
In quei casi si sente la necessità di prendersi una qualche pausa di riflessione, rinviando le scelte importanti.
Frequentare anche solo passivamente un qualche indirizzo scolastico, magari lontani da tutto e tutti, è ad esempio anch’esso un modo per temporeggiare e schiarirsi le idee, un modo per dire: “Intanto faccio questo, poi si vedrà”.
È un po’ ciò che accade a Yugo Hachiken, il protagonista di Silver Spoon (Gin no Saji), manga in corso di Hiromu “Fullmetal Alchemist” Arakawa da cui è tratta la recente riduzione animata.
Il nostro Hachiken, dicevamo, è un ragazzo di città proveniente da una scuola media di primissimo livello, la Shin-Sapporo, che decide di iscriversi all’istituto O-Ezo per tagliare i ponti con la sua vecchia vita in quanto travagliato da problematiche tutte da scoprire durante la lettura.
Una scelta apparentemente insensata, soprattutto per uno studente capace come lui. Infatti la particolarità di questa scuola è che si tratta di un istituto tecnico agrario, il più grande del Giappone, ubicato ne bel mezzo del nulla tra ettari ed ettari di campi e boschi che vengono utilizzati per le esercitazioni pratiche legate alle discipline scolastiche.
Qui si studiano, assieme a materie canoniche come la matematica, l’informatica e l’inglese, anche zootecnia, agricoltura, biotecnologia, produzione alimentare, impianti agricoli, management agricolo ed altre discipline simili.
Assieme ad Hachiken ci ritroveremo così a scoprire ed apprezzare le peculiarità della vita di campagna: per il ragazzo cresciuto in città, infatti, tutto è una novità, anche le cose apparentemente più elementari (ed in effetti se ne imparano di cose curiose durante la lettura del manga). E dopo mille difficoltà iniziali, diverranno col tempo per lui consuete attività che fino a qualche tempo prima mai avrebbe neanche immaginato: strigliare i cavalli, mungere le mucche, dar da mangiare ai maiali, spalare letame... infilare il braccio nel deretano di una mucca per verificarne lo stato di salute.
Non tarderanno poi a presentarsi piccoli “dilemmi della tavola”, rivelazioni più o meno traumatiche come il fatto che le uova fuoriescano dall'ano (cloaca) delle galline, o realizzare concretamente come, prima di arrivare nel piatto, la pancetta fosse uno di qui teneri maialini cui Hachiken non ha esitato ad affezionarsi.
Ma solo sedendosi a tavola si riesce finalmente a comprendere ed apprezzare appieno il risultato degli sforzi giornalieri; come tutto sia più buono dopo essere giunti alla fine di una massacrante giornata di fatiche lavorative cominciate all’alba.
In un certo senso Silver Spoon ricorda a tratti anche un manga di genere culinario, un viaggio alla riscoperta dei sapori per il nostro protagonista: le verdure appena colte, il latte appena munto, la carne macellata da poco; tutto ha un sapore inedito se confrontato ai cibi con coloranti e conservanti che solitamente mangiamo.

Come probabilmente si sarà capito fin qui, Silver Spoon è anche un’ottima valvola di sfogo per la vena ironica di Hiromu Arakawa ma, come spesso accade con le opere più pregevoli, ha più livelli di lettura: lo si può apprezzare semplicemente per il suo lato comedy, oppure per le curiosità legate alla vita di campagna, o ancora per il suo lavoro d’approfondimento psicologico sui personaggi e le loro speranze scaturite in quella fase della vita in cui tutto è in divenire e di certezze ce ne son poche.
Ad Hachiken e i sui dilemmi esistenziali fanno da contraltare, quindi, i tanti bei personaggi secondari provenienti da un contesto del tutto differente, che conoscono solo per sentito dire le comodità della vita metropolitana; per i quali ad esempio la “pizza a domicilio” è una specie di mito. Ragazzi semplici ma con le idee chiare e degli obbiettivi concreti (portare avanti l’azienda di famiglia, crearne una propria, fare il veterinario...), mentre Hachiken ha solo tanti dubbi e si trova lì per fuggire da una realtà che l’opprime.
