Satoshi Kon ha deciso di presentare in anteprima il suo nuovo film, Paprika, in Italia al Festival di Venezia. A distribuirlo sarà la Sony, per cui sono molto fiducioso che in tempi nemmeno troppo lunghi lo vedremo, se non al cinema, almeno in DVD. Intanto abbiamo avuto l’onore di essere stati i primi al mondo a poterlo ammirare.
I posti a disposizione erano 1700 e la sala era piena. Non si trattava dell’anteprima, quella si era svolta il giorno prima, per cui temevo che alla seconda proiezione la sala potesse essere mezza vuota. Fortunatamente non è stato così, è bello vedere tanto pubblico per un anime. Tra l’altro molti, non appassionati, erano venuti spinti dalle buone opinioni di chi lo aveva visto il giorno precendente.
Kon torna su un tema a lui caro, quello dell’esplorazione del subconscio umano e della sottile linea che separa la realtà dalla finzione: un team ha sviluppato un’invenzione rivoluzionaria che permetterà all’uomo di avvicinarsi ad un mondo a lui da sempre precluso, quello dei sogni. Con questa è possibile visualizzare, registrare e interferire con i sogni delle persone, in modo da curare in modo efficace diverse patologie e disturbi mentali. Gli usi terapeutici sono davvero infiniti, ma che accadrebbe se finisse in cattive mani?
Presto lo scopriremo, 3 apparecchiature vengono infatti rubate. Pian piano alcuni scienziati impazziscono, viene loro impiantato un sogno e non riescono più a distinguere la realtà dall’illusione. Sempre più persone vengono inglobate in questo sogno globale, è necessario trovare il colpevole, prima che sia troppo tardi. Paprika è l’alterego nel mondo dei sogni di una delle ricercatrici, responsabile del progetto. Dovrà immergersi in questa follia per cercare di salvare i suoi colleghi e probabilmente l’intera realtà…
Paprika offre belle animazioni, alcune abbastanza complesse e ricche di dettagli. Il disegno è accattivante e la protagonista, Paprika, sembra particolarmente azzeccata. Colpisce inoltre la brillantezza dei colori e l’ottimo supporto sonoro: alcune musiche sono davvero belle e perfettamente adatte alle immagini e alle situazioni in cui sono utilizzate.
La trama è ben strutturata e si articola in modo efficace, sebbene il film presenti qualche incertezza nella prima parte a causa di una eccessiva verbosità, cosa che appesantisce un po’ la visione. Il ritmo, nella parte finale, sale, ma alcuni spettatori poco avvezzi a Satoshi Kon potrebbero rimanere spiazzati dalla complessità del 'sogno globale', che vede i vari protagonisti muoversi freneticamente in un mondo onirico dove non ci sono vere e proprie regole, e dove il confine con la realtà diventa sempre più flebile.
Ci troviamo quindi davanti ad un prodotto non per tutti e poco ‘per famiglie’, sta a voi scegliere se si tratta di un pregio o un difetto. Paprika comunque mi è piaciuto, non è probabilmente il miglior film di Satoshi Kon, ma è quello graficamente più appagante.
Complici probabilmente i sottotitoli e il fatto che mi sono alzato di primo mattino, ho avuto un po’ di difficoltà nei primi quaranta minuti circa del film. Per sviluppare una certa trama e far conoscere i personaggi ritengo indispensabile una parte in cui i dialoghi siano predominanti sul resto, rimane il fatto che l’ho trovata un po’ pesante. Forse diluendo maggiormente questa fase di presentazione e intervallandola con sequenze più frenetiche si sarebbe potuto risolvere il problema.
Poi il mio interesse si è destato ed è rimasto alto fino alla fine, che tra l’altro ho trovato soddisfacente. La parte di investigazione è abbastanza buona e il colpevole non è ben chiaro se non alla fine, anche se, ripensando al film, alcuni indizi il regista li ha lasciati, solo che non sono riuscito a coglierli. I personaggi sono interessanti, ben caratterizzati e vari. Si passa dalla scienziata dall’apparenze fredda e distaccata al genio incapace nelle relazioni sociali, passando per il poliziotto, l’otaku, ecc… il gruppetto risulta ben assortito e davvero interessante.
Per concludere spero che esca nei cinema italiani.
Sicuramente un’altra buona prova di Satoshi Kon. Paprika ricorda, in alcune parti, Paranoia Agent. Il registra affronta quindi tematiche e argomenti che ha già dimostrato di saper gestire con molta bravura. Sono curioso di vederlo indaffarato in progetti che si discostino maggiormente dalla sua precedente produzione, un po’ com’era successo con Tokyo Godfathers. Intanto, comunque, godiamoci questo bel film d’animazione…
Vi consiglio, appena ne avrete la possibilità, di vederlo e magari collezionarlo in DVD.
