La realtà vista in tanti anime, serie e film di fantascienza potrebbe diventare realtà entro il 2020 in Giappone?
E' un servizio della Cnn a porsi questa domanda ed ad andare alla scoperta del nuovo Giappone, che si avvia a diventare una robot – nation.
Viene mostrata una simpatica robot, amante del rock più duro e che ha anche un nome, Erica!
Poi tocca a Tomotaka Takahashi, ceo di Robo Garage e professore dell’Università di Tokyo, mostrare con grande fierezza un piccolo robottino che potrebbe facilmente essere scambiato per un giocattolo (assomiglia vagamente ad Astro Boy). La sua ricetta è una macchina simpatica e carina che possa essere di compagnia per una società che ha sempre più difficoltà sul fronte delle relazioni personali. Dagli occhi grandi come un personaggio dei cartoni animati può ballare, fare esercizi, proiettare dei video dalla rete, insomma un compagno per chi soffre di solitudine.
La robotica nel Sol Levante sta facendo passi di gigante anche nella realizzazione di esoscheletri esterni da applicare al corpo umano per semplificare il lavoro delle persone e rendere possibile, per esempio, sollevare pesi di grandissime dimensioni.
Ma la vera partita è ovviamente riuscire a replicare sempre meglio comportamenti, reazioni e fattezze di uomini e donne. Un po’ come il robot dall’aspetto femminile che ama l’heavy metal. Per questo tipo di macchine si aprirebbero numerosi lavori ma secondo il professor Hiroshi Ishiguro, direttore del laboratorio di Intelligenza robotica all’università di Osaka, saranno perfette per specifici impieghi (tipo la receptionist) mentre all’uomo come è già successo in passato nelle precedenti rivoluzioni industriali rimarrebbero impegni più creativi. Intanto il governo sta investendo mezzo miliardo di dollari in progetti legati alla “Robot Revolution Initiative”. Il 2020 è dietro l’angolo.
Fonte: businessinsider.com
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Altrimenti saremmo ancora all' età della pietra !
tra tutta la roba di fantascienza che è stata creata proprio quello dovevi citare?
Non sappiamo nemmeno perché non usiamo intere aree del nostro cervello, non conosciamo cause di molte malattia, ma vogliamo emularci.
Se usassero tutto ciò per migliorare l'uomo ben venga... Ma sembra solo togliere lavori pesanti all'uomo.
L'ho citato solo perché è più recente, tutto qui, lo so anch'io che le opzioni non mancano XD
I progressi fatti in quest'ambito sono ancora molto lenti e necessitano decisamente dell'ingegno umano (hanno provato a far dialogare due computer tra loro qualche tempo fa per velocizzare il processo di apprendimento, ma è stato un fallimento totale perché i due computer si sono messi a ripetere frasi senza senso (conversazioni del tipo: "the"-"the" "and"-"and" ecc... solo in linguaggio macchina) e hanno interrotto l'esperimento, notare che la notizia riportata dai giornalisti è stata del tipo: "due computer si mettono a dialogare in un linguaggio sconosciuto. Programmatori costretti a spegnere tutto").
Insomma io non credo che nell'immediato futuro (2020) si potrà già mettere dei robot al lavoro in ambiti che richiedono un minimo di cervello.
L'assistenza clienti ad esempio richiede ancora oggi un intervento umano (nonostante le intelligenze artificiali ad oggi impiegate possano aiutare in certi orari a smorzare parte del lavoro).
Inoltre più le intelligenze artificiali diventano complesse più bisogno ci sarà di personale che mantenga il software che c'è dietro, e già oggi si fa fatica a trovare così tanto personale specializzato in quest'ambito (è uno dei pochi ambiti dove la domanda di personale supera l'offerta).
PS. se non lo sapevi complimenti per la fantasia.
Se le persone avessero letto più libri di fantascienza si guarderebbero bene dal fare i robot
È questo il problema. C'è la diffusa convinzione che questa sia una rivoluzione industriale come le precedenti, ma non è così. Se in passato erano i lavori e le mansioni più faticose ad essere rimpiazzati con l'automatizzazione, lo sviluppo esponenziale delle AI stavolta può sostituire i colletti bianchi. La receptionist robot ne è già un esempio (non è un operaio sostituito alla catena di montaggio). Fermo restando che non è vero che le precedenti rivoluzioni industriali non abbiano fatto vittime. Non è un problema tecnologico, è un problema antropologico.
