare.
La missione di Nanoha per recuperare tutti i Jewel Seed perduti, assieme al suo nuovo amico e “socio” di nome Yuuno ha così inizio con le prime ricerche... E da questa prima parte possiamo già trarre le prime impressioni sulla realizzazione dell'anime.
La grafica appare definita e curata con una gamma cromatica varia e brillante. Gli sfondi, pur non dettagliatissimi (siamo sempre con una serie TV pre HD) sono almeno di un buon livello.
Una cosa da rilevare già dai primi episodi (e che poi sarà un “marchio di fabbrica” della saga) è un certo clima di gentilezza e buona educazione che condisce situazioni e dialoghi. Ciò, seppur considerando che i protagonisti sono bambini delle elementari e i relativi conoscenti e che sentire un gergo sboccato o con situazioni tendenzialmente ecchi non sarebbe adeguato per una produzione come questa, almeno per le prime battute non aiuta ad alzare il ritmo.
E sommando questo a un inizio di stampo convenzionale, porta la noia ad avanzare baldanzosa per gli episodi. Quasi si rischia di cedere ad essa nel momento della rilassante ending “Make a little Wish”, nonostante valga sempre la pena di iniziare un nuovo episodio per sentire la bellissima opening “Innocent Starter” by Nana Mizuki.
Una serie che nel suo inizio pare ordinaria e di poca intensità se non ché...
...Nel quarto episodio però, un antagonista per Nanoha fa la sua comparsa: si tratta di Fate Testarossa, un altra maga quasi a lei coetanea ma antitetica nel look e negli intenti. Non si tratta però di una nemesi classica mossa da intenti malvagi bensì di un personaggio sfaccettato dietro le cui azioni si nascondono motivazioni ben precise...
Da questo momento l'anime inizia a svilupparsi in un gioco a due fra le maghe avversarie permettendo così di scoprire e approfondire ancora di più entrambi i personaggi che, nel loro incontro/scontro, ci guadagnano e si risaltano vicendevolmente: è Fate che da più motivazioni a Nanoha nella sua missione e ne porta alla luce lati determinati e coraggiosi della sua personalità, ed è Nanoha che scuote e “sconvolge” Fate per farle acquisire (o forse per farle ritrovare) il suo lato più umano celato a forza dentro di sé. A conti fatti poi potremmo dire che sia Fate la vera protagonista della serie in quanto risulta il vero soggetto al centro dell'attenzione nonché il gradiente che fa muovere anche la dichiarata protagonista Nanoha, ma probabilmente confermare ciò sta al giudizio finale e al punto di vista personale del singolo spettatore.
L'inserimento nella lotta di una ulteriore terza fazione (una sorta di esercito deputato al controllo delle interferenze dimensionali fra i vari mondi paralleli) renderà la situazione ancora più fluida.
Mahou Shoujo Lyrical Nanoha crea così un originale alchimia in cui elementi del Majokko, degli anime di fantascienza e di quelli più di combattimento (ad anni di distanza si riconoscono negli scontri elementi presi dal classico dei classici del genere, Dragon Ball Z) si fondono in un personalissimo stile cui si aggiungono tematiche più profonde e meno solari che avvicinano l'anime anche a un pubblico maschile tendenzialmente più adulto e diverso da quello classico del Majokko (ciò si vedrà in particolare per la vicenda personale di Fate). Non a caso Nanoha è stato classificato come uno dei primi titoli di questo genere a “strizzare l'occhio” verso gli otaku.
L'anime insomma si risolleva pienamente dopo un inizio molto frenato, peccato che ci ricaschi un po' verso la fine ove l'intensità cala sensibilmente rispetto alla parte centrale forse a causa del fato che il climax dello scontro fra Nanoha e Fate viene raggiunto a un paio di episodi dalla conclusione.
Contribuisce di sicuro il livello più che buono del doppiaggio che ci offre una dolce Nanoha attraverso Yukari Tamura e una toccante Fate grazie a Nana Mizuki. Ritroviamo anche una doppiatrice di lungo corso quale Aya Hisakawa (Ami Mizuno/Sailor Mercury nel citato Sailor Moon) nel ruolo della gentile ma molto determinata Capitano Lindy Harlown.
