Cos'è l'AgoraClick? Mettiamola così è uno spazio completamente dedicato a voi, in cui potete discutere di tutto e di niente. Volete parlare delle notizie della settimana? Avete delle domanda che vi frullano in testa da un po? Volete chiedere pareri ad altri utenti? Beh ecco AgoraClick è il posto che fa per voi, un posto dove l'off topic non esiste.
Ovviamente ricordate che non siamo nel far west, quindi si applicheranno comunque le normali regole sulla moderazione (salvo quella sui commenti composti da sole immagini), ed in particolare, tanto per ribadire, non sono ammesse immagini di nudo, spoiler non debitamente segnalati (usate il tag spoiler), trolling o spamming, e, più in generale, se un po' di flame si può tollerare in questa sede, vede comunque di non esagerare troppo.Questo è tutto, ora la palla passa a voi, buon divertimento :D
Fonte consultata:
BBC
Il Giappone è in preda a un'ondata di criminalità anziana: la proporzione di crimini commessi da persone di età superiore a 65 anni è in costante aumento da 20 anni. Se nel 1997 questa fascia d'età rappresentava circa una su 20 condanne, 20 anni dopo la cifra era cresciuta fino a più di una su cinque.
Molti di questi anziani trasgressori inoltre sono recidivi: dei 2.500 ultrasessantacinquenni condannati nel 2016, più di un terzo aveva già cinque precedenti condanne. Nella maggior parte dei casi è il furto (soprattutto il taccheggio) il reato più commesso: di solito gli anziani rubano cibo per cifre inferiori a 3.000 yen (circa 24 euro) e prediligono negozi in cui vanno abitualmente.
In una prigione di Fuchu, poco fuori Tokyo, quasi un terzo dei detenuti ha più di 60 anni e così hanno modificato in parte la struttura, inserendo corrimano e servizi igienici speciali.
Molti di questi anziani trasgressori inoltre sono recidivi: dei 2.500 ultrasessantacinquenni condannati nel 2016, più di un terzo aveva già cinque precedenti condanne. Nella maggior parte dei casi è il furto (soprattutto il taccheggio) il reato più commesso: di solito gli anziani rubano cibo per cifre inferiori a 3.000 yen (circa 24 euro) e prediligono negozi in cui vanno abitualmente.
In una prigione di Fuchu, poco fuori Tokyo, quasi un terzo dei detenuti ha più di 60 anni e così hanno modificato in parte la struttura, inserendo corrimano e servizi igienici speciali.
Secondo una ricerca del 2016, con una pensione media si riescono a coprire i costi di affitto, cibo e spese sanitarie, ma non il riscaldamento e i vestiti. Il problema principale di questi anziani, soprattutto se vivono in provincia, è che o non hanno più familiari ai quali chiedere aiuto oppure se ci sono, vivono lontano. Non vogliono essere di peso agli altri, quindi preferiscono farsi arrestare.
In questo modo, in prigione si assicurano tre pasti caldi al giorno e un tetto sopra la testa senza pagare niente. Come Keiko, 70 anni, che non ha avuto scelta: "Quando mi sono lasciata con mio marito, non avevo più una casa né i mezzi per sopravvivere. Così ho iniziato a rubare sperando di essere arrestata. In prigione ho incontrato donne di oltre 80 anni, che faticavano a deambulare ma che si erano messe a rubare perché non sapevano come arrivare a fine mese".
In questo modo, in prigione si assicurano tre pasti caldi al giorno e un tetto sopra la testa senza pagare niente. Come Keiko, 70 anni, che non ha avuto scelta: "Quando mi sono lasciata con mio marito, non avevo più una casa né i mezzi per sopravvivere. Così ho iniziato a rubare sperando di essere arrestata. In prigione ho incontrato donne di oltre 80 anni, che faticavano a deambulare ma che si erano messe a rubare perché non sapevano come arrivare a fine mese".
C'è da considerare anche che i tribunali giapponesi tendono a dare abbastanza facilmente condanne detentive per piccoli furti: se si ruba un sandwich da 200 yen (circa 1,50 euro), si può incorrere in una multa di 8,4 milioni di yen (quasi 70.000 euro) o una pena di 2 anni di carcere.
