Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati" e che i nostri detrattori scarseggiano a fantasia, ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
A 5 anni dalla sua ultima impresa animata, la giapponese Key (Angel Beats, Clannad) ritorna con Charlotte.
A realizzare lo scenario e il soggetto originale di Charlotte ci pensa proprio Jun Maeda, alla sua seconda opera originale (suoi anche i testi delle sigle e le musiche di sottofondo) mentre spetta alla P.A. Works (Tari Tari, Shirobako) realizzare le animazioni della serie con il consueto character design di Na-Ga.
Doveva essere una delle serie più gettonate della stagione estiva 2015 eppure...eppure qualcosa non è andato. Gli stessi fan della Key, impazziti per Clannad e altri titoli famosi, si sono divisi e hanno discusso non poco sul nostro sito e sui social.
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
Charlotte
5.0/10
Recensione di grandebonzo
-
Da un lato l'autore di alcuni dei lavori più amati (e discussi) nello sterminato panorama delle visual novel giapponesi, dall'altro uno studio di animazione universalmente noto per l'elevata qualità delle sue produzioni: una miscela potenzialmente esplosiva, l'accoppiata Jun Maeda - P.A. Works, almeno sulla carta. Una collaborazione che, tra l'altro, aveva già dato proficui risultati nella trasposizione di una delle precedenti, e più famose, opere della Key visual, quell' "Angel Beats!" che, seppur vituperato da una parte della critica, aveva riscosso tra il pubblico generale apprezzamento.
Basteranno dunque nomi altisonanti e un glorioso passato a darci apodittica certezza di un novello capolavoro? La domanda è palesemente, e ahinoi tristemente, retorica.
Seguendo le orme tracciate fin dai tempi di "Air", anche in "Charlotte" è l'elemento magico a far da collante alla trama: Yuu Otosaka è uno studente delle superiori che, sfruttando la peculiare abilità di prendere possesso del corpo altrui per alcuni secondi (utile in particolar modo per imbrogliare durante le sessioni d'esame), è riuscito nell'impresa di costruir di sé l'immagine di alunno modello. Questo suo atteggiamento non passa inosservato, e il consiglio studentesco della Scuola Hoshinoumi, formato da liceali ugualmente dotati di poteri paranormali, lo mette alle corde, costringendolo, pena la pubblica gogna, ad entrare a farne parte. Trasferitosi con la petulante sorellina all'interno dell'istituto, dovrà d'ora in avanti, insieme alla scorbutica Nao e al 'supersonico' Jojiro, dar la caccia a coloro che, come lui, possiedono e utilizzano questi innati doni, ignari di come fantomatici ricercatori senza scrupoli siano in agguato allo scopo di sequestrarli e dissezionarli in nome della scienza.
Un incipit che, attorno a questi misteriosi e 'imperfetti' poteri, appare ben congegnato, ma che, con inaspettata celerità, si perde in un bicchier d'acqua: tralasciando commenti sui consueti, ma doverosi, episodi introduttivi e sugli oziosi filler dalla quantomeno dubbia utilità narrativa (appesantiti inoltre da un'interminabile teoria di personaggi senza alcun ruolo significativo all'interno della vicenda), dalla sesta puntata in poi si cambia bruscamente registro, abbandonando di fatto i toni leggeri (al limite del demenziale) fino a quel momento preponderanti.
Drammi psicologici, eventi soprannaturali, minacce terroristiche e turbolenti amori adolescenziali sono gli ingredienti che verranno disordinatamente gettati in un unico, ribollente calderone: una girandola di eventi sempre più serrati che non si tradurrà in una prelibata pietanza, quanto piuttosto, per usare il gergo di Bruno Barbieri, in un indigesto mappazzone. Una sceneggiatura nevrotica, con modalità descrittive a volte sorprendentemente (e insensatamente) crude, a volte cariche di scontato fanservice, che accelera il passo in modo scriteriato, perdendo totalmente di vista quella minima introspezione psicologica - fulcro delle opere precedenti di Maeda, come "Clannad" e "Kanon", che godevano di una suddivisione in archi lenta e cadenzata - necessaria a creare empatia con gli attori di questa storia, in più di un'occasione tenuta a galla da azzardati (se non ridicoli) colpi di scena. Oltretutto, per chi si è fatto le ossa con altre opere della Key, il sentore di come si evolveranno i fatti è piuttosto distinto, e non sarà certo smentito da un finale tanto assurdo nella sua essenza, quanto prevedibile nella risoluzione. Se infatti in "Angel Beats!" il commovente (seppur forzato) epilogo riusciva a far cadere copiose lacrime agli spettatori più sensibili, "Charlotte" manca totalmente il bersaglio: eventi improvvisi e ingiustificati, repentini cambi di personalità e la marginalità riservata ad alcuni personaggi apparentemente importanti fanno sì che, più che bagnare il fazzoletto, si arrivi alla fine tirando un sospiro di sollievo.
