E Toriton dal mare
mantello rosso come il sole
che con un magico pugnale
dei prepotenti a caccia va
mantello rosso come il sole
che con un magico pugnale
dei prepotenti a caccia va
Inutile mentire, l’unico ricordo che avevo di questo titolo, prima della lettura del manga, era la bella sigla dei Rocking Horse, che accompagnava il cartone animato (all’epoca li chiamavamo così) in Italia sia come opening che come ending. Edizione nostrana che riuscì a toppare pure il titolo, chiamandolo Toriton, abbaglio preso quasi sicuramente per una mal comprensione della pronuncia del titolo giapponese Umi no Triton) ovvero Tritone del Mare.
Ci pensa J-Pop a sistemare i conti con il giusto nome da dare a questo personaggio, portandoci un’altra piccola grande perla del “Dio del manga” Osamu Tezuka in quella splendida collana che è la Osamushi Collection. Triton è infatti uno shonen manga del Maestro fino ad oggi ancora inedito in Italia anche se datato 1968 con tanto di trasposizione animata (targata Yoshiyuki Tomino) datata 1972 e arrivata, come dicevamo, anche in Italia.
Con il senno di poi devo dire un recupero davvero provvidenziale: Triton è un titolo a cui, sono sincero, mi ero approcciato con un certo scetticismo sul fatto che mi potesse davvero piacere. Questo giudizio frettoloso non era dovuto ovviamente al valore dell’autore in sé, sarebbe folle, ma al fatto che pensavo si trattasse di un'opera dedicata ai ragazzini giapponesi di fine anni 60, avventurosa e magari con fini educativi, ma di lettura semplice per un adulto. Quanto mi sbagliavo!
Soggetto avventuroso, che non tradisce le aspettative di essere una storia semplice e d'effetto ma che si presta ottimamente a esplorare tematiche care a Tezuka (l'amore per la natura e gli animali, il rispetto dell'ecosistema, i danni dell'inquinamento della civiltà umana) in due bei tomoni da quasi 900 pagine totali. L’enorme mole non deve però spaventare il lettore interessato: come dicevamo, la leggerezza della storia e l’azione tipica del manga di quell’epoca, rendono la lettura scorrevole e mai pesante.
I personaggi, in particolar modo i cattivi, sembreranno piuttosto stereotipati e a volte caricaturali, ma sarà tutto funzionale alla storia come il tratto ormai conosciutissimo e molto cartoonesco di Tezuka che, senza esserne coscienti, abbiamo amato da bambini in trasposizioni animate come Kimba e lo stesso Toriton. Due opere invero che si assomigliano per temi e in parte personaggi, avendo due protagonisti che devono affrontare una crescita personale irta di difficoltà e nemici, che gli permetterà di poter ambire al proprio ruolo nel mondo. Due opere che pongono al centro dell’attenzione il rispetto della natura e puntano il dito contro l’opera distruttiva dell’uomo moderno, minaccia totale che supera per efferatezza qualsiasi villain partorito dalla fantasia di un fumettista. Il tutto condito dall’onnipresente vena drammatica tanto cara a quell’epoca, dove era normale far morire e soffrire tanti personaggi pur facendo riferimento ad un pubblico di giovanissimi. Vena che unisce il finale dei due protagonisti, Kimba e Triton, pur non essendocene a mio avviso bisogno, almeno per il secondo.
Ci pensa J-Pop a sistemare i conti con il giusto nome da dare a questo personaggio, portandoci un’altra piccola grande perla del “Dio del manga” Osamu Tezuka in quella splendida collana che è la Osamushi Collection. Triton è infatti uno shonen manga del Maestro fino ad oggi ancora inedito in Italia anche se datato 1968 con tanto di trasposizione animata (targata Yoshiyuki Tomino) datata 1972 e arrivata, come dicevamo, anche in Italia.
Con il senno di poi devo dire un recupero davvero provvidenziale: Triton è un titolo a cui, sono sincero, mi ero approcciato con un certo scetticismo sul fatto che mi potesse davvero piacere. Questo giudizio frettoloso non era dovuto ovviamente al valore dell’autore in sé, sarebbe folle, ma al fatto che pensavo si trattasse di un'opera dedicata ai ragazzini giapponesi di fine anni 60, avventurosa e magari con fini educativi, ma di lettura semplice per un adulto. Quanto mi sbagliavo!
