In occasione del Cartoomics 2014, uno degli appuntamenti organizzati da AnimeClick.it è stata la presentazione del volume Super Robot Files 1963/1978, edito da J-POP.
Durante l'incontro, in cui si è discusso non solamente del volume in questione, ma anche di mecha e di collezionismo, hanno preso la parola Fabrizio Modina, autore del volume, Andrea Ferrari, editor di J-POP ed Edizoni BD, e i redattori di AnimeClick.it Alessandro "Ironic74" Falciatore e Michele "micheles" Simionato.
Ironic74: Negli ultimi anni abbiamo assistito a un revival dei robot sia su carta che al cinema. Finora mancava un libro enciclopedico sull'argomento. Super Robot Files di Fabrizio Modina colma questa lacuna. Qual è la genesi del libro?
Fabrizio Modina: Il libro nasce da una mia rubrica settimanale su Anime Web Radio. In ogni puntata si parlava di un super robot. A un certo punto mi sono detto "ma perché non trasferire tutto questo materiale su di un altro media?" Ho contattato J-POP che in quel momento era molto ricettiva ad iniziative sui super robot e così è nato il progetto.
Ironic74: Tu sei anche un importante collezionista. Quanti pezzi hai nella tua collezione?
Fabrizio Modina: È difficile dirlo, anche perché io mi definisco un collezionista trigamo. Mettendo insieme le mie tre collezioni (eroi Marvel, Star Wars e robot giapponesi) mi dicono che dovrei superare i seimila pezzi, ma non li ho mai contati.
Ironic74: Tu hai esposto pubblicamente le tue collezioni, vero?
Fabrizio Modina: Sì, io ritengo di collezionare non soltanto per me ma per salvaguardare il patrimonio di un'epoca. Ho avuto il privilegio e il piacere di lavorare con il museo del cinema di Torino, con il Grimaldi Forum di Monaco, la Buckingham Gallery di Londra, e attualmente c'è una mostra in corso alla Casa dei Carraresi a Treviso di cui faccio il curatore per la parte relativa al collezionismo.
Ironic74: Confermi che ormai il robot degli anni settanta è un fatto culturale che va al di là della nostalgia?
Fabrizio Modina: Sì, e questo vale in generale. Si pensi per esempio a eroi americani come Superman o Batman. Non si riesce più a pensare l'America senza di loro. Lo stesso vale per il Giappone e i suoi robot.
Ironic74: Adesso passo la parola a micheles che ha recensito il tuo libro su AnimeClick.it.
micheles: Prima di tutto, lasciami essere curioso e fammi domandare come è nata la tua passione per i robot. Quale è stato il primo robot che hai visto e quando hai iniziato la tua collezione?
Fabrizio Modina: Sono entrato nel mondo della fantasia con i Fantastici Quattro. Avevo cinque anni e ho imparato a leggere prima di andare a scuola proprio per seguire i Fantastici Quattro. Lo ricordo ancora molto bene. La mia generazione (io sono del '70) ha avuto la fortuna di ricevere nello stesso tempo un'invasione di mondi fantastici: in edicola arrivavano i super eroi della Marvel, in televisione i Super Robot giapponesi e al cinema Star Wars. Io ho deciso di seguirli tutti e la mia vita è stata segnata per i successivi trent'anni. Sono entrati proprio a livello di "osmosi" nella mia persona.
Io non mi ritengo tanto un collezionista di giocattoli: non mi interessa se la confezione è integra o se manca un missile. Prima di tutto mi interessano le storie dietro i giocattoli.
Qual è stato il mio primo robot? Beh, è quello che abbiamo visto tutti, il robot che ha cambiato la visione di tutta una generazione, cosa che non è più successa. In questo siamo stati privilegiati perché chi è venuto dopo di noi ha dato tutto questo per scontato. Di lì è nato tutto, sono arrivati i primi giocattoli dall'oriente ed ho cominciato a collezionarli. Da allora non ho mai smesso.
micheles: A questo punto dire posso dire che siamo "fratelli", io sono del 1969, anch'io ho visto Goldrake in prima TV e capisco bene quello che intendi. Tra l'altro, volevo ringraziarti perché qualche anno fa sono stato a Torino, alla mostra di Manga Impact, e c'era la tua collezione di modellini.
Fabrizio Modina: Manga Impact è stata un'impresa coraggiosa. Si parla ormai del 2009 e ricordo il direttore della mostra, una persona straordinariamente aperta, che mi disse "io di queste cose non ci capisco niente, però facciamola!". Andammo avanti con tutta una serie di difficoltà, però è stato un evento unico che speriamo di riproporre prima o poi.
micheles: Ci tenevo a ringraziarti per Manga Impact perché è una mostra che mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Posso anche raccontarti un breve aneddoto. Natale 1978: i miei genitori ci portano (me e mio fratello minore) a scegliere i regali di Natale. C'erano dei giganteschi robot, penso si chiamino Jumbo Machinder, di due tipi. Ovviamente mio fratello piccolo ha cominciato a gridare che lui voleva Goldrake. Io, che ero più grande, ho pensato "cavoli, ma questo è un robot mai visto in Italia, che sicuramente uscirà in televisione fra poco, io lo prendo, Goldrake ormai è il passato e io sono già avanti nel futuro!".
