Yokohama Shopping Blog
E' difficile descrivere un capolavoro (e YKK è un capolavoro), perché mancano i termini di paragone. Si può parlare di ciò che raffigura, dello stile con cui lo fa, ma, in definitiva, come si può descrivere la "Pietà" di Michelangelo? Dicendo che è scolpita bene?
Il genere "iyashikei" è considerato un sottogenere dello Slice-of-life. In comune con questo ha l'attenzione centrata sui personaggi più che sulle situazioni, l'assenza di una vera trama e, spesso, di una conclusione. C'è più una generale direzione degli avvenimenti (a volte i cambiamenti causati dal semplice scorrere del tempo), che lega delle storie di natura episodica, che mostrano la vita quotidiana dei personaggi, senza veri drammi o suspense.
Ciò che caratterizza maggiormente lo Iyashikei (che ha avuto il suo esempio di maggiore successo nelle varie incarnazioni di "Aria") è il ricorso a pochi personaggi, generalmente in buoni rapporti tra loro; pochi dialoghi; relazioni strette che si evolvono con lentezza, senza conflitti; un apprezzamento per la natura, per i panorami, e per le "piccole cose belle della vita"; un'attenzione zen per lo svolgimento delle azioni più semplici, la predilezione per gli incontri casuali, e per il modo in cui le une e gli altri cambiano l'umore dei protagonisti.
Gli iyashikei sono inoltre spesso ambientati in un altro mondo rispetto al nostro, lontano nello spazio e/o nel tempo, dove le bassezze e lo stress della nostra vita quotidiana non possono giungere, e dove, quindi, i sentimenti e gli stati d'animo dei protagonisti possano essere sublimati (fanno eccezione le opere con protagonisti bambini, dato che l'ambiente dell'asilo, o delle elementari, è già di per se "separato" dal mondo "reale" degli adulti).
Queste opere sono destinate ad avere sul pubblico un effetto rilassante, purificante, che può protrarsi oltre il tempo della lettura/visione ("iyashi" infatti sta per "curativo").
Yokohama kaidashi kikou è probabilmente il primo e, come spesso accade, il più estremo degli iyashikei. E' ambientato in un futuro in cui il livello dei mari si sta lentamente ed inesorabilmente alzando e il clima è dolce, con poca differenza tra le stagioni. L'umanità, per cause ignote, si è avviata verso un tranquillo e pacifico declino. Entro pochi decenni, solo le formazioni naturali che scimmiottano le creazioni umane (alberi/lampione che segnano il percorso delle vecchie strade ormai interrate, grandi funghi dall'aspetto squadrato di edifici, e altri funghi, dal volto umano, che guardano il mare), e i "figli" dell'umanità (pochi robot androidi, per loro natura immortali), testimonieranno il suo passaggio su questo pianeta.
Nel frattempo però, gli umani rimasti possono ancora gestire associazioni di vicinato, riunirsi per il capodanno, viaggiare per lavoro o per turismo, riparare o creare oggetti, pescare, incontrare creature misteriose, fermarsi in locande o caffè e, nel caso della protagonista, l'androide Alpha Hatsuseno, conduttrice dello sperduto "Cafè Alpha" imparare a capire i propri stessi sentimenti, e relazionarsi meglio con gli altri.
Il tempo dell'opera è tremendamente dilatato. Incontri e avvenimenti che sembrano importanti, lungamente preparati dalla "trama", vengono poi mancati dai protagonisti, o scorrono senza che nulla ne nasca. YKK, più che l'avvicinamento dei personaggi, ne descrive l'allontanamento. Quello di Alpha Hatsuseno, o della Misago, dai loro amici umani, perché il loro tempo di immortali scorre differentemente dal loro. Quello degli umani gli uni dagli altri, perché le loro età e i loro interessi divergono. Quello della Direttrice Alpha, androide che decide di rimanere sul suo aereo in perenne volo stratosferico attorno al pianeta, ad osservare dall'alto i cambiamenti del mondo senza poterne cogliere i particolari, dal resto dell'umanità.
Il tutto è reso con un disegno perfetto per la storia. Morbido e delicato (molte tavole non si direbbero neanche passate a china), magistrale nel descrivere i panorami.
Se l'opera ha un difetto, è solo l'eccessiva accelerazione del tempo negli ultimi capitoli, dove troppi anni passano in poche tavole, quasi si avesse fretta di dare alla storia una "conclusione" che, in opere di questo genere, non è neanche necessaria.
Il genere "iyashikei" è considerato un sottogenere dello Slice-of-life. In comune con questo ha l'attenzione centrata sui personaggi più che sulle situazioni, l'assenza di una vera trama e, spesso, di una conclusione. C'è più una generale direzione degli avvenimenti (a volte i cambiamenti causati dal semplice scorrere del tempo), che lega delle storie di natura episodica, che mostrano la vita quotidiana dei personaggi, senza veri drammi o suspense.
Ciò che caratterizza maggiormente lo Iyashikei (che ha avuto il suo esempio di maggiore successo nelle varie incarnazioni di "Aria") è il ricorso a pochi personaggi, generalmente in buoni rapporti tra loro; pochi dialoghi; relazioni strette che si evolvono con lentezza, senza conflitti; un apprezzamento per la natura, per i panorami, e per le "piccole cose belle della vita"; un'attenzione zen per lo svolgimento delle azioni più semplici, la predilezione per gli incontri casuali, e per il modo in cui le une e gli altri cambiano l'umore dei protagonisti.
