Mi sono dilungato abbastanza già nel mio esaustivo commento riguardante i primi tre episodi di 86 Eighty-Six, perciò poco ho da aggiungere ora che siamo arrivati alla fine di questo primo cour che chiude la lunga fase introduttiva delle vicende che coinvolgono il destino della Repubblica di San Magnolia e quello degli emarginati combattenti dell’ottantaseiesimo distretto. Parto subito dicendo che le alte aspettative iniziali sono state in gran parte rispettate e che quindi 86 è riuscito a mantenere alta l’attenzione iniziale per tutta la durata di questi 11 episodi.
La lenta e logorante, emotivamente parlando, narrazione della storia di 86 è riuscita a piccoli passi a farci conoscere i suoi personaggi nella loro (quasi) totalità, mettendone in evidenza pregi e difetti. Da un lato abbiamo ovviamente Shin e gli altri Spearhead, che fra mille avversità e ingerenti perdite hanno mostrato il volto più brutale di questa vicenda. In tanti sono caduti in battaglia ben prima che noi spettatori riuscissimo ad affezionarci a loro, ma allo stesso tempo il peso della loro morte si è fatto comunque sentire attraverso gli amari ricordi di chi invece è riuscito a sopravvivere. Angosciante è stata anche la backstory di Shin e del confronto con il suo passato, in parte rivelato durante i più recenti episodi, che ha messo in risalto il volto più umano dello stoico protagonista maschile.
A fare da contraltare, c’è stata invece la testarda Lena guidata dal suo cieco idealismo. Fra ipocrisia e inesperienza, il suo è un personaggio che fa fatica a fare i conti con la dura realtà dei fatti e cerca in tutti i modi di imporre sé stessa per il bene degli Spearhead, nonostante le mille contraddizioni che avvolgono il suo status di “privilegiata”. Il suo percorso di crescita è anch’esso molto lento, però i piccoli margini di crescita a cui assistiamo fanno ben sperare in futuro dove vedremo una Lena più saggia e convincente.
L’impressione che ho avuto da questi primi undici episodi è stata quella di un lunghissimo incipit che preannuncia l’avvento di trame ed eventi ben più grossi e intricati. Difficile dare un giudizio sommario su 86 dopo quello visto finora, ma posso comunque confermare le positive impressioni iniziali. L’ottimo lavoro fatto da A-1 Pictures ha saputo imbroccare la giusta strada, ci ha mostrato il suo potenziale e fatto vivere le prime emozioni forti di questa tragica storia di guerra e dolore. Il cammino è ancora lungo e ci sono ancora tante riserve da sciogliere, ma intanto l’attesa per il ritorno dell’anime ad ottobre si fa sempre più irresistibile.
La lenta e logorante, emotivamente parlando, narrazione della storia di 86 è riuscita a piccoli passi a farci conoscere i suoi personaggi nella loro (quasi) totalità, mettendone in evidenza pregi e difetti. Da un lato abbiamo ovviamente Shin e gli altri Spearhead, che fra mille avversità e ingerenti perdite hanno mostrato il volto più brutale di questa vicenda. In tanti sono caduti in battaglia ben prima che noi spettatori riuscissimo ad affezionarci a loro, ma allo stesso tempo il peso della loro morte si è fatto comunque sentire attraverso gli amari ricordi di chi invece è riuscito a sopravvivere. Angosciante è stata anche la backstory di Shin e del confronto con il suo passato, in parte rivelato durante i più recenti episodi, che ha messo in risalto il volto più umano dello stoico protagonista maschile.
A fare da contraltare, c’è stata invece la testarda Lena guidata dal suo cieco idealismo. Fra ipocrisia e inesperienza, il suo è un personaggio che fa fatica a fare i conti con la dura realtà dei fatti e cerca in tutti i modi di imporre sé stessa per il bene degli Spearhead, nonostante le mille contraddizioni che avvolgono il suo status di “privilegiata”. Il suo percorso di crescita è anch’esso molto lento, però i piccoli margini di crescita a cui assistiamo fanno ben sperare in futuro dove vedremo una Lena più saggia e convincente.
L’impressione che ho avuto da questi primi undici episodi è stata quella di un lunghissimo incipit che preannuncia l’avvento di trame ed eventi ben più grossi e intricati. Difficile dare un giudizio sommario su 86 dopo quello visto finora, ma posso comunque confermare le positive impressioni iniziali. L’ottimo lavoro fatto da A-1 Pictures ha saputo imbroccare la giusta strada, ci ha mostrato il suo potenziale e fatto vivere le prime emozioni forti di questa tragica storia di guerra e dolore. Il cammino è ancora lungo e ci sono ancora tante riserve da sciogliere, ma intanto l’attesa per il ritorno dell’anime ad ottobre si fa sempre più irresistibile.
Alla vigilia della stagione primaverile 86 Eighty Six era stata, personalmente, una di quelle serie da tenere d’occhio ma che non mi aveva incuriosito a tal punto da inserirla tra le più attese. La trama mi sembrava un qualcosa di già visto e lo stesso si poteva dire delle tematiche affrontate. La cosa particolare è che è proprio così: la storia non è la più originale del mondo ma il modo in cui è narrata, i personaggi, le emozioni che essi provano, le atmosfere e le musiche mi hanno rapito completamente.
La protagonista, Lena, mi ha affascinato particolarmente: Alba, ottima carriera militare, famiglia importante ma sceglie di andare contro tutti e tutto, di non chiudere gli occhi su una guerra farcita di bugie e ipocrisie, di vedere gli 86 come umani e non come carne da macello. Detta così sembrerebbe quasi uno di quei personaggi perfetti, eroici, senza macchia e senza paura, che tra l’altro non apprezzo per niente, ma non è questo il caso; lei è presa dai dubbi, dallo sconforto di non poter essere d’aiuto, trova la consapevolezza e il coraggio di ribellarsi a poco a poco. Piange e si dispera ma la fede nei suoi ideali non viene scalfita né dalle opinioni degli altri né dalle difficoltà che incontra.
