La tomba delle lucciole
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Difficile, addirittura quasi impossibile, seppur nella sua evidenza, da descrivere. Perciò chiedo perdono se in questo caso utilizzo molti giri di parole, ma alla luce di quanto appena visto penso sia d'obbligo spenderci tantissime parole. Ci sono quelle storie che all'inizio si pensa non siano realmente accadute, storie che crediamo sian assurdità, frutto dell'immaginazione, della pazzia, della follia, della distorsione/manipolazione. Puntualmente però bisogna tenere in considerazione le circostanze in qui queste sono avvenute. Questo anime è basato su una storia realmente accaduta; infatti, non può non tornare in mente la famosa foto realmente scattata da Joe/Joseph Roger O'Donnell a Nagasaki, nella quale si vede il bambino di 10 anni portare il proprio fratellino ormai deceduto al crematorio e poi andarsene in silenzio, dopo aver assistito alla cremazione del fratellino. Fin dall'inizio assistiamo alla lenta, ma inesorabile sconfitta del Giappone, siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Gli Americani cominciano e continuano a bombardare la le città giapponesi con bombe incendiarie dal giugno fino al 6 e al 9 Agosto 1945, il Presidente Harry Truman dette l'ordine ufficiale di sganciare le due bombe atomiche Fat Man e Little Boy.
Sullo sfondo di questa vicenda generale assistiamo alla tragedia nella tragedia di una famiglia giapponese, nella quale è la madre la prima a morire per via delle ustioni riportate. I protagonisti della vicenda sono due bambini, il più grande di 12-14 anni che deve provvedere alla sorellina più piccola di 4-5 anni, la quale continua a fare domande riguardo la mamma e il fratello è costretto a mentire e ad inventarsi storie oltre che a prendere da mangiare per tenerla buona. Vengono inizialmente ospitati da una zia la quale li accoglie abbastanza bene, ma che poi si comporta in maniera piuttosto dura quando il cibo comincia a scarseggiare. I due bambini sono a questo punto costretti ad andarsene per cercare cibo altrove. I soldi sono a malapena sufficienti per comprare lo stretto necessario, il quale è ovviamente razionato poiché la guerra sta continuando. Si spostano di quartiere in quartiere alla ricerca di cibo ma senza troppo successo. Sono costretti a vendere i cimeli di famiglia per procurarsi i soldi per comprare da mangiare. Purtroppo la situazione non fa che peggiorare e i due trovano rifugio in una piccola grotta nella campagna attorno a Kobe, dove il ragazzo comincia a rubare per nutrire la sorellina e viene alla fine colto in flagranza e picchiato. Purtroppo le condizioni di salute della sorellina peggiorano: è fortemente denutrita, hai dei spaventosi rush cutanei sulla schiena dovuti alla diarrea causata a sua volta dal fatto che non mangia più bene e non mangia affatto per via del fatto che qualcuno le ha detto che la loro madre è morta. A peggiorare la situazione ci si mette il fatto che il ragazzo apprende che il Giappone si è arreso a seguito dello scoppio delle bombe atomiche e che la guerra è finita con la conseguenza che la Flotta Imperiale Giapponese è stata smantellata e in particolare la nave dove il loro padre serviva la causa imperiale. A questo punto, realizzato che neppure il padre sarebbe tornato a casa vivo il ragazzo accetta la situazione e cerca di fare quello che può per aiutare la sorellina, ma questa ormai è troppo debole ed è in procinto di morire pure lei. Infatti, dopo che il fratello ha cercato di darle da mangiare dell'anguria questa muore, spirando a causa dell'eccessiva debilitazione. Alla fine il ragazzo accetta la situazione con profonda amarezza e crema la sorellina per poi morire lui stesso non molto tempo dopo esattamente il 21 Settembre 1945, 19 giorni dopo la resa del Giappone.
Alla fine si vede la città di Kobe di oggi con i moderni grattacieli costruiti sulle rovine precedenti, ma si intravede ancora la collina dove gli spiriti del protagonista Seita e della sua sorellina Setsuko hanno vissuto la loro tragedia e dove sono rimasti dopo essere trapassati. E' una di quelle vicende che ti spaccano dentro, una di quelle storie che una volta veramente osservate, ascoltate e/o percepite ed avvertite ti rimangono per sempre. Quelle storie che si crede siano passate, ma che in realtà rimangono eccome. Un mio insegnante ci diceva sempre: "Ciò che sembra passato è molto più attuale di quello che sembra moderno". Se pensiamo alle guerre degli ultimi 30-40 anni così come a quelle attuali (la Guerra in Ucraina, la Guerra in Siria, Libia, Iraq e tanti altri paesi come Afghanistan, Nigeria la situazione delicata dell'Iran etc...) e ci fermiamo un attimo a rifletterci troviamo tante, addirittura infinite storie come questa, le quali purtroppo (si spera di no) rischiano di finire nel dimenticatoio come se i protagonisti non fossero mai esistiti e/o vissuti. Come già dall'immediato dopoguerra, ancora oggi diversi intellettuali, devono continuare a lottare e a far sentire la propria voce e far sentire la voce di milioni e/o miliardi di persone le quali non sono mai state ascoltate affinché cessi questa follia.
La grafica è semplicemente reale, priva di elementi inopportuni, tutta protesa a rappresentare l'orrore della guerra. Vi è una quasi totale assenza di comparto sonoro, se non per quei brevi attimi dove si vedono i due protagonisti giocare insieme, nei quali vi è un accompagnamento musicale lieve, morbido in contrasto con i rumori assordanti degli aerei e dei bombardieri.
I personaggi mostrano una certa varietà di emozioni e sentimenti che si alternano gli uni agli altri a seconda della situazione che si sviluppa: rabbia, tristezza, disperazione, paura, gioia, felicità, ansia, angoscia. A mio avviso una delle prove di Isao Takahata meglio riuscite, soprattutto perché ha collaborato con lo Studio Ghibli dove ha collaborato con il Maestro Hayao Miyazaki, il quale ha dato un notevole contributo in quanto testimone diretto degli eventi menzionati/narrati e quindi a tutti gli effetti un sopravvissuto e il quale ha rappresentato perfettamente l'essenza dell'orrore della guerra e i suoi sviluppi catastrofici ed orribili. Una testimonianza obbligatoria da ricordare e custodire. Voto: 10
Difficile, addirittura quasi impossibile, seppur nella sua evidenza, da descrivere. Perciò chiedo perdono se in questo caso utilizzo molti giri di parole, ma alla luce di quanto appena visto penso sia d'obbligo spenderci tantissime parole. Ci sono quelle storie che all'inizio si pensa non siano realmente accadute, storie che crediamo sian assurdità, frutto dell'immaginazione, della pazzia, della follia, della distorsione/manipolazione. Puntualmente però bisogna tenere in considerazione le circostanze in qui queste sono avvenute. Questo anime è basato su una storia realmente accaduta; infatti, non può non tornare in mente la famosa foto realmente scattata da Joe/Joseph Roger O'Donnell a Nagasaki, nella quale si vede il bambino di 10 anni portare il proprio fratellino ormai deceduto al crematorio e poi andarsene in silenzio, dopo aver assistito alla cremazione del fratellino. Fin dall'inizio assistiamo alla lenta, ma inesorabile sconfitta del Giappone, siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Gli Americani cominciano e continuano a bombardare la le città giapponesi con bombe incendiarie dal giugno fino al 6 e al 9 Agosto 1945, il Presidente Harry Truman dette l'ordine ufficiale di sganciare le due bombe atomiche Fat Man e Little Boy.
Sullo sfondo di questa vicenda generale assistiamo alla tragedia nella tragedia di una famiglia giapponese, nella quale è la madre la prima a morire per via delle ustioni riportate. I protagonisti della vicenda sono due bambini, il più grande di 12-14 anni che deve provvedere alla sorellina più piccola di 4-5 anni, la quale continua a fare domande riguardo la mamma e il fratello è costretto a mentire e ad inventarsi storie oltre che a prendere da mangiare per tenerla buona. Vengono inizialmente ospitati da una zia la quale li accoglie abbastanza bene, ma che poi si comporta in maniera piuttosto dura quando il cibo comincia a scarseggiare. I due bambini sono a questo punto costretti ad andarsene per cercare cibo altrove. I soldi sono a malapena sufficienti per comprare lo stretto necessario, il quale è ovviamente razionato poiché la guerra sta continuando. Si spostano di quartiere in quartiere alla ricerca di cibo ma senza troppo successo. Sono costretti a vendere i cimeli di famiglia per procurarsi i soldi per comprare da mangiare. Purtroppo la situazione non fa che peggiorare e i due trovano rifugio in una piccola grotta nella campagna attorno a Kobe, dove il ragazzo comincia a rubare per nutrire la sorellina e viene alla fine colto in flagranza e picchiato. Purtroppo le condizioni di salute della sorellina peggiorano: è fortemente denutrita, hai dei spaventosi rush cutanei sulla schiena dovuti alla diarrea causata a sua volta dal fatto che non mangia più bene e non mangia affatto per via del fatto che qualcuno le ha detto che la loro madre è morta. A peggiorare la situazione ci si mette il fatto che il ragazzo apprende che il Giappone si è arreso a seguito dello scoppio delle bombe atomiche e che la guerra è finita con la conseguenza che la Flotta Imperiale Giapponese è stata smantellata e in particolare la nave dove il loro padre serviva la causa imperiale. A questo punto, realizzato che neppure il padre sarebbe tornato a casa vivo il ragazzo accetta la situazione e cerca di fare quello che può per aiutare la sorellina, ma questa ormai è troppo debole ed è in procinto di morire pure lei. Infatti, dopo che il fratello ha cercato di darle da mangiare dell'anguria questa muore, spirando a causa dell'eccessiva debilitazione. Alla fine il ragazzo accetta la situazione con profonda amarezza e crema la sorellina per poi morire lui stesso non molto tempo dopo esattamente il 21 Settembre 1945, 19 giorni dopo la resa del Giappone.
Alla fine si vede la città di Kobe di oggi con i moderni grattacieli costruiti sulle rovine precedenti, ma si intravede ancora la collina dove gli spiriti del protagonista Seita e della sua sorellina Setsuko hanno vissuto la loro tragedia e dove sono rimasti dopo essere trapassati. E' una di quelle vicende che ti spaccano dentro, una di quelle storie che una volta veramente osservate, ascoltate e/o percepite ed avvertite ti rimangono per sempre. Quelle storie che si crede siano passate, ma che in realtà rimangono eccome. Un mio insegnante ci diceva sempre: "Ciò che sembra passato è molto più attuale di quello che sembra moderno". Se pensiamo alle guerre degli ultimi 30-40 anni così come a quelle attuali (la Guerra in Ucraina, la Guerra in Siria, Libia, Iraq e tanti altri paesi come Afghanistan, Nigeria la situazione delicata dell'Iran etc...) e ci fermiamo un attimo a rifletterci troviamo tante, addirittura infinite storie come questa, le quali purtroppo (si spera di no) rischiano di finire nel dimenticatoio come se i protagonisti non fossero mai esistiti e/o vissuti. Come già dall'immediato dopoguerra, ancora oggi diversi intellettuali, devono continuare a lottare e a far sentire la propria voce e far sentire la voce di milioni e/o miliardi di persone le quali non sono mai state ascoltate affinché cessi questa follia.
La grafica è semplicemente reale, priva di elementi inopportuni, tutta protesa a rappresentare l'orrore della guerra. Vi è una quasi totale assenza di comparto sonoro, se non per quei brevi attimi dove si vedono i due protagonisti giocare insieme, nei quali vi è un accompagnamento musicale lieve, morbido in contrasto con i rumori assordanti degli aerei e dei bombardieri.
I personaggi mostrano una certa varietà di emozioni e sentimenti che si alternano gli uni agli altri a seconda della situazione che si sviluppa: rabbia, tristezza, disperazione, paura, gioia, felicità, ansia, angoscia. A mio avviso una delle prove di Isao Takahata meglio riuscite, soprattutto perché ha collaborato con lo Studio Ghibli dove ha collaborato con il Maestro Hayao Miyazaki, il quale ha dato un notevole contributo in quanto testimone diretto degli eventi menzionati/narrati e quindi a tutti gli effetti un sopravvissuto e il quale ha rappresentato perfettamente l'essenza dell'orrore della guerra e i suoi sviluppi catastrofici ed orribili. Una testimonianza obbligatoria da ricordare e custodire. Voto: 10
È indubbio che il periodo di maggior prolificità dello Studio Ghibli, fondato nel lontano 1985, sia stato quello a cavallo tra gli anni ’80 e i primi anni ’00. In questo lasso di tempo, i membri dello studio hanno lavorato a più di venti opere, di cui ne hanno curato animazioni e produzione e tantissimi lungometraggi sono stati sfornati, da “Laputa, il Castello nel Cielo” a “La Città Incantata”. Ma è altrettanto fuor di ogni discussione, che l’anno d’oro dello studio d’animazione sia stato il 1988. Un anno indimenticabile per tutti gli appassionati di anime e, ancor di più, dello Studio Ghibli, che ha dato alla luce due autentici capolavori, tanto stupendi, quanto dissimili tra di loro. Miyazaki lavora al famosissimo “Il mio vicino Totoro”, film largamente apprezzato dalla critica e da cui il sensei trarrà ispirazione, per creare il logo dello Studio Ghibli. Un lungometraggio in cui regnano l’allegria e la spensieratezza, infuse nello spettatore per tramite di quella componente fantasy, che sarà il leitmotiv di gran parte delle opere successive del maestro. Contemporaneamente, Isao Takahata, cofondatore insieme a Miyazaki dello studio, mette mano all’altra opera maestra, “Una tomba per le lucciole”. Un film struggente, in cui a dominare è un forte realismo, dettato dalla necessità di tramandare alle generazioni successive gli orrori della guerra, affinché non venissero mai più ripetuti. Un lungometraggio che ha i connotati della fonte storica, in cui il realismo finisce, obbligatoriamente, per diventare pessimismo, fino a lasciare un vuoto incolmabile nello spettatore.
Giugno 1945. Due mesi prima del disastro di Hiroshima e Nagasaki. Nel cielo sopra il Giappone, scorrazzano liberamente i bombardieri B-25 americani, come roboanti angeli, portatori di morte piuttosto che di pace, i quali preannunciano l’arrivo di una catastrofe senza precedenti nella storia del mondo. Diverse piogge di bombe incendiarie divorano la città di Kobe, seminando il terrore fra la popolazione civile e costringendo le persone a cercare rifugio altrove, fuorché nelle proprie dimore, costrette inevitabilmente al crollo. Tra i tanti coinvolti negli orrori della guerra, ci sono il quattordicenne Seita e la sorellina di quattro anni Setsuke. Il primo, dopo aver assistito impotente alla morte di sua madre, fra le atroci sofferenze dovute alle ustioni, e avendo perso anche il padre, ufficiale di marina caduto in un conflitto bellico senza più speranze di vittoria, è chiamato a prendersi cura della sua sorellina, in un paese ormai in ginocchio e allo stremo delle forze.
Attenzione: la recensione contiene spoiler!
Obbligato dagli atroci rivolgimenti della guerra, che in un colpo solo gli hanno portato via entrambi i genitori, Seita, un ragazzo di appena quattordici anni, si trova a dover badare, tutto da solo, ai bisogni della piccola sorellina, oltre che ai suoi. Armato di tanta pazienza e del denaro che il padre aveva gelosamente custodito in banca, Seita, insieme alla sorella, cerca di sopravvivere alla bell’e meglio, nella speranza che ad attenderli ci sia un futuro migliore. Ma qui, in questa speranza “mal riposta”, si viene a consumare il “delitto” dell’opera. Film come “Gen di Hiroshima” o “L’isola di Giovanni”, che raccontano, alla pari di “Una tomba per le lucciole”, le tragiche conseguenze del conflitto mondiale sui giapponesi, dopo una serie di pianti, danno comunque allo spettatore un motivo per sorridere. Il pessimismo permea questi lungometraggi, le cui storie sono un vero e proprio pugno nello stomaco, ma alla fine è costretto a lasciare il posto alla speranza. La speranza affinché tragedie del genere non capitino mai più. La speranza per un domani migliore. Quella stessa speranza, che sembra non avere posto in “Una tomba per le lucciole”. Takahata sbatte in faccia allo spettatore l’orrore della guerra e il danno che quest’ultima ha perpetrato nei confronti di intere famiglie. Il film è reale, non solo perché ha come sfondo il momento più tragico della storia giapponese, ma perché racconta una storia, che non faccio fatica a reputare vera. Seppur in alcuni passaggi manchi di verosimiglianza, trovo altamente probabilmente che, nel 1945, siano esistiti realmente un fratello e una sorella, orfani dei propri genitori, che hanno lottato duramente per sopravvivere, giorno dopo giorno, senza mai perdere il sorriso e sperando in un futuro migliore. Ma questa, in Takahata, è soltanto una vana speranza, destinata ad infrangersi sul muro della realtà. Ancor prima di poter vedere la fine della guerra, i due fratelli muoiono. E a commuovere non è tanto la loro morte, di cui si parla già ad inizio film, bensì la modalità in cui avviene e il pensare che migliaia di bambini giapponesi, hanno realmente incontrato la morte, nei modi più atroci possibili. Bambini a cui è stato sottratto il diritto di sorridere e sognare in grande per il futuro. Quel futuro, a cui non hanno mai potuto assistere.
Contenutisticamente parlando, è veramente uno schiaffo in faccia e, se siete un tantino empatici, alla fine non potrete che ritrovarvi in un lago di lacrime. Straziante come poche altre cose al mondo. Da un punto di vista meramente tecnico, il film è invecchiato parecchio bene. Le ambientazioni, nel loro realismo, sono tetre e cupe, ma fenomenali. Il doppiaggio italiano è ottimo. E, si intenda, per doppiaggio ottimo, intendo il primo, di cui ho potuto fruire su Youtube. Sia benedetto colui che lo ha pubblicato nella sua veste originale. Il mondo intero, l’Italia intera, specialmente chi non sopporta i dialoghi di Cannarsi, ti ringrazia. Musicalmente, infine, è stato svolto il solito ottimo lavoro dello Studio Ghibli e di un Michio Mamiya in grandissima forma.
Per concludere, questo è un film da recuperare assolutamente, vista anche la sua facile reperibilità. Mi sento però di fare due raccomandazioni. La prima, è quella di guardare il film predisposti nella giusta maniera. Cioè, aspettatevi di piangere e di sentire dolore nel profondo dell’animo. Di conseguenza, la seconda raccomandazione, è quella di munirvi di fazzolettini, perché sicuramente vi torneranno utili.
Giugno 1945. Due mesi prima del disastro di Hiroshima e Nagasaki. Nel cielo sopra il Giappone, scorrazzano liberamente i bombardieri B-25 americani, come roboanti angeli, portatori di morte piuttosto che di pace, i quali preannunciano l’arrivo di una catastrofe senza precedenti nella storia del mondo. Diverse piogge di bombe incendiarie divorano la città di Kobe, seminando il terrore fra la popolazione civile e costringendo le persone a cercare rifugio altrove, fuorché nelle proprie dimore, costrette inevitabilmente al crollo. Tra i tanti coinvolti negli orrori della guerra, ci sono il quattordicenne Seita e la sorellina di quattro anni Setsuke. Il primo, dopo aver assistito impotente alla morte di sua madre, fra le atroci sofferenze dovute alle ustioni, e avendo perso anche il padre, ufficiale di marina caduto in un conflitto bellico senza più speranze di vittoria, è chiamato a prendersi cura della sua sorellina, in un paese ormai in ginocchio e allo stremo delle forze.
Attenzione: la recensione contiene spoiler!
Obbligato dagli atroci rivolgimenti della guerra, che in un colpo solo gli hanno portato via entrambi i genitori, Seita, un ragazzo di appena quattordici anni, si trova a dover badare, tutto da solo, ai bisogni della piccola sorellina, oltre che ai suoi. Armato di tanta pazienza e del denaro che il padre aveva gelosamente custodito in banca, Seita, insieme alla sorella, cerca di sopravvivere alla bell’e meglio, nella speranza che ad attenderli ci sia un futuro migliore. Ma qui, in questa speranza “mal riposta”, si viene a consumare il “delitto” dell’opera. Film come “Gen di Hiroshima” o “L’isola di Giovanni”, che raccontano, alla pari di “Una tomba per le lucciole”, le tragiche conseguenze del conflitto mondiale sui giapponesi, dopo una serie di pianti, danno comunque allo spettatore un motivo per sorridere. Il pessimismo permea questi lungometraggi, le cui storie sono un vero e proprio pugno nello stomaco, ma alla fine è costretto a lasciare il posto alla speranza. La speranza affinché tragedie del genere non capitino mai più. La speranza per un domani migliore. Quella stessa speranza, che sembra non avere posto in “Una tomba per le lucciole”. Takahata sbatte in faccia allo spettatore l’orrore della guerra e il danno che quest’ultima ha perpetrato nei confronti di intere famiglie. Il film è reale, non solo perché ha come sfondo il momento più tragico della storia giapponese, ma perché racconta una storia, che non faccio fatica a reputare vera. Seppur in alcuni passaggi manchi di verosimiglianza, trovo altamente probabilmente che, nel 1945, siano esistiti realmente un fratello e una sorella, orfani dei propri genitori, che hanno lottato duramente per sopravvivere, giorno dopo giorno, senza mai perdere il sorriso e sperando in un futuro migliore. Ma questa, in Takahata, è soltanto una vana speranza, destinata ad infrangersi sul muro della realtà. Ancor prima di poter vedere la fine della guerra, i due fratelli muoiono. E a commuovere non è tanto la loro morte, di cui si parla già ad inizio film, bensì la modalità in cui avviene e il pensare che migliaia di bambini giapponesi, hanno realmente incontrato la morte, nei modi più atroci possibili. Bambini a cui è stato sottratto il diritto di sorridere e sognare in grande per il futuro. Quel futuro, a cui non hanno mai potuto assistere.
Contenutisticamente parlando, è veramente uno schiaffo in faccia e, se siete un tantino empatici, alla fine non potrete che ritrovarvi in un lago di lacrime. Straziante come poche altre cose al mondo. Da un punto di vista meramente tecnico, il film è invecchiato parecchio bene. Le ambientazioni, nel loro realismo, sono tetre e cupe, ma fenomenali. Il doppiaggio italiano è ottimo. E, si intenda, per doppiaggio ottimo, intendo il primo, di cui ho potuto fruire su Youtube. Sia benedetto colui che lo ha pubblicato nella sua veste originale. Il mondo intero, l’Italia intera, specialmente chi non sopporta i dialoghi di Cannarsi, ti ringrazia. Musicalmente, infine, è stato svolto il solito ottimo lavoro dello Studio Ghibli e di un Michio Mamiya in grandissima forma.
Per concludere, questo è un film da recuperare assolutamente, vista anche la sua facile reperibilità. Mi sento però di fare due raccomandazioni. La prima, è quella di guardare il film predisposti nella giusta maniera. Cioè, aspettatevi di piangere e di sentire dolore nel profondo dell’animo. Di conseguenza, la seconda raccomandazione, è quella di munirvi di fazzolettini, perché sicuramente vi torneranno utili.
Isao Takahata dà una prova eccelsa delle sue qualità registiche con questa opera struggente e perfettamente misurata nei sentimenti.
La storia drammatica dei due fratellini che si muovono sotto le bombe della seconda guerra mondiale in Giappone, avrebbe condotto molti altri autori, soprattutto di cultura non giapponese e zen, a uno scivolone, anche involontario, nel patetico e nello strappalacrime più bieco. Le lacrime non mancano di certo nemmeno in questo caso, ma non vengono estorte allo spettatore con mezzi facili e convenzionali, bensì provocate naturalmente dagli eventi stessi, raccontati con obiettività e pudore.
Lo stesso pudore è dimostrato costantemente dal fratello maggiore, educato sicuramente alla disciplina tipica giapponese, in quel periodo ancora molto forte. Disciplina che a sua volta ha evidentemente forgiato lo stesso regista. E così la mano di quest'ultimo si fa impalpabile, sì confonde perfettamente con il protagonista e con la sua austera personalità e sensibilità. Il film si può interpretare dunque come un penetrante insegnamento sul modo adeguato, non facile e non per tutti, di affrontare i drammi dell'esistenza, in questo caso della guerra. Indimenticabile e significativo, è un film da non perdere.
La storia drammatica dei due fratellini che si muovono sotto le bombe della seconda guerra mondiale in Giappone, avrebbe condotto molti altri autori, soprattutto di cultura non giapponese e zen, a uno scivolone, anche involontario, nel patetico e nello strappalacrime più bieco. Le lacrime non mancano di certo nemmeno in questo caso, ma non vengono estorte allo spettatore con mezzi facili e convenzionali, bensì provocate naturalmente dagli eventi stessi, raccontati con obiettività e pudore.
Lo stesso pudore è dimostrato costantemente dal fratello maggiore, educato sicuramente alla disciplina tipica giapponese, in quel periodo ancora molto forte. Disciplina che a sua volta ha evidentemente forgiato lo stesso regista. E così la mano di quest'ultimo si fa impalpabile, sì confonde perfettamente con il protagonista e con la sua austera personalità e sensibilità. Il film si può interpretare dunque come un penetrante insegnamento sul modo adeguato, non facile e non per tutti, di affrontare i drammi dell'esistenza, in questo caso della guerra. Indimenticabile e significativo, è un film da non perdere.
Film di Isao Takahata uscito nel 1988, "Una Tomba per le Lucciole" è un film drammatico che racconta la vita di due giovani fratelli da poco rimasti orfani (Seita, il più grande, e Setsuke che ha solo quattro anni) durante la seconda guerra mondiale, concentrandosi in particolar modo sugli ultimi mesi prima dell'inevitabile resa del Giappone.
I disegni e la grafica sono molto buoni, specialmente considerando che è stato girato negli anni '80 e senza avere a disposizione il pieno budget dello studio Ghibli, vista la contemporanea produzione di "Il Mio Vicino Totoro". Le musiche sono anch'esse di qualità, e accompagnano adeguatamente tutto il film senza mai sovrastare le scene mostrate. Diversi dei personaggi mostrati all'infuori dei due fratelli (ad esempio il contadino o la zia) sono un ritratto realistico del come in una fase critica della guerra c'è poco spazio per la generosità e la tenerezza, anche verso i più piccoli.
Il film riesce magistralmente ad evidenziare la tragicità e molti dei lati peggiori della guerra senza nemmeno aver bisogno di mostrare i campi da combattimento. E' un film crudo, cupo, a tratti angosciante e che lascia poco spazio alla speranza e alla salvezza, inoltre i pochi momenti di leggerezza servono anche a rendere ancora più drammatico e doloroso quello che sarebbe accaduto in seguito. Un'opera d'arte che va assolutamente guardata, il voto non può che essere 10.
I disegni e la grafica sono molto buoni, specialmente considerando che è stato girato negli anni '80 e senza avere a disposizione il pieno budget dello studio Ghibli, vista la contemporanea produzione di "Il Mio Vicino Totoro". Le musiche sono anch'esse di qualità, e accompagnano adeguatamente tutto il film senza mai sovrastare le scene mostrate. Diversi dei personaggi mostrati all'infuori dei due fratelli (ad esempio il contadino o la zia) sono un ritratto realistico del come in una fase critica della guerra c'è poco spazio per la generosità e la tenerezza, anche verso i più piccoli.
Il film riesce magistralmente ad evidenziare la tragicità e molti dei lati peggiori della guerra senza nemmeno aver bisogno di mostrare i campi da combattimento. E' un film crudo, cupo, a tratti angosciante e che lascia poco spazio alla speranza e alla salvezza, inoltre i pochi momenti di leggerezza servono anche a rendere ancora più drammatico e doloroso quello che sarebbe accaduto in seguito. Un'opera d'arte che va assolutamente guardata, il voto non può che essere 10.
Attenzione: la recensione contiene spoiler!
"Una tomba per le lucciole" o, con il nuovo adattamento, "La tomba delle lucciole" è un film dello Studio Ghibli del 1988 diretto da Isao Takahata della durata di circa un'ora e mezza. Un'ora e mezza. Vorrei sottolineare per bene la durata di questo film perché, da questa recensione, si evince come io reputi di avere letteralmente buttato un'ora e mezza dietro un prodotto osannato, ma che non trovo meriti tutta questa fama o gli encomi. Ma andiamo con ordine.
Il film racconta la storia di un ragazzino di 14 anni, Seita, e della sorellina Setsuko, costretti ad affrontare insieme gli orrori della seconda guerra mondiale senza i genitori poiché la madre è morta per delle pesanti ustioni sul corpo a causa dei bombardamenti, mentre il padre è occupato a combattere per la marina militare.
Fine. Sì, la trama è questa. Ma lo capisci dopo. Questo perché iniziamo subito con il primo problema: l'inizio è la fine.
Non ho, nella maniera più assoluta, apprezzato il fatto di anticipare la scena finale del film ai primi minuti iniziali, spoilerando automaticamente la conclusione della vicenda. È come guardare il finale di un film e poi tornare indietro, ai primi minuti, per guardarlo effettivamente tutto. Non ha senso. Avrei potuto concludere la visione già dopo cinque minuti a questo punto!
In secondo luogo, la vicenda viene definita "straziante" per i protagonisti, ma loro effettivamente non soffrono. O almeno non all'inizio. Hanno una zia che offre un posto in cui stare, cucina anche per loro, li aiuta e se ne prende cura. Invece di essere grato per questa immensa fortuna che hanno avuto, Seita si sente offeso e arrabbiato. Perché? Evidentemente perché la zia fa dei commenti un po' insensibili sul fatto che lui e sua sorella non facciano (effettivamente, oggettivamente e obiettivamente) niente per aiutare la famiglia in questo momento così delicato, bensì pensino soltanto a giocare tutto il giorno e mangiare il cibo che lei prepara. Non vanno a scuola. Seita non lavora. Scusatemi tanto, ma la zia ha assolutamente ragione! Un ragazzino di 14 anni nel 1940 era considerato un adulto in grado di lavorare per guadagnarsi da vivere. Se si guarda "Si alza il vento" o "In questo angolo di mondo" si comprende immediatamente cosa c'è di sbagliato in questo film e in ciò che stiamo guardando. Non vi era nulla di tragico od assurdo. Era semplicemente ciò che avrebbe fatto chiunque (uomo, donna, bambino/a e anziano/a) per andare avanti durante la guerra mondiale.
Però no, Seita, nonostante fosse responsabile per sua sorella, molto più piccola di lui e che quindi andava seguita, educata e accudita, non poteva accettare quegli "orribili" insulti da parte di sua zia! Quindi cosa fa? Semplice! Lascia la casa della zia! Ignora il consiglio del contadino che gli dice di tornare dalla zia e scusarsi. No! Assolutamente! Non lo può tollerare! Quindi poi cosa fa? Continua a giocare con sua sorella. Come se nulla fosse. Come se il resto non fosse importante. Finché, lentamente e ovviamente non arrivano a morir di fame. E non solo letteralmente.
