Ha il fascino delle cose esotiche, così diversa dai nostri standard. L'abbiamo vista in moltissimi anime e manga e sebbene al giorno d'oggi ce ne siano sempre di meno, anche in quelle più moderne possiamo ritrovarne un accenno, un richiamo, in quell'equilibrio fra tradizione e modernità che da sempre caratterizza il Giappone. Di cosa sto parlando? Della casa tradizionale nipponica! Scopriamo insieme le varie parti di cui è composta e chissà che non riesca anche a noi di ricreare un piccolo angolo d'Oriente a casa nostra.
Gli elementi portanti di una casa tradizionale giapponese sono il pavimento costituito da tatami, le pareti fatte da porte scorrevoli (fusuma e shoji) e una veranda in legno al pianoterra da cui si può accedere direttamente al giardino, detta engawa. Vi è poi un altro elemento tipico, così importante che è presente sempre anche nelle case moderne: il genkan, cioè l'anticamera dove ci si leva le scarpe che saranno riposte nel getabako, una scarpiera che prende il suo nome dai geta, le calzature tradizionali nipponiche.
Il genkan si trova più in basso rispetto al resto della casa: le abitazioni infatti sono progettate su due livelli.Il più basso (tataki), fatto originariamente in terra battuta, è ora spesso sostituita dal calcestruzzo mentre il più alto serve ad impedire all'umidità di penetrare all'interno dell'abitazione e nello stesso tempo la protegge dalle forti piogge.
D'altronde il Giappone è terra di tifoni ed ha un clima molto umido soprattutto d'estate quindi bisogna prestare particolare attenzione a rendere la casa salubre.
Per questo particolare attenzione è prestata anche alle grondaie (amadoi) senza dimenticare però il lato estetico: infatti sono decorate dai kusaridoi (letteralmente "grondaia a catena").
In una casa tradizionale giapponese non ci sono vere e proprie pareti di mattoni a dividere le stanza, ma pannelli fatti con washi, la carta tipica nipponica; per passare da una stanza all'altra basta far scorrere i pannelli uno sull'altro, come fossero porte scorrevoli. Di questi pannelli ne esistono due tipi: il fusuma e lo shoji; all'apparenza molto simili, in realtà presentano una struttura e uno scopo diversi.
Il fusuma è una porta scorrevole da interni, fatto con una carta più spessa (alcune volte è usata anche la stoffa) che lo rende opaco e permette un miglior isolamento della stanza; a differenza però di un muro normale, resta sempre rimovibile permettendo così di riorganizzare gli spazi all'interno della casa.
Lo shoji invece è un pannello scorrevole antistante le finestre o l'engawa, è più leggero e pur non potendo vedere attraverso di esso, lascia passare molta luce e inoltre, essendo poroso, evita i ristagni di umidità. Nelle case moderne che vogliono però mantenere uno stile tradizionale, la carta è spesso inserita fra due lastre di vetro.
Esiste poi una variante molto suggestiva, detta yukimi shoji: il suo nome significa "shoji per contemplare la neve" e prevede che la parte più bassa possa scorrere per vedere così l'esterno e godere appunto della prima nevicata.
Il pavimento è ricoperto dai tatami, forse l'elemento davvero più caratteristico di una casa tradizionale, con il suo profumo unico e fortemente evocativo. Sembra incredibile, ma i tatami pur essendo morbidi, riescono a sostenere bene il peso della persona, rendendo confortevole sia sedersi che sdraiarsi su di essi.
Fabbricato partendo dalla paglia ricavata dalla pianta di igusa, un tatami può assorbire fino a 500 millilitri di umidità, che rilascia quando l'aria nella stanza ritorna più secca e assorbe anche il diossido di azoto, contribuendo a purificare l'aria.
Il tatami è poi anche un'unità di misura: l'ampiezza di una stanza infatti non si definisce in base ai metri quadrati, ma al numero di tatami. Se volete farvi un'idea, normalmente un tatami è largo 6 shaku per 3 shaku (dove lo shaku è una misura giapponese di lunghezza), circa 90 x 180 cm, pari a 1,653 metri quadrati ed è questa la misura definita "jo" dal Consiglio del Commercio Equo Immobiliare del Giappone.
