Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
CONTRO
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
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Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Rumiko Takahashi è una delle mangaka più famose e apprezzate al mondo, grazie a classici come Maison Ikkoku, Lamù e Ranma 1/2, più qualche miniserie e volume unico più autoriale. C'è poi una serie che fa molto discutere, molto conosciuta in Italia tra il pubblico più giovane per la sua trasmissione durante l'MTV Anime Night: Inuyasha. Un'insolita avventura con vari momenti drammatici in contrasto con le atmosfere più scanzonate dei titoli precedenti. Alcuni (specie i più giovani) l'hanno apprezzata molto e la considerano anche tra le migliori dell'autrice, contro altri per cui invece Inuyasha non è che un'onta nella carriera della mangaka.
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
InuYasha
10.0/10
Inu-Yasha è stato il primo manga che io abbia letto e che mi abbia coinvolto a tal punto da convincermi a comprarlo. Per questo, per il mio povero portafoglio e per tanti altri motivi, nonostante sia ora orientata verso altri generi è per me indimenticabile.
La trama avvincente, il susseguirsi senza sosta di battaglie, combattimenti e litigi e il mix di azione, avventura e amore che lo contraddistingue, tutti questi fattori servono a renderlo fantastico, nonché, a mio avviso, il capolavoro tra le opere finora realizzate da Rumiko Takahashi.
E se in Ranma il rapporto tra i protagonisti era ostacolato e contrastato oltre ogni dire dai trucchi, le eccentricità strambe e le azioni scalmanate degli altri personaggi ai limiti della pazzia, Inu-Yasha non è da meno.
<i>«L'avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge.»</i> (Gustave Flaubert)
In Inu-Yaha è proprio così.
Tutto ruota attorno alla Sfera dei Quattro Spiriti, prezioso e pericoloso monile capace di incrementare il potere dei demoni e mezzo demoni che ne vengano in possesso e in caso degli uomini di aumentarne la forza e la parte oscura del proprio cuore.
Ritenuta scomparsa insieme alla sacerdotessa Kikyo che la custodiva, questa ricompare con Kagome, giovane quindicenne studentessa delle medie.
Cadendo nel pozzo Mangiaossa del tempio scintoista nel quale vive con la famiglia, la ragazza si ritrova per magia trasportata a 500 anni di distanza, nell’epoca Sengoku. Stupita e meravigliata da quanto la circonda cerca di trovare la via di casa e nel farlo incappa per un fortuito caso del destino ai piedi dell’albero millenario Goshinboku, dove il mezzo demone Inuyasha dorme sigillato. Dopo averlo svegliato dal sonno in cui era stato “incatenato” da 50 anni e averlo liberato, si scopre che Kagome non soltanto è la reincarnazione di Kikyo, ma anche nuova custode della Sfera che inconsapevolmente aveva dentro di sé.
Per una freccia da lei lanciata contro un demone che aveva rubato la Sfera, questa viene erroneamente rotta in mille pezzi. Comincia così l’avventura di Inuyasha e Kagome per recuperare tutti i frammenti e ricomporla. Durante il lungo e difficile viaggio che li attende non mancano di incontrare, nell’ardua ricerca, alleati e compagni nel monaco Miroku, nella sterminatrice di demoni Sango con l’inseparabile demone gatto Kirara, nel piccolo demone di volpe Shippo, e il nemico giurato per eccellenza nell’infernale e perfido Naraku.
Ricollegandomi alla citazione di Flaubert, il tempo e i suoi tre aspetti, passato, presente e futuro, diventano nodi centrali della vicenda e sfondo costante di ciò che i personaggi sono portati a compiere. Costretti ad affrontare le conseguenze di ciò hanno subito, a fare i conti con il prezzo da pagare per i propri peccati e la colpa da scontare per ciò che hanno fatto, a muoversi, nel tentativo di realizzare i sogni e le speranze che rimangono loro, tra un passato che li perseguita e li schiaccia e un presente di lotta costante contro il male e contro la parte oscura di sé stessi costituita dal desiderio di vendetta, tra i ricordi dolorosi di ciò che hanno perduto e la paura del futuro incerto che li attende.