Da un altro lato invece lo studio Seven Arcs, riprendendo l'universo di un eroge-game per adulti, poi andato anche in OAV, intitolato Triangle Heart (precisamente era il terzo capitolo di questa serie di giochi), ripropone il tutto facendo di Nanoha Takamachi, un personaggio molto secondario del vecchio game, la protagonista di una storia del tutto nuova.
Nanoha è una ragazzina gentile e tranquilla che passa le sue giornate fra le scuole elementari, che frequenta con le sue amiche Arisa e Suzuka, e la sua numerosa famiglia che gestisce una pasticceria. Un giorno, dopo aver fatto uno strano sogno la notte precedente, scorge tornando a casa un animale ferito del tutto simile a un furetto.
Questi però non è un animaletto come tanti bensì un abitante di un altro mondo, ridotto per le ferite in sembianze animali, mossosi sulle tracce di misteriosi artefatti chiamati Jewel Seed. Nel precipitare degli eventi a causa dell'attacco di una informe creatura, Nanoha si trova a dover acquisire strumenti e poteri magici per scendere in campo e risolvere la situazione.
Un inizio che ricorda parecchio quello di alcuni majokko più classici della vecchia scuola con una contaminazione presa direttamente dal molto famoso incipit di Sailor Moon. Ma già da qui si intravedono degli elementi di novità: lo strumento, o se vogliamo anche dire l’arma, usato da Nanoha è in pratica l'evoluzione tecnologica della classica bacchetta (o scettro), può cambiare di forma e possiede in se una intelligenza artificiale che gli permette di interagire con la sua padrona; i combattimenti, che sono in questo inizio molto dinamici con colpi d'energia e attacchi che nell'aspetto paiono molto meno magici di quanto ci si poteva aspettare.
La missione di Nanoha per recuperare tutti i Jewel Seed perduti, assieme al suo nuovo amico e “socio” di nome Yuuno ha così inizio con le prime ricerche... E da questa prima parte possiamo già trarre le prime impressioni sulla realizzazione dell'anime.
La grafica appare definita e curata con una gamma cromatica varia e brillante. Gli sfondi, pur non dettagliatissimi (siamo sempre con una serie TV pre HD) sono almeno di un buon livello.
Una cosa da rilevare già dai primi episodi (e che poi sarà un “marchio di fabbrica” della saga) è un certo clima di gentilezza e buona educazione che condisce situazioni e dialoghi. Ciò, seppur considerando che i protagonisti sono bambini delle elementari e i relativi conoscenti e che sentire un gergo sboccato o con situazioni tendenzialmente ecchi non sarebbe adeguato per una produzione come questa, almeno per le prime battute non aiuta ad alzare il ritmo.
E sommando questo a un inizio di stampo convenzionale, porta la noia ad avanzare baldanzosa per gli episodi. Quasi si rischia di cedere ad essa nel momento della rilassante ending “Make a little Wish”, nonostante valga sempre la pena di iniziare un nuovo episodio per sentire la bellissima opening “Innocent Starter” by Nana Mizuki.
Una serie che nel suo inizio pare ordinaria e di poca intensità se non ché...
...Nel quarto episodio però, un antagonista per Nanoha fa la sua comparsa: si tratta di Fate Testarossa, un altra maga quasi a lei coetanea ma antitetica nel look e negli intenti. Non si tratta però di una nemesi classica mossa da intenti malvagi bensì di un personaggio sfaccettato dietro le cui azioni si nascondono motivazioni ben precise...
