Un “classico” anime, classicamente tratto da un videogame sentimentale (dating sim o eroge che sia), con una storia dallo spunto non troppo innovativo ma poi realizzato e sviluppato in un modo decisamente poco frequente.
Tratto da un gioco di buon successo per la PlayStation 2, Amagami SS è un titolo che non si limita a fare un unico svolgimento di una storia in un numero più o meno elevato di episodi. Con una struttura narrativa impostata ad archi distinti ma aventi la stessa base temporale, vedremo svolgersi per sei volte lo stesso periodo di tempo avendo come punto fermo il protagonista maschile Junichi Tachibana, studente reduce da una delusione amorosa beccata in una vigilia di Natale, impegnato in una “avventura sentimentale” con una ragazza di volta in volta diversa.
Ecco dunque che conosceremo nell'ordine: Haruka Morishima, la bellissima ed “estrosa idol” della scuola; Kaoru Tanamachi, amica di Junichi, orgogliosa ma dal lato sensibile; Sae Nakata, ragazza carina quanto timida; Ai Nanasaki, ruvida all'apparenza ma in realtà piuttosto dolce (la tsundere del gruppo diremmo...); Rihoko Sakurai, formosa ma goffa e golosa amica d'infanzia di Junichi; Tsukasa Ayatsuji, la capoclasse nonché “miss perfezione” almeno nei suoi ideali.
Un sestetto, senza voler considerare i vari comprimari, ben nutrito di interessanti personalità con cui Junichi avrà a che fare e di cui lo spettatore osserverà varie sfaccettature ed evoluzioni.
Il tutto avviene al meglio proprio grazie alla particolare struttura narrativa che contraddistingue Amagami.
Da un lato potrebbe sembrare ridondante e ripetitivo il ripercorrere ogni volta lo stesso arco di tempo passando per le stesse ambientazioni, ma dall'altro è proprio grazie a questo meccanismo che è possibile approfondire e sviluppare al meglio ciascuno dei personaggi, in particolare quelli femminili.
Ciascuna delle ragazze che forma il gruppo delle sei “eroine” dimostra quindi una personalità unica e originale, oltre a un certo carisma anche superiore a quello del protagonista “di ruolo”, che molto di più ha da dire rispetto a una prima impressione che si potrebbe avere di ognuna di loro. Facile quindi che ogni spettatore (specialmente se maschile, si suppone...) possa trovare la sua eroina preferita, quella con cui ha la maggiore “affinità”, ma difficile che gli possano piacere tutte quante indistintamente proprio perché la varietà di caratteri e personalità porterà necessariamente a diversi gradi di empatia verso i personaggi.
Ma non ci sono solo le varie “eroine” ovviamente: ingiusto sarebbe dimenticare il buon Junichi, protagonista principale, che “conquista” con la sua semplicità da ragazzo normale e con la sua simpatica goffaggine. A conti fatti risulta un soggetto parecchio migliore e più credibile di tanti protagonisti di anime del genere harem che si sono visti negli ultimi tempi.
E non si possono neanche non spendere due parole per i vari comprimari che popolano l'anime come Miya, la simpatica sorella minore di Junichi, o il suo casinista compare Umehara, o ancora Hibiki, la fidata amica di Haruka, un elenco piuttosto lungo a volerlo stilare completo. Figure minori ma fino a un certo punto, visto che tutte contribuiscono allo svolgersi degli eventi e conferiscono brio anche a diversi momenti che li vedono in scena. Al punto che la “sorellina” Miya ha anche un episodio speciale a lei dedicato.
Detto che la ciclicità narrativa permette di focalizzare al meglio l'attenzione e sviluppare in modo ottimale i personaggi di volta in volta al centro della scena, c’è anche da rilevare come questo meccanismo narrativo raggiunga l'apice una volta considerato nella sua globalità. Non solo la coppia Junichi + Eroina di turno dunque, ma ad ogni ciclo l'intero cast risulta parte attiva, come se al fianco della storia principale ci fossero sempre altre sottotrame che vanno avanti.
Ecco quindi che tra una sortita della senpai Morishima (un bel tipetto che saprà sempre regalarci dei bei momenti...) e tra un’uscita del buon Umehara, riusciremo non solo a scoprire il carattere dei personaggi a 360 gradi ma anche a svelare ogni angolo delle varie ambientazioni e a vivere più intensamente i vari eventi.
