Kami-sama ga Uso o Tsuku, letteralmente “Dio dice le bugie”, è un manga di Kaori Ozaki giunto in Italia grazie a Dynit, sulla collana Showcase con il titolo Our Summer Holiday.
Protagonista della storia è un bambino, Natsuru Nanao, che nell’estate dei suoi undici anni stringe un forte legame con Rio Suzumura.
Protagonista della storia è un bambino, Natsuru Nanao, che nell’estate dei suoi undici anni stringe un forte legame con Rio Suzumura.
«Per caso vuoi un gatto?»
La richiesta semplice e spontanea avanzata da Natsuru a Rio durante un incontro casuale sarà il giusto pretesto per l’inizio della loro storia di amicizia e sacrificio.
Veniamo a conoscenza sin da subito della vita del giovanissimo Natsuru, il quale vive con la mamma, mangaka distratta e disordinata, dopo che il padre è venuto a mancare per una grave malattia. Il ragazzo sente molto la mancanza del genitore, ma grazie alla grande passione per il calcio, e alla presenza della madre, riesce ad avere una vita normale con ancora qualche sprazzo di spensieratezza.
In parallelo e con gli occhi del protagonista scopriamo l’altrettanto sventurata situazione familiare in cui si ritrova Rio, che la spensieratezza invece, l’ha abbandonata da molto: costretta a vivere con 1000 Yen al giorno e a badare al fratellino Yuta dopo che la madre è scomparsa e il padre, pescatore, è andato a lavorare in Alaska.
Durante il breve periodo delle vacanze estive (da qui il titolo scelto per noi lettori italiani) i due ragazzi si trovano a vivere una vita da adulti, formando la famiglia che non hanno mai avuto e stringendo tra loro un legame che va oltre il sentimento di amicizia. Rio, grazie a Natsuru riesce a sorridere, a ritrovare la tranquillità e un pizzico di allegria.
Ma il segreto celato dalla ragazza è ben più oscuro e inquietante; arriva come un fulmine a ciel sereno quando tra i due ragazzi va tutto per il meglio, un colpo di scena che lascia basiti ed esterrefatti. Ed è qui che la storia cambia totalmente direzione e Natsuru si troverà a dover escogitare un modo per salvare e proteggere la sua amica e allo stesso tempo convivere con i sensi di colpa.
La storia lascia trapelare tutte le angosce che si trova a vivere una ragazzina di undici anni, costretta suo malgrado a vestire i panni di un’adulta/mamma responsabile di una casa, e ancor più del suo fratellino. Si evincono le difficoltà nell’indossare questa maschera, in primis perché non sapendo reagire da persona adulta agli ostacoli che la vita le mette davanti, inevitabilmente finisce col prendere decisioni alquanto sconsiderate (come è giusto che sia alla sua età), in secundis perché Rio non ha come figura di riferimento una persona matura e responsabile al suo fianco che potrebbe farle da modello di vita sano.
Natsuru fa quel che può per cercare di risolvere la situazione senza chiedere aiuto al suo unico rifermento, la mamma, ma il castello di carta fatto da dei bambini appena iniziati alla vita inevitabilmente crolla e tutto viene rivelato; la gestione del segreto di Rio (e tutto quel che ne consegue) viene presa in mano dai veri adulti e tutto viene riportato sui giusti e naturali binari.
Quello che il manga racconta è una denuncia sociale verso quei genitori che per svariati motivi lasciano da soli i figli, che non si assumono responsabilità e costringono i propri bambini a una crescita veloce e affrettata. Una crescita che impedisce ai protagonisti di vivere appieno la freschezza della fanciullezza.
L’unica pecca che si potrebbe trovare è forse la brevità del racconto: sarebbe stato interessante conoscere qualcosa di più su Natsuru, Rio e sulle loro vicende trascorse e future. Entrare ancor di più nella loro vita, non solo per il breve periodo delle vacanze estive, in modo da avere un quadro completo della loro psicologia.
Il titolo scelto per l’edizione italiana risulta essere più attinente alla componente narrativa dominante all’interno del manga (vicende svoltesi durate una vacanza estiva), a scapito della forse reale intenzione della mangaka, ossia, indirizzare il lettore a riflettere sul titolo originale: “Dio dice le bugie”.
