L'attesa è stata lunga da quell'autunno 2013 in cui andò in onda l'ultima puntata di una di quelle serie anime che davvero possiamo definire "senza confini".
Shingeki no kyojin è infatti paragonabile a titoli come Death Note o Evangelion per il forte impatto internazionale che ha avuto; serie che superano l'etichetta di "anime giapponesi" per entrare nell'immaginario collettivo dell'animazione mondiale.
Vedo già lo storcere il naso di chi sta leggendo questa recensione. Calma! Non ho detto che questo "primato", o comunque questo ruolo, sia meritato per contenuti e valore intrinseco della serie, affermo solo che l'impatto mediatico avuto è questo.
I Giganti sono un "fenomeno", questo è innegabile. Lo sono stati già all'epoca del manga di Hajime Isayama, quando all'improvviso conquistarono la vetta della top giapponese di vendite (con noi in Italia rimasti totalmente spiazzati dal successo istantaneo di questo titolo assolutamente sconosciuto ai più) e lo sono stati all'avvento della prima stagione animata che portò a una vera e propria "giganti -mania!".
Interesse che non è mai venuto meno nonostante i tanti anni passati senza una nuova trasposizione animata, anzi, si è creato uno zoccolo duro di fan, forse non al pari di titoli shonen di lunga data come One Piece, ma sempre molto vivi e colorati (si pensi all'ultima Lucca Comics and Games con tanto di mostra a tema).
Ho fatto una doverosa introduzione per spiegare come non sia semplice ora fare una recensione di un sequel di un successo di proporzioni "titaniche" come questo. Sequel che ha mandato in tilt nuovamente (come ai tempi di One Punch Man) il portale streaming di VVVVid e che ha totalizzato in poco tempo un milione di visualizzazioni laddove le ultime serie arrivate in Italia, in simulcast sottotitolato, arrivavano a mala pena alla metà (in caso di grande popolarità). Un successo che era facile forse prevedere ma per nulla scontato.
Grande rumore e parecchi dubbi sulla riuscita di questa seconda stagione avevano popolato i commenti del web per l'assenza alla regia di un veterano come Tetsuro Araki. In realtà questa notizia aveva generato due reazioni: una, appunto, negativa in chi aveva apprezzato le scene d'azione e il lavoro svolto sulla prima serie, ma anche una positiva da parte dei non pochi detrattori di questo regista, detrattori che non smettono di puntare il dito sui flop post successo di Death Note.
Sfatiamo subito un mito: il problema del cambio di regia è un non problema perché la continuità è stata mantenuta quasi del tutto inalterata in termini di staff, le cui teste pensanti sono in pratica le stesse della prima stagione. È infatti vero che Masashi Koizuka è stato promosso alla regia ma, Tetsuro Araki non è di certo sparito, anzi! In qualità di direttore capo è colui che si è occupato delle decisioni più importanti a livello narrativo, determinando le scelte che poi il regista ha dovuto seguire. Calcolando che Koizuka era già assistente alla regia nella prima stagione, e che ha da subito affermato di non voler stravolgere nulla ma di agire in continuità per non deludere i fan, possiamo davvero affermare che a livello generale il modus operandi è rimasto praticamente lo stesso a distanza di 4 anni. Squadra vincente non si cambia!
Tutto insomma nel segno della continuità che si respira già dalla opening "Shinzou wo Sasageyo" sempre affidata ai Linked Horizon, una canzone forse meno potente delle due che l'avevano preceduta ma che sostanzialmente ne richiama il respiro epic rock. Canzone che ti immerge da subito nel mood post apocalittico della serie come d'altronde tutta la ost, sempre molto evocativa, del maestro Hiroyuki Sawano.
A livello di trama ci ritroviamo esattamente dove ci eravamo lasciati, nessun preambolo, siamo nel pieno della storia come se l'ultima puntata fosse finita la settimana prima. La numerazione in continuità delle puntate quindi non è un errore o un vezzo della produzione, questa non è una seconda stagione ma una parte della prima in pratica.
Dove eravamo rimasti? Ah già, non ci si è ancora ripresi dallo spaventoso scontro tra Eren e Annie che la scoperta del misterioso gigante dentro le mura apre nuovi inquietanti scenari. Quello che è il succo della serie (almeno fino ad ora), quel senso di mistero misto a morbosa curiosità, ritorna prepotentemente dopo 4 anni ad assillare chi, come me, è riuscito a resistere al desiderio di saperne di più leggendo il manga (pubblicato in Italia da Panini Comics). La prima puntata in questo ci spiazza subito, facendo crollare le speranze dei protagonisti, e noi con loro, che almeno all'interno delle mura ciclopiche ci fosse la possibilità di scampare all'orrore dei famelici mostri colossali. Il gigante bestia, come da titolo, è l'autentico protagonista della prima puntata sin dal primo momento in cui appare caracollando sullo schermo, amplificando appunto i misteri, le domande e le curiosità... che resteranno quasi del tutto insoddisfatte poi nel prosieguo della stagione!
Dodici puntate non bastano infatti a dipanare la matassa e si dimostrano essere un trait d'union verso il futuro. Questo non vuol dire che non veniamo a conoscenza di cose importanti. Penso che più di qualcuno di voi ci sia rimasto di stucco alla rivelazione di chi fossero il Colossale e il Corazzato ad esempio, ma come sempre le domande superano le risposte in un vecchio gioco, che ben conosciamo, che non ha lesinato di rischiare lo spoiler spinto, in maniera furbamente "nascosta" durante le ultime puntate come in maniera piuttosto evidente nella ending finale.
