Spesso, per indicare un incontro-scontro tra culture diverse, si usa il termine "Culture Clash".
L'opera magna di Hiroyuki Takei, invece, può essere tranquillamente indicata come "Cult Clash", scontro di culti.
Immaginate infatti il più classico dei plot shonen: grande torneo con partecipanti da ogni angolo del globo. Immaginate anche che, in questo caso, non si tratti di scontri tra esperti praticanti di arti marziali con la coda da scimmia, studenti di mascoline scuole e Santi cavalieri, valenti condottieri votati anima e corpo a Lady Isabel, ma di sciamani in grado di evocare gli spiriti dei morti e di combattere al loro fianco in vari modi, e che su culti religiosi, sovrannaturale e antiche credenze si basi ogni singolo personaggio, ogni tecnica di combattimento ed ogni scontro del manga.
Senza dubbio un lavoro affascinante, ed è appunto (anche) su questo fronte che la serie da il suo meglio.
Ma perché tutti questi santoni dovrebbero suonarsele? Presto detto: ogni 500 anni si svolge in un luogo remoto lo Shaman Fight, appunto il torneo degli sciamani, che combattono accanto ai loro spiriti custodi per ottenere lo straordinario premio in palio: il Grande Spirito, entità in cui tutte le anime si recano dopo il trapasso, si unirà infatti al vincitore, che diventerà a tutti gli effetti una divinità in grado di fare e vedere qualsiasi cosa (in uno dei primi capitoli del manga viene infatti ipotizzato che persino Gesù Cristo e il Buddha fossero, in realtà, due Shaman King).
Si può ben immaginare, quindi, quanto questo premio possa essere ambito dai vari iscritti al torneo, visto che sarà loro possibile realizzare qualunque desiderio.
Il desiderio di Yoh Asakura, il protagonista della storia, è probabilmente il sogno di chiunque: no, niente ricchezze e niente onnipotenza, lui vuole semplicemente vivere una vita tranquilla ascoltando la sua musica preferita e rilassandosi. Peccato solo che la sua fidanzata Anna sia completamente di contrario avviso, visto che lo obbliga ad intraprendere allenamenti devastanti, esagerati e talvolta vagamente crudeli (ma vagamente, eh).
A completare l'iniziale gruppo di protagonisti ci sono il piccolo Manta (piccolo di statura, ma coetaneo di Yoh), normale umano in grado di vedere gli spiriti, e che quindi può comprendere Yoh diventando di fatto il suo primo vero amico, e Amidamaru, lo spirito di un samurai che ricoprirà il ruolo di spirito custode, nonché di grande guida spirituale e figura amica, di Yoh stesso.
Proprio il tema dell'amicizia sarà una delle tematiche portanti del manga, col gruppo di amici intorno a Yoh che pian piano comincerà a crescere, accogliendo anche ex-rivali colpiti dal carattere tranquillo e pacifico dell'eroe.
Questo gruppo rimarrà perlopiù sempre unito, ed unitamente vedrà i suoi componenti crescere, sia come guerrieri sia, soprattutto, come persone, affrontando le loro paure, le loro ombre e gli errori del loro passato, fino a raggiungere una vera maturità spirituale nel finale.
Per quanto la paritarietà e l'unità del gruppo protagonista possa sembrare cosa scontata, o da poco, non lo è assolutamente, visto che nelle serie shonen di ieri e di oggi capita spesso che, per un motivo o per l'altro, qualche personaggio inizialmente fondamentale divenga di secondo o terzo piano, o persino dimenticato dall'autore.
Ciò, "miracolosamente", in Shaman King non accade, così come non ci sono quasi mai enormi differenze di forza tra il protagonista ed i suoi alleati (anzi, Yoh si ritroverà spesso indietro).
Al di là dell'aspetto "umanistico-sociale" di Shaman King, che porta ad affezionarsi ai suoi protagonisti (chi più chi meno) e a seguire con passione le loro vicende, c'è anche un fortissimo aspetto "teologico" ad affascinare il lettore: Hiroyuki Takei ha indubbiamente fatto un gran lavoro di documentazione (o si tratta di conoscenze personali?), donando ad ogni singolo personaggio, sia che si tratti di protagonisti e antagonisti principali, sia che si tratti di semplici comparse, le caratteristiche peculiari delle religioni e dei culti dell'aldilà dei paesi da cui provengono, andando a formare un sottostrato culturale profondissimo che tocca il Buddhismo, il Cristianesimo, l'Induismo, fino agli stregoni manovra-zombie di Haiti e alle divinità egizie.
