"L'unica cosa che desidero farti capire bene fin da ora è quanto tu debba essere grato, in un mondo come il nostro, per la possibilità che ti è stata data di poter studiare senza dover affrontare il minimo ostacolo, libero di sviluppare le tue capacità come più desideri."
Corre l'anno 2016 quando il maestro dei capolavori di animazione dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki, comunica un clamoroso contrordine rispetto al precedente annuncio del proprio pensionamento dalle attività: una nuova pellicola è in lavorazione, segnala il maestro, e se l'anno successivo apprendiamo che si tratterà della trasposizione animata di un grande classico della letteratura giapponese per ragazzi, la curiosità attorno alla storia permane.Si dovranno infatti attendere ancora diversi anni prima che E voi, come vivrete?, dal titolo originale Kimitachi wa dō, ikiru ka? possa giungere infine sui grandi schermi di tutto il mondo; questo ci consente tuttavia al tempo stesso di approfondire la conoscenza sul romanzo originale del 1937 di Genzaburo Yoshino, pubblicato in patria da Iwanami Shoten e reso disponibile anche in Italia per la prima volta solo a partire dal mese di settembre 2019 per tramite di Kappalab, con la traduzione di Silvia Ricci Nakashima.
Jun'ichi Honda è un minuto ragazzino di quindici anni che frequenta la seconda media; pur essendo orfano di padre, vive in una famiglia amorevole e può godere dell'importante presenza del fratello della madre, che funge per lui da mentore.
Attraverso le esperienze che il giovane vive nella quotidianità a scuola con i tre amici Mizutani, Kitami e Urakawa, pian piano i quattro ragazzi comprendono come si esplica nella realtà il valore dell'amicizia, la sincera curiosità destata dalla frequentazione reciproca, le differenze sociali, la difficoltà di tener fede a valori come quelli del coraggio o di affrontare la piaga del bullismo, sperimentandola sulla propria pelle.
Attraverso le esperienze che il giovane vive nella quotidianità a scuola con i tre amici Mizutani, Kitami e Urakawa, pian piano i quattro ragazzi comprendono come si esplica nella realtà il valore dell'amicizia, la sincera curiosità destata dalla frequentazione reciproca, le differenze sociali, la difficoltà di tener fede a valori come quelli del coraggio o di affrontare la piaga del bullismo, sperimentandola sulla propria pelle.
Di ogni cosa Jun'ichi fa tesoro e ne condivide paure e timori con lo zio, sia attraverso il filo del dialogo diretto che quello intermediato di pensieri affidati alla scrittura, i quali compongono la duplice struttura del libro suddiviso tra capitoli di narrazione ed altri epistolari, questi ultimi talora di stampo prolisso-scientifico.
Apprendiamo così come Jun'ichi venga ben presto ribattezzato "Coper" come il celeberrimo Copernico, grazie a una precoce e straordinaria capacità di astrazione della propria giovane persona dal centro del mondo; a seguito di una visita ai grandi magazzini di Ginza che si conclude con una spettacolare visione di Tokyo dall'alto sotto la pioggia, infatti, Coper comprende come egli, come persona, non rappresenti altro che una piccola molecola nell'ambito di un vasto universo la cui realtà è variegata, complessa e non facilmente determinabile.
L'acume di tale ragionamento colpisce profondamente lo zio di Coper, ed ogni accadimento successivo tiene conto della sottile ma evidente maturazione in atto nel giovane adolescente.
"Chi è certo del proprio reale valore come essere umano ha anche la facoltà di vivere con serenità la propria esistenza, indipendentemente dalla condizione sociale in cui si trova.
Riuscire ad avere sempre questa attitudine mentale nei confronti di noi stessi, però, non ci autorizza a non prestare attenzione al cuore vulnerabile di coloro che vivono in povertà."
Riuscire ad avere sempre questa attitudine mentale nei confronti di noi stessi, però, non ci autorizza a non prestare attenzione al cuore vulnerabile di coloro che vivono in povertà."
Abbandonate le atmosfere fiabesche di molti dei suoi lungometraggi più famosi, il maestro Miyazaki sceglie così di trasporre le dimensioni squisitamente slice-of-life di un racconto comunque d'altri tempi, che reca in sé un'importanza storica e didattica che trascende i contenuti e i valori in esso narrati.
