Dopo averlo visto più e più volte, amandolo ogni volta come fosse la prima, pensavate di conoscere tutto, ma davvero proprio tutto, del celeberrimo film Il mio Vicino Totoro dello Studio Ghibli. E se vi dicessimo invece che forse non è proprio così?
Perché sì, sono trascorsi quasi trent'anni da quando, nel 1988, la pellicola faceva capolino in Giappone, ma i dettagli sul dietro le quinte della storia rimangono a tutt'oggi in parte inediti.
Dopo una recente riproposizione televisiva del film, incrociata con uno sguardo al volume Tonari no Totoro (Studio Ghibli Storyboard Collection, Volume 3) edito nel 2010 in Giappone, ne che raccoglie gli storyboard originali completi, ecco quanto possiamo svelarvi oggi: vi sono molte note scritte a mano da parte del maestro Miyazaki durante la produzione della pellicola, e non è stato possibile inserire alcuni di questi dettagli nel film. Ecco perché, nel leggerli, siamo ora in grado di guardare all'opera con occhi in parte diversi.
I due ragazzini sviluppano una sincera amicizia mentre la storia progredisce, tanto che Satsuki passa dal chiamarlo Kanta ad un ben più familiare "Kan-chan".
E se nessuno di noi ricorda quando questo vezzeggiativo sia stato pronunciato, è perché in effetti "non lo è stato", pur essendo presente in una scena del film.
Si tratta delle scene conclusive del film mandate in onda mentre l'ending "Il mio vicino Totoro" ne copre i dialoghi, pertanto è possibile vedere le bocche dei personaggi muoversi, pur non potendo udire alcunché di ciò che dicono.
E' in questo momento che viene in nostro soccorso lo storyboard in questione:
Il riferimento è a quando lui suggerisce a Satsuki di tornare a casa, mentre lui stesso si sarebbe recato all'ospedale per cercare Mei, la sorellina scomparsa. Poi, sappiamo bene che è Satsuki a ritrovare Mei e a compiere insieme un viaggio all'ospedale tramite il Nekobus, mentre Kanta non si vede.
Il ragazzino tuttavia non ha mentito a Satsuki, e una scena del film ci mostra che in effetti la ruota anteriore della sua bicicletta è bucata.
A quanto pare, nelle idee iniziali Totoro parlava. Nel primo incontro avvenuto nella foresta, infatti, così era previsto secondo la sceneggiatura:
Noi, che eravamo rimasti al Totoro che comunicava a Mei tre sillabe risuonanti come "to-to-ro", potremmo apparire a questo punto confusi. Secondo la visione iniziale di Miyazaki, Totoro non conosce il proprio nome, né tanto meno conosce il concetto stesso dell'esistenza dei nomi, ed è quindi Mei ad affidargliene uno.
Anche l'iconica scena tra Totoro e le sorelline nasconde dei segreti, dunque? Più d'uno, a quanto pare. Ricordiamo tutti come Satsuki gli chiede "Sei tu, Totoro?", al che la misteriosa figura risponde osservandola di sottecchi senza dire nulla. Negli storyboard invece, così era scritto:
In più, apprendiamo che la felicità di Totoro nell'udire le gocce di pioggia colpire l'ombrello di Satsuki risiede nel fatto che lui ritiene che l'oggetto sia un ottimo strumento musicale: e per la stessa ragione, si mette a saltare, eccitato dal suono che ne emerge!
Totoro è il vento?
E' stato operato un cambiamento durante la scena in cui Mei, Satsuki e i tre Totoro volano in aria roteando. Nel film Satsuki afferma infatti: "siamo il vento!", ma nello storyboard originale era scritto invece: "sì, la voce di Totoro è il vento!", e in effetti ascoltando l'audio di quella scena, il rumore praticato dal vento richiama parecchio il ruggito di Totoro, in maniera comunque più quieta.
E per concludere... un potenziale triangolo amoroso?
Se ricordate la scena in cui anche Satsuki si arrampica sul petto del dormiente Totoro e quest'ultimo si sveglia e, nel vederla piangere, la raccoglie tra le braccia, avrete forse notato che Totoro si siede e arrossisce, ruggendo in maniera imponente prima di prendere il volo insieme.