Stavolta la vittima è il contesto antropico stesso.
stai parlando seriamente con gente che urla che ci rubano il lavoro, che ci tortureranno e con gente che cita detroit come opera distopica?
ho letto diversi libri di fantascienza ma da qui ad essere luddisti ne passa.
La realtà è che la società si evolve di continuo e alcuni mestieri vengono necessariamente sostituiti da altri.
In merito ai robot comunque basta farsi un piccolo corso di intelligenza artificiale per rendersi conto che siamo lontani dall'avere un'AI davvero intelligente, e la costruzione di robot senza un'AI non è diversa dalla costruzione di un'automobile.
Shodan è ancora lontano, e non è detto che quando nascerà sarà malvagio XD.
Quindi, andando a sostituire progressivamente mansioni svolte da esseri umani con robot (si fa l'esempio della receptionist, ma potenzialmente sono innumerevoli i compiti che una macchina tecnologicamente all'avanguardia potrebbe eseguire), secondo il professore in futuro i circa 3 miliardi di persone che vivono nei centri urbani (ad oggi, tra l'altro destinati ad aumentare drasticamente) dovrebbero in buona parte campare di "lavori creativi"?
Uhm... messa giù così, a mio parere equivale a innescare una bomba sociale.
Le intenzioni sono buone, ma penso che questo vada ad aggravare il problema più che risolverlo. Il robot è giusto una forma di compagnia, ma non sostituirà mai una persona vera e cosa ancora più importante, scoraggerà le persone a comunicare con le altre persone in carne ed ossa spingendole ad isolarsi ancora di più e facendo passare loro la voglia di fare un qualsiasi tentativo di uscire dalla loro solitudine.
Anche su questo non sono d'accordo perchè non so quante persone possano permettersi di fare un lavoro creativo, anzi, chi lo sa, in futuro le macchine potrebbero occupare anche questo tipo di lavoro. Ricordo che un anno fa era uscito un articolo su dei robot progettati per realizzare animazioni in CGI. I risultati sono stati parecchio deludenti, ma chi ci dice che un giorno questi robot non verranno migliorati? I creativi del mondo dell'animazione e di tanti altri che faranno a quel punto? Non tutti possono diventare ingegneri (e chi lo sa, anche questi potrebbero essere sostituiti un giorno) quindi tutto ciò equivale solamente a portare via posti di lavoro. In Giappone ciò sembra non costituire un problema, ma in altri paesi come l'Italia sì.
I robot veramente utili sono quelli che possono essere utilizzati per facilitare il lavoro dell'uomo, tipo quell'attrezzatura che viene mostrata nel video che serve a facilitare al lavoratore il trasporto dei carichi pesanti.
Ben lontani se si pensa ad uno sviluppo con crescita lineare, ma il progresso umano ha una andamento più o meno esponenziale, facendo la media delle previsioni dei maggiori esperti nel capo si parla del 2040 per avere un livello paragonabile ad un essere umano.
Poi a fianco c'è il problema di definire cos'è veramente l'intelligenza.
Ma faccio degli esempi.
Il compositore: La musica è matematica! esistono specifiche regole che distinguono un suono piacevole da uno fastidioso.
Gli accordi sono abbastanza semplici da strutturare.
Giorgio Vanni compone musica usando più o meno sempre gli stessi accordi e comunque è musica piacevole da ascoltare. Basta progettare un algoritmo con queste regole affinchè si possa comporre musica.
Esistono già adesso delle AI che compongono brani di musica classica, certo si sente che sono brani non particoloarmente ispirati o fantasiosi, questo non toglie che tra qualche anno le cose non migliorino.
Il musicista: una volta che il compositore virtuale ha composto della musica cosa ci vuole a farla suonare ad una macchina? i pianoforti o i violini che suonavano da soli semplicemente leggendo una scheda perforata sono vecchi di secoli. Certo il suono sarebbe sempre uguale mancherebbe quella componente casuale dettata da una mano umana. Ma a questo punto basterebbe introdurre questa componente inserendo una variabile casuale.