Ma esistono anche altre misure usate per edifici particolari: il tatami danchima (1,445 metri quadrati) è utilizzato per gli alloggi danchi costruiti nel dopoguerra, mentre il tatami kyoma (1,824 metri quadrati) si adopera per le case tradizionali poste nel Giappone occidentale.
Un altro elemento molto caratteristico di un appartamento tradizionale è il tokonoma, un'alcova decorativa leggermente sopraelevata rispetto alle altre stanze. Qui sono di solito esposti oggetti di grande valore, come stampe, rotoli con esercizi di calligrafia, composizioni floreali di ikebana, incensi e ceramiche.
Il bagno è composto da due vani separati: uno per lavarsi e per espletare le normali funzioni fisiologiche (e ormai anche le case più tradizionali sono attrezzate con i water iper tecnologici nipponici) e un altro con la vasca per farsi un bagno ristoratore a fine giornata. Insomma ci si concede il lusso di una onsen all'interno della propria casa!
Infine la camera da letto è attrezzata con i futon, composti da un sottile materasso e una trapunta: di giorno, nelle belle giornate, sono esposti alla luce del sole per mantenerli asciutti e soffici e quindi riposti in appositi armadi chiamati oshiire (dove si ripongono anche la biancheria e i vestiti), mentre alla sera sono stesi sui tatami. Anche se i letti all'occidentale sono molto diffusi, da un'inchiesta svolta nel 2013 da Nifty si è scoperto che il 50% degli intervistati ha dichiarato di dormire ancora sui futon.
Il vero problema delle case tradizionali è che sono molto fresche d'estate ma freddine d'inverno, perciò sono molto diffusi i kotatsu, tavolini riscaldati comprensivi di trapunta; in molti casi però si cerca di installare moderni sistemi di riscaldamento senza stravolgere quella che è la struttura base della casa tradizionale, spesso riconvertita a ryokan per ospitare turisti che vogliano provare l'esperienza di tornare nel recente passato.
E voi? Avete mai soggiornato in una casa tradizionale? Quali di questi elementi vorreste avere nella vostra abitazione?
Fonte consultata:
Nippon
Gli elementi portanti di una casa tradizionale giapponese sono il pavimento costituito da tatami, le pareti fatte da porte scorrevoli (fusuma e shoji) e una veranda in legno al pianoterra da cui si può accedere direttamente al giardino, detta engawa. Vi è poi un altro elemento tipico, così importante che è presente sempre anche nelle case moderne: il genkan, cioè l'anticamera dove ci si leva le scarpe che saranno riposte nel getabako, una scarpiera che prende il suo nome dai geta, le calzature tradizionali nipponiche.
Il genkan si trova più in basso rispetto al resto della casa: le abitazioni infatti sono progettate su due livelli.Il più basso (tataki), fatto originariamente in terra battuta, è ora spesso sostituita dal calcestruzzo mentre il più alto serve ad impedire all'umidità di penetrare all'interno dell'abitazione e nello stesso tempo la protegge dalle forti piogge.
D'altronde il Giappone è terra di tifoni ed ha un clima molto umido soprattutto d'estate quindi bisogna prestare particolare attenzione a rendere la casa salubre.
Per questo particolare attenzione è prestata anche alle grondaie (amadoi) senza dimenticare però il lato estetico: infatti sono decorate dai kusaridoi (letteralmente "grondaia a catena").
In una casa tradizionale giapponese non ci sono vere e proprie pareti di mattoni a dividere le stanza, ma pannelli fatti con washi, la carta tipica nipponica; per passare da una stanza all'altra basta far scorrere i pannelli uno sull'altro, come fossero porte scorrevoli. Di questi pannelli ne esistono due tipi: il fusuma e lo shoji; all'apparenza molto simili, in realtà presentano una struttura e uno scopo diversi.
Il fusuma è una porta scorrevole da interni, fatto con una carta più spessa (alcune volte è usata anche la stoffa) che lo rende opaco e permette un miglior isolamento della stanza; a differenza però di un muro normale, resta sempre rimovibile permettendo così di riorganizzare gli spazi all'interno della casa.
Lo shoji invece è un pannello scorrevole antistante le finestre o l'engawa, è più leggero e pur non potendo vedere attraverso di esso, lascia passare molta luce e inoltre, essendo poroso, evita i ristagni di umidità. Nelle case moderne che vogliono però mantenere uno stile tradizionale, la carta è spesso inserita fra due lastre di vetro.