Ma non è solo la povertà a spingere gli anziani giapponesi a delinquere: secondo Kanichi Yamada, 85enne direttore del centro di riabilitazione per anziani usciti di prigione "Con Hiroshima", la povertà è solo una scusa. "Il problema di queste persone è che sono sole. Non hanno più un posto nella società e non sopportano la solitudine. Se hanno qualcuno che si occupa di loro, gli anziani non commettono crimini. In carcere non cercano solo da mangiare: cercano una compagnia. Purtroppo la società giapponese è cambiata e i rapporti sono sempre più fragili".
Ma non è solo la povertà a spingere gli anziani giapponesi a delinquere: secondo Kanichi Yamada, 85enne direttore del centro di riabilitazione per anziani usciti di prigione "Con Hiroshima", la povertà è solo una scusa. "Il problema di queste persone è che sono sole. Non hanno più un posto nella società e non sopportano la solitudine. Se hanno qualcuno che si occupa di loro, gli anziani non commettono crimini. In carcere non cercano solo da mangiare: cercano una compagnia. Purtroppo la società giapponese è cambiata e i rapporti sono sempre più fragili".
Ovviamente ricordate che non siamo nel far west, quindi si applicheranno comunque le normali regole sulla moderazione (salvo quella sui commenti composti da sole immagini), ed in particolare, tanto per ribadire, non sono ammesse immagini di nudo, spoiler non debitamente segnalati (usate il tag spoiler), trolling o spamming, e, più in generale, se un po' di flame si può tollerare in questa sede, vede comunque di non esagerare troppo.Questo è tutto, ora la palla passa a voi, buon divertimento :D
Fonte consultata:
BBC
Le istituzioni dovrebbero muoversi in tal senso per creare delle strutture adeguate o dei servizi sociali utili perlomeno a alleviare il problema.
Ad ogni modo, se ci si pensa, non sono solo gli anziani a soffrire di solitudine ma un pò tutti. Il Giappone, almeno nelle grandi città, ha uno stile di vita frenetico e votato quasi totalmente al lavoro... si ha poco tempo per i rapporti sociali e lo stesso vale per le ferie. Tutto ciò porta ad avere una macchina che funziona alla perfezione ma che dà poco spazio ai rapporti umani.
Posso solo sperare che le cose migliorino in futuro, in passato lessi che erano in corso provvedimenti a tal riguardo (migliori condizioni di lavoro e assistenza agli anziani) ma non ho idea di quanto tempo ci vorrà perché divengano effettivi.
Ma nei casi in cui gli anziani sono da soli ecco che vi è un problema insormontabile per gli anziani, con una pensione solitamente bassa (insufficiente a vivere, e se nella vita ha lavorato da precario o Part time non è detto che gli venga riconosciuto il suo lavoro nel sistema pensionistico) ecco che devono darsi al vagabondaggio (venduta la casa vanno in affitto pregando di vivere di rendita, dopo finiti i soldi della rendita diventano senza tetto...) e infine a volta anche si danno alla criminalità. D'altronde è impossibile per loro trovarsi un lavoro (chi assume uno che ha 80 anni?) specie considerando che la disoccupazione è anche un problema diffuso (anche se in calo, secondo i dati dell'anno scorso).
A ciò si aggiunge il problema della mentalità giapponese, per alcuni ricevere aiuti dallo Stato è una vergogna (stessa roba come elemosinare) e alcuni che ricevano aiuti vengono visti male (marchiati socialmente dalla società)... quindi anche chi potrebbe ricevere qualche aiuto, lo ottiene in forme promosse dal governo di auto-aiuto ma che servono poco ad arginare il problema degli anziani che aumentano sempre più a fronte della popolazione che cala (anche qua ci sarebbe da parlare molto...)
Purtoppo la società moderna è troppo alienante e gli anziani che non lavorano più si ritrovano soli.
Penso che una delle poche soluzioni a questi problemi sia il fatto che gli anziani comprino le case vicino ai loro familiari, cosa che andrebbe incentivata.
Ovviamente poi, il creare centri di incontro per anziani, dove possano portare avanti degli hobby, parlare etc sarebbe ottimo, magari in questi posti potrebbero anche fornire alcuni servizi come pranzo e visite mediche.
La cosa assurda è che il Giappone non è un paese povero. Difficile stabilirne le cause da così lontano, si rischia di "europeizzare" la faccenda.