La stessa Kagome è ben consapevole che un giorno sarà obbligata a prendere una decisione, a scegliere tra passato o futuro, tra Inuyaha e la propria famiglia.
Inuyasha invece ha ben altri scheletri nell’armadio e spettri da combattere. Primo tra tutti il fantasma della donna che ha amato e che è tornata sulla terra come pallido e mero frammento di ciò che era stata in vita e non meno importante la sua stessa natura di mezzo demone che egli detesta visceralmente.
Si trova faccia a faccia con la realtà, diviso tra l’amore “vecchio” per Kikyo e quello “nuovo” nei confronti di Kagome. La ragazza del futuro con la sua fiducia illimitata nei confronti del mezzo demone fa sì che a poco a poco questi arrivi in qualche modo ad accettare la sua natura di essere a metà e metà e nonostante gli screzi iniziali e il rapporto non idilliaco, tra i due protagonisti si crea una relazione affiatata e complessa dove spesso e volentieri l’amore si fonde con l’odio, la comprensione con l’incomprensione e viceversa.
Il passato e i piccoli flashback al fine della narrazione sono fondamentali e nella vita dei personaggi lo diventano tanto da non essere più punto di partenza per il presente, ma espediente usato dall’avversario per tormentarli e farli misurare con le loro paure più segrete e inconfessate, cimentare le loro abilità e metterli alla prova di continuo.
Stessa cosa vale per i personaggi secondari, anche se definirli in tal modo è riduttivo e sbagliato, dato che son trattati con magistrale bravura e dotati di uno spessore ed una caratterizzazione tali da esser pari a quelle dei protagonisti.
Ci si ritrova così a provar la stessa angoscia che scuote Sango all’idea di dover porre fine all’esistenza del fratellino Kohaku manovrato dal malvagio Naraku e mantenuto in vinta solo da un frammento della Sfera, o il timore di perdere l’uomo che ama, Miroku, a causa della maledizione che ha imposta sulla mano destra e che lo condurrà inevitabilmente alla morte, allo stesso modo ad essere solidali con il nemico e partecipi al desiderio di Kagura di riscattare la sua libertà e sfuggire dalla presenza oppressiva e infausta del padrone Naraku.
Un capolavoro come dicevo e per contenuti e per disegni. Consiglio calorosamente la lettura a chiunque desideri una lettura piacevole e scorrevole che tratti temi forti, ma non tanto da risultare pesanti dato che l’atmosfera cupa in cui si cade a volte viene subito smorzata e temperata da momenti esilaranti e il contesto della guerra che incombe minacciosa con le ombre della morte e della sofferenza rende tanto più cari l’allegria, la spensieratezza e l’innocenza della giovinezza, l’affetto e l’amicizia, l’amore che unisce i vari personaggi.
In definitiva quindi un’opera da non perdere per appassionati e non.
La trama avvincente, il susseguirsi senza sosta di battaglie, combattimenti e litigi e il mix di azione, avventura e amore che lo contraddistingue, tutti questi fattori servono a renderlo fantastico, nonché, a mio avviso, il capolavoro tra le opere finora realizzate da Rumiko Takahashi.
E se in Ranma il rapporto tra i protagonisti era ostacolato e contrastato oltre ogni dire dai trucchi, le eccentricità strambe e le azioni scalmanate degli altri personaggi ai limiti della pazzia, Inu-Yasha non è da meno.
<i>«L'avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge.»</i> (Gustave Flaubert)
In Inu-Yaha è proprio così.
Tutto ruota attorno alla Sfera dei Quattro Spiriti, prezioso e pericoloso monile capace di incrementare il potere dei demoni e mezzo demoni che ne vengano in possesso e in caso degli uomini di aumentarne la forza e la parte oscura del proprio cuore.
