Midara na Ao-chan wa Benkyō ga Dekinai
"Midara na Ao-chan wa Benkyō ga Dekinai" (ovvero "Ao-chan Can't Study" - "Ao non può studiare") è una serie di dodici mini-episodi della durata di dodici minuti andata in onda nel 2019, che affronta in modo comico/demenziale il pruriginoso tema di cosa pensano e come vivono il sesso i ragazzi in età adolescenziale.
Di recente mi è capitato di vedere "Aruburu", la serie di Mari Okada dal titolo piuttosto roboante "O fanciulle nella vostra stagione selvaggia", e non posso esimermi dall'evidenziare qualche somiglianza tra le due serie che sono uscite anche a breve distanza l'una dall'altra. Beh, il consiglio che mi sento di dare al lettore del mio modestissimo contributo è quello di visionare anche "Araburu", se si è apprezzato l'anime in recensione, perché, in un certo senso, partono dalle medesime premesse e si completano a vicenda.
Per "Ao non può studiare" posso scrivere che anche in questo caso la letteratura erotica costituisce il sostrato posto alla base della storia. La bella protagonista Ao Horie, studentessa delle superiori, è la figlia di un famoso scrittore di romanzi e libri erotici, e, vuoi per reazione contraria al "licenzioso" genitore, è una ragazza dalla visione "molto rigida" (latamente bigotta) dei rapporti interpersonali con esponenti del sesso opposto e completamente dedita allo studio.
Tuttavia, il fato la pone di fronte a una dichiarazione d'amore da parte del compagno di classe Takumi Kijima, altrettanto carino e popolare tra le ragazze, tanto che anche l'amica del cuore di Ao, Miyabi Takaoka, se ne è invaghita.
Mi fermo qui. Di sicuro questa serie dà il suo meglio nella narrazione delle situazioni più equivoche, affrontando in modo spesso esilarante le paure, i dubbi, le convenzioni, i sensi di colpa di Ao e Takumi nell'affrontare la loro storia di amore in un contesto come quello della società giapponese, in cui anche toccare una mano della persona che piace diventa un'impresa titanica, dare un bacio assomiglia al primo passo dell'uomo sulla Luna e arrivare al sesso probabilmente diventa un viaggio spaziale ai confini del Sistema Solare.
C'è di bello in questa serie la presenza del padre di Ao. Al di là della rappresentazione grafica (una specie di mini-uomo molto infantile che può sembrare tutto tranne che un esperto di scritti erotici, piuttosto irreale e nonsense), esiste un membro della famiglia che, dall'alto della sua esperienza di scrittore, si prodiga a più riprese a capire la figlia e i sentimenti contrastanti che sta vivendo, sebbene resti sempre una macchietta coerentemente al genere della serie, risultando spesso più un combinaguai e dipendente anche materialmente dalla figlia (vedi lei sempre impegnata a cucinare per lui).
E così i mini-episodi raccontano dell'evoluzione di Ao (e anche di Takumi) verso l'agognato "happy ending" (almeno quello c'è, senza i soliti finali aperti e spesso "irritanti"), con un bel messaggio di speranza sui rapporti sentimentali tra ragazzi: vivere l'amore senza forzature o secondo idee e preconcetti forniti o imposti da altri. Ogni relazione ha i suoi tempi e ciascuno di noi metabolizza certe situazioni e sentimenti in modo diverso a seconda delle occasioni.
L'anime, al pari di "Aruburu", affronta anche le pulsioni più "terrene" dal punto di vista femminile. Sarà perché Ao ha la testa piena dei racconti del padre, ma è esilarante vedere quanti "film" si crea in ogni situazione più o meno ambigua (anche quando non lo è proprio) con l'immaginazione, per poi essere sempre più delusa dall'assoluta mancanza di intraprendenza di Takumi.
Sembra ancora una volta passare il messaggio "anche le ragazze pensano e vogliono il sesso", ma in realtà mi è sembrato di intravedere anche il corollario "i maschi non sono tutti dei satrapi dediti all'attentato delle virtù femminili". Forse una conclusione un po' ingenua e ottimistica che si basa ancora sulla visione dell'amore "puro" e "fanciullesco" dovuto alle prime esperienze in campo amoroso.
In questo ambito, la serie resta un ottimo momento di svago e divertimento, con momenti ecchi tutto sommato ridotti e non eccessivi. In una serie come questa, qualche situazione pecoreccia tipo B-movie anni '70 - '80 ci può anche stare, per corroborare il senso della serie: vivere i propri sentimenti e istinti in modo più rilassato e senza attribuire loro significati che non sono loro propri.