Perciò Seita è semplicemente un idiota responsabile non solo della sua morte, ma anche della morte della sua sorellina! Seita è il responsabile dell'intera vicenda de "La tomba delle lucciole". Si è scavato la fossa da solo, per sé e per la sua sorellina.
Un altro problema di questo film sta nel fatto che i sentimenti dei personaggi fossero artificiosi e veramente finti! Niente pathos, niente emozioni e niente sentimenti. Cioè, Seita vede la madre morta, i 2/3 del suo corpo ricoperto da ustioni e non ha versato nemmeno una lacrima? No! Ha pensato solo a fare scherzi e giocare alla barra di metallo con sua sorella! Ma siamo seri? Insomma, il film è costellato dai capricci e dalle azioni immature e bambinesche di Seita e la sorellina! Come fai a concepire quella scena? Lui e sua sorella che ridono dopo che la madre è morta è da "chi ha concepito questa scena del cavol..fiore?". È talmente fuori da qualunque cosa che se fosse stata messa in un film meno serio magari l'avrei reputata una scena forse decente!
Anche la zia non ha pathos, non trasmette alcuna emozione! Viene a sapere che sua sorella è morta e non prova niente? Non piange? Non si dispera? Niente. Ma seriamente? È assurdo! Anche se non lo ha dimostrato pienamente, è stata gentile a suo modo, ha accolto i bambini in casa, quindi perché questa totale assenza di pathos? Perché poi il suo atteggiamento ostile nei confronti di Setsuko? Ha quattro anni e capisce decisamente meno del fratello.
Mi ripeto, è Seita il responsabile di tutto ciò che succede in questo film. Non Setsuko. Non la zia. Seita.
Inoltre, sono state costruite delle scene apposta per far provare empatia, diciamo per manipolare i sentimenti dello spettatore. Ed è qui che arriva un altro grande difetto del film: non ci riesce. Non riesci ad empatizzare con il personaggio, non riesci a comprendere e condividere le scelte fatte dal protagonista. Sono inconcepibili. Non ha senso questo film.
Seita e Setsuko vivono una tragedia durante la seconda guerra mondiale. Un trauma enorme. Eppure ridono e scherzano, si divertono. Seita ignora le sue responsabilità da adulto ed entrambi infine muoiono di fame.
Qual è il senso di questo film? Qual è il suo significato?
Ci sono stati tantissimi film dedicati alla seconda guerra mondiale prima de "La tomba delle lucciole" e ce ne sono stati tantissimi anche dopo, quindi cosa rende speciale proprio questo film? Cosa vuole trasmettermi? Cosa vuole dirmi? Qual è il messaggio del regista sulla vita e sulla condizione umana? La risposta a tutte le domande è quasi la stessa: "nessuno" e "nulla".
Non sono minimamente riuscita a provare pietà per quei bambini. Niente! Il regista e tutti coloro che hanno lavorato a questo film non mi hanno fatto provare un bel niente! Lo definirei un film dimenticabile. Soprattutto dal punto di vista umano, razionale ed emotivo.
Ho parlato solo di lati negativi, ma sì, c'è anche un lato positivo di questo film, forse l'unico. L'animazione, per il suo tempo, è ottima così come l'attenzione ai più piccoli dettagli.
Il comparto sonoro non è male, mette quella giusta malinconia che serve, ma che comunque non riesce a stimolare abbastanza in assenza di pathos come in questo film.
Il bello è che questo è un racconto semi-autobiografico, in realtà l'autore ha vissuto una parte di questi eventi, solo che ha rubato il cibo alla sorellina, che quindi è morta, mentre lui è sopravvissuto.
È decisamente una storia più brutta, autentica ma più brutta. Sicuramente meglio di quella che è stata raccontata in questo film.
E con questa valutazione, penso di aver graziato anche fin troppo questo film.
"Una tomba per le lucciole" o, con il nuovo adattamento, "La tomba delle lucciole" è un film dello Studio Ghibli del 1988 diretto da Isao Takahata della durata di circa un'ora e mezza. Un'ora e mezza. Vorrei sottolineare per bene la durata di questo film perché, da questa recensione, si evince come io reputi di avere letteralmente buttato un'ora e mezza dietro un prodotto osannato, ma che non trovo meriti tutta questa fama o gli encomi. Ma andiamo con ordine.
Il film racconta la storia di un ragazzino di 14 anni, Seita, e della sorellina Setsuko, costretti ad affrontare insieme gli orrori della seconda guerra mondiale senza i genitori poiché la madre è morta per delle pesanti ustioni sul corpo a causa dei bombardamenti, mentre il padre è occupato a combattere per la marina militare.
Fine. Sì, la trama è questa. Ma lo capisci dopo. Questo perché iniziamo subito con il primo problema: l'inizio è la fine.
Non ho, nella maniera più assoluta, apprezzato il fatto di anticipare la scena finale del film ai primi minuti iniziali, spoilerando automaticamente la conclusione della vicenda. È come guardare il finale di un film e poi tornare indietro, ai primi minuti, per guardarlo effettivamente tutto. Non ha senso. Avrei potuto concludere la visione già dopo cinque minuti a questo punto!
In secondo luogo, la vicenda viene definita "straziante" per i protagonisti, ma loro effettivamente non soffrono. O almeno non all'inizio. Hanno una zia che offre un posto in cui stare, cucina anche per loro, li aiuta e se ne prende cura. Invece di essere grato per questa immensa fortuna che hanno avuto, Seita si sente offeso e arrabbiato. Perché? Evidentemente perché la zia fa dei commenti un po' insensibili sul fatto che lui e sua sorella non facciano (effettivamente, oggettivamente e obiettivamente) niente per aiutare la famiglia in questo momento così delicato, bensì pensino soltanto a giocare tutto il giorno e mangiare il cibo che lei prepara. Non vanno a scuola. Seita non lavora. Scusatemi tanto, ma la zia ha assolutamente ragione! Un ragazzino di 14 anni nel 1940 era considerato un adulto in grado di lavorare per guadagnarsi da vivere. Se si guarda "Si alza il vento" o "In questo angolo di mondo" si comprende immediatamente cosa c'è di sbagliato in questo film e in ciò che stiamo guardando. Non vi era nulla di tragico od assurdo. Era semplicemente ciò che avrebbe fatto chiunque (uomo, donna, bambino/a e anziano/a) per andare avanti durante la guerra mondiale.
Però no, Seita, nonostante fosse responsabile per sua sorella, molto più piccola di lui e che quindi andava seguita, educata e accudita, non poteva accettare quegli "orribili" insulti da parte di sua zia! Quindi cosa fa? Semplice! Lascia la casa della zia! Ignora il consiglio del contadino che gli dice di tornare dalla zia e scusarsi. No! Assolutamente! Non lo può tollerare! Quindi poi cosa fa? Continua a giocare con sua sorella. Come se nulla fosse. Come se il resto non fosse importante. Finché, lentamente e ovviamente non arrivano a morir di fame. E non solo letteralmente.
Perciò Seita è semplicemente un idiota responsabile non solo della sua morte, ma anche della morte della sua sorellina! Seita è il responsabile dell'intera vicenda de "La tomba delle lucciole". Si è scavato la fossa da solo, per sé e per la sua sorellina.
Un altro problema di questo film sta nel fatto che i sentimenti dei personaggi fossero artificiosi e veramente finti! Niente pathos, niente emozioni e niente sentimenti. Cioè, Seita vede la madre morta, i 2/3 del suo corpo ricoperto da ustioni e non ha versato nemmeno una lacrima? No! Ha pensato solo a fare scherzi e giocare alla barra di metallo con sua sorella! Ma siamo seri? Insomma, il film è costellato dai capricci e dalle azioni immature e bambinesche di Seita e la sorellina! Come fai a concepire quella scena? Lui e sua sorella che ridono dopo che la madre è morta è da "chi ha concepito questa scena del cavol..fiore?". È talmente fuori da qualunque cosa che se fosse stata messa in un film meno serio magari l'avrei reputata una scena forse decente!
Anche la zia non ha pathos, non trasmette alcuna emozione! Viene a sapere che sua sorella è morta e non prova niente? Non piange? Non si dispera? Niente. Ma seriamente? È assurdo! Anche se non lo ha dimostrato pienamente, è stata gentile a suo modo, ha accolto i bambini in casa, quindi perché questa totale assenza di pathos? Perché poi il suo atteggiamento ostile nei confronti di Setsuko? Ha quattro anni e capisce decisamente meno del fratello.
Mi ripeto, è Seita il responsabile di tutto ciò che succede in questo film. Non Setsuko. Non la zia. Seita.
Inoltre, sono state costruite delle scene apposta per far provare empatia, diciamo per manipolare i sentimenti dello spettatore. Ed è qui che arriva un altro grande difetto del film: non ci riesce. Non riesci ad empatizzare con il personaggio, non riesci a comprendere e condividere le scelte fatte dal protagonista. Sono inconcepibili. Non ha senso questo film.
Seita e Setsuko vivono una tragedia durante la seconda guerra mondiale. Un trauma enorme. Eppure ridono e scherzano, si divertono. Seita ignora le sue responsabilità da adulto ed entrambi infine muoiono di fame.
Qual è il senso di questo film? Qual è il suo significato?
Ci sono stati tantissimi film dedicati alla seconda guerra mondiale prima de "La tomba delle lucciole" e ce ne sono stati tantissimi anche dopo, quindi cosa rende speciale proprio questo film? Cosa vuole trasmettermi? Cosa vuole dirmi? Qual è il messaggio del regista sulla vita e sulla condizione umana? La risposta a tutte le domande è quasi la stessa: "nessuno" e "nulla".
Non sono minimamente riuscita a provare pietà per quei bambini. Niente! Il regista e tutti coloro che hanno lavorato a questo film non mi hanno fatto provare un bel niente! Lo definirei un film dimenticabile. Soprattutto dal punto di vista umano, razionale ed emotivo.
Ho parlato solo di lati negativi, ma sì, c'è anche un lato positivo di questo film, forse l'unico. L'animazione, per il suo tempo, è ottima così come l'attenzione ai più piccoli dettagli.
Il comparto sonoro non è male, mette quella giusta malinconia che serve, ma che comunque non riesce a stimolare abbastanza in assenza di pathos come in questo film.
Il bello è che questo è un racconto semi-autobiografico, in realtà l'autore ha vissuto una parte di questi eventi, solo che ha rubato il cibo alla sorellina, che quindi è morta, mentre lui è sopravvissuto.
È decisamente una storia più brutta, autentica ma più brutta. Sicuramente meglio di quella che è stata raccontata in questo film.
E con questa valutazione, penso di aver graziato anche fin troppo questo film.
Poco da dire, questo è chiaramente uno dei migliori film prodotti dal Ghibli.
Non è realizzato dalla mano dell'amatissimo Hayao Miyazaki, bensì da Isao Takahata, e sul piano commerciale non ha avuto lo stesso successo di altre opere dello Studio, a suo tempo.
Nello specifico, uscì nelle sale in parallelo a "Il mio vicino Totoro", con il quale è in forte antitesi. Infatti l'uno è brioso e leggero, l'altro è una mazzata nello stomaco.
E' tratto dall'omonimo romanzo di Akiyuki Nosaka, e ciò che spaventa più di ogni altra cosa in "La tomba delle lucciole" non sono i bombardamenti aerei e la guerra in sè, ma l'indifferenza e l'insensibilità della gente. In questo lungometraggio assistiamo all'incapacità, da parte di Seita e Setsuke, di poter gestire nel modo migliore una situazione complessa e drammatica come quella che stanno vivendo. Ma entrambi molto giovani e ancora immaturi, ognuno dei due a proprio modo, vengono isolati sempre più in un ambiente dove la Seconda Guerra Mondiale ha portato via il senso di umanità, e questo è ciò che mi terrorizza di più.
Com'è dimostrato a più riprese, e tramite giochi d'espressività sottili, Seita prova un terribile senso di colpa per la piccola sorella.
Il maggior dettaglio grafico, in tutto il film è concentrato sui due protagonisti: le espressioni e le movenze sono studiate minuziosamente, ad un punto tale da sembrare quasi in carne e ossa. Le lucciole siamo noi: siamo effimeri. Sprigioniamo luce per un tempo breve, fino a che ci spegnamo.
Come film può risultare dal ritmo lento, e soprattutto è molto difficile da mandare giù, ma il suo valore in fatto di arte e di sensibilizzazione è evidente.
L'errore che è stato commesso a suo tempo, secondo me, consiste nel fatto che lo hanno reso accessibile a spettatori di tutte le età, mentre se dipendesse da me lo vieterei ai minori di 12 anni. Detto questo, credo si tratti di un lungometraggio che chi non conosce dovrebbe vedere.
Non è realizzato dalla mano dell'amatissimo Hayao Miyazaki, bensì da Isao Takahata, e sul piano commerciale non ha avuto lo stesso successo di altre opere dello Studio, a suo tempo.
Nello specifico, uscì nelle sale in parallelo a "Il mio vicino Totoro", con il quale è in forte antitesi. Infatti l'uno è brioso e leggero, l'altro è una mazzata nello stomaco.
E' tratto dall'omonimo romanzo di Akiyuki Nosaka, e ciò che spaventa più di ogni altra cosa in "La tomba delle lucciole" non sono i bombardamenti aerei e la guerra in sè, ma l'indifferenza e l'insensibilità della gente. In questo lungometraggio assistiamo all'incapacità, da parte di Seita e Setsuke, di poter gestire nel modo migliore una situazione complessa e drammatica come quella che stanno vivendo. Ma entrambi molto giovani e ancora immaturi, ognuno dei due a proprio modo, vengono isolati sempre più in un ambiente dove la Seconda Guerra Mondiale ha portato via il senso di umanità, e questo è ciò che mi terrorizza di più.
Com'è dimostrato a più riprese, e tramite giochi d'espressività sottili, Seita prova un terribile senso di colpa per la piccola sorella.
Il maggior dettaglio grafico, in tutto il film è concentrato sui due protagonisti: le espressioni e le movenze sono studiate minuziosamente, ad un punto tale da sembrare quasi in carne e ossa. Le lucciole siamo noi: siamo effimeri. Sprigioniamo luce per un tempo breve, fino a che ci spegnamo.
Come film può risultare dal ritmo lento, e soprattutto è molto difficile da mandare giù, ma il suo valore in fatto di arte e di sensibilizzazione è evidente.
L'errore che è stato commesso a suo tempo, secondo me, consiste nel fatto che lo hanno reso accessibile a spettatori di tutte le età, mentre se dipendesse da me lo vieterei ai minori di 12 anni. Detto questo, credo si tratti di un lungometraggio che chi non conosce dovrebbe vedere.
Attenzione la recensione contiene lievi spoiler
Senza ombra di dubbio ci troviamo di fronte al capolavoro assoluto di Isao Takahata.
Personalmente lo metto tra le prime cinque posizioni della mia classifica dei film anime più belli di sempre. Le tematiche affrontate dalla pellicola sono truci (la guerra vista e vissuta sulla pelle di un bambino) e Takahata le affronta senza la minima concessione alla mielosità, alla teatralità e all'happy ending, solo la realtà nuda e cruda, che si mostra nei grandi e piccoli particolari disseminati nella storia. Magnifico. Dal punto di vista tecnico, è in linea coi livelli standard dei film di animazione per sala cinematografica di quei tempi (1988), è inferiore non solo al successivo film dello Studio Ghibli del 1989 (Kiki), ma anche al precedente del 1986 (Laputa). Questo perché in quell'anno le risorse economiche e umane dello Studio furono divise in due per la produzione sia di questo film che di quello di Miyazaki (Totoro). Personalmente comunque questa è una cosa che si nota poco ed è totalmente secondaria alle vette artistiche raggiunte dalla storia, dalla sceneggiatura, dallo storyboard, dalla regia e dalla delineazione dei personaggi.
Senza ombra di dubbio ci troviamo di fronte al capolavoro assoluto di Isao Takahata.
Personalmente lo metto tra le prime cinque posizioni della mia classifica dei film anime più belli di sempre. Le tematiche affrontate dalla pellicola sono truci (la guerra vista e vissuta sulla pelle di un bambino) e Takahata le affronta senza la minima concessione alla mielosità, alla teatralità e all'happy ending, solo la realtà nuda e cruda, che si mostra nei grandi e piccoli particolari disseminati nella storia. Magnifico. Dal punto di vista tecnico, è in linea coi livelli standard dei film di animazione per sala cinematografica di quei tempi (1988), è inferiore non solo al successivo film dello Studio Ghibli del 1989 (Kiki), ma anche al precedente del 1986 (Laputa). Questo perché in quell'anno le risorse economiche e umane dello Studio furono divise in due per la produzione sia di questo film che di quello di Miyazaki (Totoro). Personalmente comunque questa è una cosa che si nota poco ed è totalmente secondaria alle vette artistiche raggiunte dalla storia, dalla sceneggiatura, dallo storyboard, dalla regia e dalla delineazione dei personaggi.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Film triste. Regia superba. Disegni che non invecchiano nel tempo. Musiche che danzano all'unisono con l'animazione. Opera riflessiva, che raffigura un mondo vicino ma estremamente lontano da quello odierno. Un mondo in cui la gioia viene portata dalle lucciole e da una scatola di caramelle. Isao Takahata cerca di muovere i sentimenti di una società consumista, volta avidamente al materialismo.
Un Benigni vestito da quattordicenne, ma che non ce la fa. Ci prova, ci riesce, ma alla fine cede. Facile immedesimarsi nella sua frustrazione nei confronti di una popolo egoista.
Il peso della vita e della guerra sono troppo grandi per le sue piccole spalle.
Film triste. Regia superba. Disegni che non invecchiano nel tempo. Musiche che danzano all'unisono con l'animazione. Opera riflessiva, che raffigura un mondo vicino ma estremamente lontano da quello odierno. Un mondo in cui la gioia viene portata dalle lucciole e da una scatola di caramelle. Isao Takahata cerca di muovere i sentimenti di una società consumista, volta avidamente al materialismo.
Un Benigni vestito da quattordicenne, ma che non ce la fa. Ci prova, ci riesce, ma alla fine cede. Facile immedesimarsi nella sua frustrazione nei confronti di una popolo egoista.
Il peso della vita e della guerra sono troppo grandi per le sue piccole spalle.
Secondo me lo studio Ghibli è molto sopravvalutato e quest’opera, diretta da Isao Takahata, non mi ha lasciato molto: ne ho capito l’antimilitarismo di fondo e la forza dei rapporti fraterni che viene celebrata, ma tutto è troppo lento.
Credo che il giudizio su un'opera cambi col cambiare dell’età, ma anche con lo scorrere della vita: se l’avessi vista nei primi anni ‘90 sicuramente “Una tomba per le lucciole” mi avrebbe colpito molto di più ma oggi che ho raggiunto l’età di 42 anni e ho visto molti film drammatici (di animazione e non) e ho letto molti manga che hanno enfatizzato alcune morti di personaggi amati non sono riuscito a commuovermi. E sì che quest’opera ha commosso nel corso degli anni molti ragazzi/e e ha colpito l’immaginario di molti otaku.
Uscito nel 1988 in Giappone insieme (cioè un biglietto due film al cinema) con "Totoro", questo film fu un mezzo fallimento al botteghino; in quanto i bambini volevano vedere una favola animata ("Totoro" appunto) e si trovavano anche questo film molto più drammatico.
Attenzione questa parte contiene spoiler
Si può certamente considerare un slice of life che parla di guerra, della guerra che il Giappone sta perdendo con gli americani i cui bombardamenti ne sono una dimostrazione, con la gente che diviene sempre più preoccupata e povera, ma anche sempre meno umana come dimostrano la “zia” che si prende le razioni dei bambini o il contadino che, scopertosi derubato, pesta a sangue Seita.
Il finale lo vediamo già all’inizio del film: senza più madre, né padre, persa la piccola sorella Setsuko, senza più orgoglio nei confronti del proprio paese che ha perso la guerra, Seita si lascia morire nella stazione ferroviaria: io penso che ciò l’abbiano messo all’inizio per poter sdrammatizzare ciò che racconta poi il film, infatti mettendo all’inizio l'incontro fra lo spirito del ragazzo appena morto e quello della sorellina che viene ad accoglierlo per portarlo nell’aldilà si diminuisce la drammaticità di tutto ciò che viene narrato dopo.
Non mi sento in questo momento né di dare un brutto voto alla storia che ha un plot interessante, ma nemmeno uno bello, in quanto tutto scorre in questo film in modo troppo tranquillo: il giusto voto è un 6. Un 6 senza infamia e senza lode.
Credo che il giudizio su un'opera cambi col cambiare dell’età, ma anche con lo scorrere della vita: se l’avessi vista nei primi anni ‘90 sicuramente “Una tomba per le lucciole” mi avrebbe colpito molto di più ma oggi che ho raggiunto l’età di 42 anni e ho visto molti film drammatici (di animazione e non) e ho letto molti manga che hanno enfatizzato alcune morti di personaggi amati non sono riuscito a commuovermi. E sì che quest’opera ha commosso nel corso degli anni molti ragazzi/e e ha colpito l’immaginario di molti otaku.
Uscito nel 1988 in Giappone insieme (cioè un biglietto due film al cinema) con "Totoro", questo film fu un mezzo fallimento al botteghino; in quanto i bambini volevano vedere una favola animata ("Totoro" appunto) e si trovavano anche questo film molto più drammatico.
Attenzione questa parte contiene spoiler
Si può certamente considerare un slice of life che parla di guerra, della guerra che il Giappone sta perdendo con gli americani i cui bombardamenti ne sono una dimostrazione, con la gente che diviene sempre più preoccupata e povera, ma anche sempre meno umana come dimostrano la “zia” che si prende le razioni dei bambini o il contadino che, scopertosi derubato, pesta a sangue Seita.
Il finale lo vediamo già all’inizio del film: senza più madre, né padre, persa la piccola sorella Setsuko, senza più orgoglio nei confronti del proprio paese che ha perso la guerra, Seita si lascia morire nella stazione ferroviaria: io penso che ciò l’abbiano messo all’inizio per poter sdrammatizzare ciò che racconta poi il film, infatti mettendo all’inizio l'incontro fra lo spirito del ragazzo appena morto e quello della sorellina che viene ad accoglierlo per portarlo nell’aldilà si diminuisce la drammaticità di tutto ciò che viene narrato dopo.
Non mi sento in questo momento né di dare un brutto voto alla storia che ha un plot interessante, ma nemmeno uno bello, in quanto tutto scorre in questo film in modo troppo tranquillo: il giusto voto è un 6. Un 6 senza infamia e senza lode.
Quando un intero popolo si lascia accecare dal nazionalismo e guidare da una giunta di militaristi esaltati, purtroppo il risultato è già scritto e lo conosciamo bene qui in Europa. Per colpa di personaggi come questi e i loro folli sogni come la Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale (colonialismo) il popolo nipponico si è macchiato di gravissimi reati (vedi Nanchino, Filippine ed unità 731). Il lungometraggio è crudo, reale, la sofferenza provocata si riversa sul popolo inerme, che altro non può fare che veder bruciare le proprie città e morire i propri cari tra i bombardamenti incendiari e carestie. La guerra è guerra e non guarda in faccia colpevoli od innocenti.
L'ho visto oggi per la prima volta e devo dire che con una giornata piovosa e piena di fulmini fa un certo effetto vederlo. Poi bisogna dire che io non mi ci ritrovo nello stile dello studio Ghibli ma dopo aver visto questo film mi devo ricredere. Storia tristissima e penso che per molti sia stata una storia vera perchè sarà accaduto durante la guerra un evento simile. Le animazioni, nonostante sia stato fatto nel 1988, hanno un loro perchè e molti dettagli in alta definizione si vedono molto meglio, per non parlare del doppiaggio che ci sta benissimo a parte qualche scena che resta muta per pochi secondi. La cosa che non capisco è perchè hanno voluto mettere le guance alla "Heidi" a Setsuke che secondo me stava bene anche senza. Per il resto per quelli che sono emotivi lacrime assicurate.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Dato che sulla trama si è detto di tutto, penso ormai di potermi permettere qualche spoiler. Del resto la verità spesso si nasconde nei dettagli e quest’opera senza storia ne ha molti. Per non parlare del fatto che i richiami ad altri libri e film non mancano.
Questa è la storia di due fratelli, un bambino di quattordici anni e la sua sorellina di quattro che ai primi di giugno del '45 rimangono orfani durante il bombardamento di Kobe. Rimasti senza genitori perché il padre è in marina a combattere e la madre è morta, vanno a vivere presso una lontana zia. Ma vengono trattati come il protagonista di un romanzo di Dickens: all’inizio, trattati bene poiché innocenti come sono non capiscono che la zia intende sfruttare il cibo che hanno portato, poi, non appena le risorse scarseggiano, messi all’indice perché non fanno nulla per lavorare e, alla fine, Seita decide di portare la sorella via, a vivere in una caverna. Indubbiamente la zia è piena d’ideologia imperiale, dato che tutti devono servire la patria, ma allora cosa potrebbe fare una bambina di quattro anni? E il fratello che deve badare a lei? Del resto la fabbrica in cui avrebbe dovuto lavorare non c’è più. Decisamente una persona insensibile, ipocrita e sfruttatrice. La classica egoista per cui ciò che dà è sempre troppo e ciò che riceve troppo poco. Ma la falce della morte non ha pietà: la piccola Setsuko deperisce sempre di più e nemmeno i furti di Seita riescono a portare abbastanza riso per sfamarla. E, dopo appena due mesi, la piccola muore d’inedia. Del resto i vari adulti cui i due si rivolgono non hanno cibo da dare loro. Rimasto solo, Seita diventa realmente solo, poiché scopre che il Giappone ha perso e che la flotta non c’è più. Ovvero che il padre è morto. Privato dell’ideologia in cui credeva realmente, come tutti del resto, non gli rimane più un motivo per vivere. Così la sera del 21 settembre muore come altri disperati alla stazione. Tutto qui. Una storia senza storia poiché non ci sono colpi di scena o chissà quali eventi, il finale è triste e lo conosciamo già dal primo minuto. Ciò potrebbe sembrare un controsenso, ma in fondo non lo è, poiché è tipico dei giapponesi fare così e realizzare un buon lavoro.
Il regista Isao Takahata, quello di "Heidi", sosteneva di aver realizzato questo film per i bambini, per insegnare loro cosa fosse la guerra tramite il mezzo dall’animazione, un mezzo che ha molta presa su di loro. Ma con tutta la sua crudezza sarà un film per bambini? Difficile dirlo. Non si pù non pensare ad altri libri e film. Un primo paragone è con "Un sacchetto di biglie", libro autobiografico in cui Joseph Joffo racconta le peregrinazioni sue e del fratello, entrambi poco più che bambini, nella Francia occupata dai tedeschi. O con "La vita è bella". Già, perché qui la vita sembrerebbe un incubo, in cui non c’è salvezza. Non solo perché il lieto fine non c’è proprio, ma proprio perché la vita sembra vuota e cattiva. Joffo e suo fratello Maurice, infatti, avevano dovuto affrontare enormi difficoltà ma avevano ricevuto molta solidarietà da parte degli adulti, senza la quale sarebbero sicuramente morti di fame o in un campo di concentramento. Qui invece non ci saranno mani pronte a donare il cibo, come se i bambini fossero solo degli inutili che devono morire per primi. Anzi Seita sarà picchiato a sangue per aver rubato, poi, condotto dalla polizia, il picchiatore scoprirà di aver commesso un reato per eccesso di difesa. Così il ragazzo comprenderà che è facile amare la legge finché è dalla tua parte, meno quando la si deve rispettare.
Agghiacciante la scena del funerale della bambina, che avviene in un'ampia vallata, ove si vede, in una casa lontana, un gruppo di ragazze della buona società finalmente tornate a casa loro e che vedono la guerra come un problema momentaneo e seccante. Segno ulteriore che il cibo c’era, ma non per loro. Ma oltre che degli adulti, qui si canta anche l’assenza del padre. Non c’è Benigni a crescere e guidare il piccolo Giosué, a rendere allegro il campo di concentramento. Qui, invece ,sono drammaticamente soli, e i loro tentativi di essere allegri presto svaniranno in seguito alle durezze della guerra. Per la zia e i vicini, poi, davano solo un fastidioso rumore. Così Seita precipita e si dà al furto. È stato giusto? È stato forte o solo un debole che avrebbe dovuto stare con la zia e cercare un lavoro? Chissà. In ogni caso i bambini ci guardano e Seita ci insegna come anche i piccoli siano riempiti dalle ideologie. Non che avessero torto nello sperare nella vittoria, dato che, come vediamo in "Flags of our fathers", anche l’America rischiava di fermarsi per mancanza di soldi. Benigni diceva che nella vita c’è il pianto e il riso, ecco perché il finale è lieto a metà, ma qui solo il pianto. Ancora più agghiacciante il fatto che si giustifichi l’atomica proprio perché, senza di essa, la guerra avrebbe proseguito nel '46, facendo morire di fame un decimo della popolazione dell’arcipelago. Ulteriore condanna agli adulti è il fatto che Seita incontri solo l’anima della sorella e non quella dei genitori e questo gli basta. Eppure alla fine la salvezza c’è, perché il messaggio è che, se vivremo con intensità nemmeno il dolore più innocente e ingiusto potrà dire che non sia valsa la pena di vivere.
Voto 10
Dato che sulla trama si è detto di tutto, penso ormai di potermi permettere qualche spoiler. Del resto la verità spesso si nasconde nei dettagli e quest’opera senza storia ne ha molti. Per non parlare del fatto che i richiami ad altri libri e film non mancano.
Questa è la storia di due fratelli, un bambino di quattordici anni e la sua sorellina di quattro che ai primi di giugno del '45 rimangono orfani durante il bombardamento di Kobe. Rimasti senza genitori perché il padre è in marina a combattere e la madre è morta, vanno a vivere presso una lontana zia. Ma vengono trattati come il protagonista di un romanzo di Dickens: all’inizio, trattati bene poiché innocenti come sono non capiscono che la zia intende sfruttare il cibo che hanno portato, poi, non appena le risorse scarseggiano, messi all’indice perché non fanno nulla per lavorare e, alla fine, Seita decide di portare la sorella via, a vivere in una caverna. Indubbiamente la zia è piena d’ideologia imperiale, dato che tutti devono servire la patria, ma allora cosa potrebbe fare una bambina di quattro anni? E il fratello che deve badare a lei? Del resto la fabbrica in cui avrebbe dovuto lavorare non c’è più. Decisamente una persona insensibile, ipocrita e sfruttatrice. La classica egoista per cui ciò che dà è sempre troppo e ciò che riceve troppo poco. Ma la falce della morte non ha pietà: la piccola Setsuko deperisce sempre di più e nemmeno i furti di Seita riescono a portare abbastanza riso per sfamarla. E, dopo appena due mesi, la piccola muore d’inedia. Del resto i vari adulti cui i due si rivolgono non hanno cibo da dare loro. Rimasto solo, Seita diventa realmente solo, poiché scopre che il Giappone ha perso e che la flotta non c’è più. Ovvero che il padre è morto. Privato dell’ideologia in cui credeva realmente, come tutti del resto, non gli rimane più un motivo per vivere. Così la sera del 21 settembre muore come altri disperati alla stazione. Tutto qui. Una storia senza storia poiché non ci sono colpi di scena o chissà quali eventi, il finale è triste e lo conosciamo già dal primo minuto. Ciò potrebbe sembrare un controsenso, ma in fondo non lo è, poiché è tipico dei giapponesi fare così e realizzare un buon lavoro.