Ritenuta scomparsa insieme alla sacerdotessa Kikyo che la custodiva, questa ricompare con Kagome, giovane quindicenne studentessa delle medie.
Cadendo nel pozzo Mangiaossa del tempio scintoista nel quale vive con la famiglia, la ragazza si ritrova per magia trasportata a 500 anni di distanza, nell’epoca Sengoku. Stupita e meravigliata da quanto la circonda cerca di trovare la via di casa e nel farlo incappa per un fortuito caso del destino ai piedi dell’albero millenario Goshinboku, dove il mezzo demone Inuyasha dorme sigillato. Dopo averlo svegliato dal sonno in cui era stato “incatenato” da 50 anni e averlo liberato, si scopre che Kagome non soltanto è la reincarnazione di Kikyo, ma anche nuova custode della Sfera che inconsapevolmente aveva dentro di sé.
Per una freccia da lei lanciata contro un demone che aveva rubato la Sfera, questa viene erroneamente rotta in mille pezzi. Comincia così l’avventura di Inuyasha e Kagome per recuperare tutti i frammenti e ricomporla. Durante il lungo e difficile viaggio che li attende non mancano di incontrare, nell’ardua ricerca, alleati e compagni nel monaco Miroku, nella sterminatrice di demoni Sango con l’inseparabile demone gatto Kirara, nel piccolo demone di volpe Shippo, e il nemico giurato per eccellenza nell’infernale e perfido Naraku.
Ricollegandomi alla citazione di Flaubert, il tempo e i suoi tre aspetti, passato, presente e futuro, diventano nodi centrali della vicenda e sfondo costante di ciò che i personaggi sono portati a compiere. Costretti ad affrontare le conseguenze di ciò hanno subito, a fare i conti con il prezzo da pagare per i propri peccati e la colpa da scontare per ciò che hanno fatto, a muoversi, nel tentativo di realizzare i sogni e le speranze che rimangono loro, tra un passato che li perseguita e li schiaccia e un presente di lotta costante contro il male e contro la parte oscura di sé stessi costituita dal desiderio di vendetta, tra i ricordi dolorosi di ciò che hanno perduto e la paura del futuro incerto che li attende.
La stessa Kagome è ben consapevole che un giorno sarà obbligata a prendere una decisione, a scegliere tra passato o futuro, tra Inuyaha e la propria famiglia.
Inuyasha invece ha ben altri scheletri nell’armadio e spettri da combattere. Primo tra tutti il fantasma della donna che ha amato e che è tornata sulla terra come pallido e mero frammento di ciò che era stata in vita e non meno importante la sua stessa natura di mezzo demone che egli detesta visceralmente.
Si trova faccia a faccia con la realtà, diviso tra l’amore “vecchio” per Kikyo e quello “nuovo” nei confronti di Kagome. La ragazza del futuro con la sua fiducia illimitata nei confronti del mezzo demone fa sì che a poco a poco questi arrivi in qualche modo ad accettare la sua natura di essere a metà e metà e nonostante gli screzi iniziali e il rapporto non idilliaco, tra i due protagonisti si crea una relazione affiatata e complessa dove spesso e volentieri l’amore si fonde con l’odio, la comprensione con l’incomprensione e viceversa.
Il passato e i piccoli flashback al fine della narrazione sono fondamentali e nella vita dei personaggi lo diventano tanto da non essere più punto di partenza per il presente, ma espediente usato dall’avversario per tormentarli e farli misurare con le loro paure più segrete e inconfessate, cimentare le loro abilità e metterli alla prova di continuo.
Stessa cosa vale per i personaggi secondari, anche se definirli in tal modo è riduttivo e sbagliato, dato che son trattati con magistrale bravura e dotati di uno spessore ed una caratterizzazione tali da esser pari a quelle dei protagonisti.