Fabrizio Modina: Scommetto che era un faraone...
micheles: E infatti era proprio Raideen, ovvero l'unico robot degli anni settanta che non si è mai visto in Italia. Non solo, anche al giorno d'oggi questa serie si può trovare fansubbata in inglese ma solo a metà: l'altra metà e ancora solo in giapponese e quindi non ho ancora potuto visionarla.
Fabrizio Modina: Tu sei stato fortunato, almeno la tua è stata una scelta. A me è stato regalato Goldrake per Natale: solo che aperto il pacco ci trovai dentro Raideen! Quindi un'infanzia devastata, un Natale rovinato, tutti che piangevano, me lo ricordo ancora molto bene.
micheles: Questo mi porta ad una domanda più specifica riguardante il libro. Ci sono certe serie, come per l'appunto Raideen, Robin Sentai Rainbow e altre che sono rare, difficili da trovare. Come hai fatto a trovare informazioni su queste serie, sei riuscito a vederle almeno parzialmente, oppure conosci il giapponese e quindi non hai avuto difficoltà?
Fabrizio Modina: Non conosco il giapponese, ma acquisto molti libri e ho l'ausilio di persone che mi aiutano a intepretarli. Anche online si trovano delle indicazioni, soprattutto passando dall'America. Al giorno d'oggi è fondamentale parlare inglese e questo mi ha permesso di arrivare a delle fonti sicure. Alcune serie sono davvero difficili da reperire e per esempio ho visionato Tetsujin 28 nella versione americana. Oltretutto sono delle serie non facili da fruire. Si deve fare una contestualizzazione storica, sapendo che quasi tutti gli episodi sono uno uguale all'altro.
micheles: In serie che invece si riescono a recuperare, le hai viste tutte dal primo all'ultimo episodio oppure...
Fabrizio Modina: Quasi tutte. Per esempio è stato lunghissimo completare Mazinga Z, mi ero impuntato di vederlo tutto, novanta e più episodi. Va visto sapendo che era un prodotto con un certo tipo di target ed è giusto che fosse strutturato in questo modo.
Ironic74: Anche noi bambini dell'epoca lo ammettiamo: erano storie estremamente ripetitive, strutturate intorno al mostro della settimana. Erano puntate create ad hoc settimana per settimana, anche in base ai gusti del pubblico.
Fabrizio Modina: Io credo che anche oggi ci siano comunque degli anime che sono strutturati più o meno così, ma non si vede, perché sono talmente avanzati a livello grafico che non si percepisce il fatto che molti episodi siano assolutamente tutti uguali.
micheles: Dal punto di vista dei modellini, ci sono serie per cui è stato più difficile trovare il materiale? hai qualche aneddoto divertente da raccontare a proposito?
Fabrizio Modina: Sono le serie minori a presentare maggiori difficoltà. Non ho un aneddoto su un oggetto particolare, se non che sono stato molto contento quando finalmente ho acquisto l'ultimo prodotto che ritenevo fondamentale per questo libro.
micheles: Mi chiedo come funziona il mercato del collezionismo. Dove si comprano questi oggetti? si fanno spedire dal Giappone?
Fabrizio Modina: Negli anni novanta si prendevano degli aerei e si andava in loco. Io andavo negli Stati Uniti, altri amici andavano in Giappone e poi ci scambiavamo il materiale. Ricordo un negozio di New York dove una mia amica mi disse "quel signore lì si è fatto la villa a Miami con i soldi tuoi!". C'è stata l'era dei fax, poi è arrivato Internet. Ai tempi c'era un aspetto di "archeologia", scovare tesori nascosti in negozi polverosi. Al giorno d'oggi l'unica discriminante sono i soldi: cliccando un bottone su una pagina web si può trovare qualunque cosa. È venuto un po' a mancare quel senso di conquista fisica. Sono tempi diversi e sono contento di averli vissuti tutti.
Ironic74: Sono stato in Giappone per la prima volta per i miei quarant'anni. Sono rimasto sorpreso di quanto la parte vintage sia importante: ci sono negozi interi con tutto il possibile e immaginabile sugli anni settanta e ottanta. Ho notato un forte attaccamento a questi prodotti del passato.
Fabrizio Modina: Un discorso simile lo facemmo con Francesco Morena all'inaugurazione della mostra di Treviso. A livello artistico in Italia abbiamo la fortuna di avere molto più materiale antico rispetto agli stessi giapponesi, che l'hanno perso durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Con orgoglio posso dire che a Treviso abbiamo messo insieme degli oggetti che in Giappone tutti insieme così non si sono mai visti: e sono tutti di collezionisti italiani.
Ironic74: Proprio la settimana scorsa un mio amico in Australia mi ha chiesto dove si potesse trovare un museo dei robot in Giappone. Io ci ho pensato e gli ho detto che era molto più probabile che lo trovasse in Italia!
Fabrizio Modina: Voglio introdurre Andrea della J-POP, che adesso deve scappare. Se avete delle domande per lui...
Ironic74: L'idea di puntare sui robot nagaiani ha avuto successo? Ne siete contenti?