Da questo momento l'anime inizia a svilupparsi in un gioco a due fra le maghe avversarie permettendo così di scoprire e approfondire ancora di più entrambi i personaggi che, nel loro incontro/scontro, ci guadagnano e si risaltano vicendevolmente: è Fate che da più motivazioni a Nanoha nella sua missione e ne porta alla luce lati determinati e coraggiosi della sua personalità, ed è Nanoha che scuote e “sconvolge” Fate per farle acquisire (o forse per farle ritrovare) il suo lato più umano celato a forza dentro di sé. A conti fatti poi potremmo dire che sia Fate la vera protagonista della serie in quanto risulta il vero soggetto al centro dell'attenzione nonché il gradiente che fa muovere anche la dichiarata protagonista Nanoha, ma probabilmente confermare ciò sta al giudizio finale e al punto di vista personale del singolo spettatore.
L'inserimento nella lotta di una ulteriore terza fazione (una sorta di esercito deputato al controllo delle interferenze dimensionali fra i vari mondi paralleli) renderà la situazione ancora più fluida.
Mahou Shoujo Lyrical Nanoha crea così un originale alchimia in cui elementi del Majokko, degli anime di fantascienza e di quelli più di combattimento (ad anni di distanza si riconoscono negli scontri elementi presi dal classico dei classici del genere, Dragon Ball Z) si fondono in un personalissimo stile cui si aggiungono tematiche più profonde e meno solari che avvicinano l'anime anche a un pubblico maschile tendenzialmente più adulto e diverso da quello classico del Majokko (ciò si vedrà in particolare per la vicenda personale di Fate). Non a caso Nanoha è stato classificato come uno dei primi titoli di questo genere a “strizzare l'occhio” verso gli otaku.
L'anime insomma si risolleva pienamente dopo un inizio molto frenato, peccato che ci ricaschi un po' verso la fine ove l'intensità cala sensibilmente rispetto alla parte centrale forse a causa del fato che il climax dello scontro fra Nanoha e Fate viene raggiunto a un paio di episodi dalla conclusione.
Contribuisce di sicuro il livello più che buono del doppiaggio che ci offre una dolce Nanoha attraverso Yukari Tamura e una toccante Fate grazie a Nana Mizuki. Ritroviamo anche una doppiatrice di lungo corso quale Aya Hisakawa (Ami Mizuno/Sailor Mercury nel citato Sailor Moon) nel ruolo della gentile ma molto determinata Capitano Lindy Harlown.
Visione moderna e aggiornata nel campo del genere Majokko, Mahou Shoujo Lyrical Nanoha si rivela un titolo convincente e sicuramente innovativo nel suo campo nonché fornitore di spunti e idee per titoli a esso posteriori. Un anime non immediato nel suo inizio ma che riesce ad avere degli sviluppi della storia molto interessanti che forse annoieranno uno spettatore tendenzialmente disilluso ma che sapranno coinvolgere il pubblico in larga parte e far commuovere una sua fetta più sensibile.
Anzi diciamo pure che Madoka avrà pescato queste cose da Nanoha visto che l'ultima è antecedente, anche se con tematiche abbastanza differenti da quanto si evince nella recensione.
complimenti a Swordman
Per ora ho visionato solo metà della prima serie, comunque ho già bene interpretato l'anime. Nonostante si parli di "seed" posso assicurare che non ha nulla a che fare con lo stile molto particolare di 'Puella Magi Madoka Magica', il target è totalmente differente. Quello di "Madoka" è un majokko molto fuori dagli schemi e fuso con altri generi, mentre "Nanoha" rientra nello stereotipo di mahou shoujo classico.
"Nanoha" mi appare come un clone del più conosciuto 'Cardcaptor Sakura' (1998), quest'ultimo è considerato tutt'ora - meritatamente - il miglior mahou shoujo per bambini. Probabilmente "Nanoha" è l'anime più simile a "Sakura" ma presenta alcuni difetti che lo sminuiscono un po'.
Il disegno è buono, pare una via di mezzo tra "Higurashi" e "Clannad", ma meno recente di entrambi questi titoli di generi ben differenti da "Nanoha".
Trama e vicenda sono ai massimi livelli di classicità del genere "ragazze magiche", forse ancora più classico di "Cardcaptor Sakura", ma meno affascinante e convincente.
In linea di massima è un buon anime (un 7.5 lo prende), ma è indicato più che altro ai bambini e ai nostalgici dell'infanzia.
