Come tutti sappiamo è un periodo storico per One Piece e Detective Conan, infatti, i due manga hanno recentemente festeggiato l’incredibile traguardo dei 100 volumi e, nonostante siano serie appartenenti a due editori diversi, non c’è nulla che possa fermare due leggende dall’incrociarsi.
Abbiamo tutti noi avuto il piacere di vedere questa collaborazione (cliccate qui per la news precedente) tra Eiichiro Oda e Gosho Aoyama, culminata con un’intervista pubblicata in due parti: la prima su Weekly Shonen Jump, casa di Oda e One Piece, e la seconda su Weekly Shonen Sunday, ovviamente rivista nella quale viene pubblicato il detective con gli occhiali. Ricordiamo le due cover delle riviste e il bellissimo effetto che creano quando unite.
Di seguito qualche stralcio interessante dell’intervista.
L’intervista parte con gli ovvi convenevoli tra i due maestri, i quali dichiarano reciproco apprezzamento, la forte volontà di incontrarsi ma anche il grande timore che questo incontro potesse mai accadere… ma non è tutto qui: Oda ha ammesso che a inizio carriera ha visto Detective Conan come suo grande rivale, dato che nel momento del suo debutto era uno dei manga di maggior successo ma non solo; questa competizione che lui sentiva era già nata ai tempi del suo periodo come assistente di Kenshin. Viene descritto un Jump dove il vuoto per la conclusione ravvicinata di Dragon Ball e Slam Dunk si sentiva anche fin troppo e Kenshin viene definito da Oda come l’opera più popolare sul Jump in quel periodo, ma in realtà la popolarità della rivista stava scemando sempre di più anche a causa di Detective Conan e tra Nobuhiro Watsuki e i suoi assistenti aleggiava questa idea che fosse quasi oltraggioso che una serie “mistery” fosse la regina degli shōnen dell’epoca, perciò Oda stesso ammette che considerava Aoyama “un nemico” (il tutto detto ovviamente tra tante risate). Aoyama, invece, non pensava nulla di tutto ciò, ha ammesso di sentire della rivalità professionale esclusivamente con The Kindaichi Case Files e con nessun’altra serie, e naturalmente il discorso si chiude rinnovando reciproci apprezzamenti e rispetto, anche per quanto riguarda il rispettivo lato artistico.
Si è tanto parlato di anime, di doppiatori (di come molti doppiatori storici di una serie siano anche nell’altra) e del loro lavoro a stretto contatto lo staff dei film. Oda dice che è coinvolto dall’inizio alla fine delle lavorazioni ma un po’ se ne dispiace, perché senza volerlo ha creato uno standard che ora ogni altro mangaka su Jump è costretto a seguire anche se a quanto pare i “giovani” sembrano divertirsi davvero tanto nel seguire questi progetti, dimostrandosi colpito da come Conan riesca a fare uscire un film all’anno ma Aoyama gli ha risposto che tutto sommato non è così difficile dato che i casi durano sempre tra i 3 e i 6 capitoli e organizzarsi per tempo è abbastanza facile. Interessante come a un certo punto Aoyama abbia detto che loro sono autori che tendono ad “espandere” e subito Oda abbia pensato che intendesse la “narrazione”, quindi la storia, mentre Aoyama intendesse solo… ciò che amano disegnare, come un pallone da calcio nel suo caso. Per quanto possano stimare il lavoro di chi cura i film, Oda ammette che solo lui può scrivere Luffy e Aoyama che solo lui sa scrivere Gin, e si ritrovano di continuo a scrivere da zero le frasi affibbiate a loro dagli sceneggiatori.
Per evitare spoiler non scriveremo quali sono secondo gli autori i momenti che hanno cambiato per sempre i loro manga, ma sono molto recenti in entrambi i casi, però possiamo aggiungere che Oda in merito ci tiene a sottolineare quanto per lui sia un peccato che andando avanti con gli anni la gente stia dimenticando “i trope classici”, come gli occhi che escono fuori dalle orbite, le gambe che vanno in circolo prima di correre, Oda li trova molto divertenti e secondo lui creare prima di tutto deve voler dire divertirsi e con questo ultimo avvenimento ha voluto far comprendere a tutti quale sia il suo scopo come artista. Entrambi concordano che l’unico segreto possibile del loro successo è che si divertono molto in quello che fanno (e Oda aggiunge che qualche autore “più vecchio” si sorprende che lui si diverta tanto, perché altri dopo alcuni anni arrancano e quasi si obbligano a continuare).