Tutto ciò, per un lettore anche solo lontanamente curioso di culti e culture di ogni paese ed epoca è un'autentica manna dal cielo, visto che si va a creare, come detto in apertura, un vero e proprio "torneo teologico" da cui si può apprendere qualcosa, o in cui si possono ritrovare studi passati, per passione o per motivi scolastici.
Per quel che invece riguarda il comparto visivo, l'autore dimostra delle eccellenti abilità di disegno e character design senza particolari pecche.
Il tratto iniziale è palesemente frutto delle origini artistiche di Takei, ex allievo di Nobuhiro Watsuki insieme ad Eiichiro Oda, somigliando proprio allo stile embrionale di quest'ultimo nei primi volumi di One Piece, o nelle storie brevi contenute in Wanted.
Ma, come avvenuto per Oda, anche Takei col tempo sviluppa uno stile diverso da quello degli inizi, inevitabile quando si disegna abitualmente, con un tratto più affusolato e personaggi più definiti e stilosi, oltre ad alcune scelte registiche particolari che risultano ben riuscite ed emozionanti.
Shaman King pare essere dunque un manga validissimo, profondo sotto molti aspetti, ben realizzato e ben disegnato, senza ombre, dunque, ma è davvero così?
In realtà c'è un'ombra pesantissima che grava su di lui, un'ombra chiamata "finale".
Eh si, perché, giunto molto vicino alla naturale conclusione della trama, purtroppo l'autore si vide costretto a chiudere anticipatamente la sua opera per via di una perdita di seguito da parte del pubblico.
Generalmente, quando un autore si trova in una situazione simile, affretta un finale abbozzato per dare una conclusione, magari non proprio coincidente con quella prevista, alla trama: Takei, invece, decide di concludere tutto troncando la storia di colpo, come se la serie non fosse nemmeno finita.
Senza spiegare né portare a termine nulla.
Questo causa la collera della stragrande maggioranza (azzarderei totalità) dei suoi lettori, che da quel momento additano Shaman King come un manga senza finale, ed è assolutamente vero, la conclusione "canonica" della serie è irritante e deludente sotto ogni punto di vista.
Viene dunque da chiedersi perché Takei non abbia cambiato almeno in parte la trama "in corsa" per dare quantomeno una fine al tutto e mostrare lo scontro finale, su cui ci si stava preparando da tempo.
La risposta giunge leggendo la Perfect Edition (o Kanzenban) pubblicata di recente da Star Comics, dove l'autore ha aggiunto un volume e mezzo di capitoli realizzati ex-novo per dare alla storia il suo vero finale.
Shaman King è un manga corale, che narra della crescita e della maturazione di tutti i suoi protagonisti, e sarebbe stato impossibile donare loro lo spazio necessario per farci vedere che sono finalmente giunti alla maturità (o spesso redenzione) spirituale senza dedicare loro almeno un capitolo ciascuno, cosa che appunto nel finale "reale" accade.
La semplice battaglia contro il cattivo in fretta e furia avrebbe tradito il reale spirito corale del manga e, col senno di poi, sarebbe stato ancora più grave se Takei avesse preferito porre un finale sbrigativo e lavarsene le mani, anziché avere la caparbietà di non concludere la sua storia se non nel modo che aveva già in mente.
Lo scontro finale stesso, inoltre, si dimostra estremamente coerente con la filosofia della serie e dei suoi personaggi, sia nello svolgimento sia nella (non così scontata) conclusione.
Insomma, il "vero finale" di Shaman King soddisfa appieno la lettura di tutti i volumi precedenti, ed è in grado di lavare via l'onta che la serie si era meritatamente ritrovata addosso d'essere incompiuta.