C'è da vedere insomma in Amagami SS. Da fare un giro per la città e i luoghi che fanno da sfondo alle varie storie. Un giro per notare la particolare cura nei dettagli di una sobria cittadina posta tra il mare e la montagna, costellata qua e là da parecchie pale eoliche (nonostante per evidenti motivi di sicurezza sia sconsigliabile piazzare quegli impianti in un centro abitato). Cura nei dettagli che culmina con l'edificio scolastico della scuola superiore Kibitou, principale location dell'anime: anche qui nessuna architettura particolarmente ardita (non mi pare neanche sia ispirata a un edificio realmente esistente), ma comunque rifinito in ogni ambiente e quindi tutto da esplorare.
Ma siccome non stiamo mica facendo un giro turistico, più importate di uno sguardo all'ambiente è quello da dare alle bellezze femminili che sono presenti in questo anime. Merito indubbio del character design firmato da Hiroaki Gohda che riesce a creare dei personaggi attraenti, e a volte anche piuttosto sensuali, senza abusare di particolari fanservice o mettendo facilmente in bella mostra seni, cosce o anche di più. Sarà gioia dei fan delle produzioni di qualche anno fa, vedere personaggi femminili sensibilmente distanti da moderni canoni “moe”: ragazze che dimostrano effettivamente nell'aspetto l'età di studentesse delle superiori.
Tratto da un gioco di buon successo per la PlayStation 2, Amagami SS è un titolo che non si limita a fare un unico svolgimento di una storia in un numero più o meno elevato di episodi. Con una struttura narrativa impostata ad archi distinti ma aventi la stessa base temporale, vedremo svolgersi per sei volte lo stesso periodo di tempo avendo come punto fermo il protagonista maschile Junichi Tachibana, studente reduce da una delusione amorosa beccata in una vigilia di Natale, impegnato in una “avventura sentimentale” con una ragazza di volta in volta diversa.
Ecco dunque che conosceremo nell'ordine: Haruka Morishima, la bellissima ed “estrosa idol” della scuola; Kaoru Tanamachi, amica di Junichi, orgogliosa ma dal lato sensibile; Sae Nakata, ragazza carina quanto timida; Ai Nanasaki, ruvida all'apparenza ma in realtà piuttosto dolce (la tsundere del gruppo diremmo...); Rihoko Sakurai, formosa ma goffa e golosa amica d'infanzia di Junichi; Tsukasa Ayatsuji, la capoclasse nonché “miss perfezione” almeno nei suoi ideali.
Un sestetto, senza voler considerare i vari comprimari, ben nutrito di interessanti personalità con cui Junichi avrà a che fare e di cui lo spettatore osserverà varie sfaccettature ed evoluzioni.
Il tutto avviene al meglio proprio grazie alla particolare struttura narrativa che contraddistingue Amagami.
Da un lato potrebbe sembrare ridondante e ripetitivo il ripercorrere ogni volta lo stesso arco di tempo passando per le stesse ambientazioni, ma dall'altro è proprio grazie a questo meccanismo che è possibile approfondire e sviluppare al meglio ciascuno dei personaggi, in particolare quelli femminili.
Ciascuna delle ragazze che forma il gruppo delle sei “eroine” dimostra quindi una personalità unica e originale, oltre a un certo carisma anche superiore a quello del protagonista “di ruolo”, che molto di più ha da dire rispetto a una prima impressione che si potrebbe avere di ognuna di loro. Facile quindi che ogni spettatore (specialmente se maschile, si suppone...) possa trovare la sua eroina preferita, quella con cui ha la maggiore “affinità”, ma difficile che gli possano piacere tutte quante indistintamente proprio perché la varietà di caratteri e personalità porterà necessariamente a diversi gradi di empatia verso i personaggi.
Ma non ci sono solo le varie “eroine” ovviamente: ingiusto sarebbe dimenticare il buon Junichi, protagonista principale, che “conquista” con la sua semplicità da ragazzo normale e con la sua simpatica goffaggine. A conti fatti risulta un soggetto parecchio migliore e più credibile di tanti protagonisti di anime del genere harem che si sono visti negli ultimi tempi.