Non è difficile farsi coinvolgere dai tumulti di riflessione che il giovane protagonista Jun'ichi "Coper" Honda di E voi, come vivrete? si porta nell'animo, per quanto comunque la storia non rechi particolari scintille né esca mai dai binari di un quotidiano fin troppo ordinario.
Vedere Coper agire e interrogarsi assume tuttavia una sfumatura indubbiamente diversa a seconda o meno che si abbia alle spalle un'infarinatura del contesto all'interno del quale il libro è stato concepito, dal momento che per la maggior parte del pubblico occidentale si tratta di un preambolo poco conosciuto, e nondimeno di estremo interesse.
E' lo stesso Genzaburo Yoshino a ricordare infatti, nella prefazione, come nel bel mezzo degli anni '30 il Giappone stesse vivendo un periodo di militarismo espansionistico che condurrà al celebre Patto Tripartito, quell'accordo dell'Asse tra il Paese del Sol Levante e le lontanissime nazioni della Germania e dell'Italia, estremamente distanti a livello geografico, ma straordinariamente affini in ambito politico e governativo.
E' un momento storico in cui sussistono notevoli restrizioni alla libertà di espressione e di stampa, nel quale la capacità di discernimento delle giovani menti dei ragazzi giapponesi viene messa a dura prova: proprio in quest'ambito, nell'ottica di fornire una voce progressista di speranza nei confronti del futuro, figure come quella di Yuzo Yamamoto avviano uno straordinario e illuminato progetto letterario, dal titolo "Nihon Shōkokumin Bunko".
Si tratta di una collana pubblicata dalla casa editrice Shinchōsha a cadenza perlopiù mensile dall'ottobre 1935 sino a luglio del 1937: formato da sedici libri, il progetto si conclude proprio con la stesura di Kimitachi wa dō, ikiru ka?, nato a quattro mani da Yamamoto e dall'illustre Genzaburo Yoshino, subentrato al collega a causa di una grave malattia agli occhi che colpisce Yamamoto.
"Il coraggio che sgorga nel loro cuore è in grado di spingerli a superare qualsiasi difficoltà, e persino la vita, tanto cara, smette di avere importanza."
Ci troviamo di fronte a di un vero e proprio romanzo di formazione il cui intento pedagogico non è dissimile da quello di determinate opere del medesimo filone appartenenti alla letteratura occidentale; proprio al pari di queste ultime, lo scopo della stesura del libro emerge con forza dalle pagine, ma al tempo stesso ne soffre la scioltezza complessiva della lettura.
Non vi è l'uso di vocaboli desueti o modi di esprimersi che rimandino oltremodo ai tempi antichi, tuttavia lo scritto non appare comunque sempre agevole e il racconto fatica ad ingranare, restituendo l'impressione di capitoli talora eccessivamente monocordi.
Una volta che il lettore riesce infine ad accedere ad un interesse nei confronti dei vari personaggi, la storia si manifesta allora più vivace, limpida e centrata, decisamente meglio costruita e più avvincente nella sua seconda metà; quest'ultima soffre, paradossalmente, del limite di giungere a una conclusione là dove chi legge avrebbe a quel punto apprezzato la presenza di ulteriori capitoli a venire.
Il libro riesce in ogni caso a ritrarre con sapiente efficacia gli ambienti, gli usi e i costumi dell'epoca Showa di cui narra, connotandone la realtà attraverso tanti minuziosi dettagli.
E' altamente probabile che proprio su questo aspetto farà forza la potenza visiva della versione cinematografica animata del romanzo, la quale saprà senz'altro dipingerne con perizia i particolari grazie alla straordinaria capacità del maestro Miyazaki e dei talentuosi artisti dello Studio Ghibli.
A riguardo di Genzaburo Yoshino invece, la nota in quarta di copertina ci restituisce il suo illustre profilo, dal quale emerge con ancora maggior forza il suo ruolo nel concepimento del romanzo.
Egli nasce il 9 aprile 1899 in pieno periodo Meiji per divenire ben presto redattore, scrittore di letteratura per l’infanzia, traduttore, giornalista, critico e sostenitore del movimento antibellico e giornalista.