Ma non è solo il finale il motivo per cui un lettore italico o nipponico dovrebbe preferire la Perfect Edition alla prima edizione sempre pubblicata da Star Comics: come di consueto, infatti, il formato è più grande e permette di apprezzare maggiormente lo stile dettagliato dell'autore e le splash page che di quando in quando fanno capolino nei momenti di maggior enfasi della storia, sono presenti svariate tavole a colori, episodi extra e Takei stesso ha voluto rimettere mano a molte sue tavole per migliorarne la resa visiva, aumentare i dettagli e "rinfrescare" la sua opera, aggiungendo inoltre due capitoli all'interno della storia che mostrano un combattimento che nell'edizione originale veniva semplicemente saltato.
L'opera magna di Hiroyuki Takei, invece, può essere tranquillamente indicata come "Cult Clash", scontro di culti.
Immaginate infatti il più classico dei plot shonen: grande torneo con partecipanti da ogni angolo del globo. Immaginate anche che, in questo caso, non si tratti di scontri tra esperti praticanti di arti marziali con la coda da scimmia, studenti di mascoline scuole e Santi cavalieri, valenti condottieri votati anima e corpo a Lady Isabel, ma di sciamani in grado di evocare gli spiriti dei morti e di combattere al loro fianco in vari modi, e che su culti religiosi, sovrannaturale e antiche credenze si basi ogni singolo personaggio, ogni tecnica di combattimento ed ogni scontro del manga.
Senza dubbio un lavoro affascinante, ed è appunto (anche) su questo fronte che la serie da il suo meglio.
Ma perché tutti questi santoni dovrebbero suonarsele? Presto detto: ogni 500 anni si svolge in un luogo remoto lo Shaman Fight, appunto il torneo degli sciamani, che combattono accanto ai loro spiriti custodi per ottenere lo straordinario premio in palio: il Grande Spirito, entità in cui tutte le anime si recano dopo il trapasso, si unirà infatti al vincitore, che diventerà a tutti gli effetti una divinità in grado di fare e vedere qualsiasi cosa (in uno dei primi capitoli del manga viene infatti ipotizzato che persino Gesù Cristo e il Buddha fossero, in realtà, due Shaman King).
Si può ben immaginare, quindi, quanto questo premio possa essere ambito dai vari iscritti al torneo, visto che sarà loro possibile realizzare qualunque desiderio.
Il desiderio di Yoh Asakura, il protagonista della storia, è probabilmente il sogno di chiunque: no, niente ricchezze e niente onnipotenza, lui vuole semplicemente vivere una vita tranquilla ascoltando la sua musica preferita e rilassandosi. Peccato solo che la sua fidanzata Anna sia completamente di contrario avviso, visto che lo obbliga ad intraprendere allenamenti devastanti, esagerati e talvolta vagamente crudeli (ma vagamente, eh).
A completare l'iniziale gruppo di protagonisti ci sono il piccolo Manta (piccolo di statura, ma coetaneo di Yoh), normale umano in grado di vedere gli spiriti, e che quindi può comprendere Yoh diventando di fatto il suo primo vero amico, e Amidamaru, lo spirito di un samurai che ricoprirà il ruolo di spirito custode, nonché di grande guida spirituale e figura amica, di Yoh stesso.
Proprio il tema dell'amicizia sarà una delle tematiche portanti del manga, col gruppo di amici intorno a Yoh che pian piano comincerà a crescere, accogliendo anche ex-rivali colpiti dal carattere tranquillo e pacifico dell'eroe.
Questo gruppo rimarrà perlopiù sempre unito, ed unitamente vedrà i suoi componenti crescere, sia come guerrieri sia, soprattutto, come persone, affrontando le loro paure, le loro ombre e gli errori del loro passato, fino a raggiungere una vera maturità spirituale nel finale.
Per quanto la paritarietà e l'unità del gruppo protagonista possa sembrare cosa scontata, o da poco, non lo è assolutamente, visto che nelle serie shonen di ieri e di oggi capita spesso che, per un motivo o per l'altro, qualche personaggio inizialmente fondamentale divenga di secondo o terzo piano, o persino dimenticato dall'autore.
Ciò, "miracolosamente", in Shaman King non accade, così come non ci sono quasi mai enormi differenze di forza tra il protagonista ed i suoi alleati (anzi, Yoh si ritroverà spesso indietro).
