24 marzo 2000. Kazuo Komatsubara, uno dei più importanti animatori, character designer e direttori dell'animazione del secolo scorso, si spense a soli 57 anni per un tumore al collo.

Nato il 24 dicembre 1943, Komatsubara ha segnato l'animazione giapponese moderna negli anni in cui si stavano consolidando alcuni degli stilemi artistici che sarebbero poi stati usati nei decenni a venire, riuscendo a trovare soluzioni innovative ed efficaci per sfruttare al meglio le limitazioni dell'animazione semplificata utilizzata nelle produzioni televisive. Il suo stile e le sue invenzioni hanno fatto scuola in moltissimi suoi allievi e colleghi animatori, facendolo entrare a pieno titolo nell'Olimpo dell'animazione giapponese.
 

Come tanti animatori dell'epoca, la carriera di Komatsubara iniziò alla Toei Doga, la culla dell'animazione giapponese moderna che aveva dato nuova linfa vitale al cinema d'animazione nel secondo dopoguerra e che in quegli anni stava iniziando ad aprirsi anche alla serialità televisiva dopo l'epocale successo dell'Atom dal braccio di ferro della Mushi Production di Osamu Tezuka. Mushi Production in cui Komatsubara aveva anche tentato di entrare, venendo però bocciato prima come animatore e successivamente anche come colorista. Anche il secondo tentativo alla Toei non andò inizialmente benissimo: ammesso al corso tenuto dalla ditta per i nuovi impiegati, Komatsubara fu costretto a ripetere il corso un'altra volta, non essendo riuscito a conseguire i requisiti necessari alla promozione. 
Finalmente superati gli esami, Komatsubara iniziò a lavorare come intercalatore in Ken il ragazzo lupo e Pattuglia spaziale Hopper, venendo poi presto promosso anche alle animazioni chiave in Robin il guerriero dell'arcobaleno e Sally la maga. In quegli anni Komatsubara lavorò insieme ai veterani Sadao Tsukioka e soprattutto Yasuo Otsuka, da cui imparò l'importanza della varietà stilistica e di saper adattare il proprio stile d'animazione alle varie opere e alle esigenze. Una lezione che Komatsubara non scordò mai, come mostra l'enorme varietà del suo lavoro.
All'epoca l'animazione televisiva era ancora ai suoi esordi, e si cercavano metodi per ottimizzare la produzione per rientrare nei bassi budget a disposizione senza rinunciare ad enfatizzare al meglio le caratteristiche delle opere proposte. Sviluppi interessanti vennero compiuti nella trasposizione del classico sportivo di Ikki Kajiwara: La stella dei Giants. Nella prima serie animata sportiva mai realizzata in Giappone si decise di rinunciare parzialmente al realismo assoluto per introdurre sperimentazioni atte a coinvolgere maggiormente lo spettatore. Per dare il senso della velocità e della potenza dei lanci si iniziò a deformare la palla rendendola ovale, mentre per massimizzare la tensione della battuta si enfatizzò all'estremo la tensione del battitore e il tempo da lui impiegato per colpire la palla.
 
Harlock secondo Kazuo Komatsubara

Komatsubara tra i principali artefici di queste sperimentazioni grafiche, necessarie per donare enfasi a produzioni che non potevano raggiungere la ricchezza dell'animazione tradizionale cinematografica.
Dopo anni di gavetta, nel 1969, Komatsubara ottenne il suo primo incarico come direttore dell'animazione, per il sesto episodio di Tiger Mask, in cui decise di realizzare qualcosa di completamente innovativo e sorprendente. Per massimizzare la potenza e la tensione dei lottatori optò per una tecnica d'animazione tramite cui i due wrestler sembravano correre per distanze lunghissime e fare salti altissimi, mentre i fondali sullo sfondo sfilavano a velocità incredibile. Per rendere i combattimenti più massicci decise inoltre di disegnare teste più piccoli e corpi più muscolosi, alterando la tradizione proporzione del corpo umano. Sul piano psicologico, invece, introdusse anche un'interessante uso di sfondi rotanti o mutazioni cromatiche per rappresentare personaggi in crisi o in difficoltà. L'abilità di Komatsubara convinse tutti, tanto da venire riproposto come direttore dell'animazione per altri episodi della serie, tra cui anche la puntata finale.
 