Ci si ritrova così a provar la stessa angoscia che scuote Sango all’idea di dover porre fine all’esistenza del fratellino Kohaku manovrato dal malvagio Naraku e mantenuto in vinta solo da un frammento della Sfera, o il timore di perdere l’uomo che ama, Miroku, a causa della maledizione che ha imposta sulla mano destra e che lo condurrà inevitabilmente alla morte, allo stesso modo ad essere solidali con il nemico e partecipi al desiderio di Kagura di riscattare la sua libertà e sfuggire dalla presenza oppressiva e infausta del padrone Naraku.
Un capolavoro come dicevo e per contenuti e per disegni. Consiglio calorosamente la lettura a chiunque desideri una lettura piacevole e scorrevole che tratti temi forti, ma non tanto da risultare pesanti dato che l’atmosfera cupa in cui si cade a volte viene subito smorzata e temperata da momenti esilaranti e il contesto della guerra che incombe minacciosa con le ombre della morte e della sofferenza rende tanto più cari l’allegria, la spensieratezza e l’innocenza della giovinezza, l’affetto e l’amicizia, l’amore che unisce i vari personaggi.
In definitiva quindi un’opera da non perdere per appassionati e non.
CONTRO
InuYasha
4.0/10
C'era una volta, in un magico regno incantato chiamato Giappone, una principessa chiamata Rumiko Takahashi. Ella in effetti non aveva effettivi titoli nobiliari, ma era denominata in tale modo per la sua straordinaria capacità di creare commedie indicibilmente divertenti, riuscendo a mantenere l'interesse dei lettori più o meno intatto per uno spropositato numero di volumetti. Così aveva creato manga entrati letteralmente nella storia come Ranma 1/2, Lamù, Maison Ikkoku.
Poi non si sa che cavolo è successo, ma la Takahashi se ne è venuta fuori con Inuyasha. E l'incantesimo si è spezzato.
La Takahashi qui racconta la storia di questo mezzo demone Inuyasha che deve raccogliere i pezzi della Sfera degli Shikon che si è disintegrata in mille pezzi; alla sua ricerca si unirà Kagome, una petulante ragazzina che casca nel pozzo di casa sua e invece di spaccarsi l'osso del collo finisce nell'epoca Sengoku, Miroku, un monaco maniaco sessuale e Sango, una cacciademoni che non si sa per quale legge della fisica e del buon senso abbia come arma nel Medioevo giapponese un... boomerang. Mi verrebbe da dire che a meno che la cara Sango non avesse avuto una cugina maori su Facebook che le avesse spoilerato dell'esistenza di un continente chiamato Oceania 500 anni prima la sua scoperta, una giapponese non poteva avere un boomerang come arma, ma vabbè, io sono pignola scusate.
Comunque, la trama finisce qui, i restanti settordicimila volumetti sono semplicemente alberi rubati alla Foresta Amazzonica per farci la carta, punto e basta. Infatti le vicende degli episodi si articola svergognatamente sempre nello stesso modo:
- Un nuovo villaggio
- Toh! C'è un mostro con un frammento della Sfera (ma questa sfera è stata polverizzata o era grossa come un'anguria? Qua tra poco ne raccolgono le particelle subatomiche, altro che i frammenti)
- Bisogna ammazzare il mostro, ma all'inizio tutti non ce la fanno
- Si trova il modo di farlo fuori
- Inuyasha- Continua
Non riesco a trovare altra motivazione a questo manga se non il bisogno di liquidità nel conto in banca della Takahashi, perché è talmente pieno di luoghi comuni ed escamotage narrativi talmente triti e ritriti che in certi momenti penso che la nostra principessa dei manga abbia ingaggiato come editor il comando Copia Incolla di Word. Tutto è bolso, scontato, telefonatissimo: faccio uno spoiler se dico che fin dal primo numero ho capito che tra Kagome e Inuyasha c'è qualcosa ma questo qualcosa sarà minato dai tipici litigi in salsa Ranma & Akane, in modo da allungare il brodo sine die? Senza poi contare dell'elemento cardine che ha reso la Takahashi un mito del fumetto mondiale, ovvero il suo umorismo demenziale. Inuyasha ne è privo totalmente. O per dirla meglio, le scenette comiche ci sono visto che Inuyasha non è un manga horror come La Stirpe della Sirena, solo che che sono divertenti come una compilation di craniate contro il muro. Le gag infatti sono tutte incentrate sui battibecchi pseudo amorosi tra Inuyasha e Kagome. Aspetta, dove avrò già visto una situazione simile? Magari DAPPERTUTTO?