Al di là dell'aspetto "umanistico-sociale" di Shaman King, che porta ad affezionarsi ai suoi protagonisti (chi più chi meno) e a seguire con passione le loro vicende, c'è anche un fortissimo aspetto "teologico" ad affascinare il lettore: Hiroyuki Takei ha indubbiamente fatto un gran lavoro di documentazione (o si tratta di conoscenze personali?), donando ad ogni singolo personaggio, sia che si tratti di protagonisti e antagonisti principali, sia che si tratti di semplici comparse, le caratteristiche peculiari delle religioni e dei culti dell'aldilà dei paesi da cui provengono, andando a formare un sottostrato culturale profondissimo che tocca il Buddhismo, il Cristianesimo, l'Induismo, fino agli stregoni manovra-zombie di Haiti e alle divinità egizie.
Tutto ciò, per un lettore anche solo lontanamente curioso di culti e culture di ogni paese ed epoca è un'autentica manna dal cielo, visto che si va a creare, come detto in apertura, un vero e proprio "torneo teologico" da cui si può apprendere qualcosa, o in cui si possono ritrovare studi passati, per passione o per motivi scolastici.
Per quel che invece riguarda il comparto visivo, l'autore dimostra delle eccellenti abilità di disegno e character design senza particolari pecche.
Il tratto iniziale è palesemente frutto delle origini artistiche di Takei, ex allievo di Nobuhiro Watsuki insieme ad Eiichiro Oda, somigliando proprio allo stile embrionale di quest'ultimo nei primi volumi di One Piece, o nelle storie brevi contenute in Wanted.
Ma, come avvenuto per Oda, anche Takei col tempo sviluppa uno stile diverso da quello degli inizi, inevitabile quando si disegna abitualmente, con un tratto più affusolato e personaggi più definiti e stilosi, oltre ad alcune scelte registiche particolari che risultano ben riuscite ed emozionanti.
Shaman King pare essere dunque un manga validissimo, profondo sotto molti aspetti, ben realizzato e ben disegnato, senza ombre, dunque, ma è davvero così?
In realtà c'è un'ombra pesantissima che grava su di lui, un'ombra chiamata "finale".
Eh si, perché, giunto molto vicino alla naturale conclusione della trama, purtroppo l'autore si vide costretto a chiudere anticipatamente la sua opera per via di una perdita di seguito da parte del pubblico.
Generalmente, quando un autore si trova in una situazione simile, affretta un finale abbozzato per dare una conclusione, magari non proprio coincidente con quella prevista, alla trama: Takei, invece, decide di concludere tutto troncando la storia di colpo, come se la serie non fosse nemmeno finita.
Senza spiegare né portare a termine nulla.
Questo causa la collera della stragrande maggioranza (azzarderei totalità) dei suoi lettori, che da quel momento additano Shaman King come un manga senza finale, ed è assolutamente vero, la conclusione "canonica" della serie è irritante e deludente sotto ogni punto di vista.
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Shaman King è un manga corale, che narra della crescita e della maturazione di tutti i suoi protagonisti, e sarebbe stato impossibile donare loro lo spazio necessario per farci vedere che sono finalmente giunti alla maturità (o spesso redenzione) spirituale senza dedicare loro almeno un capitolo ciascuno, cosa che appunto nel finale "reale" accade.
La semplice battaglia contro il cattivo in fretta e furia avrebbe tradito il reale spirito corale del manga e, col senno di poi, sarebbe stato ancora più grave se Takei avesse preferito porre un finale sbrigativo e lavarsene le mani, anziché avere la caparbietà di non concludere la sua storia se non nel modo che aveva già in mente.
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Ma non è solo il finale il motivo per cui un lettore italico o nipponico dovrebbe preferire la Perfect Edition alla prima edizione sempre pubblicata da Star Comics: come di consueto, infatti, il formato è più grande e permette di apprezzare maggiormente lo stile dettagliato dell'autore e le splash page che di quando in quando fanno capolino nei momenti di maggior enfasi della storia, sono presenti svariate tavole a colori, episodi extra e Takei stesso ha voluto rimettere mano a molte sue tavole per migliorarne la resa visiva, aumentare i dettagli e "rinfrescare" la sua opera, aggiungendo inoltre due capitoli all'interno della storia che mostrano un combattimento che nell'edizione originale veniva semplicemente saltato.
