Continuano gli sforzi di Netflix per mettere fine alla condivisione delle password, per gli account della sua piattaforma, fuori dal nucleo domestico. Infatti a partire dal 22 agosto il colosso dello streaming aggiungerà in alcuni Paesi dell'America Latina un'opzione a pagamento chiamata "add a home". Per poter accedere al proprio account da una TV diversa da quella della propria abitazione (la prima utilizzata), bisognerà, infatti, pagare circa 2,21 euro in Argentina e 2,92 euro in Repubblica Dominicana, Honduras, El Salvador e Guatemala.
Gli utenti Netflix abbonati al servizio base potranno avere un'abitazione extra, quelli del servizio standard due posizioni e con l'abbonamento premium si potrà arrivare a tre case extra segnate nel proprio account. Netflix individuerà le abitazioni attraverso gli indirizzi IP, gli ID dei dispositivi e l'attività degli account.
"La sempre più diffusa condivisione degli account tra le famiglie di oggi colpisce indubbiamente la nostra capacità a lungo termine di poter investire e migliorare il nostro servizio", ha riferito Chenyi Long, il direttore del reparto innovazioni della grande N rossa.
Secondo la pagina di supporto Argentina di Netflix, gli utenti potranno continuare a guardare le loro serie preferite su laptop e smartphone durante i loro viaggi. Inoltre, potranno accedere senza costi aggiuntivi a Netflix, su una TV al di fuori della loro abitazione principale, per un massimo di due settimane, purché il loro account non sia stato precedentemente utilizzato in quella posizione durante lo stesso anno. In caso non si mantengano tali restrizioni il televisore verrà immediatamente bloccato.
Gli utenti potranno rimuovere le abitazioni collegate al proprio account tramite un menù apposito. Tutti i dispositivi della casa rimossa verranno scollegati alla scadenza dell'abbonamento Netflix e non ci saranno costi aggiuntivi per le successive iscrizioni.
Oltre all'opzione "add a home", Netflix sta sperimentando, già da marzo, altri due metodi per combattere la condivisione degli account in Cile, Costa Rica e Perù. Tramite l'opzione “add an extra member”, gli utenti standard e premium potranno creare degli account secondari per due persone che abitano in case separate. Questi utenti secondari avranno il proprio profilo, raccomandazioni personalizzate e una propria password.
New York Post
Ovviamente, ricordate che non siamo nel far west, quindi si applicheranno comunque le normali regole sulla moderazione (salvo quella sui commenti composti da sole immagini) ed in particolare, tanto per ribadire, non sono ammesse immagini di nudo, spoiler non debitamente segnalati (usate il tag spoiler), trolling o spamming e, più in generale, se un po' di flame si può tollerare in questa sede, vedete comunque di non esagerare troppo. Questo è tutto, ora la palla passa a voi, buon divertimento :D.
Sì, ma se tu sei Netflix e vuoi avere una miniera di soldi per produrre la tua roba, questi fondi di investimento fanno al caso tuo, e quindi ti propinano la roba "woke", se vogliamo chiamarla così, che ti piaccia o meno. E se non ti piace, ti viene detto che sei una brutta persona, omofoba, razzista, negazionista, terrapiattista, marziano, quindi è meglio che te la faccia piacere...Anche se magari non è che in cuor tuo ti dia fastidio vedere una coppia omosessuale, assolutamente, ma è solo che in un'opera narrativa vorresti più storia, e meno forzature solo per incastrare sistematicamente dei temi obbligati, che compiacciano gli shareholders della piattaforma.
il problema è che VVVVID non ha minimamente il budget per poter produrre una serie animata. Le uniche in Italia che se lo possono permettere sono per l’appunto le piattaforme in streaming.
VVVVID non tocca palla perché è vicina alla chiusura se continua di questo passo, non ha dietro una grande azienda e quando Dynit ha smesso di fornirle serie ha anche spesso di essere rilevante dato che non ha diversificato i propri canali di approvvigionamento negli anni
Vedi, è per questo che ti danno dell'omofobo etc. Perchè fintanto che si parlava di coppie etero e bianche non è mai fregato un cazzo delle storie di contorno, mettile gay, miste o altro ed improvvisamente tutti che vogliono storie centrate sulla trama e basta. E già il fatto che non capisci un concetto così elementare dovrebbe tenerti lontano dal parlare di cose più complicate come la finanza.