Esiste poi una variante molto suggestiva, detta yukimi shoji: il suo nome significa "shoji per contemplare la neve" e prevede che la parte più bassa possa scorrere per vedere così l'esterno e godere appunto della prima nevicata.
Il pavimento è ricoperto dai tatami, forse l'elemento davvero più caratteristico di una casa tradizionale, con il suo profumo unico e fortemente evocativo. Sembra incredibile, ma i tatami pur essendo morbidi, riescono a sostenere bene il peso della persona, rendendo confortevole sia sedersi che sdraiarsi su di essi.
Fabbricato partendo dalla paglia ricavata dalla pianta di igusa, un tatami può assorbire fino a 500 millilitri di umidità, che rilascia quando l'aria nella stanza ritorna più secca e assorbe anche il diossido di azoto, contribuendo a purificare l'aria.
Il tatami è poi anche un'unità di misura: l'ampiezza di una stanza infatti non si definisce in base ai metri quadrati, ma al numero di tatami. Se volete farvi un'idea, normalmente un tatami è largo 6 shaku per 3 shaku (dove lo shaku è una misura giapponese di lunghezza), circa 90 x 180 cm, pari a 1,653 metri quadrati ed è questa la misura definita "jo" dal Consiglio del Commercio Equo Immobiliare del Giappone.
Ma esistono anche altre misure usate per edifici particolari: il tatami danchima (1,445 metri quadrati) è utilizzato per gli alloggi danchi costruiti nel dopoguerra, mentre il tatami kyoma (1,824 metri quadrati) si adopera per le case tradizionali poste nel Giappone occidentale.
Un altro elemento molto caratteristico di un appartamento tradizionale è il tokonoma, un'alcova decorativa leggermente sopraelevata rispetto alle altre stanze. Qui sono di solito esposti oggetti di grande valore, come stampe, rotoli con esercizi di calligrafia, composizioni floreali di ikebana, incensi e ceramiche.
Il bagno è composto da due vani separati: uno per lavarsi e per espletare le normali funzioni fisiologiche (e ormai anche le case più tradizionali sono attrezzate con i water iper tecnologici nipponici) e un altro con la vasca per farsi un bagno ristoratore a fine giornata. Insomma ci si concede il lusso di una onsen all'interno della propria casa!
Infine la camera da letto è attrezzata con i futon, composti da un sottile materasso e una trapunta: di giorno, nelle belle giornate, sono esposti alla luce del sole per mantenerli asciutti e soffici e quindi riposti in appositi armadi chiamati oshiire (dove si ripongono anche la biancheria e i vestiti), mentre alla sera sono stesi sui tatami. Anche se i letti all'occidentale sono molto diffusi, da un'inchiesta svolta nel 2013 da Nifty si è scoperto che il 50% degli intervistati ha dichiarato di dormire ancora sui futon.
Il vero problema delle case tradizionali è che sono molto fresche d'estate ma freddine d'inverno, perciò sono molto diffusi i kotatsu, tavolini riscaldati comprensivi di trapunta; in molti casi però si cerca di installare moderni sistemi di riscaldamento senza stravolgere quella che è la struttura base della casa tradizionale, spesso riconvertita a ryokan per ospitare turisti che vogliano provare l'esperienza di tornare nel recente passato.
E voi? Avete mai soggiornato in una casa tradizionale? Quali di questi elementi vorreste avere nella vostra abitazione?
Fonte consultata:
Nippon
Anzi,di più
Vorrei proprio vederla una di queste case,trovo che abbiano un'eleganza tutta loro e mi ispirano una tranquillità indescrivibile :3
Ci sono due cose che però vorrei proprio avere per me (visto che di avere una casa così non se ne parla iui) le pareti removibili (pensate che cosa comodissima) e IL KOTATSU! *_* (quanto è bello?)
Come si dorme bene nei futon!!
- le pareti di carta, inammissibile nella mia famiglia dove non bastano quelle classiche e due piani per non sentire i litigi. La privacy poi se si portasse un ragazzo, neanche immagino.
- il freddo. immagino si stia poco sopra alla temperatura esterna. e già qui passo interi mesi con la giacca dentro casa dai 7 ai 14°.