Di recente mi è capitato di vedere "Aruburu", la serie di Mari Okada dal titolo piuttosto roboante "O fanciulle nella vostra stagione selvaggia", e non posso esimermi dall'evidenziare qualche somiglianza tra le due serie che sono uscite anche a breve distanza l'una dall'altra. Beh, il consiglio che mi sento di dare al lettore del mio modestissimo contributo è quello di visionare anche "Araburu", se si è apprezzato l'anime in recensione, perché, in un certo senso, partono dalle medesime premesse e si completano a vicenda.
Per "Ao non può studiare" posso scrivere che anche in questo caso la letteratura erotica costituisce il sostrato posto alla base della storia. La bella protagonista Ao Horie, studentessa delle superiori, è la figlia di un famoso scrittore di romanzi e libri erotici, e, vuoi per reazione contraria al "licenzioso" genitore, è una ragazza dalla visione "molto rigida" (latamente bigotta) dei rapporti interpersonali con esponenti del sesso opposto e completamente dedita allo studio.
Tuttavia, il fato la pone di fronte a una dichiarazione d'amore da parte del compagno di classe Takumi Kijima, altrettanto carino e popolare tra le ragazze, tanto che anche l'amica del cuore di Ao, Miyabi Takaoka, se ne è invaghita.
Mi fermo qui. Di sicuro questa serie dà il suo meglio nella narrazione delle situazioni più equivoche, affrontando in modo spesso esilarante le paure, i dubbi, le convenzioni, i sensi di colpa di Ao e Takumi nell'affrontare la loro storia di amore in un contesto come quello della società giapponese, in cui anche toccare una mano della persona che piace diventa un'impresa titanica, dare un bacio assomiglia al primo passo dell'uomo sulla Luna e arrivare al sesso probabilmente diventa un viaggio spaziale ai confini del Sistema Solare.
C'è di bello in questa serie la presenza del padre di Ao. Al di là della rappresentazione grafica (una specie di mini-uomo molto infantile che può sembrare tutto tranne che un esperto di scritti erotici, piuttosto irreale e nonsense), esiste un membro della famiglia che, dall'alto della sua esperienza di scrittore, si prodiga a più riprese a capire la figlia e i sentimenti contrastanti che sta vivendo, sebbene resti sempre una macchietta coerentemente al genere della serie, risultando spesso più un combinaguai e dipendente anche materialmente dalla figlia (vedi lei sempre impegnata a cucinare per lui).
E così i mini-episodi raccontano dell'evoluzione di Ao (e anche di Takumi) verso l'agognato "happy ending" (almeno quello c'è, senza i soliti finali aperti e spesso "irritanti"), con un bel messaggio di speranza sui rapporti sentimentali tra ragazzi: vivere l'amore senza forzature o secondo idee e preconcetti forniti o imposti da altri. Ogni relazione ha i suoi tempi e ciascuno di noi metabolizza certe situazioni e sentimenti in modo diverso a seconda delle occasioni.
L'anime, al pari di "Aruburu", affronta anche le pulsioni più "terrene" dal punto di vista femminile. Sarà perché Ao ha la testa piena dei racconti del padre, ma è esilarante vedere quanti "film" si crea in ogni situazione più o meno ambigua (anche quando non lo è proprio) con l'immaginazione, per poi essere sempre più delusa dall'assoluta mancanza di intraprendenza di Takumi.
Sembra ancora una volta passare il messaggio "anche le ragazze pensano e vogliono il sesso", ma in realtà mi è sembrato di intravedere anche il corollario "i maschi non sono tutti dei satrapi dediti all'attentato delle virtù femminili". Forse una conclusione un po' ingenua e ottimistica che si basa ancora sulla visione dell'amore "puro" e "fanciullesco" dovuto alle prime esperienze in campo amoroso.
In questo ambito, la serie resta un ottimo momento di svago e divertimento, con momenti ecchi tutto sommato ridotti e non eccessivi. In una serie come questa, qualche situazione pecoreccia tipo B-movie anni '70 - '80 ci può anche stare, per corroborare il senso della serie: vivere i propri sentimenti e istinti in modo più rilassato e senza attribuire loro significati che non sono loro propri.
Inaspettatamente divertente.
Questa coloratissima serie di dodici episodi, e di soli dodici minuti ciascuno, mi ha piacevolmente sorpreso.