Sul versante tecnico, lo studio di Kenji Horikawa si dimostra all'altezza delle aspettative, deliziandoci, soprattutto nei primi episodi, con un assai curato character design, animazioni fluide e pregevoli effetti visivi. Alla lunga si percepisce un certo calo generale, tanto che globalmente l'anime appare meno rifinito rispetto a lavori precedenti ("Nagi no Asukara" o "Tari Tari", ad esempio, gli sono indubbiamente superiori), ma non ci si può certo lamentare di un prodotto ampiamente sopra la media.
Molto buono invece il comparto sonoro, realizzato come al solito dall'autore stesso della novel, che, con melodie adatte al contesto e un'azzeccata vena orchestrale, trova sempre la maniera di lasciare il segno, marchiando l'opera con il suo stile personale.
La discreta confezione non basta però a garantire a "Charlotte" la sufficienza: se già con "Angel Beats!" gli estimatori di Maeda avevano rischiato l'esaurimento pur di coprire tutti i plot hole dell'intreccio, questa volta la farraginosità della trama non trova scusanti, gettando oltretutto inquietanti ombre sul passato artistico di questo autore, spesso perdonato per l'affetto verso personaggi e storie che hanno saputo far breccia nel cuore del pubblico. Quei medesimi personaggi e quelle medesime storie che stavolta vengono affossati da un'inconsistenza narrativa che nemmeno mezzucci di bassa lega e palesi ruffianate possono salvare, rendendo, al contrario, detestabili i protagonisti e patetico il dramma.
Basteranno dunque nomi altisonanti e un glorioso passato a darci apodittica certezza di un novello capolavoro? La domanda è palesemente, e ahinoi tristemente, retorica.
Seguendo le orme tracciate fin dai tempi di "Air", anche in "Charlotte" è l'elemento magico a far da collante alla trama: Yuu Otosaka è uno studente delle superiori che, sfruttando la peculiare abilità di prendere possesso del corpo altrui per alcuni secondi (utile in particolar modo per imbrogliare durante le sessioni d'esame), è riuscito nell'impresa di costruir di sé l'immagine di alunno modello. Questo suo atteggiamento non passa inosservato, e il consiglio studentesco della Scuola Hoshinoumi, formato da liceali ugualmente dotati di poteri paranormali, lo mette alle corde, costringendolo, pena la pubblica gogna, ad entrare a farne parte. Trasferitosi con la petulante sorellina all'interno dell'istituto, dovrà d'ora in avanti, insieme alla scorbutica Nao e al 'supersonico' Jojiro, dar la caccia a coloro che, come lui, possiedono e utilizzano questi innati doni, ignari di come fantomatici ricercatori senza scrupoli siano in agguato allo scopo di sequestrarli e dissezionarli in nome della scienza.
Un incipit che, attorno a questi misteriosi e 'imperfetti' poteri, appare ben congegnato, ma che, con inaspettata celerità, si perde in un bicchier d'acqua: tralasciando commenti sui consueti, ma doverosi, episodi introduttivi e sugli oziosi filler dalla quantomeno dubbia utilità narrativa (appesantiti inoltre da un'interminabile teoria di personaggi senza alcun ruolo significativo all'interno della vicenda), dalla sesta puntata in poi si cambia bruscamente registro, abbandonando di fatto i toni leggeri (al limite del demenziale) fino a quel momento preponderanti.