La storia, come la personalità dei personaggi, è praticamente quella del manga; è stata chiara e netta la decisione di non discostarsi dalla controparte cartacea, anche perché, vista la fama del titolo, sarebbe stato un rischio troppo grosso da affrontare. Si può quindi parlare all'infinito dell'ingenuità, in certi tratti, della trama e della psicologia iper stereotipata di molti personaggi, ma tocca essere onesti: siamo di fronte a uno dei più grandi esempi di blockbuster shonen degli ultimi tempi, confezionato ad hoc per vendere e creare hype. Non c'è nulla di male in questo, anzi, da qui nasce il titolo volutamente provocatorio della mia recensione. Il mainstream va in Paradiso e in questo caso macina ascolti e visualizzazioni, riportando l'attenzione sull'animazione giapponese anche in chi ormai era fermo al ricordo di 20 anni fa.
Avendo ben chiaro questo credo che possiamo passare sopra a un personaggio principale francamente fino ad ora piuttosto piatto e inconcludente. Ho sorriso davanti all'esclamazione di Reiner nell'ultima puntata: "Tra tutti proprio Eren?". Ebbene si, il nostro eroe da cui dipende il destino dell'intera umanità è, tra tutti i personaggi, quello che fino ad ora mi ha lasciato davvero più insoddisfatto, ancor più dell'impalpabile Armin e di una Mikasa sempre più imprigionata nel suo personaggio Eren-dipendente. Però tocca dire che fortunatamente in questa parte della storia si è favorita la coralità, saltando di storia in storia, di personaggio in personaggio, con alcuni bei momenti come quello di Historia e Ymir. Questi ultimi due escono davvero alla distanza, a mio modesto avviso, rispetto agli altri, anche di fronte ad uno dei preferiti sul nostro sito, quel Erwin che fa troppo eroe tutto di un pezzo per i miei personalissimi gusti.
Ritornando al discorso generale, ripeto quanto detto sopra: sta come sempre al cuore e alla mente di chi si mette davanti a uno schermo il giudizio finale su una tale opera. Sono consapevole che a volte tende a prendersi molto sul serio, cercando di snocciolare anche un po' di filosofia sull'odierna umanità, ma il target di riferimento non è ovviamente quello di un'opera impegnata. Ed è come opera di mero intrattenimento che l'epopea dell'Attacco dei Giganti va giudicata e in questo io reputo che il suo sporco lavoro questo titolo lo faccia e anche bene: azione, adrenalina e suspense sotto una bellissima musica!
Lo so, un'opera non andrebbe giudicata dal suo successo, dalla sua popolarità ma se non lo si fa in questo caso, di fronte a un mega prodotto realizzato ad uso e consumo del divertimento, allora mi domando: quando?
La voce del web ha comunque criticato non poco la scelta di limitarsi a un così esiguo numero di puntate per una serie tanto attesa come questa ma ormai i tempi delle produzioni animate sono sempre più stretti e veloci e gli artisti coinvolti sempre di meno e con tanti progetti a carico. Molti stenteranno a crederci ma i lavori su questa seconda parte di Attacco dei Giganti sono cominciati in pratica qualche mese prima della puntata di apertura. Il lavoro è stato frenetico ed ha coinvolto nelle settimane vari staff diversi a lavorare sulle singole puntate con la spada di Damocle della trasmissione tv in arrivo. Tutto ciò ha determinato scelte piuttosto criticate come quella di animare il Gigante Colossale in CG, uno strappo troppo netto con la stagione precedente ma anche con il resto delle animazioni di questa. A parte però qualche sbavatura, a volte piuttosto netta come quella di cui sopra, devo dire che la stagione a livello tecnico è corsa via davvero bene fino alla puntata finale. Su quest'ultima (non esente da diverse pecche e immagini fisse) è stato poi usato uno schieramento da "battaglia": due storyboarders, ben 4 registi di episodio, 9 a capo delle animazioni e 53 key animators!
Ho voluto dare qualche numero (e spero di poterne dare altri in futuro) per far capire lo sforzo produttivo dietro un titolo come questo, con Wit che è riuscito a mantenere il processo di produzione di tutti gli episodi nel proprio studio mentre ben 9 puntate della prima stagione erano state quasi del tutto esternalizzate. Questo studio, tra le mille difficoltà e rischi che al giorno d'oggi possono portare facilmente al fallimento, sta crescendo e acquisendo piena consapevolezza dei propri mezzi anche nella voglia di sperimentare.
Il makeup animator, lanciato con la serie Kabaneri, è ormai un ruolo consolidato anche in questa produzione: basta vedere il lavoro svolto sui primi piani delle facce, sui contorni degli occhi ad esempio, a cominciare da quelli di Eren che non sono per nulla passati inosservati. Un lavoro davvero interessante di cui sono curioso di vedere gli sviluppi futuri.
Shingeki no kyojin è infatti paragonabile a titoli come Death Note o Evangelion per il forte impatto internazionale che ha avuto; serie che superano l'etichetta di "anime giapponesi" per entrare nell'immaginario collettivo dell'animazione mondiale.
Vedo già lo storcere il naso di chi sta leggendo questa recensione. Calma! Non ho detto che questo "primato", o comunque questo ruolo, sia meritato per contenuti e valore intrinseco della serie, affermo solo che l'impatto mediatico avuto è questo.
I Giganti sono un "fenomeno", questo è innegabile. Lo sono stati già all'epoca del manga di Hajime Isayama, quando all'improvviso conquistarono la vetta della top giapponese di vendite (con noi in Italia rimasti totalmente spiazzati dal successo istantaneo di questo titolo assolutamente sconosciuto ai più) e lo sono stati all'avvento della prima stagione animata che portò a una vera e propria "giganti -mania!".
