Kaoru Mori, ben nota per Victorian Romance Emma, sicuramente una delle opere storiche più interessanti degli ultimi anni, gioca di nuovo la carta del romanzo storico con I giorni della sposa (Otoyomegatari), ma questa volta con una ambientazione decisamente originale e praticamente inedita: l'Asia Centrale nel XIX secolo, tra i nomadi della steppa, sullo sfondo dei conflitti politici anglo-russi. È un'ambientazione alla Michele Strogoff, per intenderci, ma da un punto di vista completamente femminile.
Il manga narra la storia di Amira, una graziosa ragazza di vent'anni che, in seguito ad un matrimonio combinato, entra a far parte della famiglia di Karluk, un ragazzino di soli dodici anni.
Nonostante la differenza di età, Amira si trova bene con il suo giovane sposo, che assiste con devozione ed amore quasi materno, e la nuova famiglia. Ma il quadretto idilliaco è destinato ad incrinarsi; infatti i genitori di lei intendono tornare sulla loro decisione e darla in sposa ad un feroce capotribù.
A questa vicenda principale si innestano i destini di molti altri personaggi, come il signor Smith, un timido occidentale che svolge studi etnografici sui nomadi dell'Asia Centrale; o la giovane Pariya, energica ragazza che non riesce a trovare marito a causa del suo carattere esuberante. Ed altri interessanti personaggi si aggiungeranno col prosieguo dell'opera.
Il centro d'interesse del manga non è la politica, non è la storia, non è la geografia e neppure il conflitto tra le nazioni e i clan, tutte cose che comunque sono presenti sullo sfondo; l'attenzione è concentrata sulla vita quotidiana dei nomadi e sui prodotti della loro cultura, in primo luogo gli abiti, i tappeti, i ricami, le acconciature.
I giorni della sposa è uno slice of life storico, motivo per cui potete trovare interi capitoli dedicati all'arte del ricamo, alla cucina e alla preparazione del pane. C'è inoltre un'attenzione fortissima alla natura, ai panorami, alla raffigurazione di animali e piante.
La rappresentazione dei personaggi non è certo meno curata: Kaoru Mori continua ad usare il suo stile riconoscibilissimo che deve molto a quello classico dello shojo anni settanta -in particolare a Yumiko Igarashi, di cui si vede l'influenza anche nel gusto maniacale per il dettaglio- pur attualizzandolo mirabilmente. La cura nella raffigurazione di abiti, monili, cappelli e capelli è incredibile. In alcune (rarissime) tavole, la Mori ci delizia persino con dei garbati nudi femminili che nulla hanno a che fare con il grossolano fan service a cui ci hanno abituato i manga odierni.
Non c'è dubbio, infatti, che le opere della Mori siano quanto di più lontano si possa trovare dalle mode contemporanee, visto che tutte le sue opere finora apparse sono decisamente proiettate verso il passato.
Volendo essere fiscali, non sarebbe difficile criticare I giorni della sposa. Per esempio si potrebbe sostenere che i nomadi dell'Asia Centrale non fossero certo così belli, eleganti e puliti come vengono raffigurati nel manga; io personalmente li vedrei più simili ai messicani con i denti marci dei film di Sergio Leone, in coabitazione con capre e cavalli, intenti a cucinare su fuochi alimentati a sterco di cammello. Invece a livello grafico l'esistenza di Amira è a dir poco paradisiaca. Tutti i bambini sono dei cherubini, tutte le donne sono stupende, i giovani uomini sono quasi più belli delle donne, gli uomini maturi sono fascinosi e perfino i vecchi e gli anziani sono interessanti.
Tutti i personaggi di Kaoru Mori sono caratterizzati da un'estrema bellezza e dolcezza dei tratti, anche coloro che dovrebbero essere feroci predoni e magari il lettore si aspetterebbe venissero rappresentati con fattezze vili e grette.
Ma l'autrice non può fare proprio a meno, evidentemente, di permeare di eleganza tutto il suo operato.