C'è poco da dire con il concetto di " legame col territorio ". Oh, ma ci siamo scordati gli anni in cui non c'era lo streaming e ci si lamentava perchè Rai e soci trituravano il cazzo con Don Matteo e soci e si voleva più investimenti sulla roba estera?
Prima di tutto, a me nessuno ha mai dato in vita mia dell'omofobo, non mi conosci, e non so come ti permetti di parlarmi così. Stavo parlando adottando un punto di vista impersonale. In secondo luogo, parlo di finanza perché ho padronanza di questi argomenti, e in tutta onestà mi sembra di averne più di te, coi tuoi toni inutilmente aggressivi che non ti consentono manco di capire il tipo di discorso che si sta facendo. Negli anni 80 e 90 venivano prodotte dozzine di film che parlavano di omosessualità, bianchi, neri, azzurri, e il tutto veniva ritratto con molta più naturalezza di adesso, momento in cui si vede chiaramente che un certo prodotto viene confezionato con dei parametri prestabiliti, per soddisfare chi? Gli stakeholder in teoria, gli azionisti, come sempre, nella pratica.
Edit: Un piccolo aneddoto: mi ricordo pure che andai con la scuola a vedere al cinema il film Philadelphia, che tuttora considero come uno dei film più belli mai fatti.
Calcare ha dichiarato di volere fare una serie animata 4 anni prima di farla con Netflix, Zoro si è mosso ed ha messo in onda rebibbia quarantena all'interno del suo programma, e senza uno straccio di budget: quelli erano cartoni a costo quasi zero!
In quel momento avrebbe dovuto muoversi VVVVID se voleva stare sul pezzo, meglio ovviamente prima di Zoro.
Evidentemente VVVVID sul pezzo non ci sta, e quindi anche arrivassero dal futuro governo finanziamenti all'italianita' digitale e culturale
sarebbero soldi buttati, in mano a gente che dorme.
La favola dei giapponesi che non vogliono il mercato estero non regge, tant'è che adesso vendono tutto alle varie piattaforme americane. Sono dell'idea che avessero anche il potenziale per proporre una piattaforma del tutto loro, ma credo che si siano trovati di fronte diversi ostacoli esterni, purtroppo.
Mah in questi servizi informatici i giapponesi non è che se la cavano meglio di noi, forse anche un po' meno.
Hanno Nico Nico Douga*, ed oltre a quello, credo di ricordare che abbiano qualcos'altro di autoctono, ma non mi viene in mente il nome.
*Dal 2012, si chiama semplicemente Niconico.
Edit: Mi è venuto in mente! Abema
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Abema
Questo sarebbe il mio ideale, senza ovviamente i contenuti stranieri, visto che sto parlando di un servizio di contenuti prettamente giapponesi.
Non era lo stesso periodo in cui VVVViD comprava film datati , shot-series varie ed aveva pagato influencer avere loro video ?
Con il senno di poi si può tranquillamente dire che avevano investito sui cavalli sbagliati.
Non voglio difendere Patq che ti ha gia' risposto, ma con il tuo commento confermi proprio quello che voleva dire. Non ricordi quando nei film di azione anni 90 o inizi 2000 si mettevano le scene d'amore di cui tutti si lamentavano perche' storcevano col contesto? E la risposta era che al cinema ci andavano anche le ragazza alla quale piacevano queste smancerie. Non abbiamo nulla contro le storie "woke" per quanto riguarda i contenuti, ci fanno schifo proprio in quanto forzature a discapito delle trame che non risultano piu' essere originali. Per cui non rompete l'anima con queste osservazioni da twitter, se Netflix sta facendo schifo o se certi titoli propinati non hanno successo non e' che siamo tutti omofobi o amici del patriarcato.
Con sennò di poi sono tutti bravi a fare certi discorsi, ma la strategia di VVVVID l’ha portata dove è oggi e probabilmente hanno capito fin troppo tardi come stava andando l’andazzo (con anche loro scelte discutibili che ancora oggi non capisco).
"Col sennò di poi sono tutti bravi a fare certi discorsi" non significa una cippa,
Non era un cogli l'attimo fuggente. Calcare è stato 4 anni ad aspettare che qualcuno si interessasse al suo progetto di fare cartoni, 4 anni! Non serviva nessun senno di poi per capire che i cartoni di Calcare erano un ottimo affare, bastava vivere in Italia e conoscere l'ambiente del fumetto durante quei 4 anni!
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