Ao Horie, diligente studentessa delle superiori, trascorre il suo tempo concentrandosi più che può nello studio, perché il suo obiettivo principale è quello di frequentare una prestigiosa università, ma soprattutto allontanarsi da casa. Motivo di tale determinazione è il lavoro del padre, uno scrittore di romanzi erotici, fonte continua di situazioni imbarazzanti. La ragazza è anche risoluta nel non volere dare confidenza ai suoi coetanei, soprattutto ai ragazzi, che considera tutti dei pervertiti. Ma tra questi spicca un suo compagno di classe sinceramente innamorato di lei, e Ao dovrà far i conti con i propri sentimenti e... le proprie pulsioni sessuali!
Il tema principale di questo anime è, come si è già intuito, il sesso e l'approccio che vi hanno i giovani al riguardo.
Ao Horie, la protagonista, è di sicuro giovane e inesperta, ma certamente non manca di fantasia e desideri, come tutti i ragazzi della sua età. E, pur non ammettendolo a sé stessa, anzi, disapprovando certe pulsioni nei suoi coetanei, nel corso della serie vedremo che sarà proprio lei quella dai pensieri più arditi!
Il lavoro del padre l'ha sempre messa in imbarazzo, questo il motivo della sua riprovazione al riguardo, ma allo stesso tempo questo è anche fonte di conoscenze, curiosità e fantasticherie, e quest'ultime, associate ai primi palpiti di quell'età, diventano inevitabili per la nostra protagonista. Ed è questa la parte più divertente di questo anime: vedere dove va a parare ogni volta il suo pensiero delirante, spesso e volentieri spinto, molto di più dei suoi coetanei giudicati male. Certe gag sono davvero esilaranti e allo stesso tempo tenere, perché nonostante questi suoi deliri mentali non si cade mai nel volgare, ma, anzi, si percepisce sempre una nota di inesperienza, ingenuità e di freschezza. L'ecchi c'è, certo, ma è leggero, allusivo, e più mirato a farti intendere che "a farti vedere".
Il ragazzo innamorato di Ao, Takumi, risulterà essere davvero un bravo ragazzo, talmente bravo (un po' tonto, diciamolo) che la nostra giovincella alle volte si troverà a contrariarsi, diventando anche indisponente. E il padre, che la sa lunga e già capisce ogni cosa, vorrà dare un aiutino a questi giovani un po' timidi, ma farà puntualmente indispettire la ragazza che si sentirà sempre più confusa da sentimenti (e pulsioni!) contrastanti.
L'entrata in scena del padre mi ha fatto letteralmente scoppiare dalle risate. Di primo acchito, non avevo inteso che quell'esserino minuto fosse il temuto scrittore erotico che la nostra Ao tanto disapprova. E invece quel piccolo guru a forma di gnomo è proprio il padre, nonché famoso romanziere hard. Questo contrasto tra fisicità e ruolo genitoriale e lavorativo, oltre che farci sorridere, ci lancia un chiaro messaggio: mai giudicare dall'apparenza (o... "l'abito non fa il monaco", come meglio preferite).
Ho trovato davvero comici i dialoghi tra padre-tascabile e figlia-egocentrica, soprattutto quando il genitore, dalla voce solitamente stridula e petulante, cambia tono di voce, diventando improvvisamente profonda e sensuale, nel momento in cui dà consigli alla figlia in campo sentimentale/erotico. Uno spasso. Scelta azzeccatissima.
In questa pur breve e leggera serie ci possiamo vedere un ulteriore messaggio: sproniamo i ragazzi a fare le loro esperienze sessuali liberamente, con buon senso e rispetto, ma soprattutto senza tabù e false ipocrisie. Allora vedremo crescere degli adulti sani e liberi.
E infatti, chi tra i giovai non vorrebbe un padre, seppur formato mignon, esperto e ben disposto a dispensare consigli e incoraggiamenti in ambito sessuale? ("Anche no"? Sicuri?)
Opening davvero spiritosa e accattivante. Guardatevela bene.
Questa coloratissima serie di dodici episodi, e di soli dodici minuti ciascuno, mi ha piacevolmente sorpreso.
Ao Horie, diligente studentessa delle superiori, trascorre il suo tempo concentrandosi più che può nello studio, perché il suo obiettivo principale è quello di frequentare una prestigiosa università, ma soprattutto allontanarsi da casa. Motivo di tale determinazione è il lavoro del padre, uno scrittore di romanzi erotici, fonte continua di situazioni imbarazzanti. La ragazza è anche risoluta nel non volere dare confidenza ai suoi coetanei, soprattutto ai ragazzi, che considera tutti dei pervertiti. Ma tra questi spicca un suo compagno di classe sinceramente innamorato di lei, e Ao dovrà far i conti con i propri sentimenti e... le proprie pulsioni sessuali!