A livello caratteriale l'inverosimiglianza è probabilmente ancora più grande che a livello estetico: la famiglia di adozione di Amira sembra composta di santi, vista l'estrema bontà dei suoi componenti. Non esistono invidie femminili e contrasti tra suocera e nuora; Amira è una straniera ma viene accolta subito benissimo, il marito dodicenne è un perfetto gentiluomo piuttosto che un marmocchio indisponente sposato suo malgrado ad una donna con otto anni più di lui.
Le brutture sociali, le vicende vili come la morte delle sorelle di Amira cusata dai maltrettamenti dei mariti, viene soltanto narrata e mai mostrata.
Anche le (poche) scene di violenza sono di grande bellezza, non esistono sangue, sudore e sporcizia nel mondo di Kaoru Mori.
Ma I giorni della sposa è un manga, non un documentario, né un saggio di antropologia. Non ho quindi intenzione di ritenere un vero e proprio difetto questa sorta d'idealizzazione dell'autrice; in fondo i buoni sentimenti e la dolcezza senz'altro esistevano anche nella steppa, assieme ai sentimenti meno nobili.
Personalmente non considero la dolcezza un difetto. Si noti bene che parlo di dolcezza e non di mielosità, che è completamente assente. Nelle opere di Kaoru Mori c'è piuttosto un certo grado di drammaticità, dovuto solitamente alla presenza di storie d'amore contrastate dalla famiglia di appartenenza. Questo è stato il tema portante di Emma, ma è chiaro dalla lettura di questi primi volumi che sarà anche il tema portante di Otoyomegatari. Un tema tradizionale e apparementemente antiquato dello shoujo, eppure un tema inesauribile che Kaoru Mori sa sfruttare alla perfezione.
In genere mi sentirei di raccomandare la lettura delle opere di Kaoru Mori a chi ama i personaggi timidi. I giorni della sposa non fa eccezione, e tutti i personaggi principali (la sposa Amira, il marito-bambino Karluk, l'amica espansiva Pariya e l'esploratore Mr. Smith) sono timidissimi; un numero considerevole di tavole viene speso a rappresentare i loro rossori e i loro silenzi; incidentalmente, Kaoru Mori è una delle autrici che sa fare il miglior uso dei silenzi. Il ritmo è lento e può sembrare che succeda poco, ma questo non vuol dire che non ci sia una trama sottostante (c'è) e che non ci sia movimento: ci sono invece varie scene d'azione, tra l'altro disegnate magnificamente.
La storia e il background dei personaggi ci sono e danno anche l'impressione di essere molto solidi, ma gli avvenimenti si svolgono senza concitazione perché questo è il passo richiesto dall'opera, e scopriremo i dettagli poco a poco con il passare dei volumi.
A portare in Italia questa piccola perla è stata J-POP.
Chi abitualmente acquista i manga di questa casa editrice sa che tipo di edizione aspettarsi, il ben noto volume a 6 euro brossurato con carta bianca e liscia che esalta l'ottima qualità di stampa, e quindi gli straordinari disegni di questo manga. Il tutto avvolto in una sovracoperta di cartoncino ruvido non plastificato, un filino meno lussosa quindi rispetto ai soliti standard J-POP.
Certo qualcosina in meno sul prezzo di copertina forse non avrebbe guastato, visto che i volumi non presentano particolari extra come pagine a colori (perchè l'autrice non ne ha realizzate in origine) o redazionali sul contesto storico/sociale.
Nulla da eccepire infine sull'adattamento.
Dopo aver letto i primi quattro volumi di Otoyomegatari non considero più Kaoru Mori come una giovane promessa, ma come la migliore disegnatrice attualmente sulla scena contemporanea.
Auspico che un giorno, a tempo debito, venga tratta una serie anime da questo manga, perché vedere le illustrazioni della Mori a colori, accompagnate da animazioni, giochi di luce ed una musica appropriata, deve essere un'esperienza impagabile. Dico a tempo debito perché sarebbe un gran delitto iniziare l'anime troppo presto e inventarsi un finale ad hoc prima che il manga sia concluso.
