Cyberpunk: Edgerunners
Premetto che è la prima volta che scrivo in questa sezione, ci tenevo tuttavia a dare la mia opinione e strutturerò questo commento in una sorta di contro-recensione, si capirà a breve cosa intendo.
Come vedete ho messo 9,5 un numero molto alto e apparentemente in contrasto col fatto che sì, tendenzialmente condivido parte delle opinioni negative espresse da recensioni con valutazione insufficiente.
Ma come si spiega questo? Ecco secondo me spesso si cade in un errore di valutazione quando si va a giudicare un'opera basandosi su ciò che si vuole dall'opera e non da ciò che l'opera vuole essere. Sì, ritengo vere molte affermazioni come il ritmo di narrazione estremamente calzante oppure la trama fondamentalmente fine a se stessa.
Da dove arriva quindi un 9,5?
Partiamo col dire che io non credo di aver visto un anime che volesse avere una trama sorprendente o una caratterizzazione peculiare e innovativa, tutto il contrario, "Cyberpunk Edgerunners" sfrutta gli strumenti del genere narrativo (cyberpunk appunto) per parlarci di noi e del nostro mondo, se ci pensate quanti di voi hanno una "trama" particolarmente adatta a una serie tv nella vita? Pochi, suppongo, e qui sta la bellezza, nella capacità di farci riflettere su quanto a volte gli eventi del mondo, che è fondamentalmente disinteressato alla nostra persona, ci portino vorticosamente davanti al peggio che la società possa offrire ed è solo col senno di poi che si scopre come micro decisioni avrebbero potuto salvarci.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Ma si poteva sapere dal principio che caricare un driver piratato per il proprio software scolastico avrebbe innescato un circolo di eventi tale da portare alla nostra distruzione totale sia fisica che mentale? Eppure dovremmo davvero pentirci di ciò che abbiamo raccolto nel viaggio? ecco io in questa opera ho visto la volontà di sfruttare una trama semplice direi banale nel suo essere realistica, che ci porta in un nuovo livello di immersione.
Il protagonista è tale solo perché la storia passa dai suoi occhi, ma per il resto è un semplice individuo all'interno della massa. Massa che si muove e va a sopraffare tutti i suoi elementi anche se convinti di essere "speciali", anche qui, tutti noi a un certo punto ci ritroviamo a sentirci speciali in qualcosa, "non succederà a me" sarei disposto a scommettere che sia una frase che ogni essere umano ha pensato almeno una volta. Proprio questo è uno degli elementi portanti di questo, a mio avviso, capolavoro: l'annullamento dell'individuo dettato dalla società, una tematica quanto mai attuale ma qui portata come dicevo precedentemente a livelli di immersione personalmente mai visti. Annullamento descritto bene dal poco impatto che le scelte spesso hanno da parte dei personaggi.
Ci sarebbe molto da dire per descrivere questo concetto, molte antitesi che mettono a nudo proprio la riduzione di un individuo con le sue caratteristiche a un semplice umano che segue i dettami di un mondo fin troppo grande per essere gestito. Vediamo personaggi palesemente astuti ed esperti cadere in errori sciocchi, completamente annichiliti dalla disperata ricerca di un avanzamento sociale e/o economico.
La mia intenzione qui era cercare di fornire a chi volesse approcciarsi all'opera o magari provare a darle una seconda chance, una chiave di lettura differente. Potrei parlare per ore di tutti i sottotesti e brevi dialoghi che descrivono magnificamente un sacco di realtà assolutamente amare del nostro mondo. Ma se siete interessati non serve che li elenchi qui li apprezzerete molto di più guardando.
Fine parte contenente spoiler
Passando a qualche commento più "standard" per una recensione.
I personaggi sono diversi e interessanti per quanto semplici e stereotipici, le ambientazioni sono allucinate e davvero perfette a contenere gli avvenimenti. Le musiche magnifiche, soprattutto quella che è diventata vetrina della serie: "Rosa Walton - I Really Wanto To Stay At Your House". Animazioni e disegni mi limito a dire: studio Trigger.
I temi trattati oltre ai già citati sono: classismo e discriminazione, dipendenza, perdita del controllo, speranza e sacrificio.
Concludo sperando che questa recensione potrete trovarla interessante e mi scuso con tutti per la mia scarsa esperienza nello scrivere ed esprimere i concetti che ho in mente.
Come vedete ho messo 9,5 un numero molto alto e apparentemente in contrasto col fatto che sì, tendenzialmente condivido parte delle opinioni negative espresse da recensioni con valutazione insufficiente.
Ma come si spiega questo? Ecco secondo me spesso si cade in un errore di valutazione quando si va a giudicare un'opera basandosi su ciò che si vuole dall'opera e non da ciò che l'opera vuole essere. Sì, ritengo vere molte affermazioni come il ritmo di narrazione estremamente calzante oppure la trama fondamentalmente fine a se stessa.
Da dove arriva quindi un 9,5?
Partiamo col dire che io non credo di aver visto un anime che volesse avere una trama sorprendente o una caratterizzazione peculiare e innovativa, tutto il contrario, "Cyberpunk Edgerunners" sfrutta gli strumenti del genere narrativo (cyberpunk appunto) per parlarci di noi e del nostro mondo, se ci pensate quanti di voi hanno una "trama" particolarmente adatta a una serie tv nella vita? Pochi, suppongo, e qui sta la bellezza, nella capacità di farci riflettere su quanto a volte gli eventi del mondo, che è fondamentalmente disinteressato alla nostra persona, ci portino vorticosamente davanti al peggio che la società possa offrire ed è solo col senno di poi che si scopre come micro decisioni avrebbero potuto salvarci.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Ma si poteva sapere dal principio che caricare un driver piratato per il proprio software scolastico avrebbe innescato un circolo di eventi tale da portare alla nostra distruzione totale sia fisica che mentale? Eppure dovremmo davvero pentirci di ciò che abbiamo raccolto nel viaggio? ecco io in questa opera ho visto la volontà di sfruttare una trama semplice direi banale nel suo essere realistica, che ci porta in un nuovo livello di immersione.
Il protagonista è tale solo perché la storia passa dai suoi occhi, ma per il resto è un semplice individuo all'interno della massa. Massa che si muove e va a sopraffare tutti i suoi elementi anche se convinti di essere "speciali", anche qui, tutti noi a un certo punto ci ritroviamo a sentirci speciali in qualcosa, "non succederà a me" sarei disposto a scommettere che sia una frase che ogni essere umano ha pensato almeno una volta. Proprio questo è uno degli elementi portanti di questo, a mio avviso, capolavoro: l'annullamento dell'individuo dettato dalla società, una tematica quanto mai attuale ma qui portata come dicevo precedentemente a livelli di immersione personalmente mai visti. Annullamento descritto bene dal poco impatto che le scelte spesso hanno da parte dei personaggi.