Nella sua forma completa, e solo in essa, Shaman King è dunque un'eccellente lettura per chi ha voglia di avventure, crescita, risate ed emozioni, il tutto condito da notevoli sottostrati culturali legati a religioni e credenze provenienti da ogni angolo del globo.
Da brutto anatroccolo, con la reale conclusione postuma Shaman King diventa un bel cigno, non perfetto ma che, una volta chiuso l'ultimo volume, saprà lasciare una notevole soddisfazione nel lettore.
Da brutto anatroccolo, con la reale conclusione postuma Shaman King diventa un bel cigno, non perfetto ma che, una volta chiuso l'ultimo volume, saprà lasciare una notevole soddisfazione nel lettore.
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Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Shaman King 1 | € 3.90 | Star Comics |
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Shaman King Character Book | € 4.00 | Star Comics |
Shaman King Final Edition 1 | € 5.90 | Star Comics |
Shaman King Final Edition 2 | € 5.90 | Star Comics |
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Shaman King Starter Pack | € 20.00 | Star Comics |
Shaman King era un bruco senza il finale.. con esso è diventato una farfalla, e sono davvero molto felice!
A suo tempo feci anch'io la recensione, e a causa del "non" finale il voto fu 7. Si cambia registro adesso, nettamente. Con la Perfect Edition si dà un senso compito alla storia! Avendo la vecchia versione (solo pochi numeri -9,19,20,28,29,30,31,32-, poiché per mancanza di soldi non me lo potevo permettere per intero e lo lessi da una mia amica), non me la sono sentita di riprenderlo tutto da capo. Non sopporto i "doppioni", anche se con la rivisitazione di molte tavole, mi sarei imbattuta in un'opera nuova. Ho preso, però, i volumi 26 e 27 PE! Mi pare ovvio
Io avevo la vecchia edizione ma ho ricomprato questa versione perchè le migliorie sono davvero molte. Il vecchio finale è stato inserito anche in questa edizione sotto forma di capitoli speciali nei volumi finale con il titolo "Visionz"
Aggiungo che oltre ai rimaneggiamenti della Perfect Edition, in Giappone di Shaman King è uscita anche la versione Remix. Si tratta di volumi economici molto grossi, della stessa grandezza di Shonen Jump per capirci, che accorpano quasi tre volumi originali, con il numero di pagine che varia dalla 450 alle 500.
I volumi contengono gli stessi capitoli della kanzeban, meno le pagine a colori di extra create per la Perfect. In compenso però, ogni volume della Remix ha un capitolo extra molto breve, dalle 3 alle 8 pagine che raccontano degli episodi extra, principalmente dai risvolti comici.
Contando le pagine di tutti i capitoli si hanno quasi 120 pagine di storie inedite che non sono pubblicate da nessuna altre parte. Io le ho lette in scan, sono molto interessanti, specialmente per i fan.
Io SK l'ho seguito grazie alla riedizione della Star Comics per la prima volta ed ho notato come fosse molto ma molto diverso dall'anime trasmesso su mediaset ( di cui ricordavo molto ma molto poco...).
Ho recensito anch'io l'opera e gli ha dato un bell' 8 pieno e stra-meritato.
Ho letto il "vecchio" finale su scan per curiosità e ammazza...faceva veramente pena XD, il nuovo finale è ottimo, ed è bellissimo e anche poco da canone da battle shonen. Hiroyuki Takei in soli 16 capitoli, ha fatto un miracolo, pensavo che si concludesse una schifezza, ed invece...stra-ottimo. Poi aggiungo che vi ricomprate una vera e propria riedizione con molte tavole totalmente ridisegnate da zero ( per divertimento ho fatto il confronto con alcuni volumi in scan ed ho fatto il confronto non pagina per pagina, ma vignetta per vignetta !!! ).
Vi consiglio caldamente di leggere Shaman King, un battle shonen abbastanza fresco ed innovativo con riflessioni aggiunte ( il protagonista mi sta simpatico ), è superiore di un bel pò ai battle shonen moderni come OP o Naruto ad esempio ( tra l'altro a lui contemporanei...).