Ebbene, se nel film lui non dice nulla d'intelliggibile, nello storyboard Totoro affermava: "kawaii"
Parrebbe insomma che anche Totoro sia arrossito per affetto, e se ciò fosse vero, anche Il mio vicino Totoro potrebbe essere visto come una bizzarra commedia romantica con Totoro e Kanta rivali in amore per Satsuki.
Comunque sia, indubbiamente l'affetto sincero che Totoro prova per Satsuki non può essere messo in discussione, ed entrambi fungono da fratelli maggiori in maniera speculare: Totoro per i piccoli Totoro, e Satsuki per Mei.
Se poi questi piccoli dettagli inediti vi spingono ora a sentirvi in dovere di rivedere ancora una volta la pellicola, non possiamo che invitarvi a farlo, in effetti.
Che quello che vedrete sia o meno un nuovo Totoro, sappiamo che il film non smetterà probabilmente mai di affascinarci con modalità sempre nuove.
Fonte consultata:
Sora News 24
Perché sì, sono trascorsi quasi trent'anni da quando, nel 1988, la pellicola faceva capolino in Giappone, ma i dettagli sul dietro le quinte della storia rimangono a tutt'oggi in parte inediti.
Dopo una recente riproposizione televisiva del film, incrociata con uno sguardo al volume Tonari no Totoro (Studio Ghibli Storyboard Collection, Volume 3) edito nel 2010 in Giappone, ne che raccoglie gli storyboard originali completi, ecco quanto possiamo svelarvi oggi: vi sono molte note scritte a mano da parte del maestro Miyazaki durante la produzione della pellicola, e non è stato possibile inserire alcuni di questi dettagli nel film. Ecco perché, nel leggerli, siamo ora in grado di guardare all'opera con occhi in parte diversi.
Kanta e Satsuki: cosa le dice lui alla fine del film?
I due ragazzini sviluppano una sincera amicizia mentre la storia progredisce, tanto che Satsuki passa dal chiamarlo Kanta ad un ben più familiare "Kan-chan".
E se nessuno di noi ricorda quando questo vezzeggiativo sia stato pronunciato, è perché in effetti "non lo è stato", pur essendo presente in una scena del film.
Si tratta delle scene conclusive del film mandate in onda mentre l'ending "Il mio vicino Totoro" ne copre i dialoghi, pertanto è possibile vedere le bocche dei personaggi muoversi, pur non potendo udire alcunché di ciò che dicono.
E' in questo momento che viene in nostro soccorso lo storyboard in questione:
Satsuki: “Grazie, Kan-chan”
Kanta: “Hehe... ho bucato una gomma, ecco perché non sono riuscito a venire fino all'ospedale.”
Kanta: “Hehe... ho bucato una gomma, ecco perché non sono riuscito a venire fino all'ospedale.”
Il riferimento è a quando lui suggerisce a Satsuki di tornare a casa, mentre lui stesso si sarebbe recato all'ospedale per cercare Mei, la sorellina scomparsa. Poi, sappiamo bene che è Satsuki a ritrovare Mei e a compiere insieme un viaggio all'ospedale tramite il Nekobus, mentre Kanta non si vede.
Il ragazzino tuttavia non ha mentito a Satsuki, e una scena del film ci mostra che in effetti la ruota anteriore della sua bicicletta è bucata.
Il dialogo mancante di Totoro
A quanto pare, nelle idee iniziali Totoro parlava. Nel primo incontro avvenuto nella foresta, infatti, così era previsto secondo la sceneggiatura:
Mei: “Chi sei tu? Un coniglio gigante?”
Totoro: “Ho sonno...”
Mei: “Gwaaaaaaa!” (imitando l'ampio sbadiglio di Totoro)
Totoro: “Anche tu hai sonno?”
Mei: “Totoro!!! Sei Totoro, non è vero?”
Totoro: “Non saprei”
Mei: “Scommetto che tu sei Totoro”
Totoro: “Ho sonno...”
Mei: “Gwaaaaaaa!” (imitando l'ampio sbadiglio di Totoro)
Totoro: “Anche tu hai sonno?”
Mei: “Totoro!!! Sei Totoro, non è vero?”