Il regista Isao Takahata, quello di "Heidi", sosteneva di aver realizzato questo film per i bambini, per insegnare loro cosa fosse la guerra tramite il mezzo dall’animazione, un mezzo che ha molta presa su di loro. Ma con tutta la sua crudezza sarà un film per bambini? Difficile dirlo. Non si pù non pensare ad altri libri e film. Un primo paragone è con "Un sacchetto di biglie", libro autobiografico in cui Joseph Joffo racconta le peregrinazioni sue e del fratello, entrambi poco più che bambini, nella Francia occupata dai tedeschi. O con "La vita è bella". Già, perché qui la vita sembrerebbe un incubo, in cui non c’è salvezza. Non solo perché il lieto fine non c’è proprio, ma proprio perché la vita sembra vuota e cattiva. Joffo e suo fratello Maurice, infatti, avevano dovuto affrontare enormi difficoltà ma avevano ricevuto molta solidarietà da parte degli adulti, senza la quale sarebbero sicuramente morti di fame o in un campo di concentramento. Qui invece non ci saranno mani pronte a donare il cibo, come se i bambini fossero solo degli inutili che devono morire per primi. Anzi Seita sarà picchiato a sangue per aver rubato, poi, condotto dalla polizia, il picchiatore scoprirà di aver commesso un reato per eccesso di difesa. Così il ragazzo comprenderà che è facile amare la legge finché è dalla tua parte, meno quando la si deve rispettare.
Agghiacciante la scena del funerale della bambina, che avviene in un'ampia vallata, ove si vede, in una casa lontana, un gruppo di ragazze della buona società finalmente tornate a casa loro e che vedono la guerra come un problema momentaneo e seccante. Segno ulteriore che il cibo c’era, ma non per loro. Ma oltre che degli adulti, qui si canta anche l’assenza del padre. Non c’è Benigni a crescere e guidare il piccolo Giosué, a rendere allegro il campo di concentramento. Qui, invece ,sono drammaticamente soli, e i loro tentativi di essere allegri presto svaniranno in seguito alle durezze della guerra. Per la zia e i vicini, poi, davano solo un fastidioso rumore. Così Seita precipita e si dà al furto. È stato giusto? È stato forte o solo un debole che avrebbe dovuto stare con la zia e cercare un lavoro? Chissà. In ogni caso i bambini ci guardano e Seita ci insegna come anche i piccoli siano riempiti dalle ideologie. Non che avessero torto nello sperare nella vittoria, dato che, come vediamo in "Flags of our fathers", anche l’America rischiava di fermarsi per mancanza di soldi. Benigni diceva che nella vita c’è il pianto e il riso, ecco perché il finale è lieto a metà, ma qui solo il pianto. Ancora più agghiacciante il fatto che si giustifichi l’atomica proprio perché, senza di essa, la guerra avrebbe proseguito nel '46, facendo morire di fame un decimo della popolazione dell’arcipelago. Ulteriore condanna agli adulti è il fatto che Seita incontri solo l’anima della sorella e non quella dei genitori e questo gli basta. Eppure alla fine la salvezza c’è, perché il messaggio è che, se vivremo con intensità nemmeno il dolore più innocente e ingiusto potrà dire che non sia valsa la pena di vivere.
Voto 10
“La sera del 21 settembre 1945, io morii.”
Con queste lapidarie parole, Seita, protagonista del lungometraggio, sembra quasi voler invitare i genitori presenti in sala a portare via i propri pargoli finché sono ancora in tempo, prima di costringerli ad assistere ad un film d’animazione certamente non adatto ai più piccoli, per tematiche affrontate e contenuti.
Subito dopo, lo spettatore diventa il silente testimone della dipartita di Seita, sfinito dagli stenti tra l’indifferenza (quando non aperto disprezzo) dei passanti. Sarà il suo spirito, assieme a quello della sorellina Setsuko, ad accompagnarci nella rievocazione della loro vita passata.
In seguito ad un bombardamento americano incendiario, i due protagonisti perdono la casa e la madre (in una scena traumatica e cruenta), per essere poi accolti da una zia, che non perde occasione per rimproverare i fratelli e rimarcare la propria generosità per averli ospitati, nutriti e per aver dato loro un tetto sotto il quale dormire. Seita, fiero figlio di un ufficiale della Marina imperiale giapponese, decide così di prendere con sé Setsuko e vivere per conto proprio, contando unicamente sulle proprie forze.
E’ in questi momenti che emerge il profondo orgoglio del protagonista, che si rivelerà infine fatale: piuttosto che cedere, ammettere la sconfitta e tornare sui propri passi, egli preferisce mettere a rischio la propria incolumità e quella della propria sorellina, spinto da una drammatica convinzione di autosufficienza. Anche dopo aver visto Setsuko avvizzire lentamente, Seita continua ad illudersi di poterla salvare da solo e, come una remora saldamente attaccata al ventre di un vorace squalo antropofago, si dà allo sciacallaggio, approfittando degli attacchi aerei nemici per razziare le abitazioni dei suoi concittadini in cerca di beni da barattare e generi alimentari. In questo modo, secondo una qualche spietata ironia, finisce per allontanarsi dall'unica persona importante della sua vita, lasciandola sola proprio quando questa ha più bisogno di lui.
Queste scelte discutibili pongono Seita sotto una luce alquanto negativa. Non sarebbe stato più semplice chiedere aiuto? Perché non chinare la testa con umiltà, anziché permettere che la vita di Setsuko si spegnesse progressivamente, consumata dalla denutrizione? In verità, anche qui risiede il tragico e duro realismo del film: non ci si concentra solo sulle concrete difficoltà che un conflitto di una simile portata infligge sulla popolazione (miseria, carenza di cibo e beni di prima necessità, esasperazione), ma anche sulla delicata psicologia di un giovanissimo cittadino nipponico entusiasta e cresciuto con il mito della gloria del proprio Paese, la cui sconfitta lo getta in uno stato di evidente shock emotivo.
Il sapere che sarebbe bastato così poco per salvare entrambi, anziché sminuire la pesantezza del risultato conclusivo, ne aumenta indubbiamente il fardello.
Lo stesso comparto tecnico si adegua alla serietà della storia, proponendo un character design che, pur restando quello classico dello studio di produzione, si mostra a volte anche ruvido e sporco, e dei fondali sempre realistici e ricchi di dettagli, ma che volutamente non sovrastano le sequenze, evitando di sviare l’attenzione dalla vicenda in corso. Le animazioni sono fluide e illustrano alla perfezione ogni minimo gesto di vita quotidiana.
La colonna sonora mantiene una sobrietà di fondo e, senza ricorrere a roboanti brani carichi di drammaticità, si limita a proporre sonorità malinconiche e delicate. Il doppiaggio e l’adattamento italiano sono piuttosto buoni, anche se le interpretazioni di alcune figure secondarie sono leggermente sottotono.
La regia è particolarmente lenta e compassata e risalta per alcune inquadrature statiche che indugiano crudelmente sugli orrori e la devastazione dei bombardamenti o, paradossalmente, sulla bellezza dei paesaggi naturali in cui Seita e Setsuko si rifugiano.
“Una tomba per le lucciole” (titolo originale “Hotaru no Haka") narra in termini brutalmente crudi la realtà della guerra vista dalla prospettiva degli individui più vulnerabili e indifesi. Il focus, tuttavia, non è la guerra, né una visione globale dei destini del mondo e dell’umanità: il regista Isao Takahata resiste alla tentazione di inserire scontati messaggi e discorsi pacifisti, preferendo concentrarsi sullo struggente rapporto tra i due protagonisti e sulla loro lotta per la sopravvivenza.
Ancora una volta, lo Studio Ghibli eccelle nella creazione di una relazione straordinariamente toccante tra i personaggi principali: noto l’epilogo di questa triste vicenda, è impossibile non commuoversi di fronte ad ogni singolo momento di spensieratezza e intimità condiviso tra Seita e Setsuko, due fratelli uniti da un legame indissolubile di amore e fiducia. Ogni loro risata, ogni loro lacrima è uno spillo arroventato nel cuore dello spettatore, è impossibile non rimanere coinvolti dalla loro tenerezza e dalle loro atroci sofferenze.
“Una tomba per le lucciole” è un piccolo straziante gioiello.
Con queste lapidarie parole, Seita, protagonista del lungometraggio, sembra quasi voler invitare i genitori presenti in sala a portare via i propri pargoli finché sono ancora in tempo, prima di costringerli ad assistere ad un film d’animazione certamente non adatto ai più piccoli, per tematiche affrontate e contenuti.
Subito dopo, lo spettatore diventa il silente testimone della dipartita di Seita, sfinito dagli stenti tra l’indifferenza (quando non aperto disprezzo) dei passanti. Sarà il suo spirito, assieme a quello della sorellina Setsuko, ad accompagnarci nella rievocazione della loro vita passata.
In seguito ad un bombardamento americano incendiario, i due protagonisti perdono la casa e la madre (in una scena traumatica e cruenta), per essere poi accolti da una zia, che non perde occasione per rimproverare i fratelli e rimarcare la propria generosità per averli ospitati, nutriti e per aver dato loro un tetto sotto il quale dormire. Seita, fiero figlio di un ufficiale della Marina imperiale giapponese, decide così di prendere con sé Setsuko e vivere per conto proprio, contando unicamente sulle proprie forze.
E’ in questi momenti che emerge il profondo orgoglio del protagonista, che si rivelerà infine fatale: piuttosto che cedere, ammettere la sconfitta e tornare sui propri passi, egli preferisce mettere a rischio la propria incolumità e quella della propria sorellina, spinto da una drammatica convinzione di autosufficienza. Anche dopo aver visto Setsuko avvizzire lentamente, Seita continua ad illudersi di poterla salvare da solo e, come una remora saldamente attaccata al ventre di un vorace squalo antropofago, si dà allo sciacallaggio, approfittando degli attacchi aerei nemici per razziare le abitazioni dei suoi concittadini in cerca di beni da barattare e generi alimentari. In questo modo, secondo una qualche spietata ironia, finisce per allontanarsi dall'unica persona importante della sua vita, lasciandola sola proprio quando questa ha più bisogno di lui.
Queste scelte discutibili pongono Seita sotto una luce alquanto negativa. Non sarebbe stato più semplice chiedere aiuto? Perché non chinare la testa con umiltà, anziché permettere che la vita di Setsuko si spegnesse progressivamente, consumata dalla denutrizione? In verità, anche qui risiede il tragico e duro realismo del film: non ci si concentra solo sulle concrete difficoltà che un conflitto di una simile portata infligge sulla popolazione (miseria, carenza di cibo e beni di prima necessità, esasperazione), ma anche sulla delicata psicologia di un giovanissimo cittadino nipponico entusiasta e cresciuto con il mito della gloria del proprio Paese, la cui sconfitta lo getta in uno stato di evidente shock emotivo.
Il sapere che sarebbe bastato così poco per salvare entrambi, anziché sminuire la pesantezza del risultato conclusivo, ne aumenta indubbiamente il fardello.
Lo stesso comparto tecnico si adegua alla serietà della storia, proponendo un character design che, pur restando quello classico dello studio di produzione, si mostra a volte anche ruvido e sporco, e dei fondali sempre realistici e ricchi di dettagli, ma che volutamente non sovrastano le sequenze, evitando di sviare l’attenzione dalla vicenda in corso. Le animazioni sono fluide e illustrano alla perfezione ogni minimo gesto di vita quotidiana.
La colonna sonora mantiene una sobrietà di fondo e, senza ricorrere a roboanti brani carichi di drammaticità, si limita a proporre sonorità malinconiche e delicate. Il doppiaggio e l’adattamento italiano sono piuttosto buoni, anche se le interpretazioni di alcune figure secondarie sono leggermente sottotono.
La regia è particolarmente lenta e compassata e risalta per alcune inquadrature statiche che indugiano crudelmente sugli orrori e la devastazione dei bombardamenti o, paradossalmente, sulla bellezza dei paesaggi naturali in cui Seita e Setsuko si rifugiano.
“Una tomba per le lucciole” (titolo originale “Hotaru no Haka") narra in termini brutalmente crudi la realtà della guerra vista dalla prospettiva degli individui più vulnerabili e indifesi. Il focus, tuttavia, non è la guerra, né una visione globale dei destini del mondo e dell’umanità: il regista Isao Takahata resiste alla tentazione di inserire scontati messaggi e discorsi pacifisti, preferendo concentrarsi sullo struggente rapporto tra i due protagonisti e sulla loro lotta per la sopravvivenza.
Ancora una volta, lo Studio Ghibli eccelle nella creazione di una relazione straordinariamente toccante tra i personaggi principali: noto l’epilogo di questa triste vicenda, è impossibile non commuoversi di fronte ad ogni singolo momento di spensieratezza e intimità condiviso tra Seita e Setsuko, due fratelli uniti da un legame indissolubile di amore e fiducia. Ogni loro risata, ogni loro lacrima è uno spillo arroventato nel cuore dello spettatore, è impossibile non rimanere coinvolti dalla loro tenerezza e dalle loro atroci sofferenze.
“Una tomba per le lucciole” è un piccolo straziante gioiello.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
"Una tomba per le lucciole" era una produzione che inspiegabilmente ancora mi mancava, ma, dietro consiglio di un amico e spinto da tutte le recensioni positive, mi sono convinto a visionarla al più presto; purtroppo devo dire di essere rimasto amareggiato e parzialmente deluso.
"Una tomba per le lucciole" è un film d'animazione giapponese datato 1988 prodotto dallo Studio Ghibli; la storia è ambientata nel 1945 e racconta i drammi di Seita e Setsuko, fratello e sorella che si ritrovano orfani a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante sia ancora un bambino, Seita si assume la responsabilità di badare alla sua vita e a quella della sua sorellina, cercando di vivere una vita più dignitosa possibile. Inizialmente si dirigono a casa di una zia in un villaggio vicino e, anche se inizialmente questa si dimostra disponibile e gentile, passa ben poco tempo prima che riveli la sua vera identità di donna rigida e severa, a tal punto che i ragazzi sono costretti a lasciare l'abitazione e a trasferirsi in una grotta. Da questo momento Seita deve spesso allontanarsi dal rifugio in cerca di cibo; il più delle volte è costretto a rubarlo e quindi viene picchiato duramente. Come è plausibile immaginare, vivere in una grotta comporta dei rischi e non passa molto tempo prima che Setsuka si ammali, causa malnutrizione, e vada verso la morte. Sfiancato e rimasto completamente solo, Seita è costretto a cremare il corpo della sorella e a riprendere il suo viaggio, che però si conclude pochi giorni dopo con la sua stessa morte, probabilmente causata non solo dalle condizioni fisiche, ma anche dalla completa assenza di voglia di vivere.
Una produzione sicuramente toccante e commovente, che tocca in modo eccelso tematiche importantissime e che riesce a farci vivere e capire gli innumerevoli drammi della guerra. Quello che fa veramente storcere il naso sono le irreali scelte che il protagonista compie durante lo svolgersi della storia, che si rivelano tutte sbagliate e sconclusionate; chi mai, in un periodo di guerra soprattutto, abbandonerebbe una casa dove puoi tranquillamente vivere per andarsene con la sorellina in una grotta fredda e invivibile e perlopiù senza neanche un soldo? E poi, quando la sorella si ammala, ma potrebbe tranquillamente essere salvata riportandola a casa e nutrendola in modo corretto, chi mai sceglierebbe di rimanersene in questa grotta sacrificando la vita dell'unica persona che ti rimane?
Queste scelte surreali hanno abbassato di molto la valutazione di quest'opera, che per le tematiche trattate poteva benissimo prendere un 10 e lode, ma che mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Per il resto rimane comunque un bel film, piacevole da guardare e che suscita forti emozioni.
"Una tomba per le lucciole" era una produzione che inspiegabilmente ancora mi mancava, ma, dietro consiglio di un amico e spinto da tutte le recensioni positive, mi sono convinto a visionarla al più presto; purtroppo devo dire di essere rimasto amareggiato e parzialmente deluso.
"Una tomba per le lucciole" è un film d'animazione giapponese datato 1988 prodotto dallo Studio Ghibli; la storia è ambientata nel 1945 e racconta i drammi di Seita e Setsuko, fratello e sorella che si ritrovano orfani a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante sia ancora un bambino, Seita si assume la responsabilità di badare alla sua vita e a quella della sua sorellina, cercando di vivere una vita più dignitosa possibile. Inizialmente si dirigono a casa di una zia in un villaggio vicino e, anche se inizialmente questa si dimostra disponibile e gentile, passa ben poco tempo prima che riveli la sua vera identità di donna rigida e severa, a tal punto che i ragazzi sono costretti a lasciare l'abitazione e a trasferirsi in una grotta. Da questo momento Seita deve spesso allontanarsi dal rifugio in cerca di cibo; il più delle volte è costretto a rubarlo e quindi viene picchiato duramente. Come è plausibile immaginare, vivere in una grotta comporta dei rischi e non passa molto tempo prima che Setsuka si ammali, causa malnutrizione, e vada verso la morte. Sfiancato e rimasto completamente solo, Seita è costretto a cremare il corpo della sorella e a riprendere il suo viaggio, che però si conclude pochi giorni dopo con la sua stessa morte, probabilmente causata non solo dalle condizioni fisiche, ma anche dalla completa assenza di voglia di vivere.
Una produzione sicuramente toccante e commovente, che tocca in modo eccelso tematiche importantissime e che riesce a farci vivere e capire gli innumerevoli drammi della guerra. Quello che fa veramente storcere il naso sono le irreali scelte che il protagonista compie durante lo svolgersi della storia, che si rivelano tutte sbagliate e sconclusionate; chi mai, in un periodo di guerra soprattutto, abbandonerebbe una casa dove puoi tranquillamente vivere per andarsene con la sorellina in una grotta fredda e invivibile e perlopiù senza neanche un soldo? E poi, quando la sorella si ammala, ma potrebbe tranquillamente essere salvata riportandola a casa e nutrendola in modo corretto, chi mai sceglierebbe di rimanersene in questa grotta sacrificando la vita dell'unica persona che ti rimane?
Queste scelte surreali hanno abbassato di molto la valutazione di quest'opera, che per le tematiche trattate poteva benissimo prendere un 10 e lode, ma che mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Per il resto rimane comunque un bel film, piacevole da guardare e che suscita forti emozioni.
"Hotaru no haka", "Una tomba per le lucciole", è un film di animazione ambientato nel periodo della fine della Seconda Guerra Mondiale, quando Americani e Giapponesi si fronteggiavano per via aerea e navale. I due protagonisti sono due fratelli costretti a fuggire dalla loro casa a causa di un attacco aereo.
E' un anime indiscutibilmente toccante ed emozionante, anche aiutato dalla tematica veramente toccante e dalla tragicità del periodo. Probabilmente molti riterranno una blasfemia quel che dico, però sinceramente ritengo che sia uno degli anime più sopravvalutati degli ultimi venticinque anni. Considerando che trattiamo di un film di animazione, non penso che si possa paragonarlo agli altri anime, ma solo ad altri film di animazione. Questo è un film in cui lo spettatore non smetterà mai di piangere, quindi probabilmente questo ha appannato non pochi giudizi.
La prima cosa che critico è il piattume della trama. Due personaggi di cui si capiscono i sentimenti perché palesati e perché "ovvi". Non vi è un vero protagonista, un vero eroe o una vera trama, tutto è già deciso dall'inizio.
Tecnicamente parlando, la sceneggiatura non mi ha entusiasmata, ma i disegni e le ambientazioni sono molto realistici. Purtroppo è un anime che non mi ha lasciato nulla, un racconto triste di un periodo triste, una mera descrizione senza veri approfondimenti.
Concludendo, è un anime che si deve vedere per farsi coinvolgere un po' di più dalla realtà nipponica del post guerra, realtà che noi occidentali non trattiamo mai e non consideriamo neanche.
E' un anime indiscutibilmente toccante ed emozionante, anche aiutato dalla tematica veramente toccante e dalla tragicità del periodo. Probabilmente molti riterranno una blasfemia quel che dico, però sinceramente ritengo che sia uno degli anime più sopravvalutati degli ultimi venticinque anni. Considerando che trattiamo di un film di animazione, non penso che si possa paragonarlo agli altri anime, ma solo ad altri film di animazione. Questo è un film in cui lo spettatore non smetterà mai di piangere, quindi probabilmente questo ha appannato non pochi giudizi.
La prima cosa che critico è il piattume della trama. Due personaggi di cui si capiscono i sentimenti perché palesati e perché "ovvi". Non vi è un vero protagonista, un vero eroe o una vera trama, tutto è già deciso dall'inizio.
Tecnicamente parlando, la sceneggiatura non mi ha entusiasmata, ma i disegni e le ambientazioni sono molto realistici. Purtroppo è un anime che non mi ha lasciato nulla, un racconto triste di un periodo triste, una mera descrizione senza veri approfondimenti.
Concludendo, è un anime che si deve vedere per farsi coinvolgere un po' di più dalla realtà nipponica del post guerra, realtà che noi occidentali non trattiamo mai e non consideriamo neanche.
Questo è uno di quei film che vanno obbligatoriamente visti!
L'estate è ormai finita, come anche la guerra; una sera, alla stazione di Kobe, un ragazzo si ritrova in fin di vita con in mano una scatola di latta, mentre lui stesso e il suo fantasma ripercorrono i momenti tragici che la guerra ha portato e tutti i ricordi piacevoli e tristi che la scatola di latta gli fa ricordare. E' il giugno 1945. Il Giappone cade davanti ai bombardamenti americani e il terrore assale la gente, mentre la città di Kobe brucia davanti ai loro occhi. Seita, un ragazzo di quattordici anni, figlio di un ufficiale della marina, si ritrova assieme alla sorellina Setsuke, una bambina di quattro anni, a salvarsi dai continui attacchi nemici. Durante un bombardamento i due si separano dalla madre ed è così che nasce la commovente storia che parla dell'amore reciproco fra due semplici bambini, una sorella e un fratello, che si ritrovano a dover lottare contro la morte e la guerra.
La trama è impostata molto bene ed è molto commovente, ci fa capire quanto può essere tragica la guerra (anche attraverso immagini che un bambino non dovrebbe vedere) e ci racconta di come due bambini la possano passare psicologicamente e fisicamente. La trama, per come la vedo io, non fa annoiare lo spettatore e lo coinvolge nel contesto facendogli (almeno in parte e psicologicamente) provare il dolore e l'angoscia di quei giorni. Sinceramente, non noto molti errori sotto il profilo tecnico.
Un film molto bello che fa commuovere e riflettere la gente. Io, personalmente, lo consiglio a un pubblico adulto, anche se potrebbe benissimo vederlo un bambino di nove/dieci anni, se in compagnia di un adulto e con le giuste spiegazioni.
Assolutamente da vedere! Un capolavoro sotto tutti i punti di vista!
L'estate è ormai finita, come anche la guerra; una sera, alla stazione di Kobe, un ragazzo si ritrova in fin di vita con in mano una scatola di latta, mentre lui stesso e il suo fantasma ripercorrono i momenti tragici che la guerra ha portato e tutti i ricordi piacevoli e tristi che la scatola di latta gli fa ricordare. E' il giugno 1945. Il Giappone cade davanti ai bombardamenti americani e il terrore assale la gente, mentre la città di Kobe brucia davanti ai loro occhi. Seita, un ragazzo di quattordici anni, figlio di un ufficiale della marina, si ritrova assieme alla sorellina Setsuke, una bambina di quattro anni, a salvarsi dai continui attacchi nemici. Durante un bombardamento i due si separano dalla madre ed è così che nasce la commovente storia che parla dell'amore reciproco fra due semplici bambini, una sorella e un fratello, che si ritrovano a dover lottare contro la morte e la guerra.
La trama è impostata molto bene ed è molto commovente, ci fa capire quanto può essere tragica la guerra (anche attraverso immagini che un bambino non dovrebbe vedere) e ci racconta di come due bambini la possano passare psicologicamente e fisicamente. La trama, per come la vedo io, non fa annoiare lo spettatore e lo coinvolge nel contesto facendogli (almeno in parte e psicologicamente) provare il dolore e l'angoscia di quei giorni. Sinceramente, non noto molti errori sotto il profilo tecnico.
Un film molto bello che fa commuovere e riflettere la gente. Io, personalmente, lo consiglio a un pubblico adulto, anche se potrebbe benissimo vederlo un bambino di nove/dieci anni, se in compagnia di un adulto e con le giuste spiegazioni.
Assolutamente da vedere! Un capolavoro sotto tutti i punti di vista!
"Una tomba per lucciole" non è sicuramente un anime da far vedere a un bambino. Lo dico subito a scanso di equivoci: la storia, oltre che triste in sé, è presentata in più scene con una crudezza che potrebbe impressionare qualcuno. Certamente non si è abituati ad averci a che fare guardando un'opera di animazione, e a maggior ragione se è chiamato in causa lo studio Ghibli.
Trama: è essenziale, in quanto non ci sono grandi svolte o colpi di scena. Di fatto non si è puntato su una storia intrigante, ma su una commovente. Per certi versi la si potrebbe definire banale, e in vari momenti la narrazione si fa lenta, per cui potrebbe annoiare qualcuno. Assegno un 6 su questo punto.
Finale: è il coronamento del film, una perfetta chiusura della fine col principio. In linea con intenti e metodi del resto della proiezione, è sicuramente una conclusione che rattrista. In merito a questo spenderò qualche altra parola tra poco. È un finale da 8.
Personaggi: i personaggi principali sono Seita, un ragazzino a cui darei undici-dodici anni, e la sorellina Setsuko. I loro caratteri sono ben delineati, e anche i personaggi secondari sono realistici, e anche in merito a questi vorrei dire due cose in più in conclusione. Tuttavia, alcune scelte del protagonista, Seita, sono discutibili, e questo è probabilmente il maggiore punto debole del film, almeno a mio avviso. Non faccio spoiler, ma ve ne renderete conto guardandolo. Assegno un 7,5 in virtù di quest'ultima osservazione (avrebbe potuto essere di più).
Grafica: è eccellente, come del resto è prassi nei lavori dello studio Ghibli, sopra la media degli anni '80 (questo film è del 1988). In merito non ho nulla da dire contro, i protagonisti in particolare sono ben disegnati. Forse i personaggi secondari si assomigliano un po' tutti, ma è probabilmente solo una mia impressione. Assegno un 9.
Sonoro: decisamente calzante, commovente nel suo alone di tristezza. Do un 10.
<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>
Siamo dunque complessivamente su un 8 abbondante. Mi sento tuttavia di alzarlo a 9, nonostante tutto, in quanto la trattazione del dramma della guerra, oltre che essere affrontata da un punto di vista abbastanza originale, è affiancata da una riflessione sull'etica della società. I protagonisti appartengono a una delle categorie più vulnerabili - i bambini - e, lasciati da soli, non riescono a uscire dalla difficile situazione (e il film fin dal primo minuto non ci lascia margine di dubbio su come si concluderà la vicenda), a causa dell'orgoglio del protagonista ma anche dell'egoismo della gente, che viene esasperato dalle difficoltà dovute alla guerra. Seita commette diversi sbagli, e non riesce a salvare la sorellina. Ma come avrebbe potuto, visto che nessuno gli ha insegnato come fare? Visto che nessuno gli ha dato una mano? È facile sparare sentenze quando si è al caldo della propria casa. Sbaglia più volte nella storia, ma lo fa perché non ha un piano preciso. Cerca di fare del suo meglio, con l'ingenuità di un bambino come handicap.
Un'ultima osservazione in merito al finale. Come dicevo, si ricollega al principio, che di per sé non è felice, aggiungendo una notevole dose di malinconia: ci fa sentire davvero tutto il peso della solitudine totale che vivono gli emarginati dalla società, come appunto gli orfani che hanno perso tutto. Ma ci fa anche arrabbiare per il disinteresse che contraddistingue la gente comune, che, finché non è toccata in prima persona, non fa nulla e ignora chi soffre. Questo credo che sia un messaggio che vale sempre, anche fuori dal tempo di guerra. È un invito ad abbandonare il materialismo e ad amare gli altri.
Trama: è essenziale, in quanto non ci sono grandi svolte o colpi di scena. Di fatto non si è puntato su una storia intrigante, ma su una commovente. Per certi versi la si potrebbe definire banale, e in vari momenti la narrazione si fa lenta, per cui potrebbe annoiare qualcuno. Assegno un 6 su questo punto.
Finale: è il coronamento del film, una perfetta chiusura della fine col principio. In linea con intenti e metodi del resto della proiezione, è sicuramente una conclusione che rattrista. In merito a questo spenderò qualche altra parola tra poco. È un finale da 8.
Personaggi: i personaggi principali sono Seita, un ragazzino a cui darei undici-dodici anni, e la sorellina Setsuko. I loro caratteri sono ben delineati, e anche i personaggi secondari sono realistici, e anche in merito a questi vorrei dire due cose in più in conclusione. Tuttavia, alcune scelte del protagonista, Seita, sono discutibili, e questo è probabilmente il maggiore punto debole del film, almeno a mio avviso. Non faccio spoiler, ma ve ne renderete conto guardandolo. Assegno un 7,5 in virtù di quest'ultima osservazione (avrebbe potuto essere di più).
Grafica: è eccellente, come del resto è prassi nei lavori dello studio Ghibli, sopra la media degli anni '80 (questo film è del 1988). In merito non ho nulla da dire contro, i protagonisti in particolare sono ben disegnati. Forse i personaggi secondari si assomigliano un po' tutti, ma è probabilmente solo una mia impressione. Assegno un 9.
Sonoro: decisamente calzante, commovente nel suo alone di tristezza. Do un 10.
<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>
Siamo dunque complessivamente su un 8 abbondante. Mi sento tuttavia di alzarlo a 9, nonostante tutto, in quanto la trattazione del dramma della guerra, oltre che essere affrontata da un punto di vista abbastanza originale, è affiancata da una riflessione sull'etica della società. I protagonisti appartengono a una delle categorie più vulnerabili - i bambini - e, lasciati da soli, non riescono a uscire dalla difficile situazione (e il film fin dal primo minuto non ci lascia margine di dubbio su come si concluderà la vicenda), a causa dell'orgoglio del protagonista ma anche dell'egoismo della gente, che viene esasperato dalle difficoltà dovute alla guerra. Seita commette diversi sbagli, e non riesce a salvare la sorellina. Ma come avrebbe potuto, visto che nessuno gli ha insegnato come fare? Visto che nessuno gli ha dato una mano? È facile sparare sentenze quando si è al caldo della propria casa. Sbaglia più volte nella storia, ma lo fa perché non ha un piano preciso. Cerca di fare del suo meglio, con l'ingenuità di un bambino come handicap.