Ci sarebbe molto da dire per descrivere questo concetto, molte antitesi che mettono a nudo proprio la riduzione di un individuo con le sue caratteristiche a un semplice umano che segue i dettami di un mondo fin troppo grande per essere gestito. Vediamo personaggi palesemente astuti ed esperti cadere in errori sciocchi, completamente annichiliti dalla disperata ricerca di un avanzamento sociale e/o economico.
La mia intenzione qui era cercare di fornire a chi volesse approcciarsi all'opera o magari provare a darle una seconda chance, una chiave di lettura differente. Potrei parlare per ore di tutti i sottotesti e brevi dialoghi che descrivono magnificamente un sacco di realtà assolutamente amare del nostro mondo. Ma se siete interessati non serve che li elenchi qui li apprezzerete molto di più guardando.
Fine parte contenente spoiler
Passando a qualche commento più "standard" per una recensione.
I personaggi sono diversi e interessanti per quanto semplici e stereotipici, le ambientazioni sono allucinate e davvero perfette a contenere gli avvenimenti. Le musiche magnifiche, soprattutto quella che è diventata vetrina della serie: "Rosa Walton - I Really Wanto To Stay At Your House". Animazioni e disegni mi limito a dire: studio Trigger.
I temi trattati oltre ai già citati sono: classismo e discriminazione, dipendenza, perdita del controllo, speranza e sacrificio.
Concludo sperando che questa recensione potrete trovarla interessante e mi scuso con tutti per la mia scarsa esperienza nello scrivere ed esprimere i concetti che ho in mente.
Sarò davvero breve
Grafica molto bella, personaggi ben caratterizzati, ma storia semplicemente inutile.
Un gruppo di super dotati cibernetici inarrestabili ammazza gente a destra e sinistra impunemente per conto terzi per fare soldi.
Ma se io fossi nei panni di un gruppo di super dotati cibernetici inarrestabili che ammazza gente a destra e sinistra impunemente, semplicemente rapinerei banche e/o svaligerei siti informatici a piacere, senza dover rendere conto a nessuno, e viaggerei avanti e indietro dalla Luna un giorno sì e l'altro pure.
Autoreferenziale.
Grafica molto bella, personaggi ben caratterizzati, ma storia semplicemente inutile.
Un gruppo di super dotati cibernetici inarrestabili ammazza gente a destra e sinistra impunemente per conto terzi per fare soldi.
Ma se io fossi nei panni di un gruppo di super dotati cibernetici inarrestabili che ammazza gente a destra e sinistra impunemente, semplicemente rapinerei banche e/o svaligerei siti informatici a piacere, senza dover rendere conto a nessuno, e viaggerei avanti e indietro dalla Luna un giorno sì e l'altro pure.
Autoreferenziale.
Appena finito di vedere questo anime, e mi ritrovo abbastanza combattuto.
Come al solito, ho aspettato che l'hype scemasse un po' prima di dare una chance all'anime di punta di turno. Da come me ne hanno parlato all'inizio, mi aspettavo un "Black Lagoon" ambientato in un universo cyberpunk, ma quello che ho avuto è stato solamente un'anime d'azione, senza nient'altro di spessore di sottofondo. Le idee e l'universo narrativo c'erano tutte, ma purtroppo hanno deciso di non combinarci niente.
''Inconsistente'' è l'aggettivo perfetto per questo anime.
La storia ci introduce alla vita che avviene a Night City, una distopica città cyberpunk controllata da gigantesche corporazioni in guerra fra di loro per il suprematismo assoluto, per il nostro protagonista: David Martinez. Ragazzo intelligente, ma parecchio ribelle, egli studia all'accademia più importante della città grazie all'aiuto di sua madre Gloria, la quale si spacca il deretano di lavoro per pagargli la retta, sperando di vederlo un giorno al vertice. Sfortunatamente, dato il caos e la malavita presente nei quartieri poveri della città, David e sua madre si ritrovano nel fuoco incrociato di uno scontro fra gang, incidente nel quale, a causa dei costi esorbitanti delle cure mediche, Gloria perderà la vita.
Ormai senza più niente da perdere, David si lascerà impiantare una particolare struttura cibernetica che sua madre aveva rinvenuto durante uno dei suoi lavori illegali, cosa che lo porterà ad incontrare una giovane ed affascinante ladra di chip chiamata Lucy. Da questo incontro, David inizierà una nuova vita da Cyberpunk: un mercenario che si guadagna da vivere facendo pericolosi e sporchi lavori in giro per Night City.
Inizio col dire che il setting, le idee e l'universo per creare qualcosa di parecchio ottimo c'erano. L'incipit e l'inizio della serie ci presentano un mondo cinico, sporco, disilluso e popolato da esseri senza scrupoli che fanno qualsiasi cosa pur di guadagnare denaro. I parallelismi con Black "Lagoon" si sprecano: gruppo di mercenari che vive nelle zone povere di una città disastrata fino ad arrivare a Rebecca, che è paro paro Revy nome compreso. Tutte le buone premesse per essere un Black Lagoon Cyberpunk c'erano, ma cos'è che andato storto? A mio parere è l'inconsistenza di praticamente ogni cosa.
La trama si muove letteralmente su un ottovolante: a volte va a velocità stratosferica come il Sandevistan di David, altre volte rallenta diventando inspiegabilmente bradipesca; ci sono dei timeskip messi un po' a tromba e certe scelte narrative sono state così randomiche che dire affrettate è un complimento. I personaggi pure subiscono lo stesso destino, risultando nient'altro che quello che ti aspetteresti da un tipico anime d'azione, ed è proprio questo quello che "Cyberpunk: Edgerunners" ha scelto di essere: niente di più che un anime ''badass swag'' per mostrarci quanto sono tamarri i protagonisti. Peccato, perché David, Lucy, Maine e Rebecca mi piacciono e vorrei che avessero fatto di più con loro.
Proprio un peccato.
Anche dal lato tecnico abbiamo una qualità parecchio inconsistente: a volte, soprattutto nella prima parte, abbiamo dei disegni dannatamente perfetti e d'impatto, con un character design azzeccatissimo (David, Lucy e Rebecca in particolare), ma altre volte abbiamo animazioni e modelli che sembrano inspiegabilmente fatti con i piedi di un mutilato, soprattutto a serie inoltrata, al punto che mi viene da pensare che abbiano finito il budget. Le musiche, molto punk e hip hop, mi sono piaciute. Opening ed ending sono ok.
Un'opportunità mancata, ecco come mi viene di riassumere "Cyberpunk: Edgerunners". Non ho né letto il libro né giocato il gioco, quindi non so se lì riescono a fare di meglio, ma questo anime è stato leggermente deludente: c'era il potenziale per un qualcosa di estremamente bello e coinvolgente, ma hanno scelto di realizzare un semplicissimo anime tamarro e ricco di stereotipi, quindi per me non va oltre il sei e mezzo-sette, che arrotondo per difetto perché non ci saranno sequel in grado di aggiustare il tutto.