In questi primi incantevoli volumi, I giorni della sposa è progredito su un registro piuttosto leggero, eppure ho il sospetto che la serie si incupirà nel futuro e che le storie dei protagonisti prenderanno una piega molto più drammatica nel proseguo dell'opera, che è soltanto all'inizio. Ho anche il sentore che questa sarà un'opera di ampio respiro, in molti volumi, che ci accompagnerà per degli anni. Vedremo se ho ragione.
Il manga narra la storia di Amira, una graziosa ragazza di vent'anni che, in seguito ad un matrimonio combinato, entra a far parte della famiglia di Karluk, un ragazzino di soli dodici anni.
Nonostante la differenza di età, Amira si trova bene con il suo giovane sposo, che assiste con devozione ed amore quasi materno, e la nuova famiglia. Ma il quadretto idilliaco è destinato ad incrinarsi; infatti i genitori di lei intendono tornare sulla loro decisione e darla in sposa ad un feroce capotribù.
A questa vicenda principale si innestano i destini di molti altri personaggi, come il signor Smith, un timido occidentale che svolge studi etnografici sui nomadi dell'Asia Centrale; o la giovane Pariya, energica ragazza che non riesce a trovare marito a causa del suo carattere esuberante. Ed altri interessanti personaggi si aggiungeranno col prosieguo dell'opera.
Il centro d'interesse del manga non è la politica, non è la storia, non è la geografia e neppure il conflitto tra le nazioni e i clan, tutte cose che comunque sono presenti sullo sfondo; l'attenzione è concentrata sulla vita quotidiana dei nomadi e sui prodotti della loro cultura, in primo luogo gli abiti, i tappeti, i ricami, le acconciature.
I giorni della sposa è uno slice of life storico, motivo per cui potete trovare interi capitoli dedicati all'arte del ricamo, alla cucina e alla preparazione del pane. C'è inoltre un'attenzione fortissima alla natura, ai panorami, alla raffigurazione di animali e piante.
La rappresentazione dei personaggi non è certo meno curata: Kaoru Mori continua ad usare il suo stile riconoscibilissimo che deve molto a quello classico dello shojo anni settanta -in particolare a Yumiko Igarashi, di cui si vede l'influenza anche nel gusto maniacale per il dettaglio- pur attualizzandolo mirabilmente. La cura nella raffigurazione di abiti, monili, cappelli e capelli è incredibile. In alcune (rarissime) tavole, la Mori ci delizia persino con dei garbati nudi femminili che nulla hanno a che fare con il grossolano fan service a cui ci hanno abituato i manga odierni.
Non c'è dubbio, infatti, che le opere della Mori siano quanto di più lontano si possa trovare dalle mode contemporanee, visto che tutte le sue opere finora apparse sono decisamente proiettate verso il passato.
Volendo essere fiscali, non sarebbe difficile criticare I giorni della sposa. Per esempio si potrebbe sostenere che i nomadi dell'Asia Centrale non fossero certo così belli, eleganti e puliti come vengono raffigurati nel manga; io personalmente li vedrei più simili ai messicani con i denti marci dei film di Sergio Leone, in coabitazione con capre e cavalli, intenti a cucinare su fuochi alimentati a sterco di cammello. Invece a livello grafico l'esistenza di Amira è a dir poco paradisiaca. Tutti i bambini sono dei cherubini, tutte le donne sono stupende, i giovani uomini sono quasi più belli delle donne, gli uomini maturi sono fascinosi e perfino i vecchi e gli anziani sono interessanti.
Tutti i personaggi di Kaoru Mori sono caratterizzati da un'estrema bellezza e dolcezza dei tratti, anche coloro che dovrebbero essere feroci predoni e magari il lettore si aspetterebbe venissero rappresentati con fattezze vili e grette.
Ma l'autrice non può fare proprio a meno, evidentemente, di permeare di eleganza tutto il suo operato.