Un'ultima osservazione in merito al finale. Come dicevo, si ricollega al principio, che di per sé non è felice, aggiungendo una notevole dose di malinconia: ci fa sentire davvero tutto il peso della solitudine totale che vivono gli emarginati dalla società, come appunto gli orfani che hanno perso tutto. Ma ci fa anche arrabbiare per il disinteresse che contraddistingue la gente comune, che, finché non è toccata in prima persona, non fa nulla e ignora chi soffre. Questo credo che sia un messaggio che vale sempre, anche fuori dal tempo di guerra. È un invito ad abbandonare il materialismo e ad amare gli altri.
"Una tomba per le lucciole" narra gli orrori della guerra visti attraverso gli occhi di due fratellini. Io ho acquistato tantissimi anni fa il DVD, ma sinceramente esso è così emotivamente forte come anime che non sono più riuscita a rivederlo, anche perché si parla di guerra e la guerra, si sa, non guarda mai in faccia nessuno.
"Una tomba per le lucciole" è comunque un anime che consiglio a tutti, perché è un'opera che fa riflettere, che ci mette davanti, seppur in chiave animata, a una crudeltà e una realtà che molti di noi (grazie al cielo) non hanno mai vissuto e si spera non vivranno mai: la fuga dai bombardamenti, la fame, le malattie, i pidocchi, ma soprattutto, la crudeltà e l'indifferenza dell'uomo anche davanti a due bambini soli e disperati, l'istinto di sopravvivenza che spinge le persone a negare dei gesti d'umanità e solidarietà.
Guardatelo e capirete perché ho scritto queste parole, sono sicura che quest'anime lascerà anche a voi un segno come ha fatto a me.
"Una tomba per le lucciole" è comunque un anime che consiglio a tutti, perché è un'opera che fa riflettere, che ci mette davanti, seppur in chiave animata, a una crudeltà e una realtà che molti di noi (grazie al cielo) non hanno mai vissuto e si spera non vivranno mai: la fuga dai bombardamenti, la fame, le malattie, i pidocchi, ma soprattutto, la crudeltà e l'indifferenza dell'uomo anche davanti a due bambini soli e disperati, l'istinto di sopravvivenza che spinge le persone a negare dei gesti d'umanità e solidarietà.
Guardatelo e capirete perché ho scritto queste parole, sono sicura che quest'anime lascerà anche a voi un segno come ha fatto a me.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Che dire di quest'opera diretta da Isao Takahata, un'anime che mi ha commosso come pochi che racconta le vicissitudini di un ragazzino e della sua sorellina orfani di padre e madre morti durante la grande guerra del 1945. Il film non tratta tanto il tema della guerra in sé, ma più che altro di tutti quei comportamenti sociali che ne derivano, quali sono l'egoismo istintivo e la completa mancanza di empatia, che induce alla totale indifferenza di tutto ciò che circonda i protagonisti, che la farà da padrona, facendo crollare ogni tipo di valore ed etica che rendano davvero "civile" una società degna di tale nome. Si sa, la guerra, come tutte quelle situazione che mettono a dura prova la propria sopravvivenza, mostra il lato peggiore di ognuno di noi, e i primi a farne le spese sono proprio i più deboli, quelli che da soli non riuscirebbero mai a cavarsela.
E per questo film, le vittime sacrificali scelte dall'autore sono proprio due fanciulli che dovranno iniziare un lungo e travagliato percorso, che finirà nel più inevitabile dei modi, per il solo scopo di lanciare un messaggio forte e violento allo spettatore, il quale dovrà assistere impotente al progressivo degrado delle loro esistenze fino al tragico epilogo. Ed è proprio qui che lo spettatore prova la frustrazione e la rabbia più grande: nel sapere che sarebbe bastato davvero poco per salvare quelle due povere vite, e invece...
Alla fine l'unico pensiero che sovrasta la mente è che i due protagonisti non siano state delle vittime di guerra, ma solo della stupidità dell'uomo.
In conclusione reputo quest'opera un vero capolavoro che con i suoi messaggi e la sua crudezza ti scuote dall'interno per poi lasciarti con un'immagine più dolce e speranzosa (risparmiandoci quell'orribile sequenza
iniziale sul finire), pertanto non posso esimermi dal consigliarne la visione a tutti.
Che dire di quest'opera diretta da Isao Takahata, un'anime che mi ha commosso come pochi che racconta le vicissitudini di un ragazzino e della sua sorellina orfani di padre e madre morti durante la grande guerra del 1945. Il film non tratta tanto il tema della guerra in sé, ma più che altro di tutti quei comportamenti sociali che ne derivano, quali sono l'egoismo istintivo e la completa mancanza di empatia, che induce alla totale indifferenza di tutto ciò che circonda i protagonisti, che la farà da padrona, facendo crollare ogni tipo di valore ed etica che rendano davvero "civile" una società degna di tale nome. Si sa, la guerra, come tutte quelle situazione che mettono a dura prova la propria sopravvivenza, mostra il lato peggiore di ognuno di noi, e i primi a farne le spese sono proprio i più deboli, quelli che da soli non riuscirebbero mai a cavarsela.
E per questo film, le vittime sacrificali scelte dall'autore sono proprio due fanciulli che dovranno iniziare un lungo e travagliato percorso, che finirà nel più inevitabile dei modi, per il solo scopo di lanciare un messaggio forte e violento allo spettatore, il quale dovrà assistere impotente al progressivo degrado delle loro esistenze fino al tragico epilogo. Ed è proprio qui che lo spettatore prova la frustrazione e la rabbia più grande: nel sapere che sarebbe bastato davvero poco per salvare quelle due povere vite, e invece...
Alla fine l'unico pensiero che sovrasta la mente è che i due protagonisti non siano state delle vittime di guerra, ma solo della stupidità dell'uomo.
In conclusione reputo quest'opera un vero capolavoro che con i suoi messaggi e la sua crudezza ti scuote dall'interno per poi lasciarti con un'immagine più dolce e speranzosa (risparmiandoci quell'orribile sequenza
iniziale sul finire), pertanto non posso esimermi dal consigliarne la visione a tutti.
Gli anni spezzati
Giugno 1945. Nel cielo sopra il Giappone i bombardieri B-25 americani, come roboanti angeli della morte, preannunciano l'imminente inferno sulla terra. Una pioggia di bombe incendiarie divora la città di Kobe seminando il terrore fra la popolazione civile. Il quattordicenne Seita assiste impotente alla morte di sua madre fra le atroci sofferenze dovute alle ustioni. Avendo perso anche il padre, ufficiale di marina caduto in un conflitto bellico senza più speranze di vittoria, il ragazzo dovrà prendersi cura della sua sorellina Setsuke di quattro anni in un paese ormai in ginocchio e allo stremo delle forze.
Scritto e diretto da Isao Takahata, "Una tomba per le lucciole" (1985) offre una rappresentazione al contempo lucida e onirica, cruda ma venata di delicato lirismo, della dura vita in tempo di guerra vista con gli occhi di due giovani innocenti. La fonte è il racconto autobiografico di Akiyuki Nosaka, e il regista, con coraggio e sensibilità, affronta il difficile tema della guerra asciugandolo da ogni retorica, dipingendo i suoi personaggi con appassionata sincerità e disarmante umanità, e prefiggendosi l'arduo compito di aderire a un'estetica verista con gli strumenti propri dell'animazione, affabulatori e artificiosi per definizione.
Takahata tocca tutte le corde dell'emozione ricorrendo a ogni possibile espediente narrativo pur di enfatizzare al massimo il pathos e spingere lo spettatore nel vicolo cieco della commozione. I momenti di leggera spensieratezza strappano sorrisi dal sapore amaro e sono un ben misero sollievo, quasi un contrappunto che dà ancora più peso al dominante senso di lacerante angoscia e disperazione.
Il risultato è un film dilaniante, un'intensa e dolorosa testimonianza che lascia un segno profondo e raggiunge i recessi più intimi della coscienza. Non è semplicemente la guerra vista con gli occhi dei vinti, è l'orrore quotidiano di chi non ha voce, un calvario destinato ai più deboli, è un grido di dolore soffocato che si spegne in un silenzio assordante. Ma la poesia che sulle ali delle lucciole si innalza verso vette altissime e sublimi ci restituisce un ritratto tenero e delicato che rimane impresso a fuoco nel cuore di chi guarda.
"Una tomba per le lucciole" è un'opera struggente e commovente che, con il suo significato morale autentico e profondo, lancia un severo monito antimilitarista rivolto a tutti.
Poesia e strazio, sorriso e pianto, luce e ombra si fondono in questo capolavoro di 'neorealismo anime' che rispecchia l'ambiguità e la tragicità della vita stessa.
Giugno 1945. Nel cielo sopra il Giappone i bombardieri B-25 americani, come roboanti angeli della morte, preannunciano l'imminente inferno sulla terra. Una pioggia di bombe incendiarie divora la città di Kobe seminando il terrore fra la popolazione civile. Il quattordicenne Seita assiste impotente alla morte di sua madre fra le atroci sofferenze dovute alle ustioni. Avendo perso anche il padre, ufficiale di marina caduto in un conflitto bellico senza più speranze di vittoria, il ragazzo dovrà prendersi cura della sua sorellina Setsuke di quattro anni in un paese ormai in ginocchio e allo stremo delle forze.
Scritto e diretto da Isao Takahata, "Una tomba per le lucciole" (1985) offre una rappresentazione al contempo lucida e onirica, cruda ma venata di delicato lirismo, della dura vita in tempo di guerra vista con gli occhi di due giovani innocenti. La fonte è il racconto autobiografico di Akiyuki Nosaka, e il regista, con coraggio e sensibilità, affronta il difficile tema della guerra asciugandolo da ogni retorica, dipingendo i suoi personaggi con appassionata sincerità e disarmante umanità, e prefiggendosi l'arduo compito di aderire a un'estetica verista con gli strumenti propri dell'animazione, affabulatori e artificiosi per definizione.
Takahata tocca tutte le corde dell'emozione ricorrendo a ogni possibile espediente narrativo pur di enfatizzare al massimo il pathos e spingere lo spettatore nel vicolo cieco della commozione. I momenti di leggera spensieratezza strappano sorrisi dal sapore amaro e sono un ben misero sollievo, quasi un contrappunto che dà ancora più peso al dominante senso di lacerante angoscia e disperazione.
Il risultato è un film dilaniante, un'intensa e dolorosa testimonianza che lascia un segno profondo e raggiunge i recessi più intimi della coscienza. Non è semplicemente la guerra vista con gli occhi dei vinti, è l'orrore quotidiano di chi non ha voce, un calvario destinato ai più deboli, è un grido di dolore soffocato che si spegne in un silenzio assordante. Ma la poesia che sulle ali delle lucciole si innalza verso vette altissime e sublimi ci restituisce un ritratto tenero e delicato che rimane impresso a fuoco nel cuore di chi guarda.
"Una tomba per le lucciole" è un'opera struggente e commovente che, con il suo significato morale autentico e profondo, lancia un severo monito antimilitarista rivolto a tutti.
Poesia e strazio, sorriso e pianto, luce e ombra si fondono in questo capolavoro di 'neorealismo anime' che rispecchia l'ambiguità e la tragicità della vita stessa.
L'aeroplano vola, Marcondiro'ndera
L'aeroplano vola, Marcondiro'ndà.
Se getterà la bomba, Marcondiro'ndero
Se getterà la bomba chi ci salverà?
(Girotondo - F. De André)
Una sera di settembre alla stazione di Kōbe. L'Estate ha esalato il suo ultimo respiro, e insieme a lei un ragazzo, che tiene stretto a sé una scatola di latta. A pochi passi da lui il suo fantasma lo osserva morire.
La guerra è finita e lentamente la normalità sta riprendendo il suo corso. La gente cammina e ignora altra gente. Quella è una sera quasi normale, ma la ferita è ancora aperta e se si presta orecchio si può sentire riecheggiare nell'aria il rumore degli aerei.
Il ragazzo della stazione era uno dei tanti. La guerra trasforma le persone in numeri, che vanno a riempire le statistiche dei libri di storia.
Questo numero si chiamava Seita. Il film racconta con un approccio profondamente realistico un Giappone dilaniato dai bombardamenti e dalla miseria. Nella pellicola non sono impresse lunghe sequenze di battaglie tra fazioni opposte, o tra "buoni" e "cattivi", laddove questa distinzione possa significare qualcosa sul fronte. L'attenzione si focalizza invece su chi la guerra la vede arrivare dentro le proprie case e tenta, malgrado tutto, di portare avanti delle vite. Come Seita, che si ritrova improvvisamente a essere fratello, madre e padre di Setsuko, la sua sorellina, ancora troppo piccola e incapace di comprendere appieno il mondo esterno.
La guerra è vista con gli occhi dei bambini come un brutto sogno da cui non ci si riesce a svegliare. I cacciabombardieri sembrano degli strani uccelli che sputano fuoco dai loro becchi metallici e rilasciano uova che generano grandi lampi di luce. E quello che c'era prima un attimo dopo scompare. La gente scappa, qualcuno si ferma per raccogliere qualcun altro e prosegue a scappare. Altri dormono in mezzo alla strada senza svegliarsi più.
Poi tutto finisce, ancora una volta. Nelle strade si riversano alcuni amici, qualche parente e tanti sconosciuti che vagano spaesati e increduli. Si prova a ricostruire, a delineare, a dare un ordine al caos.
E davvero non è poi così difficile riconoscere in quelle ambientazioni anche un po' del nostro paese. L'anima rurale di quel Giappone, che sembra ormai quasi un ricordo, non è molto diversa dalla realtà contadina dell'Italia agli inizi del secolo scorso. Dopo il conflitto si cerca di tirare su ciò che è stato buttato giù. Si va avanti, ma si butta un occhio indietro, verso ciò è mutato e continua a mutare.
Questo è per me "Una tomba per le lucciole". Non un film di guerra, bensì un film sulla guerra. La guerra e la morte, quella nera e secca, come diceva Guccini. Di certo non è una visione facile e lo spettatore più sensibile potrebbe risultare turbato dalla crudezza di quest'opera. Quando il film venne presentato in contemporanea con "Il mio vicino Totoro" il contrasto fu notevole. Il realismo spietato di Takahata si presentava come qualcosa di diametralmente opposto all'immaginario fiabesco del collega Miyazaki. Il risultato fu un'opera di rara bellezza con un cuore caldo che ancora oggi batte forte e non fa pesare affatto i suoi anni, nonostante l'avvento della Computer Grafica. E io a mia volta non posso che consigliarlo caldamente a voi.
E mentre scrivo questa recensione l'estate sta tornando.
L'aeroplano vola, Marcondiro'ndà.
Se getterà la bomba, Marcondiro'ndero
Se getterà la bomba chi ci salverà?
(Girotondo - F. De André)
Una sera di settembre alla stazione di Kōbe. L'Estate ha esalato il suo ultimo respiro, e insieme a lei un ragazzo, che tiene stretto a sé una scatola di latta. A pochi passi da lui il suo fantasma lo osserva morire.
La guerra è finita e lentamente la normalità sta riprendendo il suo corso. La gente cammina e ignora altra gente. Quella è una sera quasi normale, ma la ferita è ancora aperta e se si presta orecchio si può sentire riecheggiare nell'aria il rumore degli aerei.
Il ragazzo della stazione era uno dei tanti. La guerra trasforma le persone in numeri, che vanno a riempire le statistiche dei libri di storia.
Questo numero si chiamava Seita. Il film racconta con un approccio profondamente realistico un Giappone dilaniato dai bombardamenti e dalla miseria. Nella pellicola non sono impresse lunghe sequenze di battaglie tra fazioni opposte, o tra "buoni" e "cattivi", laddove questa distinzione possa significare qualcosa sul fronte. L'attenzione si focalizza invece su chi la guerra la vede arrivare dentro le proprie case e tenta, malgrado tutto, di portare avanti delle vite. Come Seita, che si ritrova improvvisamente a essere fratello, madre e padre di Setsuko, la sua sorellina, ancora troppo piccola e incapace di comprendere appieno il mondo esterno.
La guerra è vista con gli occhi dei bambini come un brutto sogno da cui non ci si riesce a svegliare. I cacciabombardieri sembrano degli strani uccelli che sputano fuoco dai loro becchi metallici e rilasciano uova che generano grandi lampi di luce. E quello che c'era prima un attimo dopo scompare. La gente scappa, qualcuno si ferma per raccogliere qualcun altro e prosegue a scappare. Altri dormono in mezzo alla strada senza svegliarsi più.
Poi tutto finisce, ancora una volta. Nelle strade si riversano alcuni amici, qualche parente e tanti sconosciuti che vagano spaesati e increduli. Si prova a ricostruire, a delineare, a dare un ordine al caos.
E davvero non è poi così difficile riconoscere in quelle ambientazioni anche un po' del nostro paese. L'anima rurale di quel Giappone, che sembra ormai quasi un ricordo, non è molto diversa dalla realtà contadina dell'Italia agli inizi del secolo scorso. Dopo il conflitto si cerca di tirare su ciò che è stato buttato giù. Si va avanti, ma si butta un occhio indietro, verso ciò è mutato e continua a mutare.
Questo è per me "Una tomba per le lucciole". Non un film di guerra, bensì un film sulla guerra. La guerra e la morte, quella nera e secca, come diceva Guccini. Di certo non è una visione facile e lo spettatore più sensibile potrebbe risultare turbato dalla crudezza di quest'opera. Quando il film venne presentato in contemporanea con "Il mio vicino Totoro" il contrasto fu notevole. Il realismo spietato di Takahata si presentava come qualcosa di diametralmente opposto all'immaginario fiabesco del collega Miyazaki. Il risultato fu un'opera di rara bellezza con un cuore caldo che ancora oggi batte forte e non fa pesare affatto i suoi anni, nonostante l'avvento della Computer Grafica. E io a mia volta non posso che consigliarlo caldamente a voi.
E mentre scrivo questa recensione l'estate sta tornando.
A me non piace scrivere. Il solo fatto che stiate leggendo questa mia recensione implica che davvero non potevo fare a meno di parlare di quest'opera. Ho deciso di non elencare i dati generali di quest'anime quali autore, anno di pubblicazione, casa produttrice e chi più ne ha più ne metta, per il semplice fatto che non voglio sembrare ridondante dato che questi dati sono stati presentati dai precedenti recensori. Quello di cui voglio parlare dunque sono solo le mie semplici impressioni.
Ci sono cose che non devono andare perse, ci sono consapevolezze che vanno maturare crescendo e che devono fare parte del background di un uomo poliedrico. "Hotaru no haka" per me è stato un colpo, un impatto nel quale ho perso l'orientamento, che mi ha denudato di ogni pregiudizio e fatto sentire completamente impotente. La trama semplice, tremendamente lineare, dell'opera e il realismo quasi maniacale con il quale è stata realizzata, che non lascia spazio a scene utopiche e fiabesche pur essendo un "cartone animato" (la frase iniziale pronunciata dal personaggio maschile mette subito le cose in chiaro), dimostrano l'intenzione di comunicare un'idea, un sentimento fortemente sentito da chi ha concepito questo film. Si parla di guerra, si parla di morti, si parla di carestia, il tutto senza mezzi termini, senza mezze misure, senza la minima mediazione che non siano gli occhi innocenti e impotenti dei due ragazzi. Ed è questa la chiave di volta: l'innocenza.
L'aspetto più disumano della guerra, l'insensatezza totale di fondo di essa viene mostrata nella sua forma più intima, come se una coperta venisse tolta facendoti ritrovare nelle scene finali del film in cerca di aria, schiacciato da un macigno invisibile.
Se siete in cerca di un qualcosa di emozionante, di un qualcosa che vada al di là del semplice passatempo, di un qualcosa per cui valga la pena spendere qualche ora del vostro tempo e se siete abbastanza coraggiosi da liberarvi dei vostri pregiudizi per guardare un anime indipendentemente dalla vostra età, scoprirete uno dei migliori film sulla guerra che abbiate mai visto.
Ci sono cose che non devono andare perse, ci sono consapevolezze che vanno maturare crescendo e che devono fare parte del background di un uomo poliedrico. "Hotaru no haka" per me è stato un colpo, un impatto nel quale ho perso l'orientamento, che mi ha denudato di ogni pregiudizio e fatto sentire completamente impotente. La trama semplice, tremendamente lineare, dell'opera e il realismo quasi maniacale con il quale è stata realizzata, che non lascia spazio a scene utopiche e fiabesche pur essendo un "cartone animato" (la frase iniziale pronunciata dal personaggio maschile mette subito le cose in chiaro), dimostrano l'intenzione di comunicare un'idea, un sentimento fortemente sentito da chi ha concepito questo film. Si parla di guerra, si parla di morti, si parla di carestia, il tutto senza mezzi termini, senza mezze misure, senza la minima mediazione che non siano gli occhi innocenti e impotenti dei due ragazzi. Ed è questa la chiave di volta: l'innocenza.
L'aspetto più disumano della guerra, l'insensatezza totale di fondo di essa viene mostrata nella sua forma più intima, come se una coperta venisse tolta facendoti ritrovare nelle scene finali del film in cerca di aria, schiacciato da un macigno invisibile.
Se siete in cerca di un qualcosa di emozionante, di un qualcosa che vada al di là del semplice passatempo, di un qualcosa per cui valga la pena spendere qualche ora del vostro tempo e se siete abbastanza coraggiosi da liberarvi dei vostri pregiudizi per guardare un anime indipendentemente dalla vostra età, scoprirete uno dei migliori film sulla guerra che abbiate mai visto.
Si fa fatica a trovare le parole per descrivere questo capolavoro dell'animazione dello studio Ghibli. Il film esce nel 1988, diretto da Isao Takahata e tratto da un racconto di Akiyuki Nosaka. Siamo sulla linea del neorealismo cinematografico, il cui manifesto è una produzione italiana, "Roma città aperta" di Roberto Rossellini. Le caratteristiche sono le stesse: la guerra sullo sfondo e la vita delle classi più umili in primo piano.
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il giugno e il settembre del 1945 a Kobe, in Giappone. Durante uno dei bombardamenti, Seita e sua sorella, Setsuko, si separano dalla madre per andare nel rifugio antiaereo. Durante l'attacco nemico la madre muore e i due fratellini sono costretti ad arrangiarsi come possono. All'inizio vengono accolti calorosamente da una zia, ma quando il cibo inizia a diminuire la sua accoglienza si fa più gelida. Seita decide di andarsene e si porta dietro la bambina. Si nascondono in una caverna scavata nella roccia vicino ad un lago e lì tentano di sopravvivere con le loro sole forze.
Non ci sono colpi di scena nel plot. Il punto di vista è esterno e calato all'altezza dei due fratellini. E fin dall'inizio lo spettatore sa a cosa andrà incontro nella visione. E' lo spirito di Seita a narrare la storia e a dire quale sarà il suo destino: "La sera del 21 settembre 1945 io morii". Così inizia il film, uno dei più tristi, crudi e commoventi mai realizzati. La guerra è descritta in tutta la sua negatività. Non ci sono scene di battaglie epiche, perchè l'attenzione si concentra sulle condizioni di vita quotidiana dei due orfani. Il ritmo però è fluido e costante.
Ciò che colpisce è la determinazione e la forza d'animo di Seita che non si arrende mai di fronte a tutte le difficoltà che incontra e cerca in ogni modo di cavarsela per il bene di Setsuko. La bimba è di una dolcezza disarmante e la sua innocenza, i suoi capricci per le caramelle e la passione per le lucciole sono gli unici spiragli positivi di salvezza per un'umanità ormai completamente distrutta dalla guerra. Il ricordo positivo dei due fratellini rimane nitido nella memoria, ma la loro presenza viva nel mondo sarà fugace e labile come la brevità della vita delle lucciole che muiono così presto. C'è poesia, pathos e realismo. Impossibile non rimanere coinvolti!
La grafica e i disegni sono semplici, puliti, ma di forte impatto emotivo. Musiche pertinenti e perfettamente inserite nelle scene. Davvero un'ottima piccola creatura di uno Studio che difficilmente delude.
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il giugno e il settembre del 1945 a Kobe, in Giappone. Durante uno dei bombardamenti, Seita e sua sorella, Setsuko, si separano dalla madre per andare nel rifugio antiaereo. Durante l'attacco nemico la madre muore e i due fratellini sono costretti ad arrangiarsi come possono. All'inizio vengono accolti calorosamente da una zia, ma quando il cibo inizia a diminuire la sua accoglienza si fa più gelida. Seita decide di andarsene e si porta dietro la bambina. Si nascondono in una caverna scavata nella roccia vicino ad un lago e lì tentano di sopravvivere con le loro sole forze.
Non ci sono colpi di scena nel plot. Il punto di vista è esterno e calato all'altezza dei due fratellini. E fin dall'inizio lo spettatore sa a cosa andrà incontro nella visione. E' lo spirito di Seita a narrare la storia e a dire quale sarà il suo destino: "La sera del 21 settembre 1945 io morii". Così inizia il film, uno dei più tristi, crudi e commoventi mai realizzati. La guerra è descritta in tutta la sua negatività. Non ci sono scene di battaglie epiche, perchè l'attenzione si concentra sulle condizioni di vita quotidiana dei due orfani. Il ritmo però è fluido e costante.
Ciò che colpisce è la determinazione e la forza d'animo di Seita che non si arrende mai di fronte a tutte le difficoltà che incontra e cerca in ogni modo di cavarsela per il bene di Setsuko. La bimba è di una dolcezza disarmante e la sua innocenza, i suoi capricci per le caramelle e la passione per le lucciole sono gli unici spiragli positivi di salvezza per un'umanità ormai completamente distrutta dalla guerra. Il ricordo positivo dei due fratellini rimane nitido nella memoria, ma la loro presenza viva nel mondo sarà fugace e labile come la brevità della vita delle lucciole che muiono così presto. C'è poesia, pathos e realismo. Impossibile non rimanere coinvolti!
La grafica e i disegni sono semplici, puliti, ma di forte impatto emotivo. Musiche pertinenti e perfettamente inserite nelle scene. Davvero un'ottima piccola creatura di uno Studio che difficilmente delude.
<b>Attenzione contiene possibili spoiler</b>
Questo anime è meraviglioso, spicca per la sua delicatezza e drammaticità, ti coinvolge nella storia senza grandi avvenimenti, ma solo con la pura e semplice descrizione dei fatti.
La seconda guerra mondiale è stata una strage, e spesso non ci si sofferma mai a sufficienza, quando la si studia, sulle migliaia e migliaia di vite perse in questo frangente; inoltre, quando si parla di Giappone e 1945 viene subito in mente (credo giustamente) la strage di Hiroshima e Nagasaki, ma questo anime vuole raccontare una storia diversa, forse quasi messa in secondo piano, ma comunque importante.
E' un opera quasi spietata, chi la guarda cerca di percepire ogni singolo momento felice e lo impreziosisce, ma purtroppo il lento scorrere degli eventi porta a conclusioni sempre più buie, lasciando quel senso di amarezza che le fiabe sono tanto brave e far scomparire.
La storia narra le vicende di queste due bambini, Seita il più grande e la piccola Setsuko, sopravvissuti ai bombardamenti di Kobe nel giugno del 1945; durante quel bombardamento perderanno la madre e da li sarà una continua lotta per la sopravvivenza. Inizialmente vengono ospitati da una lontana parente, che però non si dimostra generosa e affettuosa nei loro confronti, tanto da spingerli ad andare via di casa e rifugiarsi in una caverna.
La delicatezza e l'amore del fratello verso la piccola è commovente, a volte straziante dato che in fondo è piccolo anche lui e si fa carico di un fardello enorme rispetto alla sua età. I momenti felici trattati dal film anche se sono pallidi, in mezzo a quello scenario straziante, prendono la forma di tante piccole stelle in mezzo all'oscurità.
Passano i mesi, e la situazione si fa sempre più complicata: i due cercano di sopravvivere come possono ma il cibo scarseggia, e quello che c'è è difficile da recuperare per i due orfani. L'animo di Setsuko viene fuori nel suo apice quando sotterra le lucciole catturate la sera prima da Seita per illuminare la caverna: si chiede il perché le lucciole vivano così poco, e se anche la sua mamma sia stata sotterrata alla stessa maniera.
Il finale è tragico, è un pugno nello stomaco di chi si aspetta uno spiraglio di risoluzione della vicenda, e la fine della guerra (con la felicità di chi può finalmente tornare a casa) rende tutto ancora più pesante.
Gli aggettivi che uso possono far sembrare l'opera tutt'altro che interessante a qualcuno, invece sono convinto che materie come queste (quanto l'olocausto) vadano trattate proprio in questo modo, cercando in tutti i modi di impressionare lo spettatore per infondere una consapevolezza sopita dal tempo.
E' un anime che dovremmo guardare tutti, è commovente, ma con eleganza e compostezza, come il popolo giapponese ha imparato a farsi conoscere.
Chiunque dubiti del valore degli anime dovrebbe prendere visione di questo film, così che possa sicuramente cambiare opinione.
Questo anime è meraviglioso, spicca per la sua delicatezza e drammaticità, ti coinvolge nella storia senza grandi avvenimenti, ma solo con la pura e semplice descrizione dei fatti.
La seconda guerra mondiale è stata una strage, e spesso non ci si sofferma mai a sufficienza, quando la si studia, sulle migliaia e migliaia di vite perse in questo frangente; inoltre, quando si parla di Giappone e 1945 viene subito in mente (credo giustamente) la strage di Hiroshima e Nagasaki, ma questo anime vuole raccontare una storia diversa, forse quasi messa in secondo piano, ma comunque importante.
E' un opera quasi spietata, chi la guarda cerca di percepire ogni singolo momento felice e lo impreziosisce, ma purtroppo il lento scorrere degli eventi porta a conclusioni sempre più buie, lasciando quel senso di amarezza che le fiabe sono tanto brave e far scomparire.
La storia narra le vicende di queste due bambini, Seita il più grande e la piccola Setsuko, sopravvissuti ai bombardamenti di Kobe nel giugno del 1945; durante quel bombardamento perderanno la madre e da li sarà una continua lotta per la sopravvivenza. Inizialmente vengono ospitati da una lontana parente, che però non si dimostra generosa e affettuosa nei loro confronti, tanto da spingerli ad andare via di casa e rifugiarsi in una caverna.
La delicatezza e l'amore del fratello verso la piccola è commovente, a volte straziante dato che in fondo è piccolo anche lui e si fa carico di un fardello enorme rispetto alla sua età. I momenti felici trattati dal film anche se sono pallidi, in mezzo a quello scenario straziante, prendono la forma di tante piccole stelle in mezzo all'oscurità.
Passano i mesi, e la situazione si fa sempre più complicata: i due cercano di sopravvivere come possono ma il cibo scarseggia, e quello che c'è è difficile da recuperare per i due orfani. L'animo di Setsuko viene fuori nel suo apice quando sotterra le lucciole catturate la sera prima da Seita per illuminare la caverna: si chiede il perché le lucciole vivano così poco, e se anche la sua mamma sia stata sotterrata alla stessa maniera.