Andrea Ferrari: Il riscontro è stato buono, anche se la maggior parte di quanto abbiamo proposto era già stato edito. Qualche serie è andata meglio di altre, però complessivamente l'operazione è andata bene. Così abbiamo cercato autori interessanti con cui lavorare a qualcos'altro. E quando incontri un personaggio come Fabrizio non potevamo farci scappare l'occasione. Il libro in fase preliminare ha avuto un'accoglienza un po' più fredda di quella che ci aspettavamo, poi fortunatamente la partenza ha smentito l'impressione iniziale. Le copie che abbiamo qua sono le ultime della prima tiratura, andremo in ristampa a breve e siamo contenti.
Ironic74: Mi risulta che questo è il primo libro che avete autoprodotto.
Andrea Ferrari: Sì è no. Come marchio J-POP è il primo libro, ma come marchio BD avevamo già una storia di produzioni e una buona esperienza in questo senso. Per me è stato molto bello aprire una serie di collaborazioni, con voi di AnimeClick.it, con la Casa dei Carraresi e tutta una serie di altre opportunità, approfittando del momento di grande interesse verso i robot che l'Italia innegabilmente sta vivendo.
Ironic74: Io paragono i robot ai Beatles: per i miei genitori i Beatles erano un simbolo generazionale, per noi è Goldrake. Con micheles scherzando ci diciamo che vivremo una bella pensione con la colonna sonora di Goldrake e all'ospizio saremo dei vecchietti tanto allegri.
Fabrizio Modina: Mi è capitato di scrivere la stessa cosa in un pezzo intitolato "I Beatle contro Grendizer" perché il simbolismo calza alla perfezione.
Andrea Ferrari: Con Fabrizio ci siamo dati un obiettivo, un brutale numero di copie vendute, prima di dare il semaforo verde al secondo volume. Il numero non l'abbiamo ancora raggiunto, ma non siamo tanto lontani. Siamo molto ottimisti, continuate a seguirci, speriamo in buone notizie presto.
micheles: Io ho sempre avuto l'idea che il collezionismo fosse un hobby "da ricchi", scusa il termine. È vero oppure è un mio pregiudizio? È possibile al giorno d'oggi avere una collezione decente senza spendere un patrimonio oppure no?
Fabrizio Modina: Dipende da qual è l'obiettivo che si vuole raggiungere e cosa si vuole inserire in collezione. Se si pensa di partire oggi acquistando oggetti degli anni settanta-ottanta allora il denaro necessario è molto. Se invece si scelgono delle cose più recenti, adeguando i propri desideri alle proprie possibilità si può fare. Il collezionismo non deve diventare un'ossessione, non deve diventare una droga, non deve diventare una forma di competizione. Soprattutto comprate oggetti che piacciono a voi, non fate acquisti per gli altri. Io l'errore lo stavo facendo per Star Wars, arrivato ad un certo punto ho cominciato a comprare tutto quello che avesse quel marchio sopra. Ad un certo momento mi sono detto "ma cos'è questo? ma cosa sto comprando? mi piace, mi serve, me la merito?" Ho poi smesso di acquistare in quel modo e sono diventato molto più selettivo. Se un'azienda ci propone un giocattolo anche in edizione limitata, se non ci piace non siamo costretti a comprarlo.
micheles: Del collezionismo penso che abbiamo parlato abbastanza. Ho un'altra domanda sul libro che è stata fatta anche su AnimeClick.it: uno prende un libro sui super robot e ci trova Yattaman, Yattacan e anche altre serie, come Robin Sentai Rainbow, che non fittano l'immagine mentale del super robot, e rimane interdetto. Ti chiedo quindi come mai hai deciso di includere anche queste serie.
Fabrizio Modina: L'idea è nata da una ricerca approfonditata, soprattutto per quanto riguarda le Time Bokan. Quando arriveremo agli anni ottanta troveremo i robot di Yattodetaman e di Ippatsuman che sono effettivamente dei super robot. Trovavo che escludere le Time Bokan precedenti fosse una mancanza. Sono sempre dell'idea che è meglio dare qualcosa in più piuttosto che qualcosa in meno.
micheles: Chiudo con una domanda un po' scomoda o se vuoi "cattiva". Questo libro mi è piaciuto moltissimo, per il rigore, l'ordine strettamente cronologico, il fatto che fosse comprensivo: l'unico difetto che secondo me ha è la mancanza di un indice, specialmente un indice analico, per cui se uno sa il nome del robot ma non conosce l'anno non riesce a trovarlo facilmente. Come mai?
Fabrizio Modina: È stata una scelta grafica e anche di spazio. J-POP è stato un partner ideale perché ci siamo proprio trovati sul gusto grafico. Nella mia idea di non fare un prodotto nostalgico volevo che anche la copertina e i contenuti fossero molto contemporanei come grafica.
Ironic74: Anche la scelta del logo è stata molto particolare.
Fabrizio Modina: Sì e se nasceranno altri volumi l'immagine sarà sempre la stessa, cambieranno solo i dettagli. In questo caso ho dato più importanza alla grafica che all'utilità e trascurato l'indice. Se il secondo volume uscirà verrà fatto allo stesso modo.
Ironic74: Hai specificato che non hai voluto fare un prodotto nostalgico. Ieri per la prima volta hai sentito la parola "girellaro". Tu però hai fatto una scelta rigorosa sui nomi giapponesi, impuntata sulla cultura e non sulla nostalgia.