I disegni sono estremamente puliti e lineari, le espressioni dei personaggi lasciano trasparire al meglio gioia, paura, titubanza e determinazione. I fondali non sono sempre pieni e mai troppo dettagliati, i retini utilizzati sono semplici e chiari.
Dynit porta in Italia un bel manga, con un’edizione molto curata in formato 16x23 che mette in evidenza delle tavole con dei disegni magnifici, soprattutto nelle prime pagine a colori.
Veniamo a conoscenza sin da subito della vita del giovanissimo Natsuru, il quale vive con la mamma, mangaka distratta e disordinata, dopo che il padre è venuto a mancare per una grave malattia. Il ragazzo sente molto la mancanza del genitore, ma grazie alla grande passione per il calcio, e alla presenza della madre, riesce ad avere una vita normale con ancora qualche sprazzo di spensieratezza.
In parallelo e con gli occhi del protagonista scopriamo l’altrettanto sventurata situazione familiare in cui si ritrova Rio, che la spensieratezza invece, l’ha abbandonata da molto: costretta a vivere con 1000 Yen al giorno e a badare al fratellino Yuta dopo che la madre è scomparsa e il padre, pescatore, è andato a lavorare in Alaska.
Durante il breve periodo delle vacanze estive (da qui il titolo scelto per noi lettori italiani) i due ragazzi si trovano a vivere una vita da adulti, formando la famiglia che non hanno mai avuto e stringendo tra loro un legame che va oltre il sentimento di amicizia. Rio, grazie a Natsuru riesce a sorridere, a ritrovare la tranquillità e un pizzico di allegria.
Ma il segreto celato dalla ragazza è ben più oscuro e inquietante; arriva come un fulmine a ciel sereno quando tra i due ragazzi va tutto per il meglio, un colpo di scena che lascia basiti ed esterrefatti. Ed è qui che la storia cambia totalmente direzione e Natsuru si troverà a dover escogitare un modo per salvare e proteggere la sua amica e allo stesso tempo convivere con i sensi di colpa.
La storia lascia trapelare tutte le angosce che si trova a vivere una ragazzina di undici anni, costretta suo malgrado a vestire i panni di un’adulta/mamma responsabile di una casa, e ancor più del suo fratellino. Si evincono le difficoltà nell’indossare questa maschera, in primis perché non sapendo reagire da persona adulta agli ostacoli che la vita le mette davanti, inevitabilmente finisce col prendere decisioni alquanto sconsiderate (come è giusto che sia alla sua età), in secundis perché Rio non ha come figura di riferimento una persona matura e responsabile al suo fianco che potrebbe farle da modello di vita sano.
Natsuru fa quel che può per cercare di risolvere la situazione senza chiedere aiuto al suo unico rifermento, la mamma, ma il castello di carta fatto da dei bambini appena iniziati alla vita inevitabilmente crolla e tutto viene rivelato; la gestione del segreto di Rio (e tutto quel che ne consegue) viene presa in mano dai veri adulti e tutto viene riportato sui giusti e naturali binari.
Quello che il manga racconta è una denuncia sociale verso quei genitori che per svariati motivi lasciano da soli i figli, che non si assumono responsabilità e costringono i propri bambini a una crescita veloce e affrettata. Una crescita che impedisce ai protagonisti di vivere appieno la freschezza della fanciullezza.
L’unica pecca che si potrebbe trovare è forse la brevità del racconto: sarebbe stato interessante conoscere qualcosa di più su Natsuru, Rio e sulle loro vicende trascorse e future. Entrare ancor di più nella loro vita, non solo per il breve periodo delle vacanze estive, in modo da avere un quadro completo della loro psicologia.
Il titolo scelto per l’edizione italiana risulta essere più attinente alla componente narrativa dominante all’interno del manga (vicende svoltesi durate una vacanza estiva), a scapito della forse reale intenzione della mangaka, ossia, indirizzare il lettore a riflettere sul titolo originale: “Dio dice le bugie”.
