Questa sarà una recensione diversa dal solito. Ci troviamo infatti, di fronte a qualcosa di estremamente importante e tutto ciò che seguirà d'ora in poi ruota attorno a un concetto fondamentale: Clair Obscur: Expedition 33 è l'opera prima di Sandfall Interactive, portata avanti da un team di sole trenta persone e che viene venduta a un prezzo budget. Ecco, giocandolo per più di una settantina di ore, non lo direste mai.
 
Clair Obscur: Expedition 33

Lo diciamo da subito infatti: Clair Obscur: Expedition 33 è potenzialmente il videogioco dell'anno, soprattutto per il rapporto budget/risultato finale strabiliante. È vero, quest'anno abbiamo già avuto l'ottimo Monster Hunter Wilds (qui la recensione) e arriveranno titoli del calibro di Death Stranding 2 e GTA VI, ma potete star sicuri: Expedition 33 potrà dire tranquillamente la sua.
Tutti i trailer mostrati finora e persino l'anteprima di tre ore (che potete trovare qui) non danno alcuna idea non solo della grandezza del gioco in sé, della sua mole di contenuti o di quanto sia profondo il combat system, ma nemmeno nella narrativa. La "Tana del Bianconiglio", impallidisce di fronte a quello che si dovrà affrontare all'interno del lavoro del team francese.

Ambientato a Lumière, in quella che sembra una Francia sviluppatasi in una direzione a sé stante, la misteriosa Pittrice ogni anno disegna un nuovo numero sulla sua tela, facendo sparire ogni persona di età corrispondente. Ogni anno, una nuova spedizione parte alla ricerca di indizi su come fermarla ed eliminarla ma le cose finora non sono andate per il meglio. Siamo infatti arrivati alla spedizione numero 33, che sarà destinata a un epico viaggio in cui, la Pittrice, sarà solo la punta dell'iceberg.
Narrativamente Expedition 33 è quanto di più sorprendente degli ultimi anni. Non solo si ruota attorno a un concetto già visto in qualche modo ne Il Movimento della Terra, ma si va ben oltre, approfondendo il concetto di Arte, in tutti i suoi aspetti, positivi e non. “Anche se falliamo, apriremo la strada a chi viene dopo” è una delle frasi pronunciate dalle varie spedizioni ed è interessante come Sandfall abbia fatto bene i compiti, ispirandosi non solo ad alcuni capisaldi del genere JRPG ma anche ai lavori From Software, con quella narrativa “silenziosa” che non solo fa da splendido background visivo ma racconta ben più di quanto un diario ben recitato possa fare.
 
Clair Obscur: Expedition 33

Partiamo proprio da qui, da un contesto estremamente affascinante e ricco di sfumature. Il Chiaroscuro, come da titolo, è una tecnica che utilizza sapientemente luci e ombre al fine di dare maggior profondità al disegno o evidenziare elementi di fondamentale importanza, non solo visivi ma anche narrativi. Questo scontro arricchisce anche la cinematografia, il Noir francese ma soprattutto il cosiddetto Realismo Poetico degli anni '30 dove diventa parte integrante del racconto. Le ispirazioni alla cinematografia di Jean Renoir e a suo padre, Pierre Auguste per quanto riguarda la pittura sono eclatanti. Expedition 33 è prima di tutto un'opera artistica a tutto tondo: narrativa, cinematografia, scultura, pittura danzano assieme al fine di raccontare cosa l'arte può generare nell'uomo, sia esso creatore sia fruitore. Ed è bello notare come il titolo esalti tutti gli elementi del paese d'origine, un amor proprio e orgoglio per la propria storia mai banalizzato e anzi, ispirazione per chi verrà dopo.