Fabrizio Modina: Recentemente ho avuto l'impressione che certi italiani non vogliano evolversi, non vogliano crescere. Tutti vogliono sentir parlare di Goldrake in relazione alla loro infanzia, io invece ho voluto parlare di Grendizer, che sono due cose completamente diverse. Ho voluto parlare di queste serie per quello che sono. Mi rendo conto che le sinossi all'interno del libro per molti non sono nulla di nuovo. Reputo il secondo volume più interessante perché parlerà di serie che gli italiani non hanno mai visto e che oltretutto sono molto più belle di quelle degli anni settanta, con delle trame veramente coinvolgenti.
Lo scopo del libro non era tanto raccontare di che cosa parlano Grendizer o Mazinger, perché bene o male lo hanno visto tutti, ma proprio specificare i nomi delle cose. Credo di averlo fatto anche per i molti collezionisti che comprano le cose e poi non sanno come si chiamano. L'idea che un collezionista di quarant'anni compri un modellino di Yattodetaman e lo chiami Calendar Man la trovo terribilmente provinciale. Se ami veramente questo oggetto approfondisci, no? Il mio libro lo ripeto non è per i nostalgici ma per chi vuole sapere un po' il dietro le quinte della storie.
Ironic74: Fabrizio, ti ringrazio per questa giornata perché spero che mia moglie, vedendo il video, quando torno a casa dal Giappone con un Mazinga in mano, non mi dica più "sei sempre il solito ragazzino"! Che capisca che ci sono delle persone a modo come Fabrizio Modina che addirittura vanno a fare le mostre a Londra e che mi permetta di tenere il Goldrake (ops, Grendizer) in camera da letto!
[CERCAMANGA_Super Robot Files]
Durante l'incontro, in cui si è discusso non solamente del volume in questione, ma anche di mecha e di collezionismo, hanno preso la parola Fabrizio Modina, autore del volume, Andrea Ferrari, editor di J-POP ed Edizoni BD, e i redattori di AnimeClick.it Alessandro "Ironic74" Falciatore e Michele "micheles" Simionato.
Ironic74: Negli ultimi anni abbiamo assistito a un revival dei robot sia su carta che al cinema. Finora mancava un libro enciclopedico sull'argomento. Super Robot Files di Fabrizio Modina colma questa lacuna. Qual è la genesi del libro?
Fabrizio Modina: Il libro nasce da una mia rubrica settimanale su Anime Web Radio. In ogni puntata si parlava di un super robot. A un certo punto mi sono detto "ma perché non trasferire tutto questo materiale su di un altro media?" Ho contattato J-POP che in quel momento era molto ricettiva ad iniziative sui super robot e così è nato il progetto.
Ironic74: Tu sei anche un importante collezionista. Quanti pezzi hai nella tua collezione?
Fabrizio Modina: È difficile dirlo, anche perché io mi definisco un collezionista trigamo. Mettendo insieme le mie tre collezioni (eroi Marvel, Star Wars e robot giapponesi) mi dicono che dovrei superare i seimila pezzi, ma non li ho mai contati.
Ironic74: Tu hai esposto pubblicamente le tue collezioni, vero?
Fabrizio Modina: Sì, io ritengo di collezionare non soltanto per me ma per salvaguardare il patrimonio di un'epoca. Ho avuto il privilegio e il piacere di lavorare con il museo del cinema di Torino, con il Grimaldi Forum di Monaco, la Buckingham Gallery di Londra, e attualmente c'è una mostra in corso alla Casa dei Carraresi a Treviso di cui faccio il curatore per la parte relativa al collezionismo.
Ironic74: Confermi che ormai il robot degli anni settanta è un fatto culturale che va al di là della nostalgia?
Fabrizio Modina: Sì, e questo vale in generale. Si pensi per esempio a eroi americani come Superman o Batman. Non si riesce più a pensare l'America senza di loro. Lo stesso vale per il Giappone e i suoi robot.
Ironic74: Adesso passo la parola a micheles che ha recensito il tuo libro su AnimeClick.it.
micheles: Prima di tutto, lasciami essere curioso e fammi domandare come è nata la tua passione per i robot. Quale è stato il primo robot che hai visto e quando hai iniziato la tua collezione?
Fabrizio Modina: Sono entrato nel mondo della fantasia con i Fantastici Quattro. Avevo cinque anni e ho imparato a leggere prima di andare a scuola proprio per seguire i Fantastici Quattro. Lo ricordo ancora molto bene. La mia generazione (io sono del '70) ha avuto la fortuna di ricevere nello stesso tempo un'invasione di mondi fantastici: in edicola arrivavano i super eroi della Marvel, in televisione i Super Robot giapponesi e al cinema Star Wars. Io ho deciso di seguirli tutti e la mia vita è stata segnata per i successivi trent'anni. Sono entrati proprio a livello di "osmosi" nella mia persona.
Io non mi ritengo tanto un collezionista di giocattoli: non mi interessa se la confezione è integra o se manca un missile. Prima di tutto mi interessano le storie dietro i giocattoli.
