La regione del Tohoku era poco conosciuta ai turisti stranieri ma aveva tratti di costa immortalati in numerose stampe e una florida economia basata su pesca e agricoltura.
Poi è arrivato l'11 marzo 2011. Un terremoto di magnitudo 9 con epicentro in mare aperto ha provocato uno tsunami che ha ucciso oltre 18.000 persone lungo la costa. Il terremoto prima e le massicce inondazioni poi, hanno messo fuori uso l'energia per i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Tre dei sei reattori presenti nella centrale hanno avuto fusioni parziali. Le conseguenti radiazioni si sono riversate nell'aria e l'acqua altamente contaminata è finita nel Pacifico.
Dopo più di 6 anni, la situazione è migliorata sotto certi aspetti ma è ben lungi dall'essere non solo risolta, ma definita. Tepco, governo e comunità scientifica procedono a tentoni mentre i pescatori e gli agricoltori della zona cercano di sopravvivere.
Alla stampa che si reca a visitare ciò che resta dell'impianto di Fukushima Daiichi quello che appare è surreale. In superficie, la centrale nucleare ha subito un importante lifting dal disastro del 2011. Dentro e sottoterra, rimane una palude, in cui regnano paura e ignoto.
Lo scorso mese un nuovo ed elegante edificio per uffici è comparso ad accogliere i giornalisti. Qui lavorano 1000 dipendenti dell'unità di smantellamento della Tokyo Electric Power Co. Un cartello avvisa che giochi come Pokemon Go sono vietati. Poco lontano, in un altro edificio, sono collocati una caffetteria e un minimarket; è facile dimenticare che ci si trova in una zona contaminata, in cui l'accesso è limitato.
I visitatori non devono più indossare tute ignifughe e maschere con filtro al carbone o coperture per scarpe in plastica a meno che non si rechino nelle zone più contaminate. È sufficiente l'attrezzatura per le zone a bassa dose di radiazioni: un casco, doppi calzini, guanti di cotone, mascherina chirurgica, occhiali e un giubbetto con dosimetro personale.
I detriti altamente contaminati e i veicoli danneggiati sono spariti. I tubi di plastica sono stati riparati con nastro adesivo e il quadro elettrico esterno in cui i ratti erano entrati provocando un blackout sono stati sostituiti con un'attrezzatura adeguata.
È stata costruita una copertura sopra il reattore 3, il cui tetto era stato spazzato via dallo tsunami: ora il groviglio di travi, cemento e cavi è al riparo dalle intemperie.
Una tacca su un vicino deposito di rifiuti segna l'altezza dello tsunami: 17 metri.
Ma quello che più colpisce i visitatori sono i 900 enormi serbatoi costruiti per immagazzinare un volume sempre crescente di acqua radioattiva. Perché questo è uno dei punti su cui si dibatte di più: cosa fare di tutta quest'acqua contaminata.
I reattori della centrale sono stati danneggiati irreparabilmente, ma per evitare il loro surriscaldamento, deve essere costantemente pompata al loro interno dell'acqua di raffreddamento. Quell'acqua raccoglie la radioattività presente, quindi fuoriesce dalle camere di contenimento danneggiate e si raccoglie negli scantinati, dove aumenta ancora di volume, perché si mescola con l'acqua sotterranea che è penetrata attraverso le crepe negli edifici del reattore.
Dopo essere stata raccolta, viene trattata per essere purificata: mediamente 210 tonnellate vengono riutilizzate come acqua di raffreddamento e le restanti 150 tonnellate vengono inviate allo stoccaggio del serbatoio. Quindi mediamente ogni giorno la quantità di acqua radioattiva a Fukushima cresce di 150 tonnellate. Se piove molto, l'afflusso delle acque sotterranee aumenta in modo significativo e così le 150 tonnellate diventano ancora di più.
Per ridurre questo circolo, la Tepco ha scavato dozzine di pozzi per pompare l'acqua freatica prima che raggiunga gli edifici del reattore e ha costruito un "muro di ghiaccio" sotterraneo mediante il congelamento parziale del terreno attorno ai reattori, ma il provvedimento sembra di discutibile efficacia.
Gli esperti scientifici che consigliano il governo hanno sollecitato un graduale rilascio di quest'acqua nell'Oceano Pacifico. Il trattamento decontaminante infatti rimuove tutti gli elementi radioattivi ad eccezione del trizio, che secondo loro è sicuro in piccole quantità. Ma perché si spinge per questa soluzione? Perché, se dovesse arrivare un altro terremoto devastante e i 900 serbatoi si rompessero, il loro contenuto potrebbe fuoriuscire in modo incontrollato e sarebbe la devastazione più completa. Ma i pescatori della zona si oppongono a questa soluzione.
Secondo loro, l'acqua che dovrebbe essere immessa nell'Oceano, per quanto ripulita, ha un'immagine sporca per i consumatori. Nonostante i ripetuti test dimostrino che la maggior parte dei tipi di pesce catturati nelle acque intorno a Fukushima siano sicuri da mangiare, gli acquirenti rimangono titubanti.
I pescatori temono che ogni rilascio di acqua decontaminata sarebbe l'ennesimo duro colpo per la loro ancora fragile ripresa. "Le persone eviterebbero di nuovo di comprare il pesce di Fukushima non appena verrà rilasciata l'acqua" ha detto Fumio Haga, un pescatore di rete a strascico di Iwaki, una città lungo la costa a circa 50 chilometri dalla centrale nucleare.
E così i serbatoi rimangono.
Per i pescatori della zona l'autunno è un periodo molto intenso di lavoro; prima del 2011 uscivano in mare tutti i giorni. Ora solo circa la metà dei 1.000 pescatori della regione escono e lo fanno solo due volte alla settimana, a causa della riduzione della domanda.
Questo nonostante il loro pescato sia analizzato e venduto solo se risulta sicuro (e c'è un apposito adesivo collocato sulla confezione a certificarlo). 15 mesi dopo lo tsunami erano solo tre le specie che avevano ottenuto il bollino, ad oggi sono arrivate a 100. Yoshiharu Nemoto, ricercatore senior presso il laboratorio di Onahama ha detto che il requisito richiesto per ottenere la certificazione è il più severo al mondo: nel pescato deve essere rilevato meno della metà del livello di cesio radioattivo consentito dallo standard nazionale giapponese e un dodicesimo del limite USA o UE.
Ma tutto questo non arriva al consumatore.
Quasi la metà dei giapponesi non conosce l'esistenza di questo test e tende invece a focalizzarsi su informazioni allarmanti sui possibili impatti sulla salute in casi estremi piuttosto che sugli standard di sicurezza.
Pur essendo in aumento le persone che comprano prodotti alimentari provenienti dalla zona di Fukushima, rimangono comunque 1 su 5 e la pesca è ridotta all'8% rispetto al periodo pre 2011.
Naoya Sekiya, esperto dell'Università di Tokyo in materia di informazioni sui disastri e di psicologia sociale, ha affermato che l'acqua della centrale nucleare non dovrebbe essere immessa nell'oceano fino a quando le persone non saranno ben informate sui fatti e psicologicamente pronte.
"Un rilascio dell'acqua basato solo sulla sicurezza scientifica, senza affrontare le preoccupazioni del pubblico, non può essere tollerato in una società democratica" ha affermato l'esperto "Farlo quando le persone sono impreparate non farebbe che peggiorare le cose." Insieme a Kikuko Tatsumi, rappresentante del gruppo di difesa dei consumatori, si stanno confrontando con rappresentanti del governo per capire come procedere, ma intanto il tempo passa e non si è arrivati a capo di niente.
E questa situazione di stallo potrebbe alimentare ulteriormente l'idea sbagliata del pubblico, cioè che se continuano a non immettere l'acqua nell'oceano, allora è vero che è pericolosa.
La Tepco ha dichiarato di non avere in progetto un piano per uno sversamento immediato dell'acqua e che può continuare a immagazzinarla senza problemi fino al 2020. La compagnia è convinta che dovrebbe essere il governo a prendere una decisione, perché le persone non si fidano più della Tepco.
Una proposta alternativa potrebbe essere quella di spostare i serbatoi in un'area di stoccaggio intermedio e aspettare a rilasciare l'acqua nell'oceano fino al 2023, quando il trizio presente sarà ridotto della metà.
Intanto gli enormi fusti restano lì, a ricordare la vera sfida che aspetta il paese: arrivare a scoprire quello che ancora giace sul fondo degli edifici dei tre reattori, la cui struttura ha subito diversi crolli e in cui l'esatta posizione del combustile fuso resta ancora in gran parte sconosciuta. I robot telecomandati ne hanno fornito una visione parziale ed incompleta, prima di smettere di funzionare a causa dell'elevata radioattività presente.
Fonti consultate:
TheJapanTimes1
TheJapanTimes2
Poi è arrivato l'11 marzo 2011. Un terremoto di magnitudo 9 con epicentro in mare aperto ha provocato uno tsunami che ha ucciso oltre 18.000 persone lungo la costa. Il terremoto prima e le massicce inondazioni poi, hanno messo fuori uso l'energia per i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Tre dei sei reattori presenti nella centrale hanno avuto fusioni parziali. Le conseguenti radiazioni si sono riversate nell'aria e l'acqua altamente contaminata è finita nel Pacifico.