Drammi psicologici, eventi soprannaturali, minacce terroristiche e turbolenti amori adolescenziali sono gli ingredienti che verranno disordinatamente gettati in un unico, ribollente calderone: una girandola di eventi sempre più serrati che non si tradurrà in una prelibata pietanza, quanto piuttosto, per usare il gergo di Bruno Barbieri, in un indigesto mappazzone. Una sceneggiatura nevrotica, con modalità descrittive a volte sorprendentemente (e insensatamente) crude, a volte cariche di scontato fanservice, che accelera il passo in modo scriteriato, perdendo totalmente di vista quella minima introspezione psicologica - fulcro delle opere precedenti di Maeda, come "Clannad" e "Kanon", che godevano di una suddivisione in archi lenta e cadenzata - necessaria a creare empatia con gli attori di questa storia, in più di un'occasione tenuta a galla da azzardati (se non ridicoli) colpi di scena. Oltretutto, per chi si è fatto le ossa con altre opere della Key, il sentore di come si evolveranno i fatti è piuttosto distinto, e non sarà certo smentito da un finale tanto assurdo nella sua essenza, quanto prevedibile nella risoluzione. Se infatti in "Angel Beats!" il commovente (seppur forzato) epilogo riusciva a far cadere copiose lacrime agli spettatori più sensibili, "Charlotte" manca totalmente il bersaglio: eventi improvvisi e ingiustificati, repentini cambi di personalità e la marginalità riservata ad alcuni personaggi apparentemente importanti fanno sì che, più che bagnare il fazzoletto, si arrivi alla fine tirando un sospiro di sollievo.
Sul versante tecnico, lo studio di Kenji Horikawa si dimostra all'altezza delle aspettative, deliziandoci, soprattutto nei primi episodi, con un assai curato character design, animazioni fluide e pregevoli effetti visivi. Alla lunga si percepisce un certo calo generale, tanto che globalmente l'anime appare meno rifinito rispetto a lavori precedenti ("Nagi no Asukara" o "Tari Tari", ad esempio, gli sono indubbiamente superiori), ma non ci si può certo lamentare di un prodotto ampiamente sopra la media.
Molto buono invece il comparto sonoro, realizzato come al solito dall'autore stesso della novel, che, con melodie adatte al contesto e un'azzeccata vena orchestrale, trova sempre la maniera di lasciare il segno, marchiando l'opera con il suo stile personale.
La discreta confezione non basta però a garantire a "Charlotte" la sufficienza: se già con "Angel Beats!" gli estimatori di Maeda avevano rischiato l'esaurimento pur di coprire tutti i plot hole dell'intreccio, questa volta la farraginosità della trama non trova scusanti, gettando oltretutto inquietanti ombre sul passato artistico di questo autore, spesso perdonato per l'affetto verso personaggi e storie che hanno saputo far breccia nel cuore del pubblico. Quei medesimi personaggi e quelle medesime storie che stavolta vengono affossati da un'inconsistenza narrativa che nemmeno mezzucci di bassa lega e palesi ruffianate possono salvare, rendendo, al contrario, detestabili i protagonisti e patetico il dramma.
Charlotte
9.5/10
A distanza di cinque anni dalla realizzazione della sua ultima opera "Angel Beats!", Jun Maeda torna alla riscossa con "Charlotte" serie della stagione estiva 2015 prodotta dalla Aniplex, realizzata dalla P.A.Works e composta da tredici episodi di durata canonica. Ovviamente, vista la fama e il successo riscosso dalle sue precedenti produzioni, le aspettative erano sicuramente elevate e difficili da soddisfare.
Breve accenno alla trama: nel mondo, una piccola percentuale di adolescenti è dotata di particolari e strabilianti poteri, poteri di vario genere che li rendono speciali, ma, allo stesso tempo, motivo di interesse per i governi, ambiziosi di renderli propri. Il protagonista della storia è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere controllo delle altre persone per un massimo di cinque secondi.
