AnimeRing Head


Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati" e che i nostri detrattori scarseggiano a fantasia, ci siamo detti in Redazione "Why not"?
 
AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!

Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!

A 5 anni dalla sua ultima impresa animata, la giapponese Key (Angel BeatsClannad) ritorna con Charlotte.
A realizzare lo scenario e il soggetto originale di Charlotte ci pensa proprio  Jun Maeda, alla sua seconda opera originale (suoi anche i testi delle sigle e le musiche di sottofondo) mentre spetta alla P.A. Works (Tari TariShirobako) realizzare le animazioni della serie con il consueto character design di Na-Ga.
Doveva essere una delle serie più gettonate della stagione estiva 2015 eppure...eppure qualcosa non è andato. Gli stessi fan della Key, impazziti per Clannad e altri titoli famosi, si sono divisi e hanno discusso non poco sul nostro sito e sui social. 
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
 

La domanda è una sola: voi da che parte state?


5.0/10
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Da un lato l'autore di alcuni dei lavori più amati (e discussi) nello sterminato panorama delle visual novel giapponesi, dall'altro uno studio di animazione universalmente noto per l'elevata qualità delle sue produzioni: una miscela potenzialmente esplosiva, l'accoppiata Jun Maeda - P.A. Works, almeno sulla carta. Una collaborazione che, tra l'altro, aveva già dato proficui risultati nella trasposizione di una delle precedenti, e più famose, opere della Key visual, quell' "Angel Beats!" che, seppur vituperato da una parte della critica, aveva riscosso tra il pubblico generale apprezzamento.
Basteranno dunque nomi altisonanti e un glorioso passato a darci apodittica certezza di un novello capolavoro? La domanda è palesemente, e ahinoi tristemente, retorica.

Seguendo le orme tracciate fin dai tempi di "Air", anche in "Charlotte" è l'elemento magico a far da collante alla trama: Yuu Otosaka è uno studente delle superiori che, sfruttando la peculiare abilità di prendere possesso del corpo altrui per alcuni secondi (utile in particolar modo per imbrogliare durante le sessioni d'esame), è riuscito nell'impresa di costruir di sé l'immagine di alunno modello. Questo suo atteggiamento non passa inosservato, e il consiglio studentesco della Scuola Hoshinoumi, formato da liceali ugualmente dotati di poteri paranormali, lo mette alle corde, costringendolo, pena la pubblica gogna, ad entrare a farne parte. Trasferitosi con la petulante sorellina all'interno dell'istituto, dovrà d'ora in avanti, insieme alla scorbutica Nao e al 'supersonico' Jojiro, dar la caccia a coloro che, come lui, possiedono e utilizzano questi innati doni, ignari di come fantomatici ricercatori senza scrupoli siano in agguato allo scopo di sequestrarli e dissezionarli in nome della scienza.
Un incipit che, attorno a questi misteriosi e 'imperfetti' poteri, appare ben congegnato, ma che, con inaspettata celerità, si perde in un bicchier d'acqua: tralasciando commenti sui consueti, ma doverosi, episodi introduttivi e sugli oziosi filler dalla quantomeno dubbia utilità narrativa (appesantiti inoltre da un'interminabile teoria di personaggi senza alcun ruolo significativo all'interno della vicenda), dalla sesta puntata in poi si cambia bruscamente registro, abbandonando di fatto i toni leggeri (al limite del demenziale) fino a quel momento preponderanti.
Drammi psicologici, eventi soprannaturali, minacce terroristiche e turbolenti amori adolescenziali sono gli ingredienti che verranno disordinatamente gettati in un unico, ribollente calderone: una girandola di eventi sempre più serrati che non si tradurrà in una prelibata pietanza, quanto piuttosto, per usare il gergo di Bruno Barbieri, in un indigesto mappazzone. Una sceneggiatura nevrotica, con modalità descrittive a volte sorprendentemente (e insensatamente) crude, a volte cariche di scontato fanservice, che accelera il passo in modo scriteriato, perdendo totalmente di vista quella minima introspezione psicologica - fulcro delle opere precedenti di Maeda, come "Clannad" e "Kanon", che godevano di una suddivisione in archi lenta e cadenzata - necessaria a creare empatia con gli attori di questa storia, in più di un'occasione tenuta a galla da azzardati (se non ridicoli) colpi di scena. Oltretutto, per chi si è fatto le ossa con altre opere della Key, il sentore di come si evolveranno i fatti è piuttosto distinto, e non sarà certo smentito da un finale tanto assurdo nella sua essenza, quanto prevedibile nella risoluzione. Se infatti in "Angel Beats!" il commovente (seppur forzato) epilogo riusciva a far cadere copiose lacrime agli spettatori più sensibili, "Charlotte" manca totalmente il bersaglio: eventi improvvisi e ingiustificati, repentini cambi di personalità e la marginalità riservata ad alcuni personaggi apparentemente importanti fanno sì che, più che bagnare il fazzoletto, si arrivi alla fine tirando un sospiro di sollievo.

Sul versante tecnico, lo studio di Kenji Horikawa si dimostra all'altezza delle aspettative, deliziandoci, soprattutto nei primi episodi, con un assai curato character design, animazioni fluide e pregevoli effetti visivi. Alla lunga si percepisce un certo calo generale, tanto che globalmente l'anime appare meno rifinito rispetto a lavori precedenti ("Nagi no Asukara" o "Tari Tari", ad esempio, gli sono indubbiamente superiori), ma non ci si può certo lamentare di un prodotto ampiamente sopra la media.
Molto buono invece il comparto sonoro, realizzato come al solito dall'autore stesso della novel, che, con melodie adatte al contesto e un'azzeccata vena orchestrale, trova sempre la maniera di lasciare il segno, marchiando l'opera con il suo stile personale.