Come al solito, ho aspettato che l'hype scemasse un po' prima di dare una chance all'anime di punta di turno. Da come me ne hanno parlato all'inizio, mi aspettavo un "Black Lagoon" ambientato in un universo cyberpunk, ma quello che ho avuto è stato solamente un'anime d'azione, senza nient'altro di spessore di sottofondo. Le idee e l'universo narrativo c'erano tutte, ma purtroppo hanno deciso di non combinarci niente.
''Inconsistente'' è l'aggettivo perfetto per questo anime.
La storia ci introduce alla vita che avviene a Night City, una distopica città cyberpunk controllata da gigantesche corporazioni in guerra fra di loro per il suprematismo assoluto, per il nostro protagonista: David Martinez. Ragazzo intelligente, ma parecchio ribelle, egli studia all'accademia più importante della città grazie all'aiuto di sua madre Gloria, la quale si spacca il deretano di lavoro per pagargli la retta, sperando di vederlo un giorno al vertice. Sfortunatamente, dato il caos e la malavita presente nei quartieri poveri della città, David e sua madre si ritrovano nel fuoco incrociato di uno scontro fra gang, incidente nel quale, a causa dei costi esorbitanti delle cure mediche, Gloria perderà la vita.
Ormai senza più niente da perdere, David si lascerà impiantare una particolare struttura cibernetica che sua madre aveva rinvenuto durante uno dei suoi lavori illegali, cosa che lo porterà ad incontrare una giovane ed affascinante ladra di chip chiamata Lucy. Da questo incontro, David inizierà una nuova vita da Cyberpunk: un mercenario che si guadagna da vivere facendo pericolosi e sporchi lavori in giro per Night City.
Inizio col dire che il setting, le idee e l'universo per creare qualcosa di parecchio ottimo c'erano. L'incipit e l'inizio della serie ci presentano un mondo cinico, sporco, disilluso e popolato da esseri senza scrupoli che fanno qualsiasi cosa pur di guadagnare denaro. I parallelismi con Black "Lagoon" si sprecano: gruppo di mercenari che vive nelle zone povere di una città disastrata fino ad arrivare a Rebecca, che è paro paro Revy nome compreso. Tutte le buone premesse per essere un Black Lagoon Cyberpunk c'erano, ma cos'è che andato storto? A mio parere è l'inconsistenza di praticamente ogni cosa.
La trama si muove letteralmente su un ottovolante: a volte va a velocità stratosferica come il Sandevistan di David, altre volte rallenta diventando inspiegabilmente bradipesca; ci sono dei timeskip messi un po' a tromba e certe scelte narrative sono state così randomiche che dire affrettate è un complimento. I personaggi pure subiscono lo stesso destino, risultando nient'altro che quello che ti aspetteresti da un tipico anime d'azione, ed è proprio questo quello che "Cyberpunk: Edgerunners" ha scelto di essere: niente di più che un anime ''badass swag'' per mostrarci quanto sono tamarri i protagonisti. Peccato, perché David, Lucy, Maine e Rebecca mi piacciono e vorrei che avessero fatto di più con loro.
Proprio un peccato.
Anche dal lato tecnico abbiamo una qualità parecchio inconsistente: a volte, soprattutto nella prima parte, abbiamo dei disegni dannatamente perfetti e d'impatto, con un character design azzeccatissimo (David, Lucy e Rebecca in particolare), ma altre volte abbiamo animazioni e modelli che sembrano inspiegabilmente fatti con i piedi di un mutilato, soprattutto a serie inoltrata, al punto che mi viene da pensare che abbiano finito il budget. Le musiche, molto punk e hip hop, mi sono piaciute. Opening ed ending sono ok.
Un'opportunità mancata, ecco come mi viene di riassumere "Cyberpunk: Edgerunners". Non ho né letto il libro né giocato il gioco, quindi non so se lì riescono a fare di meglio, ma questo anime è stato leggermente deludente: c'era il potenziale per un qualcosa di estremamente bello e coinvolgente, ma hanno scelto di realizzare un semplicissimo anime tamarro e ricco di stereotipi, quindi per me non va oltre il sei e mezzo-sette, che arrotondo per difetto perché non ci saranno sequel in grado di aggiustare il tutto.
È spudorata, è efficace e cosa te ne frega se non è perfetta? Vogliamo chiederci se la perfezione esiste? Vogliamo effettivamente caricare sulle spalle di una miniserie di 10 puntate la responsabilità di dare spazio a tutti i personaggi o di essere esaustiva su ogni fase della trama?
L'unica cosa che effettivamente per me importa è se arriva, e "Cyberpunk: Edgerunners" mi ha colpito allo stomaco, con un pugno assurdo da quanto fosse inaspettato.
L'animazione è super aderente allo stile Cyberpunk, le OST azzeccate per lo stile anime, la narrazione è calzante tanto da trovare in questo, il suo unico difetto a mio avviso, cioè il non-sense di alcune decisioni forse prese troppo di petto, troppo poco ponderate che però ho perdonato allegramente nel momento in cui i protagonisti sono effettivamente dei ragazzini che vivono un frullato di emozioni quotidiano destabilizzante per chiunque e che forse, se avessero agito in maniera asettica e non così sconsiderata per certi aspetti avrebbe stonato ancora di più.
Ci tengo a rimarcare che è una serie di 10 puntate che mantiene un climax pazzesco in ogni puntata. Possiamo discutere se effettivamente concentrare il tutto in 10 puntate sia stata una buona scelta, per me no, meritava di più.
L'unica cosa che effettivamente per me importa è se arriva, e "Cyberpunk: Edgerunners" mi ha colpito allo stomaco, con un pugno assurdo da quanto fosse inaspettato.
L'animazione è super aderente allo stile Cyberpunk, le OST azzeccate per lo stile anime, la narrazione è calzante tanto da trovare in questo, il suo unico difetto a mio avviso, cioè il non-sense di alcune decisioni forse prese troppo di petto, troppo poco ponderate che però ho perdonato allegramente nel momento in cui i protagonisti sono effettivamente dei ragazzini che vivono un frullato di emozioni quotidiano destabilizzante per chiunque e che forse, se avessero agito in maniera asettica e non così sconsiderata per certi aspetti avrebbe stonato ancora di più.
Ci tengo a rimarcare che è una serie di 10 puntate che mantiene un climax pazzesco in ogni puntata. Possiamo discutere se effettivamente concentrare il tutto in 10 puntate sia stata una buona scelta, per me no, meritava di più.