Il tema principale di questo anime è, come si è già intuito, il sesso e l'approccio che vi hanno i giovani al riguardo.
Ao Horie, la protagonista, è di sicuro giovane e inesperta, ma certamente non manca di fantasia e desideri, come tutti i ragazzi della sua età. E, pur non ammettendolo a sé stessa, anzi, disapprovando certe pulsioni nei suoi coetanei, nel corso della serie vedremo che sarà proprio lei quella dai pensieri più arditi!
Il lavoro del padre l'ha sempre messa in imbarazzo, questo il motivo della sua riprovazione al riguardo, ma allo stesso tempo questo è anche fonte di conoscenze, curiosità e fantasticherie, e quest'ultime, associate ai primi palpiti di quell'età, diventano inevitabili per la nostra protagonista. Ed è questa la parte più divertente di questo anime: vedere dove va a parare ogni volta il suo pensiero delirante, spesso e volentieri spinto, molto di più dei suoi coetanei giudicati male. Certe gag sono davvero esilaranti e allo stesso tempo tenere, perché nonostante questi suoi deliri mentali non si cade mai nel volgare, ma, anzi, si percepisce sempre una nota di inesperienza, ingenuità e di freschezza. L'ecchi c'è, certo, ma è leggero, allusivo, e più mirato a farti intendere che "a farti vedere".
Il ragazzo innamorato di Ao, Takumi, risulterà essere davvero un bravo ragazzo, talmente bravo (un po' tonto, diciamolo) che la nostra giovincella alle volte si troverà a contrariarsi, diventando anche indisponente. E il padre, che la sa lunga e già capisce ogni cosa, vorrà dare un aiutino a questi giovani un po' timidi, ma farà puntualmente indispettire la ragazza che si sentirà sempre più confusa da sentimenti (e pulsioni!) contrastanti.
L'entrata in scena del padre mi ha fatto letteralmente scoppiare dalle risate. Di primo acchito, non avevo inteso che quell'esserino minuto fosse il temuto scrittore erotico che la nostra Ao tanto disapprova. E invece quel piccolo guru a forma di gnomo è proprio il padre, nonché famoso romanziere hard. Questo contrasto tra fisicità e ruolo genitoriale e lavorativo, oltre che farci sorridere, ci lancia un chiaro messaggio: mai giudicare dall'apparenza (o... "l'abito non fa il monaco", come meglio preferite).
Ho trovato davvero comici i dialoghi tra padre-tascabile e figlia-egocentrica, soprattutto quando il genitore, dalla voce solitamente stridula e petulante, cambia tono di voce, diventando improvvisamente profonda e sensuale, nel momento in cui dà consigli alla figlia in campo sentimentale/erotico. Uno spasso. Scelta azzeccatissima.
In questa pur breve e leggera serie ci possiamo vedere un ulteriore messaggio: sproniamo i ragazzi a fare le loro esperienze sessuali liberamente, con buon senso e rispetto, ma soprattutto senza tabù e false ipocrisie. Allora vedremo crescere degli adulti sani e liberi.
E infatti, chi tra i giovai non vorrebbe un padre, seppur formato mignon, esperto e ben disposto a dispensare consigli e incoraggiamenti in ambito sessuale? ("Anche no"? Sicuri?)
Opening davvero spiritosa e accattivante. Guardatevela bene.
Quanto potrebbe essere imbarazzante vestire i panni della figlia di un famoso scrittore di romanzi erotici? Credo che la risposta sia piuttosto ovvia, e non voglio neanche provare a immaginare come possa sentirsi la nostra protagonista, Ao-chan, la quale è costretta a dover fare i conti con questa controversa condizione. Ed è proprio da questo piccolo dettaglio che Ao ha sviluppato un profondo odio per il genere maschile, in particolare per le intenzioni e gli istinti perversi che i ragazzi manifestano teoricamente nei confronti delle ragazze.