Esteticamente poi è una bella ragazza e sommando tutto si è aggiudicata il premio di mia waifu stagionale! Anche gli altri personaggi sono ben riusciti a partire dalla sua amica Penrose, a Shin e gli altri 86. Naturalmente in così pochi episodi è difficile avere caratterizzazioni profonde per ognuno di loro ma anche con poche scene spesso si capiscono appieno i loro sentimenti e le loro emozioni.
I dialoghi e le interazioni sono sempre ben gestiti così come lo è anche il rapporto tra Lena con gli 86 dove solo dopo una giustificata ritrosia iniziale ci sarà una vera lealtà. Quando l’attenzione si concentra sulla vita fuori dalla Repubblica le atmosfere sono quasi sempre cupe, come è giusto che sia in una serie che parla di guerra e in cui le morti sono all’ordine del giorno. Fortunatamente ci sono anche momenti divertenti, di sano cazzeggio e anche un po’ di sentimenti amorosi come quello velato tra Lena e Shin e quello un po’ più concreto tra Daiya e Anju. Proprio di quest’ultima sono curioso di conoscere meglio la storia legata alla scritta sulla sua schiena e il suo passato.
Nella serie vi è una contrapposizione netta tra coloro che vivono nella Repubblica di San Magnolia ovvero gli Alba e i reietti del distretto 86 e la scelta di fare un doppio focus ben separato delle due realtà all’interno di molti episodi è stato a parer mio davvero azzeccato. Si è evidenziato così che, paradossalmente, sono proprio quelli considerati alla stregua degli animali coloro che hanno maggior positività verso la vita e buoni sentimenti al contrario del mondo rigido, egoista, ipocrita e finto perbenista della Repubblica dal quale Lena si vuole allontanare il più possibile. C’è poi una terza prospettiva, quella di un robot chiamato Fido; nell’episodio 10 vediamo gli eventi principali dal suo punto di vista dove i vari personaggi mostrano la loro autentica fragilità che cercano di tenere nascosta agli occhi degli altri umani. A tratti davvero commovente… mai avrei creduto di poter empatizzare così tanto con una fredda macchina.
Il lato tecnico davvero molto buono con delle ottime animazioni durante gli scontri e una CG ben fatta e non invasiva. Nota assolutamente positiva è il comparto musicale diretto magistralmente dal famoso Hiroyuki Sawano. Riesce a rendere più toccanti i momenti toccanti e più dolorosi i momenti dolorosi con delicatezza e armonia. Le sigle mi sono piaciute tutte e in particolar modo “Hands Up to the Sky” composta dallo stesso Sawano e cantata da Laco.
La serie non è priva di difetti e ovviamente ci sono stati momenti che mi hanno fatto storcere il naso o rimanere deluso. Soprattutto nella parte centrale la narrazione a volte è stata veramente troppo lenta per poi invece essere troppo affrettata in alcuni momenti chiave come lo scontro finale tra Shin e il fratello che si risolve in un batter d’occhio dopo tanto hype; avrei quindi preferito una gestione migliore delle tempistiche in questi casi. La storia in sé poi rimane pur sempre fin troppo classica senza allontanarsi troppo dai classici scenari di guerra e discriminazione tra i popoli.
Il rapporto tra pregi e difetti, tuttavia, rimane per me assolutamente a favore dei primi. Un’opera che mi ha toccato dentro molte volte, che mi ha emozionato, che mi ha fatto pensare quasi sempre alla fine di una puntata “Che episodio!”. Non vedo l’ora di gustarmi il secondo cour che arriverà in autunno e spero anche che, dopo il manga, arrivi dai noi anche la Light Novel. Eventuale acquisto sicuro.
La protagonista, Lena, mi ha affascinato particolarmente: Alba, ottima carriera militare, famiglia importante ma sceglie di andare contro tutti e tutto, di non chiudere gli occhi su una guerra farcita di bugie e ipocrisie, di vedere gli 86 come umani e non come carne da macello. Detta così sembrerebbe quasi uno di quei personaggi perfetti, eroici, senza macchia e senza paura, che tra l’altro non apprezzo per niente, ma non è questo il caso; lei è presa dai dubbi, dallo sconforto di non poter essere d’aiuto, trova la consapevolezza e il coraggio di ribellarsi a poco a poco. Piange e si dispera ma la fede nei suoi ideali non viene scalfita né dalle opinioni degli altri né dalle difficoltà che incontra.
Esteticamente poi è una bella ragazza e sommando tutto si è aggiudicata il premio di mia waifu stagionale! Anche gli altri personaggi sono ben riusciti a partire dalla sua amica Penrose, a Shin e gli altri 86. Naturalmente in così pochi episodi è difficile avere caratterizzazioni profonde per ognuno di loro ma anche con poche scene spesso si capiscono appieno i loro sentimenti e le loro emozioni.
I dialoghi e le interazioni sono sempre ben gestiti così come lo è anche il rapporto tra Lena con gli 86 dove solo dopo una giustificata ritrosia iniziale ci sarà una vera lealtà. Quando l’attenzione si concentra sulla vita fuori dalla Repubblica le atmosfere sono quasi sempre cupe, come è giusto che sia in una serie che parla di guerra e in cui le morti sono all’ordine del giorno. Fortunatamente ci sono anche momenti divertenti, di sano cazzeggio e anche un po’ di sentimenti amorosi come quello velato tra Lena e Shin e quello un po’ più concreto tra Daiya e Anju. Proprio di quest’ultima sono curioso di conoscere meglio la storia legata alla scritta sulla sua schiena e il suo passato.