La serie parte bene, con una ambientazione interessante e un protagonista dalle ottime premesse. Lo stile cyberpunk si nota tutto, graficamente risulta particolare e accattivante, così come tutto quello che ruota intorno la tecnologia e pure i comprimari sembrano sopra le righe al punto giusto per rendere l'opera una quella che sarà in grado di farsi ricordare.
Sfortunatamente, non riesce a decollare, per una strada che risulta raccontata in modo non sempre coerente e uno sviluppo dei personaggi che risulta a tratti forzato e poco credibile. Quello che vuole fare la serie animata risulta abbastanza pilotato fino dall'inizio, tanto che si intravede già il percorso di "crescita" che farà il protagonista. I comprimari, nel mentre, subiscono un appiattimento che li rende decisamente meno intriganti.
La trama non è così appassionante come avrei sperato, manca qualcosa che ti prende veramente, un mistero o un qualcosa in più che riesca a intrattenermi.
Pertanto ci si "accontenta" di una serie di scontri fatti bene, spettacolari e splatter, fatti per sorprendere e stupire. Ha sicuramente stile da vendere e il tutto è accompagnato da un'ottima colonna sonora.
Può bastare per tanti, per cui ve la consiglio, io avrei gradito qualcosa di più, le mie aspettative probabilmente erano troppo alte.
Sfortunatamente, non riesce a decollare, per una strada che risulta raccontata in modo non sempre coerente e uno sviluppo dei personaggi che risulta a tratti forzato e poco credibile. Quello che vuole fare la serie animata risulta abbastanza pilotato fino dall'inizio, tanto che si intravede già il percorso di "crescita" che farà il protagonista. I comprimari, nel mentre, subiscono un appiattimento che li rende decisamente meno intriganti.
La trama non è così appassionante come avrei sperato, manca qualcosa che ti prende veramente, un mistero o un qualcosa in più che riesca a intrattenermi.
Pertanto ci si "accontenta" di una serie di scontri fatti bene, spettacolari e splatter, fatti per sorprendere e stupire. Ha sicuramente stile da vendere e il tutto è accompagnato da un'ottima colonna sonora.
Può bastare per tanti, per cui ve la consiglio, io avrei gradito qualcosa di più, le mie aspettative probabilmente erano troppo alte.
Un far west del futuro: Night City è una città in cui tutto può succedere ed è ammesso.
Solo se si superano i "limiti" tollerati dalle corporazioni che controllano la città (ad es., quando un edgerunner perde il controllo di sè e diventa una sorta di gun-machine o compie uno "sgarro") il sistema (la polizia e in ultima battuta la squadra speciale Max-Tac, al soldo delle corporazioni) interviene per ripulire e ristabilire uno pseudo ordine con azioni caratterizzate da eccesso di adrenalina e follia, tenuta a malapena a bada dal cromo che i cyberpunk sono costretti ad iniettarsi nel corpo per controllarsi e sopravvivere al rigetto degli impianti meccanici ed elettronici nel corpo.
Ma poi che resta? Edgerunners è sembrato un anime senza molta logica, eccessivo, splatter, di mero intrattenimento.... Un videogame sparatutto in cui l'unico scopo è sopravvivere un giorno in più...
Si salvano a malapena, come personaggi, come Maine, Lucy, David e sua madre che "nobilitano" la storia con un minimo di scopo, se così lo possiamo definire...
Altrettanto non si può scrivere di personaggi come Kiwi e Rebecca...
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Ahimè l'impianto narrativo è troppo semplice e superficiale: troppo accelerata la storia con soluzioni di continuità tra un episodio e l'altro che portano velocemente all'epilogo dell'anime alla "Leon" (film di Luc Besson) e all'"Akudama Drive" con meno "filosofia" e molta più adrenalina fine a se stessa.
Come per "Akudama Drive", "Edgerunners" viene salvato dall'ottimo comparto tecnico sul quale è difficile muovere qualche appunto: Trigger ha fatto un ottimo lavoro ed ha saputo mantenerlo costante per tutti gli episodi, con uno stile volutamente grottesco (per essere coerente alla tamarraggine della trama) e colori vividi e accesi.
Menzione d'onore per la parte musicale di gusto molto "occidentale": a parte l'opening (vecchio pezzo dei Franz Ferdinand) di cui per stile non so se sia in linea con lo spirito dell'anime, l'ending mi è particolarmente piaciuta con quello stile malinconico e ipnotico che ben si concilia con il finale dell'anime.
"Cyberpunk: Edgerunners", tutto sommato vale la pena vederlo. Non siamo di fronte ad una storia complessa né infarcita delle implicazioni "filosofiche" tipiche del cyberpunk, non è "Blade Runner", "Ghost in the Shell" o "Psyco-Pass", ma ne abbozza alcuni temi quali il rapporto tra uomo e macchina e tra realtà e mondo virtuale tra un mucchio di violenza, azione ed eccessi.
Solo se si superano i "limiti" tollerati dalle corporazioni che controllano la città (ad es., quando un edgerunner perde il controllo di sè e diventa una sorta di gun-machine o compie uno "sgarro") il sistema (la polizia e in ultima battuta la squadra speciale Max-Tac, al soldo delle corporazioni) interviene per ripulire e ristabilire uno pseudo ordine con azioni caratterizzate da eccesso di adrenalina e follia, tenuta a malapena a bada dal cromo che i cyberpunk sono costretti ad iniettarsi nel corpo per controllarsi e sopravvivere al rigetto degli impianti meccanici ed elettronici nel corpo.
Ma poi che resta? Edgerunners è sembrato un anime senza molta logica, eccessivo, splatter, di mero intrattenimento.... Un videogame sparatutto in cui l'unico scopo è sopravvivere un giorno in più...
Si salvano a malapena, come personaggi, come Maine, Lucy, David e sua madre che "nobilitano" la storia con un minimo di scopo, se così lo possiamo definire...
Altrettanto non si può scrivere di personaggi come Kiwi e Rebecca...
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Ahimè l'impianto narrativo è troppo semplice e superficiale: troppo accelerata la storia con soluzioni di continuità tra un episodio e l'altro che portano velocemente all'epilogo dell'anime alla "Leon" (film di Luc Besson) e all'"Akudama Drive" con meno "filosofia" e molta più adrenalina fine a se stessa.
Come per "Akudama Drive", "Edgerunners" viene salvato dall'ottimo comparto tecnico sul quale è difficile muovere qualche appunto: Trigger ha fatto un ottimo lavoro ed ha saputo mantenerlo costante per tutti gli episodi, con uno stile volutamente grottesco (per essere coerente alla tamarraggine della trama) e colori vividi e accesi.
Menzione d'onore per la parte musicale di gusto molto "occidentale": a parte l'opening (vecchio pezzo dei Franz Ferdinand) di cui per stile non so se sia in linea con lo spirito dell'anime, l'ending mi è particolarmente piaciuta con quello stile malinconico e ipnotico che ben si concilia con il finale dell'anime.