Bisogna partire, però, dal presupposto che ci troviamo di fronte a una tremenda contraddizione, in quanto è Ao stessa a mostrare chiaramente queste intenzioni perverse e sconce nei confronti del ragazzo che le interessa, Takumi. Naturalmente ciò è dovuto agli insegnamenti e all'influenza della figura paterna, la quale, pur essendo continuamente rifiutata e respinta da parte della ragazza, ha segnato profondamente la sua psiche, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui in Ao, seppur in maniera apparentemente inconscia, emerga il lato perverso della sua personalità. Ogni volta che si trova a relazionarsi con Takumi, è come se in cuor suo aspettasse che il ragazzo si decidesse a fare dei passi in avanti per poter avanzare nel rapporto, ma questo non avviene mai. In effetti lo spettatore ha assistito molto spesso agli scongiuri divertenti e talvolta comici di Ao, soprattutto quando Takumi nei momenti più importanti, invece di andare al sodo, trova mille giustificazioni e pretesti per ovviare al discorso. Il problema, però, è che il ragazzo non lo fa apposta perché timido o riservato, semplicemente non gli è passato neanche per l'anticamera del cervello che in qualche maniera potesse piacere ad Ao. Inizialmente si è trattato di un buon espediente per allungare il corso delle vicende, tuttavia a lungo andare ha cominciato a stancare, in quanto i due protagonisti si sono trovati in situazioni così esplicite ed evidenti, che francamente è diventato impossibile non pensare che fossero innamorati l'uno dell'altro. Purtroppo, chissà per quale strano motivo, Takumi non ci ha capito una mazza fin dall'inizio e per tutto il corso della sua relazione con Ao. Una menzione d'onore va sicuramente fatta al padre della protagonista, Kasaki, il quale mi ha fatto morire dalle risate con le sue massime sulla sessualità, le gag e le scene divertenti in cui è stato quasi sempre implicato, e soprattutto ha tutta la mia vicinanza per quante legnate abbia preso dalla figlia. Tralasciando il lato comico, Kasaki ha anche dimostrato di essere un padre a tutti gli effetti e di conoscere gli atteggiamenti e i comportamenti della propria figlia alla perfezione!
Fortunatamente le vicende sono state articolate in dodici episodi da all'incirca dieci minuti l'uno (escludendo la durata della opening e dell'ending), onestamente non avrei retto l'ingenuità assurda di Takumi per un secondo di più. Il comparto grafico si è dimostrato all'altezza delle aspettative e non mi sarei aspettato una tale cura e dettaglio per un paio di episodi brevi.
Che dire, il divertimento non è affatto mancato in "Midara na Ao-chan wa Benkyō ga Dekinai", con molte situazioni divertenti ed esilaranti, di sicuro avrei voluto vedere qualcosina in più a livello narrativo. Dei personaggi mi sembra superfluo parlare, essendo la serie già breve di per sé, pretendere degli approfondimenti precisi e dettagliati avrebbe irrimediabilmente rovinato l'atmosfera leggera creatasi attorno alle vicende. Penso che sia un anime da vedere per farsi due belle risate e vedere allo stesso tempo qualcosa di leggero!
Il mio voto è 6,5.
Bisogna partire, però, dal presupposto che ci troviamo di fronte a una tremenda contraddizione, in quanto è Ao stessa a mostrare chiaramente queste intenzioni perverse e sconce nei confronti del ragazzo che le interessa, Takumi. Naturalmente ciò è dovuto agli insegnamenti e all'influenza della figura paterna, la quale, pur essendo continuamente rifiutata e respinta da parte della ragazza, ha segnato profondamente la sua psiche, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui in Ao, seppur in maniera apparentemente inconscia, emerga il lato perverso della sua personalità. Ogni volta che si trova a relazionarsi con Takumi, è come se in cuor suo aspettasse che il ragazzo si decidesse a fare dei passi in avanti per poter avanzare nel rapporto, ma questo non avviene mai. In effetti lo spettatore ha assistito molto spesso agli scongiuri divertenti e talvolta comici di Ao, soprattutto quando Takumi nei momenti più importanti, invece di andare al sodo, trova mille giustificazioni e pretesti per ovviare al discorso. Il problema, però, è che il ragazzo non lo fa apposta perché timido o riservato, semplicemente non gli è passato neanche per l'anticamera del cervello che in qualche maniera potesse piacere ad Ao. Inizialmente si è trattato di un buon espediente per allungare il corso delle vicende, tuttavia a lungo andare ha cominciato a stancare, in quanto i due protagonisti si sono trovati in situazioni così esplicite ed evidenti, che francamente è diventato impossibile non pensare che fossero innamorati l'uno dell'altro. Purtroppo, chissà per quale strano motivo, Takumi non ci ha capito una mazza fin dall'inizio e per tutto il corso della sua relazione con Ao. Una menzione d'onore va sicuramente fatta al padre della protagonista, Kasaki, il quale mi ha fatto morire dalle risate con le sue massime sulla sessualità, le gag e le scene divertenti in cui è stato quasi sempre implicato, e soprattutto ha tutta la mia vicinanza per quante legnate abbia preso dalla figlia. Tralasciando il lato comico, Kasaki ha anche dimostrato di essere un padre a tutti gli effetti e di conoscere gli atteggiamenti e i comportamenti della propria figlia alla perfezione!