Interesse che non è mai venuto meno nonostante i tanti anni passati senza una nuova trasposizione animata, anzi, si è creato uno zoccolo duro di fan, forse non al pari di titoli shonen di lunga data come One Piece, ma sempre molto vivi e colorati (si pensi all'ultima Lucca Comics and Games con tanto di mostra a tema).
Ho fatto una doverosa introduzione per spiegare come non sia semplice ora fare una recensione di un sequel di un successo di proporzioni "titaniche" come questo. Sequel che ha mandato in tilt nuovamente (come ai tempi di One Punch Man) il portale streaming di VVVVid e che ha totalizzato in poco tempo un milione di visualizzazioni laddove le ultime serie arrivate in Italia, in simulcast sottotitolato, arrivavano a mala pena alla metà (in caso di grande popolarità). Un successo che era facile forse prevedere ma per nulla scontato.
Grande rumore e parecchi dubbi sulla riuscita di questa seconda stagione avevano popolato i commenti del web per l'assenza alla regia di un veterano come Tetsuro Araki. In realtà questa notizia aveva generato due reazioni: una, appunto, negativa in chi aveva apprezzato le scene d'azione e il lavoro svolto sulla prima serie, ma anche una positiva da parte dei non pochi detrattori di questo regista, detrattori che non smettono di puntare il dito sui flop post successo di Death Note.
Sfatiamo subito un mito: il problema del cambio di regia è un non problema perché la continuità è stata mantenuta quasi del tutto inalterata in termini di staff, le cui teste pensanti sono in pratica le stesse della prima stagione. È infatti vero che Masashi Koizuka è stato promosso alla regia ma, Tetsuro Araki non è di certo sparito, anzi! In qualità di direttore capo è colui che si è occupato delle decisioni più importanti a livello narrativo, determinando le scelte che poi il regista ha dovuto seguire. Calcolando che Koizuka era già assistente alla regia nella prima stagione, e che ha da subito affermato di non voler stravolgere nulla ma di agire in continuità per non deludere i fan, possiamo davvero affermare che a livello generale il modus operandi è rimasto praticamente lo stesso a distanza di 4 anni. Squadra vincente non si cambia!
Tutto insomma nel segno della continuità che si respira già dalla opening "Shinzou wo Sasageyo" sempre affidata ai Linked Horizon, una canzone forse meno potente delle due che l'avevano preceduta ma che sostanzialmente ne richiama il respiro epic rock. Canzone che ti immerge da subito nel mood post apocalittico della serie come d'altronde tutta la ost, sempre molto evocativa, del maestro Hiroyuki Sawano.
A livello di trama ci ritroviamo esattamente dove ci eravamo lasciati, nessun preambolo, siamo nel pieno della storia come se l'ultima puntata fosse finita la settimana prima. La numerazione in continuità delle puntate quindi non è un errore o un vezzo della produzione, questa non è una seconda stagione ma una parte della prima in pratica.
Dove eravamo rimasti? Ah già, non ci si è ancora ripresi dallo spaventoso scontro tra Eren e Annie che la scoperta del misterioso gigante dentro le mura apre nuovi inquietanti scenari. Quello che è il succo della serie (almeno fino ad ora), quel senso di mistero misto a morbosa curiosità, ritorna prepotentemente dopo 4 anni ad assillare chi, come me, è riuscito a resistere al desiderio di saperne di più leggendo il manga (pubblicato in Italia da Panini Comics). La prima puntata in questo ci spiazza subito, facendo crollare le speranze dei protagonisti, e noi con loro, che almeno all'interno delle mura ciclopiche ci fosse la possibilità di scampare all'orrore dei famelici mostri colossali. Il gigante bestia, come da titolo, è l'autentico protagonista della prima puntata sin dal primo momento in cui appare caracollando sullo schermo, amplificando appunto i misteri, le domande e le curiosità... che resteranno quasi del tutto insoddisfatte poi nel prosieguo della stagione!
Dodici puntate non bastano infatti a dipanare la matassa e si dimostrano essere un trait d'union verso il futuro. Questo non vuol dire che non veniamo a conoscenza di cose importanti. Penso che più di qualcuno di voi ci sia rimasto di stucco alla rivelazione di chi fossero il Colossale e il Corazzato ad esempio, ma come sempre le domande superano le risposte in un vecchio gioco, che ben conosciamo, che non ha lesinato di rischiare lo spoiler spinto, in maniera furbamente "nascosta" durante le ultime puntate come in maniera piuttosto evidente nella ending finale.
La storia, come la personalità dei personaggi, è praticamente quella del manga; è stata chiara e netta la decisione di non discostarsi dalla controparte cartacea, anche perché, vista la fama del titolo, sarebbe stato un rischio troppo grosso da affrontare. Si può quindi parlare all'infinito dell'ingenuità, in certi tratti, della trama e della psicologia iper stereotipata di molti personaggi, ma tocca essere onesti: siamo di fronte a uno dei più grandi esempi di blockbuster shonen degli ultimi tempi, confezionato ad hoc per vendere e creare hype. Non c'è nulla di male in questo, anzi, da qui nasce il titolo volutamente provocatorio della mia recensione. Il mainstream va in Paradiso e in questo caso macina ascolti e visualizzazioni, riportando l'attenzione sull'animazione giapponese anche in chi ormai era fermo al ricordo di 20 anni fa.
Avendo ben chiaro questo credo che possiamo passare sopra a un personaggio principale francamente fino ad ora piuttosto piatto e inconcludente. Ho sorriso davanti all'esclamazione di Reiner nell'ultima puntata: "Tra tutti proprio Eren?". Ebbene si, il nostro eroe da cui dipende il destino dell'intera umanità è, tra tutti i personaggi, quello che fino ad ora mi ha lasciato davvero più insoddisfatto, ancor più dell'impalpabile Armin e di una Mikasa sempre più imprigionata nel suo personaggio Eren-dipendente. Però tocca dire che fortunatamente in questa parte della storia si è favorita la coralità, saltando di storia in storia, di personaggio in personaggio, con alcuni bei momenti come quello di Historia e Ymir. Questi ultimi due escono davvero alla distanza, a mio modesto avviso, rispetto agli altri, anche di fronte ad uno dei preferiti sul nostro sito, quel Erwin che fa troppo eroe tutto di un pezzo per i miei personalissimi gusti.