L'uomo tigre contro Pitone nero: Le innovazioni grafiche di Kazuo Komatsubara nel sesto episodio di Tiger Mask

Nel 1970 iniziò il periodo di maggior successo per Kazuo Komatsubara, iniziato con la fondazione, insieme ad alcuni colleghi, di un suo studio d'animazione, la Oh! Production. L'anno successivo vide il debutto di Komatsubara al Character Design, dal momento che si occupò della definizione grafica dei personaggi di Ryu, il ragazzo preistorico e successivamente anche di Devilman. Devilman portò Komatsubara ad entrare in contatto coi cosiddetti mecha nagaiani, tanto che negli anni successivi si occupò del Character Design e/o della direzione delle animazioni di Getter Robot, Getter Robot G, Ufo Robot Grendizer e alcuni dei vari film cross-over di queste opere. E fu con queste produzioni che Komatsubara propose un'altra delle sue innovazioni grafiche: al fine di meglio rappresentare l'enormità di questi robot giganti decise di esasperarne il senso di prospettiva disegnando solo la parte superiore del robot e con la testa molto piccola, oppure mostrando il braccio e la mano in primo piano enormi e il braccio opposto piccolo in lontananza. Con Getter Robot Komatsubara ebbe anche la prima occasione di realizzare un personaggio completamente originale: Michiru Saotome, cosa che si ripeterà successivamente con l'intero cast di personaggi dei mecha Ga-keen e Balatack.
 
Il trio Getter e Michiru disegnati da Kazuo Komatsubara

Dopo il suo periodo robotico, Komatsubara fu scelto per adattare per l'animazione alcuni dei personaggi più famosi del mangaka Leiji Matsumoto. Gli eleganti ed eterei personaggi di Matsumoto presero vita sotto l'abile guida di Komatsubara nelle serie televisive di Capitan Harlock e Capitan Harlock SSX, mentre si limitò alla direzione delle animazioni per la serie e i primi film di Ferrovia galattica 999.
Nel frattempo si occupò anche di altri titoli come Forza Genki! e Memole, per poi venire notato dai due futuri fondatori dello Studio Ghibli: da Isao Takahata fu scelto per Gauche il violoncellista, mentre Miyazaki lo volle al suo fianco per la trasposizione animata del suo capolavoro fumettistico: Nausicaa della valle del vento.
 

Nausicaa rappresentò sicuramente uno dei momenti più importanti della carriera di Komatsubara, in cui si trovò a dover adattare il complesso e raffinato stile di disegno di Miyazaki, decisamente troppo dettagliato per poter essere utilizzato in animazione. Come ci racconta lo stesso animatore, infatti:

"Un character designer non deve necessariamente essere un disegnatore abilissimo, perchè la dote che gli viene richiesta non è questa, ma un'altra: cioè, quella di ideare dei personaggi facili da muovere per gli animatori. In breve, riuscire con un numero il più possibile ridotto di linee a creare dei personaggi espressivi e che esercitino fascino sul pubblico. Di conseguenza, anche il più bravo dei disegnatori può essere a volte un fallimento come character designer, perchè i suoi personaggi sono troppo complessi da disegnare, o si adattano male all'animazione. Vede, l'animazione, a differenza di tanti altri lavori, è un'attività svolta da un gruppo, e all'interno di questo gruppo ognuno deve possedere delle capacità molto specifiche. Un Miyazaki, universalmente apprezzato come regista, non potrebbe assolutamente fare il character designer, per quanto sia un abile disegnatore. Il suo modo di disegnare può essere buono per un fumettista, ma non per un animatore che deve mirare a fare il maggior numero dei disegni nel minor tempo possibile. La mansione di Miyazaki è quella di regista, e se non avesse un buon character designer che lavora con lui non riuscirebbe mai a trasporre le sue idee in animazione."
 
La Nausicaa di Hayao Miyazaki reinterpretata nel character design di Kazuo Komatsubara

Dopo queste due produzioni il periodo d'oro di Komatsubara iniziò a volgere al termine, non prima però di averci donato una delle sue migliori performance con i due OVA di Devilman, purtroppo mai conclusi, in cui guidò uno stratosferico staff di animatori, tra cui l'elitè Ghibli dell'epoca, per adattare in maniera più fedele rispetto alla vecchia serie televisiva il classico fumettistico di Go Nagai.
Gli anni '90 videro una netta diminuzione dei lavori del maestro, la cui carriera si chiuse con una breve collaborazione al film Metropolis, in cui si occupò anche della definizione grafica del personaggio di Tima. 


Fonti consultate
- Biografia Kazuo Komatsubara (Anido)
- Kazuo Komatsubara - La carriera
- Intervista a Kazuo Komatsubara pubblicata su Mangazine
- Oh Pro's Devilman
- Kazuo Komatsubara (Anipages)