Ma un'altra coincidenza particolare è che questi elementi si sposano perfettamente anche con i JRPG. La serietà e l'ironia si mescolano perfettamente, proprio come nel Realismo Poetico e in alcune opere giapponesi in cui sì, c'è da salvare il mondo, ma non bisogna dimenticare anche per cosa si sta lottando. In questa enorme commistione di generi, dunque, Expedition 33 viaggia a un ottimo ritmo. I misteri intorno la figura della Pittrice via via si dissipano, il mondo di gioco viene visto con occhi diversi e il destino dei protagonisti prende altra forma. L'organicità dell'opera passa anche dalle prove attoriali di buon livello, una messa in scena di stampo teatrale accompagnata da dialoghi scritti per essere verosimili in un contesto che vede una manciata di persone circondata da morte e distruzione. Frasi interrotte, sospiri, silenzi, mezze parole aggiungono naturalezza e veridicità a quanto raccontato, mostrando a 360° personaggi che hanno debolezze e punti di forza. Ma la caratterizzazione dei personaggi fa un altro salto in avanti: ogni membro della Spedizione 33 ha un suo modus operandi, un proprio background che li porta ad agire in modo unico a quanto gli sta attorno. Gustave ad esempio è molto emotivo e questo lo porta a perdere il focus della missione; Lune è più razionale e curiosa verso il mondo esterno; Maelle è una sedicenne atipica, unitasi alla causa ben prima del tempo ma con le fragilità tipiche di una ragazzina; Sciel è molto ironica, cosa che maschera molto bene la sua vera essenza. E Monoco, beh, è Monoco; lo scoprirete. L'intero gruppo è composto da persone vere, in cui si mescolano le varie personalità. Si avrà modo di approfondire ulteriormente i personaggi lungo il cammino, cosa che sarà utile anche ai fini del gameplay.
 
Clair Obscur: Expedition 33

Da notare come anche la regia gioca un ruolo fondamentale nel rendere al meglio queste dinamiche, almeno nelle cutscene principali. Durante l'anteprima si era fatto riferimento a The Last of Us, dove Neil Druckmann era riuscito grazie a motion e performance capture a restituire personaggi credibili. Ma tutto questo non avrebbe avuto lo stesso impatto se non si fossero utilizzate tecniche cinematografiche durante le cutscene, in grado di esaltare ogni momento emotivo dell'opera. Allo stesso modo, Expedition 33 ne ricalca le gesta, con inquadrature strette e lunghi primi piani che però si mescolano anche con il cinema d'autore francese, dove la luce non è solo estro tecnico ma parte integrante della scena. Ma se c'è un elemento che rende il tutto ben più impattante, è l'uso dei silenzi. Durante i dialoghi, pause, smorfie e semplici sguardi comunicano molto più di mille parole, una cosa che spesso viene sottovalutata. Ci si sta abituando a una sovraesposizione delle componenti emotive e delle caratterizzazioni, in cui il silenzio viene scambiato per mancanza di qualcosa. La maturità ed eleganza con cui Sandfall ha raccontato una storia ha pochi eguali nel settore.

In tutto questo, non può non essere citato Stendhal, scrittore francese dell'Ottocento, capace di mettere a nudo la psiche e i sentimenti dei propri personaggi, senza dimenticare una sana ironia. Non solo Stendhal è il nome dato a un'abilità di un personaggio, ma la sua poetica si inserisce perfettamente in tutto il marasma artistico che Expedition 33 ci mostra. Questo per dire come nell'opera c'è davvero un grande contenuto.
Ma veniamo invece a come sono raccontate le vicende principali. Non c'è modo di descrivere quello che Sandfall è riuscito a realizzare. Misteri su misteri, colpi di scena che mostrano una certa sicurezza e coraggio nel portare avanti le idee che plasmano il mondo di Lumière e suspense a fior di pelle. Quello che comincia come una classica avventura finisce per essere uno dei viaggi più incredibili mai intrapresi, dove un semplice concetto come quello di Arte viene esplorato a tutto tondo e in infiniti livelli di complicazione e contemplazione. Tutto quello che è stato detto finora, tra regia, prove attoriali e scrittura si evolve assieme le vicende principali. Arte come amore, Arte come distruzione, Arte come legame, Arte come rifugio, Arte come fuga, Arte come accettazione. Sono concetti che si sposano perfettamente non solo all'interno di Expedition 33 ma hanno valore anche metanarrativo, in cui a un certo punto ci si può chiedere “perché sto giocando?”. In questo caso, la risposta è facile, “per lavoro”, ma in realtà è una domanda ben più complessa di quanto appaia e che ovviamente vale per tutto l'intrattenimento.
 