A livello caratteriale l'inverosimiglianza è probabilmente ancora più grande che a livello estetico: la famiglia di adozione di Amira sembra composta di santi, vista l'estrema bontà dei suoi componenti. Non esistono invidie femminili e contrasti tra suocera e nuora; Amira è una straniera ma viene accolta subito benissimo, il marito dodicenne è un perfetto gentiluomo piuttosto che un marmocchio indisponente sposato suo malgrado ad una donna con otto anni più di lui.
Le brutture sociali, le vicende vili come la morte delle sorelle di Amira cusata dai maltrettamenti dei mariti, viene soltanto narrata e mai mostrata.
Anche le (poche) scene di violenza sono di grande bellezza, non esistono sangue, sudore e sporcizia nel mondo di Kaoru Mori.
Ma I giorni della sposa è un manga, non un documentario, né un saggio di antropologia. Non ho quindi intenzione di ritenere un vero e proprio difetto questa sorta d'idealizzazione dell'autrice; in fondo i buoni sentimenti e la dolcezza senz'altro esistevano anche nella steppa, assieme ai sentimenti meno nobili.
Personalmente non considero la dolcezza un difetto. Si noti bene che parlo di dolcezza e non di mielosità, che è completamente assente. Nelle opere di Kaoru Mori c'è piuttosto un certo grado di drammaticità, dovuto solitamente alla presenza di storie d'amore contrastate dalla famiglia di appartenenza. Questo è stato il tema portante di Emma, ma è chiaro dalla lettura di questi primi volumi che sarà anche il tema portante di Otoyomegatari. Un tema tradizionale e apparementemente antiquato dello shoujo, eppure un tema inesauribile che Kaoru Mori sa sfruttare alla perfezione.
In genere mi sentirei di raccomandare la lettura delle opere di Kaoru Mori a chi ama i personaggi timidi. I giorni della sposa non fa eccezione, e tutti i personaggi principali (la sposa Amira, il marito-bambino Karluk, l'amica espansiva Pariya e l'esploratore Mr. Smith) sono timidissimi; un numero considerevole di tavole viene speso a rappresentare i loro rossori e i loro silenzi; incidentalmente, Kaoru Mori è una delle autrici che sa fare il miglior uso dei silenzi. Il ritmo è lento e può sembrare che succeda poco, ma questo non vuol dire che non ci sia una trama sottostante (c'è) e che non ci sia movimento: ci sono invece varie scene d'azione, tra l'altro disegnate magnificamente.
La storia e il background dei personaggi ci sono e danno anche l'impressione di essere molto solidi, ma gli avvenimenti si svolgono senza concitazione perché questo è il passo richiesto dall'opera, e scopriremo i dettagli poco a poco con il passare dei volumi.
A portare in Italia questa piccola perla è stata J-POP.
Chi abitualmente acquista i manga di questa casa editrice sa che tipo di edizione aspettarsi, il ben noto volume a 6 euro brossurato con carta bianca e liscia che esalta l'ottima qualità di stampa, e quindi gli straordinari disegni di questo manga. Il tutto avvolto in una sovracoperta di cartoncino ruvido non plastificato, un filino meno lussosa quindi rispetto ai soliti standard J-POP.
Certo qualcosina in meno sul prezzo di copertina forse non avrebbe guastato, visto che i volumi non presentano particolari extra come pagine a colori (perchè l'autrice non ne ha realizzate in origine) o redazionali sul contesto storico/sociale.
Nulla da eccepire infine sull'adattamento.
Dopo aver letto i primi quattro volumi di Otoyomegatari non considero più Kaoru Mori come una giovane promessa, ma come la migliore disegnatrice attualmente sulla scena contemporanea.
Auspico che un giorno, a tempo debito, venga tratta una serie anime da questo manga, perché vedere le illustrazioni della Mori a colori, accompagnate da animazioni, giochi di luce ed una musica appropriata, deve essere un'esperienza impagabile. Dico a tempo debito perché sarebbe un gran delitto iniziare l'anime troppo presto e inventarsi un finale ad hoc prima che il manga sia concluso.