Nella serie vi è una contrapposizione netta tra coloro che vivono nella Repubblica di San Magnolia ovvero gli Alba e i reietti del distretto 86 e la scelta di fare un doppio focus ben separato delle due realtà all’interno di molti episodi è stato a parer mio davvero azzeccato. Si è evidenziato così che, paradossalmente, sono proprio quelli considerati alla stregua degli animali coloro che hanno maggior positività verso la vita e buoni sentimenti al contrario del mondo rigido, egoista, ipocrita e finto perbenista della Repubblica dal quale Lena si vuole allontanare il più possibile. C’è poi una terza prospettiva, quella di un robot chiamato Fido; nell’episodio 10 vediamo gli eventi principali dal suo punto di vista dove i vari personaggi mostrano la loro autentica fragilità che cercano di tenere nascosta agli occhi degli altri umani. A tratti davvero commovente… mai avrei creduto di poter empatizzare così tanto con una fredda macchina.
Il lato tecnico davvero molto buono con delle ottime animazioni durante gli scontri e una CG ben fatta e non invasiva. Nota assolutamente positiva è il comparto musicale diretto magistralmente dal famoso Hiroyuki Sawano. Riesce a rendere più toccanti i momenti toccanti e più dolorosi i momenti dolorosi con delicatezza e armonia. Le sigle mi sono piaciute tutte e in particolar modo “Hands Up to the Sky” composta dallo stesso Sawano e cantata da Laco.
La serie non è priva di difetti e ovviamente ci sono stati momenti che mi hanno fatto storcere il naso o rimanere deluso. Soprattutto nella parte centrale la narrazione a volte è stata veramente troppo lenta per poi invece essere troppo affrettata in alcuni momenti chiave come lo scontro finale tra Shin e il fratello che si risolve in un batter d’occhio dopo tanto hype; avrei quindi preferito una gestione migliore delle tempistiche in questi casi. La storia in sé poi rimane pur sempre fin troppo classica senza allontanarsi troppo dai classici scenari di guerra e discriminazione tra i popoli.
Il rapporto tra pregi e difetti, tuttavia, rimane per me assolutamente a favore dei primi. Un’opera che mi ha toccato dentro molte volte, che mi ha emozionato, che mi ha fatto pensare quasi sempre alla fine di una puntata “Che episodio!”. Non vedo l’ora di gustarmi il secondo cour che arriverà in autunno e spero anche che, dopo il manga, arrivi dai noi anche la Light Novel. Eventuale acquisto sicuro.
Storia abbastanza strana quella di 86-Eightysix, per qualche verso mi ha ricordato un vecchio anime, Area 88 in cui il protagonista veniva costretto con l'inganno ad arruolarsi in una legione di mercenari cui era impossibile sottrarsi se non con la morte o terminando i tre anni previsti dal contratto. In realtà per altri versi però se ne distacca molto.
Qui siamo in un ipotetico futuro in cui la repubblica di San Magnolia è costantemente in guerra contro l'impero, una guerra combattuta, almeno secondo la versione ufficiale, con dei veicoli a guida autonoma e che quindi non causa vittime. Subito si scopre come in realtà la difesa sia affidata invece ad un'unità di soldati del distretto Eighty-six, gli Spearhead comandati sul campo da Shinei Nouzen (Shin) e in remoto dalla repubblica da un handler, il capitano Vladilena Milizé (Lena).
Ammetto che ho fatto molta fatica a contestualizzare l'ambientazione iniziale: viene spiegata poco e male, lascia tantissimi dubbi che ne compromettono la verosimiglianza. A che servono le mura gigantesche che circondano la repubblica? Come è possibile che le persone vengano deportate e nessuno si accorga di nulla e non ci siano oppositori alla repubblica? Come è possibile che Lena venga messa al comando degli Spearhead senza neanche una spiegazione base di cosa ci sia dall'altra parte? Perché gli Eighty-six deportati, umiliati, trattati come bestie e costretti a combattere, lo fanno senza esitazione donando la vita per i loro oppressori? E come può la repubblica sentirsi al sicuro affidando la propria difesa a dei veri e propri schiavi e preferendo tra l'altro farli morire e lasciare che la legione nemica avanzi, piuttosto che dar loro supporto dal punto di vista degli armamenti? Esiste poi un motivo socio-politico per cui si sia venuta a creare questa forma di razzismo? Si parla di deportazione di 9 anni prima, ma quindi la gente conosce quello che è accaduto, come è possibile che nessuno sappia nulla?
Può darsi che tutto venga spiegato bene in seguito o che invece la novel approfondisca a dovere il worldbuilding, ma l'anime mette lo spettatore di fronte a fin troppe situazioni da accettare passivamente senza troppe spiegazioni.
Un altro aspetto critico poi sono proprio i combattimenti. Se le animazioni sono di primissimo ordine e la colonna sonora è fantastica con un Sawano in grandissima forma, l'azione è totalmente mancante di suspense o pathos, tanto che la minaccia costituita dalla legione è praticamente impercettibile allo spettatore e se un personaggio cade sul campo sembra più una casualità che non frutto della battaglia.
Con questo non voglio affermare che tutta la serie sia da buttare. Credo che ci siano problemi molto pesanti anche sull'approfondimento dei personaggi (parzialmente si recupera un po' negli ultimi due episodi quando finalmente si da spazio ai vari personaggi dello squadrone Spearhead), ma ci sono delle parti che davvero colpiscono nel segno. In particolare mi riferisco all'episodio 8, quello in cui Lena cerca di convincere la sua amica Anette ad aiutare gli Eightysix. Trovo che l'autore abbia estratto il suo coniglio dal cilindro proprio in questo episodio analizzando proprio le meccaniche che permettono di prosperare ai regimi razzisti, che nella storia hanno permesso il sorgere di Hitler, di fanatismi o dell'apartheid. Anette sa che è sbagliato, ma si giustifica, non può fare nulla e anzi il demone è chi l'accusa pur sapendo di essere nella sua stessa situazione di impotenza. Piuttosto che avere la forza di opporsi, mettere in gioco la propria vita, ribellarsi alle pressioni sociali (non a caso sembra molto impegnata anche a trovare possibili candidati per un matrimonio), preferisce girarsi dall'altra parte e giustificarsi che tanto non può fare nulla. Anzi è proprio di fronte alla possibilità di poter fare qualcosa che si destabilizza, che la sua corazza si sgretola e che comincia ad odiare e disprezzare l'amica che le sta mostrando il suo vero volto. Sicuramente un ottimo passaggio e uno dei personaggi migliori della serie.