"Cyberpunk: Edgerunners", tutto sommato vale la pena vederlo. Non siamo di fronte ad una storia complessa né infarcita delle implicazioni "filosofiche" tipiche del cyberpunk, non è "Blade Runner", "Ghost in the Shell" o "Psyco-Pass", ma ne abbozza alcuni temi quali il rapporto tra uomo e macchina e tra realtà e mondo virtuale tra un mucchio di violenza, azione ed eccessi.
Normalmente gli anime/film tratti da videogiochi sono pessimi, media troppo distanti e un'immedesimazione minore rispetto al videogioco rendono un adattamento animato dignitoso quasi impossibile.
La soluzione adottata da Trigger per non collezionare un fiasco (ma nemmeno ottenere un capolavoro) è quella di mantenere l'universo narrativo del videogioco Cyberpunk 2077 ma cambiare completamente i personaggi e la storia.
L'universo narrativo è senza ombra di dubbio la parte migliore di questo anime, quindi un plauso va a CD Project per la sceneggiatura originale del videogioco: Night City è una distopia turbo-liberista comandata da mega-corporation in perenne lotta, è un posto dove puoi crescere molto a tuo rischio e pericolo, e anche di power-up ne puoi ottenere quanti ne vuoi a patto di pagare due costi: uno economico e uno di salute, ovvero un progressivo avvelenamento da cromo che ti rende prima dipendente da farmaci immunobloccanti e poi ti porta alla cyberpsicosi. Viene così tracciato un cammino che si riempie sempre più di sangue, eccesso e follia e finisce irrimediabilmente con un pallettone della MaxTac, le forze speciali di polizia, nella testa del cyberpsicopatico di turno.
Il buon apporto dello studio Trigger a quest'opera sta nelle animazioni: belle, fluide, particolarmente gore, ma abbastanza sobrie per questo studio, almeno fino a 2/3 dell'anime. Se fino a qui si rasenta la perfezione, purtroppo poi le animazioni scadono nel dover assecondare le solite esagerazioni fini a se stesse di Trigger, particolarmente brutte le animazioni dei numerosi veicoli che per una ventina di minuti vengono costantemente lanciati fuori strada trasformati in palline ribalzine di CG. Un pessimo risultato estetico, aggravato dal fatto di avvenire in una svolta che non aveva ragione di esistere, se non per il fatto di coinvolgere lo studio Trigger e quindi vedere inseriti a forza degli elementi da Mecha, anche se completamente estranei all'ambientazione.
Gli apporti peggiori all'opera dello studio Trigger oltre alle consuete esagerazioni, sono invece regia e sceneggiatura: la sceneggiatura è confusionaria, troppo veloce in alcuni frangenti, troppo lenta in altri, ci sono stacchi mal gestiti, cliché telefonati che sarebbero stati da evitare, specie per un pubblico che già conosce lo studio Trigger, si risolleva un po' all'ultimo episodio, trovando un finale giusto per l'ambientazione e per i personaggi della sua opera, e almeno qui il cliché è stato evitato.
La regia è invece abbastanza scialba, se la cava nei primissimi episodi e nelle parti action dei primi 2/3 di anime, ma poi risulta non pervenuta, si risveglia ogni tanto in qualche momento gore, ma perde il proprio treno ogni volta che un personaggio compie delle scelte fondamentali, e sono questi i momenti in cui il regista dovrebbe dare il suo tocco.
Spezzo una lancia infine a favore dei personaggi, quasi tutti buoni e bene inseriti nel proprio contesto, particolarmente pregevole è il personaggio di David Martinez, il migliore protagonista Trigger fin qui visto, David non è una trivella che sfonda tutto con la mera forza di volontà. Potremo seguire la sua partenza dalla povertà, le sue frustrazioni iniziali, il duro lavoro per emergere, la propria realizzazione e conseguente montatura di testa, per poi arrivare alla maturazione e a fare finalmente i patti con il mondo in cui vive, se questa maturazione sarà sufficiente per non buttare la propria vita come molti cyberpunk prima di lui, lo scoprirete guardando l'anime.
La soluzione adottata da Trigger per non collezionare un fiasco (ma nemmeno ottenere un capolavoro) è quella di mantenere l'universo narrativo del videogioco Cyberpunk 2077 ma cambiare completamente i personaggi e la storia.
L'universo narrativo è senza ombra di dubbio la parte migliore di questo anime, quindi un plauso va a CD Project per la sceneggiatura originale del videogioco: Night City è una distopia turbo-liberista comandata da mega-corporation in perenne lotta, è un posto dove puoi crescere molto a tuo rischio e pericolo, e anche di power-up ne puoi ottenere quanti ne vuoi a patto di pagare due costi: uno economico e uno di salute, ovvero un progressivo avvelenamento da cromo che ti rende prima dipendente da farmaci immunobloccanti e poi ti porta alla cyberpsicosi. Viene così tracciato un cammino che si riempie sempre più di sangue, eccesso e follia e finisce irrimediabilmente con un pallettone della MaxTac, le forze speciali di polizia, nella testa del cyberpsicopatico di turno.
Il buon apporto dello studio Trigger a quest'opera sta nelle animazioni: belle, fluide, particolarmente gore, ma abbastanza sobrie per questo studio, almeno fino a 2/3 dell'anime. Se fino a qui si rasenta la perfezione, purtroppo poi le animazioni scadono nel dover assecondare le solite esagerazioni fini a se stesse di Trigger, particolarmente brutte le animazioni dei numerosi veicoli che per una ventina di minuti vengono costantemente lanciati fuori strada trasformati in palline ribalzine di CG. Un pessimo risultato estetico, aggravato dal fatto di avvenire in una svolta che non aveva ragione di esistere, se non per il fatto di coinvolgere lo studio Trigger e quindi vedere inseriti a forza degli elementi da Mecha, anche se completamente estranei all'ambientazione.
Gli apporti peggiori all'opera dello studio Trigger oltre alle consuete esagerazioni, sono invece regia e sceneggiatura: la sceneggiatura è confusionaria, troppo veloce in alcuni frangenti, troppo lenta in altri, ci sono stacchi mal gestiti, cliché telefonati che sarebbero stati da evitare, specie per un pubblico che già conosce lo studio Trigger, si risolleva un po' all'ultimo episodio, trovando un finale giusto per l'ambientazione e per i personaggi della sua opera, e almeno qui il cliché è stato evitato.
La regia è invece abbastanza scialba, se la cava nei primissimi episodi e nelle parti action dei primi 2/3 di anime, ma poi risulta non pervenuta, si risveglia ogni tanto in qualche momento gore, ma perde il proprio treno ogni volta che un personaggio compie delle scelte fondamentali, e sono questi i momenti in cui il regista dovrebbe dare il suo tocco.