Qual è stato il mio primo robot? Beh, è quello che abbiamo visto tutti, il robot che ha cambiato la visione di tutta una generazione, cosa che non è più successa. In questo siamo stati privilegiati perché chi è venuto dopo di noi ha dato tutto questo per scontato. Di lì è nato tutto, sono arrivati i primi giocattoli dall'oriente ed ho cominciato a collezionarli. Da allora non ho mai smesso.
micheles: A questo punto dire posso dire che siamo "fratelli", io sono del 1969, anch'io ho visto Goldrake in prima TV e capisco bene quello che intendi. Tra l'altro, volevo ringraziarti perché qualche anno fa sono stato a Torino, alla mostra di Manga Impact, e c'era la tua collezione di modellini.
Fabrizio Modina: Manga Impact è stata un'impresa coraggiosa. Si parla ormai del 2009 e ricordo il direttore della mostra, una persona straordinariamente aperta, che mi disse "io di queste cose non ci capisco niente, però facciamola!". Andammo avanti con tutta una serie di difficoltà, però è stato un evento unico che speriamo di riproporre prima o poi.
micheles: Ci tenevo a ringraziarti per Manga Impact perché è una mostra che mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Posso anche raccontarti un breve aneddoto. Natale 1978: i miei genitori ci portano (me e mio fratello minore) a scegliere i regali di Natale. C'erano dei giganteschi robot, penso si chiamino Jumbo Machinder, di due tipi. Ovviamente mio fratello piccolo ha cominciato a gridare che lui voleva Goldrake. Io, che ero più grande, ho pensato "cavoli, ma questo è un robot mai visto in Italia, che sicuramente uscirà in televisione fra poco, io lo prendo, Goldrake ormai è il passato e io sono già avanti nel futuro!".
Fabrizio Modina: Scommetto che era un faraone...
micheles: E infatti era proprio Raideen, ovvero l'unico robot degli anni settanta che non si è mai visto in Italia. Non solo, anche al giorno d'oggi questa serie si può trovare fansubbata in inglese ma solo a metà: l'altra metà e ancora solo in giapponese e quindi non ho ancora potuto visionarla.
Fabrizio Modina: Tu sei stato fortunato, almeno la tua è stata una scelta. A me è stato regalato Goldrake per Natale: solo che aperto il pacco ci trovai dentro Raideen! Quindi un'infanzia devastata, un Natale rovinato, tutti che piangevano, me lo ricordo ancora molto bene.
micheles: Questo mi porta ad una domanda più specifica riguardante il libro. Ci sono certe serie, come per l'appunto Raideen, Robin Sentai Rainbow e altre che sono rare, difficili da trovare. Come hai fatto a trovare informazioni su queste serie, sei riuscito a vederle almeno parzialmente, oppure conosci il giapponese e quindi non hai avuto difficoltà?
Fabrizio Modina: Non conosco il giapponese, ma acquisto molti libri e ho l'ausilio di persone che mi aiutano a intepretarli. Anche online si trovano delle indicazioni, soprattutto passando dall'America. Al giorno d'oggi è fondamentale parlare inglese e questo mi ha permesso di arrivare a delle fonti sicure. Alcune serie sono davvero difficili da reperire e per esempio ho visionato Tetsujin 28 nella versione americana. Oltretutto sono delle serie non facili da fruire. Si deve fare una contestualizzazione storica, sapendo che quasi tutti gli episodi sono uno uguale all'altro.
micheles: In serie che invece si riescono a recuperare, le hai viste tutte dal primo all'ultimo episodio oppure...
Fabrizio Modina: Quasi tutte. Per esempio è stato lunghissimo completare Mazinga Z, mi ero impuntato di vederlo tutto, novanta e più episodi. Va visto sapendo che era un prodotto con un certo tipo di target ed è giusto che fosse strutturato in questo modo.
Ironic74: Anche noi bambini dell'epoca lo ammettiamo: erano storie estremamente ripetitive, strutturate intorno al mostro della settimana. Erano puntate create ad hoc settimana per settimana, anche in base ai gusti del pubblico.
Fabrizio Modina: Io credo che anche oggi ci siano comunque degli anime che sono strutturati più o meno così, ma non si vede, perché sono talmente avanzati a livello grafico che non si percepisce il fatto che molti episodi siano assolutamente tutti uguali.
micheles: Dal punto di vista dei modellini, ci sono serie per cui è stato più difficile trovare il materiale? hai qualche aneddoto divertente da raccontare a proposito?
Fabrizio Modina: Sono le serie minori a presentare maggiori difficoltà. Non ho un aneddoto su un oggetto particolare, se non che sono stato molto contento quando finalmente ho acquisto l'ultimo prodotto che ritenevo fondamentale per questo libro.
micheles: Mi chiedo come funziona il mercato del collezionismo. Dove si comprano questi oggetti? si fanno spedire dal Giappone?
Fabrizio Modina: Negli anni novanta si prendevano degli aerei e si andava in loco. Io andavo negli Stati Uniti, altri amici andavano in Giappone e poi ci scambiavamo il materiale. Ricordo un negozio di New York dove una mia amica mi disse "quel signore lì si è fatto la villa a Miami con i soldi tuoi!". C'è stata l'era dei fax, poi è arrivato Internet. Ai tempi c'era un aspetto di "archeologia", scovare tesori nascosti in negozi polverosi. Al giorno d'oggi l'unica discriminante sono i soldi: cliccando un bottone su una pagina web si può trovare qualunque cosa. È venuto un po' a mancare quel senso di conquista fisica. Sono tempi diversi e sono contento di averli vissuti tutti.