Ci sarebbe sicuramente altro da approfondire, ma quello che in definitiva questo anime lascia è un po' un senso di trascuratezza e inconcludenza con, a sprazzi, dei guizzi davvero apprezzabili. Sono certo comunque che molti sapranno apprezzare la serie anche per una cronica mancanza nel panorama attuale di serie mecha ben curate.
Qui siamo in un ipotetico futuro in cui la repubblica di San Magnolia è costantemente in guerra contro l'impero, una guerra combattuta, almeno secondo la versione ufficiale, con dei veicoli a guida autonoma e che quindi non causa vittime. Subito si scopre come in realtà la difesa sia affidata invece ad un'unità di soldati del distretto Eighty-six, gli Spearhead comandati sul campo da Shinei Nouzen (Shin) e in remoto dalla repubblica da un handler, il capitano Vladilena Milizé (Lena).
Ammetto che ho fatto molta fatica a contestualizzare l'ambientazione iniziale: viene spiegata poco e male, lascia tantissimi dubbi che ne compromettono la verosimiglianza. A che servono le mura gigantesche che circondano la repubblica? Come è possibile che le persone vengano deportate e nessuno si accorga di nulla e non ci siano oppositori alla repubblica? Come è possibile che Lena venga messa al comando degli Spearhead senza neanche una spiegazione base di cosa ci sia dall'altra parte? Perché gli Eighty-six deportati, umiliati, trattati come bestie e costretti a combattere, lo fanno senza esitazione donando la vita per i loro oppressori? E come può la repubblica sentirsi al sicuro affidando la propria difesa a dei veri e propri schiavi e preferendo tra l'altro farli morire e lasciare che la legione nemica avanzi, piuttosto che dar loro supporto dal punto di vista degli armamenti? Esiste poi un motivo socio-politico per cui si sia venuta a creare questa forma di razzismo? Si parla di deportazione di 9 anni prima, ma quindi la gente conosce quello che è accaduto, come è possibile che nessuno sappia nulla?
Può darsi che tutto venga spiegato bene in seguito o che invece la novel approfondisca a dovere il worldbuilding, ma l'anime mette lo spettatore di fronte a fin troppe situazioni da accettare passivamente senza troppe spiegazioni.
Un altro aspetto critico poi sono proprio i combattimenti. Se le animazioni sono di primissimo ordine e la colonna sonora è fantastica con un Sawano in grandissima forma, l'azione è totalmente mancante di suspense o pathos, tanto che la minaccia costituita dalla legione è praticamente impercettibile allo spettatore e se un personaggio cade sul campo sembra più una casualità che non frutto della battaglia.
Con questo non voglio affermare che tutta la serie sia da buttare. Credo che ci siano problemi molto pesanti anche sull'approfondimento dei personaggi (parzialmente si recupera un po' negli ultimi due episodi quando finalmente si da spazio ai vari personaggi dello squadrone Spearhead), ma ci sono delle parti che davvero colpiscono nel segno. In particolare mi riferisco all'episodio 8, quello in cui Lena cerca di convincere la sua amica Anette ad aiutare gli Eightysix. Trovo che l'autore abbia estratto il suo coniglio dal cilindro proprio in questo episodio analizzando proprio le meccaniche che permettono di prosperare ai regimi razzisti, che nella storia hanno permesso il sorgere di Hitler, di fanatismi o dell'apartheid. Anette sa che è sbagliato, ma si giustifica, non può fare nulla e anzi il demone è chi l'accusa pur sapendo di essere nella sua stessa situazione di impotenza. Piuttosto che avere la forza di opporsi, mettere in gioco la propria vita, ribellarsi alle pressioni sociali (non a caso sembra molto impegnata anche a trovare possibili candidati per un matrimonio), preferisce girarsi dall'altra parte e giustificarsi che tanto non può fare nulla. Anzi è proprio di fronte alla possibilità di poter fare qualcosa che si destabilizza, che la sua corazza si sgretola e che comincia ad odiare e disprezzare l'amica che le sta mostrando il suo vero volto. Sicuramente un ottimo passaggio e uno dei personaggi migliori della serie.
Ci sarebbe sicuramente altro da approfondire, ma quello che in definitiva questo anime lascia è un po' un senso di trascuratezza e inconcludenza con, a sprazzi, dei guizzi davvero apprezzabili. Sono certo comunque che molti sapranno apprezzare la serie anche per una cronica mancanza nel panorama attuale di serie mecha ben curate.
In un mondo ricco di odio, di diffidenza verso il diverso e di recrudescenze politiche che sembrano portarci indietro di svariati decenni, l’animazione ancora una volta ci regala piccoli e grandi ammonimenti che male di certo non fanno.
E’ quanto prova a fare una serie come “86”, trasposizione animata della light novel scritta da Asato Asato e illustrata da Shirabi, che ci trascina tra i campi di battaglia di una guerra distopica in un universo alternativo ma assolutamente realistico. La Repubblica di San Magnolia è in guerra da nove anni con l'Impero di Giad.
Sebbene inizialmente abbia subito perdite devastanti a causa delle Legioni autonome e meccanizzate dell'Impero, la Repubblica ha sviluppato da allora le proprie unità autonome, chiamate Juggernauts, che sono comandate a distanza da un Supervisore. A combattere questa guerra però sono solo gli “86”, ovvero la minoranza etnica della Repubblica. Quest’ultima vede al comando politico e sociale gli Alba dai bianchi capelli, perché la discriminazione parte proprio da questo: dal colore dei capelli! Discriminazione assurda, come tutte le discriminazioni, capace di decidere chi deve morire e chi deve vivere al sicuro e tra gli agi. Ed è su questo che punta il dito la serie. Poco importano le ragioni della guerra stessa o il fatto che gli 86 accettano troppo “facilmente” di essere mandati al macello anche dopo aver scoperto gli inganni dei loro aguzzini. Questa serie per estensione si prodiga nel mostrare quanto sia facile invece cadere in un circolo infinito di odio fine a sé stesso e alla fine anche controproducente e rischioso.