Come ha scritto Jared Diamond in un libro, La solitudine degli anziani sta diventando sempre più un problema da quando è diventato uso comune per i figli sistemarsi lontano, se non in un altra città, rispetto alla casa dei genitori.
In una società come quella giapponese poi la solitudine si trascina per tutta la vita, solo che finchè si è attivi non per tutti è pesante come quando invece ci si ferma da anziani
https://www.corriere.it/esteri/18_gennaio_17/ministero-la-solitudine-cosi-governo-assistera-chi-si-sente-tagliato-fuori-c3a72272-fbb1-11e7-b641-cb41c1023d03.shtml
Un paese con molti anziani deve pensare a questo, sarebbe anche ora che il Giappone avesse un welfare, senno meglio morire prima.
. Con i lavori forzati ci penserebbero due volte prima di commettere crimini.
Mi spiace molto per questi anziani.
Il carcere non è una punizione. Mai letto il Dei delitti e delle pene di Beccaria?
si possa fare qualcosa che cambi la situazione, mi spiace.
I lavori forzati sono controproducenti per la riabilitazione della persona, impongono regole esterne non interiorizzate dai soggetti e li "peggiora" psicologicamente. Lo dice qualsiasi studio psicologico.
Ma ancora ste idee da diciassettesimo secolo nel 2019?
Cioè piuttosto che pensare a come aiutare questi poveri anziani, bisogna rendere più dure le carceri?
E comunque il parallelismo con l'Italia non funziona, dato che per finire in carcere qui o devi essere recidivo o devi commettere una strage praticamente.
Non capisco cosa vuoi dire
Non stupisce che c'è chi cerchi la galera. La vera prigione è fuori dalle sbarre.
E grazie, i lavori forzati mica servono a farli stare meglio, ma a non pesare troppo sullo stato e a fargli venire meno voglia di commettere i crimini, soprattutto se recidivi. Anzi i soldi che entrano con i lavori forzati potrebbero essere sfruttati per pagare supporti psicologici ai carcerati, così ci guadagnano tutti.
Sicuro di aver letto l'articolo??? Sicurissimo???
La società nipponica è complessa, spigolosa e piena d'aspettative dove la concorrenza sembrerebbe essere spietata sin dalla giovane età.
Gli stessi manga cercano di raccontare quel che i giapponesi cercano di trovare nella vita: amicizia vera, compagnia, amore, allegria e spensieratezza.
Credo che possano essere realmente delle utopie, alcune volte.
Alla fine di notizie particolari provenienti dal Giappone ce ne sono a bizzeffe, padri di famiglia che attendono ore in fila per poter stringere la mano alla loro Idol del cuore (che potrebbe avere l'età della loro prole), adulti "scappati di casa" che conducono una vita di sopravvivenza schiacciati dalla società estremamente esosa e satura di tutto, giovani che si barricano in casa perché "li fuori non c'è spazio per loro" - delle volte potrebbe anche essere una semplice scusa al "vivere la propria vita" - .
In tutto questo, però, rimaniamo incredibilmente attratti da questo Paese. Io per primo! Come se il bello immaginato e costruito nei nostri pensieri potesse scostare completamente quel che realmente potrebbe essere li, vivere li!
Tutto questo, poi, lo scrivo dietro ad uno schermo pigiando tasti sulla tastiera senza aver mai messo piede in una delle città giapponesi :
Sono storie che fanno riflettere, ma dopo qualche secondo sono volate via.
Ogni singolo Stato del pianeta ha stranezze sociali e culturali, e in questo caso, aggiungerei "purtroppo".
Peccato che sia dimostrato che peggiore è lo stato del periodo detentivo maggiore è la probabilità di reiterare il reato.
Veramente no,le nostre carceri sono sovraffollate.
Non è un problema di capienza. E' un problema che dipende dalle leggi che abbiamo. E dall'uso che facciamo della Legge Penale.
A) Dai tempi dei processi. Spesso possono passare anni - anche dieci anni - prima che qualcuno sia condannato, e non per "Manegi strani" ma proprio per l'eccesso di carichi delle corti.
B) Eccesso di penalizzazione del nostro sistema..sarà pure che nel nostro sistema la Pena ha funzione rieducativa ( @galvan73 non ridermi dietro, ma la sanzione penale è come la coperta di Linus per i nostri legislatori, e pure per certa parte della popolazione.