La trama, apparentemente semplice e lineare, si sviluppa ottimamente e con i tempi giusti. Quella che inizialmente potrebbe apparire come un'opera scontata e a tratti banale prende, col proseguire delle puntate, una piega sempre più seria e si complica non poco. I primi episodi si potrebbero definire introduttivi e altro non fanno se non presentare adeguatamente i personaggi e il mondo in cui è ambientata la vicenda, procedendo con un ritmo lento e privo di colpi di scena. Questi ultimi, tuttavia, non mancheranno nella fase centrale e finale della serie, che da un momento all'altro riuscirà ad elevare il ritmo e a costruire una trama estremamente ramificata ma allo stesso tempo credibile e facile da seguire, questo grazie prevalentemente ad una regia impeccabile. A differenza delle aspettative, Maeda lavora decisamente meno sull' "aspetto drammatico", riuscendo sì a regalare forti emozioni, ma ben lontane da quelle indotte da altre sue opere precedenti quali "Clannad", "Kanon" o "Air". Complice di questo è ovviamente anche una limitata durata dell'opera che si ferma all'ormai classica confezione da tredici episodi, decisamente insufficienti per sfruttare al 100% tutte le potenzialità nascoste.
Per quanto riguarda i personaggi e la loro caratterizzazione, è stato svolto un buon lavoro, in particolar modo per il protagonista principale e per la sua controparte femminile. Leggermente meno curati quelli che potremmo definire gli altri tre co-protagonisti, in particolar modo la sorella di Yuu, sin troppo stereotipata. Nonostante tutto, essi riescono a svolgere alla perfezione il proprio ruolo, inscenando spesso e volentieri delle gag divertenti anche nel momento un cui la faccenda inizia a complicarsi.
Il comparto tecnico è semplicemente spettacolare in ogni suo aspetto, probabilmente il migliore di questa stagione estiva 2015. Il design dei personaggi è stato affidato a Na-ga, che come per "Angel Beats!" è riuscito a svolgere un ottimo lavoro. Le animazioni sono fluide e gli effetti speciali, per quanto non troppo impiegati, spettacolari. Il vero punto forte per quanto riguarda il comparto grafico rimangono tuttavia i fondali, estremamente dettagliati e curati sotto ogni aspetto. Una meraviglia per gli occhi.
Anche dal punto di vista sonoro, "Charlotte" si farà sicuramente ricordare, in primo luogo per le stupende sigle di apertura e chiusura, composte da Maeda in persona. Le OST sono varie e riescono sempre a ricreare la giusta atmosfera, il doppiaggio è più che adeguato.
Altro particolare merito va attribuito alla regia, la quale è riuscita a rendere chiara e semplice una storia tutt'altro che lineare e che rischiava di ingarbugliarsi più del dovuto.
La conclusione è soddisfacente, seppur l'episodio finale attirerà diverse critiche per via dell'eccessiva velocità con la quale sono stati proposti gli eventi, e per via dell'impossibilità di verificarsi di tali. Ci tengo a ricordare che "Charlotte" è un'opera di finzione, ragion per cui parlare di forzature mi sembra ridicolo a prescindere, così come per ogni altro prodotto di genere fantasy/soprannaturale.
La mano di Maeda è inconfondibile, diversi sono i richiami e i punti in comune con le sue opere più famose. Se avete apprezzato le precedenti opere targate "Key", "Charlotte" è una visione obbligatoria e, in caso contrario, potrebbe essere un buon punto d'inizio, anche se a conti fatti si rivela essere la meno riuscita fra tutte, al pari di "Angel Beats!". Una serie che mi sento di consigliare a tutti.
Breve accenno alla trama: nel mondo, una piccola percentuale di adolescenti è dotata di particolari e strabilianti poteri, poteri di vario genere che li rendono speciali, ma, allo stesso tempo, motivo di interesse per i governi, ambiziosi di renderli propri. Il protagonista della storia è Yuu Otosaka, un ragazzo in grado di prendere controllo delle altre persone per un massimo di cinque secondi.