Catena d’ odio che la protagonista Lena, comandante dello Squadrone Spearhead, cerca in tutti i modi di spezzare. Lei, al comando (sempre a distanza) di un manipolo di 86 esperti e proprio per questo “condannati” (si capirà poi il perché), ha ereditato il senso civico del padre ma la sua è una lotta contro i mulini a vento perché “ gli umani sono così, per il beneficio di pochi devono soffrire in molti. L’importante è stare nell’elite al potere”. Questo è il succo del primo cour di questo anime. Una parodia di mondo odierno che vive su disuguaglianze e ancora pieno di razzismo in ogni suo continente. Una storia quindi drammatica, che ha dei momenti di calma tra i soldati, momenti che ho visto poco apprezzati dal pubblico eppure importanti nell’economia della storia. Ci mostrano i personaggi cercare di farsi forza l’un l’altro, di lasciare l’onnipresente pensiero della morte e dell’orrore in un timido e impacciato tentativo di normalità, quella che sarebbe dovuta a chi è poco più grande di un bambino come loro.
Non mancano ovviamente le scene di battaglia, a volte molto belle e con una CGI funzionale al tipo di animazione proposta, rese suggestive da una OST del solito Sawano. Io lo adoro e non faccio testo ma non si può dire non renda suggestiva una serie con il suo tocco musicale ormai inconfondibile. Splendide anche le due ED e la insert, davvero un plus in più alla serie.
Ora non resta che vedere la seconda parte e capire che strada intraprenderà questo titolo ma una cosa è sicura, altri momenti forti e drammatici aspetteranno la giovane Lena, e con lei gli spettatori che hanno apprezzato questa produzione animata targata A1.
E’ quanto prova a fare una serie come “86”, trasposizione animata della light novel scritta da Asato Asato e illustrata da Shirabi, che ci trascina tra i campi di battaglia di una guerra distopica in un universo alternativo ma assolutamente realistico. La Repubblica di San Magnolia è in guerra da nove anni con l'Impero di Giad.
Sebbene inizialmente abbia subito perdite devastanti a causa delle Legioni autonome e meccanizzate dell'Impero, la Repubblica ha sviluppato da allora le proprie unità autonome, chiamate Juggernauts, che sono comandate a distanza da un Supervisore. A combattere questa guerra però sono solo gli “86”, ovvero la minoranza etnica della Repubblica. Quest’ultima vede al comando politico e sociale gli Alba dai bianchi capelli, perché la discriminazione parte proprio da questo: dal colore dei capelli! Discriminazione assurda, come tutte le discriminazioni, capace di decidere chi deve morire e chi deve vivere al sicuro e tra gli agi. Ed è su questo che punta il dito la serie. Poco importano le ragioni della guerra stessa o il fatto che gli 86 accettano troppo “facilmente” di essere mandati al macello anche dopo aver scoperto gli inganni dei loro aguzzini. Questa serie per estensione si prodiga nel mostrare quanto sia facile invece cadere in un circolo infinito di odio fine a sé stesso e alla fine anche controproducente e rischioso.
Catena d’ odio che la protagonista Lena, comandante dello Squadrone Spearhead, cerca in tutti i modi di spezzare. Lei, al comando (sempre a distanza) di un manipolo di 86 esperti e proprio per questo “condannati” (si capirà poi il perché), ha ereditato il senso civico del padre ma la sua è una lotta contro i mulini a vento perché “ gli umani sono così, per il beneficio di pochi devono soffrire in molti. L’importante è stare nell’elite al potere”. Questo è il succo del primo cour di questo anime. Una parodia di mondo odierno che vive su disuguaglianze e ancora pieno di razzismo in ogni suo continente. Una storia quindi drammatica, che ha dei momenti di calma tra i soldati, momenti che ho visto poco apprezzati dal pubblico eppure importanti nell’economia della storia. Ci mostrano i personaggi cercare di farsi forza l’un l’altro, di lasciare l’onnipresente pensiero della morte e dell’orrore in un timido e impacciato tentativo di normalità, quella che sarebbe dovuta a chi è poco più grande di un bambino come loro.
Non mancano ovviamente le scene di battaglia, a volte molto belle e con una CGI funzionale al tipo di animazione proposta, rese suggestive da una OST del solito Sawano. Io lo adoro e non faccio testo ma non si può dire non renda suggestiva una serie con il suo tocco musicale ormai inconfondibile. Splendide anche le due ED e la insert, davvero un plus in più alla serie.
Ora non resta che vedere la seconda parte e capire che strada intraprenderà questo titolo ma una cosa è sicura, altri momenti forti e drammatici aspetteranno la giovane Lena, e con lei gli spettatori che hanno apprezzato questa produzione animata targata A1.
Ad esempio perchè dei novellini hanno posizioni militari molto in alto?
Mi sono controllato un pò la novel e
È interessante vedere soprattutto le differenze tra gli abitanti della della Repubblica di San Magnolia che vivono nel benessere preoccupandosi solo ed esclusivamente di loro stessi e gli 86, trattati come schiavi e destinati a morire in battaglia senza alcun riconoscimento, come se non esistessero.
Non so a che punto sia la storia nella novel, ma spero che l'anime riesca a proseguire fino alla fine.
boh non la vedo come trollata ma assolutamente ovvio
Serie che sulla carta m'immaginavo una sorta di Code Geass, e avevo intenzione di non cominciare ma poi sono stato preso dai commenti positivi sulla serie e ho deciso di vederla, risultato:
Buona serie, che doveva dare di più....
prima di tutto, roba del genere è sfortunatamente accaduta in passato )segregazione nei campi di lavoro di cittadini nippo-, italo- e tedesco-americani, solo che nn li mandavano a combattere come carne da macello)
alla roba dei novellini:
misto di razzismo, nepotismo e menefreghismo.
ci mettono i novellini perchè per i giovani è na scappatoia: fai l'accademia militare (che insegna poco o niente di tattica militare) poi devono fare un lavoro pressoché nullo (di norma sono i capitani a gestire la cosa in battaglia, non gli handler), e vengono pagati, parrebbe bene, per fare tecnicamente nulla.