Ironic74: Sono stato in Giappone per la prima volta per i miei quarant'anni. Sono rimasto sorpreso di quanto la parte vintage sia importante: ci sono negozi interi con tutto il possibile e immaginabile sugli anni settanta e ottanta. Ho notato un forte attaccamento a questi prodotti del passato.
Fabrizio Modina: Un discorso simile lo facemmo con Francesco Morena all'inaugurazione della mostra di Treviso. A livello artistico in Italia abbiamo la fortuna di avere molto più materiale antico rispetto agli stessi giapponesi, che l'hanno perso durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Con orgoglio posso dire che a Treviso abbiamo messo insieme degli oggetti che in Giappone tutti insieme così non si sono mai visti: e sono tutti di collezionisti italiani.
Ironic74: Proprio la settimana scorsa un mio amico in Australia mi ha chiesto dove si potesse trovare un museo dei robot in Giappone. Io ci ho pensato e gli ho detto che era molto più probabile che lo trovasse in Italia!
Fabrizio Modina: Voglio introdurre Andrea della J-POP, che adesso deve scappare. Se avete delle domande per lui...
Ironic74: L'idea di puntare sui robot nagaiani ha avuto successo? Ne siete contenti?
Andrea Ferrari: Il riscontro è stato buono, anche se la maggior parte di quanto abbiamo proposto era già stato edito. Qualche serie è andata meglio di altre, però complessivamente l'operazione è andata bene. Così abbiamo cercato autori interessanti con cui lavorare a qualcos'altro. E quando incontri un personaggio come Fabrizio non potevamo farci scappare l'occasione. Il libro in fase preliminare ha avuto un'accoglienza un po' più fredda di quella che ci aspettavamo, poi fortunatamente la partenza ha smentito l'impressione iniziale. Le copie che abbiamo qua sono le ultime della prima tiratura, andremo in ristampa a breve e siamo contenti.
Ironic74: Mi risulta che questo è il primo libro che avete autoprodotto.
Andrea Ferrari: Sì è no. Come marchio J-POP è il primo libro, ma come marchio BD avevamo già una storia di produzioni e una buona esperienza in questo senso. Per me è stato molto bello aprire una serie di collaborazioni, con voi di AnimeClick.it, con la Casa dei Carraresi e tutta una serie di altre opportunità, approfittando del momento di grande interesse verso i robot che l'Italia innegabilmente sta vivendo.
Ironic74: Io paragono i robot ai Beatles: per i miei genitori i Beatles erano un simbolo generazionale, per noi è Goldrake. Con micheles scherzando ci diciamo che vivremo una bella pensione con la colonna sonora di Goldrake e all'ospizio saremo dei vecchietti tanto allegri.
Fabrizio Modina: Mi è capitato di scrivere la stessa cosa in un pezzo intitolato "I Beatle contro Grendizer" perché il simbolismo calza alla perfezione.
Andrea Ferrari: Con Fabrizio ci siamo dati un obiettivo, un brutale numero di copie vendute, prima di dare il semaforo verde al secondo volume. Il numero non l'abbiamo ancora raggiunto, ma non siamo tanto lontani. Siamo molto ottimisti, continuate a seguirci, speriamo in buone notizie presto.
micheles: Io ho sempre avuto l'idea che il collezionismo fosse un hobby "da ricchi", scusa il termine. È vero oppure è un mio pregiudizio? È possibile al giorno d'oggi avere una collezione decente senza spendere un patrimonio oppure no?
Fabrizio Modina: Dipende da qual è l'obiettivo che si vuole raggiungere e cosa si vuole inserire in collezione. Se si pensa di partire oggi acquistando oggetti degli anni settanta-ottanta allora il denaro necessario è molto. Se invece si scelgono delle cose più recenti, adeguando i propri desideri alle proprie possibilità si può fare. Il collezionismo non deve diventare un'ossessione, non deve diventare una droga, non deve diventare una forma di competizione. Soprattutto comprate oggetti che piacciono a voi, non fate acquisti per gli altri. Io l'errore lo stavo facendo per Star Wars, arrivato ad un certo punto ho cominciato a comprare tutto quello che avesse quel marchio sopra. Ad un certo momento mi sono detto "ma cos'è questo? ma cosa sto comprando? mi piace, mi serve, me la merito?" Ho poi smesso di acquistare in quel modo e sono diventato molto più selettivo. Se un'azienda ci propone un giocattolo anche in edizione limitata, se non ci piace non siamo costretti a comprarlo.
micheles: Del collezionismo penso che abbiamo parlato abbastanza. Ho un'altra domanda sul libro che è stata fatta anche su AnimeClick.it: uno prende un libro sui super robot e ci trova Yattaman, Yattacan e anche altre serie, come Robin Sentai Rainbow, che non fittano l'immagine mentale del super robot, e rimane interdetto. Ti chiedo quindi come mai hai deciso di includere anche queste serie.