Clair Obscur: Expedition 33

Quello che Sandfall è riuscito a fare è qualcosa di più unico che raro. È riuscita a parlare ad ampio spettro, a un target che potrà godersi la storia anche in modo superficiale e a chi trova in ogni aspetto la possibilità di andare oltre il manifesto.
E se tutto questo ancora non bastasse, la colonna sonora è semplicemente straordinaria. Il compositore Lorien Testard e la cantante Alice Duport-Percier hanno portato in scena alcune delle tracce migliori degli ultimi anni, non solo in quelle dedicate ai vari personaggi ma anche nei battle theme, mai stucchevoli e creati con intelligenza. In questo frangente, infatti, dinanzi a scontri che possono susseguirsi anche a distanza di pochi secondi, la varietà e ritmicità delle musiche rendono ogni battaglia fresca e quasi non si vede l'ora di combattere per sentire nuovamente la melodia appena ascoltata. Anche qui le ispirazioni ai capisaldi del genere JRPG e souls like, oltre che allo Studio Ghibli, sono percepibili ma la colonna sonora di Expedition 33 ha il merito di risultate un instant cult. Temi orchestrali e più moderni si fondono alla perfezione, facendo da accompagnamento a un mondo che appare sì distrutto ma intriso di un'affascinante magia. Non solo temi aulici e corali, ma trovano spazio anche Jazz e del sano Rock. L'amalgama artistica la si ritrova anche nella musica dunque, da ascoltare e riascoltare. Une vie à Paidre è già un classico.

Finora dunque, il tutto sembra andare a gonfie vele ed essendo un "doppia A", il risultato è assolutamente strabiliante. Ma tutto questo vale poco se il gameplay non è all'altezza, e per quanto il tutto possa apparire visivamente memorabile, non bisogna comunque dimenticare che si tratta di un videogioco. Fortunatamente, anche in questo caso, le cose vanno per il meglio. Non è un segreto che Clair Obscur: Expedition 33 possiede un combat system a turni, ma prima di elogiarlo a dovere e giusto precisare anche il perché possiede questa caratteristica. Il lavoro di Sandfall è quello che comunemente viene definito appunto “doppia A”, un'opera che vanta un budget importante ma nulla di paragonabile alle produzioni da centinaia di milioni di dollari. Ovviamente, avere risorse illimitate non significa avere corrispondente qualità e di questo, purtroppo o per fortuna ce ne siamo accorti. Questo discorso si sposa con la scelta di approcciare il combat system a turni, sicuramente una scelta voluta ma che possiamo vedere anche come necessaria.
 
Clair Obscur: Expedition 33

Se proprio dobbiamo trovare un difetto a Expedition 33 quello è proprio nelle animazioni in campo aperto, durante le fasi esplorative. Qui si nota una certa “legnosità” nelle movenze, in cui manca persino un'animazione adeguata per la caduta da grandi altezze. Inoltre, qualche problemino di collisioni con le bounding box dei geodata dell'ambiente sporcano un po' l'esperienza, cosa che si nota vistosamente nelle poche sezioni platform. Alla luce di tutto ciò, produrre un action puro o anche un souls like avrebbe spezzato parecchio la magia. La scelta di un sistema a turni dunque appare la scelta più intelligente, soprattutto se si pensa a come è stata impostata: a turni sì, ma anche molto dinamico.

In un sistema che cita palesemente titoli come Final Fantasy X, Persona, Lost Odyssey e Sekiro di From Software, Expedition 33 riesce a essere unico e per certi versi anche innovativo. La questione animazioni qui prende un'altra piega, con una cura necessaria visto il sistema attivo creato per le abilità difensive. Come spiegato durante l'anteprima, tutta questa parte è direttamente sotto il controllo del giocatore in tempo reale e si suddivide in schivata, parry e salto. Il sistema è assolutamente ben gestito, tanto che potenzialmente è possibile terminare il titolo senza nemmeno subire un colpo. La schivata è quella che permette di andare un po' più sul sicuro, con una finestra di i-frame discretamente ampia e che permette una maggior gestione nello scontro, soprattutto all'inizio quando ancora non si conosce bene il moveset avversario. Questa si suddivide in schivata normale e perfetta quando questa avviene nell'istante prima di essere colpiti. Cosa che però non sembra dare sul momento alcun beneficio specifico. Il parry invece, è tutta un'altra storia. Qui gli i-frame sono ridotti a una manciata e bisogna essere parecchio precisi. Questa possibilità comincia a essere produttiva non appena si conosce meglio l'avversario, anche perché una volta respinto tutti i colpi si avvierà automaticamente un contrattacco. Il salto è più situazionale ed è l'unico indicato con un apposito avviso. Tuttavia l'attenzione deve essere sempre alta perché nelle fasi avanzate di gioco, la danza di schivate, parry e salto, può avvenire durante un'unica combo nemica.
 