A questo aggiungi che la quasi totalità dei comandanti militari decentisono morti all'inizio della guerra. Inoltre una volta scoperto che la Legione rimane attiva solo per 50000 ore (circa 6 anni) senza supporto, la repubblica, in una serie di catene di eventi ha attuato la politica attuale, gli eventi sono i seguenti:
-scoppio della guerra contro unità comandate a distanza e pochi comandanti umani
-perdita di una sostanziale quantità di territorio
-nessuno rinforzo dagli altri 2 stati nemici dell'impero (che stanno combattendo anche loro con la legione da anni ormai)
-lo sviluppo del sistema di controllo degli allora droni juggernaut fallisce e sono quindi riconvertiti a mezzi pilotabili, complice che quasi tutte le comunicazioni a lungo raggio vengono bloccate dalla legione, era l'unica opzione, ma il desgin nn è stato migliorato (sono unità predisposte per imboscate e cecchinaggio, non per affrontare la legione a viso aperto, dove anche le unità meno armate possono farne fuori uno senza problemi)
-lo sviluppo del para-raid, ovvero comunicazioni nn violabili
-necessità di carne da macello, e i "colorata", essendo principalmente discendenti di immigrati da altre nazioni (trai primi l'impero) furono perfetti.
e figurati che le cose peggiorano poi
Però in effetti ogni tanto sento qualcuno che ne parla bene, ma addirittura serie rivelazione dell'anno non me l'aspettavo! Seri?
questo è avvenuto per due ragioni: primo, gli episodi sono tratti dal primo volume, scritto come storia autoconclusiva per un concorso e poi ampliata una volta serializzata. e secondo era stato usato come metodo per mostrare quanto pessima sia la situazione (sono quasi più i suicidi/esecuzioni di shin rispetto a quelli morti causa diretta legione). in realtà ci sono molte scene aggiunte per la serie (per volere dell'autrice) per approfondire sui personaggi
Io non l'avrei detto invece, e mi dispiace perchè se fosse così elimina sicuramente la parte migliore di questa serie vista finora, che ha un incipit carino, parte centrale abbastanza noiosa, e una bella chiusura....
Mi hanno deluso entrambi, speravo in una serie matura ed invece non lo è per niente.
World building buttato li e poco convincente uno dei problemi principali, il secondo è la sagra dei soliti teenagers che cercano di "fare gli adulti" fallendo miseramente.
Non aggiungo nient'altro visto che prima di me Xablerot ha spiegato in maniera esaustiva il plot e la serializzazione della produzione, il resto sono solamente pippe mentali e chiacchiere da bar.
Volevo chiedere, per traspondere tutta la novel quanti episodi potrebbero volerci?
Le musiche non fanno testo, più di cosi che vuoi.
Trama interessante, bei disegni e una cg, che a me fa sempre cacare per i miei gusti, ma sembra molto meglio integrata di altre in circolazione.
Sicuramente una serie che è valsa la pena seguire. Vediamo se si svilupperà in maniera altrettanto interessante o se finirà in caciara.
hai voglia, la novel è al decimo volume oramai, e il prossimo cour dovrebbe coprire l'intera battaglia con il secondo "cattivo"
Le scene di quiete al fronte sono (parallelamente) identiche a quelle di Niente di nuovo sul fronte occidentale, così come la scomparsa dei personaggi, che richiamano moltissimo l'inizio di La via del ritorno. Dovrei rileggermi nel dettaglio L'obelisco nero e La notte di Lisbona per capire se esistono collegamenti anche dal lato di Vladilena Milizé ed la vita urbana.
Non lo considero neppure paragonabile ai capolavori di Remarque che avevano la capacità di farti sentire in mezzo allo sporco ed alla guerra nella sua forma più cruda e crudele, ma non mi è dispiaciuta.
per quanro mi riguarda darei un 7,5. uno dei migliori di questa season ok, ma onestamente per ora non urlerei al miracolo
come detto è quota 10 volumi per ora, e se fanno sempre cour di 11/12 episodi non arrivano a completare nulla, la prima prende solo il primo volume.
i volumi della novel
https://86-eighty-six.fandom.com/wiki/Light_Novel
Per chi taccia la serie di immaturità (lol) faccio presente che l'autore si ispira a diversi nomi famosi della narrativa mondiale. Oltre che al già citato "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Remarque, altre fonti sono gli altri libri che Shin legge nel corso dell'opera, ovvero:
Mein Kampf (Adolf Hitler) (ok, fuori le forche tra 3, 2, 1...)
Second Variety (Philip K. Dick)
La Nebbia (Stephen King)
La Bibbia
Takasebune (Mori Ogai) (non so se esiste un titolo tradotto, sorry)
Thou shalt not die (Akiko Yosano) (idem come sopra)
I Principi della Meccanica Quantistica (Paul Dirac)
Se non le sai utilizzare le fonti valgono poco (anche perchè citare della meccanica quantistica seriamente significherebbe alienarsi il 99% dei lettori)
Non ne dubito, ma giudizi superficiali meritano risposte altrettanto superficiali. Non sono qui per educare la gente.
Belle musiche, anzi bellisisme, belle animazioni, character design gradevole.
Però...
La sensazione è quella di una scrittura più ambiziosa che sapiente: tanti elementi buoni e anche la volontà di invitare alla riflessione lo spettatore: spunti che riportano alla Shoah, situazioni descritte che riportano a verità storiche ("uomini comuni" e "la banalità del male" ad esempio) ma l'incedere incerto della narrazione si nota, ed è un peccato.
Tutto molto confuso, per prepara future agnizioni? Forse, ma non ci giurerei...
Anche i protagonisti non mi hanno convito troppo: certo il manipolo degli Spearhead è piacevole ma sono molto "scolastici", Shin è adorabile (ma un po' troppo "tutto" e soprattutto troppo "agnello sacrificale") e lei... Lena è carica di buone intenzioni ma non troppo sveglia.