Fabrizio Modina: L'idea è nata da una ricerca approfonditata, soprattutto per quanto riguarda le Time Bokan. Quando arriveremo agli anni ottanta troveremo i robot di Yattodetaman e di Ippatsuman che sono effettivamente dei super robot. Trovavo che escludere le Time Bokan precedenti fosse una mancanza. Sono sempre dell'idea che è meglio dare qualcosa in più piuttosto che qualcosa in meno.
micheles: Chiudo con una domanda un po' scomoda o se vuoi "cattiva". Questo libro mi è piaciuto moltissimo, per il rigore, l'ordine strettamente cronologico, il fatto che fosse comprensivo: l'unico difetto che secondo me ha è la mancanza di un indice, specialmente un indice analico, per cui se uno sa il nome del robot ma non conosce l'anno non riesce a trovarlo facilmente. Come mai?
Fabrizio Modina: È stata una scelta grafica e anche di spazio. J-POP è stato un partner ideale perché ci siamo proprio trovati sul gusto grafico. Nella mia idea di non fare un prodotto nostalgico volevo che anche la copertina e i contenuti fossero molto contemporanei come grafica.
Ironic74: Anche la scelta del logo è stata molto particolare.
Fabrizio Modina: Sì e se nasceranno altri volumi l'immagine sarà sempre la stessa, cambieranno solo i dettagli. In questo caso ho dato più importanza alla grafica che all'utilità e trascurato l'indice. Se il secondo volume uscirà verrà fatto allo stesso modo.
Ironic74: Hai specificato che non hai voluto fare un prodotto nostalgico. Ieri per la prima volta hai sentito la parola "girellaro". Tu però hai fatto una scelta rigorosa sui nomi giapponesi, impuntata sulla cultura e non sulla nostalgia.
Fabrizio Modina: Recentemente ho avuto l'impressione che certi italiani non vogliano evolversi, non vogliano crescere. Tutti vogliono sentir parlare di Goldrake in relazione alla loro infanzia, io invece ho voluto parlare di Grendizer, che sono due cose completamente diverse. Ho voluto parlare di queste serie per quello che sono. Mi rendo conto che le sinossi all'interno del libro per molti non sono nulla di nuovo. Reputo il secondo volume più interessante perché parlerà di serie che gli italiani non hanno mai visto e che oltretutto sono molto più belle di quelle degli anni settanta, con delle trame veramente coinvolgenti.
Lo scopo del libro non era tanto raccontare di che cosa parlano Grendizer o Mazinger, perché bene o male lo hanno visto tutti, ma proprio specificare i nomi delle cose. Credo di averlo fatto anche per i molti collezionisti che comprano le cose e poi non sanno come si chiamano. L'idea che un collezionista di quarant'anni compri un modellino di Yattodetaman e lo chiami Calendar Man la trovo terribilmente provinciale. Se ami veramente questo oggetto approfondisci, no? Il mio libro lo ripeto non è per i nostalgici ma per chi vuole sapere un po' il dietro le quinte della storie.
Ironic74: Fabrizio, ti ringrazio per questa giornata perché spero che mia moglie, vedendo il video, quando torno a casa dal Giappone con un Mazinga in mano, non mi dica più "sei sempre il solito ragazzino"! Che capisca che ci sono delle persone a modo come Fabrizio Modina che addirittura vanno a fare le mostre a Londra e che mi permetta di tenere il Goldrake (ops, Grendizer) in camera da letto!
[CERCAMANGA_Super Robot Files]
Nessun commento di micheles a questo?
Beh, ma stilare l'indice e metterlo online da scaricare gratis? Fungerebbe anche da depliant pubblicitario.
@micheles "Mi sono trattenuto a stento... "
Non è colpa di Modina... E' stato il trauma del Goldrake non ricevuto da bambino
Comunque Modina altro che girellaro! Non vuole nemmeno sentire Calendarman ;__; Mi piace la sua serietà ma niente esagerazioni! Ormai con i dvd abbiamo anche il doppiaggio giapponese quindi abbiamo quasi tutto ^__^
"serie che gli italiani non hanno mai visto "
A quali in particolare si riferirà?
stima per F. Modina!
Grazie Micheles e Ironic!
Eccoti una lista di anime dal 1981 al 1984. Sono in grandi maggioranza serie inedite in Italia. Sicuramente Medina li analizzera' tutti nel secondo volume:
1981
01.31 Saikyo Robo DAIOJA
03.01 Ougon Senshi GOLD LIGHTAN
03.04 Hyakuju-Ou GOLION
07.03 Sengoku Majin GOSHOGUN
10.02 Rokushin Gattai GOD MARS
10.06 Galactic Cyclone BURAIGER
10.23 Fang of the Sun DOUGRAM
1982
02.06 Blue Gale XABUNGLE
03.03 Kiko Kantai DAIRUGGER XV
05.05 Makyo Densetsu ACROBUNCH
07.06 Galactic Gale BAXINGER
10.03 Super Dimension Fortress MACROSS
1983
01.21 Mission Outer Space SRUNGLE
02.05 Aura Battler DUNBINE
03.30 Kosoku Denjin ALBEGAS
04.01 Armored Trooper VOTOMS
04.05 Galactic Whirl Wind SASURAIGER
07.03 Cho Jiku Seiki ORGUSS
07.06 Psycho Armor GOVARIAN
10.02 Genesis Climber MOSPEADA
10.07 Tokuso Kihei DORVACK
10.21 Round Vernian VIFAM
1984
02.03 Cho Kosoku GALVION
02.04 Heavy Metal L-GAIM
03.04 Video Senshi LASERION
04.05 Giant GORG
04.15 GOD MAZINGER
04.15 Cho Jiku Kidan SOUTHERN CROSS
10.05 Panzer World GALIENT
10.06 Choriki Robo GALATT
10.07 Sei Jushi BISMARCK
@micheles: Cosa volevi eccepire dopo il 1985? La fine della golden age dei super robot?