Dopo più di 6 anni, la situazione è migliorata sotto certi aspetti ma è ben lungi dall'essere non solo risolta, ma definita. Tepco, governo e comunità scientifica procedono a tentoni mentre i pescatori e gli agricoltori della zona cercano di sopravvivere.
Alla stampa che si reca a visitare ciò che resta dell'impianto di Fukushima Daiichi quello che appare è surreale. In superficie, la centrale nucleare ha subito un importante lifting dal disastro del 2011. Dentro e sottoterra, rimane una palude, in cui regnano paura e ignoto.
Lo scorso mese un nuovo ed elegante edificio per uffici è comparso ad accogliere i giornalisti. Qui lavorano 1000 dipendenti dell'unità di smantellamento della Tokyo Electric Power Co. Un cartello avvisa che giochi come Pokemon Go sono vietati. Poco lontano, in un altro edificio, sono collocati una caffetteria e un minimarket; è facile dimenticare che ci si trova in una zona contaminata, in cui l'accesso è limitato.
I visitatori non devono più indossare tute ignifughe e maschere con filtro al carbone o coperture per scarpe in plastica a meno che non si rechino nelle zone più contaminate. È sufficiente l'attrezzatura per le zone a bassa dose di radiazioni: un casco, doppi calzini, guanti di cotone, mascherina chirurgica, occhiali e un giubbetto con dosimetro personale.
I detriti altamente contaminati e i veicoli danneggiati sono spariti. I tubi di plastica sono stati riparati con nastro adesivo e il quadro elettrico esterno in cui i ratti erano entrati provocando un blackout sono stati sostituiti con un'attrezzatura adeguata.
È stata costruita una copertura sopra il reattore 3, il cui tetto era stato spazzato via dallo tsunami: ora il groviglio di travi, cemento e cavi è al riparo dalle intemperie.
Una tacca su un vicino deposito di rifiuti segna l'altezza dello tsunami: 17 metri.
Ma quello che più colpisce i visitatori sono i 900 enormi serbatoi costruiti per immagazzinare un volume sempre crescente di acqua radioattiva. Perché questo è uno dei punti su cui si dibatte di più: cosa fare di tutta quest'acqua contaminata.
I reattori della centrale sono stati danneggiati irreparabilmente, ma per evitare il loro surriscaldamento, deve essere costantemente pompata al loro interno dell'acqua di raffreddamento. Quell'acqua raccoglie la radioattività presente, quindi fuoriesce dalle camere di contenimento danneggiate e si raccoglie negli scantinati, dove aumenta ancora di volume, perché si mescola con l'acqua sotterranea che è penetrata attraverso le crepe negli edifici del reattore.
Dopo essere stata raccolta, viene trattata per essere purificata: mediamente 210 tonnellate vengono riutilizzate come acqua di raffreddamento e le restanti 150 tonnellate vengono inviate allo stoccaggio del serbatoio. Quindi mediamente ogni giorno la quantità di acqua radioattiva a Fukushima cresce di 150 tonnellate. Se piove molto, l'afflusso delle acque sotterranee aumenta in modo significativo e così le 150 tonnellate diventano ancora di più.
Per ridurre questo circolo, la Tepco ha scavato dozzine di pozzi per pompare l'acqua freatica prima che raggiunga gli edifici del reattore e ha costruito un "muro di ghiaccio" sotterraneo mediante il congelamento parziale del terreno attorno ai reattori, ma il provvedimento sembra di discutibile efficacia.
Gli esperti scientifici che consigliano il governo hanno sollecitato un graduale rilascio di quest'acqua nell'Oceano Pacifico. Il trattamento decontaminante infatti rimuove tutti gli elementi radioattivi ad eccezione del trizio, che secondo loro è sicuro in piccole quantità. Ma perché si spinge per questa soluzione? Perché, se dovesse arrivare un altro terremoto devastante e i 900 serbatoi si rompessero, il loro contenuto potrebbe fuoriuscire in modo incontrollato e sarebbe la devastazione più completa. Ma i pescatori della zona si oppongono a questa soluzione.
Secondo loro, l'acqua che dovrebbe essere immessa nell'Oceano, per quanto ripulita, ha un'immagine sporca per i consumatori. Nonostante i ripetuti test dimostrino che la maggior parte dei tipi di pesce catturati nelle acque intorno a Fukushima siano sicuri da mangiare, gli acquirenti rimangono titubanti.
I pescatori temono che ogni rilascio di acqua decontaminata sarebbe l'ennesimo duro colpo per la loro ancora fragile ripresa. "Le persone eviterebbero di nuovo di comprare il pesce di Fukushima non appena verrà rilasciata l'acqua" ha detto Fumio Haga, un pescatore di rete a strascico di Iwaki, una città lungo la costa a circa 50 chilometri dalla centrale nucleare.
E così i serbatoi rimangono.
Per i pescatori della zona l'autunno è un periodo molto intenso di lavoro; prima del 2011 uscivano in mare tutti i giorni. Ora solo circa la metà dei 1.000 pescatori della regione escono e lo fanno solo due volte alla settimana, a causa della riduzione della domanda.
Questo nonostante il loro pescato sia analizzato e venduto solo se risulta sicuro (e c'è un apposito adesivo collocato sulla confezione a certificarlo). 15 mesi dopo lo tsunami erano solo tre le specie che avevano ottenuto il bollino, ad oggi sono arrivate a 100. Yoshiharu Nemoto, ricercatore senior presso il laboratorio di Onahama ha detto che il requisito richiesto per ottenere la certificazione è il più severo al mondo: nel pescato deve essere rilevato meno della metà del livello di cesio radioattivo consentito dallo standard nazionale giapponese e un dodicesimo del limite USA o UE.
Ma tutto questo non arriva al consumatore.
Quasi la metà dei giapponesi non conosce l'esistenza di questo test e tende invece a focalizzarsi su informazioni allarmanti sui possibili impatti sulla salute in casi estremi piuttosto che sugli standard di sicurezza.
Pur essendo in aumento le persone che comprano prodotti alimentari provenienti dalla zona di Fukushima, rimangono comunque 1 su 5 e la pesca è ridotta all'8% rispetto al periodo pre 2011.
Naoya Sekiya, esperto dell'Università di Tokyo in materia di informazioni sui disastri e di psicologia sociale, ha affermato che l'acqua della centrale nucleare non dovrebbe essere immessa nell'oceano fino a quando le persone non saranno ben informate sui fatti e psicologicamente pronte.
"Un rilascio dell'acqua basato solo sulla sicurezza scientifica, senza affrontare le preoccupazioni del pubblico, non può essere tollerato in una società democratica" ha affermato l'esperto "Farlo quando le persone sono impreparate non farebbe che peggiorare le cose." Insieme a Kikuko Tatsumi, rappresentante del gruppo di difesa dei consumatori, si stanno confrontando con rappresentanti del governo per capire come procedere, ma intanto il tempo passa e non si è arrivati a capo di niente.
E questa situazione di stallo potrebbe alimentare ulteriormente l'idea sbagliata del pubblico, cioè che se continuano a non immettere l'acqua nell'oceano, allora è vero che è pericolosa.
La Tepco ha dichiarato di non avere in progetto un piano per uno sversamento immediato dell'acqua e che può continuare a immagazzinarla senza problemi fino al 2020. La compagnia è convinta che dovrebbe essere il governo a prendere una decisione, perché le persone non si fidano più della Tepco.
Una proposta alternativa potrebbe essere quella di spostare i serbatoi in un'area di stoccaggio intermedio e aspettare a rilasciare l'acqua nell'oceano fino al 2023, quando il trizio presente sarà ridotto della metà.
Intanto gli enormi fusti restano lì, a ricordare la vera sfida che aspetta il paese: arrivare a scoprire quello che ancora giace sul fondo degli edifici dei tre reattori, la cui struttura ha subito diversi crolli e in cui l'esatta posizione del combustile fuso resta ancora in gran parte sconosciuta. I robot telecomandati ne hanno fornito una visione parziale ed incompleta, prima di smettere di funzionare a causa dell'elevata radioattività presente.
Fonti consultate:
TheJapanTimes1
TheJapanTimes2
Eppure potenzialmente potrebbe essere nulla in confronto alla pericolosità di certi reattori russi costruiti alla fine degli anni '40!
Chi è interessato veda: http://www-pub.iaea.org/books/IAEABooks/10962/The-Fukushima-Daiichi-Accident
in particolare il 4 volume.
La soluzione di questi problemi avverrà solo in un lungo periodo di tempo che possiamo valutare (ottimisticamente) in decenni e che comunque lascerà ugualmente degli strascichi.
Sopratutto la questione dell'acqua contaminata e la portata del combustibile fuso rimasto nei reattori restano i problemi più ardui a cui porre una soluzione che in effetti non è roba da poco...
Come smaltire tanta acqua contaminata e come porre rimedio a un combustibile fuso di cui non si conosce ancora la portata e la locazione precisa?
Possiamo solo sperare che nel tempo si riesca a risolvere tale situazione oppure almeno saperne contenere maggiormente i danni...