I disegni sono estremamente puliti e lineari, le espressioni dei personaggi lasciano trasparire al meglio gioia, paura, titubanza e determinazione. I fondali non sono sempre pieni e mai troppo dettagliati, i retini utilizzati sono semplici e chiari.
Dynit porta in Italia un bel manga, con un’edizione molto curata in formato 16x23 che mette in evidenza delle tavole con dei disegni magnifici, soprattutto nelle prime pagine a colori.
Due ragazzini "giocano" a fare gli adulti ma quando la verità viene a galla, tutto crolla.
La Ozaki crea una storia semplice ed efficace, forse un po’ inverosimile, ma che fa riflettere sul modo in cui le nuove generazioni vengo guidate dagli adulti verso il futuro che le attende.
In definitiva, Our Summer Holiday è un manga di cui consiglio la lettura e anche se il costo (16,90€) può lasciare titubanti all’acquisto, di sicuro non ne rimarrete delusi grazie al forte carico emotivo e al senso di impotenza che la storia trasmette.
La Ozaki crea una storia semplice ed efficace, forse un po’ inverosimile, ma che fa riflettere sul modo in cui le nuove generazioni vengo guidate dagli adulti verso il futuro che le attende.
In definitiva, Our Summer Holiday è un manga di cui consiglio la lettura e anche se il costo (16,90€) può lasciare titubanti all’acquisto, di sicuro non ne rimarrete delusi grazie al forte carico emotivo e al senso di impotenza che la storia trasmette.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Our Summer Holiday | € 16.90 | Dynit |
Pro
- Trama non banale
- Narrazione scorrevole
- Colpo di scena shoccante
Contro
- Brevità: sarebbe potuto risultare più interessante anche solo con l’aggiunta di 1 capitolo
- Finale poco indagato e affrettato
Le sue pecche, concordando con te, sono proprio la sua brevità e il finale, un po' troppo sbrigativo e direi poco appagante, tuttavia i vari eventi, situazioni e sentimenti dei personaggi sono gestiti abbastanza bene, lasciando ad ognuno il loro tempo.
Il titolo originale sarebbe stato molto più puntuale in relazione al senso generale dell'opera a mio avviso. Questo addomesticamento a cosa è dovuto? Alla sensibilità cattolica nostrana?
A me purtroppo è capitata un'edizione con inchiostro e filigrana pessime. Macchie e trasparenze ovunque.
Comunque consigliato.
Mi domandavo anch'io la questione del titolo a cosa fosse dovuto il cambiamento, pare anche in Francia e Germanial'abbiano pubblicato con ilo stesso titolo usato da Dynit, mentre negli Usa hanno usato il tirolo "The Gods lie", che praticamente è la traduzione diretta di quello giapponese. Questo mi fa pensare che il titolo per il mercato europeo l'abbia deciso l'editore giapponese forse?
Non penso che la decisione di adottare un titolo diverso sia data dalla volontà di applicare una sorta di "censura" religiosa. Penso che l'accenzione del divino sia molto diversa tra noi e i giapponesi, la loro è molto più profonda e spirituale della nostra e quindi giustificabile in 4 parole messe a fine di tutto.
Forse in europa "dio dice le bugie" avrebbe potuto far pensare che l'opera avesse un significato più divino, più vicino alla chiesa e che magari trattasse anche di argomenti del genere.
E io personalmente, prima di iniziarlo, e sapendo qual era il titolo originale, immaginavo ci fosse un implicazione divina molto più forte, invece risulta labile e quasi marginale al fine della comprensione dell'opera stessa.
In questo senso non penso che il titolo Europeo sia così sbagliato.
Si ma "Our Summer Holiday" è un titolo un po' blando a mio avviso, certo pur sempre valido (in fondo è un titolo piuttosto neutro) ma molto meno potente del titolo originale (qualcuno potrebbe dire che è un titolo forse anche troppo provocatorio, ma dopo aver letto il volume penso sia più che appropriato).
Logicamente il cambiamento del solo titolo non è un dramma, ma se l'opera originale era stata pensata con un determinato titolo in mente per me sarebbe stato meglio mantenere quello.
grazie
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