Intellettuale progressista, è una delle figure più rappresentative del periodo Showa, che ricopre il ruolo di primo caporedattore della rivista 'Sekai' contribuendo poi alla fondazione della "Iwanami Shōnen Bunko", collana di opere di letteratura per ragazzi pubblicata dalla storica casa editrice Iwanami Shoten. Yoshino assume inoltre importanti incarichi di professore presso l’Università Meiji, diventa amministratore delegato della Iwanami Shoten stessa, nonché primo presidente del Congresso Giornalistico Giapponese e organizzatore del Centro Documentale di Okinawa. L'uomo si spegne dunque il 23 maggio 1981 dopo una lunga e intensa carriera, votata alla letteratura e ai valori che questo strumento è capace di diffondere.
Non è un caso se è pertanto proprio E voi, come vivrete? a serbare l'onere di chiudere la collana "Nihon Shōkokumin Bunko" nel 1937, trasmettendo tutti i principi alla base dell'intero progetto, e il fatto che il romanzo sia stato pubblicato più volte nei decenni a seguire, e infine trasposto anche in una recente versione manga, ne testimonia e suggella l'importanza.
"Se siamo costretti a vivere senza ricevere la tenerezza dell'amore, il nostro cuore finisce infine per avvertire una sete impossibile da sopportare."
Non stupisce nemmeno che, come opera di probabile conclusione della propria carriera, il maestro Miyazaki abbia attentamente valutato di concentrarsi su un racconto di questo tipo, dall'alta carica simbolica e dall'altrettanto elevata presenza di messaggi didattici e formativi rivolti ai più giovani.
In una puntata dello show televisivo 'Nichiyo Bijutsukan', andato in onda sull'emittente NHK l'8 ottobre 2017, il produttore dello Studio Ghibli Toshio Suzuki aveva affermato che "Miyazaki vuole fare questo film per suo nipote. Prima che lasci questo mondo, il nonno vuole fare un ultimo regalo al suo bambino."
Pur senza essere mai stato un padre esemplare, né intendendo calarsi nel ruolo di mentore del nipote, l'intento formativo dell'augurio del maestro Miyazaki appare indubbio; lo si rinviene peraltro spesso durante la lettura, dalla quale emergono interessanti spunti di riflessione con notevole frequenza.
"Il dolore e la sofferenza del nostro cuore derivano e ci rendono partecipi del fatto che ci siamo allontanati dalla normale condizione in cui dovrebbe vivere un essere umano."
Dopo Kaze Tachinu - Si Alza il vento, dunque, anche E voi, come vivrete? abbandona i temi più leggeri e fantastici, per concentrarsi invece su una storia pregna di considerazioni e riflessioni adatte a un pubblico giovane, e nondimeno a quegli adulti disposti a lasciarsi solleticare dall'idea di non smettere mai di interrogarsi su di sé e sullo scopo della propria presenza nel mondo.
"L'essere umano non è fatto per rincorrere desideri egoistici o per pavoneggiarsi."
In linea con le stesure di altri romanzi da cui sono state tratte celebri pellicole dello Studio, E voi, come vivrete? viene proposto da Kappalab come volume dal formato ampio 15x21 cm della collana LibriGhibli, privo di sovraccoperta o di illustrazioni interne, al prezzo di euro 15,00 per 256 pagine.
Un libro che, al di là dell'altisonante parentela miyazakiana e nell'ambito di un'offerta letteraria sempre più ampia ed intrigante anche sul piano della narrativa orientale, può certo passare inosservato, non brillando di una luce propulsiva.
Una possibilità, allo stesso tempo, di indagare su sé stessi e su temi universali tramite un racconto d'epoca dal sapore prettamente slice-of-life, adatto a un pubblico di ogni età.
Una possibilità, allo stesso tempo, di indagare su sé stessi e su temi universali tramite un racconto d'epoca dal sapore prettamente slice-of-life, adatto a un pubblico di ogni età.
"Noi abbiamo la facoltà di determinare la nostra persona.
E' per questo che commettiamo degli sbagli.
Eppure, c'è qualcosa di più.
Noi abbiamo la facoltà di determinare la nostra persona.
E' per questo che siamo anche in grado di risollevarci dai nostri errori."
Pro
- Riflessioni su temi universali
- Peculiare contesto di fondo del libro
- Seconda parte più fluida
- Adatto a un pubblico di ogni età
Contro
- Storia ordinaria priva di scintille
- Ritmo poco vivace
- Prima parte monocorde
- Componente epistolare a volte prolissa e tecnica
Uuuh, speriamo che Miyazaki vivacizzi un po' il suo film, altrimenti qua ci addormenteremo tutti....🥱
Dipende anche da quello che uno cerca:io adoro il Deserto dei Tartari, libro e film, ma vedo che tanti lo trovano soporifero o addirittura non ne capiscono il significato.