L'inizio della prima serie ricorda Card Captor Sakura, la prima serie Mahou Shoujo a trattare tematiche adulte, e forse che ne hanno preso spunto, ma subito dopo comincia a differenziarsi in molte cose, per poi cambiare completamente nelle serie successive.
Anche se in possesso di una bacchetta non sarà quella la banale artefice della sua metamorfosi e nemmeno la classica spilla o fermaglio, dono del solito folletto, ma abbiamo uno strumento elettronico.
Sì perchè Nanoha basa la sua magia sulla tecnologia, invece che sui tradizionali elementi magici presenti negli altri anime, e le armi intelligenti sono roba da I.A. Questo insieme alla presenza di maghi su navicelle spaziali e qualche robot rende la serie una via di mezzo tra il mistico e il tecnologico, una fusione ben riuscita.
Altra nota originale è che nonostante il classico intermezzo della vestizione, retaggio del passato, il costume da maga una volta tanto sarà lungo e molto simile all'altrettanta lunga divisa scolastica della ragazzina. Inoltre notiamo una grafica dai colori non troppo vivi, aspetto si accentuerà soprattutto nella terza serie. E poi a parte l'inizio le trasformazioni quasi scompariranno.
Non c'è il cattivo che è cattivo tanto per essere cattivo, ma i personaggi agiscono in base a motivazioni personali ben definite. Abbiamo tristezza, dolore, insicurezza, aspettative, delusione.
In definitiva definirlo un anime "maghetta" è riduttivo: è un anime d'azione, a volte drammatico, toccante, veramente originale.
Inoltre la serie è calibrata minuziosamente per riflettere la più ampia destinazione editoriale, dai ragazzi a uomini adulti, invece che il tradizionale pubblico di questa tipologia di anime.
E come ultimo punto la trama tratta temi più profondi rispetto rispetto alle altre, trovandosi a contatto con temi quali alienazione sociale o abusi su minori.
I primi episodi sono abbastanza standard, ma ben presto fa la sua comparsa il personaggio di Fate Testarossa, che si impone con decisione per il suo carattere forte, il suo disperato bisogno di amore, e la sua triste storia.
Consiglio fortemente questa serie a chiunque, e naturalmente continuiamo con la seconda serie A's che presenta temi nuovi, anche drammatici e commoventi, e ancora più azione della prima serie.
Un 10 che non glielo toglie nessuno.
^^
Sarò sincero, il disegno non mi piace affatto e il fatto che sia tratto da un videogioco erotico mi fa storcere il naso, però trovo anche diversi motivi di interesse, quindi prima o poi lo guarderò per farmene un'idea, probabilmente.
@ Kary
Se il majokko viene considerato un genere per un pubblico infantile è perchè è quello il suo scopo primario
@Nagi1200
Dissento, già prima di Sakura (che sì, è molto bello, ma non ho mai capito in che cosa consista questo strabordante successo che ha in patria), già Sailor Moon proponeva tematiche adulte (la serie S, tanto per fare un nome noto a tutti).
Card Captor Sakura è molto bello visivamente e ha degli ottimi combattimenti ma caria i denti dal miele profuso dai personaggi. Praticamente Sakura non ha nemici a lungo termine, solo sporadici avversari. Se ha successo è solo in una limitata porzione di pubblico, i piccolissimi.
In realtà c'è questo luogo comune che i majokko siano tutti rose e fiori, quando non è assolutamente così. Già dai tempi dello Studio Pierrot, ma sicuramente anche prima, il messaggio pedagogico che questo tipo di produzioni vuole dare passa sempre attraverso problemi piccoli ma grandi e scelte, spesso sofferte, che fanno crescere i personaggi (penso al da me recentemente rivisto finale di Magica Emi, che è una bella botta alla faccia del rose e fiori). Sailor Moon e Wedding Peach hanno indubbiamente alzato un pò il tiro, mentre Mew Mew e Mermaid Melody erano serie create solo come scusa per far fangirlare il pubblico, ma non significa che il majokko (inteso come serie per bambini che è il suo pubblico primario e non con queste imitazioni per otaku che lasciano un pò il tempo che trovano essendo dedicate solo a una nicchia diversa) sia morto dopo Sailor Moon e Wedding Peach, dato che di mezzo c'è ad esempio Rayearth (che, figlio di Sailor Moon, si rivolge a un pubblico veramente molto ampio), c'è Doremì (che raccoglie l'eredità dei vecchi majokko rendendosi un ottimo esempio moderno di pedagogia a disegni animati)...