Il finale è tragico, è un pugno nello stomaco di chi si aspetta uno spiraglio di risoluzione della vicenda, e la fine della guerra (con la felicità di chi può finalmente tornare a casa) rende tutto ancora più pesante.
Gli aggettivi che uso possono far sembrare l'opera tutt'altro che interessante a qualcuno, invece sono convinto che materie come queste (quanto l'olocausto) vadano trattate proprio in questo modo, cercando in tutti i modi di impressionare lo spettatore per infondere una consapevolezza sopita dal tempo.
E' un anime che dovremmo guardare tutti, è commovente, ma con eleganza e compostezza, come il popolo giapponese ha imparato a farsi conoscere.
Chiunque dubiti del valore degli anime dovrebbe prendere visione di questo film, così che possa sicuramente cambiare opinione.
È universalmente riconosciuto che la seconda guerra mondiale sia stato l'evento bellico più terribile di tutti i tempi, con un numero di vittime altissimo, sia dal lato dei paesi sconfitti che dal lato dei vincitori. Accanto alla drammaticità della guerra, però, essa è ricordata anche come evento-origine di milioni e milioni di storie tutte uguali e tutte diverse allo stesso tempo: basti pensare che ogni sopravvissuto a quei terribili anni ha una sua particolare storia da raccontare per chiunque abbia voglia di ascoltarla.
L'insieme di questi racconti hanno rappresentato una inesauribile fonte di ispirazione per la cinematografia mondiale che, ancora oggi, non smette di proporre periodicamente film sulla guerra e sui suoi sfortunati protagonisti.
L'Italia, così come il Giappone, appartiene alla schiera dei paesi sconfitti per cui è possibile ipotizzare l'esistenza di una sensibilità comune su un momento così straziante della vita dei due paesi, sottoposti a continui bombardamenti, con grandi difficoltà di approvvigionamento di generi alimentari e con un numero di lutti che aumentava di ora in ora. Un'opera come "una tomba per le lucciole" non può, dunque, lasciare indifferente quella che è, sostanzialmente, la nostre triste e terribile memoria comune; tuttavia lasciatemi esprimere parecchie riserve su una storia che non mi ha convinto proprio laddove, invece, avrebbe dovuto colpirmi.
La storia è ambientata nel 1945, l'ultimo della guerra, e narra le vicende di due fratelli: Seita, il più grande, e Setsuko, la sua piccola sorellina. Rimasti soli dopo la morte dei genitori toccherà a Seita occuparsi delle esigenze della bambina e si applicherà in questo cercando di dare il meglio di sé.
Se la buona volontà del ragazzo è innegabile, ho trovato assolutamente senza senso la maggior parte delle sue scelte. Se è vero, infatti, che una decisione può rivelarsi giusta o sbagliata è vero anche che essa deve seguire comunque un suo filo logico. E in "una tomba per le lucciole" ciò che accade è assolutamente inconcepibile tenendo conto del particolare contesto in cui ci troviamo e delle reazioni della natura umana messa di fronte al pericolo più terribile.
Questa "innaturalità" che mi è sembrato di poter cogliere negli eventi narrati in questo film condiziona fortemente la mia valutazione in quanto, tenendo conto dei racconti che di tanto in tanto avevo il piacere di ascoltare dai miei familiari, immaginare un comportamento di questo tipo da parte dei protagonisti, e di Seita in particolare, mi risulta abbastanza difficile.
Tralasciando questo aspetto, invece, questo film risulta essere decisamente apprezzabile riuscendo perfettamente a trasmettere l'immagine di un paese che si è trovato ad affrontare una situazione catastrofica che proprio non si aspettava: iniziata la guerra con un'orgogliosa sicurezza nei propri mezzi doveva ora assumere il ruolo del paese sconfitto e distrutto.
Ciò, però, non basta a cancellare i miei dubbi per cui assegno a questo film solo la sufficienza.
L'insieme di questi racconti hanno rappresentato una inesauribile fonte di ispirazione per la cinematografia mondiale che, ancora oggi, non smette di proporre periodicamente film sulla guerra e sui suoi sfortunati protagonisti.
L'Italia, così come il Giappone, appartiene alla schiera dei paesi sconfitti per cui è possibile ipotizzare l'esistenza di una sensibilità comune su un momento così straziante della vita dei due paesi, sottoposti a continui bombardamenti, con grandi difficoltà di approvvigionamento di generi alimentari e con un numero di lutti che aumentava di ora in ora. Un'opera come "una tomba per le lucciole" non può, dunque, lasciare indifferente quella che è, sostanzialmente, la nostre triste e terribile memoria comune; tuttavia lasciatemi esprimere parecchie riserve su una storia che non mi ha convinto proprio laddove, invece, avrebbe dovuto colpirmi.
La storia è ambientata nel 1945, l'ultimo della guerra, e narra le vicende di due fratelli: Seita, il più grande, e Setsuko, la sua piccola sorellina. Rimasti soli dopo la morte dei genitori toccherà a Seita occuparsi delle esigenze della bambina e si applicherà in questo cercando di dare il meglio di sé.
Se la buona volontà del ragazzo è innegabile, ho trovato assolutamente senza senso la maggior parte delle sue scelte. Se è vero, infatti, che una decisione può rivelarsi giusta o sbagliata è vero anche che essa deve seguire comunque un suo filo logico. E in "una tomba per le lucciole" ciò che accade è assolutamente inconcepibile tenendo conto del particolare contesto in cui ci troviamo e delle reazioni della natura umana messa di fronte al pericolo più terribile.
Questa "innaturalità" che mi è sembrato di poter cogliere negli eventi narrati in questo film condiziona fortemente la mia valutazione in quanto, tenendo conto dei racconti che di tanto in tanto avevo il piacere di ascoltare dai miei familiari, immaginare un comportamento di questo tipo da parte dei protagonisti, e di Seita in particolare, mi risulta abbastanza difficile.
Tralasciando questo aspetto, invece, questo film risulta essere decisamente apprezzabile riuscendo perfettamente a trasmettere l'immagine di un paese che si è trovato ad affrontare una situazione catastrofica che proprio non si aspettava: iniziata la guerra con un'orgogliosa sicurezza nei propri mezzi doveva ora assumere il ruolo del paese sconfitto e distrutto.
Ciò, però, non basta a cancellare i miei dubbi per cui assegno a questo film solo la sufficienza.
Un film che non ho il coraggio di rivedere. Non è un film sulla guerra, ma su quello che fa la guerra alla gente, a come trasforma persone normali in mostri di cinismo che arrivano a non avere nemmeno pietà per dei bambini rimasti soli. Guardi il film, e ti monta dentro una tristezza assoluta, perché ti rendi conto che è una storia che può essere accaduta davvero, e che può accadere di nuovo. È un film da guardare e da non dimenticare, un film da vedere per renderci conto di come non siamo stati solo noi italiani, noi europei a subire la guerra ma anche famiglie e bambini nel lontano Giappone, troppo spesso rappresentato solo da bandiera e kamikaze nei film e nei libri di guerra. Entri per un attimo nella mentalità di un popolo che non risparmia i sacrifici, che ha una cultura diversa ma che è costituita sempre da altri esseri umani, fragili e spietati quanto noi quando le privazioni e le bombe strappano via parte della nostra umanità.
Da vedere assolutamente, e da non dimenticare mai.
Da vedere assolutamente, e da non dimenticare mai.
Una tomba delle lucciole è uno di quei film che si dovrebbe imporre (magari anche di prepotenza) a quegli ignoranti che dicono che i cartoni animati siano per bambini, che so, trasmettendolo a reti unificate nell'orario in cui maggiormente la gente guarda la TV!
Io ho avuto modo di vederlo per puro caso, non sapendo a cosa andavo incontro, perché ne avevo soltanto letto spesso il titolo in rete e sapevo che in molti lo avevano apprezzato.
Bellissimo, struggente, scioccante ed a tratti crudele. Generalmente io riesco a guardare un film con un certo distacco, mantenendo la consapevolezza che si tratta di un prodotto di fantasia, ma stavolta no, questo film mi ha commossa ancora di più de Il re leone (con quella terribile scena della morte di Mufasa e del piccolo Simba che tentava disperatamente di svegliarlo), e come se il protagonista non mi avesse già preparata al peggio, con la sua dichiarazione ad inizio film, ho sperato fino all'ultimo in un miracolo.
Il film mostra allo spettatore la guerra esattamente per quella che è, semplicemente qualcosa di terribile ed insensato, in cui non ci sono mai completi vincitori, qualcosa di cui fanno maggiormente proprio le persone più innocenti, come i bambini. Ma a parte le scene di bombardamenti, quelle in cui i poveri Seita e Setsuko si ritrovano a doversela cavare da soli con il finale che conosciamo, ho trovato ancora più sconvolgente la crudeltà (a volte volontaria, a volte inconsapevole) di certi personaggi: la zia (anche se nel film live action appare assai meno spietata che in questo OAV), il tipo che parla del tempo a Seita pur sapendo benissimo cosa si appresta a fare (gli dà anche consigli tecnici!), quell'altro tipo che lo nota alla stazione, prende la scatola delle caramelle e poi la butta via con tanta indifferenza... Fortunatamente per compensare basta anche soltanto quella splendida scena con i 2 fratellini che camminano ormai senza più alcuna angoscia fra le lucciole, poesia allo stato puro!
Il character design, inutile dirlo trattandosi di Takahata, è stupendo, ed è molto valido anche il doppiaggio italiano.
Insomma, un film da vedere e rivedere, di cui spero di poter recuperare prima o poi il DVD. Voto finale 10!
Io ho avuto modo di vederlo per puro caso, non sapendo a cosa andavo incontro, perché ne avevo soltanto letto spesso il titolo in rete e sapevo che in molti lo avevano apprezzato.
Bellissimo, struggente, scioccante ed a tratti crudele. Generalmente io riesco a guardare un film con un certo distacco, mantenendo la consapevolezza che si tratta di un prodotto di fantasia, ma stavolta no, questo film mi ha commossa ancora di più de Il re leone (con quella terribile scena della morte di Mufasa e del piccolo Simba che tentava disperatamente di svegliarlo), e come se il protagonista non mi avesse già preparata al peggio, con la sua dichiarazione ad inizio film, ho sperato fino all'ultimo in un miracolo.
Il film mostra allo spettatore la guerra esattamente per quella che è, semplicemente qualcosa di terribile ed insensato, in cui non ci sono mai completi vincitori, qualcosa di cui fanno maggiormente proprio le persone più innocenti, come i bambini. Ma a parte le scene di bombardamenti, quelle in cui i poveri Seita e Setsuko si ritrovano a doversela cavare da soli con il finale che conosciamo, ho trovato ancora più sconvolgente la crudeltà (a volte volontaria, a volte inconsapevole) di certi personaggi: la zia (anche se nel film live action appare assai meno spietata che in questo OAV), il tipo che parla del tempo a Seita pur sapendo benissimo cosa si appresta a fare (gli dà anche consigli tecnici!), quell'altro tipo che lo nota alla stazione, prende la scatola delle caramelle e poi la butta via con tanta indifferenza... Fortunatamente per compensare basta anche soltanto quella splendida scena con i 2 fratellini che camminano ormai senza più alcuna angoscia fra le lucciole, poesia allo stato puro!
Il character design, inutile dirlo trattandosi di Takahata, è stupendo, ed è molto valido anche il doppiaggio italiano.
Insomma, un film da vedere e rivedere, di cui spero di poter recuperare prima o poi il DVD. Voto finale 10!
Sconsiglio questo film a chi vuole divertirsi o a chi è troppo sensibile (datemi retta, sono pure io sensibile). Non che io mi sia pentito di vedere il film, che trovo davvero ben realizzato, ma è un tale pugno nello stomaco che veramente ti fa perdere qualsiasi voglia di una seconda visione.
Tanto per dirne una, si sa già fin dall'inizio che i protagonisti moriranno. Non è uno spoiler, perché si vede sin dall'inizio del film, quando il fratello maggiore narra "quel giorno, io morii". Tutto il film è infatti incentrato semplicemente sul terribile percorso che che fanno i bambini dopo aver perso la propria famiglia in un bombardamento aereo, una strada che li porterà all'inevitabile morte.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Devo dire che la maggior parte della colpa va attribuita alla zia dalla quale i due fratelli inizialmente si trasferiscono, per un po' di tempo a casa di questa zia tutto va per il meglio ma quando inizia a scarseggiare il cibo la zia si dimostra molto dura è decide che non può più nutrire i nipoti e che deve pensare a nutrire suo marito e i suoi figli, come se i due bambini non fossero sempre suoi parenti.
Alla fine i due protagonisti sono costretti ad andarsene, questo è l'inizio di una vita da vagabondi che li porterà all'inevitabile fine per malnutrizione.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Animazione impeccabile e perfetta, una storia piena di verità sull'orrore della guerra, ecco che film è, tratto dal romanzo omonimo a cui non faccio riferimento perché non l'ho mai letto. Assolutamente da vedere, perché è una storia vera, una cosa che purtroppo succede veramente nel mondo a centinaia di uomini, donne, e appunto bambini, e purtroppo, è una cosa che succede ancora, pur non essendoci più guerre delle proporzioni delle due guerre mondiali.
Credo proprio che con questo film si sia voluto in parte denunciare l'orrore della guerra e in parte far vedere cosa succedeva ai giapponesi ai tempi del secondo conflitto mondiale. I bambini (in particolar modo il più piccolo), fanno tanta tenerezza, sono adorabili e credibili nella loro caratterizzazione, ed ecco perché fa veramente piangere vederli soffrire e poi morire.
Film non adatto ad un pubblico di minori perché non capirebbero il senso del film, ma sconsigliato anche a chi, come me, è troppo sensibile, io ne sono semplicemente rimasto scioccato, mi ci è voluto molto tempo per riprendermi del tutto dallo shock.
Tanto per dirne una, si sa già fin dall'inizio che i protagonisti moriranno. Non è uno spoiler, perché si vede sin dall'inizio del film, quando il fratello maggiore narra "quel giorno, io morii". Tutto il film è infatti incentrato semplicemente sul terribile percorso che che fanno i bambini dopo aver perso la propria famiglia in un bombardamento aereo, una strada che li porterà all'inevitabile morte.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Devo dire che la maggior parte della colpa va attribuita alla zia dalla quale i due fratelli inizialmente si trasferiscono, per un po' di tempo a casa di questa zia tutto va per il meglio ma quando inizia a scarseggiare il cibo la zia si dimostra molto dura è decide che non può più nutrire i nipoti e che deve pensare a nutrire suo marito e i suoi figli, come se i due bambini non fossero sempre suoi parenti.
Alla fine i due protagonisti sono costretti ad andarsene, questo è l'inizio di una vita da vagabondi che li porterà all'inevitabile fine per malnutrizione.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Animazione impeccabile e perfetta, una storia piena di verità sull'orrore della guerra, ecco che film è, tratto dal romanzo omonimo a cui non faccio riferimento perché non l'ho mai letto. Assolutamente da vedere, perché è una storia vera, una cosa che purtroppo succede veramente nel mondo a centinaia di uomini, donne, e appunto bambini, e purtroppo, è una cosa che succede ancora, pur non essendoci più guerre delle proporzioni delle due guerre mondiali.
Credo proprio che con questo film si sia voluto in parte denunciare l'orrore della guerra e in parte far vedere cosa succedeva ai giapponesi ai tempi del secondo conflitto mondiale. I bambini (in particolar modo il più piccolo), fanno tanta tenerezza, sono adorabili e credibili nella loro caratterizzazione, ed ecco perché fa veramente piangere vederli soffrire e poi morire.
Film non adatto ad un pubblico di minori perché non capirebbero il senso del film, ma sconsigliato anche a chi, come me, è troppo sensibile, io ne sono semplicemente rimasto scioccato, mi ci è voluto molto tempo per riprendermi del tutto dallo shock.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Il mio voto è 6/7 per un film che mi aspettavo migliore. La guerra è un tema delicato e forte che rischia sempre di essere raccontato in maniera poco originale e banale. E questo purtroppo è il caso. Se uno pensa in maniera superficiale alla guerra, bè, viene fuori Una tomba per le lucciole. Ed è un peccato perché la musica è indovinata, la realizzazione tecnica è buona, ma è la storia a non dare quel qualcosa in più. Commovente in certi momenti, anche se prevedibile, sembra voglia far commuovere lo spettatore a ogni costo, con situazioni non molto realistiche (il non tornare dalla zia pur avendo la sorellina malata, bè, lo trovo un po' irreale). Oltretutto è lento in diversi punti. Peccato. Vedo però che son gusti, perché molti danno voti alti a questo film, quindi vedetelo e giudicate voi stessi.
Il mio voto è 6/7 per un film che mi aspettavo migliore. La guerra è un tema delicato e forte che rischia sempre di essere raccontato in maniera poco originale e banale. E questo purtroppo è il caso. Se uno pensa in maniera superficiale alla guerra, bè, viene fuori Una tomba per le lucciole. Ed è un peccato perché la musica è indovinata, la realizzazione tecnica è buona, ma è la storia a non dare quel qualcosa in più. Commovente in certi momenti, anche se prevedibile, sembra voglia far commuovere lo spettatore a ogni costo, con situazioni non molto realistiche (il non tornare dalla zia pur avendo la sorellina malata, bè, lo trovo un po' irreale). Oltretutto è lento in diversi punti. Peccato. Vedo però che son gusti, perché molti danno voti alti a questo film, quindi vedetelo e giudicate voi stessi.
Questo è un anime che mi ha davvero commosso. Ci sono tante opere giapponesi che trattano della guerra, delle sue brutture e di come renda dure e spietate le persone. Non può essere altrimenti, in un paese che ha vissuto la sconfitta dell'ultima guerra come un'onta epocale: da Tezuka, che dedica alla guerra due capolavori che chiunque dovrebbe leggere ("Ayako" e "La Storia dei tre Adolf"), passando per Leiji Matsumoto che ne da infinite letture (come suo costume, presenta quella idealizzata, anarchico-libertaria ed eroica, ma anche quella più realista o di condanna), per arrivare a Miyazaki che ne fa un leitmotif di svariate opere.
Quest'anime invece non bada tanto alle sottigliezze: entra a gamba a tesa sull'argomento senza se e senza ma. La storia è di una crudezza e di una drammaticità incredibile, soprattutto perché i protagonisti sono due bambini, due fratelli legati da un affetto genuino, sulle cui teste innocenti calano rovinosamente povertà, carestia e morte.
Il taglio sociologico rende il film adatto ad un pubblico non proprio giovanissimo. Dubito che i bambini siano in grado di coglierne il senso, perché probabilmente si domanderebbero il motivo delle ingiustizie che vedono svolgersi a video, e lo troverebbero noioso, non essendoci azione e colpi di scena.
"Una tomba per le lucciole" è un'opera volutamente didascalica e spietata che denuncia la violenza della guerra, ma non quella del campo di battaglia, bensì quella sottile e lenta che colpisce chi è rimasto a casa. Questo tipo di violenza è tanto più abominevole in quanto sceglie le persone più deboli ed indifese (i bambini per l'appunto), o quelle sfortunate, per mietere le proprie vittime. Allora si può vedere come la guerra faccia regredire l'animale uomo allo stato di natura, alla lotta per l'ultimo pugno di riso, per l'ultima medicina, per l'ultimo pezzo di pane. Vengono meno persino i legami di sangue, e l'amicizia come la carità umana diventano quasi impossibili.
C'è poco da dire, perché sta proprio lì la trovata del regista. La stoica e ingenua determinazione dei due fratelli che, nonostante tutto, si aggrappano l'uno all'altro e cercano disperatamente di conservare una dignità, non può che commuovere anche i meno sensibili e far stringere i pugni per la frustrazione. Delicate le remore del fratello più grande che esita nel rubare ciò che gli serve per vivere, nonostante i morsi della fame. Struggenti i deliri della piccola in preda alla fame più nera, ed alla malattia.
Alla fine, l'effetto del film si riduce ad un pensiero che non può non attraversare la mente dello spettatore: il pensiero elementare che non è giusto, che certe cose semplicemente non dovrebbero accadere. Mai.
Quest'anime invece non bada tanto alle sottigliezze: entra a gamba a tesa sull'argomento senza se e senza ma. La storia è di una crudezza e di una drammaticità incredibile, soprattutto perché i protagonisti sono due bambini, due fratelli legati da un affetto genuino, sulle cui teste innocenti calano rovinosamente povertà, carestia e morte.
Il taglio sociologico rende il film adatto ad un pubblico non proprio giovanissimo. Dubito che i bambini siano in grado di coglierne il senso, perché probabilmente si domanderebbero il motivo delle ingiustizie che vedono svolgersi a video, e lo troverebbero noioso, non essendoci azione e colpi di scena.
"Una tomba per le lucciole" è un'opera volutamente didascalica e spietata che denuncia la violenza della guerra, ma non quella del campo di battaglia, bensì quella sottile e lenta che colpisce chi è rimasto a casa. Questo tipo di violenza è tanto più abominevole in quanto sceglie le persone più deboli ed indifese (i bambini per l'appunto), o quelle sfortunate, per mietere le proprie vittime. Allora si può vedere come la guerra faccia regredire l'animale uomo allo stato di natura, alla lotta per l'ultimo pugno di riso, per l'ultima medicina, per l'ultimo pezzo di pane. Vengono meno persino i legami di sangue, e l'amicizia come la carità umana diventano quasi impossibili.
C'è poco da dire, perché sta proprio lì la trovata del regista. La stoica e ingenua determinazione dei due fratelli che, nonostante tutto, si aggrappano l'uno all'altro e cercano disperatamente di conservare una dignità, non può che commuovere anche i meno sensibili e far stringere i pugni per la frustrazione. Delicate le remore del fratello più grande che esita nel rubare ciò che gli serve per vivere, nonostante i morsi della fame. Struggenti i deliri della piccola in preda alla fame più nera, ed alla malattia.
Alla fine, l'effetto del film si riduce ad un pensiero che non può non attraversare la mente dello spettatore: il pensiero elementare che non è giusto, che certe cose semplicemente non dovrebbero accadere. Mai.
“Una tomba per le lucciole” è un anime in grado di mostrare sia tratti di cruda e straziante realtà sia di mostrare e trasmettere emozioni cariche di dolore. La trama, ambientata in Giappone, espone la fine della Seconda Guerra Mondiale la quale nel caso dello Stato giapponese segnò la distruzione di Hiroshima e Nagasaki. In particolar modo la scena è incentrata sulla figura di due bambini legati dal legame fraterno che devono affrontare le grandi difficoltà derivate dalla loro condizione di orfani. Il loro amore è così potente da riuscire a sopravvivere alla morte infatti entrambe le loro anime rimangono legate al loro rifugio insieme alle lucciole che tanto amavano.
Il titolo può assumere diverse interpretazioni e simbologie. Personalmente ne ho individuate 2:
a) La precarietà della vita umana che risulta fragile e insicura come la vita delle lucciole.
b) La morte dei due fratelli coincide con il luminoso rifugio dove s'incontravano le lucciole e quindi proprio loro potrebbero essere chiamati lucciole.
Un'altra tematica molto importante è mostrata dalle conseguenze della guerra, sempre portatrice di distruzione, dolore, sofferenza e morte. Sempre l'atteggiamento dell'uomo inteso come “Homo homini lupus” (e non solo un atteggiamento provocatore di guerra, ma anche di egoismo, infatti si nota chiaramente come l'uomo fa degradare la sua natura anche nuocendo agli altri pur di sopravvivere) fa scaturire la rovina di ciò che sostiene le fondamenta del mondo.
A mio parere, è un'opera che riesce ad emozionare sempre lo spettatore perché va dritto al cuore attraverso le parole, le scene e probabilmente anche a causa del fatto che i protagonisti siano due bambini. È un film che è stato spesso criticato di ciò che viene definita “lentezza” ma per me questo fattore è stato fondamentale per riuscire ad immergermi in un mondo così carico di pathos e tensione emotiva.
L'unico punto che mi impedisce di dare il 10 è forse la mancanza di novità, infatti si parla spesso di bambini che vengono a contatto con la cruda realtà della guerra. Basti pensare a “Il sentiero dei nidi di ragno” di Calvino, “Il bambino con il pigiama a righe” oppure “Il Diario di Anna Frank”. Tuttavia è un'opera complessivamente toccante e in ogni caso va valutata la difficoltà di trasmettere tali messaggi attraverso il cinema d'animazione.
Il titolo può assumere diverse interpretazioni e simbologie. Personalmente ne ho individuate 2:
a) La precarietà della vita umana che risulta fragile e insicura come la vita delle lucciole.
b) La morte dei due fratelli coincide con il luminoso rifugio dove s'incontravano le lucciole e quindi proprio loro potrebbero essere chiamati lucciole.
Un'altra tematica molto importante è mostrata dalle conseguenze della guerra, sempre portatrice di distruzione, dolore, sofferenza e morte. Sempre l'atteggiamento dell'uomo inteso come “Homo homini lupus” (e non solo un atteggiamento provocatore di guerra, ma anche di egoismo, infatti si nota chiaramente come l'uomo fa degradare la sua natura anche nuocendo agli altri pur di sopravvivere) fa scaturire la rovina di ciò che sostiene le fondamenta del mondo.
A mio parere, è un'opera che riesce ad emozionare sempre lo spettatore perché va dritto al cuore attraverso le parole, le scene e probabilmente anche a causa del fatto che i protagonisti siano due bambini. È un film che è stato spesso criticato di ciò che viene definita “lentezza” ma per me questo fattore è stato fondamentale per riuscire ad immergermi in un mondo così carico di pathos e tensione emotiva.
L'unico punto che mi impedisce di dare il 10 è forse la mancanza di novità, infatti si parla spesso di bambini che vengono a contatto con la cruda realtà della guerra. Basti pensare a “Il sentiero dei nidi di ragno” di Calvino, “Il bambino con il pigiama a righe” oppure “Il Diario di Anna Frank”. Tuttavia è un'opera complessivamente toccante e in ogni caso va valutata la difficoltà di trasmettere tali messaggi attraverso il cinema d'animazione.
Uno dei film d'animazione più struggenti che abbia visto, non c'è che dire. Hotaru no Haka è uno dei pochi anime giapponesi che, secondo le mie modeste conoscenze, trattino in modo così realistico il tema della guerra e derivati. Miseria, difficoltà di pacifica convivenza, perdita dei propri cari, dei propri averi, della propria dimora, costrizione ad una vita da raminghi, tutti temi che vengono affrontati in quest'opera in modo magistrale, rispecchiati su un ragazzino e la sua piccola sorellina, vittime di cose più grandi di loro. La vita, così effimera, schiaccia senza distinzioni. Idem per le lucciole, che rappresentano il paragone con gli umani: insetti che vivono pochissimo, ma splendidi, leggiadri ed eterei come le stelle, basta un piccolo errore nel dosaggio della forza per togliere loro la vita.
Il finale, strettamente legato con l'inizio del film, è di una poesia indescrivibile. La riunione di due fratelli, oltre tutto il male che è accaduto, circondati dalle lucciole.
Devo dire che il doppiaggio italiano non è male e l'ho apprezzato abbastanza. Non c'è molto da dire, dovete guardarlo e farvi voi un'idea.
Il finale, strettamente legato con l'inizio del film, è di una poesia indescrivibile. La riunione di due fratelli, oltre tutto il male che è accaduto, circondati dalle lucciole.
Devo dire che il doppiaggio italiano non è male e l'ho apprezzato abbastanza. Non c'è molto da dire, dovete guardarlo e farvi voi un'idea.
Gli eserciti dell'Asse sono ormai alle strette, incalzati dall'avanzata degli Alleati, su tutti i fronti. Il Giappone comincia a subire gli attacchi delle forze statunitensi sul proprio territorio. Purtroppo, come sempre, a farne le spese è in gran parte la popolazione civile...
Può un film d'animazione affrontare il dramma della guerra, in tutta la sua crudeltà? Isao Takahata, co-fondatore dello Studio Ghibli assieme ad Hayao Miyazaki, ci ha provato con "Una tomba per le lucciole", riuscendo nell'impresa. La storia di Seita e della sua sorellina Setsuko è drammatica, a tratti impressionante, ma sa di verità, molto più di tutti gli inutili film di guerra che per decenni l'industria cinematografica ci ha propinato.
La paura, le speranze, l'orrore e la morte, la fatica nel tirare avanti, la fame e la disperazione visti dagli occhi di un ragazzino come Seita, giovane coraggioso, consapevole ma lasciato solo da tutti, e della sorellina Setzuko, innocente vittima della violenza e dell'egoismo umano. Tecnicamente è un buon prodotto, animato e curato sotto ogni aspetto.
Tristissimo, vale davvero la pena di guardarlo.
Può un film d'animazione affrontare il dramma della guerra, in tutta la sua crudeltà? Isao Takahata, co-fondatore dello Studio Ghibli assieme ad Hayao Miyazaki, ci ha provato con "Una tomba per le lucciole", riuscendo nell'impresa. La storia di Seita e della sua sorellina Setsuko è drammatica, a tratti impressionante, ma sa di verità, molto più di tutti gli inutili film di guerra che per decenni l'industria cinematografica ci ha propinato.
La paura, le speranze, l'orrore e la morte, la fatica nel tirare avanti, la fame e la disperazione visti dagli occhi di un ragazzino come Seita, giovane coraggioso, consapevole ma lasciato solo da tutti, e della sorellina Setzuko, innocente vittima della violenza e dell'egoismo umano. Tecnicamente è un buon prodotto, animato e curato sotto ogni aspetto.
Tristissimo, vale davvero la pena di guardarlo.
Un magone allo stomaco e qualche lacrima qua e là. Ecco il mio stato psico-fisico alla fine del film. Era tempo che un anime non mi faceva quest'effetto. Vedersi raccontare la guerra, terribile già di per sé, vista dagli occhi di due fratelli che hanno perso tutto è stata un'esperienza che mi ha lasciato il segno. Fa un po' strano che sia stato presentato insieme a "Il mio vicino Totoro"! Comunque è un film da vedere per la sua veridicità. È un film che va visto per capire quanto la guerra possa far male e anche quanto le persone possano essere cattive e malvagie con persone che non hanno fatto nulla di male. Uno dei migliori anime che abbia mai visto.
Voglio cominciare questa recensione con delle premesse. Questo film va visto con lo spirito giusto per carpirne la totale essenza. Non è un’opera creata per farci del merchandising.
È il secondo film del grande studio Ghibli che vedo (il primo è stato “Principessa Mononoke”), e devo dire che gli ottimi commenti, riferiti a questa casa di produzione sono più che meritati.
Quest’opera, tratta dall’omonimo libro, è diretta dal maestro Isao Takahata (co-fondatore dello studio Ghibli insieme a Miyazaki), per raccontare attraverso gli occhi di due bambini un lato della guerra che va oltre le battaglie, i dispiegamenti di eserciti o piani di conquista da megalomani, quel lato che non si vede nei libri di storia perché realmente è sporco e fa troppo orrore per essere raccontato.