Ritornando al discorso generale, ripeto quanto detto sopra: sta come sempre al cuore e alla mente di chi si mette davanti a uno schermo il giudizio finale su una tale opera. Sono consapevole che a volte tende a prendersi molto sul serio, cercando di snocciolare anche un po' di filosofia sull'odierna umanità, ma il target di riferimento non è ovviamente quello di un'opera impegnata. Ed è come opera di mero intrattenimento che l'epopea dell'Attacco dei Giganti va giudicata e in questo io reputo che il suo sporco lavoro questo titolo lo faccia e anche bene: azione, adrenalina e suspense sotto una bellissima musica!
Lo so, un'opera non andrebbe giudicata dal suo successo, dalla sua popolarità ma se non lo si fa in questo caso, di fronte a un mega prodotto realizzato ad uso e consumo del divertimento, allora mi domando: quando?
La voce del web ha comunque criticato non poco la scelta di limitarsi a un così esiguo numero di puntate per una serie tanto attesa come questa ma ormai i tempi delle produzioni animate sono sempre più stretti e veloci e gli artisti coinvolti sempre di meno e con tanti progetti a carico. Molti stenteranno a crederci ma i lavori su questa seconda parte di Attacco dei Giganti sono cominciati in pratica qualche mese prima della puntata di apertura. Il lavoro è stato frenetico ed ha coinvolto nelle settimane vari staff diversi a lavorare sulle singole puntate con la spada di Damocle della trasmissione tv in arrivo. Tutto ciò ha determinato scelte piuttosto criticate come quella di animare il Gigante Colossale in CG, uno strappo troppo netto con la stagione precedente ma anche con il resto delle animazioni di questa. A parte però qualche sbavatura, a volte piuttosto netta come quella di cui sopra, devo dire che la stagione a livello tecnico è corsa via davvero bene fino alla puntata finale. Su quest'ultima (non esente da diverse pecche e immagini fisse) è stato poi usato uno schieramento da "battaglia": due storyboarders, ben 4 registi di episodio, 9 a capo delle animazioni e 53 key animators!
Ho voluto dare qualche numero (e spero di poterne dare altri in futuro) per far capire lo sforzo produttivo dietro un titolo come questo, con Wit che è riuscito a mantenere il processo di produzione di tutti gli episodi nel proprio studio mentre ben 9 puntate della prima stagione erano state quasi del tutto esternalizzate. Questo studio, tra le mille difficoltà e rischi che al giorno d'oggi possono portare facilmente al fallimento, sta crescendo e acquisendo piena consapevolezza dei propri mezzi anche nella voglia di sperimentare.
Il makeup animator, lanciato con la serie Kabaneri, è ormai un ruolo consolidato anche in questa produzione: basta vedere il lavoro svolto sui primi piani delle facce, sui contorni degli occhi ad esempio, a cominciare da quelli di Eren che non sono per nulla passati inosservati. Un lavoro davvero interessante di cui sono curioso di vedere gli sviluppi futuri.
Il tempo è quindi passato ma il fascino e la popolarità di questa serie non è diminuito e il successo è arrivato anche in maniera fragorosa e per certi versi inattesa, tanto che Alex Corazza di Dynit mi ha raccontato, qualche tempo fa, dello stupore dei licenziatari giapponesi di fronte ai numeri da record di visualizzazioni sul portale VVVVId. Siamo tutti consci, almeno chi è dotato di un minimo di oggettività, che non siamo di fronte a un capolavoro dell'animazione, ma non si può tacere sul fenomeno di costume che questo titolo ha generato.
Nel ritorno degli anime giapponesi sul palcoscenico mondiale non si può negare, piaccia o no, il ruolo di primo piano che la serie tv tratta dal manga di Hajime Isayama sta avendo e con lui il Wit Studio, questa interessante realtà nata appena nel 2012 da una costola della Production I.G e che si appresta ad assumere un ruolo sempre più rilevante nel panorama generale degli anime giapponesi.
Nel ritorno degli anime giapponesi sul palcoscenico mondiale non si può negare, piaccia o no, il ruolo di primo piano che la serie tv tratta dal manga di Hajime Isayama sta avendo e con lui il Wit Studio, questa interessante realtà nata appena nel 2012 da una costola della Production I.G e che si appresta ad assumere un ruolo sempre più rilevante nel panorama generale degli anime giapponesi.
Pro
- azione, adrenalina e suspense sotto una bellissima musica
- Ulteriore passo in avanti realizzativo da parte del Wit studio
- Titolo che rilancia l'animazione giapponese sul mercato mondiale
- Animazioni niente male
Contro
- Non si evolve dal suo stato di blockbuster shonen
- La psicologia dei personaggi
- Quel gigante colossale in CG...
Io ho apprezzato molto questa serie un po' per la storia di base che mi è sempre piaciuta, ma anche per alcune scelte che sono state fatte e che hanno fatto storcere il naso a più di una persona. La trasposizione è fedele al manga, ma sono state aggiunte delle parti che sarebbero state spiegate solo in seguito e questo mi ha sorpresa. Se non altro saranno più utili per chi ha visto solo l'anime per capire alcune cose che nel manga sono state spiegate molto più avanti
il voto di 75 nei miei canoni vuol dire "più che buono"
di solito non do 100 (la perfezione non esiste) e da 90 in su significa "vicino al capolavoro".