Veniamo alla trama: Triton è l’ultimo superstite (a quanto sembra) della leggendaria stirpe dei tritoni, distrutta su volere di un’altra potentissima progenie marina, quella dei Poseidoni, i veri padroni degli oceani. Salvato dal delfino bianco Ruka, il nostro eroe crescerà tra gli umani, in un paesino in riva al mare in Giappone. Il suo passato però tornerà prepotentemente. Scoperto da Poseidone, Triton riuscirà a salvarsi da un gigantesco tsunami che verrà scatenato contro di lui ma che distruggerà tutto e ucciderà il suo padre adottivo. Scappato con il resto della sua famiglia a Tokyo, crescerà nella consapevolezza di dover fronteggiare per sempre questi potentissimi nemici ma anche di avere egli stesso poteri che vanno al di là dell’umano. Crescendo, Triton torna al mare per vendicarsi insieme ai suoi fedeli amici delfini Ruka, Uru, Karu e Fin, conducendo una guerra individuale che lo porterà a scoprire di non essere più solo grazie all’incontro con Pippi, l'ultima sirena sopravvissuta.
Soggetto avventuroso, che non tradisce le aspettative di essere una storia semplice e d'effetto ma che si presta ottimamente a esplorare tematiche care a Tezuka (l'amore per la natura e gli animali, il rispetto dell'ecosistema, i danni dell'inquinamento della civiltà umana) in due bei tomoni da quasi 900 pagine totali. L’enorme mole non deve però spaventare il lettore interessato: come dicevamo, la leggerezza della storia e l’azione tipica del manga di quell’epoca, rendono la lettura scorrevole e mai pesante.
I personaggi, in particolar modo i cattivi, sembreranno piuttosto stereotipati e a volte caricaturali, ma sarà tutto funzionale alla storia come il tratto ormai conosciutissimo e molto cartoonesco di Tezuka che, senza esserne coscienti, abbiamo amato da bambini in trasposizioni animate come Kimba e lo stesso Toriton. Due opere invero che si assomigliano per temi e in parte personaggi, avendo due protagonisti che devono affrontare una crescita personale irta di difficoltà e nemici, che gli permetterà di poter ambire al proprio ruolo nel mondo. Due opere che pongono al centro dell’attenzione il rispetto della natura e puntano il dito contro l’opera distruttiva dell’uomo moderno, minaccia totale che supera per efferatezza qualsiasi villain partorito dalla fantasia di un fumettista. Il tutto condito dall’onnipresente vena drammatica tanto cara a quell’epoca, dove era normale far morire e soffrire tanti personaggi pur facendo riferimento ad un pubblico di giovanissimi. Vena che unisce il finale dei due protagonisti, Kimba e Triton, pur non essendocene a mio avviso bisogno, almeno per il secondo.
Triton, al di là quindi di certe caratteristiche che restano piuttosto peculiari della sua epoca, resta comunque una lettura piacevole e sorprendentemente adatta a tutte le età. Un entry level alla sterminata produzione tezukiana che mi sento di consigliare, al pari di Zaffiro e dello stesso più volte citato Kimba. Questo perché, pur restando un’opera pensata per i giovanissimi nipponici di fine anni 60, come sempre quando si tratta di Tezuka, siamo di fronte a una storia che ricopre più piani narrativi, nonostante la sua semplicità. La lotta di Triton per difendere la sua stirpe ma anche il futuro dell’ecosistema marino, si dipana abilmente tra creature mostruose e epiche battaglie, ma anche attraverso una crescita personale non banale e alcuni spunti di riflessione che non tarderanno a stuzzicare anche il fruitore più esperto e esigente.
