Umi no Triton the Movie
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Veramente un anime "profondo", "vasto", "immenso", per essere composto solo di due episodi, ma due episodi convertiti in lungometraggi. Vogliate perdonare se sembro ripetitivo, ma quando dico che una cosa è "vasta", "profonda", "immensa", non lo dico tanto per dire, ma perché la cosa in questione dimostra di esserlo, e di conseguenza profonda, vasta dovrà essere la mia recensione. Siamo di fronte a uno dei capolavori del maestro Osamu Tezuka, creatore de "Il grande Mazinga", "Astro-Boy" e altri grandi titoli dell'animazione giapponese.
Tanto per cominciare, l'ambientazione è semplicemente grandiosa, semplicemente naturale (ci troviamo in tutti gli oceani del mondo, soprattutto in quello atlantico, che prede il nome da Atlantide, la leggendaria città che si dice sia scomparsa in seguito alla sconfitta contro Atene), e fa venire voglia di immergersi per scoprire i segreti e i misteri di questa città leggendaria. Quindi qui si spazia nella mitologia, la storia. Le ambientazioni sono fedeli, quasi autentiche, come quelle reali, e questo è un altro elemento che gioca a favore della vicenda. E, dato che le ambientazioni sono naturali, originali, lo sono anche i personaggi, a partire dal protagonista Tritone, il quale nell'originale era rappresentato come metà uomo e metà pesce, ma dove in questo caso risulta essere del tutto umano. Poi parliamo anche dei personaggi che il protagonista incontra, primo fra tutti Lukar, il delfino bianco parlante che spiega a Tritone le sue vere origini. Tritone, all'inizio, è incredulo, ma, tornando a casa di suo zio, scopre che quello che Lukar gli ha raccontato corrisponde alla verità. Prende quindi con sé il pugnale, il mantello, i sandali, gli indumenti e soprattutto la cornucopia/conchiglia lasciatagli dai suoi genitori e si fa guidare da Lukar dal Giappone all'Oceano Atlantico. Lungo il percorso incontrano tanti personaggi, tra cui, in ordine, i tre nipoti di Lukar, Ilu, Kalu e Finn, i quali li guidano fino al Mare del Nord, dove incontrano Bibi, una sirena, sopravvissuta anche lei al massacro dei Tritoni compiuto da Poseidone e dal suo esercito di uomini-pesce. Questa, all'inizio, non si mostra molto amichevole con Tritone, ma i trichechi che l'hanno allevata le spiegano che lui è il legittimo erede al trono d'Atlantide, e quindi Bibi capisce, seppur a fatica, che solo loro due possono sconfiggere Poseidone e il suo esercito. Questi nel frattempo manda contro Tritone tutti i suoi scagnozzi, tra cui per prima Siren o Doritea, la quale si suicida gettandosi nel vulcano. Il secondo è Polifemo, un mostro dall'aspetto di squalo, ma anche questo fallisce, e per questo viene ucciso dai cavallucci marini su ordine di Poseidone. Tocca successivamente a Minotus, il quale alla fine verrà sconfitto sempre dal pugnale di Olihan. Seguono Brudas, il quale alla fine verrà pure lui sconfitto dal pugnale. Poi Mipet, fratello di Minotus, il quale viene bruciato vivo da Bibi. Così come tutti gli altri. Alla fine Triton riesce a sconfiggere Poseidone, non prima che gli sia stato spiegato che Poseidone era alla guardia della città di Atlantide e il fatto che i suoi genitori gliel'abbiano lasciata in custodia con la cornucopia è gravissimo, perché è proprio questo fatto ad aver messo Atlantide e i suoi abitanti in pericolo.
La trama è quindi molto lineare nello svolgimento, ma anche nella rivelazione dei contenuti. La colonna sonora, a partire dalla sigla di apertura fino a quella di chiusura, è semplicemente grandiosa, e descrive perfettamente gli stati d'animo ed emotivi dei personaggi, ma anche la situazione e/o le situazioni poste in essere nelle quali si ritrovano coinvolti. Tutto sommato è un anime abbastanza fluido, ma la comprensione non lo è sempre, bisogna fermarsi a riflettere di più, per meglio poterlo comprendere.