Spezzo una lancia infine a favore dei personaggi, quasi tutti buoni e bene inseriti nel proprio contesto, particolarmente pregevole è il personaggio di David Martinez, il migliore protagonista Trigger fin qui visto, David non è una trivella che sfonda tutto con la mera forza di volontà. Potremo seguire la sua partenza dalla povertà, le sue frustrazioni iniziali, il duro lavoro per emergere, la propria realizzazione e conseguente montatura di testa, per poi arrivare alla maturazione e a fare finalmente i patti con il mondo in cui vive, se questa maturazione sarà sufficiente per non buttare la propria vita come molti cyberpunk prima di lui, lo scoprirete guardando l'anime.
Avendo più di 500 ore nel videogioco avevo molta paura ad approcciarmi a questa serie, anche se ero sicuro che Trigger fosse lo studio giusto per quest'anime.
La mia paura era più che altro che volesse essere più uno spot per il videogame che un'esperienza multimediale ispirata a Cyberpunk.
Ho dovuto ricredermi perché da subito, complici anche le musiche ed i personaggi molto azzeccati con spiccate personalità (menzione speciale per Rebecca, colpo di genio di Trigger), si ripiomba in quell'assoluto macello che è Night City: cinismo, violenza, brutalità, nessuna forma di taboo e nessun rispetto per la vita umana (propria e altrui).
Sembra che questa città, per sopravvivere, necessiti del tributo di sangue dei suoi cittadini che, per un motivo o per l'altro, sono spinti a diventare cyberpunk per ottenere eddies, fama, gloria o magari solo per sopravvivere a loro volta.
Attenzione: questa parte contiene spoiler!
Dalla seconda parte della serie si inizia a capire come andrà a finire e, inconsciamente, come un déjà-vu del gioco, speri che non sarà cosi anche per David, nonostante sapessi benissimo che l'ultimo episodio ti colpirà dritto allo stomaco proprio come nel videogame. In fondo, anche se triste, è proprio così che doveva andare... d'altronde le leggende di Night City si trovano tutte al cimitero
PS: non ho menzionato Lucy (che ho adorato) solo perché di lei si parlerà molto nel prossimo Miss Sexy anime
La mia paura era più che altro che volesse essere più uno spot per il videogame che un'esperienza multimediale ispirata a Cyberpunk.
Ho dovuto ricredermi perché da subito, complici anche le musiche ed i personaggi molto azzeccati con spiccate personalità (menzione speciale per Rebecca, colpo di genio di Trigger), si ripiomba in quell'assoluto macello che è Night City: cinismo, violenza, brutalità, nessuna forma di taboo e nessun rispetto per la vita umana (propria e altrui).
Sembra che questa città, per sopravvivere, necessiti del tributo di sangue dei suoi cittadini che, per un motivo o per l'altro, sono spinti a diventare cyberpunk per ottenere eddies, fama, gloria o magari solo per sopravvivere a loro volta.
Attenzione: questa parte contiene spoiler!
Dalla seconda parte della serie si inizia a capire come andrà a finire e, inconsciamente, come un déjà-vu del gioco, speri che non sarà cosi anche per David, nonostante sapessi benissimo che l'ultimo episodio ti colpirà dritto allo stomaco proprio come nel videogame. In fondo, anche se triste, è proprio così che doveva andare... d'altronde le leggende di Night City si trovano tutte al cimitero
PS: non ho menzionato Lucy (che ho adorato) solo perché di lei si parlerà molto nel prossimo Miss Sexy anime
Troppo veloce, troppo tamarra e non di quel tamarro cui la Trigger ci ha abituato e che riesce ad esaltare lo spettatore. Secondo me "Cyberpunk: Edgerunners" è un'opera decisamente sopravvalutata in questi giorni. Tecnicamente eccelsa, con un buon chara design, ma sono invece la scrittura, la regia e il ritmo che non mi convincono. Inoltre le serie ha un tracollo nell'ultima metà, dopo il time skip come riferimento per chi l'ha vista.
I personaggi sono troppo stereotipati (secondo me solo Lucy si salva e, forse, anche la madre del protagonista), anche la loli di cui parlano tutti non suscita chissà che simpatia.
Insomma: un prodotto che, secondo me, pecca troppo in troppe cose e, alla fine, è utile più che altro ad accendere l'interesse per il videogioco.
I personaggi sono troppo stereotipati (secondo me solo Lucy si salva e, forse, anche la madre del protagonista), anche la loli di cui parlano tutti non suscita chissà che simpatia.
Insomma: un prodotto che, secondo me, pecca troppo in troppe cose e, alla fine, è utile più che altro ad accendere l'interesse per il videogioco.
«Cyberpunk: Edgerunners» è un anime, a cura dello studio d’animazione Trigger, capace di meravigliare e immergere lo spettatore in un mondo lontano e vicino al tempo stesso. Storia originale, per quanto prenda spunti dal videogioco Cyberpunk 2077 uscito a fatica nel 2020, ben costruita in soli dieci episodi di notevole impatto.
“Tutto quello che faccio lo faccio per te, non lo capisci?””
David Martinez vive in un ambiente sbagliato, conducendo la sua vita scolastica in una scuola prestigiosa controvoglia, solo per volere di sua madre. Per quanti sacrifici la donna possa fare per il figlio lui vorrebbe altro. Vorrebbe aiutare, vorrebbe lavorare, di certo non vorrebbe quello che gli accadrà a breve. Ha altri sogni, solo che non ha mai avuto il permesso di sognare.
In questo mondo si vive di aggiornamenti e freeware quasi come gli esseri umani fossero dei semplici computer e a peggiorare il tutto i potenziamenti quasi a distruggere completamente il corpo umano. Possibile critica a un futuro a cui stiamo andando incontro, in questa realtà sembra non si dia troppa importanza alle conseguenze spesso nefaste; la pericolosa cyberpsicosi, che con la manifestazione dei suoi sintomi può portare alla morte del oggetto.
“Più che un paradiso mi dà l'idea di una prigione”
Il suo nuovo stile di vita lo conduce dalla pericolosa Lucy, una criminale da cui bisognerebbe stare alla larga, ma lui non riesce a stare lontano dal pericolo, convinto di non avere un futuro e di non avere alternative, si trova costretto a diventare adulto all’improvviso, a dover scegliere per la sua vita, ma dovrà affrontare il suo essere solo un ragazzo immaturo.
Da notare quanto la morte viene vista come un qualcosa di freddo e improvviso a cui quasi non si crede, in questo mondo violento capita di venire uccisi e spesso non si cerca la vendetta, solo di elucubrare il lutto, la perdita.
Il finale, molto emozionante e poetico, risulta in linea con le premesse. Si evidenzia negli ultimi minuti della serie la presenza di un personaggio già noto in altri media per la felicità degli appassionati della serie di videogiochi.