Fermo restando che qualsiasi produzione di questo tipo nasconde degli intenti commerciali (che sono anche necessari per finanziarti il progetto), personalmente apprezzo tantissimo la saga delle Pretty Cure, che avrà sì i suoi alti e bassi, ma non perde mai di vista il suo obbiettivo primario in quanto majokko, ossia intrattenere ed educare i suoi spettatori, peraltro anche mettendoli davanti a scelte drammatiche o ad eventi tragici ogni tanto, con dei risvolti di trama anche piuttosto maturi per il target a cui si riferiscono.
Il majokko vero e proprio dunque, fortunatamente, continua ad esistere anche oggi con serie degne, senza bisogno di rivolgersi a questo tipo di serie che a quanto vedo sono una cosa diversa e diretta ad un diverso tipo di pubblico.
Speriamo sia passata
Venendo a Nanoha dico immediatamente che è diventato uno dei titoli a cui tengo maggiormente. In un primo momento ne sono stato attirato dalla grafica e dalla fama, ma poi mi ha conquistato per la sua fattura, storia e personaggi che vi agiscono.
Tra l'alto l'ho visto dopo aver dato un occhiata a Madoka e semmai si ravvisano somiglianze, ricordiamo che le due opere si separano di ben 6 anni con Nanoha venuta prima e in più vesti...
Leggo di paragoni con CC Sakura, purtroppo non saprei dire non conoscendo molto quest'opera a parte una visione fatta però nella versione italiana dell'anime adattata come ben si sà...
@ Kotaro
Momento però, Nanoha non si può dire basato sull'eroge-game. Avranno preso alcuni personaggi e qualche ambientazione, ma in Nanoha di erotico c'è niente direi
Su cosa ti basi, Kotty? A me sembra che se non ci fosse stato Sailor Moon le CLAMP sarebbero venute fuori con Rayearth lo stesso. Del resto sono uscite negli stessi anni, dubito che Sailor Moon abbia avuto una qualche influenza.
Anche perchè poi le Clamp in un primo periodo (mi pare che Rayearth sia la prima opera di questo tipo, ma potrei sbagliarmi) hanno sempre usato protagonisti maschili, e Rayearth con dei protagonisti maschili non avrebbe avuto niente di speciale. E guardacaso esce un'opera con tre ragazze che si trasformano e combattono, su Nakayoshi e non su una rivista di un altro editore, e due anni dopo Sailor Moon, è evidente l'influenza
hai ragione, ma magica emi non è un majokko sentai:D Sennò potremmo dire che anche "Bya la sfida della magia" è stato il primo majokko per otaku perchè ogni tre scene faceva vedere le mutandine della protagonista
E non credo che "Madoka Magica" sia rivolto agli otaku, o meglio...non solo. Madoka Magica è rivolto a chi ha solo una vaga idea del majokko sentai, quella appunto "rose e fiori", e svela gli altarini dark e angoscianti persi nelle pieghe del tempo. Secondo me potrebbe anche esser visto dai bambini perchè, Mami a parte, non mostra veramente niente di nuovo e scandaloso, anzi è un buon rappresentante del suo genere. Ma sarebbe inutile perchè quel che manca davvero a "MM" è un intento pedagogico, cosa di cui i bambini di oggi hanno un disperato bisogno.