Certo però che in una storia tanto tragica l'unico momento emotivamente forte è stato il "recap" di Fido... (e anche in quello c'erano incongruenze): temo un po' che la serie sia un'occasione mancata.
Poi certo si fa guardare senza problemi
Questi non sono solo i libri che legge Shin, ma gli stessi che ha letto l'autore come ispirazione per creare quest'opera. Che è un po' diversa da Redo of Healer... Se però non ci credi ok, a me non interessa. Tranquillo, non ho bisogno di ormoni della crescita per difendermi dai bulletti e dalla polizia del fandom. Adios, señor inquisidor.
Narrativamente non ha praticamente nulla di originale, ruba a mani basse il concetto di minoranza oppressa da serie come i Giganti o i meno famosi WorldEnd e Black Bullet, ma ciò di per sé non è un problema, alla fine l'importante è che la storia sia raccontata bene.
86 questo lo fa in modo accettabile, pur abusando in modo criminoso degli sbalzi temporali, fino a metà dell'episodio 10, poi c'è un pressapochismo agghiacciante che getta alle ortiche quanto seminato prima.
E non venitemi a dire "eh, ma il bello deve ancora venire" perché questi primi 11 episodi presi da soli si sono conclusi in modo imbarazzante per chiunque osi definirsi un professionista del settore.
Non so se seguirò il secondo cour, ma la delusione per il finale di questo è veramente tanta.
ahahah i 2 pollicioni avversi che ti sei beccato sono dei 2 che hanno già messo verde sull'episodio special non ancora uscito?! ahahahh
Allora non sono l' unico, tutti ne parlano bene ma alla fin fine la storia non è narrata bene troppe cose succedono offscreen ed alcuni pg hanno poco spazio
C'è da dire comunque che il primo cour ha coperto tutto il primo volume per prendersela con calma. Il prossimo (che dovrebbe coprire 2 volumi) ha un cour singolo. Il 4-5-6 a mio parere vanno messi insieme. Il 4 è troppo corto, il 5 non può stare senza il 6.
A che servono le mura gigantesche che circondano la repubblica?
Serve da ultima speranza contro i Legion, costruita dagli 86 durante lo scoppiare della guerra. Sanno benissimo che i loro Juggernaut non possono nientre contro le loro unità.
Come è possibile che le persone vengano deportate e nessuno si accorga di nulla e non ci siano oppositori alla repubblica?
Gli Eintagsfliege hanno jammato qualsiasi comunicazione sia dentro che fuori la Repubblica durante lo scoppio della guerra, la deportazione è iniziata successivamente alla guerra dopo che la Repubblica ha provato a rispondere con i propri armamenti, fallendo. Esistono stati all'infuori della Repubblica ma la loro situazione è ignota, qualsiasi cosa avvenga dalle altre parti non si sà, non è possibile comunicare con nessuno. L'idea della Repubblica è non lasciare traccia di tutti gli 86 (registri di morte e tutto) in modo che nessuno stato alla fine della guerra scopra della deportazione.
Come è possibile che Lena venga messa al comando degli Spearhead senza neanche una spiegazione base di cosa ci sia dall'altra parte?
Cosa si intende per "cosa ci sia dall'altra parte?". Tutte le informazioni che Shin ha dato in più a Lena durante l'arco narrativo la Repubblica non le sa, ha fatto varie volte rapporto ma non gli credono.
Perché gli Eighty-six deportati, umiliati, trattati come bestie e costretti a combattere, lo fanno senza esitazione donando la vita per i loro oppressori?
Davanti al Gran Mur vi è un campo di mine con l'artiglieria pronta a rispondere e davanti a loro c'è la Legione, non possono fare nè avanti nè tantomeno dietro. Perchè non fanno passare la Legione e basta? Così come gli 86, sanno che esistono sia Alba buoni che cattivi, hanno conosciuto sia la parte spregevole che buona dell'umanità, ci sono persone dentro il Gran Mur che non merita di morire. Inoltre secondo la loro linea di pensiero la vendetta si ha quando l'altra parte si prosta chiedendo perdono per ciò che ha fatto ed è proprio in quel momento in cui tu lì uccidi, altrimenti non è vendetta. Deviati dalla loro stupidità avrebbero solamente incolpato gli 86 per non aver svolto il loro lavoro per poi morire come vittime innocenti alimentando così il loro narcisismo. Non vogliono abbassarsi al loro stesso livello e perdere la loro via. Se sanno che tanto moriranno comunque vogliono ritardare la loro fine proteggendo quelli che chiamano white pigs anche se non gli piace.
(Banale come motivo? Lo penso anche io, non sono al loro posto ma in questo momento penso che se muoio domani tanto vale farlo oggi ed evitare gli sforzi di proteggere qualcuno che non voglio)
E come può la repubblica sentirsi al sicuro affidando la propria difesa a dei veri e propri schiavi e preferendo tra l'altro farli morire e lasciare che la legione nemica avanzi, piuttosto che dar loro supporto dal punto di vista degli armamenti?
Quando hanno deciso di mettere avanti gli 86 è stato per disperazione, la Repubblica ha provato ad attaccare con il proprio armamento ma la tecnologia della Legione è più avanti. Esistevano gli aerei una volta ma per via degli Eintagsfliege sono stati resi inutilizzabili senza contare dei jamming da parte di quest'ultimi. L'esercito è privato della loro comunicazione, l'unico modo per parlare tra di loro è fisicamente. I loro bombardieri si funzionano, ma hanno perso i territori così come le fabbriche, cibo, risorse.. Mangiano cibo sintetizzato. Le ultime munizioni di artiglieria che gli rimangono sono limitate e costano, non hanno intenzioni di spenderli per salvare gli odiosi 86 se sanno che tanto la guerra sta per finire. In altre parole se non fosse che la Legione non attacca seriamente, la Repubblica non era lì.
Esiste poi un motivo socio-politico per cui si sia venuta a creare questa forma di razzismo?