E' vero , visto il video sembra una persona competente, simpatica e "alla mano"
E che ho conosciuto persone che se parli di "Venusia" diventano isterici. Lo so che si chiama Hikaru Makiba ma stai calmo!
Il libro come avevo già scritto mi è piaciuto moltissimo e aspetto il prossimo anche perché a parte Votoms, Macross, Dunbine e Golion (Voltron?) e qualcosina di Laserion e Goshogun (Gotrinitron?) degli altri so pochissimo quasi nulla
No, ha ragione Medina a porre la fine della golden age in quel punto.
La frase "i robotici degli anni ottanta sono migliori di quelli degli anni settanta" tout court e' eccepibile; anzi, se ci si riferisse a quelli post 1985 (incluso) sarei assolutamente in disaccordo; siccome pero' so che Medina si rifererisce solo a quelli pre 1985 (escluso) la considero sensata/ragionevole/sostenibile, anche se io da nostalgico continuo ad avere un occhio di riguardo per gli anni settanta.
La parte che non e' mai stata doppiata?
Io con loro ho avuto solo scambi di battute sui NG di use net come IAC, dove, complice la totale assenza di moderazione, era il terreno preferito delle flame di qualsiasi genere. Quelli più pervicaci tra i talebAnime erano senz'altro quelli della tribù dei cosiddetti "puristi" dove gli anatemi più devastanti ti venivano scagliati addosso se solo per un istante cercavi di giustificare l'adattamento di Dynit di Gundam con la popolare pronuncia italiana "gUndam" al posto di quella ufficiale nipponica "gandAm(u)" ricordando che il lavoro di traduzione ed i provini del doppiaggio erano stati concordati con lo stesso Tomino (il quale citando uno dei reportage sulla lavorazione del nuovo adattamento scritto da Federico Colpi, alla fine si era abituato pure lui a chiamarlo come nella lettura all' italiana), e che comunque il resto dei nomi era rimasto invariato rispetto al copione originale. Quelli prima ti inveivano contro, poi ti dicevano che eri un asino in inglese perché il nome del sacro mobile suit era il composto di cannone + diga (senza considerare poi che in quel caso anche la pronuncia sarebbe stata errata in quanto avrebbe dovuto essere "gAndEm", con la "e" molto aperta, al posto di "gandAm") nella lingua di Albione. Infine poi ti sbattevano in faccia la tabella di conversione Katakana-Roomaji come se fossero le tavole della Legge mosaica (e come se non esistesse Wikipedia è fossimo incapaci di consultarla), e Dulcis in fundo riempivano di insulti te, la tua famiglia ed i tuoi discendenti per i secoli a venire! Figurarsi poi dire "Venusia" al posto di "Hikaru"! In quel caso venivi piantato fino al centro della Terra, fino a raggiungere la bocca di Lucifero, a furia di poderosi colpi di una gigantesca girella di granito sulla testa! : P
Come si può ben intuire alla fine ho rinunciato a qualsiasi scambio di idee con quegli invasati, anzi ho proprio rinunciato a seguire IAC e sono approdato qui, guadagnandoci in tutti i punti di vista. La moderazione non è affatto un male se è effettuata nel rispetto delle idee ed improntata a mantenere il decoro e la civiltà del confronto, e soprattutto tiene lontano da questo portale i sopracitati fanatici!
@micheles: Capisco il tuo punto di vista, in pratica dici che la spinta innovatrice del sottogenere fantascientifico mecha si esaurisce nel 1984, se non ho mal inteso? Beh, mi pare plausibile, però dall'85 in poi ci sono comunque dei tentativi di mantenere vivo l'interesse per questa branca del cinema d'animazione. Se i seguiti di Gundam lasciano il retrogusto amarognolo delle sceneggiature molto farraginose a fronte di evidentissimii miglioramenti nel design e nell'animazione, e i tentativi di restart (mamma mia che brutto termine!) come Dragonar non convincono del tutto; non bisogna dimenticare però che titoli come Patlabor in qualche modo hanno tentato di ampliare l'orizzonte dei robot giganti, cercando di coniugare l'aspetto fantascientifico della loro esistenza con una plausibile realtà quotidiana. Così come titoli come Dunbine portano l'ambientazione ad uscire dalla fantascienza pura e a contaminare con il fantastico; dico bene? Però anch'io devo ammettere un certo inevitabile legame affettivo, vista la mia età anagrafica, con le produzioni classiche nagaiane e tominiane degli anni'70!
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.