Oda dichiara di amare tantissimo disegnare le nuove isole, soprattutto una volta entrati nella Grand Line, e che la sceneggiatura è l’elemento che più gli crea problemi, mentre per Aoyama dipende tanto dal momento, ricordando il suo periodo di degenza in ospedale e raccontando quanto ci tenesse a non fermarsi nemmeno in quel momento, infatti disegnò uno speciale per Shonen Sunday Super e i fan si arrabbiarono con l’editore non consci che fosse stato lui a chiedere di poterlo fare, Oda conferma che anche lui quando è stato in ospedale non ha avuto modo e tempo per pensare a rilassarsi, poiché una serializzazione settimanale è una corsa e le scadenze sono sempre dietro l’angolo. Si è parlato brevemente degli editor, Aoyama ha un ottimo rapporto con loro e in passato stava con loro a discutere fino all’alba, mentre adesso “solo” fino a sera… Oda ormai li sente solo via telefono.
Concludendo, si è parlato della fine delle rispettive serie. Non aspettatevi nessun annuncio.
Aoyama ha rivelato di aver già preparato l’ultimo capitolo quando era in ospedale cinque anni fa, dato che in quella occasione pensò a fondo su come la vita potrebbe terminare da un momento all’altro, ma in ogni caso prima di arrivarci ci sono ancora diverse saghe da affrontare. Oda come sapete ha detto più volte che sperava di finire in 5 anni e ora ha aggiornato la data a 3 anni… ma è conscio di non essere “meritevole” di fiducia e che ciò che lui spera potrebbe non combaciare con la realtà dei fatti, però conferma per l’ennesima volta che comunque sia la prossima è la saga conclusiva. Oda non ha disegnato il finale ma ha tantissimi appunti, ha un taccuino dove scrive tutti i segreti di One Piece.
Cosa ci sarà per loro dopo la conclusione? Oda vorrebbe girare ogni giorno in un posto diverso, visitare le sorgenti termali sparse in tutto il mondo fino al giorno della sua morte. Aoyama pensa che invece non viaggerà per via di troppe complicazioni, raccontando come nel 2014 era in partenza per vedere la coppa del Mondo di Calcio in Brasile ma che al controllo del passaporto sia stato fermato e l’operatore gli disse con fare preoccupato di stare attento e di tornare al più presto perché è troppo curioso di sapere come continuerà Detective Conan.
Gli autori si sono salutati asserendo tra le risate che non vogliono che l’opera del collega finisca prima della propria.
Ringraziamo Manga’s Corner per il materiale fornito.
Abbiamo tutti noi avuto il piacere di vedere questa collaborazione (cliccate qui per la news precedente) tra Eiichiro Oda e Gosho Aoyama, culminata con un’intervista pubblicata in due parti: la prima su Weekly Shonen Jump, casa di Oda e One Piece, e la seconda su Weekly Shonen Sunday, ovviamente rivista nella quale viene pubblicato il detective con gli occhiali. Ricordiamo le due cover delle riviste e il bellissimo effetto che creano quando unite.
Di seguito qualche stralcio interessante dell’intervista.
L’intervista parte con gli ovvi convenevoli tra i due maestri, i quali dichiarano reciproco apprezzamento, la forte volontà di incontrarsi ma anche il grande timore che questo incontro potesse mai accadere… ma non è tutto qui: Oda ha ammesso che a inizio carriera ha visto Detective Conan come suo grande rivale, dato che nel momento del suo debutto era uno dei manga di maggior successo ma non solo; questa competizione che lui sentiva era già nata ai tempi del suo periodo come assistente di Kenshin. Viene descritto un Jump dove il vuoto per la conclusione ravvicinata di Dragon Ball e Slam Dunk si sentiva anche fin troppo e Kenshin viene definito da Oda come l’opera più popolare sul Jump in quel periodo, ma in realtà la popolarità della rivista stava scemando sempre di più anche a causa di Detective Conan e tra Nobuhiro Watsuki e i suoi assistenti aleggiava questa idea che fosse quasi oltraggioso che una serie “mistery” fosse la regina degli shōnen dell’epoca, perciò Oda stesso ammette che considerava Aoyama “un nemico” (il tutto detto ovviamente tra tante risate). Aoyama, invece, non pensava nulla di tutto ciò, ha ammesso di sentire della rivalità professionale esclusivamente con The Kindaichi Case Files e con nessun’altra serie, e naturalmente il discorso si chiude rinnovando reciproci apprezzamenti e rispetto, anche per quanto riguarda il rispettivo lato artistico.