Hai fatto bene a citare Rayearth(prima serie) e Doremi. Il primo è uno strano ibrido di generi, non so fino a che punto possa inserirsi nella categoria; inoltre non presenta una morale (le protagoniste non sono consapevoli di quel che fanno fino alla fine, anzi vengono infinocchiate da Emeraude modello Kyubey). Molto divertente e emozionante, ma poco educativo.
Doremi invece è molto grazioso per il target di riferimento, offre degli insegnamenti e fa leva sullo spirito di gruppo, ma non è di gran stimolo per un pubblico adulto per via della mancanza del male in senso proprio. Mi è piaciuta anche l'idea che le bambine dovessero faticare per diventare streghe, sottoponendosi ad ogni genere di prove.
La frase sulla "commercializzazione" delle Pretty Cure era riferita essenzialmente alla loro progressiva omologazione al resto del settore. Nella quarta serie il setting è meno realistico, le ragazze più colorate, compaiono perfino i bishonen ultraterreni cui facevo cenno sopra; perde, insomma, di freschezza e originalità.
Ti rispondo in privato e mi eclisso, così qua lascio lo spazio a Nanoha e a chi l'ha visto che ne può parlare con più cognizione di me, che già c'è stata la manutenzione a impedire la lettura e i commenti della recensione
Io l'ho visto, perchè mi è stato consigliato e devo dire che mi è proprio piaciuto. Non ha nulla a che vedere con Madoka Magica, con il quale spartisce solo il titolo. Mahou Shoujo Lyrical Nanoha è sempre Mahou Shoujo Lyrical Nanoha. ù_____ù
Recensione veramente superlativa!!
Forse la cosa che non mi piace molto di questo anime (forse) sono i disegni. Un po' vecchiocci, ma comunque non malaccio!!
l'unica cosa che mi spiace è: che sia le serie/movie, che i manga sono inediti in Italia, ma con infinite grazie rivolto ai gruppi fansub abbiamo potuto apprezzare quest'anime.
Nanoha A's è decisamente superiore, merito anche del fatto che ormai è di fatto diventato Dragonball: trama inesistente, botte da orbi a ogni episodio. Ed è per questo che si guarda nanoha: guardare bambinette che distruggono pianeti (PLASMA SMASHER!!) con i RAGGI DELL'AMORE!
Nanoha Strikers non esiste.
L'ho vista molto tempo fa... quando ero un po' più piccola, ma nonostante ciò, mi piace riguardarla e la trovo sempre spettacolare come la prima volta. E ci tengo a precisare che ho visto tutte e tre le serie, quindi.. penso di essere in grado di dare un'opnione (che ovviamente è solo MIA X°°° potete dissentire e ribattere: quello che dico io sicuramente non è oro colato :'DD)
Partiamo col dire che la storia NON E' COME GLI ALTRI MAJOKKO. E tanto meno non ricorda ASSOLUTAMENTE Madoka Magica e/o Card Captor Sakura (serie che io adoro, ma non si può dire che sono uguali ._.) o___o ! Non so perchè la gente si ostini a categorizzare tutti i majokko come "uguali" =_= non è così! x°
E' vero, la storia di base può sembrare alquanto banale: questa bambina delle elementari che trova un furetto e deve aiutarlo a ritrovarle delle pietre, i Jewel Seed... si trasforma, abita in una famiglia perfetta, ha due amiche che le sono molto vicine... è tutto rose e fiori, insomma <3 D'accordo. Ma questi sono i primi 3 episodi. Il resto... è tutta un'altra storia.
Lo potete già vedere dal tipo di armi che utilizzano: sono armi intelligenti che parlano ed interagiscono con il loro "padrone". Hanno una vita, dei sentimenti... io personalmente, questa, la trovo una GRANDE novità!