Clair Obscur: Expedition 33

Il sistema attivo di difesa, dunque, rende gli scontri sempre dinamici, capace di tenere il giocatore sempre sul pezzo. Questo avviene anche in fase d'attacco, con l'utilizzo di piccoli quick time event che, se avviati col giusto tempismo, potenzierà i colpi dei personaggi. Anche qui si scorge la voglia di rendere sì il combat system dinamico, fluido e appagante ma mai frustrante. Il tasto da premere è infatti uno soltanto, regalando la sensazione di star caricando un potentissimo colpo. Il design del sistema di combattimento, incredibile ma vero, è il fiore all'occhiello della produzione. Se già tutto il resto è su altissimi livelli, qui ci si è spinto oltre, progettando un sistema profondo e ricco di possibilità. Oltre a un classico sistema di potenziamento, con accumulo di punti esperienza, sono presenti anche i cosiddetti Picto e Lumina, capaci di creare delle vere e proprie build indipendentemente dalle caratteristiche intrinseche dei personaggi.

I primi sono praticamente del perk passivi in grado di aggiungere nuove abilità, come ad esempio la possibilità di rigenerare la propria salute. Ognuno di questi Picto possiede un livello e alcune caratteristiche che vanno a sommarsi a quelle base del personaggio. Se ne possono equipaggiare tre per volta ma una volta sbloccati e trasformati in Lumina, possono essere utilizzati da tutto il team spendendo i punti appositi. E qui, si apre un mondo. I Picto presenti e i corrispettivi Lumina, sono decine e decine, tutti con caratteristiche diverse e utili ai fini del combattimento. La possibilità di azzerare i propri Lumina ogni qualvolta si desidera e reimpostarli senza alcun costo, permette non solo di sperimentare ma anche di creare una build specifica per l'evenienza. E credeteci, vi servirà. Questo sistema di incastri tra le abilità base, Picto e Lumina porta il sistema a una profondità rara ma soprattutto funziona tutto a livello parametrico. Le percentuali di danno, di recupero o punti azione assegnati ad avvenuta schivata perfetta o parry sono precisi, con moltiplicatori che possono essere ulteriormente potenziati. Anche la scala di valori adottata e la progressione ripida, permettono al giocatore di sentirsi estremamente potente ed efficace. È per questo che l'esplorazione è fondamentale: non solo è possibile trovare elementi legati alla lore, boss segreti ma anche nuovi Picto. E quando si esegue un colpo dal valore di 7 milioni di danni, ci si sente bene.
 
Clair Obscur: Expedition 33

Non abbiamo parlato però delle abilità offensive, completamente diverse per ogni personaggio. Da Gustave a Monoco, ogni personaggio ha proprie caratteristiche e catalizzatori che vanno approfonditi e imparati. Il primo possiede infatti l'abilità sovraccarico, che si carica colpendo l'avversario. Ma questo è solo l'inizio, perché Lune ad esempio possiede le cosiddette “macchie” di varia natura e che possono essere consumate per potenziare ulteriormente gli attacchi. Maelle ha le pose, con alcuni attacchi che possono cambiarla influenzando l'abilità successiva. E così via. È un sistema all'apparenza complicato ma una volta preso confidenza, regala grosse soddisfazioni.
Inoltre, mantiene alta l'attenzione: sì, si può combattere spammando colpi senza riflettere, ma non si sarà mai realmente efficaci. Questo anche perché i nemici possiedono vari punti deboli ma anche una barra di "Sekironiana" memoria, quella della stabilità. Infatti, i nemici (come anche noi resto) possono essere storditi, facendogli perdere uno o più turni. Il combat system è dunque un sistema organico e complesso, stratificato e soprattutto appagante. Anche chi non ama i combattimenti a turni difficilmente rimarrà indifferente da quanto realizzato da Sandfall.