Il tutto nella consueta splendida veste che J-Pop Manga sta regalando ai fan del Dio del Manga e del fumetto in generale, due volumi da 16 euro l’uno ma di quasi 500 pagine, brossurati e con sovracoperta. Un buon inizio, come dicevamo, per chi vuole avventurarsi per la prima volta nell’universo tezukiano, un’opera invece che non può mancare per quelli che sono già fan da tempo
Pro
- Ottimo entry level per le opere del dio del manga
- Storia semplice ma non banale
- Parecchi spunti di riflessione
Contro
- Personaggi stereotipati come era classico per l'epoca
Forse non la migliore né la più famosa delle opere di Tezuka, ma gli spunti e i canoni del dio ci sono tutti e non deludono mai.
L'anime è uno dei miei miti d'infanzia. La prima firma Tomino che si vede non si scorda mai.
Invece adesso nei manga ci sono un sacco di personaggi originali...soprattutto negli shounen manga!
Basta tagliare il volume a metà,c'è voilà!
Infatti. E aggiungo che oggi, guarda caso, sono rimasti impressi decine e decine di personaggi che appartengono a quell'epoca.
Chissà quali personaggi degli ultimi vent'anni rimarranno nella memoria tra 30!
Concordo su alcune cose, sicuramente sul fatto che in alcuni punti Tezuka non aveva molto chiaro come continuare la storia, tuttavia devo dire di aver apprezzato molto di più la seconda parte rispetto alla prima, specie il finale. L'anime presenta una trama più coesa ma anche più banalotta se voglia, più ripetitiva, senza troppi guizzi inventivo a parte il finale.
Forse non il manga migliore per cominciare a leggere Tezuka in effetti (forse meglio cominciare da La principessa Zaffiro o Kimba il leone bianco, o ancora Astroboy, che però non è stato pubblicato integralmente ancora), però assolutamente consigliato a chi già ha letto qualche suo manga.
L'anime stupendo! Il manga scorre molto piacevolmente, non bisogna lasciarsi spaventare dal numero di pagine.
Comunque adoro le storie di sirene e tritoni!
Diciamo che gli adattatori italiani hanno preferito restare più fedeli al testo giapponese che non alle sostanziali intenzioni dell'autore ma io credo che si tratti di un peccato veniale e tutto sommato più di una scelta stilistica che di una incomprensione. Mi sarebbe piaciuto meno se lo avessero tradotto alla lettera come "Tritone" mentre Toriton conserva una sua identità che fa capire a tutti di cosa si parla (un tritone) senza essere ridotto al nome generico dell'essere mitologico.
O più semplicemente nei i copioni il nome era stato trasliterato Toriton,e non si sono accorti dell’errore, tra l’altro in quegli anni e nel dominio Mediaset, non erano interessati ad essere filologicamente correti.
Non so quali repliche abbiano poi fatto su Italia1 ma di sicuro ai tempi del primo adattamento (credo inzio anni '80) nemmeno esisteva mediaset nè la loro discutibile squadra di adattatori. Se fosse stato adattato dalla squadra che ha massacrato diversi anime negli anni '90, Toriton si sarebbe chiamato direttamente "Giacomo, giovane sirenetto"
Ovviamente i gusti ora sono diversi, perciò attendo che mi arrivi anche il secondo volume e poi procederò con la lettura.
Infatti dicevo che gli adattatori sia nei primi anni 80 che nell'era Mediaset non aqvevano come obiettivo il corretto adattamento filologico, ma non solo negli anime, se date un occhata alle vecchie serie televisive come Happy days potrete certi strafalcioni liguistici e di adattamento epici
"Uno scintillante oceano di avventure per Giacomo"
Io credevo su Ciao Ciao o Bim bum bam, ma non ci sono notizie al riguardo. Forse Telecor, boh.
Io lo seguivo eccome. Mi piaceva tanto. Certo, qualche puntata la perdevo, vuoi perchè giocavo fuori, o perchè andava in onda parallelamente a qualche altra serie...
Che tempi! Dalla mattina alla sera cartoni ... su ogni canale...
Ecco lo dicevo io. Scusa, dove hai trovato la notizia su Ciao Ciao?
Veramente un'altra epoca CIao Ciao! Uscivamo da scuola correndo, la metà dell'istituto si dileguava in 30 secondi ...
Nel forum di TV-Pedia: http://www.tv-pedia.com/zapzaptv/viewtopic.php?f=2&t=5124
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