- i mobili altezza cane. mi viene la gobba solo a pensare di doverli usare ogni giorno.
I muri interni poi sono sottilissimi, quasi solo carta in un telaio di legno, il che significa non avere la minima privacy (sarà per quello che i giapponesi nel corso dei secoli si sono abituati a parlare a voce bassissima?)
I tatami sono comodi, ma ti limitano tantissimo nella scelta del mobili, dato che si rovinano se gli metti sopra roba troppo pesante, non a caso gli armadi sono sempre a muro.
Io stesso avendo una casa da ristrutturare avevo pensato di importare dei tatami per la zona notte, ma ho desistito sia per il problema dei mobili, sia perché hanno dimensione standard, quindi devi essere molto fortunato ad avere le stanze con una superficie "multipla" (le piastrelle invece banalmente le tagli...).
E infine c'è il solito problema che hanno tutte le abitazioni in legno: una manutenzione infinita per evitare che marcisca o che diventi nido di termiti o altre bestie varie.
Insomma diciamo che c'è un motivo per cui pian piano stanno scomparendo, e noi occidentali ce le godiamo al 100% giusto perché ci stiamo qualche giorno in vacanza, mentre i giapponesi stessi le giudicano "vecchie e rovinate"
Era una bella stanza. Vi era anche una veranda coperta, separata da porte scorrevoli. Bella esperienza.
Lo scorso inverno, invece, mi è capitato di soggiornare in una stanza grande due tatami o-o
Come molti, me ne sono innamorato vedendola negli anime, ma come ribadisce l'articolo stesso, è meglio viverci d'estate.
le trovo davvero bellissime! Hanno uno stile che apprezzo tantissimo.
È un mio sogno: potermi costruire una casa in tutto e per tutto uguale ad una
tradizionale giapponese ma con gli standard energetici di una classe A!
Ovviamente so che rimarrà solo un sogno...non saprei neanche se tecnicamente
sia fattibile...e poi quanto costerebbe anche in termini di manutenzione?!?!
Ottimo articolo come sempre, grazie Hachi!
Una cosa che però invidio tantissimo ai giapponesi è il genkan, magari fosse "normale" pure da noi chiedere agli ospiti di togliersi le scarpe prima di entrare in casa nostra, certe volte sembra che la gente vada a farsi un giro per i campi prima di entrarti in casa.
In altri articoli simili (quelli sul kotatsu e sull'ukyo-e) ho già detto che uno dei miei sogni (secondo solo al poter andare almeno una volta in Giappone) è quello di poter arredare anche solo parzialmente una camera in stile giapponese. Se mai mi sarà possibile questi articoli sono utilissimi visto che descrivono accuratamente l'arredamento tipico giapponese.
Ho gli occhi che sbrilluccicano *__*
Non sapevo che il tatami, oltre ad essere figo da vedere e ancora più figo da calpestare (è morbidissimo!!), fosse anche pro-ambiente, in grado di assorbire l'umidità e persino di purificare l'aria, magnifico TOT
Ho avuto la possibilità di dormire su un futon e l'ho trovato comodissimo :3
E poi entrare e passeggiarci scalzi :3
E quando si mette mano alle porte scorrevoli in legno, magari non sono proprio scorrevolissime ma è stupendo!
Ad entrare in una casa tradizionale giapponese credo si provi un senso di fascino reverenziale *__*
Il kotatsu è uno dei miei sogni da provare da sempre, tutta colpa di Ranma!!!
Certo rimane il problema che tutte queste strutture con il freddo sono terribili, e già io purtroppo congelo qua, figurarsi in Giappone con le pareti di carta T_T
Ma ovvio, sono molto affascinanti ed esotiche, ci passerei volentieri le vacanze, ma viverci a lungo sarebbe un incubo!
Sto finendo di arredare casa e mi sono trovato il "bisogno" di dover scegliere un tappeto per scaldare/arredare la zona tra divano, librerie piene di fumetti e tv. E mi è venuta una mezza idea di prendere dei tatami! La zona è di circa 2 metri per due (le dimensioni di quelli che ho trovato da acquistare in rete sono 90 x 210, ne basterebbero 2!). Dite che poi sarà uno spazio che utilizzerò o è solo un capriccio momentano..?
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