Veramente un anime "profondo", "vasto", "immenso", per essere composto solo di due episodi, ma due episodi convertiti in lungometraggi. Vogliate perdonare se sembro ripetitivo, ma quando dico che una cosa è "vasta", "profonda", "immensa", non lo dico tanto per dire, ma perché la cosa in questione dimostra di esserlo, e di conseguenza profonda, vasta dovrà essere la mia recensione. Siamo di fronte a uno dei capolavori del maestro Osamu Tezuka, creatore de "Il grande Mazinga", "Astro-Boy" e altri grandi titoli dell'animazione giapponese.
Tanto per cominciare, l'ambientazione è semplicemente grandiosa, semplicemente naturale (ci troviamo in tutti gli oceani del mondo, soprattutto in quello atlantico, che prede il nome da Atlantide, la leggendaria città che si dice sia scomparsa in seguito alla sconfitta contro Atene), e fa venire voglia di immergersi per scoprire i segreti e i misteri di questa città leggendaria. Quindi qui si spazia nella mitologia, la storia. Le ambientazioni sono fedeli, quasi autentiche, come quelle reali, e questo è un altro elemento che gioca a favore della vicenda. E, dato che le ambientazioni sono naturali, originali, lo sono anche i personaggi, a partire dal protagonista Tritone, il quale nell'originale era rappresentato come metà uomo e metà pesce, ma dove in questo caso risulta essere del tutto umano. Poi parliamo anche dei personaggi che il protagonista incontra, primo fra tutti Lukar, il delfino bianco parlante che spiega a Tritone le sue vere origini. Tritone, all'inizio, è incredulo, ma, tornando a casa di suo zio, scopre che quello che Lukar gli ha raccontato corrisponde alla verità. Prende quindi con sé il pugnale, il mantello, i sandali, gli indumenti e soprattutto la cornucopia/conchiglia lasciatagli dai suoi genitori e si fa guidare da Lukar dal Giappone all'Oceano Atlantico. Lungo il percorso incontrano tanti personaggi, tra cui, in ordine, i tre nipoti di Lukar, Ilu, Kalu e Finn, i quali li guidano fino al Mare del Nord, dove incontrano Bibi, una sirena, sopravvissuta anche lei al massacro dei Tritoni compiuto da Poseidone e dal suo esercito di uomini-pesce. Questa, all'inizio, non si mostra molto amichevole con Tritone, ma i trichechi che l'hanno allevata le spiegano che lui è il legittimo erede al trono d'Atlantide, e quindi Bibi capisce, seppur a fatica, che solo loro due possono sconfiggere Poseidone e il suo esercito. Questi nel frattempo manda contro Tritone tutti i suoi scagnozzi, tra cui per prima Siren o Doritea, la quale si suicida gettandosi nel vulcano. Il secondo è Polifemo, un mostro dall'aspetto di squalo, ma anche questo fallisce, e per questo viene ucciso dai cavallucci marini su ordine di Poseidone. Tocca successivamente a Minotus, il quale alla fine verrà sconfitto sempre dal pugnale di Olihan. Seguono Brudas, il quale alla fine verrà pure lui sconfitto dal pugnale. Poi Mipet, fratello di Minotus, il quale viene bruciato vivo da Bibi. Così come tutti gli altri. Alla fine Triton riesce a sconfiggere Poseidone, non prima che gli sia stato spiegato che Poseidone era alla guardia della città di Atlantide e il fatto che i suoi genitori gliel'abbiano lasciata in custodia con la cornucopia è gravissimo, perché è proprio questo fatto ad aver messo Atlantide e i suoi abitanti in pericolo.
La trama è quindi molto lineare nello svolgimento, ma anche nella rivelazione dei contenuti. La colonna sonora, a partire dalla sigla di apertura fino a quella di chiusura, è semplicemente grandiosa, e descrive perfettamente gli stati d'animo ed emotivi dei personaggi, ma anche la situazione e/o le situazioni poste in essere nelle quali si ritrovano coinvolti. Tutto sommato è un anime abbastanza fluido, ma la comprensione non lo è sempre, bisogna fermarsi a riflettere di più, per meglio poterlo comprendere.