La trama, apparentemente semplice e lineare, si sviluppa ottimamente e con i tempi giusti. Quella che inizialmente potrebbe apparire come un'opera scontata e a tratti banale prende, col proseguire delle puntate, una piega sempre più seria e si complica non poco. I primi episodi si potrebbero definire introduttivi e altro non fanno se non presentare adeguatamente i personaggi e il mondo in cui è ambientata la vicenda, procedendo con un ritmo lento e privo di colpi di scena. Questi ultimi, tuttavia, non mancheranno nella fase centrale e finale della serie, che da un momento all'altro riuscirà ad elevare il ritmo e a costruire una trama estremamente ramificata ma allo stesso tempo credibile e facile da seguire, questo grazie prevalentemente ad una regia impeccabile. A differenza delle aspettative, Maeda lavora decisamente meno sull' "aspetto drammatico", riuscendo sì a regalare forti emozioni, ma ben lontane da quelle indotte da altre sue opere precedenti quali "Clannad", "Kanon" o "Air". Complice di questo è ovviamente anche una limitata durata dell'opera che si ferma all'ormai classica confezione da tredici episodi, decisamente insufficienti per sfruttare al 100% tutte le potenzialità nascoste.
Per quanto riguarda i personaggi e la loro caratterizzazione, è stato svolto un buon lavoro, in particolar modo per il protagonista principale e per la sua controparte femminile. Leggermente meno curati quelli che potremmo definire gli altri tre co-protagonisti, in particolar modo la sorella di Yuu, sin troppo stereotipata. Nonostante tutto, essi riescono a svolgere alla perfezione il proprio ruolo, inscenando spesso e volentieri delle gag divertenti anche nel momento un cui la faccenda inizia a complicarsi.
Il comparto tecnico è semplicemente spettacolare in ogni suo aspetto, probabilmente il migliore di questa stagione estiva 2015. Il design dei personaggi è stato affidato a Na-ga, che come per "Angel Beats!" è riuscito a svolgere un ottimo lavoro. Le animazioni sono fluide e gli effetti speciali, per quanto non troppo impiegati, spettacolari. Il vero punto forte per quanto riguarda il comparto grafico rimangono tuttavia i fondali, estremamente dettagliati e curati sotto ogni aspetto. Una meraviglia per gli occhi.
Anche dal punto di vista sonoro, "Charlotte" si farà sicuramente ricordare, in primo luogo per le stupende sigle di apertura e chiusura, composte da Maeda in persona. Le OST sono varie e riescono sempre a ricreare la giusta atmosfera, il doppiaggio è più che adeguato.
Altro particolare merito va attribuito alla regia, la quale è riuscita a rendere chiara e semplice una storia tutt'altro che lineare e che rischiava di ingarbugliarsi più del dovuto.
La conclusione è soddisfacente, seppur l'episodio finale attirerà diverse critiche per via dell'eccessiva velocità con la quale sono stati proposti gli eventi, e per via dell'impossibilità di verificarsi di tali. Ci tengo a ricordare che "Charlotte" è un'opera di finzione, ragion per cui parlare di forzature mi sembra ridicolo a prescindere, così come per ogni altro prodotto di genere fantasy/soprannaturale.
La mano di Maeda è inconfondibile, diversi sono i richiami e i punti in comune con le sue opere più famose. Se avete apprezzato le precedenti opere targate "Key", "Charlotte" è una visione obbligatoria e, in caso contrario, potrebbe essere un buon punto d'inizio, anche se a conti fatti si rivela essere la meno riuscita fra tutte, al pari di "Angel Beats!". Una serie che mi sento di consigliare a tutti.
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Io ci avrei dato massimo un 3 scarso, però mi rendo conto che sarebbe stato poco utile un simile voto.
Per me è stata una delusione tremenda. Forzature, situazioni poco realistiche e un finale amaro. Si salvano solo i disegni e le musiche. Neanche secondo me arriva al 5.
5 e propio dato di manica larga (figuriamoci 7), questo non e un banale anime mediocre o generico che merita 5 ma di qualcosa di ben peggiore.
Io propongo 2 come voto.
Ma già che ci sei dacci un 10 sulla fiducia xD
@Danielys
Giudizio grezzo, ma molto efficace per comprendere il tuo punto di vista
Charlotte è comunque sempre meglio di quella gran cacca di Angel Beats.
E alla fine ho imparato che devo evitare le serie di Jun Maeda.
Su questo hai perfettamente ragione.