Inoltre.. il personaggio di Fate è meraviglioso (è anche il mio preferito, infatti ahah )! A differenza di Nanoha, che alla fine combatte per aiutare Yuuno, Fate è una ragazza che combatte per uno scopo ben preciso e molto più "importante" e anche... "pesante" (non so bene che termine usare), che va al di là del "salvare il mondo dal male" e tutte quei motivi quasi surreali. Ma non voglio fare spoiler... e, permettimi di risponderti, Ukyo. Quando dici "L'apparente "triste" storia di Fate è mal raccontata e stereotipata oltre ogni limite", beh... a parer mio non è affatto così. La storia di Fate si articola in una ventina di episodi e ci mostra vari stati della sua vita. E' un personaggio dinamico, che non rimane infossato nelle sue idee... ma cambia. E cambia anche l'idea che noi abbiamo di lei... Ci fa capire PERCHE' combatte. Inoltre, definirla "apparente triste storia".. bah! x°°° Ma l'hai veramente visto l'anime?! O_o Mi sembra un commento un po' stupido... poi vabbè x°D ovviamente bisogna rispettare ogni parere )
Inoltre, aggiungo che penso che in MSLN si abbia una delle storie di amicizia più belle tra le due protagoniste. E anche quella tra Fate e Arf secondo me rende parecchio *-* Però questo è un parere del tutto personale xD
Per ritornare poi al discorso del luogo comune: Majokko = bambine che si trasformano e combattono il male... beh, voglio dire che un'altra novità di Mahou Shoujo Lyrical Nanoha è che, il "MALE", in questo caso, è strettamente collegato a una delle due protagoniste, Fate. Non c'è più il gruppo di paladine della giustizia (stile Sailor Moon, Mew Mew, Mermaid Melody, Prette Cure... e chi ne ha più ne metta x°) che combatte i nemici (tra l'altro sono spesso molto scarsi ._.).. qui adesso si ha un combattimento VERO e molto più appassionante in cui si scontrano maghe dello stesso livello, spinte ognuna da un proprio sogno.
La prima e la seconda serie sono, secondo me, le migliori.. e, a differenza di alcuni che dice che la terza è bruttissima, io penso che sia semplicemente... diversa. Infatti, essa, è incentrata più sui combattimenti prima si dava forse maggiore spazio alle storie dei vari personaggi... adesso invece il combattimento e l'azione hanno il ruolo principale. Ma nonostante ciò, a me è piaciuta tantissimo (tanto che ho fatto pure il cosplay di Teana Lanster ahahah xD)!
Questo anime lo consiglierei anche ai ragazzi, perchè c'è sia una parte più "sentimentale" data dalle storie molto toccanti dei personaggi, ma anche tanta azione D però non bisogna partire prevenuti! X°°°° sennò non piacerà mai u.ù
Comunque, sono anche critica... e dico che, nonstante io lo ritenga un anime ECCEZIONALE, ha qualche difettuccio. Per esempio, l'età dei personaggi... io in terza elementare manco sapevo allacciarmi le scarpe! (ahahahah no dai.. °_°' non ero impedita fino a questo punto :'D) Inoltre sembrano un po' più grandicelle... io avrei dato ai personaggi all'incirca sui 10-11 anni :')
Anche perchè quando crescono, nella terza serie, sono appena alle medie... ._. e sembrano adulte x°°°
Inoltre, un'altra cosa che non mi piace molto... sono i genitori di Nanoha che lasciano andare la loro figlia molto piccola a spasso per l'universo uahahahahahah XDDD vabbè!
Che altro aggiungere? A parer mio, il character design è spettacolare... soprattutto, però, quello della seconda serie, e ancora di più quello del film!
Le opening e le canzoni all'interno dell'anime sono stupende, le ending, devo essere sincera... mi piacciono un po' meno x°
Il film riassume praticamente tutta la prima serie aggiungendo anche alcuni particolari, quindi.. guardatelo u.ù
Detto tutto ciò... sul serio. E' un bellissimo anime.
Non fermatevi all'apparenza! Mahou Shoujo Lyrical Nanoha ha veramente tanto da offrire e merita tutto il tempo che vorrete dedicargli *_____* <3<3
Ps: scusate se sono andata in qua e la D: spero comunque di aver reso un po' l'idea di quello che volevo dire ahah e spero che qualcuno la pensi come me >w
Super consigliata!!!! Serie preferita??? La 2!!!!!!!!
Tantissimi complimenti al recensore
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