Anche “Si alza il vento” può considerarsi soporifero se qualcuno vuole cercare il Miyazaki fiabesco ed avventuroso, ma nel suo realismo e normalissimo è uno dei più struggenti.
Ho apprezzato il Deserto dei Tartari di Buzzati a suo tempo quando l'ho letto, soprattutto come riflessione sulla condizione umana, ma non so se lo rileggerei oggi.
Anch'io sono in un periodo di profonda contemplazione e riflessione dell'esistenza. Penso che quest'opera mi darebbe altri spunti interessanti!
Io ho letto soltanto il libro (mai visto il film) e non l’ho odiato, ma neanche apprezzato.
Mi ricordo che la scrittura fosse un po’ soporifera quello si e la storia che viene narrata nel libro non mi ha fatto impazzire più di tanto, specialmente perché ho trovato irrealistiche certe scelte che vengono fatte dal protagonista.
Spero che il film di M. non sia così sinceramente. Ho visto che qualcuno ha citato Si alza il vento, se fosse paragonabile anche soltanto a quello allora per me avrebbe fatto completamente centro.
Quindi è impostato alla maniera del libro Cuore?... lui scrive e c'è la risposta di una persona adulta.
concordo pienamente... inoltre il maestro Miyazaki ci ha già deliziati con si alza il vento che è struggente, non ha molta azione, ma certo non è soporifero. è estremamente delicato e poetico e a chi adora Thomas Mann come me è risultato splendido. Escono decine e decine di film di azione, anime di azioni, film animati in stile pixar con storia moraleggiante piuttosto semplice e incalzante, lasciamo che un maestro artigiano come Miyazaki possa scegliere ritmi e stili diversi. Dopo i bellissimi film fiabeschi, ormai si muove su una vena maggiormente realistica. Io adoro il Miyazaki di Totoro, così come quello di Nausicaa o quello della principessa Mononoke, ma anche quello di Si alza il vento.
Allo stesso modo di come adoro i film di Kurosawa, però molti miei conoscenti abituati ai film holliwoodiani lo trovano lentissimo e noioso. Lo capisco, se per uno il metro di paragone è solo Spiderman o Mission Impossible, è ovvio che è lento, ma se uno apprezza il teatro, non potrà non cogliere l'estrema teatralità di Kurosawa, l'arte raffinata e a volte persino perfetta.
Ci sarà chi si addormenterà e chi invece se lo godrà. Certo che per lo studio Ghibli è necessario un ultimo prodotto del maestro, perché è innegabile che con la morte di Takahata, le nuove leve migliori che se ne sono andate, la crisi dello studio è evidente. L'ultimo film (Earwing la strega) è un film un po' banalotto, sembra solo scopiazzare i temi dello studio Ghibli infilandoli in un contenitore che guarda agli studi di animazione occidentali con esiti non eccelsi.
Non ricordavo, ma ora che mi ci fai pensare è così. Ecco perché rileggendo Cuore da adulta saltavo alcune parti, erano quelle in cui il padre risponde ad Enrico... Però mi pare che quelle parti fossero molto più brevi: lo zio di Coper quando attacca a scrivere è capace di andare avanti per un capitolo intero!!!
Beh, sì, si tratta davvero di capitoli interi, perché il libro è strutturato proprio alternando i capitoli del racconto con quelli epistolari.
Per piacere, cerchiamo di non dire delle sciocchezze.
"a volte" persino perfetta?
L'arte di Kurosawa è sempre perfetta! I suoi film sono dei capolavori!
Giusto qualche giorno fa ho visto "Sanjuro", il seguito de "La sfida del samurai" (Yojimbo), quello che è stato copiato da Sergio Leone per fare "Per un pugno di dollari".
Che meraviglia.
Azione, umorismo, dramma, teatro, arte, nei suoi film c'è tutto. E visivamente sono dei quadri.
E' un peccato che in TV non li passino mai, sono film che sicuramente verrebbero apprezzati da chi ama certi manga e anime.
Vabbè scusate, fine dell'OT
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