Gli iyashikei sono inoltre spesso ambientati in un altro mondo rispetto al nostro, lontano nello spazio e/o nel tempo, dove le bassezze e lo stress della nostra vita quotidiana non possono giungere, e dove, quindi, i sentimenti e gli stati d'animo dei protagonisti possano essere sublimati (fanno eccezione le opere con protagonisti bambini, dato che l'ambiente dell'asilo, o delle elementari, è già di per se "separato" dal mondo "reale" degli adulti).
Queste opere sono destinate ad avere sul pubblico un effetto rilassante, purificante, che può protrarsi oltre il tempo della lettura/visione ("iyashi" infatti sta per "curativo").
Yokohama kaidashi kikou è probabilmente il primo e, come spesso accade, il più estremo degli iyashikei. E' ambientato in un futuro in cui il livello dei mari si sta lentamente ed inesorabilmente alzando e il clima è dolce, con poca differenza tra le stagioni. L'umanità, per cause ignote, si è avviata verso un tranquillo e pacifico declino. Entro pochi decenni, solo le formazioni naturali che scimmiottano le creazioni umane (alberi/lampione che segnano il percorso delle vecchie strade ormai interrate, grandi funghi dall'aspetto squadrato di edifici, e altri funghi, dal volto umano, che guardano il mare), e i "figli" dell'umanità (pochi robot androidi, per loro natura immortali), testimonieranno il suo passaggio su questo pianeta.
Nel frattempo però, gli umani rimasti possono ancora gestire associazioni di vicinato, riunirsi per il capodanno, viaggiare per lavoro o per turismo, riparare o creare oggetti, pescare, incontrare creature misteriose, fermarsi in locande o caffè e, nel caso della protagonista, l'androide Alpha Hatsuseno, conduttrice dello sperduto "Cafè Alpha" imparare a capire i propri stessi sentimenti, e relazionarsi meglio con gli altri.
Il tempo dell'opera è tremendamente dilatato. Incontri e avvenimenti che sembrano importanti, lungamente preparati dalla "trama", vengono poi mancati dai protagonisti, o scorrono senza che nulla ne nasca. YKK, più che l'avvicinamento dei personaggi, ne descrive l'allontanamento. Quello di Alpha Hatsuseno, o della Misago, dai loro amici umani, perché il loro tempo di immortali scorre differentemente dal loro. Quello degli umani gli uni dagli altri, perché le loro età e i loro interessi divergono. Quello della Direttrice Alpha, androide che decide di rimanere sul suo aereo in perenne volo stratosferico attorno al pianeta, ad osservare dall'alto i cambiamenti del mondo senza poterne cogliere i particolari, dal resto dell'umanità.
Il tutto è reso con un disegno perfetto per la storia. Morbido e delicato (molte tavole non si direbbero neanche passate a china), magistrale nel descrivere i panorami.
Se l'opera ha un difetto, è solo l'eccessiva accelerazione del tempo negli ultimi capitoli, dove troppi anni passano in poche tavole, quasi si avesse fretta di dare alla storia una "conclusione" che, in opere di questo genere, non è neanche necessaria.
Criminale la mancanza sul mercato italiano di "Yokohama Kaidashi Kikou" (nota a volte anche come "Café Alpha"), un opera ormai vecchiotta ma assolutamente fuori dal coro sia per trama, che per ambientazioni e tratto.
A dire il vero, gli elementi per la solita storia sci-fi ci sarebbero tutti: in una Terra futura, invasa dalle acque ed abitata da un'umanità ormai avviata sul tramonto, un piccolo caffè è gestito dall'androide Alpha che, di volta in volta, entra sempre più nelle vite sia dei vari abitanti del luogo che dei tanti ospiti di passaggio. Ciò che salva il tutto dal diventare una copia di "A.I." è il tono della serie, che decisamente mette a lato la fantascienza (e la scienza in generale", risultando alla fine uno slice-of-life molto più vicino ad "Aria" che al genere post-apocalittico. Il ritmo della narrazione è lento e rilassato, la violenza praticamente assente, e l'accento fermamente sui personaggi e le loro interazioni.
Il disegno di Hitoshi Ashinano portà apparire, a più di 16 anni di distanza, un tantino retrò, ma questo è a mio parere un netto vantaggio: vista la pochissima azione contenuta nella serie, il tratto morbido, curvilineo e a tratti stilizzato ben si accosta a trama e narrazione ovattate.
Insomma un'ottima serie fuori dal coro shounen/psicologico che sembra impazzare da un po', e che per ragioni incomprensibili non ha ancora trovato un editore italiano: si spera che ciò avvenga il più presto possibile.
A dire il vero, gli elementi per la solita storia sci-fi ci sarebbero tutti: in una Terra futura, invasa dalle acque ed abitata da un'umanità ormai avviata sul tramonto, un piccolo caffè è gestito dall'androide Alpha che, di volta in volta, entra sempre più nelle vite sia dei vari abitanti del luogo che dei tanti ospiti di passaggio. Ciò che salva il tutto dal diventare una copia di "A.I." è il tono della serie, che decisamente mette a lato la fantascienza (e la scienza in generale", risultando alla fine uno slice-of-life molto più vicino ad "Aria" che al genere post-apocalittico. Il ritmo della narrazione è lento e rilassato, la violenza praticamente assente, e l'accento fermamente sui personaggi e le loro interazioni.
Il disegno di Hitoshi Ashinano portà apparire, a più di 16 anni di distanza, un tantino retrò, ma questo è a mio parere un netto vantaggio: vista la pochissima azione contenuta nella serie, il tratto morbido, curvilineo e a tratti stilizzato ben si accosta a trama e narrazione ovattate.
Insomma un'ottima serie fuori dal coro shounen/psicologico che sembra impazzare da un po', e che per ragioni incomprensibili non ha ancora trovato un editore italiano: si spera che ciò avvenga il più presto possibile.