Non ci vedo nulla di male nell'essere un blockbuster solo che a volte si prova a voler superare questo status (per me leggittimissimo) per cercare di elevarsi a qualcosa di più ma non ci riesce.
Niente da dire invece (come ho evidenziato nel titolo) sull'opera come intrattenimento totale
Non vedo l'ora che esca la s3! E qualcuno regali dei nuovi server a vvvvid per natale lol
(e smettetela di guardare i voti, ognuno di noi ha interpretazioni diverse per quello che significa un 75... leggetevi la recensione!)
Quindi s3 aspettiamo solo te!
L'unico difetto di questa stagione e' la durata, 12 episodi sono davvero nulla
Credo qui entrino in gioco strategie di marketing e simili, non capita tutti i giorni di avere tra le mani una gallina dalle uova d'oro, soprattutto per uno studio "emergente".
Giocarsi tutte le carte migliori una dietro l'altra e sfornare in seguito un paio di "flop" potrebbe essere molto deleterio sia per quanto riguarda il seguito del pubblico sia per la ricerca di nuovi investitori, invece alternare con prodotti "inferiori" da solamente l'impressione di aver fatto qualche "buco nell'acqua" ma di essere tornati in seguito sulla retta via XD
Non mi stupirei se prima di una terza serie uscisse fuori una nuova serie simil Kabaneri per sfruttare nuovamente la scia del successo dei giganti (ed ecco che saltò fuori un mondo sommerso composto da isole attraversabile in nave e dei mostri-tritoni carnivori da abbattere XD ).
Infatti. TUTTE le opere di animazione sono confezionate ad hoc per guadagnare, senno' la cosa di produzione fallirebbe. La differenza e' tra quelle che aspirano ad avere un grande pubblico (diciamo gli shonen) e quelle che invece puntato a un pubblico piu' ristretto. I giganti sono di sicuro del primo tipo e sbaragliano di gran lunga tutta la concorrenza in quel campo. Se li confronto per esempio con Kabanei... ugh!
Tutti provano a fare opere commerciali e di successo, ma quasi nessuno ci riesce. I Giganti ci sono riusciti. Onore al merito.
Non sono stato severo...anzi! Nella recensione spiego bene come tutto il successo sia meritato e per me si tratti di un'opera valida e più che buona. Il 75 è il mio metro di giudizio...a un kabaneri avrei dato un 50 (salvando la parte tecnica )
Da quel che ho capito lo studio che si occupa delle animazioni è molto piccolo e in questi anni ha dato la priorità ad altre serie quindi non credo sarebbero riusciti ad occuparsi anche di questa. Di materiale da adattare ce n'è ancora parecchio, ma come già detto in un'altra news hanno già altre due serie in lista d'attesa, di cui una da 24 episodi, quindi non credo vedremo una terza stagione prima dell'estate 2018
Perché tu stai facendo un errore madornale di fondo, parli come se loro avessero passato sti 3 anni a lavorare alla serie, quando a malapena ci avranno passano uno LOL
Non ci hanno messo 3 anni perché i lavori erano lunghi, ma perché nel frattempo hanno fatto uscire ben 3 film al cinema (2 recap, 1 live action) ed altrettanti OAV, oltre che spingere anche gli altri spinoff.
Il motivo per il quale si sia atteso così tanto è semplicemente nella volontà della produzione di "mungere" il più possibile una mucca dal latte d'oro; stessa ragione che ha portato questa stagione ad essere solo la metà degli episodi, così da poter allungare ancora di più i tempi con una terza stagione un anno dopo
Quindi tornando a cose che posso valutare criticamente, trovo la recensione ben scritta e credo riesca ad evidenziare sia i lati positivi che negativi della serie.
Per il resto non ho altro da dire ed essendo una persona poco seria che però non ha battute da fare... vado ad eclissarmi.
Ma per carità a livello di marketing hanno fatto un lavoro eccellente, basta vedere i numeri per capirlo, però da fan neanche troppo affezionato dico che per me, personalmente, aspettare 3 anni e poi avere una serie da 13 episodi fatta bene ma nulla di più mi ha lasciato l'amaro in bocca. Poi ovviamente ci sono tutte le scelte commerciali del caso e per carità non li fanno per hobby gli anime ma per guadagnare. Ripeto solo che a me in generale è piaciuta ma non mi ha preso e convinto come la prima
Quando ho letro il manga ho fatto la stessa cosa. Non capivo se fosse uno scherzo, un errore o qualcos'altro XD
Infatti, pur essendoci meno azione sarà una delle parti più importanti per la storia. Conoscendo gli spettatori però immagino già le loro lamentele del tipo: "Che lentezza questo episodio! Non é successo nulla!"
Hanno fatto così per gli episodi più tranquilli di questa serie, figuriamoci per la terza
Non contenta, nel mentre, mi sono spoilerata il mondo e nonostante questo sono rimasta "col fiato sospeso", la tremarella, la suspance, tutto quello che volete, per TUTTO il tempo.
Non so quale sia il segreto di questa serie. Forse il giusto equilibrio tra misteri e azione, forse la regia, forse la coralità o l'angoscia e l'empatia per i personaggi che si provano in ogni episodio. Non lo so. Non è una serie perfetta e Ironic ne ha già ampiamente messo in luce le pecche nella sua ottima recensione.
Secondo me però, in diversi momenti l'anime riesce ad essere e ad avere quel qualcosa in più, quella scintilla, quella profondità che lo eleva un po' dal resto, vedi con Ymir e Historia (o Annie), vedi con i confilitti interiori di Reiner, vedi tutto il personaggio di Levi o anche la scena della morte della madre di Eren.