Si è tanto parlato di anime, di doppiatori (di come molti doppiatori storici di una serie siano anche nell’altra) e del loro lavoro a stretto contatto lo staff dei film. Oda dice che è coinvolto dall’inizio alla fine delle lavorazioni ma un po’ se ne dispiace, perché senza volerlo ha creato uno standard che ora ogni altro mangaka su Jump è costretto a seguire anche se a quanto pare i “giovani” sembrano divertirsi davvero tanto nel seguire questi progetti, dimostrandosi colpito da come Conan riesca a fare uscire un film all’anno ma Aoyama gli ha risposto che tutto sommato non è così difficile dato che i casi durano sempre tra i 3 e i 6 capitoli e organizzarsi per tempo è abbastanza facile. Interessante come a un certo punto Aoyama abbia detto che loro sono autori che tendono ad “espandere” e subito Oda abbia pensato che intendesse la “narrazione”, quindi la storia, mentre Aoyama intendesse solo… ciò che amano disegnare, come un pallone da calcio nel suo caso. Per quanto possano stimare il lavoro di chi cura i film, Oda ammette che solo lui può scrivere Luffy e Aoyama che solo lui sa scrivere Gin, e si ritrovano di continuo a scrivere da zero le frasi affibbiate a loro dagli sceneggiatori.
Per evitare spoiler non scriveremo quali sono secondo gli autori i momenti che hanno cambiato per sempre i loro manga, ma sono molto recenti in entrambi i casi, però possiamo aggiungere che Oda in merito ci tiene a sottolineare quanto per lui sia un peccato che andando avanti con gli anni la gente stia dimenticando “i trope classici”, come gli occhi che escono fuori dalle orbite, le gambe che vanno in circolo prima di correre, Oda li trova molto divertenti e secondo lui creare prima di tutto deve voler dire divertirsi e con questo ultimo avvenimento ha voluto far comprendere a tutti quale sia il suo scopo come artista. Entrambi concordano che l’unico segreto possibile del loro successo è che si divertono molto in quello che fanno (e Oda aggiunge che qualche autore “più vecchio” si sorprende che lui si diverta tanto, perché altri dopo alcuni anni arrancano e quasi si obbligano a continuare).
Oda dichiara di amare tantissimo disegnare le nuove isole, soprattutto una volta entrati nella Grand Line, e che la sceneggiatura è l’elemento che più gli crea problemi, mentre per Aoyama dipende tanto dal momento, ricordando il suo periodo di degenza in ospedale e raccontando quanto ci tenesse a non fermarsi nemmeno in quel momento, infatti disegnò uno speciale per Shonen Sunday Super e i fan si arrabbiarono con l’editore non consci che fosse stato lui a chiedere di poterlo fare, Oda conferma che anche lui quando è stato in ospedale non ha avuto modo e tempo per pensare a rilassarsi, poiché una serializzazione settimanale è una corsa e le scadenze sono sempre dietro l’angolo. Si è parlato brevemente degli editor, Aoyama ha un ottimo rapporto con loro e in passato stava con loro a discutere fino all’alba, mentre adesso “solo” fino a sera… Oda ormai li sente solo via telefono.
Concludendo, si è parlato della fine delle rispettive serie. Non aspettatevi nessun annuncio.
Aoyama ha rivelato di aver già preparato l’ultimo capitolo quando era in ospedale cinque anni fa, dato che in quella occasione pensò a fondo su come la vita potrebbe terminare da un momento all’altro, ma in ogni caso prima di arrivarci ci sono ancora diverse saghe da affrontare. Oda come sapete ha detto più volte che sperava di finire in 5 anni e ora ha aggiornato la data a 3 anni… ma è conscio di non essere “meritevole” di fiducia e che ciò che lui spera potrebbe non combaciare con la realtà dei fatti, però conferma per l’ennesima volta che comunque sia la prossima è la saga conclusiva. Oda non ha disegnato il finale ma ha tantissimi appunti, ha un taccuino dove scrive tutti i segreti di One Piece.