In certi momenti mi domando sempre se i benefici portati dall'uso dell'energia nucleare giustifichino i rischi legati alla sua produzione...
E questo nella speranza che non succeda altro nel frattempo.
Ogni volta che leggo di questa storia mi sgomento davanti alla scala del disastro. Diciottomila vittime. Per non parlare di tutte le persone ferite, o rimaste senza casa e che vivono tutt'ora in una condizione di indigenza. Le radiazioni. Una cosa del genere avrebbe messo in ginocchio altri paesi
È diverse cose saranno di difficile soluzione per i Giapponesi.
Non me la sento certo di biasimare le persone per essere sospettose. Stiamo parlando di avvelenamento da radiazioni, la peggior forma di intossicazione possibile e con le più imprevedibili conseguenze. Per i giapponesi poi è un punto anche più dolente dati i loro trascorsi storici. E poi siamo sinceri, voi lo mangereste del pesce pescato in quell'area? Magari è veramente più sicuro di quello pescato altrove, ma siete disposti a rischiare la vostra salute su un assunto?
Quanto vi fidate delle rassicurazioni e dei test della classe dirigente?
Qui siamo proprio al parossismo puro.
Avranno paura che i Pokemon con le radiazioni possano mutare
Per certe cose i Giapponesi sono propri strani.
Concordo con 2247, da ingnorante quale sono anche io non mi fiderei.
Non perchè non mi fidi dei test fatti, però con il radioattivo l'esperienza e storia ci ha insegnato che potrebbero esserci sempre dei problemi dietro l'angolo non calcolati.
Magari semplicemente il rilascio del trizio provoca in natura il rilascio di altro che non viene considerato nei test, e dopo 2 anni che mangi pesce ti ritrovi con problemi di salute.
Non ne so nulla ovviamente al riguardo, però non me la sento di biasimare i consumatori.
@2247
Dici benissimo e non si tratta solo delle atomiche sganciate durante la guerra, ma di un incidente che all'epoca fece molto scalpore in Giappone, ovvero di quello che accadde il 1 marzo 1954 all'equipaggio del perchereccio "Daigo Fukuryu Maru", rimasto esposto e contaminato dalle radiazioni del test atomico compiuto nel vicino atollo di Bikini.
L'incidente fu dovuto al fatto che la bomba sprigionò il doppio dell'energia preventivata e la zona di pericolo segnalata risultò di conseguenza non sufficente.
Non pochi dei disastri atomici hanno alla loro origine la sottovalutazione del potere che si sta sprigionando...
Mettiamo in chiaro una cosa: Questo potere NON potrà mai essere controllato a rischio zero e proprio per questo non riuscirò mai a essere del tutto tranquillo in merito all'energia nucleare...
Tra l'altro in Giappone ci sono già state gravi emergenze sanitarie (come la malattia di Minamata o quella di Yushō) provocate da disastri ambientali. In quei casi non si trattava di radiazioni, ma sono precedenti sufficienti per avere quantomeno un po' di sano scetticismo.
Ormai ogni volta che leggo notizie su Fukushima non può che venirmi in mente il manga 1F, che consiglio a chi è interessato all’argomento……anche se va be, al di là dello stile narrativo estremamente dettagliato e didascalico, già mentre lo leggevo mi sembrava che fossero state omesse qui e là questioni un po’ spinose, e anche che tutto il manga fosse pervaso da uno spirito ottimistico un po’ troppo eccessivo…….a leggere l’esperienza di quell’operaio sembrerebbe quasi che il grosso dei problemi sia stato risolto, sempre secondo la loro tipica mentalità giapponese del “Forza, impegniamoci tutti insieme! Mettiamocela tutta, con fatica e dedizione supereremo le difficoltà tutti insieme e ci aspetterà un futuro migliore!”.
Non dico che sia sbagliata come mentalità, ma è anche un atteggiamento un po’ bugiardo secondo me......i problemi a Fukushima sono ben lungi dall’essere risolti (come ben dimostra quest’articolo) e dovranno passare letteralmente dei secoli prima che la situazione in quella zona possa tornare alla normalità.
E questo, quando lo verranno a scoprire in massa provocherà un crollo totale dell'economia della zona di Fukushima, che non riguarderà solo il settore ittico, senza contare che, qualcuno potrebbe chiedersi se la cosa si sia vista in altre zone del Giappone anche in passato provocando il caos più totale .
Mi chiedo quando l'umanità comprenderà che l'energia nucleare è molto dannosa e che di utile ha ben poco .
non cominciamo a sparare cavolate: la verità è che senza carbone, petrolio e forse pure l'energia prodotta dalle centrali nucleari non saremmo oggi a questo punto, non avremmo le comodità che abbiamo nè la possibilità di ricercare fonti di energia più pulite e più sostenibili vome stiamo facendo ora, anzi forse staremmo ancora nelle caverne ad affumicarci col fuoco...
Non mi sembra neanche lontanamente corretto paragonare eventi che hanno causato la morte di decine di migliaia di persone con Fukushima, le cui attuali morti per radiazioni sono 0 ed è difficilissimo stimare l'impatto della radiazioni in futuro perché solo nelle zone limitrofe l'esposizione alle radiazioni ha superato i livelli di guardia (e anche lì con dosi di radiazioni il cui effetto è aumentare di qualche punto percentuale la possibilità di contrarre alcuni tipi di tumori).
Sicuramente è un problema complesso quello di smantellare tutto e far sì che a Fukushima torni la normalità, ma è un incidente che non ha niente a che vedere con eventi così tragici da avere spazzato via migliaia di vite e condannato milioni di persone a vivere con la paura di contrarre un tumore.
Questo a voler essere puntigliosi.
Poi purtroppo trovo deprimente vedere che a condannare i pescatori della zona non siano in realtà le scorie nucleari ma la diffidenza della gente, fomentata dalla non corretta informazione data sull'argomento e dalla totale mancanza di trasparenza avuta dalla Tepco durante la gestione dell'incidente.
Io invece ragiono spesso su come sarebbe bello vivere in un mondo in cui le discussioni scientifiche siano fatte con dati alla mano e non sparando frasi ad effetto.
Così si potrebbe discutere di come l'energia idroelettrica nella storia abbia fatto un numero di morti considerevole in Italia (magari qualcuno si ricorda del Vajont e dei suoi 1910 morti) e nettamente superiore nel resto del mondo anche solo considerando la la diga di Banqiao.
Cito per chi non ha voglia di aprire il link, 171 mila morti, 6 milioni di edifici crollati e 11 milioni di sfollati.
E sì, è solo una provocazione, l'idroelettrico è una fonte di energia rinnovabile tendenzialmente sicura e irrinunciabile, quello che ci sarebbe da chiedere è perché da 6 anni viene citato Fukushima (impatto economico notevole, impatto sulle vite umane fortunatamente lievissimo) come monito per lo sviluppo del nucleare mentre sono sicuro che in Italia meno dell'1% della popolazione sa della diga di Banqiao?
Il vero nocciolo della questione è che la discussione sulla produzione energetica non andrebbe avvelenata in questo modo.
I disastri capitano, per forza, ma andrebbero visti come un'occasione sulla sostenibilità delle tecnologie e chiedersi se si possa fare di meglio.
D'altronde pensare di produrre energia sufficiente per tutti gli abitanti del pianeta in modo sicuro e senza impatto ambientale è impossibile.
Il nucleare sappiamo che è pericoloso, smettiamo di usarlo, ok?
Le dighe cedono, smettiamo di usarle, ok?
Petrolio, carbone e gas naturale inquinano (sono anni e anni che la WHO avvisa dei pericoli dell'inquinamento dell'aria e sulle terribili conseguenze, cito da qui "Ambient air pollution, made of high concentrations of small and fine particulate matter, is the greatest environmental risk to health—causing more than 3 million premature deaths worldwide every year.").
Insomma, quale futuro vorresti per i bambini, un futuro senza energia elettrica?
Perché a quello si arriva essendo la questione affine al volere la botte piena e la moglie ubriaca, semplicemente per ora non si può.
P.S. Io il pesce di Fukushima me lo mangerei eccome, ugualmente sicuro e lo andrei anche a pagare di meno.
Non ho mai mangiato così tanto manzo come quando sui tg parlavano di mucca pazza ogni 2X3.
La carne era strasicura ma nessuno la comprava lo stesso perché i consumatori non erano stati informati correttamente e di suo l'uomo è un animale diffidente (spesso a torto, ma non sono decisione ragionate, quindi è difficile discuterne).
Un altro fatto è che in Italia costruire una centrale nucleare è più un favore che si fa ai costruttori che un'utilità per la popolazione. Ammesso che esista già un progetto e che si possa dare il via ai lavori, passeranno 10/15 anni prima che la centrale sia attiva. Stiamo quindi parlando di energia che non potremmo avere prima del 2030... e nel frattempo?
In africa, in asia (arabia saudita ad es) stanno puntando molto sul fotovoltaico. C'è l'eolico. Il geotermico. A Bolzano c'è un sistema di riscaldamento della città che parte dal termovalorizzatore. Se puntassero un po' più sulla ricerca potrebbero arrivare alla fusione (molto più sicura perché funziona solo se il sistema è stabile, altrimenti si spegne da solo, e i residui radioattivi si limitano all'interno della struttura stessa - radioattività indotta - enormemente più gestibile).