Troppo spesso si usa la sanzione penale per proteggere un interesse, che in realtà si potrebbe proteggere meglio con sanzioni amministrative.
L'esempio che posso farvi è quello della droga. Di fatto una grossa parte delle persone che troviamo in carcere sono piccoli spacciatori. ( i grandi ce ne sono ma pochi), e chi abbia avuto a che fare con queste situazioni sà che sono spesso consumatori -spacciatori ed in generale persone che non hanno i soldi per un buon avvocato.
Una delle riforme necessario è quello di rivoluzionare la normativa sulla droga. A partire dalla Cannabis che l'OMS ha consigliato proprio in questi giorni di reintrodurre nella lista dei farmaci utilizzabili....
E magari varare questa benedetta riforma del Fallimento.
C) Il sistema ha funzionato bene o male per decenni grazie a periodiche amnistie, che sgonfiavano il bubbone mandando fuori un pò di gente che, in effetti, erano dentro per cose di scarso rilievo. Ma quanto accaduto negli anni 90 ha imballato il sistema.
Oggi per fare un'amnistia ci vogliono maggioranze enormi. Improponibili, visto che "Legge & Ordine" sono sirene irresistibili ( soprattutto per chi pensa che equivalgano a "manette a tutto spiano e buttare via le chiavi".
Considerate solo cosa hanno fatto recentemente con la prescrizione. Un obbrobrio.
E pur tuttavia meglio il nostro imperfettissimo temo sia meglio di quello nipponico. Temo proprio.
Ma più conosco il Giappone, più mi rattristo nel vedere certi aspetti della sua società. Anche e soprattutto perché c'è una sorta di immobilismo, dovuto alla loro particolare forma mentis che impedisce od ostacola qualsiasi richiesta di cambiamento a meno che non venga imposto dall'esterno.
Poi certo uno dovrebbe toccare con mano per rendersi veramente conto.
http://www.affaritaliani.it/cronache/verona-bruciano-un-clochard-per-noia-i-due-minori-non-finiscono-in-carcere-585207.html
L'Italia è piena di spacciatori (stranieri) senza fissa dimora, che quindi non possono essere puniti, perchè in carcere non ci vanno perchè gli danno i domiciliari, ma essendo senza fissa dimora rimangono in giro a piede libero, ormai sopratutto al nord vedi intere piazze dove si spacciano droghe pesanti come se fossero cover del telefono.
Ma rischiamo di andare off-topic secondo me.
https://www.huffingtonpost.it/2017/08/01/io-spacciatore-di-cocaina-a-milano-lavoro-da-dio-vendo-etti-in_a_23059161/
Finchè guadagnano bene, aimè, continueranno a farlo( i pesci piccoli sono stranieri, i capetti italiani vivono nel lusso)
Citami lo studio e poi vediamo
L' ultima analisi della associazione Antigone (e tutte le altre), afferma che addirittura le misure alternative al carcere diminuiscono la recidiva.
Di questo passo, non mi stupirei se tra un po' di anni cominceranno ad immigrare pure i giapponesi, stanchi di vivere in un paese opprimente. Poi parlano male della Corea del Nord, come se loro fossero meglio...
Mi è tornato in mente un altro articolo di Hachi di un anno fa che si ricollega proprio a questa notizia:
Si può divorziare dal coniuge morto? In Giappone sì
Le vedove divorziano dal coniuge morto perché così escono dallo stato di famiglia dei suoceri in modo da far cadere l'obbligo morale di assistenza verso di loro.
Franzelion, io spero che tu abbia al massimo sedici anni, perchè altrimenti non mi spiegherei certe uscite. Ma se la stessa pena di morte non costituisce un deterrente efficace, figuriamoci i lavori forzati!
Non è assurdo, è perfettamente normale. Il Giappone come qualsiasi stato sovrano può punire solo i reati commessi sul territorio Giapponese.
Fosse un problema solo del Giappone... credo che il peggioramento della situazione mondiale sia endemica e inevitabile: si è sempre di più, c'è sempre più disparità e così via. La cosa si sente, di più o di meno, quasi ovunque...