Eren sicuramente è il personaggio meno interessante tra tutti, ogni volta che interviene o fa danni o , se riesce a rendersi vagamente utile, provoca un'ecatombe tra i suoi compagni. Per molti aspetti è il tipico eroe da battle shonen e inevitabilmente stona in una serie come questa. Molto più interessanti Mikasa, nonostante la sua ossessione tra il tenero e il preoccupante, e gli altri personaggi.
Eppure, anche se Eren è così, non riesco a non sentirmi quasi male ogni volta che subisce l'ennesimo trauma, ogni volta che soffre (l'ultimo episodio di questa stagione è un colpo al cuore da questo punto di vista).
Non riesco a non sperarci assieme a lui, nonostante sappia in anticipo che gli andrà praticamente tutto male.
Non posso dire di adorare la serie, però sicuramente mi sono affezionata a molti dei personaggi, spero in un futuro felice per loro, non importa quanto ci vorrà.
Sono pronta a guardare ogni puntata, per quanto possa essere all'insegna delle supercazzole.
Parliamone, gli ultimi 12 episodi praticamente non chiariscono nulla, centuplicano solo i già tantissimi nostri dubbi :'(
PS nella prossima PRETENDO più screentime per Levi. E anche che Mikasa si faccia Eren una volta per tutte ed esca dalla superfriendzone in cui lui l'ha rinchiusa da 20 anni
La prima si era lasciata guardare fino alla fine e quindi non posso dire che non mi sia piaciuta, ma non mi aveva appassionato più di tanto e non avevo intenzione di continuare la visione dell'anime. Ma tutti me ne parlavano benissimo, mi dicevano che i colpi di scena erano spettacolari, che l'anime era un capolavoro, e mi sono lasciato travolgere anche io.
Ma... boh, l'ho trovata uguale alla prima. Per intrattenere, intrattiene, nel senso che i tredici episodi non mi hanno dato fastidio né schifato come altri anime (sto guardando te, SAO...), ma non sono mai riusciti a coinvolgermi emotivamente.
A fronte di quaranta episodi tra questa e la precedente stagione, ricordo i nomi di al massimo quattro o cinque personaggi, tra cui i protagonisti che personalmente trovo essere i più piatti e noiosi. Quando moriva qualcuno, ero costretto a fermare l'episodio e cercare su internet chi fosse, perché con tutta la buona volontà non riuscivo a ricordarlo. Parzialmente potrei imputare la mia mancanza di memoria ai tre anni di distanza, ma dato che avevo lo stesso problema con la prima stagione, direi che il problema risiede altrove.
Per il resto, completamente d'accordo con la recensione. È un titolo pieno di azione, sangue, morte e qualche colpo di scena qua e là, lo svolgimento prosegue senza intoppi e intrattiene, e tutte queste sono caratteristiche positive che ne fanno un buon anime.
Oltre al sette, o sette e mezzo, non mi sentirei di andare.
Io questa cosa l'ho pensata leggendo i primi capitoli quando parlarono della morte di Marco. Personalmente non sapevo nemmeno chi fosse, ma sotto questo punto di vista era proprio il manga ad essere stato impostato male. Nell'anime hanno mostrato prima l'addestramento e poi il secondo attacco del titano colossale, mentre nel manga l'autore ha fatto il contrario. La seconda credo sia una scelta sbagliatissima perchè ti spiega chi era quella determinata persona solo dopo che è morta. Non è che non ne avessero parlato prima, ma l'aveva a malapena accennato.
Adesso però non ho più tutti questi problemi perchè oltre ad aver visto la serie ho letto il manga un paio di volte quindi è impossibile non ricordarsi i nomi XD
Allora, per favore, definitemi cos'è un capolavoro dell'animazione: una serie che viene vista da 4 gatti? Che ce ne siano di meglio non c'è dubbio, ma dimenticarsi di quale OST ha la prima stagione, il lavoro di sceneggiatura e regia che ha fatto fare all'anime un balzo triplo rispetto al manga e il crescendo continuo, frenetico, dell'ansia e della claustrofobia che ogni episodio emana beh, è ovvio che porta alla sottovalutazione dell'opera stessa. Bisogna cominciare a entrare nell'ottica che non è fatto bene ciò che finisce bene ma ciò che riesce a dare comunque grandissima emozione, qualunque essa sia, di amore o di odio, di attrazione o di repulsione, semplicemente perché sono sentimenti che l'opera riesce ad esprimere. E poi parliamoci chiaro: se non fosse un ottimo prodotto, dopo 4 anni nessuno più ne sentirebbe la mancanza come peraltro capita a oltre il 90% dei titoli che ogni tre mesi vengono sfornati in Giappone. Possono far di meglio? Certo e lo spero. Io intanto attendo la versione Home Video della seconda stagione e la terza.
peemettimi...a me i Giganti piacciono, mi divertono e mi intrattengono. Ho sottolineato la loro importanza sul palcoscenico anime e quanto di buono abbiano fatto ma per me i capolavori a tutto tondo sono altri. Satoshi Kon, Ghost in the Shell ...non credo se li siano visti in 4 gatti ma anche fosse li siamo di fronte ad uno gradino superiore...ripeto senza nulla togliere all'intrattenimento ben fatto
Non amo per nulla Yimir e Christa, trovo i loro dialoghi abbastanza insopportabili (trama e tutto quello che volete ma non mi piace proprio il modo in cui le due si pongono tra loro) quindi alcuni momenti li ho trovati un po' pesanti da digerire ma nonostante tutto è stata una bella serie, gli ultimi episodi mi hanno emozionata parecchio. Senza contare che questa serie mi ha fatto apprezzare un po' più Mikasa, ho gradito molto certe sue scelte o parole (ed è questo il vero miracolo per me).