Totoro: “Non saprei”
Mei: “Scommetto che tu sei Totoro”
Noi, che eravamo rimasti al Totoro che comunicava a Mei tre sillabe risuonanti come "to-to-ro", potremmo apparire a questo punto confusi. Secondo la visione iniziale di Miyazaki, Totoro non conosce il proprio nome, né tanto meno conosce il concetto stesso dell'esistenza dei nomi, ed è quindi Mei ad affidargliene uno.
Sotto la pioggia, alla fermata del bus
Anche l'iconica scena tra Totoro e le sorelline nasconde dei segreti, dunque? Più d'uno, a quanto pare. Ricordiamo tutti come Satsuki gli chiede "Sei tu, Totoro?", al che la misteriosa figura risponde osservandola di sottecchi senza dire nulla. Negli storyboard invece, così era scritto:
Satsuki: Totoro?
Totoro: Cos'è? Che cosa sarebbe Totoro?"
Totoro: Cos'è? Che cosa sarebbe Totoro?"
In più, apprendiamo che la felicità di Totoro nell'udire le gocce di pioggia colpire l'ombrello di Satsuki risiede nel fatto che lui ritiene che l'oggetto sia un ottimo strumento musicale: e per la stessa ragione, si mette a saltare, eccitato dal suono che ne emerge!
Totoro è il vento?
E' stato operato un cambiamento durante la scena in cui Mei, Satsuki e i tre Totoro volano in aria roteando. Nel film Satsuki afferma infatti: "siamo il vento!", ma nello storyboard originale era scritto invece: "sì, la voce di Totoro è il vento!", e in effetti ascoltando l'audio di quella scena, il rumore praticato dal vento richiama parecchio il ruggito di Totoro, in maniera comunque più quieta.
Anche Totoro ha una cotta per Satsuki?
E per concludere... un potenziale triangolo amoroso?
Se ricordate la scena in cui anche Satsuki si arrampica sul petto del dormiente Totoro e quest'ultimo si sveglia e, nel vederla piangere, la raccoglie tra le braccia, avrete forse notato che Totoro si siede e arrossisce, ruggendo in maniera imponente prima di prendere il volo insieme.
Ebbene, se nel film lui non dice nulla d'intelliggibile, nello storyboard Totoro affermava: "kawaii"
Parrebbe insomma che anche Totoro sia arrossito per affetto, e se ciò fosse vero, anche Il mio vicino Totoro potrebbe essere visto come una bizzarra commedia romantica con Totoro e Kanta rivali in amore per Satsuki.
Comunque sia, indubbiamente l'affetto sincero che Totoro prova per Satsuki non può essere messo in discussione, ed entrambi fungono da fratelli maggiori in maniera speculare: Totoro per i piccoli Totoro, e Satsuki per Mei.
Se poi questi piccoli dettagli inediti vi spingono ora a sentirvi in dovere di rivedere ancora una volta la pellicola, non possiamo che invitarvi a farlo, in effetti.
Che quello che vedrete sia o meno un nuovo Totoro, sappiamo che il film non smetterà probabilmente mai di affascinarci con modalità sempre nuove.
Fonte consultata:
Sora News 24
"Il mio vicino Totoro" è una di quelle pellicole che rimarranno sicuramente è senza dubbio nella storia, questo rafforzato non soltanto da una storia sempre avvincente e tutt'altro che scontata (che la si possa aver vista una, tre o cinque volte) ma soprattutto tenendo conto che stiamo parlando di un'opera nata nel 1988 e posso affermare e credo siamo tutti d'accordo nel dire che a distanza di più di 30 anni riesce a portarseli veramente alla grande...
Trama e grafica sembrano quasi non invecchiare ed avere sempre quel qualcosa in più che riesce quasi a farlo sembrare un film appena uscito.
Qui concludo ripetendo che sicuramente il film è e sarà sempre uno dei pezzi più indimenticabili nella storia dell'animazione giapponese.
Anche se alcuni di questi dialoghi avrebbero avuto senza dubbio il loro fascino:
- “Totoro!!! Sei Totoro, non è vero?”
- “Non saprei”
?
Invece sarebbe stato carino ascoltare il breve dialogo fra Kanta e Sastuki.
Secondo me qualche frase (non più di due, tre) ci stava, senza snaturare il Totoro che conosciamo.
Sicuramente preferisco che non ci sia stato il "triangolo amoroso".
L'ho già visto più volte ma dovrei comunque riguardarmelo
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.