In questi primi incantevoli volumi, I giorni della sposa è progredito su un registro piuttosto leggero, eppure ho il sospetto che la serie si incupirà nel futuro e che le storie dei protagonisti prenderanno una piega molto più drammatica nel proseguo dell'opera, che è soltanto all'inizio. Ho anche il sentore che questa sarà un'opera di ampio respiro, in molti volumi, che ci accompagnerà per degli anni. Vedremo se ho ragione.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
I giorni della sposa 1 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 2 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 3 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 4 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 5 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 6 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 7 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 8 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 9 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 10 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 11 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 12 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 13 | € 6.00 | JPOP |
I giorni della sposa 14 | € 6.00 | JPOP |
Mi stupisco di non aver letto quassù di un parallelismo (scontato ma tutto sommato legittimo imho) tra Amira e Nausicaa (meglio ancora Mononoke forse)
Non mi spiacerebbe veder una riedizione di Emma, della stessa autrice; soprattutto considerando che l'attuale edizione in circolazione è incompleta.
varrebbe una proprio il pensiero di acquistarli!
È un manga piacevole, per ora lento e tranquillo, ma molto interessante. L'edizione, poi, è ottima e i disegni sono veramente splendidi e dettagliati.
Amira e Karluk sono tanto carini, anche se pensare che lui ha dodici anni ed è sposato, per di più con una di venti, fa un po' impressione. Infatti lei sembra più una mamma o una sorella maggiore che una moglie.
Comunque io lo consiglio, ne vale la pena.
Complimenti per la recensione, con cui concordo praticamente in tutto.
Concordo sull'elogio su vasta scala della Mori, un'autrice il cui sviluppo mi ha stupita molto e che ha reso la mia affezione più forte. Il suo interesse poetico al quotidiano ed al particolare è stato davvero ben descritto (nella recensione), l'unica nota che posso, forse, osare mettere in giudizio, sia alla tua, alla mia e a tutte le altre recensioni fatte, a Otoyomegatari, è la fretta del recensire. I primi due volumi, infatti, narrano di Amira e Karluk, e ciò fa presumere la narrazione delle loro vicende, successivamente appare un'altra sposa e dalle anteprime giapponesi ne appariranno altre due, gemelle. Questo mi fa pensare che Otoyomegatari sia, effettivamente, la saga delle spose, come ben denota la traduzione italiana, appunto, I giorni della sposa.
Concordo inoltre con la lunga veduta sulla sua pubblicazione, aspettandomi, a questo punto, diverse ed originali storie.
A proposito di Emma, posso sperare due cose delle quali solo una possibili. La prima è la riedizione con tavole a colori od una maggiore attenzione per l'opera (che non prenderei perché già provvista); la seconda, la pubblicazione di questi benedetti (maledetti) ultimi tre volumi, che risultano essere davvero interessanti.
Data l'affezione che vedo da parte del recensore per la Mori o comunque per tutti i suoi ammiratori, consiglio vivamente l'opera Shirley, tassello non dico importante od essenziale ma interessante se si vuol conoscere la crescita di questa atipica autrice.
ps:
In alcune (rarissime) tavole, la Mori ci delizia persino con dei garbati nudi femminili che nulla hanno a che fare con il grossolano fan service a cui ci hanno abituato i manga odierni.
Un'altra nota a favore per la Mori è l'avere un canone estetico personale, la quale (si vedano anche gli schizzi) predilige corpi sensuali e davvero femminili, uscendo anche in questo nella melma di omogeneità e grigiore del panorama moderno.
Oberon una considerazione sul rapporto Amira - Karluk, e la sua famiglia...
Si è stata fortunata Amira, molto fortunata, ad arrivare in una tribù - da quante persone è composta a proposito ?? Non sono tantissime mi sembrano una grande famiglia patriarcale di nome ma con un'evidente potere matriarcale che ne costituisce la spina dorsale. Forse non saranno neppure un modello di tribu, ma dipende dalle generazioni e spesso da chi le guida, non mi è sfuggito il riferimento al nonno di Amira, un'uomo molto serio e posato il cui figlio, padre di Amira ( e delle sue sfortunate sorelle) non è valutato all'altezza del suo avo..