Ho l'idea che se fosse stato sviluppato in 26 episodi avrebbero potuto creare qualcosa di bello, ma è stato gestito in maniera troppo frettolosa. Anche la P.A. Works non mi sembrava al massimo delle sue capacità tecniche.
Una bella occasione mancata.
Debbo dire che aveva un gran potenziale visto il plot narrativo, per non parlare poi del comparto tecnico davvero eccellente.
Peccato che nel finale si perda un po', accelerando bruscante su parti che a mio modo di vedere avrebbero voluto una maggiore enfasi e cura.
Il character design per quanto non originale è diversificato e ben curato, ma sopratutto mi ha colpito (in positivo) il bilanciamento tra commedia e drammaticità, che non scade quasi mai nel banale, ed i colpi di scena sono inseriti egregiamente e non risultano forzati nel plot narrtivo.
Detto questo non mi pare proprio il caso di bocciarlo, anzi penso che sia una serie discreta che se avesse mantenuto il suo standard fino alla fine avrebbe avuto maggiori lodi e meno critiche.
Ovviamente la mia scelta è stata: "Sto nel mezzo, non mi ha entusiasmato ma mi ha intrattenuto".
Non mi pento di averlo visto, semplicemente non lo rivedrei. Per me non più di 6.
Se qualcuno dovesse chiedermi "Scavando nella tua memoria, quale anime (sottotitolato) ricordi come primo anime che hai visto ed ancora oggi ricordi?", la mia risposta sarebbe senza ombra di dubbio Air.
Per tale motivo le serie KEY mi sono sempre state a cuore, in quanto sono per me uno dei punti di partenza della mia attuale passione, e proprio per tale motivo in un oceano di serie che ho sempre visto con il dubbio su cosa mi sarei trovato di fronte, tale marchio è sempre stato un isolotto sicuro (ne sono arrivati altri, di isolotti, negli anni, ma sono venuti tutti dopo).
Personaggi con una personalità solida come bolle di sapone, colpi di scena che il mago Casanova ti stupisce maggiormente, tristezza causata non per empatia verso personaggi a cui ti affezzioni ma per il modo di gestire la storia... escluso il comparto grafico, le musiche e l'idea di fondo nulla è da salvare...
Se i nomi dietro questa serie fossero stati altri probabilmente un 6 risicato lo avrei dato, ma in questo caso penso che grandebonzo sia stato di manica anche troppo larga...
Condivido la bella recensione di grandebonzo, che per me è stato anche troppo buono. Presto però andrò a dargli manforte.
Non è l'anime dell'anno ma si lascia guardare. Comunque devo dire che io non ho visto altro dello sceneggiatore, nemmeno Clannad quindi non posso dire che è una "delusione" perchè da lui mi aspettavo altro come hanno detto invece altri.
@MCMX: Charlotte è un anime originale, è il manga ad essere un adattamento dell'anime.
Quando ho visto tutta quella sfilza di bei voti avrei voluto demolirli, ma so che mi calcolano sempre i soliti due-tre, che comunque ho già sentito a fine serie e con cui mi trovo d'accordo in quasi ogni situazione.
Che dire... secondo me hanno iniziato a scrivere la sceneggiatura, poi ad un certo punto hanno detto "cavolo, qua sì ci sono i super poteri, però è troppo scolastico e senza strappalacrime, che si fa?"
Ed allora eccoci serviti: scienziati che non si sa che cavolo facciano, per chi lavorino, perché lavorino se esistono delle leggi che tutelano gli esseri umani... una spiegazione? Ma ormai hanno sprecato la metà degli episodi per farci sentire canzoncine di idol e salsa alla pizza =(
Buttiamo un sacco di drammi, gente che muore (seeee) male, personaggi che arrivano a casaccio, altri che spariscono perché non abbiamo più tempo di gestirli! Tanto ormai la confusione dovrebbe essere tale da farli sparire nel dimenticatoio! (ciao cantante che risveglia la memoria del protagonista con la maGGGGGGGia)
Facciamo diventare il protagonista un povero disgraziato che si deve accollare il peso del mondo, anche se per quello che alla fine fa, poteva benissimo farsi aiutare da qualcuno. Ma no, lo sappiamo che solo e perso è decisamente più attraente! Magari anche una perdita di memoria, perché sappiamo che un sovraccarico celebrale porta solo a questo, e che la forza dell'amore cura tutto, suvvia!