La storia si svolge durante l’ultima estate della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, quando l’Impero Giapponese è ormai al collasso. I bombardamenti americani privano giorno dopo giorno la popolazione dei mezzi per sopravvivere: dalle case al cibo, dal lavoro alla speranza di un futuro migliore. In questo turbine di eventi due ragazzini dovranno cercare di sopravvivere con le loro esili forze, potendo contare solo su loro stessi e la loro voglia di vivere, quella voglia di vivere che si manifesta così splendidamente quando si è bambini. Non voglio dilungarmi, altrimenti spiffererei troppo, dato che il mio intento è solo quello di introdurvi la trama generale per non rovinare la visione a nessuno.
Dal punto di vista della grafica lo studio Ghibli è impeccabile come sempre, con movimenti fluidi che si adattano al tipo di personaggio sia per il ruolo che ricopre, che per la propria età. Il doppiaggio italiano non è stato da meno, anzi, esso ha saputo immedesimarsi alla perfezione particolarmente nelle scene drammatiche. L’audio si è dimostrato all’altezza dell’opera, con struggenti melodie che si mescolavano a dovere con le eventi.
Secondo una mia opinione è un film da vedere nella vita, ma una sola volta, dato che un tale pugno nello stomaco non sarei capace di sopportarlo di nuovo (almeno io). Non fate l’errore di vederlo con l’idea di ridere con degli amici, anzi, qualche lacrima potrebbe anche scapparci.
Sperò di aver stimolato la vostra curiosità e vi auguro una buona visione. Sono sicuro che non ve ne pentirete.
È il secondo film del grande studio Ghibli che vedo (il primo è stato “Principessa Mononoke”), e devo dire che gli ottimi commenti, riferiti a questa casa di produzione sono più che meritati.
Quest’opera, tratta dall’omonimo libro, è diretta dal maestro Isao Takahata (co-fondatore dello studio Ghibli insieme a Miyazaki), per raccontare attraverso gli occhi di due bambini un lato della guerra che va oltre le battaglie, i dispiegamenti di eserciti o piani di conquista da megalomani, quel lato che non si vede nei libri di storia perché realmente è sporco e fa troppo orrore per essere raccontato.
La storia si svolge durante l’ultima estate della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, quando l’Impero Giapponese è ormai al collasso. I bombardamenti americani privano giorno dopo giorno la popolazione dei mezzi per sopravvivere: dalle case al cibo, dal lavoro alla speranza di un futuro migliore. In questo turbine di eventi due ragazzini dovranno cercare di sopravvivere con le loro esili forze, potendo contare solo su loro stessi e la loro voglia di vivere, quella voglia di vivere che si manifesta così splendidamente quando si è bambini. Non voglio dilungarmi, altrimenti spiffererei troppo, dato che il mio intento è solo quello di introdurvi la trama generale per non rovinare la visione a nessuno.
Dal punto di vista della grafica lo studio Ghibli è impeccabile come sempre, con movimenti fluidi che si adattano al tipo di personaggio sia per il ruolo che ricopre, che per la propria età. Il doppiaggio italiano non è stato da meno, anzi, esso ha saputo immedesimarsi alla perfezione particolarmente nelle scene drammatiche. L’audio si è dimostrato all’altezza dell’opera, con struggenti melodie che si mescolavano a dovere con le eventi.
Secondo una mia opinione è un film da vedere nella vita, ma una sola volta, dato che un tale pugno nello stomaco non sarei capace di sopportarlo di nuovo (almeno io). Non fate l’errore di vederlo con l’idea di ridere con degli amici, anzi, qualche lacrima potrebbe anche scapparci.
Sperò di aver stimolato la vostra curiosità e vi auguro una buona visione. Sono sicuro che non ve ne pentirete.
“Il 21 settembre 1945 io morii.”
Il film inizia mostrando Seita, un ragazzo che sta morendo di inedia in una stazione dei treni; un inserviente gli svuota le tasche, e trova un contenitore di caramelle in alluminio che contiene ceneri e ossa; lo lancia via, e da esso fuoriescono i fantasmi di Setsuko, bambina di 4 anni, e di Seita, suo fratello maggiore di 14, e un numero notevole di lucciole.
Il fantasma di Seita inizia a narrare la loro storia, ovvero un flashback del Giappone alla fine della seconda guerra mondiale: i bombardamenti americani su Kobe e la conseguente separazione dei due fratellini dalla madre, che muore sotto gli occhi del figlio, il padre a difendere la gloria dell’impero come ufficiale della marina; i due fratelli si dirigono quindi verso la casa di una zia, in un villaggio vicino, e ricevono una calda accoglienza; la donna sembra molto disponibile e offre loro un riparo e del cibo. Seita crede quindi di aver trovato un luogo in cui stare, ma quando il cibo inizia a scarseggiare, la zia si dimostra molto dura nei suoi confronti e il ragazzo si sente costretto a lasciare l'abitazione.
I due si trasferiscono quindi in un rifugio nelle vicinanze di un lago e per un po' di tempo riescono a vivere grazie al riso che erano riusciti a comprare e ad altri prodotti che avevano lasciato nella loro vecchia casa; ma ben presto il cibo finisce nuovamente e con i soldi rimasti il giovane non è più in grado di comprare viveri: la guerra ha portato al razionamento forzato delle provviste e nessuno può aiutarlo.
Da qui comincia la loro impossibile battaglia contro il mondo impazzito: la paura, la mancanza di soldi, i furti, la fame…
Ciò che traspare subito è l’incredibile iperrealismo, che non risparmia niente e nessuno e mostra cadaveri sfigurati dalle ustioni, persone malnutrite, incendi durante i bombardamenti, il terrore, la disperazione.
Il film è chiaro fin dall’inizio: non c’è alcun lieto fine, ma solo una cronaca nuda, cruda e direttissima dell’orrore della guerra, vissuto da un ragazzino e da una bambina uniti dal loro fortissimo amore fraterno.
Seita deve badare a se stesso e alla sua sorellina, ancora innocente e parzialmente ignara dell’orrore che la circonda.
Una sera i due fratelli catturano delle lucciole e le usano per illuminare il loro rifugio, facendoli sognare dalla meraviglia di quello spettacolo; il giorno seguente, Setsuko scava una tomba per tutti gli insetti morti, chiedendosi: “Perché le lucciole muoiono così presto?”
Questa è la frase che più di tutte mostra quanto la bambina sia innocente, pura, dolce e sensibile.
Le lucciole… potrebbe essere Setsuko la lucciola del titolo; oppure i Kamikaze, come osserva la piccola; o ancora le bombe sganciate dagli aerei.
In ogni caso questi insetti sono una bellissima metafora della vita, che come le foglie degli alberi autunnali di Ungaretti, è precaria e brevissima.
Credo che questo sia il più bel film d’animazione antimilitarista mai creato; la visione è consigliata a tutti, soprattutto ai bambini, e se rimangono scioccati e piangono, vuol dire che il profondo e direttissimo messaggio di pace ha toccato loro il cuore; spero che più persone possibili possano commuoversi e riflettere proprio come è successo a me. Capolavoro assoluto.
Il film inizia mostrando Seita, un ragazzo che sta morendo di inedia in una stazione dei treni; un inserviente gli svuota le tasche, e trova un contenitore di caramelle in alluminio che contiene ceneri e ossa; lo lancia via, e da esso fuoriescono i fantasmi di Setsuko, bambina di 4 anni, e di Seita, suo fratello maggiore di 14, e un numero notevole di lucciole.
Il fantasma di Seita inizia a narrare la loro storia, ovvero un flashback del Giappone alla fine della seconda guerra mondiale: i bombardamenti americani su Kobe e la conseguente separazione dei due fratellini dalla madre, che muore sotto gli occhi del figlio, il padre a difendere la gloria dell’impero come ufficiale della marina; i due fratelli si dirigono quindi verso la casa di una zia, in un villaggio vicino, e ricevono una calda accoglienza; la donna sembra molto disponibile e offre loro un riparo e del cibo. Seita crede quindi di aver trovato un luogo in cui stare, ma quando il cibo inizia a scarseggiare, la zia si dimostra molto dura nei suoi confronti e il ragazzo si sente costretto a lasciare l'abitazione.
I due si trasferiscono quindi in un rifugio nelle vicinanze di un lago e per un po' di tempo riescono a vivere grazie al riso che erano riusciti a comprare e ad altri prodotti che avevano lasciato nella loro vecchia casa; ma ben presto il cibo finisce nuovamente e con i soldi rimasti il giovane non è più in grado di comprare viveri: la guerra ha portato al razionamento forzato delle provviste e nessuno può aiutarlo.
Da qui comincia la loro impossibile battaglia contro il mondo impazzito: la paura, la mancanza di soldi, i furti, la fame…
Ciò che traspare subito è l’incredibile iperrealismo, che non risparmia niente e nessuno e mostra cadaveri sfigurati dalle ustioni, persone malnutrite, incendi durante i bombardamenti, il terrore, la disperazione.
Il film è chiaro fin dall’inizio: non c’è alcun lieto fine, ma solo una cronaca nuda, cruda e direttissima dell’orrore della guerra, vissuto da un ragazzino e da una bambina uniti dal loro fortissimo amore fraterno.
Seita deve badare a se stesso e alla sua sorellina, ancora innocente e parzialmente ignara dell’orrore che la circonda.
Una sera i due fratelli catturano delle lucciole e le usano per illuminare il loro rifugio, facendoli sognare dalla meraviglia di quello spettacolo; il giorno seguente, Setsuko scava una tomba per tutti gli insetti morti, chiedendosi: “Perché le lucciole muoiono così presto?”
Questa è la frase che più di tutte mostra quanto la bambina sia innocente, pura, dolce e sensibile.
Le lucciole… potrebbe essere Setsuko la lucciola del titolo; oppure i Kamikaze, come osserva la piccola; o ancora le bombe sganciate dagli aerei.
In ogni caso questi insetti sono una bellissima metafora della vita, che come le foglie degli alberi autunnali di Ungaretti, è precaria e brevissima.
Credo che questo sia il più bel film d’animazione antimilitarista mai creato; la visione è consigliata a tutti, soprattutto ai bambini, e se rimangono scioccati e piangono, vuol dire che il profondo e direttissimo messaggio di pace ha toccato loro il cuore; spero che più persone possibili possano commuoversi e riflettere proprio come è successo a me. Capolavoro assoluto.
Un film crudo. Un pugno nello stomaco. Un piccolo capolavoro.
L'orrore della guerra e la forza della disperazione contro la fame, la solitudine, l'indifferenza.
Triste e splendido nel saper esprimere dolore e dolcezza.
Il tocco delicato del maestro Isao Takahata, il co-fondatore meno noto di Hayao Miyazaki dello Studio Ghibli, si fa sentire in quest'opera del 1988 tratta dall'omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka.
Non viene dato scampo allo spettatore, non vi è speranza. Il finale viene presentato subito e tutto il film risulta essere un flashback che porta inevitabilmente alla consapevolezza di un assoluta assenza di lieto fine. Il giappone della Seconda Guerra mondiale rivive così, attraverso gli occhi dei due giovani protagonisti, rimasti orfani.
Le lucciole sono metaforicamente l'unica luce gioiosa nella notte senza fine di un esistenza straziata.
"Perchè le lucciole muoiono così presto?" chiede la piccola Setsuko al fratello Seita.
Perché sono così brevi anche se intensi i momenti di felicità?
<span><a href="http://uskebasi.wordpress.com/2010/05/26/una-tomba-per-le-lucciole-hotaru-no-haka/" class="smarterwiki-linkify">http://uskebasi.wordpress.com/2010/05/26/una-tomba-per-le-lucciole-hotaru-no-haka/</a></span>
L'orrore della guerra e la forza della disperazione contro la fame, la solitudine, l'indifferenza.
Triste e splendido nel saper esprimere dolore e dolcezza.
Il tocco delicato del maestro Isao Takahata, il co-fondatore meno noto di Hayao Miyazaki dello Studio Ghibli, si fa sentire in quest'opera del 1988 tratta dall'omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka.
Non viene dato scampo allo spettatore, non vi è speranza. Il finale viene presentato subito e tutto il film risulta essere un flashback che porta inevitabilmente alla consapevolezza di un assoluta assenza di lieto fine. Il giappone della Seconda Guerra mondiale rivive così, attraverso gli occhi dei due giovani protagonisti, rimasti orfani.
Le lucciole sono metaforicamente l'unica luce gioiosa nella notte senza fine di un esistenza straziata.
"Perchè le lucciole muoiono così presto?" chiede la piccola Setsuko al fratello Seita.
Perché sono così brevi anche se intensi i momenti di felicità?
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<b>[ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER]</b>
La testimonianza più toccante e più realistica di come potessero vivere degli orfani di guerra nel periodo appena precedente alla sconfitta del Giappone. Il lirismo, la poesia pura delle immagini, il punto di vista interno alla vicenda dei due bambini, i quali subiscono la perdita del padre, della madre, le angherie dei parenti, l'emarginazione e l'abbandono da parte dei grandi senza mai smettere di volersi bene anche dopo la morte, sono artifici tanto potenti da far sentire il povero spettatore turbato e addirittura addolorato della sua impotenza, quasi che anche lui si sentisse parte integrante del film e fosse nel novero degli individui cinici e disumani che lasciano morire di inedia e di stenti i due orfani.
Un pugno nello stomaco(o nella coscienza in questo caso) vero e proprio, dal quale ci si riprende solo dopo un bel po'.
Consigliato a chiunque sia capace di provare sentimenti, ma non già di per sé sull'orlo del suicidio. Sarebbe la botta finale altrimenti.
La testimonianza più toccante e più realistica di come potessero vivere degli orfani di guerra nel periodo appena precedente alla sconfitta del Giappone. Il lirismo, la poesia pura delle immagini, il punto di vista interno alla vicenda dei due bambini, i quali subiscono la perdita del padre, della madre, le angherie dei parenti, l'emarginazione e l'abbandono da parte dei grandi senza mai smettere di volersi bene anche dopo la morte, sono artifici tanto potenti da far sentire il povero spettatore turbato e addirittura addolorato della sua impotenza, quasi che anche lui si sentisse parte integrante del film e fosse nel novero degli individui cinici e disumani che lasciano morire di inedia e di stenti i due orfani.
Un pugno nello stomaco(o nella coscienza in questo caso) vero e proprio, dal quale ci si riprende solo dopo un bel po'.
Consigliato a chiunque sia capace di provare sentimenti, ma non già di per sé sull'orlo del suicidio. Sarebbe la botta finale altrimenti.
L'anime più triste della storia dell'umanità. Ricordo che circa due anni fa vidi per caso Una tomba per le lucciole su MTV. Non avevo la più pallida idea di che cosa parlasse ma il titolo non mi era nuovo e l'ambientazione in periodo di guerra attirò la mia attenzione. Credo che il fatto di non saperne nulla me l'abbia fatto assaporare con ancora più intensità. Ok, non ci vuole un genio per capire che essendo ambientato nel periodo della seconda guerra mondiale non poteva sicuramente essere l'allegria fatta anime, però non mi aspettavo un qualcosa di così triste, anche perché il tratto lo fa sembrare adatto per dei ragazzini. Fatto sta che ieri ho deciso di rivederlo per capire se mi avrebbe fatto di nuovo la stessa impressione.
La storia narra di due bambini rimasti soli dopo un grave incidente avvenuto alla madre durante un bombardamento.
La trama è incentrata sul modo in cui i protagonisti cercano di andare avanti nonostante una simile tragedia. La storia va avanti lentamente ma intensamente, senza molti colpi di scena. Non c'è stato un solo momento però che mi abbia indotto alla noia. Nella sua semplicità, Una tomba per le lucciole, sa attrarre l'attenzione come pochi.
Animazioni fluide, personaggi espressivi, ben caratterizzati e che non tradiscono mai il loro modo di essere. Bellissima l'ambientazione storica. Belli pure i fondali. Affascinati le scene nella quali i bambini giocano con le lucciole. Si vede lontano un miglio che le scelte delle pettinature e sui modi di vestire dei personaggi sono ben studiati. Personalmente amo il look del ragazzino protagonista che porta sempre una divisa con tanto di cappello.
Mi è piaciuto molto l'anime perché tutto viene esposto con semplicità disarmate, mostrando il mondo secondo il punto di vista di due bambini. Purtroppo queste cose sono successe veramente. E' davvero triste constatare come il destino dei bambini fosse completamente ignorato dalla società di allora. Ma il tema rimane molto attuale, perché situazioni viste nell'anime sono chiaramente applicabili al presente di alcuni Paesi. Una tomba per le lucciole riesce ad essere tragico quanto un film sulla guerra.
Piccolo appunto personale: ci sono anime a cui sono profondamente affezionata (perché sono delle serie quindi si finisce per prendere molto a cuore la sorte dei protagonisti) ma a cui ho dato solo dei 9 come votazione, in quanto spesso in essi avvengono cose poco sensate oppure i personaggi fanno cose irritanti o idiote. In Una tomba per le lucciole invece questo non è avvenuto: non ci sono sbavature, è un anime che ha l'obbiettivo di deprimere e c'è riuscito pienamente quindi gli do molto volentieri il mio primo 10.
Se siete depressi per diversi motivi guardatelo in un'altro momento perché potrebbe darvi il colpo di grazia. Se invece siete a posto guardatelo!
Buona visione.
La storia narra di due bambini rimasti soli dopo un grave incidente avvenuto alla madre durante un bombardamento.
La trama è incentrata sul modo in cui i protagonisti cercano di andare avanti nonostante una simile tragedia. La storia va avanti lentamente ma intensamente, senza molti colpi di scena. Non c'è stato un solo momento però che mi abbia indotto alla noia. Nella sua semplicità, Una tomba per le lucciole, sa attrarre l'attenzione come pochi.
Animazioni fluide, personaggi espressivi, ben caratterizzati e che non tradiscono mai il loro modo di essere. Bellissima l'ambientazione storica. Belli pure i fondali. Affascinati le scene nella quali i bambini giocano con le lucciole. Si vede lontano un miglio che le scelte delle pettinature e sui modi di vestire dei personaggi sono ben studiati. Personalmente amo il look del ragazzino protagonista che porta sempre una divisa con tanto di cappello.
Mi è piaciuto molto l'anime perché tutto viene esposto con semplicità disarmate, mostrando il mondo secondo il punto di vista di due bambini. Purtroppo queste cose sono successe veramente. E' davvero triste constatare come il destino dei bambini fosse completamente ignorato dalla società di allora. Ma il tema rimane molto attuale, perché situazioni viste nell'anime sono chiaramente applicabili al presente di alcuni Paesi. Una tomba per le lucciole riesce ad essere tragico quanto un film sulla guerra.
Piccolo appunto personale: ci sono anime a cui sono profondamente affezionata (perché sono delle serie quindi si finisce per prendere molto a cuore la sorte dei protagonisti) ma a cui ho dato solo dei 9 come votazione, in quanto spesso in essi avvengono cose poco sensate oppure i personaggi fanno cose irritanti o idiote. In Una tomba per le lucciole invece questo non è avvenuto: non ci sono sbavature, è un anime che ha l'obbiettivo di deprimere e c'è riuscito pienamente quindi gli do molto volentieri il mio primo 10.
Se siete depressi per diversi motivi guardatelo in un'altro momento perché potrebbe darvi il colpo di grazia. Se invece siete a posto guardatelo!
Buona visione.
Un film d'animazione incredibilmente drammatico. Penso che sia infatti il più triste che abbia mai visto. Questo film è capace di trasmettere forti emozioni ed è questa la cosa che più apprezzo di tutti gli anime e di tutti i film.
Ritengo che questo film, che io non considero un semplice anime ma qualcosa di più articolato, possa appartenere alla categoria cinematografica perché si spinge più avanti di altre opere animate giapponesi.
La trama è originale, in quanto pochi anime riprendono il periodo storico della seconda guerra mondiale in Giappone. I personaggi sono tracciati in modo realistico e il contesto è struggente e capace di penetrare nel cuore della gente.
Non me la sento di scrivere la trama, penso che sia più godibile vedere questo film senza saper nulla anche perché sarebbe inutile e impossibile descrivere quanta drammaticità è presente in questo film. Vi basti sapere, come ho detto, che è ambientato in questo terribile periodo storico
Sicuramente come film merita un 10 e la visione è consigliata a tutti gli amanti del cinema e dell'animazione giapponese, senza distinzioni.
Ritengo che questo film, che io non considero un semplice anime ma qualcosa di più articolato, possa appartenere alla categoria cinematografica perché si spinge più avanti di altre opere animate giapponesi.
La trama è originale, in quanto pochi anime riprendono il periodo storico della seconda guerra mondiale in Giappone. I personaggi sono tracciati in modo realistico e il contesto è struggente e capace di penetrare nel cuore della gente.
Non me la sento di scrivere la trama, penso che sia più godibile vedere questo film senza saper nulla anche perché sarebbe inutile e impossibile descrivere quanta drammaticità è presente in questo film. Vi basti sapere, come ho detto, che è ambientato in questo terribile periodo storico
Sicuramente come film merita un 10 e la visione è consigliata a tutti gli amanti del cinema e dell'animazione giapponese, senza distinzioni.
Un pugno nello stomaco. Dritto, ben assestato, senza difesa. Alla prima ripresa. Sì, perché "Una tomba per le lucciole" non da speranza di lieto fine sin dall'inizio. Comincia infatti con la frase: "la sera del 21 settembre 1945 io morii". A parlare è il protagonista, Seita, un ragazzo costretto a fare i conti con la guerra e a badare alla sorellina dopo il bombardamento americano della sua città. Incendi, distruzione, morte. La guerra vista a misura di bambino, l'indifferenza verso la loro sorte (esemplare l'indifferenza dei passanti in stazione che vedono il corpo del ragazzo). Il paragone corre immediato a un altro lungometraggio d'animazione che ha come tema i bombardamenti: "Hadashi no Gen", sulla bomba atomica a Hiroshima. In quel caso l'esperienza visiva è ancora più cruda (i corpi che si squagliano per la vampata che segue lo sganciamento della bomba è impressionante), ma la sensazione che lasciano entrambi alla fine è la stessa: si rimane colpiti, in silenzio, dall'atrocità della guerra.
Sono andato a vedere questo film con grandi aspettative poichè la quasi totalità delle recensioni era positiva al riguardo. Tuttavia, sebbene mi sia sforzato di mantenermi obbiettivo fino all'ultimo, non ci sono riuscito. Nonostante il film sia crudo e spietato in alcune scene, per la maggior parte l'ho giudicato noioso. Non ci sono colpi di scena (eccezion fatta per il finale, quello devo ammetterlo mi ha commosso, e vale il appieno il 7 che gli ho dato) e soprattutto credo che il genere d'animazione non sia adatto a rappresentare adattamenti storici. Quello che voglio dire è che l'animazione è il mondo della fantasia e dell'irrazionalità.
Al contrario, scene storiche come le guerre e i conflitti, scene che i nostri nonni hanno provato di prima esperienza, queste scene raggiungono la massima drammaticità se recitate da attori in carne ed ossa, attori capaci di un'espressività largamente superiore di quella dei soggetti di film di animazione. Il risultato è un maggiore impatto emotivo nello spettatore. Comunque sia, un film che vale la pena di essere visto, soprattutto se si ha una sorella più piccola.
Al contrario, scene storiche come le guerre e i conflitti, scene che i nostri nonni hanno provato di prima esperienza, queste scene raggiungono la massima drammaticità se recitate da attori in carne ed ossa, attori capaci di un'espressività largamente superiore di quella dei soggetti di film di animazione. Il risultato è un maggiore impatto emotivo nello spettatore. Comunque sia, un film che vale la pena di essere visto, soprattutto se si ha una sorella più piccola.
Quando la Yamato video pubblicò la versione in Vhs qualche annetto fa, mi resi conto di essermi imbattuto in un anime unico nel suo genere.
Posso dire che rappresenta una perla della animazione giapponese, una perla di artigianato che cozza con la pomposaggine delle produzioni moderne. Ogni singolo fotogramma è una delizia per gli occhi, musiche che toccano il cuore e una caratterizzazione dei personaggi (Setzuko su tutte) che lasciano senza parole.
Personalmente lo considero il miglio film di "guerra" mai visto, guerra in senso lato, che mostra le vere vittime: vite che vorrebbero essere vissute normalmente (come i due protagonisti) ma che purtroppo volgono al termine in maniera prematura e straziante. Alcune storie si possono raccontare solo in quella sorta di "surrealismo" che è l'animazione, e di fatti tutta l'opera è intrisa di poesia e drammaticità che non scadono mai nel banale, ma è capace di legare emotivamente lo spettatore in maniera affascinante e sublime. Una nota a parte per le musiche, che come un evidenziatore sottolineano i momenti drammatici della storia: veramente ben fatte!
Un film consigliato anche a chi non è un appassionato di animazione giapponese, un film che narra con soave lucidità una pagina triste della storia del Giappone.
PS: nell'edizione vhs era allegato anche un breve "dietro le quinte" con interviste al regista Isao Takahata e agli animatori.
Posso dire che rappresenta una perla della animazione giapponese, una perla di artigianato che cozza con la pomposaggine delle produzioni moderne. Ogni singolo fotogramma è una delizia per gli occhi, musiche che toccano il cuore e una caratterizzazione dei personaggi (Setzuko su tutte) che lasciano senza parole.
Personalmente lo considero il miglio film di "guerra" mai visto, guerra in senso lato, che mostra le vere vittime: vite che vorrebbero essere vissute normalmente (come i due protagonisti) ma che purtroppo volgono al termine in maniera prematura e straziante. Alcune storie si possono raccontare solo in quella sorta di "surrealismo" che è l'animazione, e di fatti tutta l'opera è intrisa di poesia e drammaticità che non scadono mai nel banale, ma è capace di legare emotivamente lo spettatore in maniera affascinante e sublime. Una nota a parte per le musiche, che come un evidenziatore sottolineano i momenti drammatici della storia: veramente ben fatte!
Un film consigliato anche a chi non è un appassionato di animazione giapponese, un film che narra con soave lucidità una pagina triste della storia del Giappone.
PS: nell'edizione vhs era allegato anche un breve "dietro le quinte" con interviste al regista Isao Takahata e agli animatori.
Credo che questo sia il film d'animazione più drammatico e commovente che abbia mai visto (non che ne abbia visti tantissimi a dir la verità, mi limito a quelli che mi vengono consigliati dal mio "otaku di fiducia"), tanto che definirlo commovente credo risulterebbe alquanto riduttivo.
Una Tomba per le Lucciole ci narra le vicissitudini a cui devono far fronte due ragazzini, fratello e sorellina, durante la guerra. I due verranno privati di ogni cosa, ritrovandosi a vivere di stenti. Inutile specificare quanto sia poetico vedere fratello e sorella così emotivamente vicini ed abbarbicati l'uno all'altra, con la piccina ingenua ed indifesa che dipende totalmente dal fratello, il quale invece si industria disperatamente in ogni modo (anche poco lecito) pur di procurarsi qualcosa per il loro sostentamento. Il ragazzo fa davvero di tutto, rischiando letteralmente la vita in più di un'occasione per la sorellina. Questi appare a tratti cocciuto e fiero, tanto da portare a chiedersi, alla fine del film, quanto tale comportamento abbia in realtà contribuito a gettare i due nella precaria situazione in cui si ritroveranno, con tutte le conseguenze che ne verranno.
Il film è poesia allo stato puro, ed allo stesso tempo spietato; son rimasta ad esempio profondamente scossa da alcuni passaggi forse apparentemente insignificanti, come la cena dei ragazzini a casa dei loro tutori, durante la quale ad essi veniva servita una porzione di minestra "adacquata", mente al capo famiglia venivano date delle porzioni abbondanti e ben più sostanziose... viene quasi da pensare ad un certo punto: "Meno male che questo è un film d'animazione, questa cattiveria non può esistere davvero nella realtà", ma così non è ovviamente...
A dirla tutta in questa opera ci sono scene ben più drammatiche e toccanti, ma non sforano mai nel cruento o nella violenza vera e propria; la violenza è tutta psicologica, e colpisce in egual misura protagonisti e spettatore.
Le ambientazioni decadenti contribuiscono non poco al coinvolgimento, così come la colorazione così naturale; ricordo ancora una scena crepuscolare molto triste e malinconica, davvero ben resa. Non sono da meno le musiche, pregevoli e pertinenti all'atmosfera.
Un altro pregio di questo film sta nel fatto che per noi occidentali costituisce un punto di vista tutto sommato inedito sulla grande guerra. Noi siamo infatti abituati a vedere i giapponesi comi i cattivi della situazione, pensiamo ai kamikaze, al bombardamento di Pearl Harbor... qui invece ci troviamo dall'altra parte della barricata, soffriamo assieme alla popolazione giapponese durante i bombardamenti a tappeto, ed anche dopo, a causa degli stenti causati dal dopoguerra. Ed è in anche in queste due fasi che si evolve, anzi degenera, la conduzione dei due protagonisti, che inizialmente si vedono privati di tutto a causa dei bombardamenti, poi devono scampare alla minaccia dei successivi, ed infine si vedono insidiati dalla minaccia più subdola e debilitante del dopoguerra, infatti proprio quando il peggio sembrerebbe passato con la resa del Giappone, la situazione precipita inesorabilmente portando per mano lo spettatore fino alla malinconica conclusione della vicenda.
Il film in pratica vanta una narrazione ciclica, ti immerge in un unico lungo flashback, per poi ritornare nella stazione fredda buia e solitaria da cui tutto era partito, e giungere così al suo epilogo.
Forse l'unico difetto di questo film, è che ti lascia troppa tristezza addosso, troppa angoscia... ciò quasi ti porta a preferire che avesse avuto un finale più più infantile e sereno.
Gli unici aspetti "positivi" nel film sono l'affetto fra fratello e sorella, e le lucciole, l'unico precario elemento di sollievo e meraviglia agli occhi dell'ingenua bambina.
Guardandomi indietro non credo, ripeto, di aver mai "sofferto" tanto guardando un film (d'animazione o meno). In "Una Tomba Per Le Lucciole" c'è poco da capire in realtà, non credo ci siano chissà quali reconditi messaggi da decifrare; bisogna solo essere disposti a lasciarsi segnare nel profondo dalla sua visione.
Un opera decisamente sentita e in un certo senso educativa; concordo in pieno con chi ritiene che questo film andrebbe visto in tutte le scuole.
Una Tomba per le Lucciole ci narra le vicissitudini a cui devono far fronte due ragazzini, fratello e sorellina, durante la guerra. I due verranno privati di ogni cosa, ritrovandosi a vivere di stenti. Inutile specificare quanto sia poetico vedere fratello e sorella così emotivamente vicini ed abbarbicati l'uno all'altra, con la piccina ingenua ed indifesa che dipende totalmente dal fratello, il quale invece si industria disperatamente in ogni modo (anche poco lecito) pur di procurarsi qualcosa per il loro sostentamento. Il ragazzo fa davvero di tutto, rischiando letteralmente la vita in più di un'occasione per la sorellina. Questi appare a tratti cocciuto e fiero, tanto da portare a chiedersi, alla fine del film, quanto tale comportamento abbia in realtà contribuito a gettare i due nella precaria situazione in cui si ritroveranno, con tutte le conseguenze che ne verranno.