QUesta è semplice propaganda politica. Non ti lasciare ingannare. Non solo e non tanto ci sono un bel pò di spacciatori di italica speme, quanto e soprattutto quelli che tu indichi sono mera manovalanza, lo schermo dietro il quale da anni si nascondono le nostre mafie.
Potrei citare ancora una volta la querelle sulle Pandillas milanesi, ma andremmo davvero off Topic. Non fermatevi all'epifenomeno.Non fermatevi al colore della pelle. Guardate bene la realtà anche se sgradevolissima e di difficile risoluzione.
Come questi anziani nipponci lanciano un vero e proprio grido di aiuto alla società che hanno servito per decenni, sacrificando ogni cosa all'etica del lavoro nipponico, ed imporrebbero seria riflessione alle autorità di quel paese, così la situazione delle carceri italiane laancia un grido alle nostre autorità. Purtroppo sia in Giappone che in Italia abbiamo una classe dirigente sorda, muta e pure cecata.
Un consiglio ascoltatevi radio Carcere.
no tipo se sei in italia e vai all'estero e uccidi una persona la giustizia di quello stato può colpirti anche qui in italia un esempio sono i pedofili che andavo nei paesi asiatici a divertirsi adesso appena tornano possono essere condannati sia qua in italia che in thailandia
in giappone puoi fare tutti i reati che vuoi all'estero basta che non li fai sulla terra giapponese e non ti fanno niente nemmeno l'estradizione
https://www.ilturista.info/blog/10118-Paesi_senza_estradizione._I_migliori_stati_dove_scappare_letteralmente/
E sta succedendo la stessa cosa anche alle generazioni più giovani, solo che siamo occupati a fare altro e quindi non ci pensa spesso.
Essere condannato o essere estradato sono due cose completamente diverse. L'estradizione da un paese ad un'altro dipende dagli accordi che possono sussistere tra i due stati.
Mi sembra che il quadro presentato sia veramente surreale…
Più di una condanna su cinque è un’enormità
Veramente la sensazione è di trovarmi di fronte qualcosa che sfugge alla mia comprensione: veramente in Giappone nessuno si indigna per una situazione del genere? Anziani che sono talmente disperati da farsi privare volontariamente della libertà? È una cosa atroce...
Oltretutto, se la quota di anziani che si fanno arrestare per poter aver vitto/alloggio o compagnia è così alta non è solo una questione di assenza di sensibilità nei loro confronti è anche un modo assurdo di spendere dei soldi pubblici.
Circoli ricreativi e residenze protette per queste persone costerebbero veramente di più che mantenerli in carcere?
Siamo sicuri?
Potrei sbagliare,
non so bene da dove partire a cercare dei dati, ma tra i soldi spesi per i processi (saranno anche rapidi ma qualcuno dovrà lavorarci) e quelli per la gestione delle strutture carcerarie, più il vitto… dubito che questo sistema sia conveniente nemmeno dal punto dal punto di vista economico.
p.s. @alessiox1 e Debris
Il dibattito che avete iniziato mi interesserebbe anche, ma appunto temo sia OT…
se lo proseguite in separata sede ...fatemi un fischio
è un po' tutto collegato sì, il ruolo della Donna in Giappone è migliorato nel tempo ma certi presupposti e preconcetti sono duri da scardinare specie nelle generazioni pre anni 80... il governo infatti non aiuta, sempre di stampo conservatore cerca di ricalcare a volte con alcune dichiarazioni imbarazzanti la figura della Donna per forza Madre e Moglie (vedasi sempre qui su animeclick alcune su "le donne che devono far figli" e "studentesse di medicina penalizzate perché dovrebbero pensare a metter su famiglia non a studiare")
Il governo giapponese dovrebbe risolvere questa crisi no? Oppure pensano ad altro?
Questi anziani non hanno pensato di andare in una casa di cura quindi hanno trovato un modo per "vivere" meglio.
Bisogna stare mooolto attenti perchè per più anni hanno detto i TG che l'italia sta invecchiando, però spero che non si arrivi a questi livelli.
"se si ruba un sandwich da 200 yen (circa 1,50 euro), si può incorrere in una multa di 8,4 milioni di yen (quasi 70.000 euro) o una pena di 2 anni di carcere."
E il giudice appena ha emesso il verdetto ti guarda e ti dice : Eh ti poteva andare peggio.