Insomma, Inuyasha è un ammasso svergognato di filler, ma questi filler sono così cretini che in confronto pure la serie più detestabile di Sailor Moon, la quarta, sembra sceneggiata da Tenessee Williams.
Spero vivamente che la prossima opera lunga di Rumiko Takahashi segni il ritorno prepotente delle sue migliori qualità. Parla di una caccia agli shinigami nel prossimo manga? Oddio Rumiko, se hai bisogno di soldi apri un ristorante, ci vengo a mangiare, lo giuro, ma basta boiate lunghe ventisettemila tankobon! Pietà!
Poi non si sa che cavolo è successo, ma la Takahashi se ne è venuta fuori con Inuyasha. E l'incantesimo si è spezzato.
La Takahashi qui racconta la storia di questo mezzo demone Inuyasha che deve raccogliere i pezzi della Sfera degli Shikon che si è disintegrata in mille pezzi; alla sua ricerca si unirà Kagome, una petulante ragazzina che casca nel pozzo di casa sua e invece di spaccarsi l'osso del collo finisce nell'epoca Sengoku, Miroku, un monaco maniaco sessuale e Sango, una cacciademoni che non si sa per quale legge della fisica e del buon senso abbia come arma nel Medioevo giapponese un... boomerang. Mi verrebbe da dire che a meno che la cara Sango non avesse avuto una cugina maori su Facebook che le avesse spoilerato dell'esistenza di un continente chiamato Oceania 500 anni prima la sua scoperta, una giapponese non poteva avere un boomerang come arma, ma vabbè, io sono pignola scusate.
Comunque, la trama finisce qui, i restanti settordicimila volumetti sono semplicemente alberi rubati alla Foresta Amazzonica per farci la carta, punto e basta. Infatti le vicende degli episodi si articola svergognatamente sempre nello stesso modo:
- Un nuovo villaggio
- Toh! C'è un mostro con un frammento della Sfera (ma questa sfera è stata polverizzata o era grossa come un'anguria? Qua tra poco ne raccolgono le particelle subatomiche, altro che i frammenti)
- Bisogna ammazzare il mostro, ma all'inizio tutti non ce la fanno
- Si trova il modo di farlo fuori
- Inuyasha- Continua
Non riesco a trovare altra motivazione a questo manga se non il bisogno di liquidità nel conto in banca della Takahashi, perché è talmente pieno di luoghi comuni ed escamotage narrativi talmente triti e ritriti che in certi momenti penso che la nostra principessa dei manga abbia ingaggiato come editor il comando Copia Incolla di Word. Tutto è bolso, scontato, telefonatissimo: faccio uno spoiler se dico che fin dal primo numero ho capito che tra Kagome e Inuyasha c'è qualcosa ma questo qualcosa sarà minato dai tipici litigi in salsa Ranma & Akane, in modo da allungare il brodo sine die? Senza poi contare dell'elemento cardine che ha reso la Takahashi un mito del fumetto mondiale, ovvero il suo umorismo demenziale. Inuyasha ne è privo totalmente. O per dirla meglio, le scenette comiche ci sono visto che Inuyasha non è un manga horror come La Stirpe della Sirena, solo che che sono divertenti come una compilation di craniate contro il muro. Le gag infatti sono tutte incentrate sui battibecchi pseudo amorosi tra Inuyasha e Kagome. Aspetta, dove avrò già visto una situazione simile? Magari DAPPERTUTTO?