Il film è poesia allo stato puro, ed allo stesso tempo spietato; son rimasta ad esempio profondamente scossa da alcuni passaggi forse apparentemente insignificanti, come la cena dei ragazzini a casa dei loro tutori, durante la quale ad essi veniva servita una porzione di minestra "adacquata", mente al capo famiglia venivano date delle porzioni abbondanti e ben più sostanziose... viene quasi da pensare ad un certo punto: "Meno male che questo è un film d'animazione, questa cattiveria non può esistere davvero nella realtà", ma così non è ovviamente...
A dirla tutta in questa opera ci sono scene ben più drammatiche e toccanti, ma non sforano mai nel cruento o nella violenza vera e propria; la violenza è tutta psicologica, e colpisce in egual misura protagonisti e spettatore.
Le ambientazioni decadenti contribuiscono non poco al coinvolgimento, così come la colorazione così naturale; ricordo ancora una scena crepuscolare molto triste e malinconica, davvero ben resa. Non sono da meno le musiche, pregevoli e pertinenti all'atmosfera.
Un altro pregio di questo film sta nel fatto che per noi occidentali costituisce un punto di vista tutto sommato inedito sulla grande guerra. Noi siamo infatti abituati a vedere i giapponesi comi i cattivi della situazione, pensiamo ai kamikaze, al bombardamento di Pearl Harbor... qui invece ci troviamo dall'altra parte della barricata, soffriamo assieme alla popolazione giapponese durante i bombardamenti a tappeto, ed anche dopo, a causa degli stenti causati dal dopoguerra. Ed è in anche in queste due fasi che si evolve, anzi degenera, la conduzione dei due protagonisti, che inizialmente si vedono privati di tutto a causa dei bombardamenti, poi devono scampare alla minaccia dei successivi, ed infine si vedono insidiati dalla minaccia più subdola e debilitante del dopoguerra, infatti proprio quando il peggio sembrerebbe passato con la resa del Giappone, la situazione precipita inesorabilmente portando per mano lo spettatore fino alla malinconica conclusione della vicenda.
Il film in pratica vanta una narrazione ciclica, ti immerge in un unico lungo flashback, per poi ritornare nella stazione fredda buia e solitaria da cui tutto era partito, e giungere così al suo epilogo.
Forse l'unico difetto di questo film, è che ti lascia troppa tristezza addosso, troppa angoscia... ciò quasi ti porta a preferire che avesse avuto un finale più più infantile e sereno.
Gli unici aspetti "positivi" nel film sono l'affetto fra fratello e sorella, e le lucciole, l'unico precario elemento di sollievo e meraviglia agli occhi dell'ingenua bambina.
Guardandomi indietro non credo, ripeto, di aver mai "sofferto" tanto guardando un film (d'animazione o meno). In "Una Tomba Per Le Lucciole" c'è poco da capire in realtà, non credo ci siano chissà quali reconditi messaggi da decifrare; bisogna solo essere disposti a lasciarsi segnare nel profondo dalla sua visione.
Un opera decisamente sentita e in un certo senso educativa; concordo in pieno con chi ritiene che questo film andrebbe visto in tutte le scuole.
Sebbene impeccabile sotto il profilo tecnico e dal punto di vista grafico e sonoro e malgrado l'animazione e l'ambientazione risultino dense di spessore e grondanti della poetica e del pathos ricercati dall'autore, il film Una tomba per le lucciole denota chiaramente una mancanza di originalità e una totale assenza di spunti necessari per mantenere vivo l'interesse, sottraendo al contempo lo spettatore dal torpore che l'aura di sommesso dolore infonde inevitabilmente non solo nel cuore ma anche nella mente dello stesso. Molto bello se non fosse per il fatto che risulta fine a se stesso e impregnato di contenuti flebili, scontati e poco interessanti. Un film per piangere per il gusto di piangere.
Una tomba per le lucciole è un film d'animazione toccante e realistico. Riuscire a far emergere così sentitamente un dramma come quello della guerra tramite gli occhi di due bambini non è affatto facile. I protagonisti della storia sono i due fratelli, Seita e Setsuno. Il film inizia con un primo bombardamento (siamo nella seconda guerra mondiale), la madre dei due fratellini si avvia verso il rifugio, mentre Seita e Setsuno la raggiungeranno presto. Fatalità vuole, però, che la mamma dei ragazzi rimarrà gravemente ferita e ustionata, e morirà poco dopo... Seita e Setsuno, andranno così a vivere momentaneamente da una zia. Ma la convivenza non durerà a lungo. Non sentendosi i benvenuti, Seita deciderà di portare la sorellina con sè a vivere nel rifugio antiaereo. Inizieranno così la loro vita fatta di stenti e sacrifici. La piccola Sestuno sarà la prima a risentire della sempre più scarsa alimentazione e il film continua narrando la sofferenza di Seita, che vede la sua adorata sorellina scomparire ogni giorno di più e lui non è più in grado di aiutarla... C'è così tanto in quest'opera che è difficile anche trovare le parole, mi ha colpito davvero tanto... dai disegni traspare ogni singola emozione... Consiglio la visione ad un pubblico maturo, per la crudezza di alcune scene e perchè onestamente si è più in grado di comprendere appieno il significato del film.
Questa è un opera davvero immortale! Stupendo e commovente, questo è, a parer mio, il film più bello che abbia mai visto!
Nonostante la trama un pò cruda per certi versi, e drammatica, questo film ti apre veramente il cuore e ti fa riflettere davvero sul senso della vita. L'amore del fratello nei confronti della propria sorellina è davvero una cosa sensazionale e struggente, e nonostante sono martoriati dalla guerra, riescono a combattere e avere la forza di aiutarsi.
Ho pianto molto quando la piccola protagonista è morta a causa della sua malattia per colpa dell'alimentazione sbagliata.
Un capolavoro che non si può dimenticare
Nonostante la trama un pò cruda per certi versi, e drammatica, questo film ti apre veramente il cuore e ti fa riflettere davvero sul senso della vita. L'amore del fratello nei confronti della propria sorellina è davvero una cosa sensazionale e struggente, e nonostante sono martoriati dalla guerra, riescono a combattere e avere la forza di aiutarsi.
Ho pianto molto quando la piccola protagonista è morta a causa della sua malattia per colpa dell'alimentazione sbagliata.
Un capolavoro che non si può dimenticare
Un pezzo di bravura del regista Takahata. A dimostrare che lo Studio Ghibli non si esaurisce con Miyazaki. Soffrire e vivere con i protagonisti del film è un tutt'uno, e si finisce per sperare sempre e comunque nel lieto fine, nonostante la durissima e inequivocabile scena iniziale. Disegni innovativi per il periodo (il bordo dei personaggi è marcato non con il classico tratto nero, ma con un più morbido tratto bruno che aumenta il realismo), fondali eccellenti e animazioni molto naturali (meravigliose le espressioni della piccola Setsuko), il tutto sorretto da una colonna sonora di tutto rispetto (il "tema delle lucciole", che accompagna il lungometraggio dall'inizio alla fine è splendidamente realizzato e, ciò che più conta, non si scorda facilmente). Consiglio a chi avesse l'opportunità di guardarlo in lingua originale, prima di tutto perché realizzato non in "giapponese" ma nel dialetto di Kobe, e in secondo luogo perché il doppiaggio di Setsuko è davvero qualcosa di magistrale. Capolavoro.
Anime molto triste che ci fa riflettere sugli orrori e sulle sofferenza che causa la guerra e su cosa si debba fare per sopravvivere e poter aiutare la propria famiglia.
La storia narra le vicende del giovane Seita e sua sorella minore Setsuko che, durante la Seconda Guerra Mondiale, sono costretti ad abbandonare la propria casa e rifugiarsi, mentre il loro villaggio è sotto il bombardamento di aerei americani, così iniziano i problemi e i disagi della guerra dove un fratello è disposto a fare di tutto per poter aiutare la sua sorellina ma non sarà molto facile.
L'anime seppur molto lento trasmette molte emozioni, le vicende che si susseguono sono reali e le immagini molto cruente, viene calcato il disagio che crea la guerra nei cuori delle persone, la lotta per la sopravvivenza, la paura di essere sempre sotto attacco e cercare in ogni modo di sopravvivere, tutto bilanciato per offrire un'immagine unica di ciò che accadde negli ultimi mesi di guerra del Giappone.
I disegni sono ben curati e pieni di dettagli in modo particolare le ambientazioni e come vengono mostrate le conseguenze dei bombardamenti. Le musiche sono molto tristi, rispecchiando l'animo di tutto il film e accompagnando in modo perfetto alcune scene chiave.
Questo film è uno dei migliori che io abbia mai visto, perchè cerca di avvicinarsi molto a ciò che accadde nel giugno del 1945, centrando in pieno l'obiettivo. I problemi dei due bambini sono problemi che hanno passato in molti in quel periodo e perciò rende il racconto realistico. Questo film è uno di quei titoli da seguire assolutamente, per tutti i patiti di animazione e non solo. Il voto = 10 è meritato, un vero kolossal da non perdere.
La storia narra le vicende del giovane Seita e sua sorella minore Setsuko che, durante la Seconda Guerra Mondiale, sono costretti ad abbandonare la propria casa e rifugiarsi, mentre il loro villaggio è sotto il bombardamento di aerei americani, così iniziano i problemi e i disagi della guerra dove un fratello è disposto a fare di tutto per poter aiutare la sua sorellina ma non sarà molto facile.
L'anime seppur molto lento trasmette molte emozioni, le vicende che si susseguono sono reali e le immagini molto cruente, viene calcato il disagio che crea la guerra nei cuori delle persone, la lotta per la sopravvivenza, la paura di essere sempre sotto attacco e cercare in ogni modo di sopravvivere, tutto bilanciato per offrire un'immagine unica di ciò che accadde negli ultimi mesi di guerra del Giappone.
I disegni sono ben curati e pieni di dettagli in modo particolare le ambientazioni e come vengono mostrate le conseguenze dei bombardamenti. Le musiche sono molto tristi, rispecchiando l'animo di tutto il film e accompagnando in modo perfetto alcune scene chiave.
Questo film è uno dei migliori che io abbia mai visto, perchè cerca di avvicinarsi molto a ciò che accadde nel giugno del 1945, centrando in pieno l'obiettivo. I problemi dei due bambini sono problemi che hanno passato in molti in quel periodo e perciò rende il racconto realistico. Questo film è uno di quei titoli da seguire assolutamente, per tutti i patiti di animazione e non solo. Il voto = 10 è meritato, un vero kolossal da non perdere.
Quest'opera definibile in tutti i sensi capolavoro è sicuramente tra i migliori film d'animazione esistente e poche altre sono nominabili accanto a questa. Per iniziare è d'obbligo dire che la visione di questo film deve venire dal profondo e non solo per il dovere di farlo (ricordiamo che tutti dovrebbero farlo), poiché le emozioni che esso trasmette vanno al di la di qualsiasi altro film non solo d'animazione, e ci fanno davvero capire che viviamo in un mondo di m.... . Di qui si possono capire gli strazi della guerra combattuta, ma non dai militari, bensì dalle persone innocenti che hanno pagato con la vita per un reato che non hanno mai commesso, ed a distanza di mezzo secolo i colpevoli di ciò non sembrano essersi resi perfettamente conto di ciò che hanno fatto (questa era solo una parentesi, ora parliamo dell'anime). L'opera in se è davvero impeccabile da ogni punto di vista, l'animazione è superba, e la colonna sonora è spettacolare, ma ciò che è punto di forza di un vero capolavoro è la trama, e sicuramente in questo film è espressa al massimo che si possa fare non nella realtà. Le scene si susseguono in maniera veloce e devono essere viste e godute tutto di un fiato senza tralasciare ogni minimo istante ricco di significato. I personaggi secondo me tra i migliori mai visti in un anime ci dimostrano come vivere riuscendo a trovare cose belle in un momento come quello della guerra affezionandosi ai grandi valori della vita come la famiglia, (oggi c' è sempre la sensazione che una persona stia vivendo a fatica e che il mondo la stia uccidendo anche se hanno avuto un piccolo problema, ma è difficile che stia passando ciò che hanno passato i nostri due eroi ). Insomma da qualunque punto lo si guardi è impeccabile, l'unico "problema" di questo film è la tristezza che ti mette dentro al solo pensiero degli avvenimenti che ti catturano dal primo secondo del film. Comunque consiglio a tutti e dico davvero tutti di guardare questo film per trarne insegnamenti per la vita e dico ai genitori dei piccini di far vedere questo anziché un documentario o una sciocca puntata di un telefilm o un cartone animato non giapponese.
Hotaru No Naka... ho guardato parecchio questo schermo in attesa che le parole potessero uscire per descrivere un film che ancora oggi, dopo più di due anni dall'ultima volta che l'ho visto, mi stringe un nodo in gola che non riesco ad ingoiare. Una tomba per le lucciole in realtà non è un Anime, od un film. E' una storia possibile, una storia vera, di chi ha vissuto la tragedia della seconda guerra mondiale. Una vera e propria finestra aperta sul passato dove la struggente storia quotidiana di due fratelli si intreccia con la mastodontica e conosciuta storia del nostro tempo. La commozione è forte, i sentimenti e le emozioni che si provano guardando questo film sono tali e talmente devastanti che non credo qualcuno possa uscirne "indenne". La sofferenza, la difficoltà, la voglia di lottare per la vita, non del piccolo quattordicenne Seita, ma di tutto un popolo che ha vissuto la guerra (giapponese? Si pensa che in Italia non abbiamo vissuto storie simili? O in Francia? O in ogni dove??) ti rovesciano addosso... ed è tanta, tanta, tanta sofferenza... causata e generata da persone distanti, distantissime dal popolo vero. L'apice della disperazione si tocca ad ogni scena in cui la guerra vince sulla vita... alla fine ci si domanda quasi se sia davvero accaduto (si, lo è) o se sia un'esagerazione (no, non lo è)... alla fine si ha quasi voglia di pensare "è solo un anime". Ma no... è molto di più. E' un pezzo di noi, della nostra storia, degli orrori che non si possono mettere nel dimenticatoio.... Il tratto lieve ed i colori leggeri con cui Takahata dipinge questa storia è un contrasto formidabile alla narrazione tragica che viene proposta. Le istantanee della realtà snocciolate sono sequenze che la mente di nessuno può dimenticare. Ora sarò anche un folle, ma a scrivere ed a rivivere questo film mi sono commosso ancora...
No, non è un anime, è un pezzo di ognuno di noi. E tutti dovrebbero vederlo... forse qualcosa cambierebbe davvero.
No, non è un anime, è un pezzo di ognuno di noi. E tutti dovrebbero vederlo... forse qualcosa cambierebbe davvero.
<b>Attenzione Spoiler!</b>
Che dire di questo magnifico anime... In un Giappone devastato dalla guerra due bambini rimasti orfani cercano di sopravvivere in un mondo che gira loro le spalle e dove ognuno pensa solo a se stesso... Il fratello maggiore cerca di incoraggiare e proteggere la sorellina... Purtroppo a causa dell'alimentazione inappropriata e delle condizioni igieniche la bimba si ammala... Nessuno presta aiuto alla bambina che finisce con il morire. Sono presenti scene crude che descrivono le sofferenze che la guerra porta alle persone ed in particolare a due bambini a cui il mondo ha voltato le spalle.
Che dire di questo magnifico anime... In un Giappone devastato dalla guerra due bambini rimasti orfani cercano di sopravvivere in un mondo che gira loro le spalle e dove ognuno pensa solo a se stesso... Il fratello maggiore cerca di incoraggiare e proteggere la sorellina... Purtroppo a causa dell'alimentazione inappropriata e delle condizioni igieniche la bimba si ammala... Nessuno presta aiuto alla bambina che finisce con il morire. Sono presenti scene crude che descrivono le sofferenze che la guerra porta alle persone ed in particolare a due bambini a cui il mondo ha voltato le spalle.
STUPENDO!!! Tristissimo capolavoro orientale! Penso che una tomba per le lucciole sia il film di animazione più triste e più splendido in assoluto! Da vedere e far vedere ai bambini per assistere e piangere la disgrazia e gli orrori della guerra, momenti questi vissuti attraverso gli occhi di due fratelli che lottano per la povertà, per la solitudine e per la fame. Un film molto bello, ma anche, per certi versi irreale ed estremo, che tuttavia fa riflettere e ci lascia qualcosa dentro che ci aiuta a maturare e a crescere! Bellissimo!!!
Una Tomba per le Lucciole è un film d'animazione di genere drammatico del 1988.
Questo è ambientato nella seconda guerra mondiale, e narra del giovane Seita e della sua sorellina Setsuko.
I due, a causa dei costanti bombardamenti da parte degli Americani hanno perso la propria casa e con essa la propria famiglia. Dunque Seita e Setsuko saranno costretti a rifugiarsi a casa della zia, che accoglierà i due e gli offrirà un riparo.
Presto però, le provviste cominciarono a scarseggiare, e la zia si troverà costretta a scacciare di casa i due giovani. Dunque, dopo un lungo viaggio Seita e la sorellina troveranno un accampamento in cui vivere, e mangeranno grazie ai soldi ottenuti tramite la vendita di alcuni Kimono della madre ormai deceduta. Nonostante ciò, i soldi finiranno presto, e i due vivranno un periodo difficile, vivendo la miseria e la fame sulla propria pelle.
L'anime è realizzato molto bene, la grafica è davvero eccezionale, curata e ricca di dettagli. Le colonne sonore sono semplicemente fantastiche, e con la loro dolcezza riescono a toccare il cuore dello spettatore fino a commuoverlo. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, hanno dei caratteri ben definiti e sono davvero Umani.
Dunque questa è un opera al di sopra di molti altri anime dei suoi tempi e non, sia in quanto grafica che colonne sonore, ma lo è soprattutto per la trama bellissima e profonda.
Concludo dicendo che Una Tomba per le Lucciole è uno degli anime più struggenti, commoventi e REALI che abbia mai visto in tutta la mia vita.
Lo consiglio a tutti, amanti degli anime o meno, perchè questo film è davvero qualcosa di fantastico.
Questo è ambientato nella seconda guerra mondiale, e narra del giovane Seita e della sua sorellina Setsuko.
I due, a causa dei costanti bombardamenti da parte degli Americani hanno perso la propria casa e con essa la propria famiglia. Dunque Seita e Setsuko saranno costretti a rifugiarsi a casa della zia, che accoglierà i due e gli offrirà un riparo.
Presto però, le provviste cominciarono a scarseggiare, e la zia si troverà costretta a scacciare di casa i due giovani. Dunque, dopo un lungo viaggio Seita e la sorellina troveranno un accampamento in cui vivere, e mangeranno grazie ai soldi ottenuti tramite la vendita di alcuni Kimono della madre ormai deceduta. Nonostante ciò, i soldi finiranno presto, e i due vivranno un periodo difficile, vivendo la miseria e la fame sulla propria pelle.
L'anime è realizzato molto bene, la grafica è davvero eccezionale, curata e ricca di dettagli. Le colonne sonore sono semplicemente fantastiche, e con la loro dolcezza riescono a toccare il cuore dello spettatore fino a commuoverlo. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, hanno dei caratteri ben definiti e sono davvero Umani.
Dunque questa è un opera al di sopra di molti altri anime dei suoi tempi e non, sia in quanto grafica che colonne sonore, ma lo è soprattutto per la trama bellissima e profonda.
Concludo dicendo che Una Tomba per le Lucciole è uno degli anime più struggenti, commoventi e REALI che abbia mai visto in tutta la mia vita.
Lo consiglio a tutti, amanti degli anime o meno, perchè questo film è davvero qualcosa di fantastico.
Toccante! Credo che sia questo l'aggettivo più adeguato per questo anime. L'ho visto da poco (05-2009) e devo dire che sono contento di essere riuscito a recuperare questa video cassetta! Questo anime tratta un tema difficile, quello della guerra, in maniera di versa dal solito, ovvero senza la presenza di supereroi, robottoni, eroi di vario tipo ecc, i nostri protagonisti sono due semplici fratelli una bimba di circa 5 anni ed un ragazzo di 12/14 anni (dal film non si evince), si ritrovano orfani a dover contare sulle loro uniche forze ed in tempo di guerra si sa che il cibo scarseggia, ognuno pensa a se stesso ed alla propria famiglia, non si ha nulla per gli altri...
Credo che la regia sia stata veramente impeccabile, la sceneggiatura, drammatica, ma sicuramente per l'epoca non così scontata, è pur sempre il 1988, un minimo romanzata magari, ma direi ottima.
La parafrasi delle lucciole mi ha davvero "toccato" fino ad arrivare poi ad una tragica conclusione che fa di certo venire rabbia e compassione per i due protagonisti, anche se storie del genere ce ne sono state in tutti i paesi coinvolti da eventi come questo: La guerra!"
Io consiglio vivamente di vederlo, credo che questo anime insieme a conan siano i cavalli di battaglia del tanto nominato Miyazaki (o studio Ghibli dal 1985). Devo dire che mi sono "appassionato ultimamente a questo autore/regista/sceneggiatore anche se in precedenza avevo visto alcuni suoi lavori e dopo aver visto quasi tutto posso dire che a mio parere, i due lavori suddetti sono ancora al top di ciò che ha realizzato!
Ottimo!
Credo che la regia sia stata veramente impeccabile, la sceneggiatura, drammatica, ma sicuramente per l'epoca non così scontata, è pur sempre il 1988, un minimo romanzata magari, ma direi ottima.
La parafrasi delle lucciole mi ha davvero "toccato" fino ad arrivare poi ad una tragica conclusione che fa di certo venire rabbia e compassione per i due protagonisti, anche se storie del genere ce ne sono state in tutti i paesi coinvolti da eventi come questo: La guerra!"
Io consiglio vivamente di vederlo, credo che questo anime insieme a conan siano i cavalli di battaglia del tanto nominato Miyazaki (o studio Ghibli dal 1985). Devo dire che mi sono "appassionato ultimamente a questo autore/regista/sceneggiatore anche se in precedenza avevo visto alcuni suoi lavori e dopo aver visto quasi tutto posso dire che a mio parere, i due lavori suddetti sono ancora al top di ciò che ha realizzato!
Ottimo!
Migliore lungometraggio animato giapponese che abbia mai visto. Impossibile vederlo senza rimanere sgomenti, senza provare il dolore dei protagonisti e senza versare le loro lacrime. Un'opera, fatte le dovute proporzioni, degna di "Se questo è un uomo" di Primo Levi. Invito chiunque non l'abbia già fatto a guardare questo film, che ci mostra la guerra riuscendo quasi a farci sentire sulla pelle l'orrore che essa incarna. Proverete pietà, dolore, tristezza e commozione, ma vivrete un'esperienza necessaria e formativa.
Il dramma di una nazione, di una città, di una popolazione, di fanciulli aggrappati con le ultime forze a una vita assurdamente ingiusta; un'effige limpida e struggente, mai moraleggiante, ma estremamente formativa, di uno scenario mai placato, che riprende forma nei ricordi di chi c'è stato e che purtroppo sopravvive nel presente di chi, adesso, da qualche parte nel mondo, non può scapparvi. Detto semplicemente, la storia più commovente mai raccontata in un "cartone animato", il capolavoro di Isaho Takahata - spesso e a sproposito designato erroneamente a nome di Miyazaki - è questo qui, e si chiama <i>Una tomba per le lucciole</i>.
È l'insensatezza della guerra che fa da sfondo agli eventi. La trama è tratta dall'omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka: parliamo precisamente della Seconda guerra mondiale, che in apertura del film, sembra essersi appena conclusa. A Kobe, il quattordicenne Seita esala il suo ultimo respiro, tra l'indifferenza della gente che attende l'arrivo degli americani. Il suo fantasma ripercorre gli eventi degli ultimi cinque mesi, tramite un lungo flashback che parte dal 5 giugno del 1945. La città è sotto attacco aereo e la popolazione corre ai rifugi. Tra loro vi è anche la madre di Seita. Ma in breve tempo il ragazzo e la sorellina Setsuko, di cinque anni, la perdono di vista e, pur cercando di sopravvivere come potranno nella città distrutta, dovranno fare i conti con lo scarseggiare di cibo e denaro...
A mio parere, a permettere a questa grandissima opera di toccare la sensibilità dello spettatore in modo ineluttabile, non sono tanto l'asprezza e il realismo dei contenuti drammatici messi in scena, quanto la splendida rappresentazione del rapporto d'amore fraterno che vincola i giovani protagonisti durante la convivenza-sopravvivenza. Struggente quanto meraviglioso è il significato che le lucciole assumono in un tal contesto, quali unici brevi barlumi di luce in una notte troppo lunga, quali vite spente troppo presto.
Difficile rimanere impassibili anche grazie alle musiche di Michio Mamiya, che rendono l'esperienza emotiva assolutamente memorabile; eccellenti le animazioni, i disegni, i fondali, i colori, insomma, da Ghibli.
Ammetto di trovarmi in difficoltà nel trovare qualcos'altro da aggiungere a questo mio commento, ma è facile che dipenda dal fatto di trovarmi in uno di quei casi rari in cui è difficile trovare molte parole da spendere in proposito.
Imperdibile caposaldo della cinematografia mondiale.
È l'insensatezza della guerra che fa da sfondo agli eventi. La trama è tratta dall'omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka: parliamo precisamente della Seconda guerra mondiale, che in apertura del film, sembra essersi appena conclusa. A Kobe, il quattordicenne Seita esala il suo ultimo respiro, tra l'indifferenza della gente che attende l'arrivo degli americani. Il suo fantasma ripercorre gli eventi degli ultimi cinque mesi, tramite un lungo flashback che parte dal 5 giugno del 1945. La città è sotto attacco aereo e la popolazione corre ai rifugi. Tra loro vi è anche la madre di Seita. Ma in breve tempo il ragazzo e la sorellina Setsuko, di cinque anni, la perdono di vista e, pur cercando di sopravvivere come potranno nella città distrutta, dovranno fare i conti con lo scarseggiare di cibo e denaro...
A mio parere, a permettere a questa grandissima opera di toccare la sensibilità dello spettatore in modo ineluttabile, non sono tanto l'asprezza e il realismo dei contenuti drammatici messi in scena, quanto la splendida rappresentazione del rapporto d'amore fraterno che vincola i giovani protagonisti durante la convivenza-sopravvivenza. Struggente quanto meraviglioso è il significato che le lucciole assumono in un tal contesto, quali unici brevi barlumi di luce in una notte troppo lunga, quali vite spente troppo presto.
Difficile rimanere impassibili anche grazie alle musiche di Michio Mamiya, che rendono l'esperienza emotiva assolutamente memorabile; eccellenti le animazioni, i disegni, i fondali, i colori, insomma, da Ghibli.
Ammetto di trovarmi in difficoltà nel trovare qualcos'altro da aggiungere a questo mio commento, ma è facile che dipenda dal fatto di trovarmi in uno di quei casi rari in cui è difficile trovare molte parole da spendere in proposito.
Imperdibile caposaldo della cinematografia mondiale.
<b>Attenzione Spoiler!</b>
Una storia d'altri tempi, commovente e sentimentalmente molto forte viene presentata in "Una tomba per le lucciole". Questo lungometraggio analizza le problematiche che la gente comune deve affrontare durante una guerra di grossa portata. Gli occhi sono quelli di un ragazzo che si trova a dover badare ala sorella dopo la morte della madre, a causa dei bombardamenti sul Giappone. Persa casa e madre i due si rifugiano da una zia che non dimostra avere grosse simpatie per i due, in quanto li considera solo dei parassiti. Tristi e malnutriti fratello e sorella devono spesso sottostare alla tirannia della zia, che col passare del tempo li tratta sempre peggio. Al culmine di queste mancanze di attenzioni il giovane protagonista decide di andarsene di casa ed andare a vivere in una grotta con la sorellina piccola. I due riescono a tirare avanti grazie ad alcuni risparmi che la madre gli aveva lasciato. Purtroppo col passare del tempo la guerra persevera, e i fondi iniziano a scarseggiare. Di conseguenza i due iniziano a nutrirsi ancora peggio di quanto non fossero già. Le loro giornate sembrano passare veloci, i due nonostante le difficoltà spesso si divertono consolidando un rapporto sempre più forte. L'amore fra fratello e sorella è qualcosa di profondo che entra sin dentro l'anima dello spettatore coinvolgendolo fortemente. Purtroppo il film riserva un brutto colpo e allo spettatore e al protagonista. Questo è il momento del decesso della sorella per evidente malnutrizione, durante il quale una lacrima esce spontanea. Si ci affeziona sin da subito a due ragazzi che devono combattere contro la guerra sempre più soli. Purtroppo l'alto tasso di sentimentalismo del film rischia di scocciare e diventare anche monotono. Sono apprezzabilissimi e carini le uscite ed i divertimenti semplici che i due intraprendono per passare il tempo.
In definitiva si è di fronte ad una buonissima opera che pero rischia di annoiare chi ama l'azione ed i colpi di scena.
Una storia d'altri tempi, commovente e sentimentalmente molto forte viene presentata in "Una tomba per le lucciole". Questo lungometraggio analizza le problematiche che la gente comune deve affrontare durante una guerra di grossa portata. Gli occhi sono quelli di un ragazzo che si trova a dover badare ala sorella dopo la morte della madre, a causa dei bombardamenti sul Giappone. Persa casa e madre i due si rifugiano da una zia che non dimostra avere grosse simpatie per i due, in quanto li considera solo dei parassiti. Tristi e malnutriti fratello e sorella devono spesso sottostare alla tirannia della zia, che col passare del tempo li tratta sempre peggio. Al culmine di queste mancanze di attenzioni il giovane protagonista decide di andarsene di casa ed andare a vivere in una grotta con la sorellina piccola. I due riescono a tirare avanti grazie ad alcuni risparmi che la madre gli aveva lasciato. Purtroppo col passare del tempo la guerra persevera, e i fondi iniziano a scarseggiare. Di conseguenza i due iniziano a nutrirsi ancora peggio di quanto non fossero già. Le loro giornate sembrano passare veloci, i due nonostante le difficoltà spesso si divertono consolidando un rapporto sempre più forte. L'amore fra fratello e sorella è qualcosa di profondo che entra sin dentro l'anima dello spettatore coinvolgendolo fortemente. Purtroppo il film riserva un brutto colpo e allo spettatore e al protagonista. Questo è il momento del decesso della sorella per evidente malnutrizione, durante il quale una lacrima esce spontanea. Si ci affeziona sin da subito a due ragazzi che devono combattere contro la guerra sempre più soli. Purtroppo l'alto tasso di sentimentalismo del film rischia di scocciare e diventare anche monotono. Sono apprezzabilissimi e carini le uscite ed i divertimenti semplici che i due intraprendono per passare il tempo.
In definitiva si è di fronte ad una buonissima opera che pero rischia di annoiare chi ama l'azione ed i colpi di scena.