E non si possono neanche non spendere due parole per i vari comprimari che popolano l'anime come Miya, la simpatica sorella minore di Junichi, o il suo casinista compare Umehara, o ancora Hibiki, la fidata amica di Haruka, un elenco piuttosto lungo a volerlo stilare completo. Figure minori ma fino a un certo punto, visto che tutte contribuiscono allo svolgersi degli eventi e conferiscono brio anche a diversi momenti che li vedono in scena. Al punto che la “sorellina” Miya ha anche un episodio speciale a lei dedicato.
Detto che la ciclicità narrativa permette di focalizzare al meglio l'attenzione e sviluppare in modo ottimale i personaggi di volta in volta al centro della scena, c’è anche da rilevare come questo meccanismo narrativo raggiunga l'apice una volta considerato nella sua globalità. Non solo la coppia Junichi + Eroina di turno dunque, ma ad ogni ciclo l'intero cast risulta parte attiva, come se al fianco della storia principale ci fossero sempre altre sottotrame che vanno avanti.
Ecco quindi che tra una sortita della senpai Morishima (un bel tipetto che saprà sempre regalarci dei bei momenti...) e tra un’uscita del buon Umehara, riusciremo non solo a scoprire il carattere dei personaggi a 360 gradi ma anche a svelare ogni angolo delle varie ambientazioni e a vivere più intensamente i vari eventi.
C'è da vedere insomma in Amagami SS. Da fare un giro per la città e i luoghi che fanno da sfondo alle varie storie. Un giro per notare la particolare cura nei dettagli di una sobria cittadina posta tra il mare e la montagna, costellata qua e là da parecchie pale eoliche (nonostante per evidenti motivi di sicurezza sia sconsigliabile piazzare quegli impianti in un centro abitato). Cura nei dettagli che culmina con l'edificio scolastico della scuola superiore Kibitou, principale location dell'anime: anche qui nessuna architettura particolarmente ardita (non mi pare neanche sia ispirata a un edificio realmente esistente), ma comunque rifinito in ogni ambiente e quindi tutto da esplorare.
Ma siccome non stiamo mica facendo un giro turistico, più importate di uno sguardo all'ambiente è quello da dare alle bellezze femminili che sono presenti in questo anime. Merito indubbio del character design firmato da Hiroaki Gohda che riesce a creare dei personaggi attraenti, e a volte anche piuttosto sensuali, senza abusare di particolari fanservice o mettendo facilmente in bella mostra seni, cosce o anche di più. Sarà gioia dei fan delle produzioni di qualche anno fa, vedere personaggi femminili sensibilmente distanti da moderni canoni “moe”: ragazze che dimostrano effettivamente nell'aspetto l'età di studentesse delle superiori.
Amagami SS è dunque un anime che riesce a intrattenere bene lo spettatore, a coinvolgerlo nelle scene più sentimentali ma senza mai cedere a facili mezzucci da strappalacrime, a divertirlo con momenti leggeri o simpatici siparietti, a tenerlo “sul chi va là” con momenti intrisi di una palpabile tensione erotica che mai però sfocia nel volgare. Probabilmente altalenante nel gradimento verso il singolo spettatore per la sua struttura narrativa ma, per lo stesso motivo, più interessante e approfondito di quando possa apparire inizialmente.
Invece il seguito, Amagami SS +, è stato abbastanza deludente.
Viceversa, non ho provato poi così tanta empatia per il protagonista maschile, più che altro per il fatto che non gli si può riconoscere una personalità definita, ma solo tratti generali, in quanto ogni quattro puntate la storia si resetta e lui si innamora di una ragazza fisicamente e caratterialmente diversa. Non ho gradito inoltre, ma qui parlo da amante delle storie d'amore lunghe e articolate, l'eccessiva rapidità nel far evolvere - un po' artificiosamente - il rapporto tra Junichi e la ragazza di turno, cosa che più volte mi ha lasciato insoddisfatto per la maniera troppo sbrigativa con cui vengono liquidati sentimenti e relazioni.
Tutto sommato, comunque, un anime che si guarda volentieri, ma che non mi ha convinto appieno.