Oltre a Lucy, uno dei personaggi più interessanti e completi della serie nel suo essere femminile, tra quelli secondari la presenza di Rebecca ha suscitato clamore per via degli scontri tra lo studio d’animazione e la CD Projekt Red per il suo aspetto fisico, ma la ragazza saprà imporsi nei gusti dello spettatore per altro. Oltre a lei si ricorda la misteriosa Kiwi. In generale i personaggi femminili risultano costruiti con maggior perizia rispetto a quelli maschili spesso non caratterizzati come si poteva.
Le animazioni sono particolari, curate dallo studio Trigger (fra le tante opere curate da loro si ricordano Kill la Kill, Promare , BNA: Brand New Animal) si riconoscono facilmente, quasi confusionarie potrebbero non risultare gradevoli come piacere molto, dipendendo strettamente dai gusti personali. L'azione, frenetica e comprensibile dei primi episodi, diventa più caotica con il tempo. Molte scene violente e alcune sessualmente esplicite rendono la visione consigliata a un pubblico maturo.
"Forgive me for letting you down. Forgive me for letting you down again. Guess I’m not strong enough right now"
Le musiche sono affidate a Akira Yamaoka. L'opening "This Fire" di Franz Ferdinand è molto orecchiabile, mentre poetica risulta la ending "Let You Down" di Dawid Podsiadło. Tutta la colonna sonora sarebbe da segnalare limitandomi in questa occasione all'interessante “who is ready for tomorrow”.
Lato doppiaggio fa un ottimo lavoro Alessandro Pili (Kenma Kozume in "Haikyuu") su David e Francesca Bielli (Kei Kishimoto in "Gantz") su Lucy. Le voci originali sono tutte perfettamente adatte al ruolo che interpretano, da sottolineare il cameo di Kenjiro Tsuda su Doc.
Consigliato ai fan dello studio Trigger e a chi, restando ammaliati dalla particolare grafica, cercano una storia d'azione frenetica.
“Tutto quello che faccio lo faccio per te, non lo capisci?””
David Martinez vive in un ambiente sbagliato, conducendo la sua vita scolastica in una scuola prestigiosa controvoglia, solo per volere di sua madre. Per quanti sacrifici la donna possa fare per il figlio lui vorrebbe altro. Vorrebbe aiutare, vorrebbe lavorare, di certo non vorrebbe quello che gli accadrà a breve. Ha altri sogni, solo che non ha mai avuto il permesso di sognare.
In questo mondo si vive di aggiornamenti e freeware quasi come gli esseri umani fossero dei semplici computer e a peggiorare il tutto i potenziamenti quasi a distruggere completamente il corpo umano. Possibile critica a un futuro a cui stiamo andando incontro, in questa realtà sembra non si dia troppa importanza alle conseguenze spesso nefaste; la pericolosa cyberpsicosi, che con la manifestazione dei suoi sintomi può portare alla morte del oggetto.
“Più che un paradiso mi dà l'idea di una prigione”
Il suo nuovo stile di vita lo conduce dalla pericolosa Lucy, una criminale da cui bisognerebbe stare alla larga, ma lui non riesce a stare lontano dal pericolo, convinto di non avere un futuro e di non avere alternative, si trova costretto a diventare adulto all’improvviso, a dover scegliere per la sua vita, ma dovrà affrontare il suo essere solo un ragazzo immaturo.
Da notare quanto la morte viene vista come un qualcosa di freddo e improvviso a cui quasi non si crede, in questo mondo violento capita di venire uccisi e spesso non si cerca la vendetta, solo di elucubrare il lutto, la perdita.
Il finale, molto emozionante e poetico, risulta in linea con le premesse. Si evidenzia negli ultimi minuti della serie la presenza di un personaggio già noto in altri media per la felicità degli appassionati della serie di videogiochi.
Oltre a Lucy, uno dei personaggi più interessanti e completi della serie nel suo essere femminile, tra quelli secondari la presenza di Rebecca ha suscitato clamore per via degli scontri tra lo studio d’animazione e la CD Projekt Red per il suo aspetto fisico, ma la ragazza saprà imporsi nei gusti dello spettatore per altro. Oltre a lei si ricorda la misteriosa Kiwi. In generale i personaggi femminili risultano costruiti con maggior perizia rispetto a quelli maschili spesso non caratterizzati come si poteva.
Le animazioni sono particolari, curate dallo studio Trigger (fra le tante opere curate da loro si ricordano Kill la Kill, Promare , BNA: Brand New Animal) si riconoscono facilmente, quasi confusionarie potrebbero non risultare gradevoli come piacere molto, dipendendo strettamente dai gusti personali. L'azione, frenetica e comprensibile dei primi episodi, diventa più caotica con il tempo. Molte scene violente e alcune sessualmente esplicite rendono la visione consigliata a un pubblico maturo.
"Forgive me for letting you down. Forgive me for letting you down again. Guess I’m not strong enough right now"
Le musiche sono affidate a Akira Yamaoka. L'opening "This Fire" di Franz Ferdinand è molto orecchiabile, mentre poetica risulta la ending "Let You Down" di Dawid Podsiadło. Tutta la colonna sonora sarebbe da segnalare limitandomi in questa occasione all'interessante “who is ready for tomorrow”.
Lato doppiaggio fa un ottimo lavoro Alessandro Pili (Kenma Kozume in "Haikyuu") su David e Francesca Bielli (Kei Kishimoto in "Gantz") su Lucy. Le voci originali sono tutte perfettamente adatte al ruolo che interpretano, da sottolineare il cameo di Kenjiro Tsuda su Doc.
Consigliato ai fan dello studio Trigger e a chi, restando ammaliati dalla particolare grafica, cercano una storia d'azione frenetica.
Diciamolo subito, "Cyberpunk: Edgerunners" ce la fa.
Parte piano, introduce i personaggi, ci propone un protagonista che sembra sputato fuori da un anime shonen tipico, fa fare capolino alla waifu di turno, insomma prova a coccolare lo spettatore dandogli un sentore di stare vedendo un anime come tanti, magari formativo coni suoi step da seguire.
Al resto ci pensa Night City.
Alla disperazione, al tritatutto totale, al massacro continuato, alla disumanità evidente, alla discriminazione in nome del Dio dollaro, alla morte dispensata in larga misura e senza remore.
E mentre il nostro MC "ex bravo ragazzo" ormai privato di tutto, o quasi, si trasforma in una macchina di sangue la sua (e nostra) Waifu sembra percorrere il sentiero contrario andandosi via via a addolcire, sempre più conscia dell'amore e della paura di perderlo.
Per me fra i migliori prodotti dell'anno, giusto la storia non complessissima risulta un po' leggerina ,ma quello che fa fa lo fa bene.