"Una tomba per le lucciole è un capolavoro". Niente da aggiungere a questa premessa, prendetela per quello che è , in quanto è quello che ho pensato appena ho visto il film la prima volta. Basato sul romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, sceneggiato e diretto da Isao Takahata (il cofondatore dello Studio Ghibli per intenderci), questo film d'animazione è, e resterà, una pietra miliare nell'animazione giapponese. Prima di tutto perchè tratta un tema che tutt'ora in Giappone è tabù: la seconda guerra mondiale. E lo fa con gli occhi innocenti di due bambini, travolti dalla furia e dell'odio che solo una guerra (quella vera, non quelle dei romanzi) può scatenare. Durante lo svolgimento infatti, viene mostrata in tutta la sua crudezza l'indifferenza che il mondo può offrire a due bambini quando il gioco si fa duro e subentra il "si salvi chi può". Toccante, quasi surreale ma tragicamente vero, questo anime offre un quadro tragico e terribile delle conseguenze dirette che un conflitto può scatenare. E non pensatelo come uno spaccato di storia giapponese. Le vicende dei due piccoli protagonisti, Seita e Setsuko, sono quantomai attuali e applicabili ad ogni bambino in tempo di guerra. Mi vine in mente il libro autobiografico di Joffo, che parla di due ragazzini ebrei francesi durante l'occupazione nazista e le assonanze sono davvero molte. Quindi non un film sulla guerra in Giappone, un film sulla guerra e basta. Ambientano nel sol levante ma simile alle vicende patite dai figli di ogni conflitto armato.
Chiaramente, Hotaru no haka, per i temi trattati e per alcune scene dalla connotazione altamente realistica è consigliato a un pubblico maturo, in grado di elaborare le vicende tragiche che scorrono come un fiume in piena in tutto lo svolgersi della pellicola.
Una tomba per le lucciole narra le vicende di Seita e sua sorella Setsuno, durante la seconda guerra mondiale a Kobe, in Giappone, dove tutto l'orrore dei bombardamenti stravolge per sempre le vite dei due piccoli protagonisti. Seita, fattosi carico di Setsuno, sperimenterà infatti sulla sua pelle come tutte le porte si chiudano quando si ha a che fare con delle bocche in più da sfamare in un periodo in cui nutrirsi è una priorità. Abbandonati al loro destino i due bambini scopriranno presto di non avere più niente, se non l'affetto l'uno per l'altra. Il connotato psicologico dei due protagonisti è perfettamente azzeccato: Seita cerca di fare l'uomo e di realizzare tutti i desideri della sorellina di cui è ormai l'unico responsabile. La illude di vivere in un gioco continuo e anch'egli gioca con lei in questo. Scoprirà come il gioco, se perpetrato in modo irresponsabile, possa rivelarsi un errore fatale, ma allora sarà troppo tardi e il suo risveglio come persona coscienziosa non lo salverà dal crudele destino che lo attende.
Il disegno è ben curato (si parla del 1988) e molto suggestivo. Il realismo è tangibile in ogni scena e i volti dei protagonisti sanno trasparire le loro emozioni senza l'ausilio delle parole.
Insomma come ho detto, un capolavoro. Dieci, con lode!
Chiaramente, Hotaru no haka, per i temi trattati e per alcune scene dalla connotazione altamente realistica è consigliato a un pubblico maturo, in grado di elaborare le vicende tragiche che scorrono come un fiume in piena in tutto lo svolgersi della pellicola.
Una tomba per le lucciole narra le vicende di Seita e sua sorella Setsuno, durante la seconda guerra mondiale a Kobe, in Giappone, dove tutto l'orrore dei bombardamenti stravolge per sempre le vite dei due piccoli protagonisti. Seita, fattosi carico di Setsuno, sperimenterà infatti sulla sua pelle come tutte le porte si chiudano quando si ha a che fare con delle bocche in più da sfamare in un periodo in cui nutrirsi è una priorità. Abbandonati al loro destino i due bambini scopriranno presto di non avere più niente, se non l'affetto l'uno per l'altra. Il connotato psicologico dei due protagonisti è perfettamente azzeccato: Seita cerca di fare l'uomo e di realizzare tutti i desideri della sorellina di cui è ormai l'unico responsabile. La illude di vivere in un gioco continuo e anch'egli gioca con lei in questo. Scoprirà come il gioco, se perpetrato in modo irresponsabile, possa rivelarsi un errore fatale, ma allora sarà troppo tardi e il suo risveglio come persona coscienziosa non lo salverà dal crudele destino che lo attende.
Il disegno è ben curato (si parla del 1988) e molto suggestivo. Il realismo è tangibile in ogni scena e i volti dei protagonisti sanno trasparire le loro emozioni senza l'ausilio delle parole.
Insomma come ho detto, un capolavoro. Dieci, con lode!
Beh che dire è un film perfetto sotto ogni punto di vista.Una tomba per le lucciole si basa sul racconto semi-autobiografico di Akiyuki Nosana,ed è diretto da Isao Takahata co-fondatore dello Studio Ghibli che firma le animazioni.Le animazioni sono quindi il punto forte del film,non ho mai visto scene così realistiche e naturali e pensare che è un film dell'88 che non utilizzava il digitale come avviene per gli anime di adesso, il character design presenta un tratto realistico e i personaggi vengono animati in modo molto fluido su fondali dettagliatissimi.La trama nella sua estrema drammaticità è bellissima.La lotta per la sopravvivenza di Seita e Setsuko che è diventata quotidianità è realizzata dagli autori in maniera struggente, e le musiche hanno un ritmo delicato e leggero dando in alcune scene un atmosfera da sogno.Una tomba per le lucciole è un film consigliatissimo; se cercate un film intelligente con forti emozioni in grado di farvi riflettere sulla tragicità della guerra,questo è il film che fa per voi.
Un'opera riflessiva sul tema della guerra? Dell'infanzia perduta? Della sofferenza patita? Una storia di un amore fraterno soffocato nel respiro più autentico della vita, l'infanzia. Stile sobrio, buone inquadrature, ricerche di nuove soluzioni drammaturgiche portano in campo una pellicola d'animazione che fa la storia dell'animazione orientale. Il grande carico emotivo passa bene in tutti i personaggi, negli ambienti ben realizzati, nella sceneggiatura sempre fluida e incalzante e nella fotografia all'avanguardia per l'epoca dell'animazione, rivale solo alla Disney. Da vedere.
Partiamo con un consiglio: NON GUARDATELO. Non perché è brutto. Anzi, gli ho dato 10. E' bellissimo. Quasi un capolavoro. Ma datemi retta, guardate un film comico. Uno di quelli dove si fanno tante risate e non si pensa a niente. Che ne dite di qualcosa con Aldo Giovanni e Giacomo? No? Volete vederlo? Fate come volete, io vi ho avvertito.
Non credo proprio di esagerare se dico che questo film è in assoluto il più triste che abbia mai visto; e questo vale non solo per l'animazione, ma anche per il lungometraggio con attori in carne ed ossa.
E' anche, contemporaneamente, uno dei più crudi che abbia visionato; non tanto per le scene (non ci sono molte immagini di violenza fisica), ma per la durezza e la disumanità delle situazioni, che attraversano tutta la durata del film, fino all'ultimo fotogramma (l'atteggiamento del dipendente delle ferrovie).
Il regista voleva presentare tutta la crudeltà della guerra, al di là della retorica di rito, utilizzando come "mezzo" le vicende di due fratellini. Non si parla mai in termini di "americani" o "giapponesi" nell'opera, perché ciò non ha importanza: ha importanza solo che la guerra rende abiette anche persone che magari in condizioni normali mai sarebbero state così egoiste, ciniche o senza un briciolo di umanità; perché alla fine è proprio questo il clima che circonda i due protagonisti. Innocenti travolti da qualcosa di molto più grande di loro, come del resto destino che tocca milioni di altre persone.
E' anche, contemporaneamente, uno dei più crudi che abbia visionato; non tanto per le scene (non ci sono molte immagini di violenza fisica), ma per la durezza e la disumanità delle situazioni, che attraversano tutta la durata del film, fino all'ultimo fotogramma (l'atteggiamento del dipendente delle ferrovie).
Il regista voleva presentare tutta la crudeltà della guerra, al di là della retorica di rito, utilizzando come "mezzo" le vicende di due fratellini. Non si parla mai in termini di "americani" o "giapponesi" nell'opera, perché ciò non ha importanza: ha importanza solo che la guerra rende abiette anche persone che magari in condizioni normali mai sarebbero state così egoiste, ciniche o senza un briciolo di umanità; perché alla fine è proprio questo il clima che circonda i due protagonisti. Innocenti travolti da qualcosa di molto più grande di loro, come del resto destino che tocca milioni di altre persone.
Quest'opera narra della guerra raccontata dalla vittima principale e più innocente ovvero l'infanzia di due bambini orfani.
Il film presenta una visione straziante ed intensamente realista delle vicende personali di un ragazzo e una bambina indifesi nei confronti dell'orrore della guerra.
Il contenuto di questa pellicola fonde insieme realtà e fiaba, speranza e sofferenza. Fa ridere, riflettere e alla fine piangere. Takahata ricorre ad un ottimo procedimento narrativo e tecnico-stilistico.
Le lucciole del titolo sono quella luce di una notte che non termina nemmeno con la fine della guerra.
Un film molto bello, che ha colpito la critica, ma adatto soprattutto a un pubblico maturo e tuttavia fa riflettere e ci lascia qualcosa dentro che ci aiuta a maturare e a crescere.
Il film presenta una visione straziante ed intensamente realista delle vicende personali di un ragazzo e una bambina indifesi nei confronti dell'orrore della guerra.
Il contenuto di questa pellicola fonde insieme realtà e fiaba, speranza e sofferenza. Fa ridere, riflettere e alla fine piangere. Takahata ricorre ad un ottimo procedimento narrativo e tecnico-stilistico.
Le lucciole del titolo sono quella luce di una notte che non termina nemmeno con la fine della guerra.
Un film molto bello, che ha colpito la critica, ma adatto soprattutto a un pubblico maturo e tuttavia fa riflettere e ci lascia qualcosa dentro che ci aiuta a maturare e a crescere.
Film bellissimo... Avendo diviso la visione del film in due giorni... Sono stato male per due giorni. È incredibile come mi abbia preso nella sua angoscia... È terribile essere inerti e vedere la lenta agonia dei due bambini e l'unico lieto fine che aspetti è la fine del film. Troppo spesso oggi vediamo in maniera passiva i tg che ci fanno vedere la guerra... Ebbene questo film è invece l'inno di ribellione contro la guerra e tutti i suoi orrori... Sopratutto quelli contro i bambini. Il grado di coinvolgimento in questa visione è stato così alto che per tutta la durata del film non mi davo pace come non fosse possibile interagire virtualmente con il cartone e portare sollievo o aiuto ai due protagonisti. Da vedere assolutamente.
Questo è un film che assieme a pochi altri racconta il dramma della guerra con cosi dolorosa e struggente realtà. E' più che evidente che l'autore del libro su cui si basa l'opera, deve aver vissuto sulla propria pelle o visto da molto vicino drammi del genere. Qui il regista Takahata (co-fondatore con Myazaki dello studio ghibli) lo vuole far capire in maniera schietta e crudele, come d'altronde telegiornali e documentali fanno sempre vedere (vedi guerra del Kossovo e Rwanda per dirne due).
Passando al lato tecnico direi che i disegni sono di buona fattura visto che parliamo di un'opera del 1988, ma secondo me l'elemento meglio riuscito sono le musiche, difatti riescono a dare perfettamente quel senso di tragicità e sofferenza che condurrà lo spettatore all'inevitabile conclusione.
Per quanto riguarda la regia, trovo che Takahata non risulti all'altezza di Miyazaki. Nonostante ciò, riesce sapientemente a mettere insieme il tutto dando un quadro chiaro e disarmante della realtà che i protagonisti stanno vivendo; fino alla dolorosa conclusione.
Concludo consigliando quest'opera alle persone mature e non ai bambini piccoli, primo perché un bambino piccolo non comprenderebbe (o comprenderebbe fin troppo bene!) il messaggio che l'opera vuole trasmettere, secondo perché i bambini hanno tutta la vita davanti per comprendere la crudeltà umana e non mi sembra il caso di farglielo capire in anticipo.
OPERA PENSATA PER FAR RIFLETTERE.
A CHI NE AVRÀ' VOGLIA BUONA VISIONE.
Passando al lato tecnico direi che i disegni sono di buona fattura visto che parliamo di un'opera del 1988, ma secondo me l'elemento meglio riuscito sono le musiche, difatti riescono a dare perfettamente quel senso di tragicità e sofferenza che condurrà lo spettatore all'inevitabile conclusione.
Per quanto riguarda la regia, trovo che Takahata non risulti all'altezza di Miyazaki. Nonostante ciò, riesce sapientemente a mettere insieme il tutto dando un quadro chiaro e disarmante della realtà che i protagonisti stanno vivendo; fino alla dolorosa conclusione.
Concludo consigliando quest'opera alle persone mature e non ai bambini piccoli, primo perché un bambino piccolo non comprenderebbe (o comprenderebbe fin troppo bene!) il messaggio che l'opera vuole trasmettere, secondo perché i bambini hanno tutta la vita davanti per comprendere la crudeltà umana e non mi sembra il caso di farglielo capire in anticipo.
OPERA PENSATA PER FAR RIFLETTERE.
A CHI NE AVRÀ' VOGLIA BUONA VISIONE.
Una storia triste e commovente fin dall'inizio. Racconta la guerra sotto il punto di vista di due bambini innocenti. Ci sono certe scene davvero crude e dure da guardare, le lucciole e le caramelle sono le uniche cose positive in mezzo alla guerra e al caos in cui sono coinvolti. Mi è scesa qualche lacrima alla fine. Un anime da vedere almeno una volta perché insegna le situazioni e le difficoltà causate dalla guerra.
Un film stupendo, è davvero eccezionale il modo in cui i Giapponesi riescono a raccontare tramite l'animazione la guerra e le terribili esperienze seguenti.
Una tomba per le lucciole ci spiattella in faccia senza troppi orpelli, quello che in realtà la guerra, non solo fredde pagine di storia con date e battaglie, ma sofferenza di milioni di persone in ogni piccola azione dell'agire quotidiano. La tenacia del fratello e la sua ingenuità nel pensare di vivere da solo è commovente e tragica, non ci sono eroi, ma persone fragili travolte da qualcosa troppo più grande di loro.
Dovrebbe essere visto in ogni scuola.
Una tomba per le lucciole ci spiattella in faccia senza troppi orpelli, quello che in realtà la guerra, non solo fredde pagine di storia con date e battaglie, ma sofferenza di milioni di persone in ogni piccola azione dell'agire quotidiano. La tenacia del fratello e la sua ingenuità nel pensare di vivere da solo è commovente e tragica, non ci sono eroi, ma persone fragili travolte da qualcosa troppo più grande di loro.
Dovrebbe essere visto in ogni scuola.
Direi che (S)Takahata per quanto sia co-fondatore dello studio Ghibli non regge completamente il confronto con Miyazaki.
Tecnicamente ben fatto, toccante (forse con un po di eccesso di protagonismo e di autocritica del proprio operato di orfano "responsabile" di un'altra vita oltre la propria). La guerra influisce ancora di più su una società già abbastanza competitiva. L'egoismo e la prevaricazione sono pane del popolo. La "non-curanza" di Shiniko fa quasi imbestialire, ma in fondo è un ragazzo che cerca di proteggere dalla sporcizia del mondo l'adorata sorellina. Le fa vivere tutto quello di bello offre la loro terra alla vista e al sapore. Le fa vivere un gioco lungo mesi, senza però riuscire a salvarla anzi facendola morire da sola come tutti gli appartententi alla famiglia. Forse è proprio quello il momento in cui inizia a morire l'irresponsabile che era in lui, lasciando sempre uno spazio per la dolcezza infantile che si contrappone ai rigidi schemi dell'etichetta sociale.
Tecnicamente ben fatto, toccante (forse con un po di eccesso di protagonismo e di autocritica del proprio operato di orfano "responsabile" di un'altra vita oltre la propria). La guerra influisce ancora di più su una società già abbastanza competitiva. L'egoismo e la prevaricazione sono pane del popolo. La "non-curanza" di Shiniko fa quasi imbestialire, ma in fondo è un ragazzo che cerca di proteggere dalla sporcizia del mondo l'adorata sorellina. Le fa vivere tutto quello di bello offre la loro terra alla vista e al sapore. Le fa vivere un gioco lungo mesi, senza però riuscire a salvarla anzi facendola morire da sola come tutti gli appartententi alla famiglia. Forse è proprio quello il momento in cui inizia a morire l'irresponsabile che era in lui, lasciando sempre uno spazio per la dolcezza infantile che si contrappone ai rigidi schemi dell'etichetta sociale.
Hotaru no Haka è uno di quei film che posso definire senza pensarci due volte Capolavoro. Ogni sequenza, ogni scena, ogni istante che lo compone sono un inno alla bellezza, alla vita! Sebbene si veda altrettanto la morte. D'altronde parlare di vita e di morte è la medesima cosa! Non riescoa comprendere l'atteggiamento di "miao" secondo la quale il film non sarebbe guardabile in quanto vi accadono troppe ingiustizie. Il film in se rende giustizia a tutto ciò che di "ingiusto" vi accade. E' una denuncia ma allo stesso tempo un INNO, una lode all'Amore. L'amore tra fratello e sorella. Se hai voluto rinunciare a vedere questo film, hai rinunciato a condividere un'Amore eterno che lega a partire da Seita e Setsuko tutti gli esseri viventi. Non mi sembra un "reagire" come dicevi, piuttosto un fuggire. Nella vita le cose vanno affrontate!!!! E questo film insegna tra le tante cose, anche questo!
Che bello! Non c'è molto da dire è da vedere per forza. Tratto da un racconto semi autobiografico di Nosaka dedicato realmente alla sorellina scomparsa, è stato curato nei minimi dettagli con una grande ricerca di immagini della zona di Kobe dove è ambientato. E' spettacolare sia per la forza delle immagini sia per l'accompagnamento musicale. E' un film dedicato alle vittime e che forse può insegnare quanto le guerre fanno soffrire.
Avevo già letto il romanzo, e che dire splendido commuovente atroce, ho visto anche il film ma devo dire che non mi ha commosso come ho fatto con l'anime. Ho visto l'anime aspettando di vedere un anime soft per bambini, ma mi sbagliavo! una tomba per le lucciole ti spezza il cuore in mille pezzi, ti fa vergognare della tua vita perfetta, ti fa guardare con un altro occhio la guerra. Vedetelo! questo e un anime difficile da dimenticare. La tristezza che ho provato per questo anime non lo mai provata in nessun altro film. Vedetelo! Vedetelo!
Un capolavoro. Questo film d'animazione riesce a trasmettere perfettamente le ripercussioni della guerra sui civili, mostrando perfettamente l'animo di un ragazzo che ha perso tutto, mostrando la difficoltà di andare avanti senza nessun appoggio così come quella di dover prendere decisioni e responsabilità decisamente troppo grandi per una qualsiasi persona e in questo caso addirittura di un minorenne.
Per la sua crudezza e concisione il film riesce benissimo nel suo intento, ma è per questo anche piuttosto pesante (non nel senso di noioso), tanto che come già scritto da qualcuno non avrei la forza di rivederlo.
Consigliato.
Per la sua crudezza e concisione il film riesce benissimo nel suo intento, ma è per questo anche piuttosto pesante (non nel senso di noioso), tanto che come già scritto da qualcuno non avrei la forza di rivederlo.
Consigliato.
Toccante, commovente, profondo, meraviglioso. Non ci sono abbastanza aggettivi per definire questo Anime, questa gemma bellissima, questo capolavoro totale, questa poesia allo stato puro. La mano del Maestro si vede eccome, tuttavia credo che, dato il sentimento positivo che permea tutti i suoi film, non abbia avuto il cuore per firmarlo. Un film che è, come è stato detto, difficile da rivedere, tanto fa male al cuore la sua visione. Un anime che TUTTE LE SCUOLE dovrebbero far vedere ai propri alunni, spiegando, anche, che pure nella nostra Italia sono state vissute esperienze simili!
La guerra, a parte l'inizio, sembra essere solo sullo sfondo, mentre le esistenze delle vittime innocenti diventano le protagoniste assolute del dramma. Bellissimi i disegni, i colori, le musiche. Bella la descrzione dell'evoluzione delle vite dei due fratelli: all'inizio la guerra, i bombardamenti, la fine forzata della scuola, la novità e il malinteso senso di vivere un'esperienza eroica fanno sembrare la guerra, ai due protagonisti, come qualcosa di divertente (un pò come la descrive Boorman in quel gioiello di film che è "Anni '40"). Poi subentrano la paura, l'angoscia, la denutrizione, la disperazione. Gli avvenimenti incalzano mettendo un groppo alla gola dello spettatore (e, chi scrive, lo avverte ogni qual volta ne rievoca il ricordo). Terribile, nella sua semplicità, la scena in cui il medico diagnostica i sintomi della denutrizione e della avitaminosi nella bambina...ma è completamente impotente perchè ormai è anche lui, come tuitto il Giappone, privo di tutto.
E, alla fine, si giunge all'epilogo disperato, diviso tra il cinismo del ferroviere che guarda, con la freddezza di chi ha visto e vissuto ben altri orrori, il corpo senza vita del protagonista, rammaricandosi della brutta figura che farà di fronte all'imminente arrivo degli Americani, quasi alla stregua di un mucchietto di spazzatura e l'immaginwe in dissolvenza della bambina, che saluta militarmente indossando la scodella sempre troppo vuota, come un soldato dell'esercito britannico.
Una bellezza semplicemente struggente.
---Seconda recensione---
Mi ripropongo molto tempo dopo la mia prima recensione...perchè sono giunto alla conclusione di aver omesso qualcosa d'importante.
Vidi il film appena uscito in DVD (fine 2001, credo) e confermo quanto già detto. Poi, sono diventato papà e trovo che mia figlia assomigli in modo struggente alla piccola Setsuko....come tutti i bambini del mondo. Ho paura che molto difficilmente avrò la forza di rivederlo.
La guerra, a parte l'inizio, sembra essere solo sullo sfondo, mentre le esistenze delle vittime innocenti diventano le protagoniste assolute del dramma. Bellissimi i disegni, i colori, le musiche. Bella la descrzione dell'evoluzione delle vite dei due fratelli: all'inizio la guerra, i bombardamenti, la fine forzata della scuola, la novità e il malinteso senso di vivere un'esperienza eroica fanno sembrare la guerra, ai due protagonisti, come qualcosa di divertente (un pò come la descrive Boorman in quel gioiello di film che è "Anni '40"). Poi subentrano la paura, l'angoscia, la denutrizione, la disperazione. Gli avvenimenti incalzano mettendo un groppo alla gola dello spettatore (e, chi scrive, lo avverte ogni qual volta ne rievoca il ricordo). Terribile, nella sua semplicità, la scena in cui il medico diagnostica i sintomi della denutrizione e della avitaminosi nella bambina...ma è completamente impotente perchè ormai è anche lui, come tuitto il Giappone, privo di tutto.
E, alla fine, si giunge all'epilogo disperato, diviso tra il cinismo del ferroviere che guarda, con la freddezza di chi ha visto e vissuto ben altri orrori, il corpo senza vita del protagonista, rammaricandosi della brutta figura che farà di fronte all'imminente arrivo degli Americani, quasi alla stregua di un mucchietto di spazzatura e l'immaginwe in dissolvenza della bambina, che saluta militarmente indossando la scodella sempre troppo vuota, come un soldato dell'esercito britannico.
Una bellezza semplicemente struggente.
---Seconda recensione---
Mi ripropongo molto tempo dopo la mia prima recensione...perchè sono giunto alla conclusione di aver omesso qualcosa d'importante.
Vidi il film appena uscito in DVD (fine 2001, credo) e confermo quanto già detto. Poi, sono diventato papà e trovo che mia figlia assomigli in modo struggente alla piccola Setsuko....come tutti i bambini del mondo. Ho paura che molto difficilmente avrò la forza di rivederlo.
Veramente un pugno allo stomaco, film molto triste che come dice ???(si sarà dimenticato di mettere il nick :) ) è come "una telecamera sulla dura realtà della guerra vissuta dal popolo". Già solo questa frase dice tutto. Pure io, come Zelgadis, dò 8 e concordo con lui/lei nel fatto che va visto almeno una volta nella vita e non di più perchè è troppo crudo... è questo il punto: il film è bellissimo, ma appena finisci di vederlo ti lascia troppa angoscia... a me piace guardare gli anime (sopratutto il genere fantasy) perchè riescono a trasportarmi in un mondo diverso dove non penso a quel che succede nel mondo reale, nel mio mondo. Diciamo proprio "una fuga dalla realtà". Sarà infantile fare questi discorsi o sarò troppo esagerata a 18 anni, ma per me è cosi. Ne ho visti molti anime che trattano di temi attuali sotto chiave fantasy, ecc... e non mi hanno fatto mai cosi male come 'Una tomba per le Lucciole' che invece ti "sbatte proprio la realtà in faccia" e come già detto fa male, anche troppo. Con questo non voglio "sminuirlo", perchè l'ho detto anche sopra: il film è bello ed è realizzato ottimamente, ma non so se riuscirei a guardarlo nuovamente. Sarà forse perche è il primo che vedo che tratta questo tema (dico in maniera cosi cruda senza ne metafore ne niente ma mostra la realtà proprio com'è) quindi non so se ci sono altri film come questo. Non voglio nemmeno "sminuire" tutti gli altri anime che trattano questo tema, per carità, non voglio che quello che sto scrivendo venga preso per una critica ma solo come un mio personale pensiero, diciamo una mia "preferenza". Forse il mio "problema " è che prendo alla leggera tutti gli anime che guardo e con questo non ci sono riuscita: pur sapendo il tema che trattava, spinta dai buoni commenti che avevo letto, ho deciso di guardarlo senza nemmeno immaginare l'effetto che mi avrebbe provocato. Comunque la finisco qui perchè non credo che questo "monologo interiore" possa interessare a molti (per non dire a nessuno). Comunque ritornando al film la sorellina del protagonista (ah la vecchiaia non ricordo mai i nomi :p ) è davvero tenera con le sue guancine rosa :)
Un film d'animazione a dir poco ipnotico, come hanno gia detto non riesci davvero a staccare lo sguardo dallo schermo, un film che ti ipnotizza in tutto e per tutto... le musiche direi azzeccatissime: semplici, calme, leggere ma assolute... l'atmosfera che si forma tra lo spettatore e il film è davvero qualcosa di magico, un film distruttivo in ogni senso, non c'è nulla di positivo, in mezzo a uno scenario di guerra, distruzione e morte, l'unica effimera gioia sono le lucciole. Un film che fa riflettere sul senso di tutto... se alla fine del film vi sentirete strani, mezzi frastornati, vuol dire solo che avete capito in pieno il senso del film...
Una tomba per le lucciole è una storia delicata e durissima nel contempo. Uno spaccato realistico ed amaro della quotidianità durante la guerra , quando a scandire il tuo tempo non sono le lancette di un orologio , bensì le sirene che annunciano un nuovo bombardamento.
Ho amato quest'opera in ogni suo aspetto: dalla sobrietà del disegno alla fluidità delle animazioni ; dalla semplicità del plot alla sua contemporanea forza ed efficacia espressiva.
Ci sono alcune scene di vera poesia, che donano un attimo di sollievo tanto ai protagonisti quanto allo spettatore, nel complesso straziato dal destino atroce che sembra compiersi sui due bimbi. Incantevoli le colorazioni; intense le musiche, mai abusate ma inserite nei momenti giusti.
Un film che ti lascia sicuramente un segno nel cuore, un contrasto indefinito di dolcezza e struggimento... qualcosa che si riflette nel sorriso radioso della piccola Setsuko per il suo Seita , ma anche nella sua esile figura malinconica china a scavare una tomba per le lucciole.
Perchè le lucciole muoiono così presto?
Ho amato quest'opera in ogni suo aspetto: dalla sobrietà del disegno alla fluidità delle animazioni ; dalla semplicità del plot alla sua contemporanea forza ed efficacia espressiva.
Ci sono alcune scene di vera poesia, che donano un attimo di sollievo tanto ai protagonisti quanto allo spettatore, nel complesso straziato dal destino atroce che sembra compiersi sui due bimbi. Incantevoli le colorazioni; intense le musiche, mai abusate ma inserite nei momenti giusti.
Un film che ti lascia sicuramente un segno nel cuore, un contrasto indefinito di dolcezza e struggimento... qualcosa che si riflette nel sorriso radioso della piccola Setsuko per il suo Seita , ma anche nella sua esile figura malinconica china a scavare una tomba per le lucciole.
Perchè le lucciole muoiono così presto?
E' stato il primo Film che ho acquistato in dvd ed ho guardato^^
Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi dalla visone, ne avevo sentito parlare molto bene ma non avevo idea dalla trama...risultato...sono rimasto sconcertato! Il film è un capolavoro, anche se è difficile trattenere le lacrime! Io credo che questo film sia una pietra miliare nell'animazione jappo e ne consiglio vivamente la visione...con scorta di kleenex al seguito :)
Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi dalla visone, ne avevo sentito parlare molto bene ma non avevo idea dalla trama...risultato...sono rimasto sconcertato! Il film è un capolavoro, anche se è difficile trattenere le lacrime! Io credo che questo film sia una pietra miliare nell'animazione jappo e ne consiglio vivamente la visione...con scorta di kleenex al seguito :)
Terribile. Forse anche troppo. Quest'anime è un pugno nello stomaco. Tranquilli non sto dicendo che è brutto. Qui siamo di fronte ad uno dei film più belli di sempre. È la forza psicologica con cui Takahata riesce a trasmettere la crudeltà della guerra e della gente verso i due piccoli protagonisti che è terribile. Nessun ottimismo, nessuna speranza, solo un destino ineluttabile di morte attende i due bambini rimasti orfani. Non ci sono scene forti o cruente, ma il senso di angoscia è presente lungo tutto il film fino all'amara conclusione. Lo studio ghibli ebbe la malaugurata idea di trasmetterlo insieme a Totoro e dovette persino porgere le sue scuse alle famiglie che avevano portato al cinema i figli a vedere la splendida favola di Miyazaki.
Non gli do il voto massimo: ritengo che sia facile fare un film emotivamente forte, duro e crudo, ma spesso si possono dire le stesse cose in modo più sottile. In definitiva si tratta di un anime da vedere una volta nella vita, ma non di più. Troppo duro per reggere una seconda visione.
Non gli do il voto massimo: ritengo che sia facile fare un film emotivamente forte, duro e crudo, ma spesso si possono dire le stesse cose in modo più sottile. In definitiva si tratta di un anime da vedere una volta nella vita, ma non di più. Troppo duro per reggere una seconda visione.
Non credo che ci siano anime altrettanto toccanti e commoventi in circolazione. Magnifico. Diretto da Isao Takahata (co-fondatore dello studio Ghibli insieme al maestro Miyazaki) segue lo struggente declino delle vite di due orfani di guerra verso l'inesorabile atroce conclusione. Tratto da un romanzo autobiografico, viene ritrasmesso ogni anno in Giappone urante le commemorazioni del bombardamento atomico di Hiroshima. L'anime è ambientato durante e dopo il bombardamento incendiario americano di Kobe nel 1945.