Lo chef: Una ricetta di cucina non è forse un programma da eseguire per ottenere un risultato. Anche in cucina esistono regole chimiche per cui un determinato sapore si lega bene con un altro e viceversa.
Anche se una AI non sarà come una vera.
Comunque sia quanti ristoranti, case discografiche per risparmiare assumerebbero uno AI piuttosto che un umano?
Le AI spazzeranno via un infinità di lavori.
Se il robot dovesse davvero interagire con l'ambiente circostante, pianificare una sequenza di azioni ed aggiustarle di conseguenza con quello che percepisce, beh, beh... non funziona nulla. Nulla! I robot che funzionano sono finzione! Non esistono!!!
(Sto esagerando, ma questa è la sensazione che ho ogni volta che uso un robot)
Alla domanda sé i robot potrebbero sostituire l'uomo nell'ambito lavorativo, ella ha risposto definendo come inevitabile che macchine senzienti soppiantino l’uomo nella maggior parte dei lavori nel prossimo futuro perché sono migliori.
Questo in generale. Il problema di creare un'AI intelligente presenta al momento diversi limiti (dal punto di vista puramente matematico) qui qualche informazione in più:
https://it.wikipedia.org/wiki/NP-difficile
Molti algoritmi per la creazione di un'AI perfetta sono di quel genere. Aggirare il problema non è per nulla semplice e non crea robot davvero intelligenti (Siri ad esempio non capisce quel che gli stai dicendo, interpreta un algoritmo e tira fuori una risposta (non sempre pertinente)... Non capisce davvero quel che gli stai dicendo. È solo un esempio ma è assolutamente pertinente perché al momento lo sviluppo delle AI si concentra più che altro sulla risoluzione di problemi... non si preoccupa del come questi problemi vengono risolti... in pratica un'AI spesso non risolve i problemi "ragionando come un essere umano" e, anche se fornisce lo stesso risultato, non significa che lo faccia perché davvero intelligente).
La risposta alla seconda domanda non è per nulla banale, ma personalmente credo che se anche venisse creata un'AI davvero intelligente quest'ultima sarebbe esattamente come un bambino, apprenderebbe pian piano e non sarebbe necessariamente consapevole del funzionamento dei propri "circuiti" (come noi umani non possiamo sapere come funziona il nostro cervello e la nostra circolazione senza prima apprenderlo, e anche dopo averlo appreso non possiamo controllare direttamente tali funzionalità)).
Il fatto è questo. Le macchine al momento non pensano, le macchine eseguono. Un'AI (anche se è stata creata per risolvere un problema che normalmente viene risolto dall'uomo con l'ingegno) arriva al risultato grazie al fatto che qualcuno dietro è stato creativo (il programmatore, il cuoco, il musicista ecc...) ed eseguendo una lista di istruzioni, non può fare altro... le decisioni dell'AI sono già state prese (se così non è fornisce risposte generiche, o, se progettata per farlo, immagazzina una nuova decisione in memoria). Non è perciò in grado di dare risposte che variano in base alla situazione (a meno che non sia stata programmata per farlo in quella determinata situazione, ma le situazioni non possono essere previste tutte), non è in grado di produrre qualcosa di nuovo, non è in grado di trovare risposte se non esiste (o non è stato scoperto) un algoritmo che risolva il problema.
La creatività (intesa anche a livello di creazione di un programma software di cui l'AI fa parte) non è al momento stata replicata, quindi non esiste il pericolo di cui parli.
Al momento si lavora per far in modo che le AI producano risultati... non si lavora perché tali risultati siano frutto di creatività.
Non esiste un settore quaternario che potrà sostituire il terziario.
Sarà una seria tragedia avvallatta da governi progressisti e borghesotti che vorrebbero qualche miliardo di "creativi".
Sì, avevo letto il racconto da cui è tratto, mi ha tipo traumatizzato! Sono convinta che un computer che ha acquisito coscienza, non potendo muoversi, potrebbe davvero odiarci con tutto se stesso (ovviamente è uno scenario mooolto lontano dalla realtà )
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