Aspetto tecnico e animazioni ottime in linea con le migliori produzioni Trigger.
Da vedere.
Parte piano, introduce i personaggi, ci propone un protagonista che sembra sputato fuori da un anime shonen tipico, fa fare capolino alla waifu di turno, insomma prova a coccolare lo spettatore dandogli un sentore di stare vedendo un anime come tanti, magari formativo coni suoi step da seguire.
Al resto ci pensa Night City.
Alla disperazione, al tritatutto totale, al massacro continuato, alla disumanità evidente, alla discriminazione in nome del Dio dollaro, alla morte dispensata in larga misura e senza remore.
E mentre il nostro MC "ex bravo ragazzo" ormai privato di tutto, o quasi, si trasforma in una macchina di sangue la sua (e nostra) Waifu sembra percorrere il sentiero contrario andandosi via via a addolcire, sempre più conscia dell'amore e della paura di perderlo.
Per me fra i migliori prodotti dell'anno, giusto la storia non complessissima risulta un po' leggerina ,ma quello che fa fa lo fa bene.
Aspetto tecnico e animazioni ottime in linea con le migliori produzioni Trigger.
Da vedere.
"Cyberpunk: Edgerunners", trasposizione animata a cura dello studio Trigger del videogioco creato da CD Project RED.
Anche se tratto da un'opera occidentale lo studio giapponese non si slega dal suo stile caratteristico e riempie ogni scena, come al suo solito di colori e di particolari animazioni marchio di fabbrica delle studio.
Crimini, Mafia, Caste, Abusi, Potere, questo è quello che si cela dietro a "Night City".
Poveri che vogliono diventare ricchi, deboli che vogliono diventare forti e, a volte, qualunque mezzo diventa lecito, anche perdere la propria umanità. C'è chi la perde per via di "Update" e c'è chi la perde interiormente, questa è la anima della città.
La trama segue la storia del protagonista Martinez che dovrà affrontare la crescita nel difficile mondo di Night City una futuristica città dove la tecnologia e la corruzione hanno preso il sopravvento, dominato più che da governi da corporazioni e clan criminali, da qui il giovane Martinez e il gruppo con cui farà conoscenza vivranno un viaggio nella società che ci mostrerà varie sfaccettature di questa distopica città cyberpunk.
I personaggi principali li ho trovati ben caratterizzati artisticamente, ma con poca profondità, i motivi che muovono le scelte dei personaggi non riescono a convincere pienamente, i personaggi secondari e antagonisti rimangono marginali all'interno della storia, poco caratterizzati e dimenticabili.
Le tematiche affrontate come il bisogno di appartenenza, in una città dominata da caste e problematiche sociali è appena accennata, sembra che dalle inquadrature degli abitanti vogliano farti intuire l'enorme piaga sociale che affligge la città, ma successivamente si perde nella sua fretta di voler andare al punto dell'azione.
Lo stile come accennato è stupendo, sgrargiante e convincente è sicuramente il punto forte dell'intera serie.
Ogni scena che mostra la città è viva e caratterizzata, lo Studio Trigger crea un gioiello per gli occhi. L'accattivante estetica stimola lo spettatore al voler cercare il maggior numero di strani dettagli che compaiono nelle varie scene di collegamento, questa estetica spinge la curiosità dello spettatore al punto da desiderare di volere più spiegazioni delle veloci panoramiche di Night City.
La serie è un prodotto sicuramente valido, le animazioni sono altalenanti ma sufficientemente convincenti e valide. In generale è una buona serie, ma non eccellente, i ritmi e sviluppi sono molto rapidi e non concedono il tempo per un maggiore coinvolgimento con i sentimenti dei personaggi. L'opera è valida: con una cura maggiore si poteva avere un risultato enormemente migliore.
Si percepisce il grande lavoro, ma anche una certa fretta nel chiudere trame e sottotrame, difetto che si presenta come una mancanza, un vuoto che lo spettatore percepisce alla conclusione dell'opera.
In generale la serie merita un 7,5: convince ma non sorprende, una messa in scena di una serie Cyberpunk interessante.
Anche se tratto da un'opera occidentale lo studio giapponese non si slega dal suo stile caratteristico e riempie ogni scena, come al suo solito di colori e di particolari animazioni marchio di fabbrica delle studio.
Crimini, Mafia, Caste, Abusi, Potere, questo è quello che si cela dietro a "Night City".
Poveri che vogliono diventare ricchi, deboli che vogliono diventare forti e, a volte, qualunque mezzo diventa lecito, anche perdere la propria umanità. C'è chi la perde per via di "Update" e c'è chi la perde interiormente, questa è la anima della città.
La trama segue la storia del protagonista Martinez che dovrà affrontare la crescita nel difficile mondo di Night City una futuristica città dove la tecnologia e la corruzione hanno preso il sopravvento, dominato più che da governi da corporazioni e clan criminali, da qui il giovane Martinez e il gruppo con cui farà conoscenza vivranno un viaggio nella società che ci mostrerà varie sfaccettature di questa distopica città cyberpunk.
I personaggi principali li ho trovati ben caratterizzati artisticamente, ma con poca profondità, i motivi che muovono le scelte dei personaggi non riescono a convincere pienamente, i personaggi secondari e antagonisti rimangono marginali all'interno della storia, poco caratterizzati e dimenticabili.
Le tematiche affrontate come il bisogno di appartenenza, in una città dominata da caste e problematiche sociali è appena accennata, sembra che dalle inquadrature degli abitanti vogliano farti intuire l'enorme piaga sociale che affligge la città, ma successivamente si perde nella sua fretta di voler andare al punto dell'azione.
Lo stile come accennato è stupendo, sgrargiante e convincente è sicuramente il punto forte dell'intera serie.
Ogni scena che mostra la città è viva e caratterizzata, lo Studio Trigger crea un gioiello per gli occhi. L'accattivante estetica stimola lo spettatore al voler cercare il maggior numero di strani dettagli che compaiono nelle varie scene di collegamento, questa estetica spinge la curiosità dello spettatore al punto da desiderare di volere più spiegazioni delle veloci panoramiche di Night City.
La serie è un prodotto sicuramente valido, le animazioni sono altalenanti ma sufficientemente convincenti e valide. In generale è una buona serie, ma non eccellente, i ritmi e sviluppi sono molto rapidi e non concedono il tempo per un maggiore coinvolgimento con i sentimenti dei personaggi. L'opera è valida: con una cura maggiore si poteva avere un risultato enormemente migliore.
Si percepisce il grande lavoro, ma anche una certa fretta nel chiudere trame e sottotrame, difetto che si presenta come una mancanza, un vuoto che lo spettatore percepisce alla conclusione dell'opera.
In generale la serie merita un 7,5: convince ma non sorprende, una messa in scena di una serie Cyberpunk interessante.