Insomma, Inuyasha è un ammasso svergognato di filler, ma questi filler sono così cretini che in confronto pure la serie più detestabile di Sailor Moon, la quarta, sembra sceneggiata da Tenessee Williams.
Spero vivamente che la prossima opera lunga di Rumiko Takahashi segni il ritorno prepotente delle sue migliori qualità. Parla di una caccia agli shinigami nel prossimo manga? Oddio Rumiko, se hai bisogno di soldi apri un ristorante, ci vengo a mangiare, lo giuro, ma basta boiate lunghe ventisettemila tankobon! Pietà!
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Lamù essendo comico/demenziale è piacevole dall'inizio alla fine, non mi ha mai stancato, Maison Ikkoku è il capolavoro della Takahashi, Ranma inizia bene, ma dopo un po' inizia a voler sembrare un manga serio, e secondo me non ci riesce. Dopo il 20° volume inizia ad annoiare in una maniera assurda, io ho faticato per finirlo. Per fortuna non ho mai iniziato né Rinne (Del quale ho provato a vedere 2 episodi dell'anime senza appassionarmi) né Inuyasha (Non sono riuscito a finire il volume 1).
Fortunatamente ogni tanto scrive ancora delle belle storie brevi, in quelle ancora si difende bene, anche se quelle più vecchie sono ineguagliabili (Mi tengo strettissimi i miei volumetti dei vari Rumic World, stupendi, e La Saga delle Sirene che dimostra che è in grado di scrivere anche dei veri Horror)
Piuttosto, nessuno ha nominato One Pound Gospel, anche quella miniserie è stata molto piacevole, e forse anche molto originale. Vorrei tanto che la Takahashi scrivesse qualcosa del genere, una miniserie originale senza troppi fronzoli...
Impossibile chiederle un seguito della Saga delle Sirene, secondo me poi va bene così com'è, anche se non ha un finale vero e proprio, al giorno d'oggi non sarebbe in grado di fare un seguito come si deve secondo me.
Io ho visto la serie anime e parte bene con disegni simil Inuyasha e gli scsceneggiatori sono stati bravi a dosare i momenti morti e le new entry tra prima e seconda serie ma la terza è stata un pò uno sfacelo.
Sono quelle storie che sarebbero davvero belle ma vengono diluite in maniera assurda per durare nel tempo... quindi mi sento a metà come giudizio
Nessuno può negare che è stato un manga importante nella storia, e il fatto di ricordarsi i personaggi a distanza di anni significa che qualcosa vale, eccome.
Però ha il solito difetto dell'autrice di allungare troppo e a volte di fare confusione sulla trama.
A livello personale non è il mio preferito della Takahashi, ma ho dell'affetto per quest'opera e non credo assolutamente sia la peggiore (rinne è il fondo del barile.)
Vero che è un po' un mix di tutte le sue opere, però proprio per questo a me ha dato un senso di nostalgia e di "casa".
Nessun capolavoro eh, intendiamoci... un po' ripetitivo, ma lo trovavo davvero buono per passare un pò di tempo in relax.
Per il resto... Inuyasha è stata una delle mie fissazioni pesanti da ragazzina. Definirla opera addirittura indegna, per me, è assurdo!
Inuyasha è stata l'ultima grande serie della Takahashi e ci tengo a precisare che 10 anni dopo la fine ha ancora un fandom molto attivo che continua a dedicargli fanfiction, artwork, doujinshi e graphic novel.
Se non fosse piaciuto non avrebbe tuttora questo seguito mondiale con artisti e scrittori che si impegnano a sfornare opere sempre nuove.
Personalmente ho amato Lamù e Ranma 1/2, ma le altre opere della Takahashi se lo sognano un fandom del genere!
PS: Maison Ikkoku è sopravvalutato!