C'erano comunque almeno dieci soluzioni più valide e meno rischiose? E che ci importa, anche se fossero più sensate non sono drammatiche, che schifo!
Una serie fatta per mungervi le lacrime dagli occhi, se vi chiedessi perché è sceneggiata bene, vorrei davvero sapere chi avrebbe la forza di spiegare le ragioni dettagliatamente, dando logica a tutte le voragini che sono state aperte, tutto perché si nota troppo, che quasi a metà serie le tinte leggere preoccupavano, temevano che chi -quasi tutti i Maedafans- volesse le lacrime, ci sarebbe rimasto male: dunque ve le hanno date, ma rendendo tutto quanto una barzelletta.
I gusti sono gusti, ma anche quando mi piace qualcosa che a tutti fa schifo, cerco di argomentarlo, questa invece è una di quelle serie dove non trovo mai dei difensori che ci abbiamo ragionato.
Non avendolo visto, posso dire che la storia mi intriga, ma non ripongo molta fiducia sui personaggi e nemmeno sulla sceneggiatura.
Poi mi ha deluso anche la questione del fratello di Tomori che guarisce troppo facilmente.
La serie mi è piaciuta fino ad un certo punto. L'episodio finale l'ho trovato orribile.
Premetto che è la prima opera che seguo di Maeda e della Key. Tornando a Charlotte, la prima parte lasciava veramente sperare in una buona opera, se non addirittura in un'ottima sorpresa stagionale. Eppure la seconda parte è stato un tracollo... L'intervento sempre più nefasto di questi scienziati, personaggi gestiti a caso (Nobume mi ha fatto ricordare che la cantante, dopo aver rinfrescato la memoria a Yuu, scompare insensatamente dalla circolazione), drama forzato e finale alla ca**o di cane con quel salvataggio alla Walker Texas Rangers (l'elicottero) ridicolo che affossa definitivamente l'opera. E non considero l'inutile fanservice con l'idol svampita (era meglio se moriva lei e la sorella ne prendeva il posto). Non so se guarderò altro di questo autore (non mi alletta il connubio drammone/scolastico) ma è stata un'occasione sprecata visto che le premesse per tirarne fuori un buon prodotto c'erano.
Nyx
"Non ho visto Charlotte e neanche credo mi andrà mai di vederlo"
Qui invece dalla metà in poi è un susseguirsi di situazioni, come dire... buttate lì, che non coinvolgono per niente. Anche i personaggi sono deboli.
Personalmente mi ha intrattenuto un po', ma darei un 5,5.
Quello che non accetto è il fatto che si consideri ridicolo parlare di forzature: una volta creato un microcosmo con le sue regole, violarle ripetutamente pur di creare facile dramma o stupire a basso costo è sintomo di mancanza di idee e di non eccelse doti registiche.
È anche vero che all'inizio se la prendono molto comoda, spendendo 2 o 3 puntate per ribadire sempre lo stesso concetto (detto con le stesse identiche parole tra l'altro).
A questo punto avrei preferito che avessero allungato un po' il tutto per chiudere la serie alla svolta narrativa.
Sì, è così, tra l'altro ricalca il peggior difetto delle serie della Key. Il protagonista deve sempre scegliere la peggiore spasimante possibile (Kanon, Clannad, Little Busters...), e forzature, buonismo e ritmo ultra frenetico a parte, ci sono dei personaggi "meteore", cui non si sa perché sono stati inseriti e che scompaiono senza lasciare traccia e senza influire sulla trama: un esempio su tutti è Yumi Shirayanagi...