Disperazione
Si parla di deportazione di 9 anni prima, ma quindi la gente conosce quello che è accaduto, come è possibile che nessuno sappia nulla?
Tutti gli Alba all'interno delle mura conoscono la storia della deportazione.
Il volume dalla quale il primo cour è tratto è un autoconclusivo (ha vinto poi il Dengeki ed hanno deciso di serializzarlo), infatti il primo volume contiene un prologo che indica la fine. Il fatto che era autoconclusivo ha fatto sì di non aver tempo per la caratterizzazione dei personaggi che appunto sarebbero dovuti morire comunque per rendere il senso della situazione che stanno vivendo. Il libro approfondisce abbastanza i principali 8 personaggi dello squadrone (abilità in combattimento comprese), ovviamente l'anime ha tagliato i loro monologhi. Da lettore della LN sapevo che erano 24 persone, ma al di fuori delle 8 principali l'unica cosa che si sapevano erano i nomi, le continue morti erano dette del tipo (oggi abbiamo perso altre 6 persone).
Per la storia onestamente alcuni episodi li ho trovati noiosi. Quando era ancora in corso questo cour continuavo a sentire gente che mi diceva aspetta che fra un po' arriva il bello, abbi pazienza. Sono passati 11 episodi e sto ancora aspettando...
Sicuramente c'é stato qualche momento interessante, ma solo qualche momento. La maggior parte del tempo non mi sembrava succedesse niente, mi sembrava che cercassero solo di riempire i 20 min di episodio.
Per cui, penso che guarderò anche il secondo cour, nella speranza che arrivi "il bello". Questo è solo un mio pensiero dopo 11 episodi, se il secondo cour si ripiglia, cambierò opinione sulla serie.
Da lettore della LN è stato fatto in modo impeccabile, da spettatore Anime mi aspettavo di più. Quindi concordo. E' stato trascurata l'azione e le piccole nozioni riguardante gli armamenti. 3/4 dell'anime sono loro in cui parlano.
Grazie per aver cercato di capire il mio punto di vista, del solo anime. Se tutti quelli che sento parlano bene della novel, non metto in dubbio che sia bella. Come hai appunto concordato pure tu, l'anime non mi ha particolarmente entusiasmato, non è comunque nemmeno da buttare. Vedremo come sarà il secondo cour
ma nooo io credo nell'ammore con 2 M!!!!!!!
comunque sì, sono un hater, soprattutto di chi non rispetta l'opinione contraria altrui quanto espressa con educazione
ed ho sempre trovato il pollice giù inutile.... non capisco so scopo se non per far polemica
Ti ringrazio per aver difeso la mia libertà di espressione, ma in internet è come predicare nel deserto.
Ci sono dinamiche che non si possono controllare e se c'è la possibilità di mettere i pollici, si accettano sia quelli positivi che negativi. Ricordo ancora un utente di un vecchissimo forum di mitologia nordica che ad ogni post si beccava di base 150 pollici versi, figurati se numeri così bassi possano turbarmi!
Inoltre noi staffer siamo costantemente sotto osservazione ad ogni post che facciamo, quindi i pollici arrivano facilmente in entrambi i versi.
Va bene così, fa parte del gioco e so di non aver offeso nessuno pur rimanendo un pignolo insopportabile
E comunque nemmeno io offendo nessuno, anche se dai pollici e dalle risposte tutti sembrano credere il contrario. Vabbè, who cares.
Tante volte ho letto di e visto trasposizioni fatte male, al risparmio o con poca cura per il materiale originale, quindi i timori alla vigilia c'erano, per fortuna si sono rivelati infondati.
La OST si sapeva sarebbe stata bella, ma anche la CGI è stata gestita bene.
Ho molto apprezzato le piccole parti anime-original, hanno dato ancora più profondità ad alcuni personaggi, così come la chiara volontà di soffermarsi più sui dialoghi che sulle scene di azione (86 non è infatti una serie che fa dell'azione il suo punto forte).
Certo non si poteva approfondire o notare tutto, a volte l'anime lancia inquadrature e accenni difficili da notare per chi non ha letto il primo volume della serie ( chissà quanti avranno capito nella scena delle docce che Anju sulla schiena ha una scritta, "Whore's daughter", incisale nella carne da altri 86), ma alla fine questo può rendere più interessante una nuova visione della serie, per notarle.
Qualche erroretto nei sottotitoli di CR qua e là, come nell'ep 11, dove la frase "Se, un giorno, tu arrivassi alla nostra destinazione finale, per favore, lasceresti dei fiori?", intesa per spronare Lena ad andare aventi è diventata se non ricordo male "Se un giorno arrivassimo alla nostra destinazione finale, per favore, lasceresti dei fiori?", che in pratica fa perdere tutto il significato, ma a parte questo direi ok.
E ora in attesa della seconda parte !!
Allora, inizio a dire che io avevo già letto i primi 3 numeri della novel qualche anno fa (anche se ricordo ben poco) e saranno quelli che adatteranno in questi 24 episodi (?).
Il problema principale della serie è stata la lentezza narrativa perchè adattare un solo volume in 11 episodi è piuttosto controproducente dato che si tratta solo del volume introduttivo. Invece, nel secondo cour dato che adatteranno 2 volumi in 13 episodi già la narrazione sarà più fruibile e meno lenta rispetto alla primo parte, fermo restando che bisogna vedere in che modo adatteranno quei 2 volumi (spero in bene) e che non aggiungano un finale del tutto originale solo per chiudere la storia senza possibilità di un continuo.
Su Undertaker hanno fatto un bel lavoro di scrittura, l'hanno caratterizzato meglio di quanto pensassi.
Toglierebbe l'unica parte significativa di quest'anime.
nella novel come basta solo vedendo le cover che quota 10 volumi
i dislike di sopra sono di chi non accetta la verità
Lena per raccomandazioni, gli altri perché non ci sono altri soldati e i buchi gerarchici vanno riempiti.
Non so a quali ti riferisci... ma hai mai fatto il servizio militare?
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