Probabilmente suo nonno non avrebbe mai dato una figlia ad una tribù di cui è nota la violenza contro le donne e, comunque, dopo la morte della prima figlia mai avrebbe dato la seconda..Nè avrebbe cercato di riprendersi Amira.
Karluk...per tanti versi è davvero un ragazzino, per altri versi, come mi pare accenni anche la Mori nelle note che aggiunge al racconto, il piccolo manga alla fine, è capace di una discreta capacità di riflessione - e comportamento, non mi riferisco tanto alle scene di azione - maggiore della sua età, e come esige la comunità al suo intorno, proprio come sempre accade all'interno di societa in cui si vive, si cresce e si muore troppo in fretta...( da questo punto di vista l'episodio della storia delle Stoffe nel secondo volume, in cui le donne riscoprono la storia della famiglia, e delle donne di questa famiglia, le loro storie, svolgendo le stoffe che loro stesse hanno lavorato è forse l'acme del lavoro fatto dalla Mori...fra l'altro ha un valore universale quel passaggio...In ogni famiglia o prima o poi avviene un'evento simile. Un rito di passaggio.)
Aldilà comunque della storia di Amira, di Taras, di Smith, delle gemelle, ( protagoniste del 4 episodio sono due giovani gemelle) della storia delel Tribù, nel manga convivono una folla di piccoli personaggi, storie che si inseriscono, si intrecciano e vivacizzano quest'opera consentendo di trovarvi livelli di lettura diversi - forse anche aldilà delle intenzioni dell'autrice - l'esploratrice che piomba da Smith è stata un vero e proprio colpo di scena - aveva scritto sulla fronte spia! spero che questi elementi del Grande Gioco vengano sfruttati ancora di più.. -
Un'anime! Ah perbacco!! Sarebbe bello...Mi chiedo però come lo renderebbero, è una storia a cui occorre , come hai notato, misura, e poi in Italia, il Moige chi lo sente ???
C'è la "piccola" questione dell'età di Amira e Karluk...che li facciamo passare, per eterni fidanzati in casa ?????
^__^
@Crociffissione Pop, la Mori è molto brava con i nudi e le immagine Sex, vidi qualcosa anche io, Anzi a dire il vero credo che se prendesse a disegnare altro tipo di manga, veramente "per adulti, bhè farebbe un pozzo di quattrini, se non sbaglio la J pop proporrà delle sue Short Stories, al suo interno ci sono alcuni di questi storie un pò più adulte...( nulla di che comunque. ma per capire meglio il suo tratto e le sue capacità in un'ambito diverso )
La trama è davvero originale, almeno come concetto di di base (no cioè davvero.. a chi verrebbe in mente di fare un manga ambientato nel 19° secolo in Asia Centrale?xD)
E i disegni sono a dir poco sublimi... delle opere d'arte potrei dire!*-* Si vede che Kaoru Mori ci mette tanta, tanta passione nel realizzarli.
Complimenti per la recensione!
La trama è davvero originale, almeno come concetto di base (no cioè davvero.. a chi verrebbe in mente di fare un manga ambientato nel 19° secolo in Asia Centrale?xD)
E i disegni sono a dir poco sublimi... delle opere d'arte potrei dire!*-* Si vede che Kaoru Mori ci mette tanta, tanta passione nel realizzarli.
Gli schizzi a cui mi riferisco io sono quelli che si possono trovare sulla pagina facebook della Mori. La raccolta che mi citi la prenderò sicuramente, sia per testare la Mori con storie al contemporaneo (scrittura) sia sotto punto di vista grafico
Quel che più mi interessa (ora che materiale su cui tastare le sue capacità c'è) è vedere tavole a colori e quella raccolta già dalla copertina e retro si prospetta soddisfacente.
"per adulti, bhè farebbe un pozzo di quattrini
Sicuramente farebbe quattrini, già soltanto perché renderebbe più reali e appetibili le donzelle, e forse forse una trama decente l'inventerebbe per giustificare i nudi.
La Mori è una delle disegnatrici più abili in assoluto in Giappone e sa essere anche un'ottima narratrice.