Rispondendo sempre a @grandebonzo, forse mi sono espresso male nella mia considerazione finale. Volendo vedere nel 90% degli anime è possibile riscontrare forzature di qualche tipo, solo che alcune saltano all'occhio più facilmente di altre. Nel caso specifico di "Charlotte", personalmente non ho trovato nulla di così eccessivo nell'episodio finale, non mi sembra che si sia cercato di forzare il dramma.:::SPOILER::: di drammatico non c'è proprio nulla, va tutto per il meglio e non ci rimette nessuno :::FINE SPOILER:::
Certamente concordo col dire che nel tredicesimo episodio si siano affrettati i tempi, probabilmente più del dovuto, ma d'altronde finché si continuerà a favorire opere composte da 12/13 episodi il risultato non potrà essere tanto diverso, a meno che non si lasci il finale incompiuto.
In ogni caso, è stata una visione tutto sommato gradevole, raramente mi ha annoiato ed è riuscita a coinvolgermi abbastanza in diversi punti. D'altro canto sono presenti diversi problemi, primo fra tutti la sceneggiatura schizofrenica che mischia troppe cose e troppi personaggi in troppo poco tempo e in modo a tratti insensato.
Non mi è dispiaciuto vederlo, ma tra pochi mesi me ne sarò già dimenticato... anzi, già adesso molte cose le ricordo poco e male. Senza infamia e senza lode.
Spero sia solo un caso.
Votato il sondaggio non mi interessa, anche perché l'unica Charlotte che conosco ha un ranch in Canada ma vive sola col papà.
ieri ero con la bronchite e mezzo moribondo e mi sono scordato l'opzione ironica....non mi farò mai convincere a toglierla tranquilla;)
Ero desideroso di proporre Charlotte, ci avevo pensato addirittura per la vetrina e...non mi sbagliavo: è proprio una serie che fa discutere!
Diciamo che c'erano molte aspettative per quest'anime, e per lo più sono state deluse...il problema principale è che è stata messa troppa carne al fuoco compressa in pochi episodi, il risultato è che troppe cose sono state trattate in maniera affrettata e superficiale, ed anche la conclusione non è stata entusiasmante.
Dall'altra parte, ci sono stati almeno 3-4 episodi veramente ma veramente belli, indice del fatto che le idee c'erano ma non sono state sfruttate al meglio.
Io consiglierei comunque di vederlo, senza però aspettarsi un'opera monumentale...
In ogni caso risultato provvisorio emblematico
In realtà, più che la serie in sé, penso siano i nomi dietro di essa a far discutere. Perché se non ci fosse scritto "Key" e "Jun Maeda" nei titoli di coda, dubito che la serie avrebbe avuto tutto questo seguito e tutta questa tendenza da parte del fandom a nasconderne e sminuirne i (numerosissimi) difetti.
A questo punto sono ancora più curiosa di recuperare Angel Beats.
in realtà sono parecchie le serie dell'ultima stagione che hanno fatto parlare molto di se: Overlord, Rokka e owari no seraph ancora in corso...
Nessuna di queste è un capolavoro eppure riescono a dividere il fandom...segno che l'interesse è ancora alto
Ha molti lati positivi, ad esempio il reparto sonoro abilmente gestito, delle buone caratterizzazione, all'infuori di Tomoyo(non la odio, ma è decisamente sotto tono rispetto agli altri), il tema dei superpoteri che non guasta mai XD
Comprendo che molti amanti di serie come Clannad o Angel Beats!, che si aspettavano molto da Charlotte, siano stati delusi, tuttavia a mio parere è una delle poche serie decenti degli ultimi anni e merita di essere vista.
Come pensiero quindi andrei molto vicino a quello di grandebonzo, ma non lo boccio e quindi ho votato per "Ha ragione Kida_10, la serie non è per nulla scontata: promossa a pieni voti!" con una certa riserva, perchè comunque la serie mi è piaciuta.
Comunque un'opera di tutto rispetto
Personalmente Charlotte nelle prime puntate mi era piaciuto. Non era un capolavoro, ma era comunque un anime che mi interessava continuare.
Con l'avanzare delle puntate, però, ho notato una certa ripetitività di alcune gag (su tutte quella della salsa) e alcuni colpi di scena che ,mi sono parsi davvero troppo forzati...
Devo ammetterlo, stavo quasi per dropparlo a poco dalla fine, ma ho resistito e mi sono visto anche le ultime puntate, con il finale che, come era prevedibile non mi è piaciuto.
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