E ora dateci la terza con più Levi!
E' anche vero che con l'anime si è raschiata la cima dell'iceberg della trama di questa opera, ed ovviamente i tanti combattimenti presenti lo hanno reso un prodotto televisivo perfetto e fantastico!
Sebbene non sia d' accordo con quest' ultimo, sia chiaro; ma mettersi a discutere per un voto numerico, dopo la bellezza che è la recensione, sarebbe da pazzi.
Comunque, consiglio vivamente a tutti di rimanere sintonizzati per la prossima stagione, visto che il prossimo arco è, probabilmente, ciò che trasformerà questa serie shonen in qualcosa di più simile ad un seinen intrippato di paranoia e roba strana.
Comunque, l' unica cosa che avrei da ridere sarebbe sui personaggi. Sono tutti estremamente realistici, e ci comportano come esseri umani VERI, per la maggior parte del tempo. Perché un contro del genere, allora? Eren, alla fine, non mi sembra sanissimo come ragazzo, ha letteralmente visto morire quasi ogni persona con cui ha parlato.
Come sempre ciò che preferisco di quest'opera è la capacità di rendere il terrore assoluto degli uomini di fronte ad un nemico (quasi) invincibile e terrificante, e citerei in tal senso il primo episodio in cui compare il Gigante bestia. Ma anche le battaglie sono spesso spettacolari, con grandi coreografie grazie al sistema di spostamento 3D e personaggi carismatici (l'Erwin degli ultimi episodi è roba da pelle d'oca in ogni sua apparizione, ma anche Mikasa svolge a pieno il suo dovere). La parte dedicata a Ymir e Christa l'ho trovato un po' sottotono, le loro reazioni non le ho trovate particolarmente convincente e credibili, e sarebbero potute durare un po' di meno.
Nel frattempo, tra un combattimento e un inseguimento, si riesce anche a tenere la curiosità dello spettatore con brevi spiegazioni, flashback, scampoli di verità disseminati qua e là.
Poi, oh, questa seconda stagione ha anche un grande merito: nello scontro contro il corazzato, è la prima volta nella serie che Eren usa il cervello! Poi, oh, era in svantaggio numerico e quindi le prende, ma bisogna apprezzare lo sforzo (non facile per uno come Eren).
Sicuramente seguirò con piacere anche la terza stagione.
Personalmente, pure essendo l'Attacco dei Giganti molto popolare, ho iniziato a seguirlo solo quest'anno!
Quindi non ho atteso 4 anni tra una serie e l'altra e questo mi ha sicuramente fatto apprezzare molto la storia (che comunque ha uno sviluppo lento della trama).
Tanto che se fino alla fine della prima non avevo l'esigenza di leggere il manga per sapere come andasse avanti la storia, dopo la fine della seconda stagione....mi sono messo in pari con il manga!
La serie è davvero molto intrigante ed anche l'evolvere della storia al punto in cui è arrivato il manga è molto interessante. Avendo letto solo la seconda parte del manga, capisco che l'autore abbia aggiustato un pò meglio l'andamento della storia (forse anche per l'uscita dell'anime nel frattempo).
Non vedo l'ora di vedere la terza stagione!
Il fatto che tu dica "per me" indica che il parere è soggettivo e quindi dovrebbe essere argomentato. Incomincio io: il manga dei giganti dice poco, non è il massimo del disegno eppure ha convinto e convince un bel po' di persone. Una domanda sorge spontanea: per quale motivo tante persone lo trovano avvincente nonostante queste evidenti pecche? Rispondere a questa domanda magari può far luce sul fatto che, magari sbrigativamente, abbiamo un concetto di capolavoro che forse non è abbastanza ampio e che, forse, è il caso di ampliare. Senza dubbio i Giganti ha trovato un tema che riesce a far leva dentro i suoi lettori e l'autore è abbastanza bravo da saperla usare. Il fatto poi che il numero dei lettori sia molto alto, significa che la leva è molto potente e riesce a far presa fra persone con diversa sensibilità. Anche questa è una cosa da non ignorare. Tieni anche conto che alcuni dei famosi capolavori come le intendi tu (ad esempio Future Boy Conan, almeno su quello siamo d'accordo?) inizialmente non lo erano e sono stati valutati come tali solo molto tempo dopo. Inoltre non è che stiamo parlando del manga ma dell'anime: ad esempio, già nella prima stagione la regia e la sceneggiatura hanno giovato tantissimo all'opera che già partiva da un buon punto, per non parlare dell'intera OST, molto ben fatta e azzeccata. Aggiungi poi il fatto che dopo 4 anni ancora si parla dei Giganti e c'è tanta gente che non vede l'ora che arrivi la terza serie e che è disposto ad aspettarla: quindi ti domando... cos'ha da invidiare ad altri titoli secondo te molto meglio rinomati? I Giganti sono un marchio che è diventato grande e riconosciuto grazie alle proprie forze e, nel bello e nel brutto di quello che racconta, è entrato nell'immaginario di molte persone. Inoltre non è l'ennesima storia riciclata che viene riproposta con lo stampino ma riesce, con carattere, a proporre situazioni anche scomode, fastidiose e poco piacevoli. Come marchio in sé, inoltre, fa tendenza, riesce a imporsi e si è ritagliato una sua fetta di mercato ed è molto ben presente ai fan. Per te non sarà un capolavoro (per un motivo che non hai chiarito) però i capolavori sicuramente soddisfano questi requisiti. Poi, per carità, la tua opinione è sacra e la rispetto. Di qui a qualche anno vedremo se i Giganti verranno dimenticati oppure anche loro verranno apprezzati come penso meritino.
un capolavoro per me è qualcosa che appaga il senso, la vista e la testa. Ottima trama, unita a disegni e a un titolo che resta e resterà nella storia dell'animazione.