L'unica cosa che ho detestato del manga, sono un pochino i punti morti e in certi frangenti la psicologia del cattivo, che mi ha lasciato alquanto a desiderare, ma vabbè, il manga nel complesso mi è piaciuto e raggiunge vetta incredibili ( flashback Yoh ed Hanna ), quindi fa nulla XD.
se possibile però, sono ancora più dispiaciuto che Takei negli anni non si sia più saputo imporre come autore di rilievo, le potenzialità le aveva tutte.
L'avevo adocchiato in tv e non mi stava dispiacendo, anche se non oso immaginare come possano essere state le varie modifiche attuate dalla mediaset XD Solo che poi il manga non l'ho mai recuperato: la prima volta una mia amica mi aveva prestato alcuni numeri e non mi avevano fatto una bella impressione (probabilmente perché letti a caso), poi c'era stato lo spauracchio del finale incompleto e quindi per la seconda versione alla fine non mi sono fidata a prenderla.
Comunque mi piacerebbe riuscire a rileggerlo tutto dall'inizio alla fine, anche perché ormai non me lo ricordo più e la cosa mi dispiace parecchio XD
Per gran parte del suo svolgimento ho adorato questo manga, la grande attenzione che dava ai suoi personaggi e tutti questi rimandi culturali molto profondi, ma nella vecchia versione c'era poi lo schifo del finale-non finale, che mi ha fatto completamente calare l'interesse e che però, vedo, è stato abbondantemente corretto.
Fra i difetti ci sono anche un protagonista abbastanza scialbo che si fa superare in carisma da diversi comprimari (Ryu, Horo Horo e Chocolove su tutti), un antagonista altrettanto scialbo e fumoso e un bel po' di gag non proprio brillanti che lasciano il tempo che trovano, ma il manga ha anche i suoi alti, come diversi bei momenti assai emozionanti e riflessivi (il famoso flashback del monte Osore su tutti, che per me è il punto più alto raggiunto dalla serie).
Facendo i complimenti a Narutimate per la sua prima (speriamo di una lunga serie) recensione manga in vetrina, mi ripropongo di rileggermi la serie e acquistare i volumi coi capitoli nuovi la prossima volta che scenderò giù a Palermo.
Per chi avesse visto solo l'anime, questo è stato molto modificato rispetto al manga, sia in origine, sia nella versione giunta in Italia che era quella fortemente modificata dalla censura americana (per una volta noi non c'entriamo, anzi abbiamo anche ripristinato i nomi giapponesi dei personaggi che in America avevano cambiato). Il manga è molto più bello e profondo.
Per il resto è stata una lettura molto avara di soddisfazioni che è andata peggiorando dall'inizio alla fine.
Neanche accuserei troppo il finale poiché, dal momento che, se all'autore hanno imposto una conclusione anticipata, è segno che il problema sta a monte non tanto a valle. Leggasi confusione nella storia, personaggi improbabili quando non irritanti, boss nemico strambo e troppo sbilanciato.
Unico merito, anzi contributo dato dal manga, è stata l'introduzione del binomio personaggio + spirito poi ripreso (meglio) dopo. Anche questa però la vedo ispirata agli stand di Jojo.
Poi non me ne voglia Narutimate ma questa non la posso lasciar passare...
Per quel che invece riguarda il comparto visivo, l'autore dimostra delle eccellenti abilità di disegno e character design senza particolari pecche.
E gente come Ogure Ito, Masamune Shirow, Akamatsu, Mashima, Inoue, le CLAMP (o per meglio dire Mokona), Toriyama... Che sarebbero allora? Divinità?
Takei ha messo lì si e no un fottio di stamboidi/fighetti disegnati con l'accetta e pettinati con la motosega. Andiamo su...