La mancata caratterizzazione del protagonista si deve soprattutto alla volontà di lasciare una struttura a "Route" tipica dei Gal-ge molto piu' coinvolgente del "What if" di turno. le protagoniste di Amagami sono le situazioni clichè, popolarissime in questi giochi, che qui sono rivedute e rese in maniera innovativa dando un tratto spontaneo ad ogni "Route" ( vedere Ai Nanasaki).
Bella recensione per Swordman per aver rimarcato le particolarità del chara che meriterebbe un approfondimento a parte
Specialmente laddove si rimarcano le evidenti peculiarità dello stile di disegno (ben distinguibile nel panorama attuale) e la struttura narrativa con i vari archi che, sottolineo, non sono poi così separati fra loro ma anzi si completano a vicenda.
Penso che Haruka sia un po' il sogno di tutti poi si va sull'empatia con le altre...
Vero che la senpai risalta più di tutte ma sarà tutto oro quello che luccica?
Piuttosto mi sorprende che la Professoressa Takahashi sia (e si disperi di essere) zitella
Io l'ho trovato molto più realistico di altri personaggi di harem
Peccato sia una serie abbastanza lunga (26 ep la prima serie e 13 la seconda).... ma almeno un occhio alla prima serie ce lo darò
Complimenti a Swordman che mi ha fatto venire voglia di vederlo!!
La divisione ad archi narrativi è una santissima cosa, se così non fosse stato ci ritroveremmo a parlare dell'ennesimo harem dove tutte si innamorano del protagonista.
Personalmente reputo 'Amagami SS' una buona serie sentimentale, nulla di eccezionale ma riesce ad intrattenere lo spettatore, meno interessante invece 'Amagami SS Plus' che però ha il pregio di dare una conclusione all'arco narrativo di Rihoko Sakurai, rimasto incompiuto nella prima serie.
Kimikiss è una cosa, Amagami è un'altra.
Il primo non l'ho visto ma se davvero aveva più di un protagonista allora proporre una sola storia gli era più congeniale, Amagami invece aveva un solo personaggio principale, puoi vederla come vuoi ma ne usciva fuori un harem.
@chris1710: A me il paragone pare sensato, la VN è degli stessi autori, è come paragonare Clannad e Little Busters oppure Shuffle e Oretsuba, poi ovvio che la qualità dipenda molto dallo staff che lavora alla versione animata, ma se ti son piaciuti i primi ti aspetti sempre qualcosa per gli altri.
Ma anche no, Nakata Sae is my waifu.
Dopo questa premessa dovuta, devo dire che l'anime mi è piaciuto. Nonostante la struttura "ad archi" (io preferisco chiamarla "a universi paralleli" lol) e la conseguente ripetizione dello stesso periodo temporale, la storia risulta nel complesso interessante e non ripetitiva. Imho molto meglio della maggior parte degli harem "tradizionali".
Nono, la "personalità" del protagonista nei Gal-ge non deve aiutare l'immedemisimazione, attenzione. è cosi perché deve lasciare spazio all' eroina che rappresenta l'ideale con il quale il videogiocatore si riconosce e trova una certa affinità. Possiamo definirlo piu' come un tramite che una personificazione. Trovo il tuo ragionamento sacrosanto se applicato ad un anime come "School Days", invece.
Nel caso di "Amagami SS" manca questa fase, secondo me fondamentale; ci ritroviamo un protagonista con un carattere sempre diverso - e lo deve essere, anche solo per innamorarsi una volta della ragazza popolare, una volta della matricola timida, un'altra dell'amica d'infanzia... - e viene naturale domandarsi il perché. Una domanda che non trova risposta, mancando quel legame che si instaura tra giocatore e personaggio del videogioco: come ho già detto, lo spettatore dell'anime assiste alle avventure del protagonista, non opera quelle scelte determinanti per indirizzare la storia su una specifica route.
Con ciò non voglio dire che Junichi sia amorfo, tutt'altro! E' piuttosto spigliato, simpatico, intraprendente; il fatto è che, alla fine, è come se avessimo sei Junichi diversi, sei protagonisti che portano lo stesso nome, ma con troppe sfumature caratteriali da fondere in un unico personaggio. Cosa che, dal mio punto di vista, impedisce la necessaria partecipazione emotiva alle storie narrate.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.