Fortunatamente le vicende sono state articolate in dodici episodi da all'incirca dieci minuti l'uno (escludendo la durata della opening e dell'ending), onestamente non avrei retto l'ingenuità assurda di Takumi per un secondo di più. Il comparto grafico si è dimostrato all'altezza delle aspettative e non mi sarei aspettato una tale cura e dettaglio per un paio di episodi brevi.
Che dire, il divertimento non è affatto mancato in "Midara na Ao-chan wa Benkyō ga Dekinai", con molte situazioni divertenti ed esilaranti, di sicuro avrei voluto vedere qualcosina in più a livello narrativo. Dei personaggi mi sembra superfluo parlare, essendo la serie già breve di per sé, pretendere degli approfondimenti precisi e dettagliati avrebbe irrimediabilmente rovinato l'atmosfera leggera creatasi attorno alle vicende. Penso che sia un anime da vedere per farsi due belle risate e vedere allo stesso tempo qualcosa di leggero!
Il mio voto è 6,5.
"Midara na Ao-chan wa Benkyō ga Dekinai", ovvero "Ao-chan non può studiare", è un anime da cui non ti aspetteresti nulla dopo il primo episodio, sembra la solita robetta ecchi trita e ritrita... ma è qui che non bisogna sbagliarsi.
Anche io dopo i primi due episodi non mi aspettavo molto, invece più vai avanti, più non riesci ad aspettare una settimana per vedere la continuazione.
La storia parla di Ao, una ragazza seria e diligente che si impegna nello studio per potersene andare il prima possibile da casa, questo perché suo padre è un autore di romanzi erotici. Crescendo con i libri del padre, Ao vede tutti gli uomini come animali che non sanno reprimere i loro istinti, oltre al fatto che il padre continua a metterla in imbarazzo davanti a tutti. Ao dovrà però fare i conti con Kijima, compagno di classe di Ao innamorato di lei. All'inizio lei continuerà a respingerlo, ma pian piano vedremo che la persona che ha più pensieri indecenti non è Kijima, bensì Ao stessa.
Il design è molto carino, si possono notare varie volte cali nell'animazione, ma nel complesso non è assolutamente da buttare. Riesce ad avere momenti teneri, divertenti e romantici senza stancarti.
Un fattore a favore della serie sono anche i suoi dodici minuti per episodio, che rendono la visione piacevole e non troppo pesante. Questa serie è stata una vera e propria sorpresa per me, è la classica serie "mai giudicare un libro dalla copertina", in questo caso dai primi episodi.
Il mio voto complessivo è quindi un 8: è una serie leggera e divertente, che non arriva al 9 solo a causa dei primi episodi non convincenti.
Anche io dopo i primi due episodi non mi aspettavo molto, invece più vai avanti, più non riesci ad aspettare una settimana per vedere la continuazione.
La storia parla di Ao, una ragazza seria e diligente che si impegna nello studio per potersene andare il prima possibile da casa, questo perché suo padre è un autore di romanzi erotici. Crescendo con i libri del padre, Ao vede tutti gli uomini come animali che non sanno reprimere i loro istinti, oltre al fatto che il padre continua a metterla in imbarazzo davanti a tutti. Ao dovrà però fare i conti con Kijima, compagno di classe di Ao innamorato di lei. All'inizio lei continuerà a respingerlo, ma pian piano vedremo che la persona che ha più pensieri indecenti non è Kijima, bensì Ao stessa.
Il design è molto carino, si possono notare varie volte cali nell'animazione, ma nel complesso non è assolutamente da buttare. Riesce ad avere momenti teneri, divertenti e romantici senza stancarti.
Un fattore a favore della serie sono anche i suoi dodici minuti per episodio, che rendono la visione piacevole e non troppo pesante. Questa serie è stata una vera e propria sorpresa per me, è la classica serie "mai giudicare un libro dalla copertina", in questo caso dai primi episodi.
Il mio voto complessivo è quindi un 8: è una serie leggera e divertente, che non arriva al 9 solo a causa dei primi episodi non convincenti.