La discreta confezione non basta però a garantire a "Charlotte" la sufficienza: se già con "Angel Beats!" gli estimatori di Maeda avevano rischiato l'esaurimento pur di coprire tutti i plot hole dell'intreccio, questa volta la farraginosità della trama non trova scusanti, gettando oltretutto inquietanti ombre sul passato artistico di questo autore, spesso perdonato per l'affetto verso personaggi e storie che hanno saputo far breccia nel cuore del pubblico. Quei medesimi personaggi e quelle medesime storie che stavolta vengono affossati da un'inconsistenza narrativa che nemmeno mezzucci di bassa lega e palesi ruffianate possono salvare, rendendo, al contrario, detestabili i protagonisti e patetico il dramma.


9.5/10
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A distanza di cinque anni dalla realizzazione della sua ultima opera "Angel Beats!", Jun Maeda torna alla riscossa con "Charlotte" serie della stagione estiva 2015 prodotta dalla Aniplex, realizzata dalla P.A.Works e composta da tredici episodi di durata canonica. Ovviamente, vista la fama e il successo riscosso dalle sue precedenti produzioni, le aspettative erano sicuramente elevate e difficili da soddisfare.

Breve accenno alla trama: nel mondo, una piccola percentuale di adolescenti è dotata di particolari e strabilianti poteri, poteri di vario genere che li rendono speciali, ma, allo stesso tempo, motivo di interesse per i governi, ambiziosi di renderli propri. Il protagonista della storia è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere controllo delle altre persone per un massimo di cinque secondi.

La trama, apparentemente semplice e lineare, si sviluppa ottimamente e con i tempi giusti. Quella che inizialmente potrebbe apparire come un'opera scontata e a tratti banale prende, col proseguire delle puntate, una piega sempre più seria e si complica non poco. I primi episodi si potrebbero definire introduttivi e altro non fanno se non presentare adeguatamente i personaggi e il mondo in cui è ambientata la vicenda, procedendo con un ritmo lento e privo di colpi di scena. Questi ultimi, tuttavia, non mancheranno nella fase centrale e finale della serie, che da un momento all'altro riuscirà ad elevare il ritmo e a costruire una trama estremamente ramificata ma allo stesso tempo credibile e facile da seguire, questo grazie prevalentemente ad una regia impeccabile. A differenza delle aspettative, Maeda lavora decisamente meno sull' "aspetto drammatico", riuscendo sì a regalare forti emozioni, ma ben lontane da quelle indotte da altre sue opere precedenti quali "Clannad", "Kanon" o "Air". Complice di questo è ovviamente anche una limitata durata dell'opera che si ferma all'ormai classica confezione da tredici episodi, decisamente insufficienti per sfruttare al 100% tutte le potenzialità nascoste.
Per quanto riguarda i personaggi e la loro caratterizzazione, è stato svolto un buon lavoro, in particolar modo per il protagonista principale e per la sua controparte femminile. Leggermente meno curati quelli che potremmo definire gli altri tre co-protagonisti, in particolar modo la sorella di Yuu, sin troppo stereotipata. Nonostante tutto, essi riescono a svolgere alla perfezione il proprio ruolo, inscenando spesso e volentieri delle gag divertenti anche nel momento un cui la faccenda inizia a complicarsi.

Il comparto tecnico è semplicemente spettacolare in ogni suo aspetto, probabilmente il migliore di questa stagione estiva 2015. Il design dei personaggi è stato affidato a Na-ga, che come per "Angel Beats!" è riuscito a svolgere un ottimo lavoro. Le animazioni sono fluide e gli effetti speciali, per quanto non troppo impiegati, spettacolari. Il vero punto forte per quanto riguarda il comparto grafico rimangono tuttavia i fondali, estremamente dettagliati e curati sotto ogni aspetto. Una meraviglia per gli occhi.
Anche dal punto di vista sonoro, "Charlotte" si farà sicuramente ricordare, in primo luogo per le stupende sigle di apertura e chiusura, composte da Maeda in persona. Le OST sono varie e riescono sempre a ricreare la giusta atmosfera, il doppiaggio è più che adeguato.
Altro particolare merito va attribuito alla regia, la quale è riuscita a rendere chiara e semplice una storia tutt'altro che lineare e che rischiava di ingarbugliarsi più del dovuto.
La conclusione è soddisfacente, seppur l'episodio finale attirerà diverse critiche per via dell'eccessiva velocità con la quale sono stati proposti gli eventi, e per via dell'impossibilità di verificarsi di tali. Ci tengo a ricordare che "Charlotte" è un'opera di finzione, ragion per cui parlare di forzature mi sembra ridicolo a prescindere, così come per ogni altro prodotto di genere fantasy/soprannaturale.

La mano di Maeda è inconfondibile, diversi sono i richiami e i punti in comune con le sue opere più famose. Se avete apprezzato le precedenti opere targate "Key", "Charlotte" è una visione obbligatoria e, in caso contrario, potrebbe essere un buon punto d'inizio, anche se a conti fatti si rivela essere la meno riuscita fra tutte, al pari di "Angel Beats!". Una serie che mi sento di consigliare a tutti.



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Cosa ne pensi della serie animata del 2015 CHARLOTTE?