Through reference to the penal code, the Cannabis Control Act also applies to any Japanese national who merely receives or possesses marijuana anywhere in the world, and applies the same stiff penalties as apply for domestic violations: up to seven years hard labor. Canada’s recent legalization of marijuana thus appears to have caused Japanese officialdom to descend into a spiral of Fear that Japanese People Might Experience Unsanctioned Enjoyment of Life somewhere in the world.
Before the legalization even took effect, the Japanese consulate in Vancouver posted a reminder that Japan’s laws prohibited the possession or receipt of marijuana by Japanese people abroad: “Don’t do drugs, even legal ones” was the message. The notice is interesting because it ignores the fact that the prohibitions in the Cannabis Control Act are actually qualified by the words “without due cause,” though the Japanese is actually “midari ni,” which might be better translated as “without purpose” or “in a disorderly fashion.” Arguably, “because it’s legal” would satisfy this condition as to possession in Canada, but apparently not.
This qualifier is probably ignored because it is inconvenient for officials who just want to have simple yes/no prohibitions unburdened by the terrible burden of discretion. Just to be clear, police in Japan will bust your ass for possessing or even peeing positive for use of even a small amount of marijuana, and you can spend a long time in jail as a result. So you should definitely read the law that they do — without the qualifier, since they will be uninterested in whatever “due cause” you might want to assert."
Vorrei, inoltre, aggiungere un'altra considerazione sulla mancata assistenza agli anziani. Sebbene ora sia ufficialmente negato (comprensibilmente il Giappone tenta di nascondere tutti quegli aspetti della propria cultura che oggi non sono "kawaii" o "cool"), in passato probabilmente era praticata l'ubasute (obasute) ossia "butta la vecchia" (ma talvolta anche i vecchi). Gli anziani venivano accompagnati sulle montagne e lasciati li' a morire (https://en.wikipedia.org/wiki/Ubasute). Insomma...pare che il Giappone non sia mai stato un "paese per vecchi"..
Volevo aggiungere che non è una pratica tipica solo del Giappone (antico) quella di abbandonare gli anziani.
Veniva usata, (e viene tuttora usata dalle più piccole tribù indigene della Nuova Guinea o dell' Africa), da tutti quei gruppi di cacciatori-raccoglitori, che devono spostarsi di continuo per procacciare il cibo. Quando l' anziano diventa troppo vecchio per poter stare al passo con il gruppo, viene per forza di cose lasciato a morire (a volte ucciso con il consenso stesso della vittima), perchè l' intera banda rischierebbe la fame ad aspettarlo, e sono già carichi abbastanza per poterlo portare in spalla.
E l' ubasute veniva praticato quasi per lo stesso motivo (carestie, carenze di cibo).
Lo dico solo perchè dal tuo commento sembrava un rito crudele fine a se stesso.
Purtroppo si tratta di una condizione che imperversa non solo in Giappone...
Anche gli anziani polacchi, in specie gli uomini, ad un certo punto della loro vita, se avvertivano di essere un peso per i loro, oppure se vi era un periodo di grave carestia - ed in certi luoghi non erano periodiche- prendevano decisioni simili. Si vestivano per la caccia ed affidavano se stessi a Dio.
Nè sono cose così "strane" o disumane. Anzi sono umanissime.
Dovremmo riflettere molto bene su che società vogliamo. Oh sull'assenza di estradizione........è antica questione, ogni stato è molto geloso delle proprie prerogative sui propri cittadini. Si risolve spesso tutto attraverso i trattati di estradizione....ANche se non sempre è possibile. La Russia è un caso molto più problematico del Giappone da questo punto di vista.
@alessiox1 capisco che tu non possa accettare la mia impostazione ma ti invito ad approfondire per bene quanto hai detto. Costruire carceri, additare "gli stranieri che delinquono", sono parole propagandistiche che non hanno fondamento.
Solo una seria riformma carceraria - proprio solo attraverso una piccola rivoluzione culurale in Giappone, si possono affrontare problemi che "apparentemente" riguardano solo minoranze di delinquenti e non "Lepersoneperbene", ma ricordate Enzo Tortora? Od il padre dello scrittore Lucarelli?? Pensate. Approfonditele ascoltandovi le rubriche e le inchieste sulle carceri di Radio Radicale - e/o le informazioni che propone l'Associazione ANtigone, giustamente citata. Capirete quanto sono difficili le cose e fragile la differenza.