Questo sistema potrebbe essere d'ispirazione anche per i futuri JRPG, con Final Fantasy che gioverebbe davvero di qualcosa di simile. L'ottima via di mezzo adottata dai remake del settimo capitolo, con l'action accompagnato dalla pausa tattica, potrebbe funzionare anche al contrario per altri capitoli: la pausa tattica accompagnata dall'action. Ma l'ispirazione suscitata da Expedition 33 potrebbe colpire anche un altro elemento: la mappa di gioco. Tutti siamo rimasti stupiti e affascinati dalla vista della world map e l'anteprima non ha dato alcun suggerimento su quanto fosse grande. Il pregevole effetto miniatura potrebbe aver risolto un possibile problema per il terzo capitolo del remake di Final Fantasy VII, visto che il team di sviluppo si troverà alle prese con il far volare liberamente l'Highwind.
 
Clair Obscur: Expedition 33

La mappa di gioco è enorme ed è sorprendentemente bella, nel senso puro del termine. Per quanto la navigabilità possa essere migliorabile con l'aggiunta di alcuni segnalini in stile Elden Ring o un quest log, ritrovarsi lì, accompagnati dal coccoloso Esquie, è un'esperienza unica e gioiosa, ma anche malinconica a un certo punto. Non mancano zone nascoste e momenti più ilari, come le prove dei Gestral che strizzano l'occhio a un certo tipo di fan service. Sì, è presente anche quello, ma gestito con il gusto dell'occidente. Oltre alla drammaticità e tragedia, si ride anche di gusto, a dimostrazione di come Expedition 33 sia scritto bene. Il tutto è però gestito al meglio, con una sensibilità che ad altre opere semplicemente, manca.

Nonostante la mancanza di patch day one e driver appositi, il titolo sembra ben ottimizzato su PC. In alcune aree molto dense si è assistito a qualche calo di framerate, giocando a 1440p e settaggi alti, a bordo di una RTX 3060. Da segnalare un paio di bug, di cui uno ha costretto il ricaricare la partita. Ma nulla di particolarmente grave considerato le tempistiche e soprattutto la grandezza del team. Il sistema di illuminazione è davvero eccellente e tralasciando la componente artistica, e anche la pura componente tecnica a essere di gran livello.
Concludiamo questa lunga disamina con il doppiaggio, ricordandovi che non è presente quello italiano. Quello inglese vanta personalità di livello, come Gustave doppiato da Charlie Cox (protagonista di Daredevil), Maelle doppiata da Jennifer English, Verso da Ben Starr e Renoir doppiato nientemeno che da Andy Serkis. Tuttavia, il doppiaggio francese non è da meno e anzi regala sfumature migliori visto il contesto. Vissuto la maggior parte del tempo così, Expedition 33 risulta un amalgama perfetta. Considerando anche che spesso nel doppiaggio inglese vengono utilizzate diversi termini francesi, il doppiaggio originale sembra più coeso e naturale. Ma la scelta spetta a voi.

 
Clair Obscur: Expedition 33 è semplicemente memorabile. Nonostante esperienze e risorse limitare rispetto ai famigerati AAA, Sandfall è riuscito a creare un titolo dalle solide basi narrative, arricchito da un comparto artistico stupefacente. Il sistema a turni del combat system è stata un'idea intelligente e portata avanti con sapienza. Dinamico al punto giusto, le battaglie vengono vissute in un modo totalmente nuovo. Il viaggio per molti di voi sta per cominciare. Il voto che vedete non presume ovviamente la perfezione assoluta, ma si tratta di qualcosa che merita l'esser premiata a pieni voti. Preparatevi a dovere perché questa qualità non si vede tutti i giorni. Non avete la ben che minima idea di ciò che vi aspetta.