Mi permetto di dissentire sull' ottima recensione fatta da Micheles. La Mori si pone tante domande (mai fatte in un manga a mia memoria) sui matrimoni combinati, su un' usanza che il Giappone ben conosce e evita di approfondire, sui vari stati d'animo che una bambina possa avere nel legarsi ad una persona per il resto della sua vita. Non c'è una protagonista ne "I giorni della Sposa", ma tante storie comuni di fanciullezza interrotta da vecchie usanze di statuto patriarcale e giochi di potere. IO cosi tanto benevoli e serafici i personaggi non li ho visti.
"questa sarà un'opera di ampio respiro, in molti volumi, che ci accompagnerà per degli anni. Vedremo se ho ragione."
Lo spero ardentemente !!!
In verità non sono molto d'accordo.
Secondo me l'espediente narrativo è invece un altro, ovvero che Otoyomegatari/I giorni della sposa è il racconto fatto da Smith una volta tornato in occidente.
E proprio quello di Smith a me sembra il punto di vista che inquadra le vicende, quindi la stranezza dei matrimoni combinati, l'ammirazione verso il ricamo, lo stupore verso alcune tradizioni quasi barbare, sono ciò che un occidentale, il signor Smith, poteva provare andando in un mondo così diverso dal nostro.
D'altronde non c'è una vera critica a queste usanze, nell'economia della storia è tutto normale, la morale è unica e condivisa da tutti, i matrimoni combinati sono perfettamente normali e le donne non hanno possibilità di scegliere con chi sposarsi.
Ma d'altronde quello dipinto non è nemmeno un mondo così crudele, e quindi i padri non sono dispotici tiranni ma persone interessate alla felicità delle proprie figlie, in un bilanciamento che riesce a dipingere le usanze locale dell'epoca senza darci l'idea di un mondo crudele e ingiusto, barbaro e arretrato.
Edit: Sarei il primo a festeggiare per una nuova edizione di Emma (di cui comunque ho recuperato gli ultimi 3 volumi nell'edizione americana), ma visto quanto poco aveva venduto ai tempi dubito fortemente che qualcuno si prenda il rischio, a meno che, ovviamente, I giorni della sposa non siano un successo pazzesco.
Considerando che sta arrivando anche altro della Mori in Italia -e ciò mi fa pensare che JPOP almeno consideri proficuo puntare ulteriormente su questa autrice- forse forse si potrebbe considerare non poi tanto remota l'eventualità di vedere rieditato/concluso Emma.
Per Emma: ora che Italia Uno sta mandando in onda anche l'anime non penso sia così improbabile una ristampa da parte di qualche editore (J-Pop, crediamo in te). Bisogna solo vedere come sono "messi" i diritti.
La Mori si pone tante domande (mai fatte in un manga a mia memoria) sui matrimoni combinati, su un' usanza che il Giappone ben conosce e evita di approfondire, sui vari stati d'animo che una bambina possa avere nel legarsi ad una persona per il resto della sua vita. Non c'è una protagonista ne "I giorni della Sposa", ma tante storie comuni di fanciullezza interrotta da vecchie usanze di statuto patriarcale e giochi di potere.
Sicuramente il quarto volume (non ancora uscito in Italia) e' tutto incentrato sul tema del matrimonio combinato, tema che effettivamente pare il leitmotif di tutta l'opera, almeno per quanto si e' visto finora. E' un tema che non viene praticamente mai trattato in modo positivo, mentre invece secondo me la trattazione della Mori e' piu' realistica e ragionevole. W il matrimonio combinato!
P.S. approfitto dell'occasione per ringraziare Oberon che si e' occupato dell'impaginazione, della scelta delle immagini e ha anche migliorato il testo in vari punti. Cosa non si fa per diffondere il verbo di Kaoru Mori!
De I Giorni della Sposa ho il secondo e terzo volume,devo recuperare il primo e aspetterò di trovarlo a Lucca tra un paio di mesi.
La Mori migliore disegnatrice sulla scena?Può darsi,ma prenderei in considerazione anche Fuyumi Soryo.
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