Già per una volta in Italia non hanno seguito il riadattamento americano alla lettera, che aveva cambiato i nomi alla maggior parte dei personaggi (Manta/Mortimer "Morty", Chocolove/Joco, Ryunosuke/Rio, Horokeu "Horo Horo" Usui/Trey Racer e per finire Hao Asakura/Zeke Asakura) ma che per quanto riguarda nomi delle tecniche mantengono i nomi adattati (quindi niente Shinku Buddha Giri ma al suo posto Alone Tagliente in riferimento all'Halo Bump americano) mentre per quanto riguarda gli spiriti bene o male tutti hanno mantenuto il nome originale. Tra l'altro venivano pure nominate le parole tabù "morte" ed "uccidere" nella nostra versione per cui XD Ciò non toglie che comunque la serie animata vuoi per vari motivi come il fatto che cambi completamente strada rispetto al manga verso metà serie, sia nettamente inferiore come qualità a prescindere dai vari rimaneggiamenti della 4Kids! Per quanto riguarda la serie cartacea si il nuovo finale l'ho gradito ma in alcuni avvenimenti mi è parso alquanto affrettato a dir la verità (lo scontro tra Yoh e Silva ad esempio) però in confronto al precedente questo è a tutti gli effetti un finale che rende giustizia al maestro Takei
"Neanche accuserei troppo il finale poiché, dal momento che, se all'autore hanno imposto una conclusione anticipata, è segno che il problema sta a monte non tanto a valle. Leggasi confusione nella storia, personaggi improbabili quando non irritanti, boss nemico strambo e troppo sbilanciato."
Se i lettori sono abituati ai battle shonen mediocri da jump, logicamente una serie eccellente nel campo dei battle shonen come Shaman King, passa inosservata, fortunatamente sta avendo il giusto successo, come ben si sà, le grandi opere non sono subito comprese e solo il tempo, darà la giusta fama.
"Unico merito, anzi contributo dato dal manga, è stata l'introduzione del binomio personaggio + spirito poi ripreso (meglio) dopo. Anche questa però la vedo ispirata agli stand di Jojo."
E' stato ripreso da Jojo Stardust Crusaders, solo che fortunatamente Shaman king lo supera di molto.
Purtroppo ciò che piace a me non piace a molti: per esempio trovo fragoroso il character design, ma proprio che mi fa impazzire di gioia; credo che Yoh sia il più grande (ed innovativo) protagonista di un manga mai creato e Hao il più geniale antagonista; i combattimenti sono (a parte inizialmente) qualcosa di molto godibile e ben strutturato e infine ritengo la trama come qualcosa di fenomenale, con una capacità impressionante di rinnovarsi senza perdere lo spirito originario.
Inoltre Shaman King ha il pregio di comunicare i temi "portanti" di un manga shonen (valore dell'amicizia, autostima, credere in se stessi, affrontare i momenti più difficili con coraggio, ecc...) con una naturalezza e una leggerezza lodabili quanto invidiabili: non oltrepassa il limite che sfocia nell'imbarazzante (o nel grottesco), ma si fa carico di questi valori riuscendo a non annoiare o nauseare il lettore. Cosa incredibile per un prodotto del genere.
Spero di non essere l'unico a vederci una gemma tanto rara
Comunque sia: complimentissimi a Narutimate Hero che ha scritto una bellissima recensione, toccando tutti i punti fondamentali del manga!
Per il resto, è un manga fantastico. Meriterebbe un reboot dell'anime. I ringraziamenti dell'autore alla fine del volume 27, dopo quel nuovo finale, mi hanno fatto apprezzare la sua umiltà e ho pianto rendendomi conto che un pezzo della mia infanzia si era concluso.
ps. E' uno shonen senza ecchi (c'è, ma al massimo al maschile), assurdo!
Devo ancora trovare il tempo di leggere il volume conclusivo, quindi per evitare ogni tipo di spoiler non ho letto né recensione né commenti ma rimedierò subito non appena terminerò la serie anch'io. ^^
Poi pian piano mi parve cominciasse ad abusare di power-up e soprattutto gli spiriti/stand/mecha non mi convincevano tanto che lo abbandonai molto prima di giungere al finale, quasi senza accorgermene.
Mi ci sono ri-tuffato cogliendo al volo l'occasione data da questa riedizione (sono un bel po' indietro ancora con la lettura), e mi son reso conto che infondo il piccolo Manta e il resto della comitiva dopo tutti questi anni mi mancavano, e la nostalgia è salita a mille
Shaman King l'ho sempre considerato un manga speciale, mai superficiale e spesso capace di commuovere e far riflettere. Il primo finale, se così vogliamo chiamarlo, non rendeva certo giustizia a quest'opera, ma sono proprio contenta delle scelte dell'autore, abbiamo dovuto aspettare tanto, ma la conclusione degna di essere narrata è arrivata.
P.S. bellissima recensione
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