Se vuoi tirare in ballo la diga del Vajont allora paragonala con una centrale nucleare costruita su una santabarbara o a costruire un Hotel come quello del Rigopiano. Poniti la domanda perché certi disastri chimici (Bophal, ad esempio) accadono in paesi poveri o cerca di ricordare quello che è successo a Seveso nel 1976: probabilmente anche lì nessuno sarà morto per la diossina ma ha avuto un enorme impatto sugli sfollati e sulla giurisprudenza italiana e europea (legge sull'aborto, direttiva Seveso). È ovvio che le centrali nucleari vengano costruite con il massimo della sicurezza ma appunto perché un minimo errore (aver sottovaluto l'altezza massima di uno tsunami o il blocco di una valvola dell'acqua - Chernobyl, Thee mile Island) lo si paga a carissimo prezzo, per anni.
Ma facciamo finta che vada tutto bene. Il prezzo del materiale fissile è in costante ascesa con la conseguenza che sarà sempre meno conveniente al KW. In Italia non esiste un luogo la cui stabilità geologica sia assicurata per centinaia di migliaia di anni. Allo stato attuale non esistono contenitori che possano resistere per un tempo paragonabile. Anche se si trovasse il sito, i residui non possono essere semplicemente accatastati. Tutt'ora non esiste una procedura certa per il trattamento delle scorie.
Infine: prima dello smantellamento della centrale di Trino al mondo non esisteva neppure un piano di dismissione della centrale. A Chernobyl, a suo tempo, l'URSS ha dovuto impiegare la quantità di cemento che produceva in un mese per costruire un sarcofago sopra i reattori (e l'URSS era il primo produttore mondiale di cemento) e là dentro neppure i droni riescono a resistere più di un'ora alle radiazioni. A Fukushima, vicino al nocciolo, non va tanto meglio.
In realtà l'energia nucleare, se ben utilizzata, è davvero un'alternativa valida per produrre energia, soprattutto in grandi quantita, ed a costi interessanti. C'è in diversi paesi del mondo una ripresa della costruzione di NUOVE centrali, dalla Cina, ne hanno 10 in costruzione, al mondo arabo - ma temo per diverse finalità - Il problema è che non viene ben utilizzata. Anzitutto la tecnologia è pericolosamente invecchiata, dagli anni settanta le centrali funzionano nello stesso modo, abbiamo solo piccole novità. Il livelo di sfruttamento dell'energia nucleare che sprigiona una centrale, per creare energia elettrica, è miserando. Inoltre le centrali producono solo quella. Energia elettrica. Le moderne centrali a gas - e di gas oggi ne abbiamo a iosa -possono competere facilmente... Le innovazioni che si potrebbero avere stanno ritardando, mentre il progetto per la fusione nucleare, che è in itinere - proprio in questi giorni è stato trasferito dai laboratori italiani, che lo hanno costruito, verso la Francia, un importante elemento che servirà a costruire una macchina con la quale si testerà il core di quelli che saranno i reattori a fusione nucleare - vuole ancora decenni.
Ma non sfuggo alla domanda che proponi: Esistono altri modi alternativi per creare grandi quantità di energia in modo stabile e continuativo e senza rilasciare inquinanti in quantità massiccia ? ( un esempio X tuti gli esperimenti con le alte energie del CERN )
Si. Una prima alternativa è l'energia geotermica, anche la Tepco ha proposto una centrale geotermica di nuova generazione, ma in Giappone hanno un problema serio: le Honsen. Molti temono che sfruttando le acque sotterrane le attività della rete, diffusissima, di piccole e grandi stazioni termali, come ci ha spiegato Hachi, vera istituzione sociale per i giapponesi finiscano per essere danneggiati. Seguendo linee di ragionamento forse troppo meccanicistiche.
Sta di fatto che le associazioni di rappresentanza delle Honsen - che sono anche un businnes enorme -sembrano in grado di farsi parecchio valere.
In Italia potremmo realizzare facilmente alcune centrali geotermiche, una sicuramente in Sicilia, con la potenza di tre centrali nucleari. ( se ne discute da anni ma nessuno da i permessi..la cosa impressionante è che l'Italia è uno dei pionieri, ed un vero leader in questo campo).
Anche senza centrali in diverse zone del nostro paese sarebbe possibile, coniugando regole su efficienza energetica e tecnologia geotermica, creare palazzi e abitazioni del tutto autonomi rispetto al problema energetico.
In seconda battuta c'è l'energia delle maree di cui poco si parla..anche qui l'Italia è un leader mondiale, sono in corso sia a Napoli che in Sardegna esperimenti con dei prototipi di generatori che riescono a sfruttare anche i piccoli flussi di marea che caratterizzano le nostre coste ( altri esperimenti li stanno facendo gli inglesi nel mare del Nord )
Il punto per questo tipo di energia da rinnovabili, è sempre lo stesso, garantire la continuità del flusso energetico, e quindi come "mettere in riserva" l'energia prodotta..
Ecco che ti spunta whitestrider che ovviamente non può lasciarsi sfuggire un post di Animeclick senza che lui debba dire la sua. Con l'educazione che lo contraddistingue taccia di dire "cavolate" chi ha un'opinione diversa dalla sua.
se l'opinione è una cavolata non posso dire che è un intervento intelligente, mi dispiace...
Usare la solita retorica "l'uomo è la rovina della Terra" o robe del genere non ci porta da nessuna parte!
E purtroppo si continua a pensare, e d'altra parte lo faremmo anche noi, che 'il pesce sia radioattivo'.
Impressionante la quantità di acqua contaminata / da decontaminare che si viene a creare ogni giorno comunque... e poi anche se si continua a rimandare il problema, dopo il 2020, che succederà?
Se cerchi in internet ad esempio "costo dell'elettricità per fonte" vedrai che già solo per il costo netto, già ora non è competitivo e il costo del combustibile fissile aumenta. Il problema del nucleare sono "i costi nascosti" e che, seppur sicurissimo e quindi con una percentuale di rischio grave molto basso, i costi nel caso in cui accadesse qualcosa (non necessariamente una catastrofe) lo rendono svantaggioso. Certo, non lo escludo completamente ed è possibile che l'umanità debba ricorrere all'energia nucleare per sopravvivere, ma ciò significherebbe che saremmo messi molto male. Prima cerchiamo di vedere quanto riusciamo ad ottenere con le rinnovabili e poi poniamoci il problema.
Il problema non è quello del "costo" la voce costo del carburante qual'è esattamente?? Me lo chiedo credo da venti anni riflettendo sui danni da inquinamento, alle persone, all'ambient, ai beni culturali, prodotto dalle automobili - credo che qualcuno abbia fatto il conto negli ultimi anni -
Mi venne in mente perchè abito in un palazzo in una zona centrale, con gli androni in marmetto, un giorno ne sostituimmo uno...il suo nitore bianco mi colpì. Ancora peggio quando ristrutturammo l'entrata e ripullimo i marmetti, il confronto era tremendo. Mi chiesi quante polveri sottili ingoiavo io, i tantissimi bambini delle scuole li attorno.
Il problema vero è trovare soluzioni accettabili e convenienti. La Tepco ha investito, e lo stato nipponico attraverso di essa, non si sà più quanti miliardi nell'industria dell'atomo, non parliamo dell'industria petrolifera. Occorre compore gli interessi, trovare soluzioni serie. Alla maggioranza delle persone il costo dell'energia importa poco: "fà freddo, voglio scaldarmi".."C'è bisogno di cucinare, apriamo il fuoco." Come l'energia sia prodotta ci si pensa in pochi.
Le rinnovabili sono molto interessanti, soprattutto se c'è un vero cambio di tecnologia come orizzonte di riferimento. In Giappone dovrebbero affrontare questo problema. Cambiare l'orizzonte tecnologico, con rischi conseguenti, oppure attendere, non si sà bene cosa...
La Cina, che costruisce tantissime centrali nucleari, ha esternalizzato una parte delle sue produzioni più pericolose, e stà cercando anche essa di puntare sulle rinnovabili - anche se in modo contradditorio -
Energie alternative all’energia nucleare? Beh, ce ne sono………e ce ne sono a bizzeffe, potremmo sostituire tranquillamente anche il carbonfossile se solo volessimo; non dico che sarebbero totalmente prive di rischi anche queste, ma di sicuro avrebbero meno impatto sull’ambiente di quanto non lo abbiano le risorse che stiamo sfruttando ora.
C’è l’energia solare (e noi italiani siamo primi nel mondo nel campo del fotovoltaico, anche se lo sfruttiamo ancora pochissimo), l’energia idrica (e il paragone del Disastro del Vajont con Chernobyl/Fukushima è insensato, a livello ambientale tutta la zona di Longarone è tornata abitabile in pochissimo tempo, a differenza dei danni causati negli altri due casi dalla radioattività, che impiega secoli ad essere “riassorbita” dall’ambiente), l’energia geotermica (come detto prima di me, siamo l’unico paese europeo con vulcani attivi come l’Etna e Stromboli……e stanno lì, totalmente non sfruttati), l’energia eolica (cacchio………noi italiani abbiamo la Bora!! Raffiche di vento a 150 Km/h, possibile che a nessuno sia venuto in mente di sfruttare quell’energia mostruosa???)……ce ne sono INFINITE di possibili fonti di energia alternative.