I posti a disposizione erano 1700 e la sala era piena. Non si trattava dell’anteprima, quella si era svolta il giorno prima, per cui temevo che alla seconda proiezione la sala potesse essere mezza vuota. Fortunatamente non è stato così, è bello vedere tanto pubblico per un anime. Tra l’altro molti, non appassionati, erano venuti spinti dalle buone opinioni di chi lo aveva visto il giorno precendente.
Kon torna su un tema a lui caro, quello dell’esplorazione del subconscio umano e della sottile linea che separa la realtà dalla finzione: un team ha sviluppato un’invenzione rivoluzionaria che permetterà all’uomo di avvicinarsi ad un mondo a lui da sempre precluso, quello dei sogni. Con questa è possibile visualizzare, registrare e interferire con i sogni delle persone, in modo da curare in modo efficace diverse patologie e disturbi mentali. Gli usi terapeutici sono davvero infiniti, ma che accadrebbe se finisse in cattive mani?
Presto lo scopriremo, 3 apparecchiature vengono infatti rubate. Pian piano alcuni scienziati impazziscono, viene loro impiantato un sogno e non riescono più a distinguere la realtà dall’illusione. Sempre più persone vengono inglobate in questo sogno globale, è necessario trovare il colpevole, prima che sia troppo tardi. Paprika è l’alterego nel mondo dei sogni di una delle ricercatrici, responsabile del progetto. Dovrà immergersi in questa follia per cercare di salvare i suoi colleghi e probabilmente l’intera realtà…
Paprika offre belle animazioni, alcune abbastanza complesse e ricche di dettagli. Il disegno è accattivante e la protagonista, Paprika, sembra particolarmente azzeccata. Colpisce inoltre la brillantezza dei colori e l’ottimo supporto sonoro: alcune musiche sono davvero belle e perfettamente adatte alle immagini e alle situazioni in cui sono utilizzate.
La trama è ben strutturata e si articola in modo efficace, sebbene il film presenti qualche incertezza nella prima parte a causa di una eccessiva verbosità, cosa che appesantisce un po’ la visione. Il ritmo, nella parte finale, sale, ma alcuni spettatori poco avvezzi a Satoshi Kon potrebbero rimanere spiazzati dalla complessità del 'sogno globale', che vede i vari protagonisti muoversi freneticamente in un mondo onirico dove non ci sono vere e proprie regole, e dove il confine con la realtà diventa sempre più flebile.
Ci troviamo quindi davanti ad un prodotto non per tutti e poco ‘per famiglie’, sta a voi scegliere se si tratta di un pregio o un difetto. Paprika comunque mi è piaciuto, non è probabilmente il miglior film di Satoshi Kon, ma è quello graficamente più appagante.
Complici probabilmente i sottotitoli e il fatto che mi sono alzato di primo mattino, ho avuto un po’ di difficoltà nei primi quaranta minuti circa del film. Per sviluppare una certa trama e far conoscere i personaggi ritengo indispensabile una parte in cui i dialoghi siano predominanti sul resto, rimane il fatto che l’ho trovata un po’ pesante. Forse diluendo maggiormente questa fase di presentazione e intervallandola con sequenze più frenetiche si sarebbe potuto risolvere il problema.
Poi il mio interesse si è destato ed è rimasto alto fino alla fine, che tra l’altro ho trovato soddisfacente. La parte di investigazione è abbastanza buona e il colpevole non è ben chiaro se non alla fine, anche se, ripensando al film, alcuni indizi il regista li ha lasciati, solo che non sono riuscito a coglierli. I personaggi sono interessanti, ben caratterizzati e vari. Si passa dalla scienziata dall’apparenze fredda e distaccata al genio incapace nelle relazioni sociali, passando per il poliziotto, l’otaku, ecc… il gruppetto risulta ben assortito e davvero interessante.
Per concludere spero che esca nei cinema italiani.
Sicuramente un’altra buona prova di Satoshi Kon. Paprika ricorda, in alcune parti, Paranoia Agent. Il registra affronta quindi tematiche e argomenti che ha già dimostrato di saper gestire con molta bravura. Sono curioso di vederlo indaffarato in progetti che si discostino maggiormente dalla sua precedente produzione, un po’ com’era successo con Tokyo Godfathers. Intanto, comunque, godiamoci questo bel film d’animazione…
Vi consiglio, appena ne avrete la possibilità, di vederlo e magari collezionarlo in DVD.
...ora so che Satoshi Kon ha rubato la scenografia che avevo tenuto per tanto tempo sotto il terzo gradino delle scale..azz, ma c'è ancora! Allora avrà usato quella "macchina dei sogni" per leggermi nella mente, lo so
Cmq,scherzi a parte, su quell'idea di base ci stavo ragionando anch'io (anche se le mie conclusioni erano andate verso altre direzioni) indi sono felice che il grande satoshi kon l'abbia recuperata, davvero^^
Lo comprerò sicuramente, grazie Tach
adios
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