Cosa ci sarà per loro dopo la conclusione? Oda vorrebbe girare ogni giorno in un posto diverso, visitare le sorgenti termali sparse in tutto il mondo fino al giorno della sua morte. Aoyama pensa che invece non viaggerà per via di troppe complicazioni, raccontando come nel 2014 era in partenza per vedere la coppa del Mondo di Calcio in Brasile ma che al controllo del passaporto sia stato fermato e l’operatore gli disse con fare preoccupato di stare attento e di tornare al più presto perché è troppo curioso di sapere come continuerà Detective Conan.
Gli autori si sono salutati asserendo tra le risate che non vogliono che l’opera del collega finisca prima della propria.
Ringraziamo Manga’s Corner per il materiale fornito.
Per il resto, molto probabilmente finirà prima One Piece che Detective Conan, me lo sento... XD
Incredibile XD
In realtà Detective Conan è alle porte della saga finale e la narrazione ultimamente procede abbastanza spedita (per gli standard dell'opera), seppur sia vero che ci sono molte sottotrame aperte da chiudere.
Esatto, a questo punto il 2030 non sarebbe una data poi così assurda
oh, frase di Aoyama eh ahaha
Ma siamo sicuri lo abbia detto lui? Perchè io ho letto l'intervista integrale e questa parte delle varie saghe non l'ho letta.
P.S. poi chi segue il manga di Conan come detto su sa che per forza di cose l'opera è al giro di boa soprattutto dopo quanto successo negli ultimi capitoli
A dire la verità avevo già letto l'intervista sia in una prima traduzione inglese che in una traduzione italiana più approfondita, e in entrambi i casi non si parla di saghe.
Ora, non conosco il giapponese, ma suppongo che Aoyama non intendesse tanto saghe quanto archi come "l'arco della famiglia x", "la storia d'amore tra x e y", "la vera identità e l'obbiettivo di z" e così via
La trama è avanzata di certo e lo scacchiere del finale inizia a intravedersi, ma tutto ciò non conta per sapere quanto durerà l'opera.
Aoyama, con la struttura del suo manga, può far accadere una stessa cosa in un volume o in dieci, a seconda della sua voglia. è pieno padrone della sua opera e dei tempi con cui finirà.
One Piece è un manga lineare e prima o poi ad una fine arriva sicuro, Conan può davvero arrivare a 200 volumi se lui volesse. E Aoyama ora lavora molto più rilassato, guadagna un sacco di quattrini ed è l'unico manga davvero venduto della sua rivista. Tenete basse le speranze di un finale, consiglio per non rimanerci male.
questa differenza semantica tra arco e saga è una cosa inventata dagli occidentali
BTW Allora bisogna rivedere la traduzione, in un altra che ho letto non si parla di archi narrativi ma di capitoli, poi non so se tu segui Conan ma
Quello si, ma è un informazione che nei fatti ci dice nulla sulla durata del manga.
La saga di Rum, se volesse, potrebbe finire in una decina di capitoli filati di trama, oppure durare 30 volumi come quella di Bourbon.
Conan ha una struttura che per la serializzazione è perfetta e ben più durevole di qualsiasi altro manga in circolazione. La temporalità degli eventi funziona come vuole l'autore. Questo significa che se un personaggio fa qualcosa in un caso, le conseguenze possono scoprirsi e avvenire il caso dopo o anche dieci.
Inoltre usa questo sistema a matrioska in cui ogni mistero, per essere risolto, si scopre averne un altro prima. 3/4 delle trame attuali girano attorno a personaggi che sanno cose che non si dicono e indagini su elementi di trama che sarebbero già in mano ai buoni ma che non si scambiano fino a quando Aoyama non decide che deve accadere.
Il fatto che abbia scritto un ipotetico ultimo capitolo fa capire che per come è organizzato, in caso di emergenza, potrebbe chiudere tutto in pochissimo, perché tanto il 90% degli eventi importanti sono "congelati" in attesa del finale e i misteri attuali sono risolvibili in pochi passaggi.
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