E oltre a queste ho da aggiungere ancora un paio di osservazioni personali:
1) Secondo me l’umanità ha rinunciato troppo frettolosamente all’energia ricavata sfruttando la macchina a vapore…….è meno potente del motore a combustione interna, verissimo, ma per tante piccole cose il vapore garantirebbe oggi un risparmio energetico non indifferente, ma purtroppo siamo ancora legati all’idea preconcetta che nell’800 per comprimere il vapore servissero macchinari enormi ed estremamente sensibili all’usura, tutti aspetti facilmente risolvibili con la tecnologia di oggi……ma anche questo è un campo totalmente trascurato.
2) Io non riesco ancora a credere che a oggi, 2017, non abbiamo ancora trovato un metodo efficace per immagazzinare l’energia data dalla scarica di un fulmine! Anche Benjamin Franklin c’era arrivato a capirlo: ogni volta che vedo un temporale con lampi, fulmini e saette penso a quanta energia inutilizzata ci sarebbe da sfruttare, quando con una decina di fulmini di un singolo temporale si potrebbe alimentare un’intera nazione per tantissimo tempo.
Quindi, energie alternative al nucleare? Ce ne sono A IOSA, ma resteranno totalmente sottostimate e sottosfruttate per chissà quanto tempo ancora finché il nucleare e il petrolio garantiranno un paio di banconote in più in tasca a qualche ricco petroliere o a qualche azienda come la Tepco in Giappone.
Prendere coscienza di quello che l'uomo sta infliggendo alla Terra ci porta, se si vuole, a cambiare perlomeno il proprio stile di vita per ridurrne l'impronta ecologica. Chiamala retorica quanto vuoi, ma il suggerimento che do (e per fortuna non sono il solo) è tutt'altro che poco intelligente, anzi, se posso mi permetto di dire che fare il contrario non è una scelta intelligente.
Mi sa che hai letto troppi Topolini...
No, ho solo visto Ritorno al Futuro
E, al di là delle battute, tu invece sei molto poco informato, sono anni che esistono gruppi di ricercatori impegnati appunto nel trovare un modo per immagazzinare quell’energia, altro che Topolini.
(Ah e comunque ho tentato di spiegare ed argomentare in modo sensato i miei pensieri......io......)
Che qualcuno stia provando ad "imbrigliare" l'energia dei fulmini non significa che sia fattibile (almeno non nell'immediato)...Bisogna anche stare con i piedi per terra, un po'! Vediamo invece cosa possiamo utilizzare per produrre energia OGGI (e quanta energia sia possibile realisticamente produrre)
EDIT: anzi, forse è fattibile, ma "Durante un'intervista il ricercatore ha dichiarato che l'energia scaturita da una tempesta di fulmini è comparabile a quella di una bomba atomica, ma cercare di immagazzinare l'energia di un fulmine da terra è impraticabile; questo perché, anche durante una tempesta, è impossibile prevedere con esattezza il luogo di impatto del fulmine."
Quindi anche costruendo strutture in grado di convertire l'energia dei fulmini in energia utilizzabile per l'uomo non è detto che i fulmini colpiscano spesso queste strutture...
"Secondo Martin A. Uman, co-direttore del Lightning Research Laboratory nell'Università della Florida, una dozzina di torri, come quelle progettate da AEHI, sarebbero in grado di accendere cinque lampadine da 100 Watt per un anno"
Wow, 12 torri capaci di accendere BEN 5 lampadine da 100 watt per un anno? Ma è stupendo!
Seriamente, troppi Topolini...
Fai dell'ironia dove non è il caso. Citi le dichiarazioni del livello di energia di un prototipo, questo ovviamente non significa che in futuro quel tipo di torri non possano essere migliorate! Anche il primo telefono non era certo in grado di sfruttare appieno le risorse dell'epoca (che sono le stesse di oggi), semplicemente la tecnologia non era la stessa dei nostri giorni! Se tutti gli scienziati avessero abbandonato la ricerca di fronte al primo esperimento fallito saremmo veramente messi male! Citando la tua stessa fonte "Un singolo fulmine porta una quantità relativamente grande di energia (circa 5 miliardi di Joule, quasi quanto l'energia prodotta da 145 litri di petrolio)", e se contiamo quanti fulmini si generano durante un temporale, se solo si potesse immagazzinare quell'energia, risparmieremmo ben più del consumo di qualche lampadina come dice Martin A. Uman. Il fatto che non sia possibile farlo OGGI non significa che non si riuscirà a farlo DOMANI: si tratta solo di essere, non dico ottimisti, ma almeno possibilisti!
P.S. Probabilmente anche nel secolo scorso c'è stato qualcuno che ha tacciato chi pensava fosse possibile produrre una pistola elettrica di aver letto troppi romanzi di Jules Verne! E recentemente: chi sarà il presidente degli Stati Uniti? Trump? Ma va, hai visto troppi episodi dei Simpson...
Non è che se muori di tumore allora è colpa delle radiazioni.
Non capisco perché prima citi documenti scientificamente validi e poi metti in mezzo questa panzana.
Vuoi sapere il motivo più probabile della morte di Masao Yoshida?
Eccolo
Ma chi è che costruirebbe una centrale nucleare a Milano? Dai, siamo seri.
Fai un po' te il conto della zona evacuata a Fukushima e dimmi un po' se il tuo commento ha senso o se stai solo cercando di instillare paure infondate verso il nucleare.
E chi ha mai parlato di questo?
In Italia non riusciamo nemmeno a gestire i rifiuti radioattivi provenienti dal settore medico, sono poco fiducioso sul fatto che si potrebbe mai riuscire a costruire una centrale nucleare in Italia.
Per altro visti i costi esagerati che hanno i design attualmente in costruzione non sono nemmeno sicuro sia economicamente una buona idea.
C'è una bella differenza tra voler costruire una centrale e ritenere che ogni fonte energetica andrebbe valutata.
Puoi metterci tutte le rinnovabili che vuoi, al momento non bastano (e comunque le terre rare non sono infinite né lo spazio su cui fare installazioni) .
Dovrai comunque decidere come ottenere la parte restante di energia, e di soluzione perfette non ce ne sono.
Veramente tutti i design attuali di centrali a fissione nucleare sono passivamente sicuri, in caso di perdita del liquido di raffreddamento non si arriva alla fusione del nocciolo.
E per la fusione io ho serissimi dubbi che ci si arrivi in tempi brevi.
Ovviamente sarei ben felice di essere smentito.
O costruire una centrale a due passi dal mare sapendo che gli tsunami esistono.
O disabilitare i sistemi di sicurezza di una centrale (forse dovresti informarti sul disastro di Chernobyl se pensi che sia stata una questione di valvole).
Però le scuse valgono sempre e solo per gli altri sistemi di produzione di energia.
Per altro Three Mile Island, dati alla mano, ha avuto un costo di 1 miliardo di $ per la pulizia e praticamente 0 rilevanza a livello di salute dei cittadini.
Per quanto sia stato un incidente grave onestamente mi sembra che venga spesso citato a sproposito lasciando credere che ci siano stati chissà quali danni.
E quindi? Questo vuol dire che non si debba valutare il nucleare perché ci sono problemi da risolvere (per altro non capisco perché si dia per scontato che le scorie radioattive debbano per forza poter essere messe in un posto singolo e lasciate lì fino alla fine dei tempi.).
Ci sono per tutte le fonte energetiche (per altro davvero, cosa c'entra che per creare un sacrofago in caso di fusione del nocciolo serva una caterva di cemento? Se valuti la costruzione di una diga vai a guadare il costo del disastro di Banqiao?).
Onestamente non mi pare del tutto vero considerando che i passi avanti sono migliorie come la sicurezza passiva, che non mi pare una cosa da poco.
Poi lo sfruttamente non è nemmeno così basso, molto più alto che in passato e i futuri design dovrebbero poter superare il 40%.
E la ricerca non è nemmeno ferma, tra nuovi tipi di reattori veloci e reattori al torio (che producono scorie con emivita molto più bassa).
Sul resto del post concordo, ma al momento passare totalmente o quasi alle rinnovabili non è possibile nel breve periodo, e anche solo un aumento sensibile della quota rinnovabile ha costi enormi, la Germania, che pensa di arrivare a 1/3 della produzione tramite energie rinnovabili entro il 2020 e l'80% entro il 2050 ha pianificato il costo di un tale approccio in un trilione di € (al 2030).
La strada da seguire è quella, ma non è né semplice né priva di problemi (in Italia non credo ci sarebbero i fondi per fare ciò).
(e comunque questo non evita che in Germania succedano cose come questa.
La zona è di 4200km².
E cosa intendi con irrimediabilmente radioattiva?
Perché se ti immagini km quadrati di nulla sei molto fuori strada dato che c'è questo.
@Zero___Zone
Lo sai almeno che tutte le centrali a combustibile fossile e a nucleare usano turbine a vapore per produrre energia elettrica? Cosa pensi, che le centrali a gas o a nafta siano come i motori di un'automobile?