"- lite inuyasha-kagome x koga + riappacificazione
- nuovo villaggio
- appare nuovo nemico
- trovare il modo/arma per abbatterlo
- lo si abbatte dopo 2-3 capitoli
- nuovo villaggio
- dopo 1-2 capitoli compare (altro) nuovo nemico
- armi precedenti inutili
- trovare nuovo potenziamento
- lite inuyasha-kagome x kikyo + riappacificazione
- nuovo villaggio"
Purtroppo è il brutto difetto della Takahashi allungare il brodo il più possibile con questo meccanismo, l'ha fatto con Lamu, l'ha fatto con Ranma 1/2, Inuyasha e l'ha fatto perfino con Rinne che è praticamente un polpettone di avanzi di Inuyasha e Ranma 1/2, non so come caspita sia riuscita a portarlo fino a 40 volumi perchè è talmente uno spreco di carta che non si può neanche chiamarlo manga!
E mi taglio la testa che con Mao sarà uguale.
Io con Mao Ho l'impressione che abbia ripreso in mano Inuyasha e mi dispiace dirlo. Alla sua età ormai la Takahashi ha smesso di stupirmi nonostante continui a seguirla. Per me la sua carriera è finita qui. E parlo da fan.
scusa, il ritardo con cui lo scrivo ma... tu che manga hai letto?
1. Il triangolo amoroso Inuyasha x Kagome x Koga,non esiste, c'è solo nell'anime, nel manga Koga si atteggia da spasimante ma il rapporto fra i 2 neanche inizia
2.I villaggi, questo un pò ci può stare, anche la cosa non succede così spesso e così ciclicamente, i villaggi appaiono effettivamente poche volte rispetto a tutta la trama, quelle che appaiono più spesso sono i castelli e le case dei ricchi, dove i nostri grazie a Miroku scroccano un posto per la notte
3. Nuovi nemici appaiono, dopo più di 5 capitoli se non volumi, la maggior parte del tempo combattono contro Naraku, a volte contro Sesshomaru (più nei primi capitoli) e poi contro le emanzioni di Naraku, gira e volta i nemici sono quelli, i vari spettri che si trova davanti al massimo durano 5 pagine poi si torna alla storia principale per volumi.
4. Usano sempre le stesse armi Kagome le frecce (che sopratutto nei primi capitoli sono overpower), Sango usa sempre Hiraikotsu anche se ha altre armi come la catena, la katana e veleni vari che si porta appresso, Miroku il vortice del vento e i talismani e Inuyasha Tessaiga con i suoi potenziamenti e sopratutto i suoi malus (ad esempio nelle altre "modalità" della spada può usare una tecnica alla volta e non le può combinare).
5. Lite Inuyasha-Kagome-Kikyo riappacificazione in tutto il manga succede 2 volte, è vero che Inuyasha non può dimenticare Kikyo ma allo stesso tempo si fa più stretto il suo legame con Kagome
6. Il brodo comincia ad allungarsi a parte dopo la saga del monte Hakurei, ma sopratutto dopo la morte di un certo personaggio. Da quel punto lì si potevano restringere un sacco di cose per arrivare alla conclusione e comunque stiamo parlando di più di metà del manga, la parte dove veramente ristagna questo manga che veramente non ne vuoi più sono gli ultimi 10 volumetti su più di 60.
Anche se può sembrare, non volevo fare un'attacco alla persona, se così fosse mi scuso, la mia intenzione era dire la mia su una critica fatta con lo stampo, passata di bocca in bocca da tante persone, ma senza nessun fondamento perchè si mescolano insieme anime e manga, quando il primo si è preso delle libertà sull'opera (concesse dall'autrice nel senso che ha sempre lasciato libertà agli addetti ai lavori degli anime) senza discostarsi troppo dal primo (non come in Full Metal Alchemist per intenderci).Questo manga i difetti ce li ha e non sono questi, altrimenti dovremmo dire che One Piece ha copiato da Inuyasha!
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