La lettura di Silver Spoon è sicuramente un’esperienza spassosa, ma nel contempo una delle sue peculiarità più interessanti è, come già accennato, la trattazione di quelli che potremmo definire degli interrogativi morali. Ad esempio l’allevamento può essere inteso in modi differenti: c’è chi è teso a massimizzare efficientemente i profitti, non esitando a macellare gli animali meno produttivi e mandando avanti la fattoria come una catena di montaggio; e chi preferisce un approccio più genuino e affettivo, in virtù del quale ogni capo di bestiame è un po’ un membro della famiglia.
Apparentemente nessuna delle due soluzioni è giusta o sbagliata, almeno da come le rappresenta l’autrice. Sta a noi eventualmente trarre le nostre conclusioni personali.

Per come sta procedendo Silver Spoon, è difficile fare previsioni sulla sua durata, anzi, si tratta di uno di quei manga in cui non vi sembra esser un vero e proprio “obbiettivo finale”; non che sia un difetto questo.
Non siamo di fronte ad una lettura dal ritmo serrato e da leggere trattenendo il fiato, ma, visto l’argomento trattato, vi è comunque una gran varietà di tematiche e situazioni. Vi ritroviamo spesso anche quelle vicende tipiche dei manga di genere scolastico (piccole tribolazioni amorose, amicizie, vita da campus, fughe notturne e missioni assurde) ma tutto è sempre rivisto in chiave rustica.
L’impostazione delle tavole è ordinata, ben leggibile e facile da seguire; lo stile del disegno è quello solito della Arakawa: semplice, dal chara design paffutello e particolarmente adatto alle scenette comiche. Chi ha già letto Fullmetal Alchemist probabilmente noterà più di una faccia familiare (e c’è persino Lara Croft!).
L’edizione Planet Manga è di quelle economiche (niente pagine a colori, sovraccoperta o extra simili) ma curata. E’ palese come sia stato riservato a questo manga un occhio di riguardo: intanto non si notano cambi di spessore, carta o rilegatura nei numeri finora pubblicati; i volumi son ben confezionati e la sfogliabilità è buona (contrariamente ai mattoncini che abbiamo visto sfornare nell’ultimo anno dall’editore). Anche l’adattamento è scorrevole, l’editing accurato, non si notano refusi o frasi poco sensate ed il tutto è puntualmente corredato da note tra le vignette che non lasciano mai dubbi di alcun tipo su usanze, pietanze, eventi e in genere quegli aspetti della società nipponica o della vita di campagna che vengono toccati nel manga.
Un autore che ha appena ultimato la serializzazione di una sua opera di successo, ha un paio di alternative per l’immediato futuro: tentare di bissarne il successo abbracciando una storia simile in quanto a genere, ambientazione o tematiche (scelta apparentemente ovvia); oppure divincolarsi da quello che nel frattempo è diventato quasi un ingombrante precedente, cambiando radicalmente registro.
Abbracciando quest’ultima alternativa, Hiromu Arakawa ci dona una lodevole prova d’autore impreziosita da un retrogusto autobiografico che ne fa quasi uno slice of life agreste e, nel contempo, un manga scolastico sui generis.
Probabilmente non una lettura per tutti, Silver Spoon spiazzerà chi ha apprezzato Hiromu Arakawa principalmente per l’azione, i misteri e il lato drammatico di Fullmetal Alchemist.
Ma se vi intriga anche solo lontanamente l’idea di una lettura non immediatamente riconducibile ai soliti generi, assieme divertente ed interessante, Silver Spoon è un'opera da tenere sicuramente in considerazione.
Abbracciando quest’ultima alternativa, Hiromu Arakawa ci dona una lodevole prova d’autore impreziosita da un retrogusto autobiografico che ne fa quasi uno slice of life agreste e, nel contempo, un manga scolastico sui generis.
Probabilmente non una lettura per tutti, Silver Spoon spiazzerà chi ha apprezzato Hiromu Arakawa principalmente per l’azione, i misteri e il lato drammatico di Fullmetal Alchemist.
Ma se vi intriga anche solo lontanamente l’idea di una lettura non immediatamente riconducibile ai soliti generi, assieme divertente ed interessante, Silver Spoon è un'opera da tenere sicuramente in considerazione.

Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Silver Spoon 1 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 2 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 3 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 4 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 5 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 6 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 7 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 8 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 9 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 10 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 11 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 12 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 13 | € 4.20 | Panini Comics |
Silver Spoon 14 | € 4.90 | Panini Comics |
Silver Spoon 15 | € 4.90 | Panini Comics |
Ho seguito fin da subito questo manga sia per l'autrice, ma anche per i temi trattati...in fin dei conti anche io sono un'aspirante veterinaria quindi vivo un tot di scene comiche e dilemmi sulla mia pelle XD
Nonostante questo però è andato ben oltre le mie aspettative, pensavo ad un manga più frivolo ricolmo di scenette comiche e non molto altro; invece come sottolineato da Oberon ci sono più piani di lettura che introducono temi molto rilevanti sia dal punto di vista crescita personale sia in ambito più strettamente agrario (forse molti non lo considereranno molto importante, ma l'eterno dibattito tra allevamento intensivo o rurale ha molto peso e comporta delle "scelte etiche" da parte dei lavoratori molto pesanti).
Farei una piccola nota sulla periodicità, per il momento è regolare ogni 2 mesi e secondo me è perfetta; non essendo un manga pieno di azione ogni volta che trovo in fumetteria un nuovo numero è una piacevole sorpresa che alla fine della lettura non mi lascia l'ansia del "oddio oddio quando esce il prossimo numero". Forse proprio per questo si rileverà una lettura un po' noiosa per chi decidesse di leggerlo tutto d'un fiato a fine pubblicazione.
Complimenti ad Oberon per la sua recensione, come sempre.
Silver spoon mi sta piacendo parecchio, non posso paragonarlo a FMA perché i generi sono diversi, ma è un manga che merita tantissimo. Certo bisogna apprezzare gli slice of life per poterlo gradire, quindi molti fan di FMA potrebbero rimanerne profondamente delusi.
Sarà scritta anche bene, non lo metto in dubbio, ma...
SKIP.
Per il momento comunque una piacevolissima lettura.
Comunque sia i miei complimenti a Oberon, ottima esposizione!
Pensavo di dropparlo al sesto volume che però si è rivelato più allegro e brioso degli altri grazie alle gare di equitazione. Val la pena di continuare a leggerlo imho...
Sempre ottimo Oberon in zona recensione
"Intanto faccio questo, poi si vedrà".
speriamo che il protagonista non ci metta troppo per capire cosa vuole fare nella vita, non vorrei che il manga durasse un'eternità
Comunque complimenti a Oberon per la bella recensione!
Io non sono affatto interessato alla tematica dell'agricoltura e affini e ho preso Silver Spoon solo per il disegno dell'Arakawa, adorato in Full Metal Alchemist.
Ho trovato un manga divertentissimo, con un cast ottimamente caratterizzato, ma anche maturo e riflessivo in molti aspetti, che leggo sempre con piacere. Non mi pongo il problema di come e per quanto andrà avanti, mi basta sollazzarmici con le uscite bimestrali, per ora mi sta piacendo molto. Mi fa ridere e mi piace molto il lavoro che sta svolgendo sulle psicologie dei personaggi, ognuno con un suo sogno, obbiettivo, carattere o problema. Ovviamente faccio il tifo per Hachiken e Mikage, dai che prima o poi si metteranno insieme!
Leggo il manga, sono al numero 4, e mi piace anche se devo dire che è troppo lento in alcuni aspetti e alcune volte diventa fin troppo tecnico nelle varie spiegazioni. Fortuna che rimane sempre abbastanza interessante, ma alla lunga un po' annoia. E io a differenza di altri la domanda su quanto durerà me la sono fatta.
Quanta verità in queste parole.
Comunque avevo già intenzione di dargli un'occhiata, sembra davvero interessante.
Anche io faccio parte della schiera di quelli che l'ha iniziato per il nome della sua autrice, ma è bastato un numero per amarlo indipendentemente da questo! E' rilassante leggerlo, e qualche risata scappa sempre, inoltre gli animali sono così carini... i maialini, le mucchine!
Per la lunghezza, staremo a vedere, forse percorrere i tre anni delle superiori a questo ritmo potrebbe essere eccessivamente lungo e stancante...
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