Alla scoperta dei quartieri meno conosciuti di Tokyo
Oltre le solite mete turistiche si possono trovare piccole perle affascinanti
di Hachi194
Proprio sulle pagine di questo sito, vi ho accompagnato alla sua scoperta quartiere dopo quartiere usando la Yamanote come percorso circolare ideale. Ma Tokyo è una megalopoli e ha mille risvolti da scoprire. Dietro le luci al neon dei grattacieli o ai vetri di una carrozza della metropolitana si possono scoprire altre facce da amare e altri luoghi del cuore.
Ve ne propongo cinque, ma se fra di esse non c'è il vostro angolo segreto, scrivetelo nei commenti e condividetelo con noi: resterà fra pochi intimi.....
Jujo
Se siete a Shinjuku, salite sulla linea JR Saikyo e scendete dopo 10 minuti a Jujo, nel distretto di Kita. Riesce ad incantare tutti i visitatori grazie al suo fascino rilassato e ai sorrisi dei commercianti della sua shōtengai, la galleria commerciale nata nell'era Taisho (1912- 1926) e che con i suoi quasi 200 negozi si è autoproclamata "via dello shopping con gentilezza".
Qui si può trovare una miscellanea di persone provenienti dalle classi più diverse e dai paesi più lontani: agli operai, lo zoccolo duro del quartiere, si sono aggiunti studenti e stranieri che qui spesso hanno aperto ristoranti etnici.
Dai vietnamiti, malesi e indiani ai negozi di alimentari halal, qui convive la Tokyo del futuro e quella del passato. Se avrete fame potrete scegliere fra spuntini sfiziosi ed economici: korokke cremose e croccanti di patate o verdure, takoyaki, gyoza ma anche caffè forte servito in tradizionali kissaten.
Dopo aver assaggiato tutto, potete smaltire passeggiando nel Parco Shimizuzaka, molto quotato fra le famiglie anche per il suo fiume artificiale in cui tuffarsi per sfuggire alla calura estiva.
Togoshi
Se siete invece ad Asakusa, prendete la linea omonima e dopo 27 minuti scendete a Togoshi. Anche qui troverete ad attendervi una shōtengai, ma non una qualsiasi: la Togoshi Ginza è la più lunga di Tokyo, estendendosi per ben 1,3 chilometri e durante i fine settimana si riempie di persone che fanno shopping. Inoltre è stata la prima ad adottare la parola "ginza" per identificare il centro commerciale.
Dopo il grande terremoto del Kanto del 1923 infatti, i negozianti di Togoshi raccolsero le macerie dalle rovine della Ginza nel centro di Tokyo e le usarono per pavimentare la shōtengai, nella speranza di ereditare la prosperità dell'originale e sembra proprio che abbia funzionato.
Anche qui lo street food la fa da padrone: oltre alle onnipresenti korokke, potrete assaggiare gli yaki-shōronpō (gnocchi fritti in una zuppa) l'unajū (anguilla alla griglia) e i Beicon mochi-mochi (pane gommoso di farina di riso). Anche qui da visitare il Togoshi Koen, un tranquillo parco di quartiere con un cancello del periodo Edo (1603-1868) e percorsi che si snodano attorno a uno stagno alberato; d'altronde un tempo questo parco era il giardino della seconda casa del clan Hosokawa.
Nelle vicinanze si trova il santuario Hachiman dove rilassarsi; se non è sufficiente andate al Togoshi Ginza Onsen: aperto fino all'una di notte ha vasche all'aperto e anche una sauna.
Ningyocho
Partendo invece dalla stazione di Roppongi, se salite sulla linea Hibiya il consiglio è scendere dopo 20 minuti a Ningyocho, distretto di Chuo. Qui fino al 1872 sorgeva lo Yoshiwara yūkaku (cioè il quartiere a luci rosse) prima di essere trasferito in blocco ad Asakusa. Ma la sua storia è legata all'intrattenimento da molto prima: sempre qui nel 1624 aprì il primo teatro kabuki di Edo e era anche la sede di numerosi teatri di marionette e burattinai, da cui il nome Città delle bambole, Ningyocho appunto. A memoria di quel periodo resta un orologio con due torri affacciato su Ningyocho-dori: tra le 11 e le 19 ad ogni scoccare di ora figure tintinnanti di piccoli pompieri e personaggi di kabuki prendono vita per la gioia dei passanti.
Ovviamente non può mancare il buon cibo: si può fare colazione con i ningyō-yaki (dolci ripieni di azuki) che qui spesso rappresentano le sette divinità della fortuna (Shichifukujin), addolcirsi con wagashi e tè verde oppure pranzare con l'oyakodon.
Per un'esperienza più spirituale, a pochi passi dalla stazione troverete il santuario Suitengu recentemente restaurato, dedicato alla fertilità e al parto sicuro. Se siete amanti dell'arte invece, c'è per voi il Museo Hamaguchi Yozo che espone opere di Yozo Hamaguchi.
Isola di Tennozu
Se volete qualcosa di molto contemporaneo, partendo alla stazione di Tokyo prendete la linea Keihin-Tohoku fino alla stazione di Hamamatsucho, quindi la monorotaia fino alla stazione dell'isola di Tennozu. In una ventina di minuti arriverete a una delle sei daiba (batterie) costruite per proteggere Edo dopo la prima visita del Commodoro Perry nel 1853.
Fino agli anni Ottanta l'isola era occupata principalmente da complessi industriali, ma poi con il boom economico venne riqualificata e sorsero passeggiate sul lungomare, grattacieli, negozi, ristoranti e spazi creativi che andarono ad occupare i vecchi depositi.
La street art è molto presente ad Tennozu: l'affollata Bond Street ospita colorati murales del gruppo artistico Pow Wow e numerose sculture sono sparse all'aperto. La creatività continua all'Archi Depot, museo che mette in mostra modelli su piccola scala dell'architettura giapponese contemporanea; se amate l'arte moderna visitate The Art Hall, galleria gratuita all'interno della Torre centrale di Tennozu.
Affacciato sulla baia di Tokyo si trova Seafort Square, un imponente complesso di uffici e divertimenti, come il Tennozu Galaxy Theater che organizza spettacoli ed eventi artistici. Per rilassarsi c'è anche il parco Higashishinagawa Kaijo.
Todoroki
Se invece volete un'immersione nella natura, partendo dalla stazione di Shibuya, prendete la linea Tokoko Toyoko fino alla stazione di Jiyugaoka quindi salite sulla linea Oimachi e scendete alla stazione di Todoroki: in 17 minuti di treno e una breve passeggiata oltre negozi locali senza pretese, troverete il Todoroki Gorge, l'unico burrone naturale della città e una vera oasi urbana.
Oltrepassando il rosso Golf Bridge si scopre un altro mondo: keyaki (zelkova giapponese), bambù e piante grasse crescono fitte lungo il fiume Yazawa. Pietre e passerelle attraversano l'acqua, consentendo di sfamare anatre, di esplorare un giardino giapponese e di fare un tuffo nel passato remoto del Giappone. In questa zona infatti si possono ammirare i kofun, tumuli funerari risalenti al V secolo; il più grande è il Noge Otsuka.
Da vedere anche le Fudo no Taki, piccole cascate dedicate alla divinità buddista Fudo Myoo, custodita nel tempio Todoroki Fudoson del XII secolo.
Da provare la specialità kuzu-mochi o se avete tanta fame la nama-yuba soba (pasta di grano saraceno con cagliata di fagioli di soia).
Fonte consultata:
JapanTimes