Faccio dell'ironia perché abbiamo bisogno di energia oggi, non tra chissà quanto tempo...
Ovviamente mica dico che devono smettere la ricerca di fonti di energia alternativa, ma dubito che riusciremo a ricavare qualcosa dai fulmini tanto presto (o forse anche mai). Nel frattempo però abbiamo bisogno di sempre più energia, e non è detto che le fonti alternative siano sufficienti a coprire il fabbisogno mondiale.
La zona è di 4200km².
E cosa intendi con irrimediabilmente radioattiva?
Perché se ti immagini km quadrati di nulla sei molto fuori strada dato che c'è questo.<<<
@Chibi Goku
Secondo te se anche fossero (e non lo sono) "solo" 4200 km² tutto questo è ammissbile? A proposito, da dove salta fuori questo dato? L'estensione degli effetti delle radiazioni si riscontrano in mezza Europa, altro che 4200 km²! E perdonami se sorrido quando vedo la foto di bisonti a pubblicizzare un paventato ritorno a una natura verde e paradisiaca: no, dico, stiamo parlando della Russia, un Paese che al'inizio tentò di nascondere il disastro di Chernobyl, e in seguito continuò a dichiarare "risolto" il problema nascondendo all'opinione pubblica uomini e animale deformi che ancora oggi vivono in condizioni inimmaginabili. Non basta fare una foto di qualche bisonte (scattata chissà dove, fra l'altro) e dire "Vedete? E' tutto a posto, ci sono anche i bisonti!". "Irrimediabilmente radioattiva" significa che quelle zone resteranno contaminate per centinaia di anni, non fare finta di non averlo capito. Se sei qui a volerci convincere che l'energia nucleare è sicura a tutti i costi ti lascio alle tue convinzioni.
@whitestrider
Ma scusa, dicendo questo stai affermando che l'uomo non è in grado di adattarsi. Se mi riducono lo stipendio, non è che vado a rubare per avere lo stesso tenore di vita che avevo prima, riduco i miei consumi e gli sprechi. Possiamo vivere senza centrali nucleari, con l'eolico o il solare avremmo meno energia, pagheremmo più tasse, faremmo più sacrifici e quant'altro, saremmo, se vuoi, più poveri, ma preferisco ridurre il mio tenore di vita piuttosto di correre il rischio di non avercela proprio una vita (o di averla segnata dalla sofferenza di avere un parente con un cancro dovuto all'ingerimento di cibo radioattivo).
Lol, e chi dice che non potremmo? Ma vedi tu tanta gente disposta a farlo? Io no...
Incommentabile (perlomeno, se vuoi trollare, cita un articolo che dica l'esatto contrario di quello che afferma questo.)
Gli svizzeri in Canton Ticino dovrebbero aver messo un impianto di stoccaggio per le scorie. Se ne era parlato anni fa per la presenza di una falda freatica che avrebbe portato eventuali scorie a fuoriuscire in territorio italiano. Poi è vero che le centrali francesi non sono proprio così vicine al confine. In totale, entro 200 Km dovrebbero essere una trentina (in totale). Quello che intendo dire è che in Italia è difficile trovare un posto lontano da centri abitati.
Quindi per te Fukushima è una paura infondata. Prendi un punto qualsiasi nella pianura Padana ed evacua tutto ciò che c'è nel raggio di 30/40 Km e di' agli altri che va tutto bene. Poi fammi sapere.
Scusa, ma non è proprio così. Nemmeno a Fukushima c'è stata "perdita" del liquido di raffreddamento: quello che è venuto a mancare è il ricambio, dovuto al fatto che i gruppi elettrogeni erano stati inondati dallo tsunami e le valvole per il ricambio non hanno fatto fluire nuova acqua. Le barre si sono corrose, hanno sviluppato idrogeno, e la copertura in cemento (non il contenitore del nocciolo) è saltata (scaricavano l'idrogeno "in eccesso"). Le fughe di materiale radioattivo era "dovuta" per preservare l'integrità del contenitore del nocciolo. A Chernobyl invece il nocciolo è stato letteralmente sparato in atmosfera. L'unico davvero sicuro passivamente sarebbe un reattore a fusione ma, come hai detto, non ci si arriverà a breve. Specie se non ci si investe.
Ovviamente stavo parlando della causa meccanica e non voglio assolutamente giustificare gli errori e le omissioni (criminali) fatte dal personale. Però, d'altra parte, una centrale non dovrebbe anche essere a prova di stupido?
Però sono sempre costi.
Se hai un piano di smaltimento efficace, proponilo. Atomi come lo stronzio e cesio hanno un periodo di dimezzamento relativamente corto però l'uranio no. Spero che tu non voglia negare gli effetti negativi sui soldati che nella ex Yugoslavia usavano proiettili corazzati con "uranio impoverito" (un modo - tetro - per riciclare il MOX, se credi.)
Beh, grazie, se chiedi al bambino ammalato "Sei disposto a farti fare la puntura pur di guarire?" lui ti dirà di no, ma tu che sei un genitore/medico responsabile gliela fai lo stesso perché sai che a fronte di un piccolo suo dolore trarrà grandi benefici.
E comunque un po' di gente disposta a rinunciare all'energia nucleare c'è se più della metà di chi è andato a votare in Italia in due distinti referendum a riguardo ha detto "NO". Per fortuna, dico io.
La gente è disposta a rinunciare a tutto in teoria, ma poi nella pratica...
Ad ogni modo il fabbisogno di energia aumenta sempre di più, si vedano queste proiezioni fino al 2025:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:World_energy_consumption,_1970-2025,_EIA.png
Come si può vedere la maggior parte dell'energia proviene (e continuerà) ancora da petrolio, carbone e gas naturali, fonti di energia non troppo salutari. Insomma siamo "fottuti" comunque, ancora per un bel pezzo (a meno che non si voglia davvero ritornare alle caverne)
Beh, scegliendo "NO" al referendum hanno affermato di voler rinunciare anche nella pratica. Il fabbisogno di energia aumenta perché la popolazione aumenta: in Italia ci sono meno soldi dall'inizio della crisi nel 2007, si fanno di conseguenza meno figli. Ci si adatta alle condizioni. Se si sceglie di avere meno energia in futuro, è ovvio che tutta la popolazione mondiale dovrà contrarsi. La Cina ha imposto la regola di un solo figlio per coppia: ciò è sensato, visto che non riuscirebbe a sfamare tutti. A malincuore, ma io penso che queste consierazioni dovrebbroe essere valutate anche da altri Paesi: le risorse della Terra non basteranno per tutti se la popolazione mondiale cresce a questi ritmi e non si fanno scelte più ecosostenibili. Hai ragione, siamo "fottuti", a meno che noi per primi diamo l'esempio di voler cambiare. "E se io posso cambiare, se voi potete cambiare... tutto il mondo può cambiare!" (cit.) Basta essere in tanti a volerlo.
Sì bravo "tutti possono cambiare", ma nessuno lo fa davvero: gli Stati Uniti continueranno a consumare risorse come se fossero infinite, la Cina e l'India consumeranno sempre più energia, pure in Africa aumenterà il fabbisogno di energia, e nel frattempo qua qualcuno dice che risolveremo i problemi energetici catturando i fulmini (o citando Rocky IV)?? WTF??
Ridicolo...
Infatti a causa delle scelte scellerate di USA, Cina, India e compagnia bella stiamo uccidendo il nostro pianeta e quindi noi stessi. Ripeto, il fabbisogno di energia aumenterà se la popolazione aumenterà: se non si cerca di interrompere questo circolo vizioso la fine (per noi) arriverà prima del previsto. Poi ognuno è libero di "fottersene" dietro l'etichetta di essere "realista", ma non è l'atteggiamento giusto. L'Italia è sopravvissuta anche senza centrali nucleari, anche questa è una realtà. Ognuno vede la realtà che vuole. Con questo chiudo, ormai l'argomento è stato sviscerato abbastanza e le posizioni di ognuno messe sul tavolo. Buon sabato sera a tutti.
Sì, buona notte...mi chiedo quanti di noi andrebbero a dormire alle 10 se gli fosse detto che bisogna farlo per risparmiare energia e salvare il pianeta...
Per unirmi alla discussione a cui altri hanno partecipato prima di me, vorrei dire che anche io sono contrario all'energia nucleare. È vero che produce grandi quantità di energia ad un costo inferiore di quello richiesto da altre fonti, ma porta con sé troppi rischi a cui, con la tecnologia attuale, non siamo ancora in grado di rimediare. A Chernobyl proprio quest'anno è stato inaugurato il nuovo "sarcofago" (una vera e propria bara di cemento che è andata a coprire ciò che resta della centrale e del vecchio sarcofago), ma di fatto si tratta di un modo di nascondere la polvere sotto il tappeto per evitare che succedano altri danni, tant'è all'interno della centrale problemi ancora ce ne sono. A Fukushima, come specificato dall'articolo, a distanza di sei anni non si sa ancora l'entità e la locazione esatta dei danni...