Ora ripeto, il mio resta un parere soggettivo ma credo suffragato da molti, Attacco dei Giganti è sicuramente una delle migliori opere d'intrattenimento degli ultimi anni...lo paragono anche a una serie come Death Note per la capacità di attrarre interesse ma da qui ad essere decretato come un capolavoro ce ne vuole...
in primis la storia non è ancora finita quindi la trama si potrà giudicare a tutto tondo solo alla fine....per ora è puro intrattenimento senza grandi pretese a livello di contenuti...quelli onestamente non ci sono ed è giusto così visto il target a cui è rivolto.
Se per te ci sono ok...ognuno è libero di vederla come vuole
Avevo scritto una risposta un po' più lunga ma per qualche motivo non è partita.
Sinceramente ho seri dubbi che la gente si faccia intrattenere a lungo da qualcosa con scarso contenuto ma che comunque riesca a far discutere di sé. La versione animata *sa* raccontare la storia, con una regia e una sceneggiatura che amplificano enormemente le vicende presenti nel manga. Come esempio, ma ce ne sono a bizzeffe, la scena della prima stagione di Mikasa in città messa alle strette dai Giganti e sul punto di arrendersi, viene salvata all'ultimo momento da Eren diventato gigante: regia e sceneggiatura, nonché OST, fanno parecchia differenza. È il modo di raccontare la storia che nei "Giganti" è notevole: l'ansia che sale per i rumore che aumenta dei passi e dei muri che si sgretolano, le inquadrature e i tempi, la musica che accentua il momento tragico. Nulla è lasciato al caso. Per assurdo direi che se proprio il materiale di partenza è così scarso come fai intendere, a maggior ragione il valore aggiunto dev'essere maggiore, altrimenti non si spiega. Ma va bene, diamo tempo al tempo e vedremo entrambi che quest'anime non ha nulla da invidiare a molti titoli attualmente ritenuti capolavori.
Siamo ancora a discutere se le recensioni siano oggettive o soggettive? Credevo (speravo) che fossero discussioni morte e sepolte da tempo.
Mi piacerebbe comunque rispondere alle tue argomentazioni, e dire la mia. Hai scritto un notevole muro di testo, ma la sostanza è che i Giganti sono famosi, hanno un grosso seguito e hanno fatto soldi a palate, quindi sono per forza un capolavoro. Io mi permetto di dissentire, perché il seguito NON è ciò che fa di un opera un capolavoro. Con ciò, non voglio dire che gli unici capolavori siano anime seguiti solo da quattro gatti, ma che il numero di persone che guardano un dato cartone animato non dovrebbe essere indicativo della qualità del cartone in questione.
Voglio fare un esempio: Una buona fetta della popolazione mondiale è andata al cinema a vedere il film di Avatar, permettendo a molta gente di costruirsi una piscina in casa. Ora, Avatar è un capolavoro? Non mi pare. Era un film carino, belli gli effetti speciali, buona la recitazione, ma non era un capolavoro. Era solo un buon prodotto di intrattenimento, che svolgeva il suo lavoro talmente bene da essere diventato campione di incassi.
Per come la vedo io, per i Giganti è la stessa cosa. Sono un buon prodotto di intrattenimento, e non è affatto una caratteristica negativa: Non tutti riescono a sfornare prodotti in grado di intrattenere il pubblico, di mantenere alta l'attenzione per tre anni, di non annoiare mai in quaranta episodi. MA, ciò non significa che siano il risultato a cui tutti i cartoni giapponesi dovrebbero aspirare, e che null'altro proveniente dal Giappone possa superarlo. Sono solo un, seppur ottimo, prodotto di intrattenimento.
Per ultimo, una piccola annotazione. Non prenderla sul personale, perché davvero non è mia intenzione, non te lo sto dicendo perché sono in disaccordo con te e lo direi a chiunque: se scrivi un muro di testo, ogni tanto vai a capo. Aiuta il lettore a leggere testi lunghi senza stancarsi ^^
Per carità, sei liberissimo di non farlo, non me la prendo mica, ma rende più facile e meno faticoso per gli altri leggere un tuo testo.
Mi dispiace che la formattazione del testo ti abbia reso difficile la lettura: da quanto leggo infatti vedo che il mesaggio non è arrivato. Vado per punti.
1 - La frase che hai riportato è
"Il fatto che tu dica *per me* indica che il parere è soggettivo e quindi dovrebbe essere argomentato."
la cosa fondamentale qui non è la soggettività ma *la mancanza* di argomentazioni nelle risposte precedenti. Infatti poi in quel post spiego il perché per me è un capolavoro.
2 - Qualcosa che ha un gran impatto su molte persone non può essere semplice opera d'intrattenimento: ogni tre mesi vengono sfornate più di 30 serie, senza contare OVA, corti e film. Di tutto ciò la gran parte va nel dimenticatoio. Non facciamo quindi di tutta l'erba un fascio ma cerchiamo di distinguere.
3 - I commenti che trovo su "i Giganti" li trovo alquanto limitati; c'è chi li odia perché sono lenti e discorsivi, altri perché sono troppo splatter, altri ancora perché la storia dice poco. Eppure nessuno si domanda perché, nonostante tutte queste carenze ha successo. Ipotesi: forse siamo noi a non avere abbastanza pazienza per capire a fondo le cose? Con i Giganti secondo me è così. Come ho scritto, nella storia dell'animazione c'è di meglio che i Giganti ma per l'effetto e il successo riscosso (ma anche per la regia, la scenggiatura, la OST e la scelta della BGM) può tranquillamente ambire al titolo di "capolavoro" (la logica è questa: si distingue notevolmente -> eccelle nel suo ambito -> capolavoro)
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