La notizia non mi stupisce, almeno si parla di persone che hanno preferito la detenzione rispetto a metter fine alla loro vita per sfuggire a condizioni di vita desolanti, specialmente in un paese famoso anche per l'alto tasso di suicidi.
Spunto interessante: provo a raccogliere le idee sul perché anche a me non sembrano “cose-che-non-riguardano-le-persone-per-bene”.
Nell'articolo si parla di persone che hanno commesso dei crimini, quindi si parla di “delinquenti”. E un delinquente è una persona che ha commesso un fatto previsto dalla legge come delitto (ovvero un reato punibile con una reclusione o una multa).
Quindi per definizione è qualcosa di estremamente variabile nello spazio e nel tempo.
Partiamo dal Giappone e dal suicidio citati nei precedenti commenti: non mi risulta che lì sia mai stato considerato un reato (anzi…) però l’eutanasia non è legale, diversamente in Europa il tentato suicidio era un reato, ora non lo è più, però le politiche sull'eutanasia sono molto variabili da stato a stato.
Ancora più variabile è la situazione dei “proibizionismi”: sostanze lecite e illecite sono diverse da paese e paese e le norme sono modificate piuttosto spesso.
Se ci spostiamo ipoteticamente nello spazio e nel tempo nessuno di noi è “una-persona-perbene”: troveremo sempre una situazione in cui qualcosa che facciamo sarebbe “reato” (se non ricordo male tra i “reati” contestati a Giovanna D'arco c’era quello di aver indossato degli abiti maschili).
L’essere “delinquenti” insomma dipende dalle leggi vigenti, è un’ovvietà certamente, ma interrogarsi sull’adeguatezza delle norme (risolvono, o almeno riducono in modo statisticamente significativo, il problema per cui sono state pensate?) mi sembra che sia un qualcosa di importante...
Una società che definisce tanti anziani che hanno lavorato tutta una vita, senza risparmiarsi, e che si fanno arrestare per assicurarsi tre pasti caldi al giorno senza pesare sui famigliari come “ondata di criminalità” sta risolvendo il problema?
Guardare i dati che ci restituiscono gli studi sul settore possono aiutare a razionalizzare e a non affrontare gli argomenti solo su base emotiva.
Qual è il problema?
Quali soluzioni si sono dimostrate più efficaci per affrontarlo?
Farsi domande scomode e ascoltare non chi ci dà ragione ma chi è competente in materia è sempre un esercizio utile; vale per i giapponesi, ma vale anche per noi che ci troviamo qui a commentare queste notizie, al caldo nelle nostre case, alla scrivania o sul divano, con una tazza di tè o dei biscotti vicino…
Come già alrtri utenti prima di me hanno suggerito, possibile che lo Stato reputi più "economicamente conveniente" far trascorrere in carcere l'esistenza di queste persone, invece di studiare una soluzione che possa venire incontro alle necessità di una popolazione sempre più vecchia e sola? Possibile che dall'occidente prendano più facilmente le stronzte (chiedo scusa per il termine forte), e meno elementi validi?
Avendo avuto la sventura di seguire la vicenda posso ricordarti che Enzo Tortora fù USATO come un trofeo da esibire ed ESPORRE al pubblico ludibrio.Solo grazie all'acribia, alla sagacia dei suoi avvocati, e dei pochi che l'aiutarono, riuscì a cavarsela in appello? Solo per questo. Non per altro. Complotto ai danni di Enzo Tortora ? Si. ma da parte di chi doveva custodire la legge - TUTTI QUANTI!- non tanto dei suoi "accusatori".
Ed il "carcere Preventivo", come evidentemente NON sai, è sempre carcere, e se vai guardando COME viene usato in Giappone, e pur e come è stato usato da noi, lo capirai all'istante.
P.S. leggi altri giornali oltre all'attuale Fatto QUotidiano. Se no rischi di rimanere con il paraocchi.
Cesare Battisti quando parli di esporre? stiamo parlando di una persona condannata al ergastolo, responsabile di 4 omicidi più altri reati, e che per 40 è fuggito, se non fosse fuggito al epoca oggi sarebbe un uomo libero da almeno 20 anni.
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