Alla luce di ciò, mi aggrego con chi dice che puntare su fonti di energia più sicure (e più pulite dei combustibili fossili) è la scelta che l'umanità DEVE compiere nei prossimi anni. L'inquinamento dell'ultimo secolo ha già avuto un enorme impatto ambientale (non solo un aumento della temperatura media, ma anche un incremento di catastrofi naturali), ed è giunta l'ora di fare dietro-front e attuare misure preventive in merito. Sebbene molto timidamente, numerosi esponenti politici se ne sono accorti ed è un argomento di cui oramai si parla spesso (mentre fino a qualche anno fa era relegato a qualche documentario o servizio giornalistico di approfondimento di cui in pochi si interessavano e che ancor meno prendevano seriamente). Per esempio, se non sbaglio un recente disegno di legge prevede che tutte le abitazioni costruite in Italia a partire dal 2020 dovranno essere autosufficienti, ovvero produrre un quantitativo di energia che sia almeno in grado di pareggiare l'energia consumata.
La fonte di energia del futuro dovrà essere per forza di cose il fotovoltaico, supportata forse da altre secondarie come l'eolico, l'idroelettrico e il geotermico. Ma per farlo i governi dovrebbero prendere in seria considerazione la situazione attuale e fare qualcosa a riguardo, possibilmente fornendo incentivi alla costruzione di impianti di energia rinnovabili, sia per le aziende che per i privati, e al contempo disincentivare l'uso di fonti di energia inquinanti.
Ammetto che quello del controllo delle nascite è un pensiero che mi ha solleticato la mente diverse volte, ed è una soluzione a cui, se continuiamo così, non sono certo che i governi potranno rinunciare quando le cose si faranno più difficili.
Voglio fare, però, una constatazione: La Cina aveva attuato il provvedimento per motivi economici e non ecologici, e se non sbaglio qualche anno fa ha deciso che la popolazione era ritornata a cifre considerate "normali", e che quindi non ci fosse più bisogno di quella legge. Potrei sbagliarmi, sinceramente non sono informatissimo a riguardo, ma mi pareva di aver letto così qualche tempo fa.
Senti, hai detto tu "Chernobyl ha reso irrimediabilmente radioattiva un'area spaventosamente grande, non una città, ma quasi una Nazione intera".
Più che farti vedere che non è vero non posso fare quindi saluti, rimani pure con le tue convinzioni da complottista, per me puoi anche credere a Babbo Natale, non mi cambia la vita.
Io davvero non capisco perché mettere in mezzo un morto di tumore solo per instillare paura del nucleare.
Per altro basta andare sulla pagina di wikipedia per leggere
"Yoshida was diagnosed with esophageal cancer, which was determined by TEPCO to be unrelated to the nuclear accident"
O andare sulla pagina di wikipedia relativa ai tumori per radiazioni e leggere
"Instead, surviving cells appear to have acquired a genomic instability which causes an increased rate of mutations in future generations. The cell will then progress through multiple stages of neoplastic transformation that may culminate into a tumor after years of incubation."
Insomma, c'è ampia letteratura scientifica a riguardo, ignorarla solo per dare contro al nucleare non dà certo valore alla tua posizione.
E no, non c'è nessun trolling in quello che scrivo, ti ho semplicemente citato la causa più probabile del tumore all'esofago (molto diffuso in Cina e Giappone proprio per i motivi citati nell'articolo).
Poi sei libero di non crederci, ma a me poco interessa.
Scusa eh, prima mi citi le centrali sul confine, e ora 30-40km, non mi sembra la stessa cosa.
Comunque per quanto sia grave un'evacuazione di grossa parte della popolazione la sceglierei ogni giorno dell'anno se l'alternativa è la perdita di vite umane.
Poi magari la pensi come chi dice che il Vajont è uno scherzo perché l'area è tornata abitabile come se non fossero morte 1910 persone e a quel punto probabilmente abbiamo semplicemente priorità diverse.
Non capisco perché citi Fukushima e Cernobyl.
Fukushima e Cernobyl erano entrambi due reattori vecchi e non particolarmente sicuri, quello che è successo in entrambi non è esattamente quello che succederebbe in un design più moderno
Lascio un link se hai voglia di farti una lettura.
Della fusione ne riparleremo quando ci saranno date certe (quasi sicuramente arriverà, non credo nessuno sappia dire quando, e anni di notizie sull'inesistente fusione fredda un po' di dubbi li ha generati).
Non esiste un piano di smaltimento definitivo, ma ritengo non sia nemmeno così necessario considerando la ricerca scientifica e il fatto che i reattori veloci (e i futuri reattori di quarta generazione) brucino le scorie nucleari. Link
"Fast reactors can "burn" long lasting nuclear transuranic waste (TRU) waste components (actinides: reactor-grade plutonium and minor actinides), turning liabilities into assets. Another major waste component, fission products (FP), would stabilize at a lower level of radioactivity than the original natural uranium ore it was attained from in two to four centuries, rather than tens of thousands of years. The fact that 4th generation reactors are being designed to use the waste from 3rd generation plants could change the nuclear story fundamentally—potentially making the combination of 3rd and 4th generation plants a more attractive energy option than 3rd generation by itself would have been, both from the perspective of waste management and energy security."
Non credo che al momento le scorie radioattive siano un problema totalmente irrisolvibile, poi sono d'accordo che siano un costo e non vadano presa alla leggere, ma non mi pare che la ricerca nucleare lo faccia (vedi testo citato sopra).
E no, non credo alle tesi complottiste sull'uranio impoverito.
T'informo anche che c'è una correlazione fra radiazione ionizzante e rischio tumori/morte. T'informo anche che a seconda delle sostanza emesse, organi diversi possono avere esposizione diversa alle radiazioni stesse (iodio/tiroide). T'informo anche che la TEPCO è la stessa azienda che: 1) non voleva che venisse usata acqua di mare per raffreddare i reattori (poi sarebbero stati da buttar via, alla faccia delle conseguenze) 2) nella zona attorno alla centrale ha dato dei valori di radioattività più bassi di quelli che poi sono stati misurati. Quindi, abbi pazienza, non mi fido molto di quello che dice la TEPCO. Non sto instillando paura del nucleare perché solo gli sciocchi non ne hanno paura. Le persone intelligenti usano la paura per evitare e superare i problemi. Se poi tu ti fossi degnato a leggere quello che ho scritto, ho anche "detto" che non escludo l'uso del nucleare ma, se veramente ne saremo costretti, vorrà dire che l'umanità ne avrà estremamente bisogno, visto che ci sono molte altre strade che si possono intraprendere (per costi, per il tempo, per il rapporto rischi/benefici). Detto questo, è assurdo che tu estrapoli due righe da wikipedia da chissà quale contesto, senza argomentarle. In quel pezzo si parla di radiazione ionizzante? Avvelenamento chimico? Di cosa?
Basta che sali un po' con la pagina e leggi. Ma te lo scrivo così anche questa volta ti risparmi la fatica. Mi parlavi di
e quindi l'ipotesi era di aggiungere una nuova centrale da qualche parte in Italia. Il resto fa parte di un discorso diverso.
Questa è la dimostrazione che non leggi o che stai trollando. Completa deformazione di quello che è stato scritto.
Dato che c'è una sentenza del tribunale d'appello di Roma che ha condannato il Ministero della Difesa http://www.osservatoriomilitare.it/caso-uranio-e-storia-per-corte-appello-roma-caso-chiuso/ direi che come troll sei alquanto scarsino e superficiale.
Io: Secondo te se anche fossero (e non lo sono) "solo" 4200 km² tutto questo è ammissbile?.
Tu: Senti, hai detto tu "Chernobyl ha reso irrimediabilmente radioattiva un'area spaventosamente grande, non una città, ma quasi una Nazione intera".
Più che farti vedere che non è vero non posso fare quindi saluti, rimani pure con le tue convinzioni da complottista, per me puoi anche credere a Babbo Natale, non mi cambia la vita.
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Mamma mia, proprio ti ostini a non voler vedere le evidenze che praticamente tutti gli studi hanno riscontrato negli ultimi 20-30 anni. Quest'area di sembra grande all'incirca 4200 mq o più o meno grande quanto una Nazione?
http://media.ecoblog.it/m/map/mappa-radiazioni-chernobyl/chernobyl_001.jpg
Quello che crede a Babbo Natale mi sembra sia tu, Mr. "sotuttoio"!
@whitestrider
Te l'ho già detto che se aspetti che il bambino dica "sì" alla puntura stai fresco. Sei tu, medico/genitore che devi scegliere al posto suo, per il suo bene. Se però esistono persone che invece di opporsi o dire, come fai tu, che "è tutto inutile, è un'utopia, non si risolverà nulla così!" si rimboccabo le maniche e aiutano (o perlomeno accettano di rinunciare ad alcune comodità per il bene del pianeta) qualcosa, magari poco, ancora potremmo farla per i nostri figli.
Nota: 4200 Kmq sono più o meno la superficie di una medio-grande provincia italiana.
Ti ho chiesto l'altro giorno se qua qualcuno sarebbe disposto a rinunciare a qualche comodità per salvare il pianeta, e nessuno mi ha risposto...A 'sto punto che devo pensare?
La verità è che davvero pochi sono disposti a fare sacrifici...
Certo, e i tumori ci mettono anni a svilupparsi.
Vogliamo citare un'altra fonte, l'associazione italiana per la ricerca sul cancro?
Link
"i tumori associati all'esposizione a radiazioni impiegano anni per svilupparsi. Il periodo è più breve per le leucemie (anche pochi anni) e più lungo per i tumori solidi (diversi decenni);"
Poi ripeto, tu sei libero di credere a chi meglio credi, anche se con le tue risposte dimostri di essere chiuso di vedute.
Capisco che possa dare fastidio l'aver scritto inesattezze, ma ci farai l'abitudine.
Veramente rispondevo alla tua paura delle centrali sul confine.
Non è che puoi decidere tu a cosa io stia rispondendo (o che io debba discutere di come posizionare una centrale in Italia, argomento di cui fottesega visto che tipo nel secondo post ho scritto che mettere una centrale nucleare ora in Italia sarebbe una fesserie immensa).
Ho visto che la mia risposta non era chiara e l'ho precisata, punto, non sono responsabile di quello che tu credi io abbia detto.
Beh, è stato scritto "e il paragone del Disastro del Vajont con Chernobyl/Fukushima è insensato, a livello ambientale tutta la zona di Longarone è tornata abitabile in pochissimo tempo".
E no, non ti ho accusato di averlo scritto, ci mancherebbe, ironizzavo sull'evacuazione usato come spauracchio.
Mi citi dove si dice che è stato usato "per riciclare il MOX".
Sai, dire che c'è stato un comportamento colposo per non aver avvisato della pericolosità dell'uranio impoverito e dire che è stato fatto apposta solo per smaltire delle scorie ci passa una piccola differenza.
Ma anche qui, se vai a leggerti quanto tempo ci hanno messo negli USA a stabilire il nesso tra l'uranio impoverito e i soldati ammalatisi di tumori nella guerra del Golfo mi pare evidente che nessuno, al tempo, sapesse davvero che ci sarebbero state conseguenze simili.
E questo non vuol dire che non ci siano stati comportamenti colposi, ma che i complotti sono un'altra cosa.
Ovviamente questo se la tua risposta era seria e se non la vuoi buttare in caciara (non che la cosa mi cambi molto, inizia la settimana e ho meglio da fare la sera).
Può essere che per quanto riguarda il direttore dell'impianto io sia un po' paranoico però la TEPCO non può essere considerata super partes, anzi. Specifico: quello che si vede dopo anni è il *picco* dei tumori (eventualmente causati) dalle radiazioni ionizzanti. Quando compare il singolo caso è dato dalla distribuzione statistica. Due anni per un singolo caso può essere un intervallo plausibile. È vero: non ho le prove. Però se tu credi che sia l'acqua calda, direi che almeno a livello statistico la mia è molto più probabile.
Hai tirato in ballo due argomenti che avevo presentato separati. Provo a riformulare la risposta: potrai verificare che il senso era quello (rimane tutto scritto). In Italia non si costruiscono centrali e il problema dell'approvvigionamento è stato risolto chiedendo agli stati confinanti che attualmente ce la forniscono. Non ci sono centrali nucleari vicino a città e, in ogni caso, se si dovesse costruirne una, sarebbe difficile trovare un posto lontano da centri abitati. Dovendo ipotizzare una evacuazione come quella di Fukushima, una zona circolare di 60 Km comprenderà sicuramente molta gente e molte industrie. Nel valutare i problemi si dovrebbe avere un piano anche nei casi meno fortunati e questo rientra nei possibili costi di una centrale, ovviamente pesato per la possibilità che accada.
Il fatto che a Milano non ci siano centrali nucleari non cambia molto visto che nel raggio di 200 km dal confine italiano ce ne sono 27 di centrali e l'eventuale fuga radioattiva (come quella che ci ha sorvolato 2 mesi fa) non conosce confini.
Infatti quello che avevo scritto è che il Vajont, ad esempio, è un disastro che si sarebbe potuto evitare: lì una diga NON doveva essere fatta. Chernobyl e Fukushima non sono state costruite in posti (geologicamente ad esempio) pericolosi, quindi il paragone non sussisteva. Sono accadute circostanze eccezionali e imponderabili? Probabilmente sì. Questo giustifica qualcosa? Direi di no. Il fatto è che centrali (in qualche momento) giudicate strasicure hanno fallito. Il fatto che al mondo esistano 451 centrali nucleari e ci siano stati due incidenti della scala 7 non mi fa proprio un gran effetto positivo. Come dato statistico è un po' preoccupante, per confronto, fare 400 km in auto ha la mortalità di 1 su 1.000.000.
Era una battuta sarcastica sul fatto che l'uranio impoverito non può che provenire da una centrale nucleare (non è un composto chimico), per ribadire che non c'è attualmente modo per smaltirlo. In ogni caso, è da Marie Curie in poi che si sa che gli elementi radioattivi non fanno bene alla salute.
Scusa ma i complotti li vedi solo tu (magari anche qui ti confondi con qualche altra risposta).
Non è una battuta, i tumori all'esofago sono molto diffusi in Cina e Giappone proprio per quel motivo.
Guarda il lato positivo, ora berrai il tè dopo averlo fatto raffreddare un po'.
Ah, e non sono due anni, il tumore lo ha scoperto a pochi mesi dal disastro, onestamente davvero troppo pochi perché si possano collegare le due cose con un minimo di certezza.
Non sono un medico ma non credo di aver mai sentito di periodo di incubazione così brevi (se qualcuno ne sa di più sull'argomento ogni intervento è bene accetto).
Non è solo un caso di distribuzione statistica (le stesse considerazioni si potrebbero fare se uno accusasse l'amiento per un tumore contratto 1 anno dopo essere stato esposto alle fibre di amianto, sarebbe ben difficile collegare le due cose).
Insomma, mi sarebbe parso il minimo valutare la possibilità che arrivi uno tsunami, vedere l'altezza massima possibile e poi assicurarsi che la centrale possa resistare ad un'onda nettamente più alto.
Non farlo è stato da irresponsabile e se ne sono pagate le conseguenze.
Così come adesso sarebbe irresponsabile costruire una centrale e non proteggerla verso un dirottamento aereo (di fatto tutti quelle costruite più di recente sono state aggiornate in vista di un attacco terroristico del genere).
Tendo comunque a pensare che oggigiorno sia dato molto più risalto alla sicurezza quando si trattano materiali radioattivi.
Se hai seguito la vicenda di SoX avrai letto della quantità infinita di accorgimenti che sono stati presi per garantire la sicurezza prima, durante e dopo il trasporto (tra cui aggiungere 3 cm di tungsteno di spessore in più anche se per legge ne sarebbero bastati 16, quando tratti materiali pericolosi devi agire così, se no imho se succede qualcosa chi ha voluto risparmiare a discapito degli altri deve esserne ritenuto responsabile) (ovviamente sia il modo in cui la TEPCO ha gestito Fukushima che il criminoso tentativo di insabbiamento di Chernobyl sono cose schifose che per ovvi motivi gettano ombre sull'energia nucleare).
Sì vabbè, gli standard di sicurezza di un tempo era ancora (di molto) inferiori, e non credo nemmeno che in URSS ci fosse chissà quale spinta a costruire "centrali supersicure".
Per altro Fukushima sarebbe state decommissionata a breve.
Mi sfugge il parallelo.
A questo punto paragoniamo le morti per TWH tra carbone e nucleare e vediamo chi ne esce peggio (però in compenso il carbone costa molto meno ).
La fai facile, a inizio del '900 venivano vendute cure a base di radiazione.
Le armi all'uranio impoverito invece non sono iniziate ad essere bandite se non negli ultimi anni (negli anni '00 c'era ancora chi aveva il coraggio di considerarle sicure).
E comunque beh, se conti che le centrali nucleari attuali hanno fatto comodo così da avere materiale per la costruzione di testate nucleare (e quindi gli altri tipi di fissione sono stati messi da parte anche perché meno "interessanti" dal punto visto bellico) la battuta sul fatto che l'uranio impoverito esista per via delle centrali nucleari è tra le cose meno ignobili che si possano dire.
Deo gratias la corsa al nucleare è finita da un pezzo e dubito verranno più riusate proiettili penetranti e incendiari all'uranio impoverito (che poi comunque anche i composti al tungsteno non sono una botta di salute, ma vabbè) quindi dai, l'umanità qualche passo avanti lo sta facendo.
Non ho onestamente colto il sarcasmo della tua battuta (e anche a rileggerla si fatica a capirne il sarcasmo eh).
Non l'avevo seguita ma ho recuperato: le due cose non sono minimamente comparabili. La velocità delle particelle emesse dal materiale fissile utilizzato per il Sox non ha bisogno di essere regolata né da misure passive né attive. Ovviamente il materiale in sé ha la sua pericolosità (infatti è posto in un contenitore studiato appositamente) ma paragonare il pericolo a Fukushima (come sembra sia stato fatto) è disinformazione allo stato puro e della peggior specie.
Mi associo e personalmente ringrazio @rocksel. Sapevo un po' dei pro e contro il nucleare ma con i suoi post posso dire di essermi fatta un corso accellerato anche in chimica applicata! E non mi sono annoiata anzi! Davvero complimenti e non posso far altro che dire che concordo pienamente con le sue valutazioni e pensiero.
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